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== Biografia ==
[[File:Biblioteca Antonio Delfini (Modena).jpg|upright=1.4|thumb|Biblioteca "Antonio Delfini" di [[Modena]]]]
Antonio Delfini nasce a [[Modena]] il 10 giugno [[1907]] in una ricca famiglia di proprietari terrieri della bassa modenese:, il padre Anton Giulio Delfini (1875-1909) si era sposato con la cugina Bianca Delfini (1879-1962) ed ebbero due figli: Bianca Rosa nata nel 1905 e poi Antonio nato nel 1907. La villa familiare, tuttora esistente, è locata fra [[Cavezzo]] e [[Disvetro]]<ref>in via Dosso, visibile [https://maps.google.it/maps?f=q&source=s_q&hl=it&geocode=&q=disvetro&sll=41.442726,12.392578&sspn=23.246317,40.869141&ie=UTF8&ll=44.850027,11.022635&spn=0.021511,0.039911&t=h&z=15 su Google Maps]
44.853219,11.024443
</ref>. Tredicenne, si iscrive alla fine del [[1920]] all'avanguardia giovanile fascista, e in seguito al [[Partito Nazionale Fascista|PNF]].
 
Autodidatta (non compie studi regolari), comincia a scrivere nella seconda metà degli anni venti, grazie alla figura del filosofo [[Pietro Zanfrognini]] e a [[Ugo Guandalini]] (il futuro editore [[Guanda]]), con il quale fonda e dirige un periodico, ''L'ariete'' ([[1927]], numero unico sequestrato e soppresso appena uscito). Scrive Delfini, nei suoi ''Diari'', come proprio dallo zio Pierino (così lo chiamava, in verità erano cugini ma con una notevole differenza d'età) stesse imparando lo “stile”. Da solo fonda e dirige ''Lo spettatore italiano'' (tre numeri, [[1928]]-[[1929]]). In seguito collabora con alcuni periodici come ''Mutina'' e ''[[Il Tevere]]''.
 
Nel [[1931]] pubblica ''Ritorno in città'', raccolta di brevi prose di chiara matrice [[Charles Baudelaire|baudelairiana]] (si vedano soprattutto i ''Petits poèmes en prose'').
 
L'amico [[Mario Pannunzio]] lo introduce negli ambienti letterari di [[Roma]], e nel maggio 1933 lo coinvolge nella redazione della rivista ''[[Oggi (rivistaperiodico)|Oggi]]'' (dove tra altri figura anche il nome del giovane [[Alberto Moravia]]). Delfini rimane però estraneo al programma letterario della rivista che sarebbe destinata a diventare l'organo ufficiale del "contenutismo". La rivista gli rifiuta vari articoli, che troveranno spazio su ''[[Il Selvaggio (rivista)|Il Selvaggio]]'' di [[Mino Maccari]]. Con Pannunzio fonda nel [[1935]] un'altra rivista dalla breve vita (quattro numeri), ''Caratteri''.
 
Venduta la casa di Modena alla fine del [[1935]], si trasferisce a [[Firenze]], dove entra in contatto con l'ambiente culturale del [[Caffè Le Giubbe Rosse]] e stringe amicizie importanti con scrittori e intellettuali come [[Romano Bilenchi]], [[Carlo Bo]], [[Carlo Emilio Gadda]], [[Tommaso Landolfi]], [[Mario Luzi]], [[Eugenio Montale]] ecc.<ref>''Otto/novecento'', Volume 1, Edizioni 1-3, Unione stampa periodica italiana, 1977, p. 61.</ref>
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Nel [[1938]] esce presso l'editore fiorentino Parenti il volume ''Il ricordo della basca'', raccolta di dieci racconti in cui Delfini crea l'immagine di una Modena (M***) insieme reale e immaginaria, in cui sogno e realtà danno luogo a un intreccio di forte carica simbolica e emotiva. Nel referendum del [[1946]] si schierò a favore della monarchia.<ref>[http://www.parodos.it/archivio/antonio_delfini.htm ''Antonio Delfini (Modena 1907-1963)''], parados.it</ref>
Si impegna più volte in politica, ma in maniera decisamente semiseria. Nei ''Diari'' afferma di essere entrato nel [[Fasci italiani di combattimento|Fascio]] all'improbabile età di dodici anni e di aver preso ad odiare ben presto più che il Fascio i fascisti; dichiara di essere un anarchico di destra e di considerare peggiori dei fascisti gli antifascisti. Nel 1951 scrive, senza alcun riscontro politico, il ''Manifesto per un partito conservatore e comunista'', incentrato in parte sulla difesa della proprietà terriera<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-delfini_(Enciclopedia-Italiana)/ ''DELFINI, Antonio''], a cura di Alessandra Briganti, Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1978)</ref>, e che progettava di realizzare già negli anni Trenta quando era dell'idea che dovesse esistere un Partito rivoluzionario europeo che "a seconda dei bisogni dell'umanità" avrebbe dovuto essere liberale, conservatore, democratico, repubblicano e comunista in modo da conciliare costantemente rivoluzione e conservazione<ref>Baldacci, Luigi, ''La guerra di Antonio conservatore e ribelle'', in ''[[Il Corriere della Sera]]'', 11 settembre 1992</ref>. Finisce per fondare un giornale dal titolo ''Il Liberale''<ref name=giornale2007>Anonimo, ''Strampalato e geniale autore, fedele alla libertà'', in ''[[Il Giornale]]'', 21 luglio 2007</ref>.
 
Nel [[1956]] Delfini propone una nuova edizione del ''Ricordo della Basca'', ampliata da una lunga introduzione autobiografica considerata il vero capolavoro dello scrittore modenese. Si tratta di un testo assolutamente nuovo per la sua modernità all'interno della letteratura italiana degli [[anni 1950|anni cinquanta]], in cui l'autore, con profonda e disperata ironia, racconta di un personaggio-scrittore sdoppiato e sparuto, divorato da un'Italia provinciale dominata da figure marginali e corrotte.
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Nel [[1959]] esce a [[Milano]] ''Misa Bovetti e altre cronache'' in cui Delfini dà luogo a un'opera in cui l'immaginario risulta ricco di spunti comici e grotteschi, tesi a smascherare il volto mostruoso del capitalismo all'italiana.
 
Una dolorosa vicenda amorosa lo spinge a scrivere ''Poesie della fine del mondo'', che pubblica tra il ?'59 e il '60 su [[Il Caffè (Roma)|"il Caffè"]] dell'amico [[Giambattista Vicari]] ( e che escono presso [[Giangiacomo Feltrinelli Editore|Feltrinelli]] (grazie all'interessamento di [[Giorgio Bassani]]) nel [[1960]]. Del [[1962]] è ''Modena 1831, città della Chartreuse'', ultimo libro edito in vita e piccolo testamento letterario dello scrittore.
 
Antonio Delfini muore il 23 febbraio [[1963]]. Pochi mesi dopo la sua morte, ''I racconti'' (titolo dato da Garzanti alla terza edizione del ''Ricordo della Basca'') vinceranno il [[Premio Viareggio]].<ref>{{Cita web|url = http://www.premioletterarioviareggiorepaci.it/premi/vincitori/1-Premio%20Letterario%20Viareggio-R%C3%A8paci|titolo = Premio letterario Viareggio-Rèpaci|sito = premioletterarioviareggiorepaci.it|accesso = 9 agosto 2019|dataarchivio = 18 febbraio 2015|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150218231451/http://www.premioletterarioviareggiorepaci.it/premi/vincitori/1-Premio%20Letterario%20Viareggio-R%C3%A8paci|urlmorto = sì}}</ref> Nel primo racconto intitolato "Una storia", un importantissimo suo racconto autobiografico, Delfini scrive anche della sua permanenza a Firenze e della sua frequentazione del caffè letterario "Le Giubbe rosse". Delfini non ritiene questo ambiente letterario sano ma piuttosto meschino e non confacente alla sua personalità. In questo racconto si evince un riscatto della persona o mentalità provinciale sull'abitudine a quei tempi da parte degli intellettuali di vivere, per forza, nelle grandi città.
 
I suoi ''Diari'' sono pubblicati da [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] nel 1982 grazie all'interessamento di [[Natalia Ginzburg]]. Altre opere postume sono state raccolte dall'amico [[Cesare Garboli]].
 
Ad Antonio Delfini è dedicata la biblioteca civica di Modena dal novembre del 1992.<ref>[httphttps://www.comune.modena.it/biblioteche/delfini/antoniodelfini.htm "Antonio Delfini (1907 biblioteche- 1963)"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100611054516/http://www.comune.modena.it/bibliotechecomunali/delfini/antoniodelfini.htm |data=11Sito giugnoufficiale 2010Biblioteca }}Delfini, Sito23 istituzionaleagosto Biblioteca Delfini2022]</ref>.
 
L'Emilia Romagna Teatro ha messo in scena nella stagione 2009/2010 un testo teatrale di [[Roberto Barbolini]] incentrato sulla figura di Antonio Delfini. Lo spettacolo, dal titolo ''Io parlo ai perduti''<ref>editore Artestampa 2010.</ref>, ha avuto come regista Claudio Longhi.
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* ''Poesie della fine del mondo'', Milano, [[Giangiacomo Feltrinelli Editore|Feltrinelli]], 1962
* ''Poesie dal quaderno N. 1'', Modena, Comune di Modena, 1993.
* ''Poesie della fine del mondo e poesie escluse'', a cura di Daniele Garbuglia, prefazionePrefazione di [[Giorgio Agamben]], Macerata, [[Casa editrice Quodlibet|Quodlibet]], 1995., ISBN 88-86570-05-8
* ''Poesie della fine del mondo, del prima e del dopo'', a cura di Irene Babboni, prefazionePrefazione di [[Marcello Fois]], [[Collezione di poesia]], Torino, [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], 2013., ISBN 978-88-06-20530-0.
 
=== Narrativa ===
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* ''I racconti'', Milano, [[Garzanti Editore|Garzanti]], 1963 ([[Premio Viareggio]] 1963).
* ''Lettere d'amore'' e ''Ritorno in città'', Parma, [[Guanda]], 1963.
* ''Diari 1927-1961'', a cura di Giovanna Delfini e [[Natalia Ginzburg]]; prefazione di [[Cesare Garboli]], Torino, [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], 1982.
* ''Il ricordo della Basca'', Torino, Einaudi, 1982. ISBN 88-06-05488-0
* ''Note di uno sconosciuto e altri scritti'' (numero monografico di «Marka», 27, 1990).
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* ''Antonio Delfini'' (numero monografico di «Riga», 1994, pubblica il carteggio con Pannunzio e vari inediti).
* ''Vagabondaggio primaverile e altri scritti'', Pistoia, Via del vento, 2007.
* ''Autore ignoto presenta''. Racconti scelti e introdotti da [[Gianni Celati]], contributi di Irene Babboni, Collana Letture, Torino, Einaudi, 2008., ISBN 978-88-06-19246-4
 
=== Diari ===
* ''Diari 1927-1961'', a cura di Giovanna Delfini e [[Natalia Ginzburg]];, prefazionePrefazione di [[Cesare Garboli]], Torino, [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], 1982. [edizione parziale]
* {{Cita libro|titolo=Diari|altri=A cura di Irene Babboni, contributi di Claudia Bonsi, Prefazione di [[Marco Belpoliti]]|editore=Einaudi|città=Torino|anno=2022|isbn=978-88-062-4630-3}}
 
=== Saggistica ===
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* Giulio Ungarelli, ''Antonio Delfini fra memoria e sogno. Prove di lettura'', Roma, [[Bulzoni Editore|Bulzoni]], 1973.
* Giuseppe Marchetti, ''Delfini'', Firenze, La Nuova Italia (collana "Il castoro" n. 102), 1975.
* Luigi Fontanella, ''Il surrealismo italiano'', Roma, Bulzoni, 1983, pp. 157-187.
* Luigi Fontanella, ''La parola aleatoria'', Firenze, Casa Editrice Le Lettere, 1992, pp. 135-147, ISBN 88-7166-079-X.
* Stefano Calabrese, ''L'esilio del flâneur: la provincia di Delfini, Guanda e Zanfrognini'', Ospedaletto, Pacini, 1992.
* ''Immagini di Antonio Delfini'' a cura di Andrea Palazzi, Edizioni Artestampa, 2007 ISBN 978-88-89123-41-6
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* ''Carlo Borsari, '''Si scambiavano i paesaggi. DVD su Antonio Delfini''''' con "Itinerario e Pianta dei luoghi di Delfini" di Elis Colombini e Patrizia Belloi, Modena, Colombini, ISBN 978-88-6509-043-5
* Fello Barsotti, Delfini a Viareggio racconto breve, Edizioni Pananti Firenze.
* Micla Petrelli, ''Antonio Delfini. Vita, memoria, oblio'', in ''Il progetto che è l'io. Studi su identità, sguardo, scrittura'', Mimesis, Milano 2013, pp. 61-90. ISBN 978-88-5751-861-9
 
== Voci correlate ==
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* {{cita web|http://www.ledonline.it/leitmotiv/allegati/leitmotiv010104.pdf|Micla Petrelli, "Contrappunti delfiniani" (in formato pdf)}}
* [https://web.archive.org/web/20150712030124/http://archivio.panorama.it/cultura/libri/Le-vite-immaginarie-di-Antonio-Delfini ''Le vite immaginarie di Antonio Delfini''], ''[[Panorama (rivista)|Panorama]]''
* [https://www.doppiozero.com/antonio-delfini-personaggio-scrittore-cercasi Antonio Delfini: personaggio scrittore cercasi], di Davide Vanotti, sulla rivista ''[https://www.doppiozero.com Doppiozero].'' 23 febbraio 2023''.''
 
{{Premio Viareggio}}