Teodosio: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua||Teodosio}}
{{Magistrato romano
{{Monarca
|nome = Teodosio I
|immagine = Theod1.jpg
|legenda = Ritratto[[Solido di(moneta)|Solido]] Teodosiocon dal'effige unadi sua monetaTeodosio
|titolo = [[Imperatore romanoRomano]]
|inizio regno = 19 gennaio [[379]]
|fine regno = 17 gennaio [[395]]<br>'''co-regnanti:'''
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|successore = [[Arcadio]] ([[Impero romano d'Oriente|Oriente]])<br/>[[Onorio (imperatore)|Onorio]] ([[Impero romano d'Occidente|Occidente]])
|nome completo = Flavio Teodosio
|data di nascita = [[11 gennaio]] [[347]]
|luogo di nascita = ''[[Coca (Spagna)|CaucaCoca]]''<ref>secondoCosì [[Idazio]] e [[Zosimo (storico)|Zosimo]].</ref> oppureo ''[[Italica]]''<ref>secondoCosì [[Temistio]], [[Claudio ClaudianoGiordane]] e [[Conte Marcellino]].</ref>
|data di morte = [[17{{Calcola gennaio]] [[età3|395]]|1|17|347|1|11}}
|luogo di morte = [[Milano]]
|sepoltura = [[Chiesa dei Santi Apostoli (Costantinopoli)|Chiesa dei Santi Apostoli]], [[Costantinopoli]]
|dinastia = [[casataDinastia di Teodosioteodosiana|Teodosiana]]
|padre = [[Flavio Teodosio]]
|madre = Termanzia
|coniuge 1 = [[Elia Flaccilla]] <br/>{{piccolo|(fino al376-386, [[385]]ved.)}}
|coniuge 2 = [[Galla (imperatrice)|Galla]]<br/>{{piccolo|(387-394, ved.)}}
|figli = '''da Flaccilla:'''<br>[[Pulcheria Teodosia|PulcheriaArcadio]]<br>[[ArcadioPulcheria Teodosia|Pulcheria]]<br>[[Onorio (imperatore)|Onorio]]<br>'''da Galla:'''<br />Graziano<br>[[Galla Placidia]]<br>Giovanni<ref>Stefan Rebenich, "Gratian, a Son of Theodosius, and the Birth of Galla Placidia", ''Historia'' 34 (1985), pp. 372-85.</ref>
|religione = [[Cristianesimo]]
|consolato = 380, 388
}}
{{Militare
|Immagine = Solidus Valentinian II trier RIC 090a.jpg
[[File:Solidus|Didascalia Valentinian= II trier RIC 090a.jpg|thumb|upright=1.4|Sul rovescio di questa moneta, coniata sotto [[Valentiniano II]], sono rappresentati Valentiniano e Teodosio, entrambi con un'aureola]]
|Grado = [[Imperatore romano]]
|Guerre = * [[Guerre romano-germaniche]]
* [[Campagne in Britannia del Conte Teodosio]]
* [[Guerra gotica (376-382)|Guerra gotica]]
|Nazione_servita = [[Impero romano]]
|Forza_armata = [[Esercito romano]]
|Comandanti = [[Flavio Teodosio]]
|Comandante_di = [[Esercito romano]]
|Campagne =
|Battaglie = *[[Battaglia di Tessalonica]]
*[[Battaglia del Frigido]]
*[[Battaglia della Sava]]
*[[Assedio di Aquileia (388)]]
|Anni_di_servizio = [[368]] - [[376]]
|Innovazioni = * [[Editto di Tessalonica]]
* [[Decreti teodosiani]]
|Data_di_nascita = 11 gennaio [[347]]
|Data_di_morte = 17 gennaio [[395]]
|Nato_a = [[Coca (Spagna)|Coca]] o [[Italica]]
|Morto_a = [[Milano]]
|Cause_della_morte = naturali
|Luogo_di_sepoltura = [[Chiesa dei Santi Apostoli (Costantinopoli)|Chiesa dei Santi Apostoli]]
|Religione = [[Cristianesimo]]
|Nome = Teodosio I
}}
 
{{Santo
|nome = San Teodosio I il Grande
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|didascalia =
|note = Imperatore
|nato = [[11Coca gennaio(Spagna)|Coca]] o [[Italica]], 11 gennaio [[347]]
|morto = [[Milano]], 17 gennaio]] [[395]]
|beatificazione =
|canonizzazione =
|venerato da = Chiesa cristiana ortodossa
|ricorrenza = [[17 gennaio]]
}}
[[File:RéplicaMissoriumTeodosioMNAR.JPG|thumb|[[Missorio di Teodosio]], Real Academia de la Historia, [[Madrid]].]]
[[File:Solidus Valentinian II trier RIC 090a.jpg|thumb|upright=1.4|Sul rovescio di questa moneta, coniata sotto [[Valentiniano II]], sono rappresentati Valentiniano e Teodosio, entrambi con un'aureola]]
[[File:Constantinople Theodosius base NW.jpg|thumb|Una faccia del basamento dell'obelisco detto di Teodosio I, nell'[[Ippodromo di Costantinopoli]].]]
[[File:RéplicaMissoriumTeodosioMNAR.JPG|thumb|[[Missorio di Teodosio]], Real Academia de la Historia, [[Madrid]]]]
[[File:Constantinople Theodosius base NW.jpg|thumb|Una faccia del basamento dell'obelisco detto di Teodosio I, nell'[[Ippodromo di Costantinopoli]]]]
{{Bio
|Nome = Flavio
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|AnnoMorte = 395
|Epoca = 300
|Attività = imperatoregenerale
|Attività2= politico
|Nazionalità = romano
|PostNazionalità =, [[imperatore romano|imperatore]] dal [[379]] fino alla sua morte
}}
 
Fu l'ultimo imperatore dell'impero romano prima della separazione tra ''[[Impero romano d'Occidente|Pars Occidentalis]]'' e ''[[Impero bizantino|Pars Orientalis]]''. Nel 380, con l'[[editto di Tessalonica]], fece del [[Cristianesimo]] la religione unica e obbligatoria<ref name="Codex Theodosianus, 16, 1.2">''Codex Theodosianus'', 16, 1.2</ref> dell'Impero; per questo fu chiamato '''Teodosio I il Grande''' dagli scrittori cristiani e le [[Oriente cristiano|Chiese orientali]] lo venerano come santo (San Teodosio I il Grande, commemorato il 17 gennaio).<ref>{{Santiebeati|65300|San Teodosio I il Grande}}</ref>
 
Si diceva che Teodosio fosse un amministratore diligente, austero nelle sue abitudini, misericordioso e un devoto cristiano.<ref>''[[Epitome de Caesaribus]]'' 48. 8–19</ref><ref>Gibbon, ''Declino e caduta'', capitolo 27</ref> Per secoli dopo la sua morte, Teodosio venne visto come un campione dell'ortodossia cristiana, che haaveva definitivamente annientato il paganesimo. In Glieffetti, studiosila modernisua tendonopolitica aanti-pagana, vederlaattraverso comei un'interpretazione[[decreti storicateodosiani]], deglidivenne scrittoriestremamente cristianidispotica piùe cheportò comea una rappresentazione accurata della storia reale. Èun abbastanzanumero accreditatoelevato di averpersecuzioni presiedutoverso uni risvegliopagani<ref>''Codice dellTeodosiano''arte classica che alcuni storici hanno definito un "rinascimento teodosiano" ([[Artehttps://droitromain.univ-grenoble-alpes.fr/Constitutiones/CTh16.html#10 teodosiana]]).<ref>''OxfordLibro Dictionary of Late Antiquity16'', ppTitolo. 148210, 1484.11])</ref> Sebbenee laa suauna pacificazionecompressione con i Goti assicurarò la pace all'Impero durante la sua vita, il loro status di entità autonoma entro i confini romani causarono però diversi problemi agli imperatori successivi. Teodosio ha anche ricevuto critiche per aver difeso i propri interessi dinastici a costo didelle duelibertà guerredei civilipagani.
 
Gli studiosi moderni tendono a ritenere la celebrazione di Teodosio come un'interpretazione degli scrittori cristiani. È abbastanza accreditato, invece, che abbia presieduto a un risveglio dei motivi dell'arte classica, che alcuni storici hanno definito "[[Arte teodosiana|rinascimento teodosiano]]".<ref>''Oxford Dictionary of Late Antiquity'', pp. 1482, 1484</ref>
La sua politica anti-pagana incoraggiata dall'editto di Tessalonica e dai suoi successivi [[Decreti teodosiani]] divenne estremamente dispotica e portò a un numero elevato di persecuzioni verso i pagani, questi decreti stabilirono un divieto pratico al paganesimo;<ref>''Codice Teodosiano'' ([https://droitromain.univ-grenoble-alpes.fr/Constitutiones/CTh16.html#10 ''Libro 16'', Titolo. 10 , .11])</ref> vennero proibite le visite ai templi i quali molto di essi vennero anche distrutti (insieme anche a moltissime immagini pagane e siti sacri); vennero abolite le restanti [[vacanze]] pagane, il [[Sacro fuoco di Vesta|sacro fuoco]] nel Tempio di [[Vesta (mitologia)| Vesta]] nel [[Foro Romano]] si estinse quando le [[Vestali]] furono sciolte e l' [[auspicia]] e la [[stregoneria]] furono considerati reati punibili. In più Teodosio fece chiudere definitivamente i [[Giochi olimpici antichi|giochi olimpici]] e i tornei [[Gladiatori|Gladiatori]] (una decisione presa secondo alcuni su consiglio di [[Sant'Ambrogio]]). Teodosio rifiutò anche di restaurare l'[[Altare della Vittoria]] al Senato, come richiesto dai [[Senato Romano|Senatori]] pagani.
 
La sua opera di pacificazione nei riguardi dei [[Goti]] assicurò la pace all'impero durante la sua vita, ponendo le basi per la sopravvivenza della parte orientale (la più ricca e destinata a lunga vita), al collasso dopo le gravi sconfitte subite ad Adrianopoli e Tessalonica per mano dei Goti stessi.
I suoi due figli si sono rivelati governanti deboli e incapaci e furono partecipi di un periodo di invasioni straniere e intrighi di corte che indebolirono pesantemente l'Impero. I discendenti di Teodosio governarono il mondo romano per i successivi sei decenni e la divisione est-ovest durò fino alla [[caduta dell'Impero Romano d'Occidente|caduta dell'Impero d'Occidente]] alla fine del V secolo.
 
Inoltre, Teodosio ha ricevuto critiche per aver difeso i propri interessi dinastici, a costo di due guerre civili. I suoi due figli si sono rivelatirivelarono governanti deboli e incapaci e furono partecipi di un periodo di [[Invasioni barbariche del V secolo|invasioni straniere ]] e intrighi di corte che indebolirono pesantemente l'Impero. I discendenti di Teodosio (vedi [[Dinastia teodosiana]]) governarono il mondo romano per i successivi sei decenni e la divisione est-ovest durò fino alla [[cadutaCaduta dell'Impero Romanoromano d'Occidente|caduta dell'Impero d'Occidente]] alla fine del V secolo.
 
== Biografia ==
=== Origini e carriera militare ===
Teodosio nacque in [[Spagna romana|Hispania]], per [[Idazio]] e [[Zosimo (storico)|Zosimo]] a ''Cauca'' (odierna [[Coca (Spagna)|Coca]], nella [[Castiglia e León]]), nella [[Galizia (provincia romana)|Galizia romana]]<ref>Idauzio, ''Chronicon'', anno 379, II.</ref><ref>[[Zosimus|Zos.]] ''Historia Nova'' [https://books.google.com/books?id=FSMAAAAAYAAJ&printsec=frontcover&dq=zosimus&ei=xzm1R-euDJ6SzQT309jGBQ#PPA200,M1 4.24.4].</ref>, mentre per [[Temistio]], [[Claudio ClaudianoGiordane]] e [[Conte Marcellino]] a [[Italica]], nella [[Betica]]<ref>[https://www.academia.edu/1075565/Sobre_el_origen_b%C3%A9tico_de_Teodosio_I_el_Grande_y_su_improbable_nacimiento_en_Cauca_de_Gallaecia Alicia M. Canto, "Sobre el origen bético de Teodosio I el Grande, y su improbable nacimiento en ''Cauca'' de ''Gallaecia''"], ''Latomus'' 65/2, 2006, 388-421.</ref>, l'11 gennaio del [[347]] da una facoltosa famiglia della nobiltà romana locale professante la [[Cristianesimo|religione cristiana]]. Suo padre, [[ConteFlavio Teodosio|Teodosio]] (chiamato dagli storici "il Vecchio" per poterlo distinguere dal figlio), fu un funzionario imperiale di rango elevato, guadagnatosi la carica di ''[[Comes Britanniarum]]'' per il ruolo decisivo da lui ricoperto nella pacificazione della [[Britannia]] durante la cosiddetta "[[Campagne in Britannia del Conte Teodosio|cospirazione barbarica]]"; sua madre, invece, si chiamava Flavia Termanzia. Teodosio aveva un fisico ben proporzionato, i capelli biondi e un naso aquilino. Uomo non privo di valore, come ci viene tramandato da [[Zosimo (storico)|Zosimo]], condivideva la vita dei soldati e, pur amando la magnificenza e i piaceri, sapeva ritrovare tutta la propria forza ed energia nei momenti di pericolo.<ref>André Piganiol, ''L'Empire Chrétien (325-395)'', Parigi, Presses Universitaires de France, 1972 (II edizione curata e aggiornata da André Chastagnol), pp. 230-231</ref>
 
Il giovane Teodosio fece la carriera militare, seguendo le orme del padre. Nel [[368]] Teodosio il Vecchio era in [[Britannia Romana(provincia romana)|Britannia]], dove era stato inviato dall'imperatore [[Valentiniano I]] col compito di reprimere una cospirazione: qui lo raggiunse il figlio Teodosio al comando di truppe scelte.<ref>Ammiano Marcellino, xxvii 8 3.</ref> Il successo nell'operazione fece ottenere a Teodosio padre il comando dell'esercito, e il figlio restò al suo servizio nel nuovo incarico.<ref>Leppin, pp. 29-30.</ref> Nel [[373]], dopo una vittoria sui [[Sarmati]], Teodosio il Vecchio fu incaricato di recarsi in Africa a sedare la rivolta dell'usurpatore [[Firmo (usurpatore IV secolo)|Firmo]], e anche in questo caso fu seguito dall'omonimo figlio, il quale, però, non partecipò alla vittoria del padre, nel [[374]], in quanto quello stesso anno teneva il suo primo comando in [[Mesia]], quello di ''dux Moesiae'', con l'incarico di difendere la provincia dagli attacchi dei [[Sarmati]].
 
La promettente carriera del futuro imperatore subì un arresto improvviso dopo la morte dell'imperatore Valentiniano, cui succedettero [[Graziano]] e [[Valentiniano II]] in Occidente mentre [[Valente (imperatore romano)|Valente]] continuò a governare in Oriente. Nel 375/376 il padre fu accusato di alto tradimento per i fatti legati alla campagna africana: Teodosio il Vecchio fu giustiziato a [[Cartagine]] nel 376 e suo figlio perse il proprio incarico, tornando a vita privata nelle sue terre in Spagna, dove sposò la conterranea [[Elia Flaccilla|Flaccilla]], da cui ebbe due figli: [[Arcadio (imperatore)|Arcadio]] e [[Onorio (imperatore)|Onorio]].
 
=== Imperatore d'Oriente ===
Nulla si sa di lui fino a quando, il 19 gennaio [[379]], in seguito alla morte dell'imperatore [[Flavio Valente (imperatore)|Valente]] nella disastrosa [[Battaglia di Adrianopoli (378)|battaglia di Adrianopoli]] combattuta contro i [[Goti]], l'imperatore [[Graziano]] lo associò alla guida dello Stato, affidandogli la parte orientale dell'impero. Teodosio fissò inizialmente la propria residenza a [[Tessalonica]]. Verso la fine del 379 si ammalò gravemente e, ritenuto in punto di morte, venne battezzato dal vescovo di Tessalonica [[Acolio]].
Teodosio fissò inizialmente la propria residenza a [[Tessalonica]].
Verso la fine del 379 si ammalò gravemente e, ritenuto in punto di morte, venne battezzato dal vescovo di Tessalonica [[Acolio]].
 
==== Rapporti diplomatici e militari con i Goti ====
Durante il regno di Teodosio le regioni orientali rimasero relativamente tranquille, anche se i [[Goti]] e i loro alleati, insediatisi stabilmente nei [[Monti Balcani|Balcani]], erano motivo di continuo allarme. La tensione crebbe a poco a poco, tanto che, a un certo punto, l'imperatore associato [[Graziano]] rinunciò a mantenere il controllo delle province [[Illiria|illiriche]] e si ritirò a [[Treviri]], allora compresa nel territorio della [[Gallia]]. La manovra aveva lo scopo di consentire a Teodosio di portare avanti senza intralci le successive operazioni militari. Un motivo di grave debolezza degli eserciti romani del tempo era legato alla pratica di arruolare contingenti fra le [[Barbaro|popolazioni barbare]] e farli combattere contro altri barbari, spesso etnicamente affini.
 
Un motivo di grave debolezza degli eserciti romani del tempo era legato alla pratica di arruolare contingenti fra le [[Barbaro|popolazioni barbare]] e farli combattere contro altri barbari, spesso etnicamente affini. Per tentare di limitare gli effetti negativi che ne derivavano, Teodosio inviò ripetutamente le nuove reclute in Oriente, nelle province più lontane dai confini danubiani (soprattutto in Egitto), con la necessaria e costosa conseguenza di doverle rimpiazzare con leve romane più affidabili reclutate in altre aree dell'impero. Tale politica non fu esente da inconvenienti: oltre a improvvise defezioni si registrarono anche incomprensioni e persino scontri armati fra Romani e federati barbari. A [[Filadelfia (Asia Minore)Alaşehir|Filadelfia]], in [[Lidia]], i federati Goti diretti in Egitto incontrarono sul proprio cammino un'armata romana proveniente da questa stessa provincia e ingaggiarono contro di essa una assurda e sanguinosa battaglia.<ref>André Piganiol, ''op. cit.'', p. 232</ref>
 
[[Graziano]] inviò alcuni generali per liberare l'[[Illiria]] dai Goti, consentendo a Teodosio, sconfitto a Tessalonica dai Goti e scampato per un soffio alla morte, di entrare finalmente a [[Costantinopoli]] il 24 novembre del [[380]], al termine di una campagna militare durata due anni. Il 3 ottobre [[382]] fu stipulato con i Goti stessi, o perlomeno con quelli che erano scampati alla guerra, un trattato che li autorizzava a stanziarsi lungo il corso del [[Danubio]], che allora costituiva il confine dell'impero, e più precisamente nella [[diocesi]] di [[Tracia]], e di godervi un'ampia autonomia. In seguito molti di loro avrebbero militato stabilmente nelle [[legione romana|legioni romane]], altri avrebbero partecipato a singole campagne militari in qualità di [[Socii e Foederatifoederati|federati]], altri ancora, riuniti in bande di mercenari, avrebbero continuato a cambiare alleanza, finendo col diventare un motivo di grande e perdurante instabilità politica per tutto l'impero. Negli ultimi anni del regno di Teodosio uno dei capi goti emergenti, [[Alarico I]], partecipò alla campagna che Teodosio condusse nel [[394]] contro il rivale [[Flavio Eugenio|Eugenio]], per poi rivoltarsi contro [[Arcadio]], figlio di Teodosio e suo successore in Oriente, subito dopo la morte dello stesso Teodosio.
 
==== Il cristianesimo diventa religione di Stato ====
{{vedi anche|Editto di Tessalonica}}
 
All'inizio del suo regno Teodosio insieme agli altri due augusti, [[Graziano]] e [[Valentiniano II]], promulgò nel [[380]] l'[[editto di Tessalonica]], con il quale il [[Simbolo niceno-costantinopolitano|credo niceno]] diveniva la religione unica e obbligatoria dello Stato, che era imposta a tutti i sudditi.<ref name="Codex Theodosianus, 16, 1.2"/> La nuova legge riconosceva esplicitamente il primato delle sedi episcopali di [[Roma]] e di [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]] in materia di [[teologia]]; grande influenza avevano inoltre i teologi di [[Costantinopoli]], i quali, essendo sotto la diretta giurisdizione dell'imperatore, erano a volte destituiti e reintegrati in base al loro maggiore o minore grado di acquiescenza ai voleri imperiali.
 
Teodosio professava il [[Simbolo niceno-costantinopolitano|credo niceno]] che si contrapponeva all'[[arianesimo]]: solo due giorni dopo essere giunto a [[Costantinopoli]] (il 24 novembre [[380]]), Teodosio, con un atto che non mancò di produrre una violenta reazione, espulse dalla città il [[vescovo]] ariano [[Demofilo di Costantinopoli]], affidando la conduzione delle chiese cittadine a [[Gregorio Nazianzeno|Gregorio di Nazianzo]], il [[patriarca (cristianesimo)|patriarca]] della piccola comunità locale che praticava il credo niceno.
 
Teodosio convocò inoltre nel [[381]] il [[Concilio di Costantinopoli I|primo concilio di Costantinopoli]] per condannare le eresie che si opponevano al credo niceno; durante questo concilio venne elaborato il [[simbolo niceno-costantinopolitano]] (una estensione del primo credo niceno), largamente in uso ai giorni nostri nella liturgia cattolica.
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Nel [[383]] il giorno di riposo, il ''dies solis'', ora rinominato ''dies dominicus,'' divenne obbligatorio:<ref>''Codex Theodosianus'', 11.7.13.</ref>
{{Citazione|Idem aaa. ad Principium praefectum praetorio. Solis die, quem dominicum rite dixere maiores, omnium omnino litium et negotiorum quiescat intentio; debitum publicum privatumque nullus efflagitet; ne aput ipsos quidem arbitros vel e iudiciis flagitatos vel sponte delectos ulla sit agnitio iurgiorum. Et non modo notabilis, verum etiam sacrilegus iudicetur, qui a sanctae religionis instinctu rituve deflexerit. Proposita III non. nov. Aquileiae Honorio n. p. et Evodio conss.| [[Codice Teodosiano]] 11.7.13}}
 
Altri provvedimenti nel [[381]] ribadirono la proibizione di tutti i riti pagani<ref>''Codex Theodosianus'', 16, 10.7</ref> e stabilirono che coloro che da cristiani fossero ritornati alla religione pagana avrebbero perso il diritto di fare testamento legale.<ref>''Codex Theodosianus'', 16, 7.1; ribadito nel 383 (''Codex Theodosianus'', 16, 7.2).</ref>. Nel L'[[382auspicia]] si sanciva, tuttavia,e la conservazione degli oggetti pagani che avessero valore artistico.<ref>''Codex Theodosianus'', 16, 10.8</ref> Il divieto dei sacrifici e delle pratiche divinatorie a essi collegate venne ribadito nel [[385stregoneria]].<ref>''Codex Theodosianus'',furono considerati 16,reati 10punibili.9</ref>
 
Vennero proibite le visite ai templi, molti dei quali furono distrutti, come per esempio il [[Tempio di Apollo (Delfi)|santuario di Delfi]], che venne raso al suolo nel [[390]].<ref name="Boda">{{Cita libro|nome=Sharon La|cognome=Boda|titolo=International Dictionary of Historic Places: Southern Europe|url=http://books.google.com/books?id=74JI2UlcU8AC&pg=PA185&dq=Temple+of+Apollo+delphi++theodosius&hl=en&ei=6BgCTKTLFcH68AafmNnBDQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CCUQ6AEwAA#v=onepage&q=Temple%20of%20Apollo%20delphi%20%20theodosius&f=false|accesso=23 febbraio 2018|data=1995|editore=Taylor & Francis|lingua=en|ISBN=9781884964022}}</ref>
 
Nel [[382]] si sanciva, tuttavia, la conservazione degli oggetti pagani che avessero valore artistico.<ref>''Codex Theodosianus'', 16, 10.8</ref> Il divieto dei sacrifici e delle pratiche divinatorie a essi collegate venne ribadito nel [[385]].<ref>''Codex Theodosianus'', 16, 10.9</ref>
 
==== Guerre civili ====
Nel [[383]] [[Graziano]] morì assassinato mentre si apprestava a combattere contro [[Magno Massimo]], proclamato imperatore dalle legioni di [[Britannia]]. Appena raggiunto il potere, Magno Massimo inviò una ambasciata a Teodosio per proporre un trattato di amicizia che fu accettato, anche se l'imperatore orientale si stava preparando segretamente per la guerra.<ref name="Zosimo">Zosimo.</ref>
 
Sempre per sviare l'avversario, Teodosio impartì l'ordine di erigere una statua in onore di Magno Massimo ad [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]]; l'ordine venne eseguito dal [[prefetto del pretorio]] [[Materno Cinegio]], che era stato inviato in Oriente per reprimere gli antichi culti pagani.<ref name="Zosimo"/>
 
Nel [[387]], Massimo Magno, attraversò le Alpi, arrivando a minacciare [[Milano]], sede della prefettura d'Italia retta da [[Valentiniano II]] e dalla madre, che cercarono rifugio da Teodosio I, il quale ottenne in sposa [[Galla (imperatrice)|Galla]], sorella di Valentiniano.
 
Teodosio mosse guerra a Magno Massimo, che fu sconfitto a [[Siscia]] (oggi [[Sisak]]), nella [[battaglia della Sava]], a [[Poetovio]] (allora in [[Pannonia]], odierna [[Ptuj]] in [[Slovenia]]) e definitivamente ad [[Aquileia romana(città antica)|Aquileia]] nel [[388]].<ref name="ZosimoIV,45-46">[[Zosimo (storico)|Zosimo]], ''Storia nuova'', IV, 45.4; 46.2.</ref>
 
Valentiniano II fu restaurato a Milano e sotto l'influenza di Teodosio lasciò l'arianesimo e aderì alla fede cattolica professata dal [[Concilio di Nicea I|Concilio di Nicea]].
 
==== Teodosio a Milano ====
Nell'ottobre del [[388]] Teodosio si stabilì a [[Milano]], dove aveva fissato la propria residenza anche Valentiniano II, facendone la sua capitale e dimorandovi, salvo brevi interruzioni, per oltre due anni, fino all'aprile del [[391]].<ref>André Piganiol, ''op. cit.'', p. 281</ref> Intensa fu in questo periodo l'attività legislativa dell'imperatore ispanico, tesa a combattere gli abusi: gratificazioni non dovute che i funzionari esigevano, produzione di monete false, violenze compiute da schiavi talvolta istigati dai loro stessi padroni, vendita di bambini da parte di genitori ridotti in miseria, campi saccheggiati di notte dai militari che oltretutto si dedicavano a tendere imboscate sulle strade.<ref>André Piganiol, ''op. cit.'', p. 282</ref> Una legge che dichiarava nulli i codicilli e le clausole mediante i quali venivano attribuiti [[lascito|lasciti]] all'imperatore o a membri della sua famiglia fu particolarmente lodata da [[Quinto Aurelio Simmaco]].
[[File:Bust of Theodosius I.jpg|miniatura|Busto di Teodosio il Grande]]
 
==== Ambrogio e Teodosio ====
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[[File:St Ambrose Converting Theodosius.jpg|thumb|left|''Sant'Ambrogio converte Teodosio'', tela di [[Pierre Subleyras]], [[1745]]]]
 
Nel giugno del [[390]] la popolazione di Tessalonica (l'odierna [[Salonicco]]) si ribellò e impiccò il ''magister militum'' dell'[[Illiria|Illirico]] e governatore della città [[Buterico]], reo di aver arrestato un famoso [[Cocchiere|auriga]] e di non aver permesso i giochi annuali. Teodosio ordinò una rappresaglia; venne organizzata una gara di [[Biga|bighe]] nel grande circo della città a pochi giorni dai fatti, e, chiusi gli accessi, vennero trucidate circa 7000 persone. Giunta la notizia a Milano, [[Sant'Ambrogio|Ambrogio]], vescovo di [[Milano]], scrisse a Teodosio una lettera sdegnata<ref>Epistola 51</ref> e lo indusse, anche grazie alla considerazione che aveva presso di lui, a pentirsi e a richiedere pubblicamente perdono che venne infine concesso dal vescovo; nel [[Natale]] del 390 l'imperatore poté tornare a comunicarsi. Inoltre, lo stesso Ambrogio convince Teodosio a firmare una legge per la quale debbano trascorrere 30 giorni dalla condanna a morte all'esecuzione, in modo da permettere una riflessione più approfondita sulla condanna e un eventuale ripensamento. {{Senza fonte|Secondo alcuni storici fu proprio l'influenza del vescovo Ambrogio a indurre un inasprimento della politica religiosa di Teodosio nei confronti del [[paganesimo]].}}
 
Teodosio ordinò una rappresaglia; venne organizzata una gara di [[Biga|bighe]] nel grande circo della città a pochi giorni dai fatti, e, chiusi gli accessi, vennero trucidate circa 7000 persone.
Già nel 388 Sant'Ambrogio aveva obbligato il sovrano a rivedere la decisione di condannare il vescovo di [[Diocesi di Callinico|Callinico]] e i locali cristiani da questo spinti alla distruzione della sinagoga della stessa città a ricostruirla a loro spese, giungendo così all'impunità per tutte le persone implicate, con la "minaccia" della sospensione delle funzioni religiose.
Giunta la notizia a Milano, [[Sant'Ambrogio|Ambrogio]], vescovo di [[Milano]], scrisse a Teodosio una lettera sdegnata<ref>Epistola 51</ref> e lo indusse, anche grazie alla considerazione che aveva presso di lui, a pentirsi e a richiedere pubblicamente perdono che venne infine concesso dal vescovo; nel [[Natale]] del 390 l'imperatore poté tornare a comunicarsi.
{{Cn|Secondo alcuni storici fu proprio l'influenza del vescovo Ambrogio a indurre un inasprimento della politica religiosa di Teodosio nei confronti del [[paganesimo]].}}
 
==== Provvedimenti contro il culto pagano ====
Dopo l'episodio della ribellione di Tessalonica e della strage fatta perpetrare contro i cittadini ribelli da Teodosio e la successiva penitenza che gli fu imposta da Ambrogio, la politica religiosa dell'imperatore si irrigidì notevolmente: tra il [[391]] e il [[392]] furono emanati una serie di decreti (noti come [[decreti teodosiani]]) che attuavano in pieno l'editto di Tessalonica: venne interdetto l'accesso ai templi pagani e ribadita la proibizione di qualsiasi forma di culto, compresa l'adorazione delle statue;<ref>''Codex Theodosianus'', 16.10.10</ref> furono inoltre inasprite le pene amministrative per i cristiani che si fossero convertiti nuovamente al paganesimo<ref>''Codex Theodosianus'', 16.7.4</ref> e nel decreto emanato nel [[392]] da [[Costantinopoli]], l'immolazione di vittime nei sacrifici e la consultazione delle viscere erano equiparati al delitto di [[Lex Iulia maiestatis|(lesa) maestà]], punibile con la condanna a morte.<ref>''Codex Theodosianus'', 16.10.12.1</ref>
 
Vennero abolite le restanti vacanze pagane; vennero sciolte le [[Vestali]] ed estinto il [[sacro fuoco]] nel Tempio di [[Vesta]] nel [[Foro Romano]]; infine, Teodosio fece chiudere definitivamente i [[Giochi olimpici antichi|giochi olimpici]] e i tornei [[Gladiatore|gladiatori]] (una decisione presa, secondo alcuni, su consiglio di [[Sant'Ambrogio]]). Teodosio rifiutò anche di restaurare l'[[Altare della Vittoria]] in Senato, come richiesto dai [[Senato romano|senatori]] pagani.
 
I templi pagani furono oggetto di una sistematica demolizione o trasformazione in chiese cristiane da parte delle comunità cristiane e dei monaci appoggiati dai vescovi locali (in molti casi con l'appoggio dell'esercito e delle locali autorità imperiali) che si ritennero autorizzati dalle nuove leggi: si veda, per esempio, la distruzione del tempio di Giove ad [[Apamea]], a cui collaborò il prefetto del pretorio per l'oriente, [[Materno Cinegio]]<ref>[[Teodoreto di Cirro]], ''Historia Ecclesiastica'', 5, 21. Di tali distruzioni si lamentò il retore greco [[Libanio]] nella sua orazione all'imperatore Teodosio ("''Pro templis''" ([http://www.tertullian.net/fathers/libanius_pro_templis_02_trans.htm en] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110719024530/http://www.tertullian.net/fathers/libanius_pro_templis_02_trans.htm |data=19 luglio 2011 }}).</ref> o le moltissime chiese di Roma e delle principali città dell'Impero che erano precedentemente templi pagani.
 
L'inasprimento della legislazione con i "decreti teodosiani" provocò delle resistenze presso i pagani. Ad [[Alessandria d'Egitto]] il vescovo [[Teofilo di Alessandria|Teofilo]] ottenne il permesso imperiale di trasformare in chiesa un tempio di Dioniso, provocando una ribellione dei pagani, che si asserragliarono nel [[Serapeo]] compiendo violenze contro i cristiani. Quando la rivolta fu domata per rappresaglia il tempio fu distrutto ([[391]]).
 
Teodosio durante il suo regno fece coniare monete in cui egli stesso era raffigurato nell'atto di portare un [[Labarum|labaro]] recante il ''[[Monogramma di Cristo|Chrismon]]''.<ref>Cfr. tra gli altri: Gian Guido Belloni. ''Monete artigianato arte'' in Hildegard Temporini e Wolfgang Haase ''Aufstieg und Niedergang der römischen Welt''. Walter de Gruyter, 1985, pag. 100.</ref> Nel [[393]], interpretando i [[Giochi olimpici antichi|Giochi olimpici]] come una festa pagana, ne decise la chiusura influenzato da [[Sant'Ambrogio|Ambrogio]]. A determinare tale decisione contribuirono anche la strage di Tessalonica e l'ormai intollerabile livello di corruzione tra gli atleti che falsava le competizioni. Così facendo decretò la fine di una tradizione millenaria.<ref>Cfr. tra gli altri: Werner Petermandl, Ingomar Weiler. ''Nikephoros''. Georg Olms Verlag, 1998, pag. 182-3.</ref>
 
=== Imperatore unico ===
[[File:Roman Empire with dioceses in 400 AD.png|thumb|upright=1.4|L'[[Impero romano]] alla morte di Teodosio I ([[395]]), e la relativa divisione amministrativa dell'impero in [[prefettura del pretorio|prefetture]] e [[diocesi (impero romano)|diocesi]]]]
Dopo il [[392]], a seguito della morte dell'imperatore [[Valentiniano II]], Teodosio governò come legittimo imperatore unico, sconfiggendo l'usurpatore [[Flavio Eugenio]] e il suo ''[[magister equitum]]'' [[Franchi|franco]] [[Arbogaste|Flavio Arbogaste]] nella [[Battaglia del Frigido]], del 6 settembre [[394]].
imperatore unico, sconfiggendo l'usurpatore [[Flavio Eugenio]] e il suo ''[[magister equitum]]'' [[Franchi|franco]] [[Flavio Arbogaste]] nella [[Battaglia del Frigido]], del 6 settembre [[394]].
La guerra scatenata da Eugenio, i cui eserciti marciavano al grido di ''[[Ercole|Ercole invincibile]]'', rappresentò l'ultimo tentativo di restaurare, almeno in una parte dell'impero, gli antichi culti religiosi ormai messi in discussione dall'avanzata del [[cristianesimo]].
 
Nell'inverno del 394 Teodosio si ammalò di [[Edema|idropisia]] e dopo poche settimane (il 17 gennaio [[395]]) morì, lasciando il generale [[Stilicone]] come protettore (''parens'') dei figli [[Arcadio]] e [[Onorio (imperatore romano)|Onorio]].<ref>Così ci tramanda [[Sant'Ambrogio]]: « [...] pei figli nulla aveva da deliberare; bastava affidarli al loro ''parens'' che era presente...» (''de filiis nihil habebat novum quod conderet, nisi ut eos praesenti commendaret parenti''). Santo Mazzarino, ''L'impero romano'', vol. 2, Roma-Bari, Laterza, 1980, p. 743. ISBN 88-420-2401-5</ref> In realtà a fungere da protettore di Arcadio fu, fino al momento della sua morte, il Prefetto del Pretorio d'Oriente [[Flavio Rufino]], sostituito successivamente da Eutropio.
 
Il 27 febbraio del 395 si tennero i solenni funerali di Teodosio celebrati da Ambrogio, che pronunciò il ''De Obitu Theodosii''. Le esequie si svolsero seguendo per la prima volta il rito cristiano. Fu tuttavia divinizzato secondo l'antica tradizione pagana romana.<ref>''[[Corpus Inscriptionum Latinarum|CIL]]'' VI, 1731 = ''[[Inscriptiones Latinae Selectae|ILS]] 1278'' (ove è definito ''divus'').</ref>
 
L'[[8 novembre]] di quello stesso anno la salma di Teodosio venne tumulata nella [[Chiesa dei Santi Apostoli (Costantinopoli)|basilica degli Apostoli]] di [[Costantinopoli]].
 
== Matrimonio e discendenza ==
Teodosio si sposò due volte.
 
Nel 376, sposò [[Elia Flaccilla|Elia Flacilla]] (morta nel 386), da cui ebbe tre figli:
 
* [[Arcadio]] (377-408), imperatore romano;
* [[Pulcheria Teodosia|Elia Pulcheria Teodosia]] (378-385), morta bambina;
* [[Onorio]] (384-423), imperatore romano.
 
Nel 387, un anno dopo essere rimasto vedovo, sposò [[Galla (imperatrice)|Galla]], che morì di parto nel 394, e da cui ebbe altri tre figli:
 
* Graziano (388/389 - ''ante'' 395); morto bambino;
* [[Galla Placidia]] (392/393 - 450), imperatrice romana;
* Giovanni (394), morto durante il parto con la madre.
 
== Teodosio, mecenate delle arti ==
{{Vedi anche|Arte teodosiana}}
 
[[File:Theodosius colum, Istanbul.jpg|thumb|Teodosio offre una corona di alloro al vincitore, bassorilievo alla base dell'[[obelisco di TeodiosioTeodosio]] a Costantinopoli]]
Nel [[390]] Teodosio fece trasportare dall'[[Egitto (provincia romana)|Egitto]] a [[Costantinopoli]] l'[[Obelisco di Teodosio|obelisco]] del faraone [[Thutmose III|Tutmosi III]]. Questo immenso bottino di guerra si erge tuttora nell'[[Ippodromo di Costantinopoli|Ippodromo]], la grande arena dotata di una lunga pista per le corse dei cavalli, che fu un tempo il centro pulsante della vita pubblica e politica di Costantinopoli, nonché il luogo in cui spesso scoppiarono tumulti popolari. L'erezione dell'enorme monolito costituì uno sforzo titanico per la tecnologia dell'epoca, che aveva fatto grandi progressi anche grazie alla produzione di apparati bellici per gli assedi delle città. L'obelisco, ornato dal simbolo della divinità solare [[Elio (divinità)|Elio]], era stato in un primo tempo spostato da Karnak ad [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]] per volere di [[Costanzo II]] nel [[357]]. Lì rimase per tutto il tempo di una generazione, immagazzinato nei depositi del porto, mentre si cercava affannosamente il modo di imbarcarlo per spedirlo a Costantinopoli; la soluzione adottata alla fine non fu soddisfacente, tanto è vero che l'obelisco si spezzò durante il trasporto.
 
Il grande basamento di [[marmo]] bianco (vedere l'illustrazione) è interamente ricoperto di [[Bassorilievo|bassorilievi]] che raffigurano la corte imperiale riunita al gran completo per festeggiare il trionfo dell'ingegneria che consentì la realizzazione di questa opera ciclopica. Quattro zoccoli in porfido rosso staccano la parte celebrativa dal blocco di base, con decorazioni narrative storiche e incisioni testuali che appaiono quindi scisse dal [[Metastoria|metastorico]] celebrativo superiore: Teodosio e la famiglia imperiale sono separati dal pubblico, composto interamente da nobili, e si trovano in un [[palco imperiale]] sormontato da un'ampia copertura, simbolo del loro rango reale. Il [[Naturalismo (arte)|naturalismo]], caratteristica tradizionale delle arti figurative romane, cede qui il passo a un'arte di tipo più simbolico: il concetto di ordine, dignità e lignaggio, raffigurato mediante schiere serrate di volti umani, tende a soppiantare la prosaica rappresentazione della vita quotidiana, tipica della ritrattistica pagana. Nella base con raffigurazioni storiche appare un esempio di cancellazione (''[[damnatio memoriae]]'') di un prefetto.
 
== Note ==
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== Voci correlate ==
* [[Editto di Tessalonica]]
* [[Decreti teodosiani]]
* [[Dinastia teodosiana]]
* [[Flavio Onorio]]
* [[Arcadio]]
* [[Arte teodosiana]]
** [[Missorio di Teodosio]]
** [[Obelisco di Teodosio]]
 
== Altri progetti ==
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[[Arcadio]] ([[395]]-[[408]]) in [[Impero romano d'Oriente|Oriente]]
}}
 
{{Imperatori romani}}
 
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[[Categoria:Persone legate a Segovia]]
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