Papa Pio IV: differenze tra le versioni

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Il Concilio di Trento: chiarito a chi si riferisse il participio assoluto
 
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|immagine = Portrait of Pope Pius IV, three-quarter-length, seated at a draped table (Circle of Scipione Pulzone).jpg
|didascalia = Scuola di [[Scipione Pulzone]], ''Ritratto di Papa Pio IV'' ([[anni 1560]]); [[olio su tela]], 114×89,8 cm, [[Londra]]
|stemma = MediciPius popesIV Coat of Arms.svg
|titolo = 224º papa della Chiesa cattolica
|elezione = 26 dicembre [[1559]]
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|creato = 8 aprile [[1549]] da [[papa Paolo III]]
|data di morte = {{Calcola età3|1565|12|9|1499|3|31}}
|luogo di morte = [[Roma]]
|sepoltura = [[Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri]]
}}
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== Biografia ==
Giovanni Angelo Medici nacque a [[Milano]]. Il padre, Bernardino Medici di Nosigia, apparteneva alla famiglia dei [[Medici di Melegnano|Medici milanesi]] che si riteneva imparentata alla lontana con i [[Medici]] di [[Firenze]], pur senza prove effettive di discendenza comune.<ref>Nonostante il famoso cognome, la famiglia paterna non apparteneva all'alta [[aristocrazia]], ma al [[patriziato milanese]] (i Medici di Nosigia erano già presenti nella matricola delle nobili famiglie milanesi di Ottone Visconti - [[Matricula nobilium familiarum Mediolani]]) e non aveva rapporti di parentela con i nobili Medici di Firenze: ''[...] non ha infatti alcun rapporto di parentela con il prestigioso casato dei Medici [...]'', [[Claudio Rendina]], ''I Papi. Storia e segreti'', 1983, p. 274. Il padre, Bernardino Medici, risiedeva in un palazzo sito in contrada Nosigia a Milano; la famiglia conduceva un tenore di vita non molto superiore a quello medio. Il padre era un esattore delle imposte e un prestatore di denaro. Anche la madre, Cecilia, apparteneva a una famiglia che non poteva dirsi ancora compiutamente nobile: suo padre infatti era un [[giureconsulto]], appartenente a una famiglia di [[notaio|notai]].</ref> La madre, Cecilia [[Serbelloni (famiglia)|Serbelloni]]<ref name="Enciclopedia dei Papi">[http://www.treccani.it/enciclopedia/pio-iv_%28Enciclopedia_dei_Papi%29/ Biografia di Papa Pio IV] nell'[[Enciclopedia dei papi]] [[Enciclopedia Treccani|Treccani]]</ref>, era figlia di Giovanni Gabriele, membro del [[Senato di Milano]]<ref>http://genealogy.euweb.cz/italy/medici4.html#GG2</ref>. Giovanni Angelo era inoltre fratello del celebre condottiero lombardo [[Gian Giacomo Medici]], nominato in seguito marchese di [[Melegnano]], nonché zio di [[San Carlo Borromeo]].
 
Giovanni Angelo studiò [[filosofia]] e [[medicina]] all'[[Università degli Studi di Pavia|Università di Pavia]], poi frequentò i corsi di [[diritto]] in quella di [[Università di Bologna|Bologna]], dove si laureò ''[[in utroque iure]]'' (11 maggio 1525)<ref name="Enciclopedia dei Papi"/>. Divenne un quotato esperto giurista, e a 28 anni decise di entrare al servizio della Chiesa recandosi a [[Roma]] dove giunse il 26 dicembre 1527. Da lì tornò nel 1528 in Lombardia, dove fu arciprete di [[Mazzo di Valtellina]] fino al 1529, quando il lontano "parente" [[Papa Clemente VII|Clemente VII]] (1523-1534) lo richiamò a Roma e lo nominò [[protonotario apostolico]] (26 dicembre 1529).<ref>In realtà, data l'influenza crescente della famiglia dei Medici di Milano in Lombardia, Clemente VII, che apparteneva invece alla dinastia dei Medici di Firenze, sfruttò l'assonanza di cognome per servirsi di una figura religiosa in quel momento politicamente influente, grazie anche alle imprese del fratello [[Gian Giacomo Medici|Gian Giacomo]].</ref>
 
Le sue qualità di instancabile lavoratore, e l'abilità nel gestire gli affari, lo portarono a riscuotere la profonda stima del successore di papa Clemente, ovvero [[papa Paolo III]] (1534-1549). Contemporaneamente, nel 1545 il fratello [[Gian Giacomo Medici]] sposò, con il beneplacito di Paolo III, [[Marzia Orsini]], della nobile famiglia [[Orsini]]. Con questo matrimonio la famiglia Medici diventò parente dei potenti principi [[Orsini]], ascendendo ai piani alti dell'aristocrazia italiana. Inoltre divenne parente anche di Paolo III, la cui nonna materna era Caterina Orsini dei duchi di Gravina. Fu proprio Paolo III a creare Giovanni Angelo Medici [[cardinale]], nel 1549. Un'altra conseguenza indiretta fu che i nobili [[Medici]] di Firenze iniziarono a chiamare “parenti” la famiglia di Giovannangelo, per evidenti motivi di prestigio, specialmente dopo l'elezione di quest'ultimo.<ref>https://uniterinsieme.altervista.org/medici-papi-e-pirati/</ref> In quello stesso anno e sino al 1553, venne eletto vescovo della [[Diocesi di Ragusa di Dalmazia]].
 
Sotto [[papa Giulio III]] (1550-1555), il Medici fu nominato prefetto della [[Segnatura Apostolica|Segnatura di Grazia]], [[Legazione di Romagna|legato di Romagna]] (1551) e governatore di [[Campagna e Marittima]] (1552)<ref name="Enciclopedia dei Papi"/>. Al conclave del 1555 si schierò con la fazione anti-francese.
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*1536-1541: è governatore di [[Parma]];
*1539: è governatore di [[Fano]];
*1542-43: è commissario delle truppe pontificie inviate in [[Ungheria]] e [[Polonia]] contro [[Ottomani|Turchi]] e [[luteranesimo|luterani]];
*Novembre 1542: è nominato [[commenda]]tario perpetuo del [[priore|priorato]] di San Gemolo di Ganna;
*1543: è incaricato di una missione diplomatica presso il [[Duca di Ferrara]]. Si reca a [[Busseto]], per risolvere una disputa di confine;
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*21 luglio 1550: è prefetto della [[Segnatura Apostolica|Segnatura di Grazia]];
*1º settembre 1550 – 23 marzo 1552: è cardinal presbitero di [[Sant'Anastasia (titolo cardinalizio)|Sant'Anastasia]];
*27 marzo 1550 - 1554: è ministro commendatario dell'[[Ex Ospedale Maggiore Sant'Andrea|Ospedale Maggiore di Vercelli]]<ref>{{cita libro
| titolo = L'abbazia di S. Andrea di Vercelli
| url = https://archive.org/details/labbaziadisandre00past/mode/1up
| accesso = 2024-02-06
| via = Internet Archive
| autore = Romualdo Pastè
| autore2 = Federico Arborio Mella
| altri = illustrazioni di Pietro Masoero
| editore = Tipo-litografia Gallardi & Ugo
| città = Vercelli
| anno = 1907
| p = 270 (nota 2)
}}</ref>;
*22 maggio 1551: è legato di [[Legazione di Romagna|Romagna]];
*1552: è governatore di [[Campagna e Marittima]];
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Il 29 novembre 1560 Pio IV pubblicò la [[bolla pontificia|bolla]] ''Ad ecclesiae regimen'' con la quale riaprì i lavori del Concilio ecumenico, convocando i padri conciliari a [[Trento]] per il 18 gennaio 1562. La ripresa del concilio richiese lunghe trattative tra Roma e le maggiori potenze cattoliche (Spagna, Impero e Francia)<ref name="Enciclopedia dei Papi"/>. Le tre potenze erano divise: da una parte, l'[[Imperatori del Sacro Romano Impero|imperatore]] [[Ferdinando I d'Asburgo]] e la [[Sovrane di Francia|regina consorte di Francia]] [[Caterina de' Medici]], avrebbero voluto l'indizione di un nuovo Concilio in una città diversa da Trento. Al contrario, il [[re di Spagna]] [[Filippo II di Spagna|Filippo II]] desiderava fosse esplicitamente affermata nella bolla la continuità con le precedenti assemblee. La bolla annunciò la convocazione del concilio, senza però affermare esplicitamente la continuità con le sessioni precedenti.
 
Prima che fossero ripresi i lavori, Pio IV ordinò la revisione del processo al cardinal [[Giovanni Gerolamo Morone]] (imprigionato da Paolo IV con l'accusa di eresia), che si concluse con la sua piena assoluzione. Completamente riabilitato il cardinale, Pio IV inviòlo il cardinaleinviò a Trento per dirigere le ultime sessioni del Concilio in qualità di legato papale (1563).
 
Pio IV chiuse infine il Concilio di Trento il 4 dicembre 1563. I decreti del Concilio vennero confermati dal pontefice nel Concistoro del 26 gennaio 1564 e pubblicati il 30 giugno seguente (bolla ''Benedictus Deus''). Con la [[costituzione apostolica]] ''Alias Nos'' del 2 agosto il pontefice nominò un collegio di otto cardinali incaricati di rivedere e valutare i decreti: la [[Congregazione del concilio]]. In precedenza, il 24 marzo aveva approvato il nuovo [[Indice dei libri proibiti]] (bolla ''Dominici gregis custodiae''). Il 13 novembre 1564 il pontefice approvò, con la bolla ''Iniunctum nobis'', il "Credo Tridentino" (''Professio fidei Tridentinae''), affermando con questo atto la suprema autorità papale all'interno della comunità ecclesiale. Infine, il 24 febbraio 1565 fece pubblicare la bolla ''In principis apostolorum sede'', con la quale vennero espressamente revocati tutti i privilegi, esenzioni e immunità per qualunque titolo accordati, che fossero in contrasto con le norme del Concilio<ref>Paolo Prodi, ''Il sovrano pontefice'', il Mulino, Bologna 1982, p. 262.</ref>.
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===Relazioni con le istituzioni della Chiesa===
*Per regolamentare l'[[Inquisizione]] PaoloPio IV pubblicò quattro [[costituzioni apostoliche]]: ''Pastoralis Officii'' (14 ottobre 1562), ''Cum inter crimina'' del 27 dicembre 1562, [http://www.internetculturale.it/opencms/opencms/it/viewItemMag.jsp?case=&id=oai%3Awww.internetculturale.sbn.it%2FTeca%3A20%3ANT0000%3ABVEE064790 ''Romanus Pontifex''] (16 febbraio 1564)<ref>Secondo altre fonti, fu pubblicata il 10 marzo 1561.</ref> e ''Cum per nos'' del 1564;
*Il 10 marzo 1561 pubblicò la bolla ''Sacrosanta Romana Ecclesia'' con la quale riconobbe il [[miracolo eucaristico di Morrovalle]], avvenuto nell'[[Morrovalle|omonima cittadina]] [[Marche|marchigiana]] nell'aprile 1560;
*Il 1º ottobre 1561 approvò la fondazione dell'[[Ordine di Santo Stefano papa e martire]] creato da [[Cosimo de' Medici]], duca di Firenze e di Siena ([[breve apostolico|breve]] ''Eximiae devotionis''). Il successivo 1º febbraio 1562 ne approvò lo Statuto, consacrandolo sotto la [[regola benedettina]] (bolla ''His, quae pro Religionis propagatione'');
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Dopo la chiusura del Concilio, Pio IV emanò altri provvedimenti<ref name="EI"/>:
*avviò la compilazione del primo [[Catechismo del Concilio di Trento|
Catechismo della Chiesa cattolica]] (anche se non arrivò a vederne la stampa nel 1566);
*fece preparare la riforma del [[breviario romano]] e del [[messale]];
*iniziò la revisione della ''[[Vulgata]]''. A questo scopo nominò una commissione di Cardinali (1561), che iniziò la collezione di importanti manoscritti<ref>{{cita web|url=http://www.paginecattoliche.it/Volgata.htm|titolo=Volgata|accesso=23/06/2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20041221234316/http://www.paginecattoliche.it/Volgata.htm|dataarchivio=21 dicembre 2004}}</ref>;
*il 20 gennaio 1564 pubblicò la famosa «bolla del Perdono» indirizzata alla comunità di [[Melegnano]]<ref>{{cita web|url=https://luigibardelli.blogspot.it/2011/08/1563-o-1564-facciamo-chiarezza-sulla.html|titolo=1563 o 1564? Facciamo chiarezza sulla vera data del Perdono|accesso=12/06/2015}}</ref>;
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Nel 1561 il pontefice portò a termine la costruzione, all'interno dei [[giardini Vaticani]], di [[Casino di Pio IV|Villa Pia]], voluta dal suo predecessore [[Paolo IV]].<br />
Nel 1565 ordinò la costruzione di tre nuove strade a nord del [[Passetto di Borgo|Passetto]], estendendo così il rione di [[Borgo (rione di Roma)|Borgo]]. Le tre strade furono chiamate rispettivamente: [[Borgo Pio]] (dal nome del Pontefice), [[Borgo Vittorio]] (dalla vittoria di [[battaglia di Lepanto|Lepanto]]) e [[Borgo Angelico]] (da Angelo, il nome di battesimo del Papa).<br />
Di fronte ai resti delle [[Terme di Diocleziano]] fece erigere la [[Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri]] (bolla del 27 luglio 15711561).
 
=== Patrono di arti e scienze ===
[[File:Passignano, michelangelo presenta a paolo IV il modellino per san pietro.jpg|miniatura|[[Domenico Passignano]], ''Michelangelo mostra a Pio IV il modello della [[Basilica di San Pietro]]'', 1619 ca. (olio su tela, 236 x 141 cm, [[Casa Buonarroti]]).]]
Pio IV si rivelò, durante il suo papato, un generoso patrono delle arti. Tra i maggiori artisti di cui fu committente figurano [[Michelangelo Buonarroti]], [[Daniele da Volterra]] e [[Giovanni da Udine]].<br />
Pio IV si rivelò, durante il suo papato, un generoso patrono delle arti. Tra i maggiori artisti di cui fu committente figurano [[Michelangelo Buonarroti]], [[Daniele da Volterra]] e [[Giovanni da Udine]]. Tra le sue opere più significative va segnalata [[Porta Pia]], eretta tra il 1561 ed il 1564 su progetto di Michelangelo, in sostituzione dell'antica [[Porta Nomentana]], a fondale della ''strada Pia'' (dopo l'[[unità d'Italia]], via del Quirinale e [[Via XX Settembre (Roma)|via XX Settembre]]).
 
Il pontefice agevolò anche l'arte della [[stampa]] istituendo nel 1561 la [[Stamperia del popolo romano]]. Chiamò a dirigerla [[Paolo Manuzio]], figlio terzogenito di [[Aldo Manuzio|Aldo]] (''Motu proprio'' del 22 luglio 1561). Successivamente il pontefice concesse il [[privilegio di stampa]] anche ad altre officine tipografiche. In pochi anni l'Urbe divenne la seconda città per la produzione di libri in Italia,<ref>F. Barberi, ''Paolo Manuzio e la [[stamperia del popolo romano]] (1561-1570): con documenti inediti'', Tip. Cuggiani, Roma 1942.</ref> dopo [[Venezia]].
 
Tra le altre misure per favorire la diffusione della cultura, Pio IV incoraggiò la riforma della [[musica sacra]], approvando l'opera di [[Giovanni Pierluigi da Palestrina]].<br />Inoltre confermò i benefici dell'Università di [[Douai]], capoluogo culturale delle [[Paesi Bassi asburgici|Fiandre]].
Inoltre confermò i benefici dell'Università di [[Douai]], capoluogo culturale delle [[Contea delle Fiandre|Fiandre]].
 
=== Lotta al nepotismo ===
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Tra le misure contro il nepotismo si può elencare anche un decreto pubblicato il 19 novembre 1561. Con esso fu fissata la durata della carica del “coadiutore”. Essa decadeva con la morte del pontefice che aveva effettuato la nomina. In questo modo il prelato non aveva il diritto di succedergli scavalcando così il conclave.
 
Questa durezza nel reprimere le pratiche nepotistiche del papa precedente non gli impedì di attuarle lui stesso con i suoi parenti: Pio IV nominò un gran numero di cardinali tra i suoi congiunti: scelse per la porpora due nipoti, [[Carlo Borromeo]] e [[Marco Sittico Altemps]], un cugino, [[Giovanni Antonio Serbelloni]] (della [[Serbelloni (famiglia)|famiglia di sua madre]]), e altri parenti più lontani come il napoletano [[Alfonso Gesualdo]] (cognato di una sua nipote<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/alfonso-gesualdo_(Dizionario-Biografico)|titolo=Gesualdo, Alfonso}}</ref>) e il piemontese [[Guido Luca Ferrero|Guido Ferrero]] (cugino di Carlo Borromeo<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/guido-ferrero_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=Ferrero, Guido}}</ref>).
 
==== La cospirazione Accolti ====
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Pio IV morì all'età di 66 anni il 9 dicembre 1565 per l'acutizzarsi di una febbre con le complicazioni provocate da un'infezione urinaria. Furono presenti al momento del trapasso [[Carlo Borromeo]] e [[Filippo Neri]].
 
Fu provvisoriamente sepolto in [[Basilica di San Pietro in Vaticano|San Pietro]], ma la sua tumulazione definitiva avvenne il 4 gennaio 1583 nel presbiterio della [[Basilicabasilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri]]<ref>{{cita web|url=http://www.santamariadegliangeliroma.it/paginamastersing.html?codice_url=istituzione_canonica|titolo=S. Maria degli Angeli e dei Martiri |accesso=13/06/2015}}</ref>.
 
== Canonizzazioni ==
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**[[Arcidiocesi di Santiago del Cile|Diocesi di Santiago del Cile]] (il territorio fu ricavato dalle diocesi di [[arcidiocesi di Sucre|La Plata]] e di [[arcidiocesi di Lima|Lima]]);
*10 novembre 1561
**[[Diocesi di Montepulciano]] (il territorio fu ricavato dalla diocesi di [[diocesi di Chiusi]])
*19 novembre 1561
**[[Arcidiocesi di Yucatán|Diocesi di Yucatán]] (il territorio fu ricavato dalla [[Arcidiocesi di Puebla de los Ángeles|diocesi di Tlaxcala]]);
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*9 febbraio 1562 (bolla ''Super universas'')
**[[Arcidiocesi di Lanciano-Ortona|Diocesi di Lanciano]] (elevata al rango di arcidiocesi senza suffraganee)
*7 luglio 1563 (bolla ''Super universas'')
**[[Arcidiocesi di Urbino|Diocesi di Urbino]] (elevata al rango di arcidiocesi metropolitana)
*22 marzo 1564 (bolla ''In suprema dignitatis apostolicae'')
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Giovanni Angelo fu il secondo di quattro figli: il primogenito fu [[Gian Giacomo Medici|Gian Giacomo]] (1498-1555), che si diede alla carriera militare ricevendo molti onori; Margherita, la sorella minore, contrasse matrimonio con il conte [[Giberto II Borromeo]], conte d'[[Arona]], e fu madre di san [[Carlo Borromeo]] (1538-1584); la quarta figlia, Clara, sposò il nobile austriaco [[Wolf Dietrich von Ems zu Hohenems]], reclutatore e comandante di truppe mercenarie, e fu madre di [[Jacob Hannibal von Ems zu Hohenems|Jacob Hannibal]] (1530-1587), anch'egli uomo d'armi.
 
Pio IV creò cardinale il nipotecugino [[Giovanni Antonio Serbelloni]], figlio del fratello della madre, e il nipote [[Marco Sittico Altemps|Mark Sittich von Hohenems]]. Seppe valorizzare anche le doti dell'altro nipote, Carlo Borromeo, creandolo cardinale e, nominandolo [[arcivescovo di Milano]], ed elevando alla porpora anche il cognato della sorella di Carlo, [[Alfonso Gesualdo]], e il loro cugino [[Guido Luca Ferrero]].
 
Giovanni Angelo Medici, prima di diventare papa, fu padre di tre figli.
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=== Fonti coeve ===
*[[Carlo Borromeo]]: ''Al Beatissimo et Santissimo Nostro Signore Papa Pio IV''. Padova, 1565.
* Onofrio Panvinio: ''Vita Pii IV''. Bologna, 1567.
 
=== Fonti secondarie ===
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|successivo = [[Papa Pio V]]
}}
{{Medici}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|cattolicesimo}}
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[[Categoria:Vescovi e arcivescovi di Milano]]
[[Categoria:Vescovi e arcivescovi di Ragusa di Dalmazia]]
[[Categoria:Papa Pio IV| ]]