Camillo Boito: differenze tra le versioni

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|GiornoMeseMorte = 28 giugno
|AnnoMorte = 1914
|AttivitàAltre = , [[scrittore]] e [[accademico]]
|Epoca = 1800
|Attività = architetto
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}}
 
Fu una figura di spicco nel dibattito che animò il mondo artistico italiano all'indomani dell'[[unità d'Italia|unità nazionale]], incentrato sulla ricerca dello "stile nazionale", che avrebbe dovuto caratterizzare l'architettura, la pittura e la scultura dell'appena costituito Regno d'Italia. Fu anzi il primo ad innestare la questione dello "stile nazionale" e ne identificò le linee guida, nell'ambito dell'[[Eclettismo]] e del [[Neoclassicismo]], poi tenute presenti dagli artisti che operarono nel periodo, affermando che lo studio dei classici doveva essere il punto di arrivo e non quello di partenza nella ricerca artistica, volta a dare volto alle istanze della raggiunta unità nazionale.<ref name=mariano/>.
 
Inoltre espresse i dettami del "restauro filologico", ancor oggi tenuti presenti nelle teorie del [[restauro]] attuale: riconoscibilità dell'intervento; rispetto per le aggiunte aventi valore artistico, che nel corso del tempo sono state apportate al manufatto; tutela dei segni dello scorrere del tempo. RifiutòSe invecedurante illa formazione giovanile aderì al restauro stilistico e ricostruttivo, personificato da [[Eugène Viollet-le-Duc]], col tempo si avvicinò al "restauro filologico", al quale aderì persino il Ministro della Pubblica istruzione [[Giovanni Battista Cavalcaselle]]. Camillo Boito ha come suo allievo prediletto ed erede [[Enrico Zanoni]].
 
== Biografia ==
Figlio dell'artista [[Silvestro Boito]] e fratello maggiore del famoso [[letterato]] e [[musicista]] [[Arrigo Boito]], Camillo studia a [[Padova]] e all'[[Accademia di Belle Arti di Venezia|Accademia]] di [[Venezia]], dove è allievo di [[Pietro Selvatico]] (1803-1880) e nel [[1856]] è nominato professore aggiunto di [[architettura]]. Dal [[1860]] al marzo [[1908]] insegna architettura all'[[Accademia di Belle Arti di Brera]] e, dal [[1865]], per 43 anni, è docente all'[[Politecnico di Milano|Istituto Tecnico Superiore di Milano]]. Si annovera inoltre tra i fondatori della Scuola Professionale d'Arte Muraria di Milano nel 1888.<ref>{{Cita web|url=https://www.bdl.servizirl.it/bdl/bookreader/index.html?path=fe&cdOggetto=14433#page/70/mode/2up|titolo=BDL BookReader|sito=www.bdl.servizirl.it|accesso=2023-01-03}}</ref> Nel [[1862]] si sposa con la cugina Celestina, dalla quale si separerà poco dopo. Nel [[1887]] si unisce in seconde nozze con la contessa Madonnina [[Malaspina]] dei marchesi di Portogruaro, che lo aveva soprannominato "Casamatta".
 
[[File:Casa di riposo Giuseppe Verdi.jpg|thumb|left|[[Casa Verdi]] a Milano]]
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#le ragioni organiche e dell'uso della costruzione devono avere la preminenza su ''maniere, norme e rapporti estetici'';
#lo stile deve essere comune a tutte le regioni italiane, ma con ''quelle modificazioni richieste dal clima, dai materiali da costruzione e dai costumi'';
#lo stile ''non possa essere nuovo di pianta, ma anzi, per avere indole compiutamente nazionale debba collegarsi ad una delle architetture italiane del passato, sciogliendone gli elementi da ogni norma di convenzione, acciocché il modo moderno si accomodi anche ai nuovi materiali e ai ritrovati della scienza''.<ref>{{Cita libro|titolo=Primo congresso degli ingegneri ed architetti italiani in Milano - atti|editore=Tipog. e Litog. degli ingegneri, 1873|p=88}}</ref>.
 
Nel 1911 partecipò all'[[Esposizione internazionale di Torino]], tenutasi in occasione del [[Anniversario dell'Unità d'Italia#50º anniversario|50º anniversariocinquantenario dell'Unità d'Italia]], e lanciò un appello per la definizione di uno stile nazionale: "''Noi d'oggi siamo poliglotti, ma la lingua nostra, proprio nostra dell'arte, dov'è? Quale sarà l'impronta artistica che debba farci distinguere dalle altre epoche nella grande rassegna dei secoli?''".<ref name=mariano>{{Cita libro|autore=Fabio Mariano|titolo=L'età dell'Eclettismo|editore=Nerbini|anno=2004|isbn=978-88-886-2520-1}}</ref>
 
Dal 1880 fu membro della commissione reale istituita per valutare i progetti del concorso per il [[Vittoriano]] e per scegliere quello da realizzare; vinse quello di [[Giuseppe Sacconi]], che più si distingueva per la sua aderenza alle idee di Boito relative allo "stile nazionale".<ref>{{Cita libro|autore=Paolo Coen|nome=Paolo|wkautore=Paolo Coen|titolo=Il recupero del Rinascimento. Arte, politica e mercato nei primi decenni di Roma capitale (1870-1911)|url=https://www.silvanaeditoriale.it/libro/9788836645435|annooriginale=2020|editore=Cinisello Balsamo}}</ref>. Boito si inserisce inoltre nel dibattito incentrato sul luogo in cui costruire il monumento. La localizzazione scelta dalla commissione reale, ossia il [[Campidoglio]], dette adito ad aspre polemiche, dovute alle necessarie demolizioni dell'antico tessuto urbano. Egli esprime la sua approvazione per le demolizioni, esprimendosi così: ''..quando, tra venti o trent'anni [il Vittoriano] sarà finito, apparirà la più grande opera monumentale della Roma moderna''.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Maria Vitello|titolo=Roma, un ascensore per il Vittoriano|rivista=ΑΝΑΓΚΗ|numero=Nuova serie, gennaio 2009}}</ref>.
 
[[Giuseppe Sacconi]], nel corso dei vent'anni della sua direzione dell'enorme cantiere del Vittoriano, tenne sempre presenti le istanze sullo "stile nazionale" espresse da Boito; data l'importanza simbolica del monumento e la sua localizzazione, il monumento sarebbe stato un modello da seguire nella progettazione architettonica nei decenni a seguire.<ref name=mariano/>.
 
== Il restauro filologico==
Boito diventerà anche un importante esponente del restauro a livello nazionale e internazionale. Punti centrali della sua teoria, definita come «restauro filologico», sono sinteticamente:
 
[[File:Scuole elementari reggia carrarese padova.jpg|thumb|Le scuole elementari alla [[Reggia Carrarese]] di [[Padova]], foto del 1883]]
Boito diventerà anche un importante esponente del restauro a livello nazionale e internazionale. Punti centrali della sua teoria, definita come «restauro filologico», sono sinteticamente:
* Il rifiuto del restauro stilistico - nella versione proposta da [[Viollet-Le-Duc]] - considerato come un inganno per i contemporanei, ma ancor più per i posteri e una falsificazione del monumento, rendendo impossibile distinguere le parti originarie dalle successive modifiche.
* La necessità di rispettare e tutelare i valori artistici e storici del monumento. Boito asserisce inoltre l'importanza della conservazione dei segni lasciati dal trascorrere del tempo sulle superfici architettoniche, ovvero della patina, definita «splendido sudiciume del tempo».
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Fu promotore, durante il IV Congresso degli ingegneri e architetti tenuto a [[Roma]] nel gennaio [[1883]], della I Carta Italiana del Restauro: in essa confluiranno gran parte delle sue posizioni. La Carta contribuirà a definire in maniera concreta una via italiana al [[restauro]] che si porrà a metà strada tra le posizioni inglesi (the Anti-restoration Movement) e francesi (Restauro Stilistico).
 
Fu a capo spesso di 'Commissioni ispettive'<ref>{{Cita pubblicazione|autore=V. C. Galati|titolo=Restauri dei monumenti del "Romanico-normanno" pugliese tra Otto e Novecento. Il Duomo di Bitonto e il "Primo Rinascimento pugliese". Ettore Bernich...e la vicenda della decorazione policroma delle 'incavallature' del Duomo... Camillo Boito e la "Commissione ministeriale ispettiva"|rivista=Bollettino della Società di Studi Fiorentini|volume=2023|numero=32. pp.108-151}}</ref> e di controllo dell'operato di restauratori ed ispettori impegnati nei restauri di monumenti vincolati.
== Alcuni suoi principali restauri ==
 
* Chiesa dei Santi Maria e Donato a Murano, Venezia (1858, solo progetto);
== Opere ==
* [[Porta Ticinese (medievale)|Porta Ticinese]] a Milano (1861-1865);
 
* [[Altare di Sant'Antonio da Padova]] (1895);
* ospedale civico di Gallarate
* [[Palazzo Cavalli-Franchetti]] a Venezia (1878).
* palazzo delle Debite, Padova (1873-74);
* Museo civico, Padova (1879);
* scuole elementari alla Reggia Carrarese, Padova (1880).
* Scalone di palazzo Franchetti a Venezia (1882),
* scuole elementari di via Galvani in Milano (1888)
* Casa di riposo per musicisti "G. Verdi", Milano 1899
 
== Alcuni suoi= principali restauri ===
* Chiesa dei Santi Maria e Donato a Murano, Venezia (1858, solo progetto);
* [[Porta Ticinese (medievale)|Porta Ticinese]] a Milano (1861-1865);
* [[Altare di Sant'Antonio da Padova]] (1895);
* [[Palazzo Cavalli-Franchetti]] a Venezia (1878).
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{Cita pubblicazione|titolo = Le onoranze all'Arch. Prof. Camillo Boito|autore = [[C. Formenti|wkautore=Carlo Formenti (architetto)|C. Formenti]]|curatore = |wkautore = |rivista = L'Edilizia moderna|volume = |numero = Anno XVIII, fasc. IV|editore = |città = Milano|data = |anno = 1909|mese = aprile |p = |pp = |lingua = |ISSN = |doi = |PMID = |id = |cid = L'Edilizia moderna|url = https://archive.org/details/lediliziamoderna18unse/page/32?q=%22edilizia+moderna%22+cova+milano|formato = |accesso = |abstract = |urlarchivio = |dataarchivio = |urlmorto = }}
* {{Cita testo|autore=[[Giovanni Giachi]]|titolo=Camillo Boito|pubblicazione=Cronaca delle Belle Arti|editore=E. Calzone|città=Roma|data=luglio 1914|url=http://www.bollettinodarte.beniculturali.it/opencms/multimedia/BollettinoArteIt/documents/1463749633027_01_Camillo_Boito_49.pdf}}
* {{Enciclopedia italiana|nome = BOITO, Camillo|nomeurl = camillo-boito|autore = [[Gustavo Giovannoni]]|anno = 1930|pagine = |volume = 7|accesso = 16 luglio 2014|citazione = }}
* {{DBI|nome = BOITO, Camillo|nomeurl = camillo-boito|autore = Giuseppe Miano|anno = 1969|pagine = |volume = 11|accesso = 16 luglio 2014}}
* {{Cita libro |autore = |curatore = [[Alberto Grimoldi]] |titolo = Omaggio a Camillo Boito |città = Milano |editore = [[FrancoAngeli]] |anno = 1991 |isbn = 88-204-6706-2}}
* {{cita libro |autore =Guido Zucconi, ''|titolo=L'invenzione del passato. Camillo Boito e l'architettura neomedievale 1855-1890'', |editore=Marsilio,|città= Venezia,|data= 1997.}}
* {{Cita libro |autore = |curatore = [[Guido Zucconi]] |curatore2 = Tiziana Serena |titolo = Camillo Boito. Un protagonista dell'Ottocento italiano |città = Venezia |editore = Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti |anno = 2002 |isbn = 88-88143-17-3}}
* {{cita libro |autore=Camillo Boito, ''|titolo=Senso. Nuove storielle vane'', a cura di |curatore=Chiara Cretella,|editore= Allori,|città= Ravenna,|data= 2005.}}
* Camillo Boito, ''Senso'', a cura di Clotilde Bertoni, Lecce, Manni, 2002.
* {{cita libro |autore =Camillo Boito, ''|titolo=Storielle vane'', a cura di|curatore= Chiara Cretella, |editore=Pendragon,|città= Bologna,|data= 2007,| ISBN= 88-8342-519-7.}}
* Camillo Boito, ''Senso. Nuove storielle vane'', a cura di Chiara Cretella, Allori, Ravenna, 2005.
* {{cita libro |autore =Chiara Cretella, ''|titolo=Architetture effimere. Camillo Boito tra arte e letteratura'', |editore=Dakota Press,|città= Camerano,|data= 2013,| ISBN= 88-97074-03-0.}}
* Camillo Boito, ''Storielle vane'', a cura di Chiara Cretella, Pendragon, Bologna, 2007, ISBN 88-8342-519-7.
* {{cita libro |autore =Camillo Boito, ''|titolo=Santuario'', a cura di |curatore=Dafne Munro, |editore=Urban Apnea,|data= 2015}}
* Chiara Cretella, ''Architetture effimere. Camillo Boito tra arte e letteratura'', Dakota Press, Camerano, 2013, ISBN 88-97074-03-0.
* {{Cita libro|nome=Paolo|cognome=Coen|titolo=Il recupero del Rinascimento. Arte, politica e mercato nei primi decenni di Roma capitale (1870-1911)|anno=2020|editore=Silvana Editoriale|città=Cinisello Balsamo|ISBN=9788836645435}}
* Camillo Boito, ''Santuario'', a cura di Dafne Munro, Urban Apnea, 2015
 
== Voci correlate ==
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{{Controllo di autorità}}
{{Portale|architettura|biografie|Letteratura}}
[[Categoria:Accademici italiani del XIX secolo]]
[[Categoria:Accademici italiani del XX secolo]]
[[Categoria:Architetti eclettici]]
[[Categoria:Architetti neoclassici]]