Identità digitale: differenze tra le versioni
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L{{'}}'''identità digitale''' è l'insieme delle risorse digitali associate in maniera univoca ad una persona fisica che la identifica, rappresentandone la volontà, durante le sue attività digitali. L'identità digitale, di norma, viene presentata per accedere
In Italia, viene definita ì nell'articolo 1 del [[codice dell'amministrazione digitale]]: "''La rappresentazione informatica della corrispondenza tra un utente e i suoi attributi identificativi, verificata attraverso l'insieme dei dati raccolti e registrati in forma digitale secondo modalità fissate [...]''".
== Caratteristiche dell'identità digitale ==▼
La rappresentazione dell'identità digitale deve essere tanto più completa quanto è complessa la transazione in cui è coinvolta. Infatti il grado di affidabilità e le quantità di informazioni richiesti possono variare in modo molto significativo a seconda del tipo di [[transazione]]. Contemporaneamente devono essere tutelati gli aspetti informativi sulla [[privacy]] che non competono al tipo di transazione in ATTO.
Un'identità digitale è articolata in due parti:
* chi uno è, uno sarà (identità)
* le credenziali che ognuno possiede (gli attributi di tale identità).
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=== Autenticazione ===
Nelle transazioni quando viene provato che l'identità digitale presentata sia effettivamente quella di chi o di cosa dice di essere, si parla di processo di [[autenticazione]].
L'[[autenticazione]] ad un solo fattore (quella con [[username]] e [[password]] vista prima) non è molto sicura perché la [[password]] potrebbe essere indovinata da qualcuno che non è il vero utente. Quella multi-fattore può essere più sicura, ad esempio quella con una chiave fisica di [[sicurezza informatica|sicurezza]], o tessera magnetica, [[smart card]] ("qualcosa che possiedi") e una [[password]], ("qualcosa che sai"). Se si aggiungono informazioni biometriche ([[Iride (anatomia)|iride]], [[impronta digitale]], [[impronta vocale]], riconoscimento del volto, ecc.) abbiamo anche fattori di [[autenticazione]] che rispondono a "qualcosa che sei". Queste informazioni sono di norma protette da un sistema di [[autenticazione]].<ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/economia/opinioni/22_dicembre_19/butti-ecco-che-cosa-vogliamo-fare-lo-spid-1ca4b9e8-7fc9-11ed-aadd-2b5fb4eb476d.shtml|titolo=Butti: «Ecco che cosa vogliamo fare con lo Spid»|autore=Alessio Butti, sottosegretario all’Innovazione tecnologica|sito=Corriere della Sera|data=2022-12-19|lingua=it|accesso=2023-01-25}}</ref>
La [[Carta d'identità elettronica italiana]] e la [[Carta nazionale dei servizi]] sono strumenti di autenticazione previsti dal [[Codice dell'Amministrazione Digitale]] per l'accesso ai servizi web erogati dalle [[Pubblica Amministrazione|Pubbliche Amministrazioni
L'art. 64, c.2 del Codice dell'Amministrazione Digitale è stato esteso in tal senso: esso infatti prevede che "le pubbliche amministrazioni possono consentire l'accesso ai servizi in rete da esse erogati che richiedono l'identificazione informatica anche con strumenti diversi dalla carta d'identità elettronica e dalla carta nazionale dei servizi, purché tali strumenti consentano l'individuazione del soggetto che richiede il servizio".
Dal 15 marzo 2016 è attivo [[SPID]], ovvero il Sistema Pubblico dell'Identità Digitale, al fine di rendere accessibili tutti i servizi online della Pubblica Amministrazione con un unico sistema di credenziali.
=== Autorizzazione/controllo di accesso ===
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== 'Multidentità' e questioni etiche ==
In passato l'identità sul web era un concetto separato dall'identità nella vita reale, e [[Anonimato|l'anonimato]] era alla base di gran parte delle [[Social media|piattaforme sociali]]. Questa mentalità veniva inoltre incoraggiata da slogan come
"On the Internet, nobody knows you're a dog"<ref>[https://www.washingtonpost.com/blogs/comic-riffs/post/nobody-knows-youre-a-dog-as-iconic-internet-cartoon-turns-20-creator-peter-steiner-knows-the-joke-rings-as-relevant-as-ever/2013/07/31/73372600-f98d-11e2-8e84-c56731a202fb_blog.html] Nobody knows you're a dog - Peter Steiner</ref> ("Su Internet, nessuno sa che sei un cane"). La libertà che ne scaturiva fece sì che spesso un individuo sviluppasse diverse identità, solitamente non correlate tra di loro. Secondo alcuni, questo tipo di esperienze può portare a una maggiore consapevolezza di sé, permettendo di trasformarsi in un personaggio fittizio, oppure di esplorare diverse sfaccettature della propria personalità senza paura di essere giudicati o di eventuali ripercussioni nella vita quotidiana. Secondo altri queste esperienze distorcono la realtà offrendo un'errata percezione dei confini del Sé<ref>[[Umberto Eco]], ''E-mail, l'inconscio e il Superego'', in Umberto Eco, [[La bustina di minerva (saggio)|La bustina di minerva]], Bompiani, Milano, 2000, p. 178.</ref> e potrebbero portare allo sviluppo di disturbi psichici.<ref>[http://www.tecnoteca.it/articoli/realta] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160212235102/http://www.tecnoteca.it/articoli/realta
Negli ultimi tempi però sta rapidamente prendendo il sopravvento sull'anonimato il concetto di "autenticità". Ciò è dovuto all'avvento di piattaforme come [[Facebook]] e [[Google]] che adottano una politica di trasparenza e controllo. In questo nuovo modello l'identità virtuale è strettamente legata all'identità reale, a tal punto che i profili considerati falsi vengono rimossi, e viene incoraggiata l'interconnessione tra le diverse interazioni web, creando un unico profilo esteso che descriva la persona a 360°.<ref> [https://www.theguardian.com/technology/2012/apr/19/online-identity-authenticity-anonymity "The Guardian, Online identity:is authenticity or anonymity more important?,Aleks Krotoski"] </ref> Vi è un dibattito molto acceso tra chi ritiene che queste misure forzate siano necessarie per garantire una migliore sicurezza sul web e un buon mezzo di difesa contro i predatori online, e chi invece le vede come una violazione della propria [[privacy]] e libertà.
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