Cagliostro: differenze tra le versioni

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{{P|i toni sono estremamente romanzati e il punto di vista è ben lontano dall'essere neutrale. La voce andrebbe riscritta con uno stile maggiormente enciclopedico|biografie|giugno 2022}}
{{Nota disambigua}}
{{Nota disambigua|il romanzo di Alexandre Dumas padre|Giuseppe Balsamo (romanzodisambigua)|Giuseppe Balsamo}}
{{Bio
|Nome = Giuseppe Giovanni Battista Vincenzo Pietro Antonio Matteo Franco
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|Epoca = 1700
|Attività = avventuriero
|Attività2 = truffatore
|AttivitàAltre = , [[alchimia|alchimista]] ed [[esoterismo|esoterista]]
|Nazionalità = Italiano
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}}
 
Dopo una vita errabonda nelle varie corti europee, fu condannato dalla [[Chiesa cattolica]] al [[Ergastolo|carcere a vita]] per [[eresia]] e rinchiuso nella [[forte di San Leo|fortezza di San Leo]], dove morì.
 
== OriginiBiografia ==
=== Origini ===
Giuseppe Balsamo nacque a [[Palermo]] il 2 giugno [[1743]], figlio di Pietro Balsamo, un venditore palermitano di stoffe, e di Felicita Bracconieri. Fu battezzato l'8 giugno 1743 con i nomi di Giuseppe, Giovanni, Battista, Vincenzo, Pietro, Antonio e Matteo.
Giuseppe Balsamo nacque a [[Palermo]], nel [[Regno di Sicilia]], il 2 giugno del [[1743]], figlio di Pietro Balsamo, un venditore di stoffe, e di Felicita Bracconieri. Fu battezzato l'8 giugno del medesimo anno con i nomi di Giuseppe, Giovanni Battista, Vincenzo, Pietro, Antonio e Matteo.
 
Il padre morì poco tempo dopo la sua nascita e Giuseppe fu accolto nell'istituto per orfani di San Rocco dove compì i primi studi, seguito dalla cura degli [[Scolopi]] e da cui fuggifuggì più volte, motivo per cui fu trasferito, nel [[1756]], al convento dei Fatebenefratelli di [[Caltagirone]], dove avrebbe potuto imparare un mestiere. Nel convento, che era annesso all'Ospedale dello Spirito Santo, Giuseppe si interessò di erbe medicinali, delle loro proprietà e delle tisane utilizzate dalla medicina dell'epoca; una conoscenza che gli sarebbe tornata utile negli anni a venire.<ref>{{cita|Gervaso|pp. 20-21}}.</ref>
 
Non è chiaro se dal convento sia scappato o se ne sia stato semplicemente dimesso; in ogni caso, tornato a Palermo, si recò poi a [[Messina]], dove avrebbe conosciuto un certo Altotas, forse un greco-levantino, che Cagliostro indicò come suo primo maestro, con il quale avrebbe viaggiato in [[Eyalet d'Egitto|Egitto]], a [[Rodi]] eed a [[Stato monastico dei Cavalieri di Malta|Malta]], e che(dove l'avrebbe introdotto, nel [[1766]], nell'Ordine dei [[Cavalieri Ospitalieri|Cavalieri di Malta]]).<ref>{{cita|Gervaso|pp. 30-33}}.</ref> Queste notizie furono fornite dadallo stesso Cagliostro in un suo ''Memoriale'' del [[1786]], ma sulla figura dell'Altotas la storia non ha mai fatto alcuna luce. In ''[[Viaggio in Italia (saggio)|Viaggio in Italia]]'' di [[Johann Wolfgang von Goethe|Wolfgang Goethe]] si ha peraltro notizia del marito messinese della madrina di battesimo di Balsamo, chiamato Giuseppe Cagliostro<ref name=goethe>< /ref>.
 
[[File:Cagliostro Houdon 01.jpg|thumb|Cagliostro. Busto opera di [[Jean-Antoine Houdon]] presso: [[National Gallery of Art]], Washington DC.]]
 
===Matrimonio===
[[File:Lorenza Feliciani.jpg|thumb|left|Lorenza Serafina Feliciani]]
Nel [[1768]], Giuseppe viene arrestato a [[Roma]] e per una rissa nella [[Locanda del Sole]], in piazza del [[Pantheon (Roma)|Pantheon]]: dopo tre giorni, è rilasciato grazie all'intervento del cardinale Orsini, di cui aveva nel frattempo conosciuto il maggiordomo, don Antonio Ovis.
 
Nel 1768 Giuseppe viene arrestato a [[Roma]] per una rissa nella [[Locanda del Sole]], in piazza del [[Pantheon (Roma)|Pantheon]]: dopo tre giorni, è rilasciato grazie all'intervento del cardinale Orsini, di cui aveva nel frattempo conosciuto il maggiordomo, don Antonio Ovis.
Sempre nel 1768, il 21 aprile, Giuseppe si sposò nella chiesa di San Salvatore in Campo con [[Lorenza Serafina Feliciani]], nata l'8 aprile [[1751]], analfabeta, figlia di un fonditore di bronzo. Il certificato di matrimonio è tuttora conservato e attesta il nome di Giuseppe Balsamo figlio di Pietro, palermitano, ma non vi è traccia di alcun titolo nobiliare, né, in particolare, del nome Cagliostro.
 
Sempre nel 1768, il 21 aprile, Giuseppe si sposò nella chiesa di San Salvatore in Campo con Lorenza Serafina Feliciani, nata l'8 aprile 1751, analfabeta, figlia di un fonditore di bronzo.<ref>{{cita|Gervaso|pp. 36-39}}.</ref> Il certificato di matrimonio è tuttora conservato e attesta il nome di Giuseppe Balsamo figlio di Pietro, palermitano, ma non vi è traccia di alcun titolo nobiliare, né, in particolare, del nome Cagliostro.
[[File:Casanova ritratto.jpg|thumb|upright|[[Giacomo Casanova]]]]
A [[Roma]] Giuseppe, discreto disegnatore, vive falsificando documenti, diplomi e sigilli, e millantando onorificenze fasulle, come il titolo di "Colonnello del Re di Prussia", in complicità con due conterranei, un sedicente marchese Alliata e un certo Ottavio Nicastro, che morirà impiccato per aver ucciso l'amante. Nicastro, insieme al suocero dello stesso Giuseppe, lo denuncio infine come falsario, obbligandolo a fuggire con la moglie e il restante complice a [[Bergamo]]. Nuovamente arrestati per l'attività di falsari, una volta rilasciati, si trasferiscono in [[Francia]], prima ad [[Aix-en-Provence]] - dove conoscono [[Giacomo Casanova]], che definisce Balsamo «un genio fannullone che preferisce una vita di vagabondo a un'esistenza laboriosa» - poi ad [[Antibes]], dove, con i proventi della prostituzione di Lorenza, si procurano il denaro per raggiungere [[Barcellona]] nel [[1769]].
 
[[File:Casanova ritratto.jpg|thumb|upright|[[Giacomo Casanova]]]]
Qui Giuseppe spinge la moglie a continuare la sua attività di cortigiana per attirare ricchi clienti: insieme a uno di questi, un tale marchese di Fontanar, raggiungono alla fine dell'anno [[Madrid]]. Mantenuti nel palazzo del marchese, cercano intanto di guadagnare l'amicizia di influenti personalità della capitale spagnola. Cacciati alla fine di casa, nel [[1770]] si trasferiscono a [[Lisbona]], dove Lorenza diviene l'amante del banchiere Anselmo La Cruz.
A [[Roma]] Giuseppe, discreto disegnatore, vive falsificando documenti, diplomi e sigilli, e millantando onorificenze fasulle, come il titolo di "Colonnello del Re di Prussia", in complicità con due conterranei, un sedicente marchese Alliata e un certo Ottavio Nicastro, che morirà impiccato per aver ucciso l'amante. Nicastro, insieme al suocero dello stesso Giuseppe, lo denuncia infine come falsario, obbligandolo a fuggire con la moglie e il restante complice a [[Bergamo]]. Nuovamente arrestati per l'attività di falsari, una volta rilasciati, si trasferiscono in [[Francia nell'età moderna|Francia]], prima ad [[Aix-en-Provence]] - dove conoscono [[Giacomo Casanova]],<ref>{{cita|Gervaso|p. 44}}.</ref> che definisce Balsamo «un genio fannullone che preferisce una vita di vagabondo a un'esistenza laboriosa» - poi ad [[Antibes]], dove, con i proventi della prostituzione di Lorenza, si procurano il denaro per raggiungere [[Barcellona]] nel 1769.
 
Qui Giuseppe spinge la moglie a continuare la sua attività di cortigiana per attirare ricchi clienti: insieme a uno di questi, un tale marchese di Fontanar, raggiungono alla fine dell'anno [[Madrid]]. Mantenuti nel palazzo del marchese, cercano intanto di guadagnare l'amicizia di influenti personalità della capitale spagnola. Cacciati alla fine di casa, nel 1770 si trasferiscono a [[Lisbona]], dove Lorenza diviene l'amante del banchiere Anselmo La Cruz.
L'anno dopo si trasferiscono a [[Londra]]: qui Giuseppe intraprende per la prima volta un'attività onesta come disegnatore, ma senza successo. Perciò, con la complicità di un altro sedicente marchese, un siciliano di nome Vivona, organizza un ricatto ai danni di un [[quaccherismo|quacchero]] che, sedotto da Lorenza, viene sorpreso in flagrante da Balsamo il quale, fingendosi scandalizzato per il tradimento della moglie, pretende una cospicua somma di denaro a titolo di risarcimento del suo onore. Il risarcimento viene però rubato da Vivona e Giuseppe, dichiarato insolvente, viene arrestato. Viene rilasciato grazie all'intercessione di Edward Hales, ricco londinese che, su supplica di Lorenza, paga i suoi debiti e lo assume come pittore, con l'incarico di affrescare la sua dimora, salvo licenziarlo quando si rende conto che non soltanto Giuseppe è un artista mediocre, ma ha anche, e soprattutto, violato sua figlia.
 
L'anno dopo si trasferiscono a [[Londra]]: qui Giuseppe intraprende per la prima volta un'attività onesta come disegnatore, ma senza successo. Perciò, con la complicità di un altro sedicente marchese, un siciliano di nome Vivona, organizza un ricatto ai danni di un [[quaccherismo|quacchero]] che, sedotto da Lorenza, viene sorpreso in flagrante da Balsamo il quale, fingendosi scandalizzato per il tradimento della moglie, pretende una cospicua somma di denaro a titolo di risarcimento del suo onore. Il risarcimento viene però rubato da Vivona e Giuseppe, dichiarato insolvente, viene arrestato. Viene rilasciato grazie all'intercessione di Edward Hales, ricco londinese che, su supplica di Lorenza, paga i suoi debiti e lo assume come pittore, con l'incarico di affrescare la sua dimora, salvo licenziarlo quando si rende conto che non soltanto Giuseppe è un artista mediocre, ma ha anche, e soprattutto, violato sua figlia.
Giuseppe e Lorenza emigrano nuovamente: imbarcati il 15 settembre [[1772]] per la [[Francia]], durante il viaggio conoscono l'avvocato francese Duplessis, amministratore dei beni della marchesa de Prie: una volta giunti a [[Parigi]] e alloggiati nel palazzo de Prie, Lorenza diviene l'amante di Duplessis. Tuttavia, questa volta il sentimento fra i due è sincero. Lorenza lascia Giuseppe e va ad abitare in un appartamento pagato dall'amante. In più, denuncia Giuseppe per incitamento e sfruttamento della prostituzione, vendicandosi così di anni di maltrattamenti.
 
Giuseppe e Lorenza emigrano nuovamente: imbarcati il 15 settembre 1772 per la [[Francia]], durante il viaggio conoscono l'avvocato francese Duplessis, amministratore dei beni della marchesa de Prie: una volta giunti a [[Parigi]] e alloggiati nel palazzo de Prie Lorenza diviene l'amante di Duplessis. Tuttavia questa volta il sentimento fra i due è sincero. Lorenza lascia Giuseppe e va ad abitare in un appartamento pagato dall'amante. In più denuncia Giuseppe per incitamento e sfruttamento della prostituzione, vendicandosi così di anni di maltrattamenti.
Giuseppe in risposta la denuncia per adulterio e abbandono del tetto coniugale e la legge lo supporta: Lorenza viene arrestata, rinchiusa a Sainte-Pelagie e, dopo quattro mesi, accetta di ritirare la denuncia e tornare dal marito in cambio del suo rilascio.
 
Giuseppe, in risposta, la denuncia per adulterio e abbandono del tetto coniugale e la legge lo supporta: Lorenza viene arrestata, rinchiusa a Sainte-Pelagie e, dopo quattro mesi, accetta di ritirare la denuncia e tornare dal marito in cambio del proprio rilascio.
La coppia continua a spostarsi in [[Belgio]], [[Germania]], [[Italia]], [[Malta]], [[Spagna]]. Infine, nel luglio [[1776]], i due tornano nuovamente a [[Londra]].
 
La coppia continua a spostarsi in [[Belgio]], [[Sacro Romano Impero|Germania]], [[Italia (regione geografica)|Italia]], [[stato monastico dei Cavalieri di Malta|Malta]], [[spagna Borbonica|Spagna]]. Infine, nel luglio 1776, i due tornano nuovamente a [[Londra]].
== Attività esoteriche ==
Durante il secondo soggiorno londinese, Giusepp adottò il nome di Alessandro, Conte di Cagliostro, mentre Lorenza si rinominò Serafina, Contessa di Cagliostro. Continuò ad avere problemi con la legge a causa delle sue attività truffaldine, finché, il 12 aprile [[1777]] fu iniziato, con la moglie, in [[Massoneria]] nella loggia francofona "L'Espérance", che si riuniva in una taverna di [[Soho (Londra)|Soho]].<ref>Cfr. Reinhard Markner, Cagliostro’s Initiation: His 1777 Grand Lodge Certificate Rediscovered, in ''The Square,'' settembre 2019, p. 23. [https://www.academia.edu/40295293/Cagliostro_s_Initiation_His_1777_Grand_Lodge_Certificate_Rediscovered (PDF) Cagliostro’s Initiation: His 1777 Grand Lodge Certificate Rediscovered | Reinhard Markner - Academia.edu].</ref>
 
=== Attività esoteriche ===
[[File:Pils Jelgava.jpg|thumb|left|upright=1.2|Il Castello di Jelgava, di Bartolomeo Rastrelli, 1738]]
Durante il secondo soggiorno londinese Giuseppe adottò il nome di Alessandro, Conte di Cagliostro, mentre Lorenza si rinominò Serafina, Contessa di Cagliostro. Continuò ad avere problemi con la legge a causa delle sue attività truffaldine, finché, il 12 aprile 1777 fu iniziato, con la moglie, in [[Massoneria]] nella loggia francofona "L'Espérance", che si riuniva in una taverna di [[Soho (Londra)|Soho]].<ref>Cfr. {{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Reinhard Markner|titolo=Cagliostro's Initiation: His 1777 Grand Lodge Certificate Rediscovered|rivista=The Square|data=settembre 2019|p=23|url=https://www.academia.edu/40295293/Cagliostro_s_Initiation_His_1777_Grand_Lodge_Certificate_Rediscovered|via='''Academia.edu''}}</ref>
Nei [[Paesi Bassi]], i due coniugi furono accolti a [[L'Aia]] nella loggia ''L'Indissoluble.'' Sembra che il suo lunghissimo discorso, in cui erano presenti parole in tutte le lingue europee, nessuna pronunciata correttamente, abbia avuto grande successo. Nel [[1779]] si recarono in [[Germania]] e poi in [[Curlandia]], parte dell'attuale [[Lettonia]], nella capitale Mitau, oggi [[Jelgava]]. Facendosi passare per un colonnello spagnolo, tenne riunioni in cui si spacciò per membro di una società esoterica, organizzata secondo cinque livelli di elevazione spirituale, e diede a credere di avere e di poter far avere visioni mediante l'[[idromanzia]], di poter evocare spiriti, di essere un sapiente la cui conoscenza si trovava ''In verbis, in herbis, in lapidibus'', "nelle parole, nelle erbe e nelle pietre", il motto della sua setta. Dichiarò di essere in grado di soddisfare, con un sortilegio, qualunque desiderio sessuale e di essere figlio di un angelo.
 
[[File:Pils Jelgava.jpg|thumb|left|upright=1.2|''Il Castello di Jelgava'', di Bartolomeo Rastrelli, 1738]]
A [[San Pietroburgo]] fu diffidato dall'ambasciatore di Spagna a spacciarsi per spagnolo e un suo documento, col quale voleva attestarsi come un [[Rosacroce]], fu riconosciuto falso. Si presentava anche come [[Taumaturgia|taumaturgo]] e aveva l'accortezza di non farsi pagare dai poveri - solo dai ricchi - e se non otteneva nessuna guarigione, così da guadagnare in popolarità, fino all'ennesima denuncia. Nel maggio [[1780]], Cagliostro e Serafina giunsero a [[Varsavia]], ospiti del principe Adam Pininsky, massone e appassionato di [[alchimia]], convinto che Cagliostro fosse in grado di trasformare il [[piombo]] in [[oro]]: a questo scopo, gli affiancò il confratello massone August Moszynsky negli esperimenti di laboratorio. Questi pubblicherà nel [[1786]] un libretto sulle esperienze alchemiche condivise, riferendo come Cagliostro ottenesse l'oro dal piombo semplicemente sostituendo il recipiente contenente il piombo con un altro eguale contenente l'oro.
Nei [[Paesi Bassi]] i due coniugi furono accolti a [[L'Aia]] nella loggia ''L'Indissoluble''. Sembra che il suo lunghissimo discorso, in cui erano presenti parole in tutte le lingue europee, nessuna pronunciata correttamente, abbia avuto grande successo. Nel 1779 si recarono in [[Germania]] e poi in [[Curlandia]], parte dell'attuale [[Lettonia]], nella capitale Mitau, oggi [[Jelgava]]. Facendosi passare per un colonnello spagnolo, tenne riunioni in cui si spacciò per membro di una società esoterica, organizzata secondo cinque livelli di elevazione spirituale, e diede a credere di avere e di poter far avere visioni mediante l'[[idromanzia]], di poter evocare spiriti, di essere un sapiente la cui conoscenza si trovava ''In verbis, in herbis, in lapidibus'', "nelle parole, nelle erbe e nelle pietre", il motto della sua setta. Dichiarò di essere in grado di soddisfare, con un sortilegio, qualunque desiderio sessuale e di essere figlio di un angelo.
 
A [[San Pietroburgo]] fu diffidato dall'ambasciatore di Spagna a spacciarsi per spagnolo e un suo documento, con il quale voleva attestarsi come un [[Rosacroce]], fu riconosciuto falso. Si presentava anche come [[Taumaturgia|taumaturgo]] e aveva l'accortezza di non farsi pagare dai poveri - solo dai ricchi - e se non otteneva nessuna guarigione, così da guadagnare in popolarità, fino all'ennesima denuncia. Nel maggio 1780 Cagliostro e Serafina giunsero a [[Varsavia]], ospiti del principe Adam Pininsky, massone e appassionato di [[alchimia]], convinto che Cagliostro fosse in grado di trasformare il [[piombo]] in oro: a questo scopo gli affiancò il confratello massone August Moszynsky negli esperimenti di laboratorio. Questi pubblicherà nel 1786 un libretto sulle esperienze alchemiche condivise, riferendo come Cagliostro ottenesse l'oro dal piombo semplicemente sostituendo il recipiente contenente il piombo con un altro eguale contenente l'oro.
Questo, e una nuova denuncia per molestie nel corso di una seduta spiritica portò,
 
ilQuesto, 26e giugnouna nuova denuncia per molestie nel corso di una [[1780|1seduta spiritica]] lo costrinsero,[[ il 26 giugno 1780|780, a una frettolopa]]frettolosa ,[[1780|arten p]]partenza per la Francia. A [[Strasburgo]], Cagliostro si finse medico: lale ricettaricette delle sue truffaldine [[Tisana|tisane]] sono arrivate sinofino ada oggi. Riuscì comunque a costruirsi una fama esaltando le sue millantaremillantate doti di guaritore e pubblicizzandosi come in grado di guarire qualsiasi malattia e risolvere qualunque problema.
 
== Il= Rito Egizio ===
[[File:Louis René Édouard Rohan.PNG|thumb|left|upright|Il cardinale de Rohan]]
Sempre a Strasburgo, Cagliostro conobbe e frequentò il cardinale [[Louis-René-Édouard de Rohan-Guéménée|Louis René Édouard de Rohan]]. Questi, creato cardinale il 1º giugno [[1778]] da [[papa Pio VI|Pio VI]], era stato a lungo ambasciatore di Francia a [[Vienna]], dove commise una grave ''gaffe'' diplomatica descrivendo l'imperatrice [[Maria Teresa d'Austria]] come un'insopportabile ipocrita in una lettera inviata al [[Duca di Aiguillon|duca d'Aiguillon]]. Così, quando [[Luigi XVI di Francia|Luigi XVI]] e Maria Antonietta salirono sul trono francese, nel [[1774]], il Rohan perdette il posto di ambasciatore.
 
Il cardinale, che passava buona parte dell'anno a [[Strasburgo]], di cui era arcivescovo e principe, avendo saputo della presenza in città di Cagliostro, lo invitò a palazzo e ne fu conquistato. Appassionato di alchimia, credette di ravvisare in Cagliostro un maestro; ritenendolo un infallibile medico, lo condusse con sé a [[Parigi]] perché si prendesse cura del cugino, il maresciallo Charles de Rohan, il quale, comunque, guarì senza dover ricorrere alle sue medicine.
 
Alcuni anni dopo, Cagliostro cercò di servirsi dell'influenza del cardinale per far legittimare dal papa, come ordine religioso, il proprio "[[Rito di Memphis-Misraim|Rito Egizio]]", una curiosa specie di Ordine massonico-religioso, a suo dire fondato a [[Bordeaux]] nel [[1784]].
 
A conclusione di un lungo ''tour'' che doveva portarlo in Inghilterra attraverso [[Napoli]], [[Roma]] e la [[Costa Azzurra]], giunto a Bordeaux l'8 novembre [[1783]], ina maggio si ammalò e, forse in un delirio febbrile, come è scritto nel ''Compendio'' del suo processo, «si vide prendere per il collo da due Personepersone, strascinare e trasportare in un profondo sotterraneo. Aperta quivi una porta, fu introdotto in un luogo delizioso come un Salone Regio, tutto illuminato, in cui si celebrava una gran festa da molte persone tutte vestite in abito talare, fra le quali riconobbe diversi de' suoi Figli Massonici già morti. Credette allora di aver finiti li guai di questo mondo e di trovarsi in Paradiso. Gli fu presentato un Abito talare bianco, ed una Spada, fabbricata come quella che suol rappresentarsi in mano dell'Angelo Sterminatore. Andò innanzi ed abbagliato da una gran luce, si prostrò e ringraziò l'Ente Supremo di averlo fatto pervenire alla felicità; ma sentì da un'incognita voce rispondersi: ''Questo è il presente che avrai; ti bisogna ancor travagliare molto''; e qui terminò la Visione».
 
Dopo questa visione, Cagliostro fondò la Massoneria di Rito Egizio. Si elesse ''Gran Cofto'' e creacreò la moglie - ora chiamata principessa Serafina e Regina di Saba - Gran Maestra del Rito d'adozione, cioè della Loggia riservata alle donne; fatta risalire l'origine di tale massoneria ai profeti biblici [[Enoch (antenato di Noè)|Enoch]] ed [[Elia]], secondo una tradizione che vedeva nell'intervento di quei due profeti la premessa a un radicale mutamento della vita, con la successiva venuta di un "papa angelico" o dello stesso Cristo, Cagliostro sosteneva che scopo del Rito Egizio fosse la rigenerazione fisica e spirituale dell'uomo, il suo ritorno alla condizione precedente alla caduta provocata dal [[peccato originale]], ottenuta, dal Gran Cofto e dai dodici Maestri che lo avrebbero assistito, con ottanta giorni di attività iniziatiche.
 
Per i nuovi aderenti i tempi per raggiungere la perfezione sarebbero stati molto più lunghi: solo al dodicesimo anno di appartenenza, sarebbero potuti diventare maestri e prendersi cura dei nuovi iniziati. Solo lui, il Gran Cofto, rimaneva depositario di un ''mysterium magnum,'', il cui contenuto è rimasto avvolto nel mistero.
 
Con questo programma e il prestanome di Conte Phoenix, giungono il 20 ottobre [[1784]] a [[Lione]], dove esistono numerose Logge massoniche; Cagliostro riesce a procurarsi fra di esse i dodici maestri che gli abbisognavano subito e, comprato un terreno nell'attuale avenue Morand, provvede a far costruire la sede della sua Loggia, "La sagesse triomphante". I lavori erano ancora in corso quando i due coniugi partirono per Parigi per tentare di ottenere il riconoscimento da parte della Chiesa cattolica.
 
Giunti a Parigi il 30 gennaio [[1785]], prendono un alloggio nel Palais Royal, di proprietà del duca [[Luigi Filippo II di Borbone-Orléans]] ([[1747]]-[[1793]]), Gran Maestro della Massoneria francese e futuro Filippo Egalité,. Cagliostro fonda in fretta due Logge, una per gli uomini e l'altra per le donne, entrambe frequentate da aristocratici.
 
Rimase noto l'evento della "cena dei morti", da lui allestita nell'hotel della rue Saint Claude: Cagliostro invitò sei nobiluomini a unirsi a lui a una tavola apparecchiata per tredici, ove apparentemente si materializzarono gli spiriti di [[Voltaire]], [[D'Alembert]], [[Diderot]], [[Montesquieu]], il [[Étienne François de Choiseul|duca di Choiseul]] e l'[[Claude-Henri de Fusée de Voisenon|abbate di Voisenon]], che si intrattennero in conversazione con i commensali su temi d'attualità.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Henry Ridgely|cognome=Evans|data=1903|titolo=Cagliostro — A Study in Charlatanism|rivista=The Monist|volume=13|numero=4|pp=523-552|accesso=2024-03-08|url=https://www.jstor.org/stable/27899434|via=[[JSTOR]]|lingua=en}}</ref>
== Lo scandalo della collana ==
[[File:Marie Antoinette Adult9.jpg|thumb|upright|Maria Antonietta nel 1786.]]
È in questo periodo che viene coinvolto nella vicenda nota come lo [[scandalo della collana]]: nel [[1774]] il gioielliere di corte Boehmer aveva realizzato una elaboratissima collana di diamanti, del valore di 1.600.000 ''[[livre]]s'' - pari a circa 500 [[Chilogrammo|kg]] d'[[oro]] - che offri alla regina [[Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena|Maria Antonietta]], che rifiutò l'acquisto. Due avventurieri, i millantatori conte e [[Jeanne de Saint-Rémy de Valois|contessa De la Motte]], organizzarono allora una truffa ai danni del cardinale de Rohan, facendogli credere che in realtà Maria Antonietta desiderasse acquistare la collana. Il cardinale era avversato dalla regina a causa della gaffe da lui commessa nei confronti di Maria Teresa d'Austria, sua madre, e si convinse che tramite la collana avrebbe potuto riconquistare l'amicizia di Maria Antonietta. La coppia convinse il cardinale a farsi garante presso il gioielliere per conto della regina.
 
=== Scandalo della collana ===
La collana, consegnata dall'inconsapevole cardinale a un complice dei due, finì nelle mani del conte De la Motte, che cercò di venderla, smembrata, in Inghilterra, ma la truffa fu scoperta e i colpevoli arrestati: la contessa De la Motte, per attenuare le sue responsabilità, accusò Cagliostro di essere l'ideatore del raggiro. Arrestato con la moglie il 22 agosto [[1785]], Cagliostro fu incarcerato nella [[Bastiglia]].
[[File:Marie Antoinette Adult9.jpg|thumb|upright|Maria Antonietta nel 1786]]
 
È in questo periodo che venne coinvolto nella vicenda nota come lo [[scandalo della collana]]: nel 1774 il gioielliere di corte Boehmer aveva realizzato una elaboratissima collana di diamanti, del valore di 1.600.000 ''[[livre]]'' - pari a circa 500 kg d'[[oro]] - e la offrì alla regina [[Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena|Maria Antonietta]], che rifiutò l'acquisto. Due avventurieri, i millantatori conte e [[Jeanne de Saint-Rémy de Valois|contessa De la Motte]], organizzarono allora una truffa ai danni del cardinale de Rohan, facendogli credere che in realtà Maria Antonietta desiderasse acquistare la collana. Il cardinale era avversato dalla regina a causa della gaffe da lui commessa nei confronti di Maria Teresa d'Austria, sua madre, e si convinse che tramite la collana avrebbe potuto riconquistare l'amicizia di Maria Antonietta. La coppia convinse il cardinale a farsi garante presso il gioielliere per conto della regina.
Fu difeso dai migliori avvocati di Parigi, uno dei quali lo aiutò a scrivere in francese la sua autobiografia, il ''Memoriale''. Il 31 maggio [[1786]] il Parlamento di Parigi riconobbe l'innocenza della coppia, insieme con quella del cardinale, ma una ''lettre de cachet'' del re ordinò loro di lasciare Parigi entro otto giorni e la Francia entro venti; e così, il 19 giugno, Lorenza e Giuseppe s'imbarcarono da [[Boulogne-sur-Mer|Boulogne]] per [[Dover]] ([[Inghilterra]]).
 
La collana, consegnata dall'inconsapevole cardinale a un complice dei due, finì nelle mani del conte De la Motte, che cercò di venderla, smembrata, in Inghilterra, ma la truffa fu scoperta e i colpevoli arrestati: la contessa De la Motte, per attenuare le sue responsabilità, accusò Cagliostro di essere l'ideatore del raggiro. Cagliostro, arrestato con la moglie il 22 agosto 1785, fu incarcerato nella [[Bastiglia]].
== Il declino ==
 
Fu difeso dai migliori avvocati di Parigi, uno dei quali lo aiutò a scrivere in francese la sua autobiografia, il ''Memoriale''. Il 31 maggio 1786 il Parlamento di Parigi riconobbe l'innocenza della coppia, insieme con quella del cardinale, ma una ''lettre de cachet'' del re ordinò loro di lasciare Parigi entro otto giorni e la Francia entro venti; e così, il 19 giugno, Lorenza e Giuseppe si imbarcarono da [[Boulogne-sur-Mer|Boulogne]] per [[Dover]] ([[Inghilterra]]).
 
=== Declino ===
[[File:CH Biel Altstadt-2.JPG|thumb|left|upright|Il Castello di Bienne]]
Il primo novembre [[1786]], a Londra, Cagliostro fu ricevuto in visita nella [[Loggia massonica|Loggia]] "Antiquity", ma dovette affrontare la campagna scatenata contro di lui dal ''Courrier de l'Europe'', un giornale controllato dal governo francese, che espose il suo passato. Cagliostro, nel novembre 1786, rispose con la ''Lettera del conte di Cagliostro al popolo inglese per servire in seguito alle sue memorie'' in cui ammetteva: «Non sono conte, né marchese, né capitano. La mia vera qualifica è inferiore o superiore a quelle che mi sono state date? È ciò che forse un giorno il pubblico saprà! Intanto, non mi si può rimproverare d'aver fatto quel che fanno i viaggiatori che vogliono mantenere l'anonimato. Gli stessi motivi che mi hanno indotto ad attribuirmi vari titoli, mi hanno condotto a cambiare più volte il mio nome [...] Nessun registro di polizia, nessuna testimonianza, nessuna inchiesta della polizia della Bastiglia, nessun rapporto informativo, nessuna prova hanno potuto stabilire che io sia quel Balsamo! Nego di essere Balsamo!».
 
Il primo novembre 1786, a Londra, Cagliostro fu ricevuto in visita nella [[Loggia massonica|Loggia]] "Antiquity", ma dovette affrontare la campagna scatenata contro di lui dal ''Courier de l'Europe'', un giornale controllato dal governo francese, che espose il suo passato. Cagliostro, nel novembre 1786, rispose con la ''Lettera del conte di Cagliostro al popolo inglese per servire in seguito alle sue memorie'' in cui ammetteva: «Non sono conte, né marchese, né capitano. La mia vera qualifica è inferiore o superiore a quelle che mi sono state date? È ciò che forse un giorno il pubblico saprà! Intanto, non mi si può rimproverare d'aver fatto quel che fanno i viaggiatori che vogliono mantenere l'anonimato. Gli stessi motivi che mi hanno indotto ad attribuirmi vari titoli, mi hanno condotto a cambiare più volte il mio nome [...] Nessun registro di polizia, nessuna testimonianza, nessuna inchiesta della polizia della Bastiglia, nessun rapporto informativo, nessuna prova hanno potuto stabilire che io sia quel Balsamo! Nego di essere Balsamo!».
Non serve a riconquistare il favore e Cagliostro viene isolato: lasciata Londra per [[Hammersmith]] nel marzo del [[1787]], dà lezioni di alchimia, ma ormai la sua aura è sfumata: un suo allievo sostituisce, a sua insaputa, il [[metallo]] che Cagliostro doveva "trasmutare" con del semplice [[tabacco]] e la trasmutazione si verifica lo stesso, svelando la truffa, mentre intanto i suoi collaboratori massoni di Lione lo rimproverano di spendere per sé il denaro della Loggia.
 
Non servì a riconquistare il favore e Cagliostro venne isolato: lasciata Londra per [[Hammersmith]] nel marzo del 1787, dava lezioni di alchimia, ma ormai la sua aura era sfumata: un suo allievo sostituì, a sua insaputa, il metallo che Cagliostro doveva "[[Trasmutazione|trasmutare]]" con del semplice [[tabacco]] e la trasmutazione si verificò lo stesso, svelando la truffa, mentre intanto i suoi collaboratori massoni di Lione lo rimproverarono di spendere per sé il denaro della Loggia.
== La testimonianza di Goethe su Balsamo ==
Nello stesso periodo in cui Balsamo era in Inghilterra, [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]], nel suo lungo viaggio in [[Italia]], il 2 aprile 1787 sbarcava a [[Palermo]] proveniente da [[Napoli]]; curioso di raccogliere notizie di prima mano sulle origini del famosissimo avventuriero, contattò il barone Antonio Vivona, rappresentante legale della Francia in Sicilia, dal quale prese visione dell'albero genealogico della famiglia Balsamo che dimostrava l'identità di Cagliostro e Giuseppe Balsamo. Questi aveva adottato il cognome da sposata della sua madrina di battesimo, sorella della nonna materna, coniugata con il messinese Giuseppe Cagliostro<ref name=goethe>Johann Wolfgang Goethe, ''Viaggio in Italia'', De Agostini, Novara, 1982, pp. 182-183</ref>.
 
=== Testimonianza di Goethe su Balsamo ===
Goethe, che scrive di considerare Balsamo «un briccone» e le sue avventure delle «ciurmerie», volle rendere visita alla madre e alla sorella, spacciandosi per «un inglese che doveva portare ai familiari notizie di Cagliostro che, uscito dalla prigione della [[Bastiglia]], si era rifugiato a Londra»<ref>Goethe, ''cit.'', p. 184</ref>.
Nello stesso periodo in cui Balsamo era in Inghilterra, [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]], nel suo lungo viaggio in [[Italia]], il 2 aprile 1787 sbarcava a [[Palermo]] proveniente da [[Napoli]]; curioso di raccogliere notizie di prima mano sulle origini del famosissimo avventuriero, contattò il barone Antonio Vivona, rappresentante legale della Francia in Sicilia, dal quale prese visione dell'albero genealogico della famiglia Balsamo che dimostrava l'identità di Cagliostro e Giuseppe Balsamo. Questi aveva adottato il cognome da sposata della sua madrina di battesimo, sorella della nonna materna, coniugata con il messinese Giuseppe Cagliostro<ref name=goethe>{{cita|Goethe|pp. 182-183}}.</ref>.
 
Goethe, che scrive di considerare Balsamo «un briccone» e le sue avventure delle «ciurmerie», volle rendere visita alla madre e alla sorella, spacciandosi per «un inglese che doveva portare ai familiari notizie di Cagliostro che, uscito dalla prigione della [[Bastiglia]], si era rifugiato a Londra»<ref>{{cita|Goethe|p. 184}}.</ref>.
[[File:Goethe.png|thumb|upright|Johann Wolfgang von Goethe]]{{Citazione|Una donna di media statura, forte e quadrata senza essere grassa, lavava le stoviglie di cucina. Era pulitamente vestita e, quando noi entrammo, rivoltò un grembo del grembiule, per nascondere il lato sudicio. ... Le raccontai che il figlio, in Francia, era stato dichiarato innocente e che si trovava in Inghilterra ove l'avevano ben ricevuto. ... La figlia ... raccontava che suo fratello le era rimasto debitore di quattordici once ma ... non aveva ricevuto da lui danaro o alcun aiuto, quantunque, come aveva sentito dire, egli possedesse grandi ricchezze e spendesse principescamente. Domandava inoltre se potevo prometterle che, al mio ritorno, con buona maniera, avrei ricordato a lui il suo debito e ottenuto un soccorso<ref>Goethe, ''cit.'', pp. 185-186</ref>.}}
Gli consegnarono una lettera per Balsamo e, nel congedarsi, la madre lo pregò di dire al figlioː «Quanto mi ha reso felice la nuova che mi avete recata di lui. Ditegli che lo serbo qui nel mio cuore (a questo punto ella tese le braccia e poi le strinse nuovamente al petto), che ogni giorno nelle mie preci, imploro Dio e la Vergine Santa per lui, ditegli che lo benedico, insieme alla sua sposa, e che desidero soltanto di poterlo rivedere ancora con questi occhi, prima della mia morte, con questi occhi che tante lacrime hanno versato per lui»<ref name=viaggio>Goethe, ''cit.'', p. 188</ref>. Lo invitarono a tornare a Palermo per la festa di [[Santa Rosalia]] - «Prenderemo posto sul palco nel quale potremo meglio vedere. Come e godrà del grande carro e soprattutto della splendida illuminazione!<ref>Goethe, ''cit.'', p. 187</ref>» e, quando fu uscito, «corsero al balcone della cucina che dava sulla strada, mi chiamarono, facendomi cenni di affettuoso saluto»<ref name=viaggio></ref>.
 
[[File:Goethe.png|thumb|upright|Johann Wolfgang von Goethe]]{{Citazione|Una donna di media statura, forte e quadrata senza essere grassa, lavava le stoviglie di cucina. Era pulitamente vestita e, quando noi entrammo, rivoltò un grembo del grembiule, per nascondere il lato sudicio. [...] Le raccontai che il figlio, in Francia, era stato dichiarato innocente e che si trovava in Inghilterra ove l'avevano ben ricevuto. [...] La figlia [...] raccontava che suo fratello le era rimasto debitore di quattordici once ma [...] non aveva ricevuto da lui danaro o alcun aiuto, quantunque, come aveva sentito dire, egli possedesse grandi ricchezze e spendesse principescamente. Domandava inoltre se potevo prometterle che, al mio ritorno, con buona maniera, avrei ricordato a lui il suo debito e ottenuto un soccorso<ref>{{cita|Goethe|pp. 185-186}}.</ref>.}}
Goethe non li rivide più ma mandò poi, di sua tasca, la somma richiesta dalla sorella, 14 [[oncia (unità di misura)|once]] d'[[oro]]<ref>Goethe, ''cit.'', pp. 189-190</ref>, e pubblicò un ritratto di Balsamo nell'opera ''Der Grosskophta''.
Gli consegnarono una lettera per Balsamo e, nel congedarsi, la madre lo pregò di dire al figlioː «Quanto mi ha reso felice la nuova che mi avete recata di lui. Ditegli che lo serbo qui nel mio cuore (a questo punto ella tese le braccia e poi le strinse nuovamente al petto), che ogni giorno nelle mie preci, imploro Dio e la Vergine Santa per lui, ditegli che lo benedico, insieme alla sua sposa, e che desidero soltanto di poterlo rivedere ancora con questi occhi, prima della mia morte, con questi occhi che tante lacrime hanno versato per lui»<ref name=viaggio>{{cita|Goethe|p. 188}}.</ref>. Lo invitarono a tornare a Palermo per la festa di [[Santa Rosalia]] - «Prenderemo posto sul palco nel quale potremo meglio vedere. Come e godrà del grande carro e soprattutto della splendida illuminazione!<ref>{{cita|Goethe|p. 187}}.</ref>» e, quando fu uscito, «corsero al balcone della cucina che dava sulla strada, mi chiamarono, facendomi cenni di affettuoso saluto»<ref name=viaggio />.
 
Goethe non li rivide più ma mandò poi, di sua tasca, la somma richiesta dalla sorella, 14 once d'[[oro]]<ref>{{cita|Goethe|pp. 189-190}}.</ref>, e pubblicò un ritratto di Balsamo nell'opera ''Der Grosskophta''.
== Il ritorno in Italia ==
Il 5 aprile [[1787]], senza la moglie, raggiunge [[Bienne]], in [[Svizzera]]. Mentre è ospite del banchiere Sarasin, Lorenza, rimasta a Londra per liquidare i beni lì posseduti, viene avvicinata dal giornalista del ''Courrier de l'Europe'', al quale raccontò i maltrattamenti subiti dal marito e della sua proibizione di farle professare la fede cattolica. Una volta raggiunto Cagliostro in Svizzera, Lorenza ritrattò tutto pubblicamente, ma riconfermò in una lettera spedita ai genitori, a Roma, lettera che verrà mostrata come prova a carico di Cagliostro durante il processo.
 
=== Ritorno in Italia ===
In [[Svizzera]], Balsamo litigò con uno degli ultimi amici rimastigli, il pittore Loutherbourg, che lo accusa di insidiargli la moglie. Continua la sua attività di guaritore, ma senza più successo. Il 23 luglio [[1788]] parte con Lorenza per [[Aix-les-Bains]]: di qui vanno a [[Torino]], ma ne vengono immediatamente espulsi, si recano a [[Genova]] passando, in settembre, per [[Venezia]], poi per [[Verona]] e di qui nei territori imperiali, soggiornando un mese a [[Rovereto]] per poi raggiungere la città di [[Trento]] il 21 novembre.
Il 5 aprile 1787, senza la moglie, raggiunse [[Bienne]], in [[Svizzera]]. Mentre era ospite del banchiere Sarasin, Lorenza, rimasta a Londra per liquidare i beni lì posseduti, venne avvicinata dal giornalista del ''Courier de l'Europe'', al quale raccontò i maltrattamenti subiti dal marito e della sua proibizione di farle professare la fede cattolica. Una volta raggiunto Cagliostro in Svizzera, Lorenza ritrattò tutto pubblicamente, ma lo riconfermò in una lettera spedita ai genitori, a Roma, lettera che verrà mostrata come prova a carico di Cagliostro durante il processo.
 
In [[Svizzera]] Balsamo litigò con uno degli ultimi amici rimastigli, il pittore Loutherbourg, che lo accusò di insidiargli la moglie. Continuò la sua attività di guaritore, ma senza più successo. Il 23 luglio 1788 parte con Lorenza per [[Aix-les-Bains]]: di qui andarono a [[Torino]], ma ne vennero immediatamente espulsi. Si recarono quindi a [[Genova]] passando, in settembre, per [[Venezia]], poi per [[Verona]] e di qui nei territori imperiali, soggiornando un mese a [[Rovereto]] per poi raggiungere la città di [[Trento]] il 21 novembre.
A Trento, Balsamo è ben accolto dallo stesso principe-vescovo, [[Pietro Vigilio Thun]], a cui mostra di essere un fervente cattolico. Giustificò la sua appartenenza alla Massoneria spiegando di non averla mai considerata contraria alla fede religiosa e si dichiarò pronto ad andare a Roma, purché munito di [[salvacondotto]]. Il vescovo di Trento si premura di scrivere alla [[Curia romana]] una lettera. Nella missiva, datata 25 marzo [[1789]] e indirizzata al cardinale [[Ignazio Boncompagni Ludovisi]], il vescovo sostiene che Cagliostro si è ravveduto e che la moglie «se ne vive in continui mentali spasimi, ardendo da un canto di costì rivedere il cadente quasi ottuagenario genitore, e dall'altro temendo che l'intollerante consorte non torni, non esaudito, nel pristino disordine, con evidente pericolo di perdervi l'anima». E al vescovo trentino il cardinale risponde il 4 aprile che «non avendo il signor Cagliostro alcun pregiudizio nello Stato Pontificio, non ha Egli bisogno del salvacondotto». Con lettere di raccomandazione indirizzate a vari cardinali romani, il 17 maggio Cagliostro parte da Trento con Lorenza e dopo dieci giorni giunge a Roma.
 
A [[Trento]] Balsamo fu ben accolto dallo stesso principe-vescovo, [[Pietro Vigilio Thun]], a cui mostrò di essere un fervente cattolico. Giustificò la sua appartenenza alla Massoneria spiegando di non averla mai considerata contraria alla fede religiosa e si dichiarò pronto ad andare a Roma, purché munito di [[salvacondotto]]. Il vescovo di Trento si premurò di scrivere alla [[Curia romana]] una lettera. Nella missiva, datata 25 marzo 1789 e indirizzata al cardinale [[Ignazio Gaetano Boncompagni Ludovisi|Ignazio Boncompagni Ludovisi]], il vescovo sostenne che Cagliostro si fosse ravveduto e che la moglie vivesse «in continui mentali spasimi, ardendo da un canto di costì rivedere il cadente quasi ottuagenario genitore, e dall'altro temendo che l'intollerante consorte non torni, non esaudito, nel pristino disordine, con evidente pericolo di perdervi l'anima». Il 4 aprile il cardinale rispose: «non avendo il signor Cagliostro alcun pregiudizio nello Stato Pontificio, non ha Egli bisogno del salvacondotto». Con lettere di raccomandazione indirizzate a vari cardinali romani, il 17 maggio Cagliostro partì da Trento con Lorenza e dopo dieci giorni giunse a Roma.
Alloggiarono dapprima in una locanda in [[piazza di Spagna]] e poi presso i parenti della moglie a [[Campo de' Fiori]]. Non ottenne l'udienza papale che dichiarava di volere e pensò di tornare invece in Francia, e a questo scopo indirizzò all'Assemblea francese un ''Memoriale, che'' fu però sequestrato dalla gendarmeria romana non appena consegnato alla posta.
 
Alloggiarono dapprima in una locanda in [[piazza di Spagna]] e poi presso i parenti della moglie a [[Campo de' Fiori]]. Non ottenne l'udienza papale che dichiarava di volere e pensò di tornare invece in Francia, e a questo scopo indirizzò all'Assemblea francese un ''Memoriale'', che fu però sequestrato dalla gendarmeria romana non appena consegnato alla posta.
 
Avvicinato da due spie dello Stato Pontificio, Matteo Berardi e Carlo Antonini, che gli chiesero di accoglierli nella Massoneria, Cagliostro, senza sospettare nulla, fece loro compiere le cerimonie iniziatiche, violando così la norma dello Stato pontificio che vietava, pena la morte, l'organizzazione di società massoniche. I due sparirono subito dopo, ma Cagliostro riuscì ad affiliare alla Massoneria un frate cappuccino, Francesco Giuseppe da San Maurizio.
 
=== Processo e condanna ===
[[File:Castel santangelo Tevere.jpg|thumb|left|Castel Sant'Angelo]]
In settembre, Lorenza denunciò Cagliostro al parroco di Santa Caterina della Rota, e la denuncia venne trasmessa il 5 dicembre all'[[Inquisizione]]: all'ultimo momento, Lorenza si era rifiutata di firmarla, ma venne ugualmente acquisita e si aggiunse a quelle del 27 novembre a nome del padre di Lorenza, Giuseppe Feliciani, e della spia Carlo Antonini. Il 27 dicembre 1789, a seguito di una riunione cardinalizia cui presenziòpresenziarono il [[Papapapa Pio VI]] e il Segretario di Stato, Cagliostro, la moglie e fra' Giuseppe furono arrestati. Cagliostro venne rinchiuso in [[Castel Sant'Angelo]], Lorenza nel convento di Sant'Apollonia a [[Trastevere]] e il cappuccino nel convento dell'Ara Coeli.
La decisione del suo arresto - con lui furono arrestati anche la moglie e fra' Giuseppe - fu presa ai massimi livelli, dopo una riunione del [[papa Pio VI]] con il Segretario di Stato e altri cardinali: nella notte del 27 dicembre [[1789]]. Cagliostro viene rinchiuso in [[Castel Sant'Angelo]], Lorenza nel convento di Sant'Apollonia a [[Trastevere]] e il cappuccino nel convento dell'Ara Coeli.
 
Contro Cagliostro furono mosse accuse gravissime: esercizio dell'attività di massone, [[magia]], bestemmie contro Dio, Cristo, la Madonna, i santi e la religione cattolica, di [[Sfruttamento della prostituzione|lenocinio]], falso, truffa, calunnia e pubblicazione di scritti sediziosi:; erano fondate in gran parte sulle dichiarazioni della moglie e su scritti e dichiarazioni rilasciate nel corso degli anni da Cagliostro ed erano punite con la morte.
 
La linea difensiva dell'avvocato di Balsamo, Carlo Costantini, consistette nel far passare il suo assistito per un semplice ciarlatano, in modo da togliere ogni credibilità a quanto Cagliostro avesse mai scritto e sostenuto, relativamente almeno alle sue posizioni ideologiche, considerate di maggiore gravità, perché facevano di lui un [[eresiarca]]. Per il resto, l'avvocato cercò di far passare Lorenza come una prostituta, una donna immorale e pertanto inattendibile: lei, «moglie, complice impunita e prostituta non può sicuramente somministrare non già una prova, ma nemmeno un indizio per aprire l'inquisizione», dal momento che, secondo la difesa di Balsamo, se Lorenza diceva il vero era colpevole quanto il marito.
 
Stabilito che gli ordinari rituali massonici erano di per sé suscettibili dell'accusa di [[eresia]], quelli della Massoneria Egizia di Cagliostro furono giudicati certamente eretici. Per provarlo, nel corso degli interrogatori i giudici del Sant'Uffizio trascinarono Giuseppe in discussioni teologiche: la sua ignoranza intorno alle più elementari nozioni di catechismo finì per aggravare la sua posizione. Consapevole della situazione disperata in cui si trovava, il 14 dicembre [[1790]] Cagliostro scrisse al papa:
 
[[File:Pompeo Batoni - Ritratto di Papa Pio VI (National Gallery of Ireland).jpg|thumb|upright|Papa Pio VI]]
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Della Santità Vostra indegnissimo figlio Giuseppe Balsamo peccatore pentito.{{cn}}}}
 
Il 7 aprile [[1791]], il [[Sant'Uffizio]] emise la sentenza:
 
{{Citazione|Giuseppe Balsamo reo confesso e respettivamente convinto di più delitti, è incorso nelle censure e pene tutte promulgate contro gli eretici formali, dommatizzanti, eresiarchi, maestri e seguaci della magia superstiziosa, come pur nelle censure e pene stabilite tanto nelle Costituzioni Apostoliche di [[papa Clemente XII|Clemente XII]] e [[papa Benedetto XIV|Benedetto XIV]] contro quelli che in qualunque modo favoriscono e promuovono le società e conventicole de' Liberi Muratori, quanto nell'Editto di Segreteria di Stato contro quelli che di ciò si rendano debitori in Roma o in alcun luogo del Dominio Pontificio.
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Il libro manoscritto che ha per titolo ''Maçonnerie Égyptienne'' sia solennemente condannato come contenente riti, proposizioni, dottrina e sistema che spiana una larga strada alla sedizione, ed è distruttivo della religion cristiana, superstizioso, blasfemo, empio ed ereticale. E questo libro stesso sia pubblicamente bruciato dal ministro di giustizia insieme cogl'istromenti appartenenti alla medesima setta. Con una nuova Costituzione Apostolica si confermeranno e rimuoveranno non meno le Costituzioni de' Pontefici Predecessori, quanto anche l'accennato Editto di Segreteria di Stato proibitivi delle Società e Conventicole de' Liberi Muratori, facendosi nominatamente menzione della Setta Egiziana, e dell'altra volgarmente chiamata degli Illuminati, con stabilirsi contro tutte le più gravi pene corporali e segnatamente quelle degli eretici contro chiunque o si ascriverà o presterà a favore di tali sette.{{cn}}}}
 
Il cappuccino Francesco Giuseppe di San Maurizio fu condannato a dieci anni, da scontare nel suo convento dell'Ara Coeli; Lorenza, la cui testimonianza fu determinante per la condanna di Cagliostro, venne assolta: tuttavia, scelse di passare i successivi quindici anni nel convento di Sant'Apollonia. Dal [[1806]] fu la portinaia del Collegio Germanico di piazza Sant'Apollinare, dove morì d'di infarto l'11 maggio [[1810]].
 
=== Prigionia e morte ===
[[File:La rocca di San Leo.JPG|thumb|left|La [[Rocca di San Leo]]]]
Dopo averavere abiurato il 13 aprile [[1791]], Cagliostro venne trasferito a [[San Leo (Italia)|San Leo]], nell'[[Appennino tosco-romagnolo]], per essere rinchiuso nella storica Rocca (progettata nel XV secolo da [[Francesco di Giorgio Martini]] per conto di [[Federico da Montefeltro]]). Vi arrivò il 20 aprile e l'11 settembre venne trasferito dalla cella in cui era stato recluso (la stanza del tesoro, ancora oggi visitabile), nella peggiore del carcere:, chiamata il ''Pozzetto:'', perchési trattava di una cella priva di porta, il(Cagliostro detenutovi fu calato da una botola del soffitto.), Delledelle dimensioni di dieci metri quadrati, erae munita solo di una finestrella dotata di una triplice serie di sbarre e appena più larga di una [[feritoia]], con una triplice serie di sbarre da cui si potevano vedere due edifici religiosi, la [[Pieve di Santa Maria Assunta (San Leo)|Pieve di Santa Maria Assunta]] e il [[duomo di San Leo]].
 
Il Sant'Uffizio, contravvenendo alle consuetudini, decise di rompere il segreto procedurale e rendere pubblici gli atti della causa svolta contro Cagliostro (in un "Compendio" firmato dal fiscale del tribunale Giovanni Barberi), con l'intento di convincere l'opinione pubblica della validità della sentenza, ottenendo però l'effetto contrario di consolidare ulteriormente la fama dell'avventuriero.<ref>{{cita|Palmieri}}.</ref>
Inizialmente Giuseppe mostrò grande devozione, espressa da continue preghiere e frequenti digiuni. Dipinse sul muro immagini religiose e ritrasse se stesso nell'atto di battersi il petto in segno di contrizione, tenendo nell'altra mano un crocefisso, disegnò anche una [[Maria Maddalena|Maddalena]] in penitenza. Ben presto, però, iniziò a dare segni di instabilità psichica, segnata da violente ribellioni e da crisi mistiche, cui si poneva rimedio picchiandolo ferocemente.
 
Inizialmente Giuseppe mostrò grande devozione, espressa da continue preghiere e frequenti digiuni. Dipinse sul muro immagini religiose e ritrasse se stesso nell'atto di battersi il petto in segno di contrizione, tenendo nell'altra mano un crocefisso, disegnò anche una [[Maria Maddalena|Maddalena]] in penitenza. Ben presto, però, iniziò a dare segni di instabilità psichica, segnata da violente ribellioni e da crisi mistiche, cui i carcerieri reagivano picchiandolo ferocemente.
Nel dicembre del [[1793]] ottenne il permesso di scrivere al [[Papa]]. Nella speranza di convincerlo del suo pentimento, gli scrisse di avere visioni che gli facevano credere di essere un santo, scelto da Dio per predicare al mondo la necessità di un generale ravvedimento. Non ricevette alcuna risposta e continuò a dipingere sul muro della sua cella immagini ora devote, ora blasfeme.
 
Nel dicembre del 1793 ottenne il permesso di scrivere al [[Papa]]. Nella speranza di convincerlo del suo pentimento, gli scrisse di avere visioni che gli facevano credere di essere un santo, scelto da Dio per predicare al mondo la necessità di un generale ravvedimento. Non ricevette alcuna risposta e continuò a dipingere sul muro della sua cella immagini ora devote, ora blasfeme.
 
[[File:San Leo-la cella di Cagliostro.JPG|thumb|La finestra della cella di Cagliostro.]]
Il 23 agosto [[1795]], Cagliostro fu trovato semiparalizzato. Scrive il cappellano della fortezza, fra' Cristoforo da Cicerchia: «Restò in quello stato apoplettico per tre giorni, né quali sempre apparve ostinato negli errori suoi, non volendo sentir parlare né di penitenza né di confessione. Infine de' quali tre giorni Dio benedetto giustamente sdegnato contro un empio, che ne aveva arrogantemente violate le sante leggi, lo abbandonò al suo peccato ed in esso miseramente lo lasciò morire; esempio terribile per tutti coloro che si abbandonano alla intemperanza de' piaceri in questo mondo, e ai deliri della moderna [[filosofia]]. La sera del 26 fu tolto dalla sua prigione per ordine de' suoi superiori, e fu trasportato al ponente della spianata di questa fortezza di S. Leo, ed ivi fu sepolto come un infedele, indegno dei suffragi di Santa Chiesa, a cui non aveva quell'infelice voluto mai credere».
 
Cagliostro morì il 26 agosto 1795, verso le 22.30; fu sepolto senza cassa e senza alcuna lapide. Le truppe polacche, alleate dei francesi, che nel dicembre del [[1797]] conquistarono senza incontrare resistenza la Rocca, liberando i prigionieri, scoprirono il cadavere. <ref>[{{cita pubblicazione|titolo=Cronaca contemporanea|url=https://books.google.it/books?id=wpp_xNi9ImcC&pg=PA102&lpg=PA102&dq=le+reliquie+di+Cagliostro&source=bl&ots=ji6F_0BkV2&sig=ACfU3U2hDlqS6xqV3FElpSwtejcKM9jCRw&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjDwOKQyuzoAhUyNOwKHRX8CdEQ6AEwD3oECAoQPg#v=onepage&q=le%20reliquie%20di%20Cagliostro&f=false ''|rivista=[[La Civiltà cattolica'', Volume ]]|volume=9 - Volume 10, Parteparte 1 - ed. Civiltà Cattolica, |p=102|anno=1879]}}</ref> Un uomo del posto, che aveva assistito da bambino alla tumulazione e alla estumulazione da parte dei mercenari, ci riporta che questi ultimi conservarono il cranio e lo usarono come coppa per bere alcolici.
 
Il suo nome è diventato sinonimo di "avventuriero" e "imbroglione".<ref>''[http://www.treccani.it/vocabolario/cagliostro/ Cagliostro]'', [[Vocabolario {{Treccani]] on line.|cagliostro|v=1|accesso=2025-09-22}}</ref>
 
== Controversie sulla sua reale identità ==
[[File:Léo Taxil-Mystères de la Franc-Maçonnerie-gravure 102.jpg|thumb|Cagliostro, disegno di Pierre Méjanel]]
AlcuneDa alcune ricerche storiche riterrebberorisulterebbe che il conte Alessandro di Cagliostro, di presunta origine portoghese, e il palermitano Giuseppe Balsamo siano state due persone differenti. Così risulterebbesostengono anche in un recente libro dei due studiosi - padre e figlio - Raffaele e Tommaso De Chirico.<ref>{{Cita pubblicazionelibro|autore=Raffaele e Tommaso De Chirico|titolo=Cagliostro, un Nobile Viaggiatore del XVIII secolo (vol. 1), il conte di Cagliostro nel suo tempo (vol. 2), |editore=Ed. Mnamon, Milano, 2014|rivistacittà=Milano|volume=|numeroanno=2014}}</ref>
 
La confusione tra i due personaggi sarebbe stata voluta dai nemici di Cagliostro, in primis l'[[Inquisizione]], che avrebbero pagato Balsamo e sua moglie per recitare il ruolo di Cagliostro come un impostore truffaldino e screditarlo così agli occhi del popolo. Lo stesso Cagliostro, peraltro senza far chiarezza sulla sua reale identità, disse a proposito di se stesso al Procuratore generale di Parigi nel 1786:
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* ''[[Les Expériences érotiques de Frankenstein]]'', regia di [[Jesús Franco]], 1972.
* ''[[Cagliostro (film 1975)|Cagliostro]]'', regia di Daniele Pettinari, 1975.
* ''[[Lupin III - Il castello di Cagliostro]]'', regia di [[Hayao Miyazaki]], 1979. Qui Cagliostro è il nome di unaun piccolapiccolo conteaStato indipendente situatasituato sulle Alpi.
* ''[[Formula dell'amore]]'', regia del [[Unione Sovietica|sovietico]] [[Mark Anatol'evič Zacharov|Mark Zakharov]]'', 1984.
* Nel film ''[[Hudson Hawk - Il mago del furto|Hudson Hawk - il mago]]'' del furto]], 1991, i protagonisti, tra cui [[Bruce Willis]], [[Danny Aiello]] insieme ad [[Andie MacDowell]], sono coinvolti nel dar la caccia ai segreti alchemici di Cagliostro.
* ''[[L'intrigo della collana]]'' (''The Affair of the Necklace''), regia di [[Charles Shyer]], 2001.
* ''[[Il ritorno di Cagliostro]]'', regia di [[Ciprì e Maresco]], 2006.
* Nel film ''[[Doctor Strange (film)|Doctor Strange]]'', del 2016, si parla di un libro riguardante il conte Cagliostro.
 
=== Televisione ===
* La serie [[anime]] ''[[Le Chevalier D'Eon]]'' ha, tra i suoi personaggi, Cagliostro.
* Nella serie TV ''[[La porta rossa#Seconda stagione|La porta rossa 2]]'' è presente un libro colcon il nome ''I misteri del conte di Cagliostro''.
* ''[[Lupin III - La partita italiana]]'', regia di [[Kazuhide Tomonaga]] e [[Yûichirô Yano]], 2016. Venticinquesimo ''special'' televisivo di [[Lupin III]] che verte su un'eredità lasciata da Giuseppe Balsamo, a cui è collegato anche l'[[affare della collana]].
 
=== Musica ===
* [[Ildebrando Pizzetti]], ''[[Cagliostro (opera)|Cagliostro]]'' (dramma in quattro parti), 1952.
* [[Johann Strauss (figlio)|Johann Strauss]], ''Cagliostro a Vienna'' (operetta in tre atti), 1875. Da un brano di questa ricavò il celebre ''[[Cagliostro-Walzer]]''.
 
=== Narrativa ===
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* [[Arkadij e Boris Strugackij]], ''[[Lunedì inizia sabato]]'', 1965.
* [[Sergio Campailla]], ''[[La Divina Truffa]]'', Milano, Bompiani, 2008.
* Joannes Yrpekh, ''[https://associazioneperankh.files.wordpress.com/2010/06/cagliostro-sintesi-degli-insegnamenti.pdf Cagliostro]'', 2010.
* [[Massimo Siviero]], ''Mater munnezza'', Napoli, Cento Autori, 2011.
* [[Vittorio Giacopini]], ''Nello specchio di Cagliostro. Un sogno a Roma'', Milano, Il Saggiatore, 2013.
* Elio Manili, ''Cagliostro. L'amico degli uomini'', Acireale, Tipheret, 2015.
* [[Leo Perutz]], ''La nascita dell'Anticristo'', 1921.
 
=== Teatro ===
* Joannes Yrpekh, ''[https://associazioneperankh.files.wordpress.com/2010/06/cagliostro-sintesi-degli-insegnamenti.pdf Cagliostro]'', 2010.
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
===Opere pubblicate a nome di Cagliostro===
* {{Cita libro|Roberto|Gervaso|Cagliostro|1973|Rizzoli|Milano|isbn=|cid=Gervaso, 1973}}
* {{cita libro|autore=G. Balsamo Conte di Cagliostro, ''|lingua=fr|titolo=Maçonnerie Egyptienne'', |edizione=ristampa del testo edito nel 1780, |editore=Gruppo Editoriale Castel Negrino, |città=Napoli|anno=2006.}}
* {{cita libro|lingua=fr|titolo=Mémoire pour le comte de Cagliostro, accusé, contre M. le procureur-général, accusateur, en présence de M. le Cardinal de Rohan, de la comtesse de la Motte, & autres co-accusés|città=Paris|anno=1786|editore= De l'imprimerie de Lottin l'ainé, & Lottin de Saint-Germain|url=https://archive.org/details/memoirepourlecom00cagl/mode/2up|via=''archive.org''}}
* ''Mèmoire pour le comte de Cagliostro accusé [...]'', Paris 1786
* ''{{cita libro|lingua=fr|titolo=Lettre du Comte de Cagliostro au peuple anglaisAnglois, pour servir de suite àa ses mémoires|url=https://archive.org/details/bim_eighteenth-century_lettre-du-comte-de-cagli_cagliostro-alssenadro-_1786|via='', Paris 1786archive.org''}}
 
* ''[http://books.google.it/books?id=J-Y5AAAAcAAJ&pg=PA90&dq=cagliostro&as_brr=1#v=onepage&q&f=false Compendio della vita e delle gesta di Giuseppe Balsamo denominato il Conte di Cagliostro]'', Roma, 1791
===Opere su Cagliostro===
* A. Lattanzi, ''Bibliografia della Massoneria italiana e di Cagliostro''. Firenze, Olschki, 1974.
;Opere a carattere generale
* N. Matteini, ''Il conte di Cagliostro. Prigionia e morte nella fortezza di San Leo'', Bologna 1977.
* {{cita libro|autore1=[[Antoine Faivre]]|autore2=[[Serge Hutin]]|autore3=[[Jean Séguy (sociologo)|Jean Séguy]]|titolo=Esoterismo, spiritismo, massoneria|città=Bari-Roma|anno=1990|editore=Laterza|collana=Biblioteca Universale Laterza|isbn=88-420-3536-X}}
* A. Ziegler, ''Il tramonto di Cagliostro. Il processo e la difesa'', Trento 1979.
* {{cita libro|autore-capitolo=[[Michele Moramarco]]|capitolo=Cagliostro|titolo=Grande Dizionario Enciclopedico |editore=UTET|edizione=4|città=Torino|anno=1985}}
* C. Gentile, ''Il mistero di Cagliostro e il sistema "egizio"'', Foggia 1980.
* {{cita libro|wkautore=Johann Wolfgang von Goethe|Johann Wolfgang|Goethe|[[Viaggio in Italia (saggio)|Viaggio in Italia]]|1982|De Agostini|Novara|cid=Goethe}}
* Gastone Ventura, ''Cagliostro, un uomo del suo tempo'', Atanor ISBN 8871691970
 
* C. Montini, ''Cagliostro il Grande Cofto'', Genova 1981.
;Monografie
* Antoine Faivre - Serge Hutin - J. Séguy, ''Esoterismo, spiritismo, massoneria'', Bari-Roma 1990.
* {{cita libro|url=http://books.google.it/books?id=J-Y5AAAAcAAJ&pg=PA90&dq=cagliostro&as_brr=1#v=onepage&q&f=false|titolo=Compendio della vita e delle gesta di Giuseppe Balsamo denominato il Conte di Cagliostro|città=Roma|anno=1791|editore=Nella stamperia della Rev. Camera Apostolica}}
* P. Brunet, ''Cagliostro'', Milano 1994.
* {{cita libro|Philippe|Brunet|Cagliostro|1994|Rusconi|Milano|collana=Le vite}}
* [[Michele Moramarco]], "Cagliostro", in ''Grande Dizionario Enciclopedico UTET'', 4.a ed., Torino 1985.
* {{cita libro|autore=[[Pier Carpi]]|titolo=Cagliostro il taumaturgo|editore=MEB|anno=1972|postscript=nessuno}} (poi, per lo stesso editore, nuove edizioni nel 1975 e 1979).
* Daniela Gallingani (a cura di), ''Presenza di Cagliostro. Atti del convegno internazionale di San Leo, 20-22 giugno 1991'', Firenze, Centro editoriale toscano, 1994.
* {{cita libro|Pier|Carpi|Cagliostro: il maestro sconosciuto|1997|Edizioni Mediterranee|Roma|isbn=9788827204498|collana=Controluce}}
* J. W. [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]], ''[[Viaggio in Italia (saggio)|Viaggio in Italia]]'', Milano 1999 ISBN 88-04-22981-0
* P.{{cita libro|Paolo|Cortesi. ''|Cagliostro. Maestro illuminato o volgare impostore?'',|2004|Newton Compton|Roma 2004 |ISBN =88-541-0177-X}}
* {{cita libro|curatore=Daniela Gallingani|titolo=Presenza di Cagliostro. Atti del convegno internazionale di San Leo, 20-22 giugno 1991|città=Firenze|editore=Centro editoriale toscano|anno=1994}}
* [[Arturo Reghini]], ''Cagliostro'', Associazione Culturale Ignis, 2007.
* {{cita libro|Carlo|Gentile|Il mistero di Cagliostro e il sistema egiziano|1980|Bastogi|Foggia}}
* [[Pier Carpi]], ''Cagliostro il taumaturgo'', MEB 1972 (poi, per lo stesso editore, nuove edizioni nel 1975 e 1979)
* {{Cita libro|wkautore=Roberto Gervaso|Roberto|Gervaso|Cagliostro|1972|Rizzoli|Milano|cid=Gervaso}}
* Pier Carpi, ''Cagliostro: il maestro sconosciuto'', Edizioni Mediterranee, Roma 1997
* {{cita libro|Marc|Haven|Il Maestro Sconosciuto: Cagliostro|2004|Editrice Cambiamenti|Bologna}} L'edizione è stata tradotta, per la prima volta in italiano, con aggiunta di un fondamentale aggiornamento storico e filosofico, a cura di Franco de Pascale, fiorentino.
* L.Natoli, "Cagliostro" Flaccovio Editore. ISBN 978-88-7804-419-7
* {{cita libro|Agostino|Lattanzi|Bibliografia della Massoneria italiana e di Cagliostro|1974|Olschki|Firenze}}
* Constantin Photiadès, ''Le vite del conte di Cagliostro'', Sellerio editore, Palermo, 2005.
* {{cita libro|Nevio|Matteini|Il conte di Cagliostro. Prigionia e morte nella fortezza di San Leo|1977|Cappelli|Bologna}}
* {{cita libro|Carlo|Montini|Cagliostro il Grande Cofto|url=https://books.google.it/books/about/Cagliostro_il_grande_Cofto.html?id=zW8YAAAAIAAJ&redir_esc=y|1981|Alkaest|Genova}}
* {{cita libro|Luigi|Natoli|Cagliostro|1993|Flaccovio Editore|ISBN=978-88-7804-419-7}}
* {{cita libro|Pasquale|Palmieri|Le cento vite di Cagliostro|2023|Il Mulino|Bologna|url=https://www.google.it/books/edition/Le_cento_vite_di_Cagliostro/v2SnzwEACAAJ?hl=it|isbn=9788815383419|cid=Palmieri}}
* {{cita libro|Constantin|Photiadès|Le vite del conte di Cagliostro|2005|Sellerio|Palermo|traduttore=A. Zanetello|isbn=978-8838919824}}
* {{cita libro|autore=[[Arturo Reghini]]|titolo=Cagliostro|editore=Associazione Culturale Ignis|anno=2007}}
* {{cita libro|Gastone|Ventura|Cagliostro, un uomo del suo tempo|2002|Atanor|ISBN=8871691970}}
* {{cita libro|Antonio|Ziegler|Il tramonto di Cagliostro. Il processo e la difesa|1979|Reverdito|Trento}}
 
== Voci correlate ==
* [[Affare della collana]]
*[[Libertino (sociologia)]]
* [[Marc Bédarride]]
* [[Libertino (sociologia)]]
* [[Massoneria]]
 
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[[Categoria:Persone condannate per eresia]]
[[Categoria:Alchimisti italiani]]
[[Categoria:Personaggi legati a un'antonomasia]]