Santa Veneranda: differenze tra le versioni

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{{Notanota disambigua|altri significati|Santa Venera (disambigua)|Santa Venera}}
{{ndnota disambigua|la frazione di [[Pesaro]]|Santa Veneranda (Pesaro)}}
{{U|Parasceva di Roma|religione|marzo 2023}}
{{Santo
|nome = Santa Veneranda
|immagine = Lazzaro Bastiani - St Veneranda Enthroned - WGA01496.jpg
|didascalia = [[Lazzaro Bastiani]]: Santa Veneranda in trono
|note = Vergine e Martiremartire
|venerato da = Chiesa cattolica
|beatificazione = =
|canonizzazione = =
|santuario principale =
|ricorrenza = [[1426 novembreluglio]]
|attributi = palma, giglio, diadema, bastone del pellegrino
|patrono di = =[[Mortara]], [[Fermignano]], [[Santa Veneranda (Pesaro)|Santa Veneranda]], [[Vallo della Lucania|Angellara]], [[Ercolano (comune)|Ercolano]], [[Moio della Civitella]], [[Carfizzi]], [[Gerace]], [[Acireale]], [[Avola]], [[Grotte]], [[Santa Venerina]], [[Santa Venere-portella]]
|sesso = F
|nato = [[II secolo]]
|morto = [[II secolo]]
}}
{{Bio
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|Cognome =
|Sesso = F
|LuogoNascita = Gallia
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = ca.II 100secolo
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = ca.II 144secolo
|AttivitàEpoca = 100
|Attività = santa
|Nazionalità = romana
|Categorie = no
|FineIncipit = , detta anche '''Venera''' è stata [[Verginità|vergine]], messaggera di fede, [[martirio cristiano|martire]] [[Cristianesimo|cristiana]] e venerata come [[Santa]] dalla [[Chiesa cattolica]]. Nel "Catalogo Sanctorum" redatto negli anni 1369-1372, dal veneziano [[Pietro de' Natali]], al capitolo 61 è citata Santa Veneranda vergine, nata in Gallia (odierna [[Francia]]) nel II secolo e martire a Roma durante la [[persecuzione dei cristiani]] al tempo dell’imperatore [[Antonino Pio]] (138-161). La celebrazione riportata al [[14 novembre]] è stata trasferita alla stessa data nel "[[Martirologio Romano]]"<ref>{{cita libro |autore= |titolo=The Roman martyrology |url=https://archive.org/details/romanmartyrology00cathuoft/page/350 |editore=John Murphy |città=Baltimore |anno=1912 |p=351 |lingua=en}}</ref> Spesso la sua leggenda viene confusa con quella di [[Parasceva di Roma|santa Parasceva]] che, dalla [[Chiesa ortodossa|Chiesa ortodossa orientale]] viene venerata il 26 luglio.
|FineIncipit = , detta anche '''Venera''' o '''Veneria''' è stata [[Verginità|vergine]], messaggera di fede, [[Martirio (cristianesimo)|martire]] [[Cristianesimo|cristiana]] e venerata come [[Santo|santa]] dalla [[Chiesa cattolica]]
Il culto di questa santa è praticato in molti luoghi in Italia, come ad esempio a [[Mortara]] in [[Lombardia]], [[Sezze]] nel [[Lazio]], [[Ascoli Piceno]], [[Fermignano]], [[Pesaro]], [[Santa Veneranda (Pesaro)|Santa Veneranda]] nelle [[Marche]], [[Vallo della Lucania|Angellara]], [[Ercolano]] e [[Moio della Civitella]] in [[Campania]], [[Lecce]] in [[Puglia]], [[Carfizzi]], [[Crotone]], [[Gerace]] e [[Reggio Calabria|Pavigliana]] in [[Calabria]], [[Acireale]], [[Avola]], [[Grotta]], [[Santa Venerina]] in [[Sicilia]] ecc.<ref>{{cita libro |autore=Enzo D'Agostino |titolo=Da Locri a Gerace: storia di una diocesi della Calabria bizantina dalle origini al 1480 |url=https://books.google.it/books?id=BboD1dw8yU4C&lpg=PP1&hl=de&pg=PA52#v=onepage&q&f=false |editore=Rubbettino |città=Soveria Mannelli |anno=2004 |p=52}}</ref>
}}
 
Il nome è la latinizzazione di [[Parasceva di Roma|'''Parasceve''']]<ref>{{cita|B.S: 1968|col. 330.}}</ref> con il quale è venerata dalla [[chiesa ortodossa]]. Nel "Catalogo Sanctorum" redatto negli anni 1369-1372, dal veneziano [[Pietro de' Natali]], al capitolo 61 è citata Santa Veneranda vergine, nata in Gallia (odierna [[Francia]]) nel II secolo e martire a Roma durante la [[persecuzione dei cristiani]] al tempo dell’imperatore [[Antonino Pio]] (138-161). La celebrazione era riportata il [[14 novembre]] nelle più vecchie pubblicazioni del "[[Martirologio Romano]]"<ref>{{cita libro |autore= |titolo=The Roman martyrology |url=https://archive.org/details/romanmartyrology00cathuoft/page/350 |editore=John Murphy |città=Baltimore |anno=1912 |p=351 |lingua=en}}</ref> ma nell'edizione del 2004 ne è stata espunta data la improbabile storicità del personaggio. Il culto di questa santa ècontinua ad essere praticato in molti luoghi in Italia, come ad esempio a [[Mortara]] in [[Lombardia]], [[Sezze]] nel [[Lazio]], [[Ascoli Piceno]], [[Fermignano]], [[Pesaro]], [[Santa Veneranda (Pesaro)|Santa Veneranda]] nelle [[Marche]], [[Vallo della Lucania|Angellara]], [[Ercolano (comune)|Ercolano]] e [[Moio della Civitella]] in [[Campania]], [[Lecce]] in [[Puglia]], [[Carfizzi]], [[Crotone]], [[Gerace]] e [[Reggio Calabria|PaviglianaP]], [[Santa Venere-portella]] in [[Calabria]], [[Acireale]], [[Avola]], [[GrottaGrotte]], [[Santa Venerina]], in [[Sicilia]], [[Lauria]] in [[Basilicata]] ecc.<ref>{{cita libro |autore=Enzo D'Agostino |titolo=Da Locri a Gerace: storia di una diocesi della Calabria bizantina dalle origini al 1480 |url=https://books.google.it/books?id=BboD1dw8yU4C&lpg=PP1&hl=de&pg=PA52#v=onepage&q&f=false |editore=Rubbettino |città=Soveria Mannelli |anno=2004 |p=52}}</ref>
 
== Origine del nome ==
Il nome è dinella origineforma latina e significa "degna di venerazione".<ref>{{Santiebeati|90950|Santa Veneranda, martire|accesso=16 marzo 2019}}</ref> In realtà il nome è un derivato di Venera, riferito alla giornata dedicata a Venere,<ref name="heiligenlexikon">{{cita web|url=https://www.heiligenlexikon.de/BiographienV/Veneranda_von_Gallien.html|titolo=Veneranda von Gallien|lingua=de|accesso=20 marzo 2019}}</ref> Infatti il termine greco ''Parasceve'' (genericamente ''preparazione'') era stato adottato dagli Ebrei ellenistici per indicare il venerdì, ovvero il giorno della preparazione allo ''[[Shabbat]]''<ref>{{Cita libro|autore=Lorenzo Rocci|titolo=Dizionario Greco-Italiano|anno=1966|editore=Società editrice Dante alighieri|città=Città di Castello|p=1422}}</ref>. Una traduzione dovuta allo scopo di ripulire il nome dai connotati bizantini e renderla comprensibile e associabile, assieme alla trasformazione di Ciriaca in di [[Domenica di Tropea|santa Domenica]], a due giorni fondamentali nella settimana santa<ref>{{Cita|Giacovelli 2015|pp. 135-136.}}</ref>. Poco si sa di questa santa, tra le altre cose Veneranda è l’unica santa con questo nome, mentre di [[Veneranda#Onomastico|Venerando]]<ref>La giornata commemorativa di San Venerando, martirizzato a [[Troyes]], in [[Francia]] durante la [[persecuzione dei cristiani]] sotto l'imperatore [[Aureliano]] nel III secolo, si celebra il 14 novembre. Il 25 maggio si festeggia un San Venerando di [[Brescia]] che fu martirizzato con suo fratello Massimo. Un martire ucciso a [[Clermont]] nel 423 viene celebrato il 18 gennaio e il 25 dicembre.</ref> ce ne sonovengono ipotizzati tre.<ref name="Santiebeati">{{Santiebeati|3865|Venerando|accesso=20 maggio 2019}}</ref> Un'altra interpretazione del nome è un derivato di Venera, la giornata dedicata a Venere che potrebbe indicare un venerdì come giorno della nascita.<ref name=heiligenlexikon>{{cita web|url=https://www.heiligenlexikon.de/BiographienV/Veneranda_von_Gallien.html |titolo=Veneranda von Gallien |lingua=de |accesso=20 marzo 2019}}</ref>
 
== Agiografia ==
Secondo notizie incerte, Veneranda, sarebbe stata la figlia dei cristiani Agatone e Polena, cresciuta nella [[provincia romana]] della [[Gallia]], educata e istruita con grande cura. [[Verginità|vergineVergine]], si è dedicata alla cura dei poveri, all'istruzione e all'insegnamento ai candidati al battesimo femminile. All'età di 39 anni lasciò la sua patria, la Gallia e andò a [[Roma]] dove, durante la [[Persecuzione dei cristiani nell'Impero romano#Da Antonino Pio (138) a Commodo (192)|persecuzione dei cristiani]] da parte dell'[[Imperatore romano|imperatore]] Antonino Pio, venne catturata e temporaneamente imprigionata dal prefetto Asclepio. In vari luoghi sarebbe stata torturata e infine decapitata a Roma.<ref name=heiligenlexikon />
[[File:Veneranda e Santa Petronilla (Saint Petronilla leads the deceased Veneranda to paradise) light sharpen.jpg|miniatura|Santa Petronilla accompagna Veneranda in cielo]]
Il corpo della Veneranda fu sepolto in un [[Arcosolio]] delle [[Catacombe di Domitilla]] a Roma. Sulla parete di fondo si trova un affresco del IV secolo. La Veneranda è ritratta in piedi in atteggiamento di orante, vestita con un'ampia [[dalmatica]] e con la testa velata. Alla sua destra ci sono fiori rossi, a simboleggiare il giardino paradisiaco in cui viene introdotta da [[santa Petronilla]] che indossa una tunica e un [[himation]]. Petronilla punta con la mano sinistra verso un contenitore aperto con pergamene, delle quali una più in alto è aperta; è il simbolo della legge di Dio che osserva fedelmente la defunta la quale guadagna così la ricompensa eterna.<ref>{{cita libro |autore=Umberto M. Fasola |titolo=Die Domitilla-Katakombe und die Basilika der Märtyrer Nereus und Achilleus |url=https://books.google.it/books?id=5fgrjkHFHF8C&lpg=PP1&hl=de&pg=PA40#v=onepage&q&f=false |editore= Pontificia Commissione di Archeologia Sacra |città=Città del Vaticano |anno=1989 |pp=40-41 |lingua=de}}</ref>
 
== Tradizione ==
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=== Lombardia ===
==== Santa Veneranda di [[Mortara]] ====
{{F|santi latini|maggio 2019}}
[[File:SantaVenerandaRitratto.jpg|miniatura|Santa Veneranda Vergine e Martire, tela custodita nella [[Chiesa di San Carlo a (Mortara)|chiesa di San Carlo Borromeo]] dia [[Mortara]].]]
Nel [[1647]], per ordine del [[papa Innocenzo X]], iniziarono gli scavi nella catacomba di Calepodio in Roma. Padre Simpliciano da [[Milano]], [[Padre provinciale|Provinciale]] e Commissario Generale dei [[Cappuccini]] in Roma, ricevette dal [[Vescovo]] Alessandro Vittricio, vice gerente del [[cardinale vicario]] per la città di Roma, le reliquie della Santa, estratte dalla catacomba il 10 novembre 1647; le ossa furono portate in una chiesa conventuale romana e murate provvisoriamente in un loculo, sul quale si leggeva "Hic jacet corpus Venerandae MartirMartiris" (Qui giace il corpo della Martire Veneranda).
 
Nel [[1650]], Prete Michele Tebaldeo di [[Mortara]] richiese all'amico Padre Simpliciano una [[reliquia]] insigne da donare alla città di Mortara e da venerarsi nella chiesa di [[Carlo Borromeo|San Carlo]], ancora in costruzione sul luogo in cui, secondo la tradizione, il Santo di passaggio a Mortara si dissetò a una fonte.
Padre Tebaldeo ottenne la concessione del corpo di Santa Veneranda, con la precisazione che non si trattava di uno dei martiri presenti nel Martirologio Romano.
 
Non è chiaro se il nome Veneranda sia il nome proprio della Santa o se sia un nome attribuito alle sacre ossa, dopo il ritrovamento. Padre Simpliciano scriveva nel
1650 a Padre Tebaldeo: ''Ho qua ottenuto il corpo di S. Veneranda; quale sebene come che patì qui in Roma il suo martirio, non possa dirsi esser quella che stà notata nel Martirologio Romano, che lo patì in Franza; ad ogni modo potrebbesi di essa fare l'offitio il giorno medesimo, che pare sia il quattordecimo di novembre; nel quale cade la Commemorazione di quest'altra''. Ciò toglie ogni dubbio sul fatto che le ossa ritrovate non appartengano a [[Santa Venera]], detta anche Veneranda.
[[File:SantaVeneranda2014.jpg|miniatura|upright=1.5|Il corpo di santa Veneranda Vergine e Martire nella [[Chiesa di San Carlo (Mortara)|chiesa di San Carlo Borromeo]] a [[Mortara]].]]
Il 24 febbraio 1651 avvenne in Mortara la [[ricognizione]] delle reliquie, giunte da Roma con i sigilli del [[cardinale vicario]] [[Marzio Ginetti]], alla presenza del Vicario Capitolare e Generale diocesano, essendo vacante la sede vescovile di [[Vigevano]]; l'ampolla di sangue, attestante l'avvenuto martirio, non è stata rinvenuta durante la ricognizione. Rotti i sigilli, il Vicario attestò l'autenticità delle Reliquie e ne ordinò l'esposizione alla pubblica venerazione nella [[Chiesa di San Carlo a Mortara|chiesa di San Carlo]]. Le ossa vennero affidate al sacerdote Carlo Francesco Moschetti che, non essendo ancora terminata la costruzione della chiesa di San Carlo, le custodì in modo inadeguato in casa propria.I fedeli, indignati del comportamento di don Moschetti e supportati dal prevosto di [[Duomo di Mortara|San Lorenzo]], ricorsero al [[Vicario generale]] che, con un'ordinanza, impose che le reliquie venissero murate provvisoriamente in un loculo, ricavato sull'altare di [[Sant'Ambrogio]] nella [[Duomo di Mortara|Basilica di San Lorenzo]]. Le reliquie rimasero in tale luogo fino al [[1664]], anno in cui furono ricomposte in una cassetta più adatta, ad opera del cappuccino Padre Domenico da Milano. All'una di notte dell'11 novembre 1664 vennero esposte sull'altare maggiore della [[Duomo di Mortara|Collegiata]]. Il giorno successivo, la solenne traslazione nella chiesa di San Carlo, ormai ultimata, non poté essere effettuata "propter incessabile acquarum diluvium" (per un'incessante pioggia torrenziale). La traslazione avvenne la successiva domenica, 19 novembre, "col sorriso del cielo e i cuori frementi di gioia".
Le sacre ossa, in numero di novanta, vennero murate in un loculo sotto l'altare maggiore della chiesa di San Carlo, vicino alla fonte da cui si dissetò il Santo Vescovo. Proprio la vicinanza a questa fonte e la crescente umidità costrinsero a una nuova ricognizione delle reliquie nel [[1731]], anno in cui furono ricomposte in una nuova teca.
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In occasione del 350º anniversario della collocazione delle reliquie nella chiesa di San Carlo Borromeo, nel settembre [[2014]] si è proceduto a una nuova ricognizione delle reliquie e alla ripulitura dell'urna. Le ossa hanno subito uno specifico trattamento, la veste bianca è stata sostituita in quanto l'originale versava in cattive condizioni a causa dell'umidità. Il diadema, il giglio e la palma sono stati trattati e riportati all'originale splendore.
 
[[File:Santa Veneranda.JPG|miniatura|upright=1.5|L'urna come appariva nel maggio del 1925.]]
La devozione che i mortaresi tributano a Santa Veneranda ha una tradizione secolare: si narra che più volte la Patrona abbia preservato la città da pestilenze e abbia concesso alle madri di riabbracciare i figli, tornati dal fronte.
 
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Numerose sono le preghiere e gli inni a Lei dedicati; nel 1925 [[Ettore Schinelli]] compose l'inno ufficiale per le feste centenarie e per la ricomposizione delle reliquie nell'urna. Recentemente è stato rinvenuto un inno manoscritto, che reca la firma di [[Raffaele Casimiri]], il quale lo dedicò alla Santa probabilmente durante la permanenza a [[Vercelli]]. L'inno popolare, che ancora oggi si canta il giorno della [[memoria (liturgia)|memoria liturgica]], ha la musica di [[Luigi Picchi]] e il testo di mons. Dughera.
 
=== Marche ===
In molti luoghi della regione sono presenti vari affreschi e dipinti dedicati a Santa Veneranda.
 
==== Loro Piceno ====
Nella chiesa di Santa Maria in piazza si trova un affresco raffigurante ''il martirio di Santa Veneranda'', risalente al XV secolo.
 
L'[[affresco]] raffigura la Santa immersa in una tinozza di olio bollente, nell'atto di pregare, mentre i carnefici sono intenti ad alimentare il fuoco. La scena è sovrastata da una lunetta raffigurante [[Maria Maddalena]] e [[Giovanni (evangelista)|Giovanni Evangelista]] mentre compiangono il Cristo morto.
 
==== Santa Veneranda ====
Nella frazione di [[Pesaro]] che porta il nome di [[Santa Veneranda (Pesaro)|Santa Veneranda]] vi è una chiesa, eretta nel 1607, dove è presente un affresco raffigurante "Madonna col bambino, San Sebastiano e Santa Veneranda". La patrona viene festeggiata nelle celebrazioni della Festa del Basilico che si tiene nell'ultima domenica di luglio o nella prima domenica di agosto.
 
=== Campania ===
 
==== Ercolano ====
[[File:Ercolano Basilica di Santa Maria a Pugliano.JPG|miniatura|Basilica di Santa Maria a Pugliano]]
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[[File:Santa Venera di Platania.jpg|miniatura|[[Giacinto Platania]]: Santa Venera di Acireale (XVII secolo)]]
[[File:Acirealeren eliza 1.JPG|miniatura|Cattedrale di Maria Santissima Annunziata ad Acireale]]
Secondo la tradizione, Santa Venera sarebbe nata il Venerdì Santo nell'anno 100 da genitori benestanti e devoti, Agatone e Ippolita dalla Gallia. Si dice che dopo 35 anni di preghiere e suppliche a Dio, ebbero la gioia di avere una figlia. Secondo la tradizione, madre voleva che si chiamasse Venere (Parasceve) in ricordo del giorno fortunato della sua nascita, però Agatone, temendo che quel nome potesse essere confuso con quello della dea romana, la chiamò Veneranda.<ref name=preghiereagesuemaria>{{cita web |url=http://www.preghiereagesuemaria.it/santiebeati/santa%20venera.htm |titolo=Santa Venera |accesso=27 marzo 2019 |dataarchivio=18 ottobre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111018062630/http://preghiereagesuemaria.it/santiebeati/santa%20venera.htm |urlmorto=sì }}</ref> Venera sarebbe cresciuta cresciuta secondo i principi del cristianesimo e avrebbe praticato l'assistenza ai malati.<ref name=comune>{{cita web|url=https://www.comune.acireale.ct.it/Tradizione/SantaVenera.aspx |titolo=Santa Venera |accesso=24 marzo 2019}}</ref>
 
Quando Veneranda aveva 20 anni, i suoi genitori morirono, quindi lei donò tutti i suoi averi ai poveri e si dedicò a un'intensa attività di apostolato, sarebbe stata arrestata dal prefetto Antonio, il quale avrebbe cercato invano di ricondurla alla [[religione romana]], prima con inviti e poi con atroci torture, dalle quali però Venera sarebbe uscita illesa. Il prefetto Antonio si convertì alla vista di tanti miracoli.<ref name=preghiereagesuemaria />
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Santa Venera, patrona di Acireale, viene solennemente festeggiata il 26 luglio (data in cui viene festeggiata, secondo il calendario bizantino, santa Parasceva di Roma), giorno della sua presunta morte per decapitazione.<ref name=comune />
 
Il 14 Novembre, nella cattedrale di Acireale, viene commemorata la traslazione delle reliquie della santa da Ascoli Piceno a Roma, avvenuta nel 1642. Il culto della santa patrona di Acireale fu introdotto il 21 gennaio 1651.<ref name=comune /> Nello stesso giorno si commemora il terribile bombardamento che subì Acireale nel 1941 la note del 14 novembre.
 
Le reliquie sono custodite in un busto reliquiario e in un argenteo scrigno nella Reale Cappella di Santa Venera sul lato destro del transetto dell'attuale cattedrale.<ref>{{cita web|url=http://www.vdj.it/santa-venera-360%C2%B0-della-traslazione-delle-reliquie/ |titolo=Santa Venera, 360° della traslazione delle reliquie |accesso=24 marzo 2019}}</ref> Il simulacro della santa, ricoperto da ex-voti, reca il vangelo e una palma tricoronata in una mano e il crocefisso nell’altra. Alla base vi è una spada con l'elsa d'oro massiccio, omaggio della città di Catania, per suggellare la pace dopo annose rivalità, tra Catania e Acireale.<ref name=comune />
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* Grotte (AG)
* Moio della Civitella (SA)
* Mortara (PV)
* [[Palermo]]
* [[Santa Venerina]] (CT)
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=AA. VV.|titolo=Bibliotheca Sanctorum|data=1968|editore=Città Nuova|città=Roma|posizione=coll. 328-330|volume=X Pabai-Rafols|cid=B.S. 1968}}
* {{cita libro |autore=Enrico Tessera, Riccardo Tacconi |titolo=Mortara nella storia, dalle origini al XIX secolo |editore=Logica Multimedia |città=Mortara |anno=2009 |isbn=88-904082-0-0}}
* {{Cita testo|autore=Domenico Giacovelli|titolo=La probabile latinizzazione spontanea di una locale tradizione di ispirazione bizantina. Il culto di Santa Veneranda Parasceve in Ginosa (TA) dal sec. XII all’epoca moderna|pubblicazione=Vetera Christianorum|editore=Edipuglia|città=Bari|data=2015|numero=52|pp=135-166|cid=Giacovelli 2015}}
 
== Altri progetti ==
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[[Categoria:Santi per nome|Veneranda]]
[[Categoria:Santi romani|Veneranda]]
[[Categoria:Martiri cristiani|Veneranda]]