Sant'Ambrogio: differenze tra le versioni

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|nome = Sant'Ambrogio di Milano
|immagine = Claude Vignon - Saint Ambrose - 68.43 - Minneapolis Institute of Arts.jpg
|didascalia = ''Sant'Ambrogio di Milano'' di [[Claude Vignon]], [[(1623]],; [[Minneapolis Institute of Arts]]).
|note = Vescovo e Dottore della Chiesa
|nato = [[Augusta Treverorum]], [[339]]-[[340]]
|morto = [[Milano]], [[4 aprile]] [[397]]
|venerato da = Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
|santuario principale = [[Basilica di Sant'Ambrogio]], [[Milano]]
|ricorrenza = [[4 aprile]] (vetero-cattolici)<br />[[7 dicembre]] (cattolici)<br />7e dicembre (ortodossi)
|attributi = {{Sf|[[apis|apimiele]], scudiscio[[Flagello (strumento)|flagello]], [[Pastorale (liturgia)|bastone pastorale]] e [[laridaeLaridae|gabbiano]]<ref>{{Cita web |autore=Paolo Ondarza |url=https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2020-12/sant-ambrogio-milano-diocesi-frigerio-arte-chiesa-7-dicembre.html |titolo=Il flagello e il miele. Il volto di Ambrogio nell'arte |sito=[[Vatican News]] |accesso=2022-08-07}}</ref>
|patrono di = [[Milano]], [[Stresa]], [[Alassio]], [[Prefetto|prefetti]], [[Lombardia]], [[Merate]], [[Rozzano]], [[Monserrato]], [[Villaggio Snia]] (frazione di [[Cesano Maderno]]), [[Buccheri]], [[Cerami]], [[Vigevano]], [[Castel del RioBriosco]], [[Sant'AmbrogioCastel didel TorinoRio]], [[Vescovo|vescovi]], [[Omegna]], [[Carate Brianza]], [[Caslino d'Erba]], [[Settimo Milanese]], [[Dego]], [[Lonate Pozzolo]], [[Roncello]], [[Gorzone (Darfo Boario Terme)]], [[Cuasso al Monte]], [[Cologno Monzese]], [[Porto Ceresio]]
}}
{{Vescovo
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|chiesa = cattolica
|immagine = AmbroseOfMilan.jpg
|didascalia = Mosaico di Sant'Ambrogio di Milano nel [[Sacello di San Vittore in ciel d'oro|sacello di San Vittore]] ([[378]] circa) annesso alla [[Basilica di Sant'Ambrogio|Basilicabasilica del Santosanto]], probabile ritratto del vescovo.<ref>{{Cita web |url=https://www.lastampa.it/vatican-insider/it/2018/10/02/news/milano-studi-confermano-l-identita-di-sant-ambrogio-e-di-due-martiri-1.34049446 |titolo=Milano, studi confermano l’identità di Sant’Ambrogio e di due martiri |sito=[[La Stampa]] |data=2018-10-02}}</ref>.
|ruoliricoperti = [[Vescovo]] di [[Arcidiocesi di Milano|Milano]]
|stemma = Template-Bishop.svg
|motto =
|nato = [[339]]-[[340]] ad [[Augusta Treverorum]]
|ordinato =
|consacrato = [[7 dicembre]] [[374]]
|deceduto = [[4 aprile]] [[397]] a [[Milano]]
}}
{{Bio
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|LuogoNascitaLink = Treviri
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = ca. [[339]]-[[340]]
|LuogoMorte = Milano
|GiornoMeseMorte = 4 aprile
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|AttivitàAltre = , [[scrittore]] e [[santo]]
|Nazionalità = romano
|PostNazionalità = , una delle personalità più importanti nella Chiesa del [[IV secolo]]. È venerato come [[santo]] da tutte le [[Chiesa (comunità)|chiese cristiane]] che prevedono il culto dei santi; in particolare, la [[Chiesa cattolica]] lo annovera tra i quattro [[Dottore della Chiesa|dottori della Chiesa]] d'Occidente o padri della Chiesa occidentale, insieme a [[Sansan Girolamo]], [[Agostino d'Ippona|sant'Agostino]] e [[papaPapa Gregorio I|san Gregorio I papa]]
}}<ref>{{Treccani|dottori-della-chiesa_(Dizionario-di-filosofia)|Dottori della Chiesa|anno=2009}}</ref>
}}
 
Conosciuto anche come '''Ambrogio di Treviri''' per il luogo di nascita, o più comunemente come '''Ambrogio di Milano''', la città di cui assieme a san [[Carlo Borromeo]] e [[san Galdino]] eraè il patrono e della quale fu [[arcidiocesiArcidiocesi di Milano|vescovo]] dal [[374]] fino alla morte, nella quale è presente la [[Basilica di Sant'Ambrogio|basilica a lui dedicata]] che ne conserva le spoglie.
 
Come vescovo, prese una posizione ferma contro l'[[arianesimo]] e tentò di mediare il conflitto tra gli imperatori [[Magno Massimo]] e [[Teodosio I]] (e fu un fedele collaboratore, se non anche una fonte di ispirazione per quest'ultimo).
 
== Biografia ==
=== Gioventù ===
[[File:Altare di s. ambrogio, 824-859 ca., retro di vuolvino, storie di sant'ambrogio 04 ordinazione vescovile.jpg|alt=|miniatura|[[Altare di Sant'Ambrogio]], 824-859 ca., ''Ambrogio ordinato vescovo''.]]
Aurelio Ambrogio nacque ad ''[[Augusta Treverorum]]'' (l'odierna [[Treviri]], nella [[Renania-Palatinato]], in [[Germania]]), nella [[Gallia Belgica]], dove il padre esercitava la carica di [[prefetto del pretorio]] delle [[Gallia|Gallie]], nel [[339]]-[[340]] in una famiglia [[Roma (città antica)|romana]] di rango [[Senato romano|senatoriale]] appartenente alla prestigiosa ''[[gens Aurelia]]'', la cui famiglia materna apparteneva inoltre al ramo dei ''[[Gens Aurelia#Aurelii Symmachi|Simmaci]]''<ref>{{Cita libro |nome=Johan |cognome=Leemans |nome2=Peter Van |cognome2=Nuffelen |nome3=Shawn W. J. |cognome3=Keough |titolo=Episcopal Elections in Late Antiquity |url=https://books.google.com/books?id=iqxFfcRzqh8C&pg=PA50 |data=28 luglio 2011 |editore=Walter de Gruyter |lingua=en |ISBNisbn=978-3-11-026860-7}}</ref> (era dunque un cugino dell'oratore [[Quinto Aurelio Simmaco]]).
 
La famiglia di Ambrogio risultava convertita al [[cristianesimo]] già da alcune generazioni (egli stesso soleva citare con orgoglio la sua parente [[Santa Sotere]], martire cristiana che «ai consolati e alle prefetture dei parenti preferì la fede»);<ref>Ambrogio, ''Exorthatio virginitatis'', 12, 82.</ref>); una sua sorella ed un suo fratello, [[Santa Marcellina|Marcellina]] (consacratasi a Dio nelle mani di [[papa Liberio]] nel [[353]]) e [[Satiro di Milano]], vennero poi venerati come [[Santo|santi]].
 
Destinato alla carriera amministrativa sulle orme del padre, dopo la sua prematura morte frequentò le migliori scuole di [[Roma]], dove compì i tradizionali studi del [[trivio|''trivium'']] e del [[quadrivio|''quadrivium'']] (imparò il [[lingua greca|greco]] e studiò [[diritto]], [[letteratura]] e [[retorica]]), partecipando poi attivamente alla vita pubblica dell'Urbe.
 
=== Incarichi pubblici e nomina a vescovo di Milano ===
Dopo cinque anni di avvocatura esercitati presso [[Sirmio]] (l'odierna [[Sremska Mitrovica]], in [[Serbia]]), nella [[Pannonia (provincia romana)|Pannonia Inferiore]], nel [[370]] fu incaricato quale governatore dell'[[Italia Annonaria]] per la provincia romana ''[[Aemilia et Liguria]]'', con sede a [[Milano]], dove divenne una figura di rilievo nella corte dell'imperatore [[Valentiniano I]]. La sua abilità di funzionario nel dirimere pacificamente i forti contrasti tra [[arianesimo|ariani]] e [[Chiesa cattolica|cattolici]] gli valse un largo apprezzamento da parte delle due fazioni.<ref>Robert Wilken, "''The Spirit of Early Christian Thought"'' (Yale University Press: New Haven, 2003), pp. 218.</ref><ref name="Michael Walsh 1991 pp. 407">Michael Walsh, ed. "''Butler's Lives of the Saints"'' (HarperCollins Publishers: New York, 1991), pp. 407.</ref>
 
Nel [[374]], alla morte del vescovo ariano [[Aussenzio di Milano]], il delicato equilibrio tra le due fazioni sembrò precipitare. Il biografo [[Paolino di Milano|Paolino]] racconta che Ambrogio, preoccupato di sedare il popolo in rivolta per la designazione del nuovo vescovo, si recò in chiesa, dove all'improvviso si sarebbe sentita la voce di un bambino urlare «Ambrogio [[vescovo]]!», a cui si unì quella unanime della folla radunata nella chiesa. I milanesi volevano un [[chiesa cattolica|cattolico]] come nuovo vescovo. Ambrogio però rifiutò decisamente l'incarico, sentendosi impreparato: come era in uso presso alcune famiglie cristiane all'epoca, egli non aveva ancora ricevuto il battesimo, né aveva affrontato studi di [[teologia]].<ref>Paolino, ''Vita di Ambrogio'', 6</ref>
 
[[Paolino di Milano|Paolino]] racconta che, al fine di dissuadere il popolo di Milano dal farlo nominare vescovo, Ambrogio provò anche a macchiare la buona fama che lo circondava, ordinando la [[tortura]] di alcuni imputati e invitando in casa sua alcune prostitute; ma, dal momento che il popolo non recedeva nella sua scelta, egli tentò addirittura la fuga. Quando venne ritrovato, il popolo decise di risolvere la questione appellandosi all'autorità dell'imperatore [[Valentiniano I|Flavio Valentiniano]], di cui Ambrogio era alle dipendenze. Fu allora che accettò l'incarico, considerando che fosse questa la volontà di [[Dio]] nei suoi confronti, e decise di farsi battezzare: nel giro di sette giorni ricevette il [[battesimo]] nel [[battistero di Santo Stefano alle Fonti]] a Milano<ref name="adottaunaguglia">{{cita web|url=https://adottaunaguglia.duomomilano.it/it/infopage/basilica-vetus-e-battistero-di-santo-stefano-alle-fonti/647c0b25-acba-4541-9965-c91c1a6326df/|titolo=Basilica Vetus e Battistero di Santo Stefano alle fonti|accesso=18 marzo 2020}}</ref> e, il 7 dicembre [[374]], venne [[ordine sacro|ordinato vescovo]].<ref>Paolino, ''Vita di Ambrogio'', 7-8</ref><ref>[[Indro Montanelli]], ''Storia di Roma'', Rizzoli, 1957.</ref> Riferendosi alla sua elezione, egli scriverà poco prima della morte:<ref>Ambrogio, ''Lettera fuori coll. 14 ai Vercellesi'', 65.</ref>
{{Citazione|Quale resistenza opposi per non essere ordinato! Alla fine, poiché ero costretto, chiesi almeno che l'ordinazione fosse ritardata. Ma non valse sollevare eccezioni, prevalse la violenza fattami.}}
 
Nonostante, come scrisse più tardi, si sentisse «rapito a forza dai tribunali e dalle insegne dell'amministrazione al sacerdozio»,<ref>Ambrogio, ''De officiis'', I, 1, 4</ref>, dopo la nomina a vescovo, Ambrogio prese molto sul serio il suo incarico e si dedicò ad approfonditi studi [[Bibbia|biblici]] e teologici.
 
=== Episcopato ===
[[File:Francisco de Zurbarán 032.jpg|thumb|Ambrogio con le insegne episcopali.]]
==== Gli impegni pastorali ====
Quando divenne vescovo (nel 374), adottò uno stile di vita ascetico, elargì i suoi beni ai poveri, donando i suoi possedimenti terrieri (eccetto il necessario per la sorella [[Santa Marcellina|Marcellina]]).
 
Uomo di grande carità, tenne la sua porta sempre aperta, prodigandosi senza tregua per il bene dei cittadini affidati alle sue cure. Ad esempio, Sant'Ambrogio non esitò a spezzare i Vasi Sacri e ad usare il ricavo dalla vendita per il riscatto di prigionieri.<ref>[[Giacomo Biffi]], Relazione al [[Meeting per l'amicizia fra i popoli|Meeting di Rimini]], 29-08-1997.</ref><ref>C. Pasini, ''I Padri della Chiesa. Il cristianesimo dalle origini e i primi sviluppi della fede a Milano'', op. cit., pp. 169-170.</ref>. Di fronte alle critiche mosse dagli [[Arianesimo|ariani]] per il suo gesto, egli rispose che «è molto meglio per il Signore salvare delle anime che dell'oro. Egli infatti mandò gli apostoli senza oro e senza oro fondò le Chiese. [...] I [[Sacramento|sacramenti]] non richiedono oro, né acquisisce valore per via dell'oro ciò che non si compra con l'oro» (''De officiis'', II, 28, 136-138).
 
La sua sapienza nella predicazione e il suo prestigio furono determinanti per la conversione<ref>{{Cita web|url=https://www.monasteriimperialipavia.it/pavia-e-leuropa/|titolo=Pavia e l'Europa}}</ref> nel [[386]] al [[cristianesimo]] di [[Agostino d'Ippona|Santsant'Agostino]], di fede [[manicheismo|manichea]], che era venuto a Milano per insegnare retorica.
 
Secondo la testimonianza della ''Vita di Ambrogio'' di [[Paolino di Milano|Paolino]] e delle ''[[Confessioni (Agostino)|Confessioni]]'' di sant'Agostino, nel gennaio 386 l'imperatrice [[Giustina (imperatrice)|Giustina]], madre di [[Valentiniano II]], fece promulgare una legge che autorizzava il culto [[semiarianesimo|semiariano]] e prevedeva la morte dei suoi oppositori; il 27 marzo di quello stesso anno prese d’assedio la [[Chiesa di San Vittore al Corpo|basilica portiana]] e poi la [[Basilica maior|basilica nova]]. Ambrogio e i suoi fedeli, disarmati, si opposero ai soldati affollando le chiese contestate e vegliando in preghiera giorno e notte. In quei giorni della [[settimana santa]] dell’anno 386 i fedeli asserragliati in basilica intonarono [[Inno (liturgia)|inni]] e [[salmi]], dai quali furono sostenuti nella lotta non violenta che stavano conducendo, finché il 2 aprile ([[giovedì santo]]) l’autorità imperiale fu costretta a cedere.<ref>{{Cita libro|autore=Agostino d'Ippona|wkautore=Agostino d'Ippona|titolo=Confessioni|url=https://www.augustinus.it/italiano/confessioni/index.htm|posizione=Cap. 9, par. 7. 15|citazione=Non da molto tempo la Chiesa milanese aveva introdotto questa pratica consolante e incoraggiante, di cantare affratellati, all'unisono delle voci e dei cuori, con grande fervore. Era passato un anno esatto, o non molto più, da quando Giustina, madre del giovane imperatore Valentiniano, aveva cominciato a perseguitare il tuo campione Ambrogio, istigata dall'eresia in cui l'avevano sedotta gli ariani. Vigilava la folla dei fedeli ogni notte in chiesa, pronta a morire con il suo vescovo, il tuo servo. Là mia madre, ancella tua, che per il suo zelo era in prima fila nelle veglie, viveva di preghiere. Noi stessi, sebbene freddi ancora del calore del tuo spirito, ci sentivamo tuttavia eccitati dall'ansia attonita della città. Fu allora, che s'incominciò a cantare inni e salmi secondo l'uso delle regioni orientali, per evitare che il popolo deperisse nella noia e nella mestizia, innovazione che fu conservata da allora a tutt'oggi e imitata da molti, anzi ormai da quasi tutti i greggi dei tuoi fedeli nelle altre parti dell'orbe.}}</ref> Fra i fedeli presenti a sostegno di Ambrogio vi era anche [[santa Monica]], madre di sant'Agostino.<ref>L’imperatrice Giustina, madre di Valentiniano II, fin dal 378 aveva cercato di sottrarre alla Chiesa di Milano una delle tre basiliche della città per consegnarla agli ariani. Falliti i primi tentativi, passò alle maniere forti: nel 385 tentò di sequestrare una chiesa, ma incontrò subito la resistenza di Ambrogio e dei suoi fedeli.</ref><ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=Sabrina Antonella Robbe|url=https://www.laporzione.it/2012/04/22/tdp-70/|titolo=Ammaliati dal canto degli inni|sito=La Porzione|data=2012-04-22|accesso=2025-01-07}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.rivistazetesis.it/Ambrogio.htm|titolo=Ambrogio e la Milano del suo tempo: aspetti archeologici e artistici|accesso=2025-01-07}}</ref> Questo episodio segnò l'inizio della tradizione innologica occidentale. Ambrogio fu autore di diversi inni per la preghiera, compiendo fondamentali riforme nel culto e nel canto sacro, che per primo introdusse nella liturgia cristiana, e ancor oggi a Milano vi è una scuola che tramanda nei millenni questo antico canto.
La sua sapienza nella predicazione e il suo prestigio furono determinanti per la conversione<ref>{{Cita web|url=https://www.monasteriimperialipavia.it/pavia-e-leuropa/|titolo=Pavia e l'Europa}}</ref> nel [[386]] al [[cristianesimo]] di [[Agostino d'Ippona|Sant'Agostino]], di fede [[manicheismo|manichea]], che era venuto a Milano per insegnare retorica.
 
Ambrogio fece costruire varie [[Basiliche paleocristiane di Milano|basiliche]], di cui quattro ai lati della città, quasi a formare un quadrato protettivo, probabilmente pensando alla forma di una croce. Esse corrispondono alle attuali [[Basilica di San Nazaro in Brolo|basilica di San Nazaro]] (sul [[decumano]], presso la Porta Romana, allora era la ''Basilica Apostolorum''), alla [[basilica di San Simpliciano]], detta ''Basilica Virginum'', ossia basilica delle vergini (sulla parte opposta), alla [[basilica di Sant'Ambrogio]] (collocata a sud-ovest, era chiamata originariamente ''Basilica Martyrum'' in quanto ospitava i corpi dei santi martiri [[Gervasio e Protasio]] rinvenuti da Ambrogio stesso; accoglie oggi le spoglie del santo) e alla [[basilica di San Dionigi]] (''Basilica Prophetarum'').
 
Il ritrovamento dei corpi dei santi martiri [[Gervasio e Protasio]] è narrato dallo stesso Ambrogio, che ne attribuisce il merito ad un presagio, per il quale egli fece scavare la terra davanti ai cancelli della basilica (oggi distrutta) dei santi [[Nabore e Felice]]. Al ritrovamento dei corpi seguì la loro traslazione (secondo un rito importato dalla Chiesa orientale) nella ''Basilica Martyrum''; durante la traslazione, si racconta (è lo stesso Ambrogio a riportarlo) che un cieco di nome Severo riacquistò la vista. Il ritrovamento del corpo dei martiri da parte del vescovo di Milano diede grande contributo alla causa dei cattolici nei confronti degli [[Arianesimo|ariani]], che costituivano a Milano un gruppo nutrito e attivo, e negavano la validità dell'operato di Ambrogio, di fede cattolica.
 
Ambrogio fu autore di diversi inni per la preghiera, compiendo fondamentali riforme nel culto e nel canto sacro, che per primo introdusse nella liturgia cristiana, e ancor oggi a Milano vi è una scuola che tramanda nei millenni questo antico canto.
 
==== Politica ecclesiastica ====
L'importanza della sede occupata da Ambrogio, teatro di numerosi contrasti religiosi e politici, e la sua personale attitudine di uomo politico lo portarono a svolgere una forte attività di politica ecclesiastica. Egli scrisse infatti opere di [[morale]] e [[teologia]] in cui combatté a fondo gli errori dottrinali del suo tempo; fu inoltre sostenitore del primato d'onore del [[Diocesi di Roma|vescovo di Roma]], contro altri vescovi (tra i quali [[Palladio di Raziaria|Palladio]]) che lo ritenevano pari a loro.
 
Si mostrò in prima linea nella lotta all'[[arianesimo]], che aveva trovato numerosi seguaci a Milano e nella corte imperiale. Si scontrò per questo motivo con l'[[Giustina (imperatrice)|imperatrice Giustina]], di fede ariana e probabilmente influì sulla politica religiosa dell'imperatore [[Graziano]] che, nel [[380]], inasprì le sanzioni per gli eretici e, con l'[[editto di Tessalonica]], dichiarò il cristianesimo [[religione di Stato]]. Il momento di massima tensione si ebbe nel [[385]]-[[386]] quando, dopo la morte di Graziano, gli ariani chiesero insistentemente con l'appoggio della corte imperiale una basilica per praticare il loro culto. L'opposizione di Ambrogio fu energica tanto che rimase famoso l'episodio in cui, assieme ai fedeli cattolici, "occupò" la basilica destinata agli ariani finché l'altra parte fu costretta a cedere. Fu in questa occasione, si racconta, che Ambrogio introdusse l'usanza del canto [[antifona]]le e della preghiera cantata in forma di [[inno (liturgia)|inno]], con lo scopo di non fare addormentare i fedeli che occupavano la basilica. Fu inoltre determinante per la vittoria di Ambrogio nella controversia con gli ariani il ritrovamento dei corpi dei santi Gervasio e Protaso, che avvenne proprio nel [[386]] sotto la guida del vescovo di Milano, il quale guadagnò in questo modo il consenso di gran parte dei fedeli della città.
 
Fu infine forte avversario del [[paganesimo]] "ufficiale" romano, che dimostrava in quegli anni gli ultimi segni di vitalità; per questo motivo si scontrò con il suo stesso cugino, il senatore [[Quinto Aurelio Simmaco]], che chiedeva il ripristino dell'[[altare della Vittoria|altare]] e della statua della [[Vittoria (divinità)|dea Vittoria]] rimossi dalla [[Curia (storia romana)|Curia romana]], sede del Senato, in seguito a un editto di Graziano nel [[382]].
 
==== Rapporti con la corte imperiale ====
[[File:Anthonis van Dyck 005.jpg|thumb|left|[[Sant'Ambrogio impedisce a Teodosio di entrare nella cattedrale di Milano|Sant'Ambrogio rifiuta l'ingresso in chiesa all'imperatore]], nel dipinto di [[Antoon van Dyck|Van Dyck]]. Molto probabilmente questo episodio non avvenne mai: Ambrogio preferì non arrivare allo scontro pubblico con l'imperatore, ma lo redarguì in privato.]]
 
Il potere politico e quello religioso al tempo erano strettamente legati: in particolare l'imperatore, a cominciare da [[Costantino I|Costantino]], possedeva una certa autorità all'interno della [[Chiesa (comunità)|Chiesa]], nella quale il primato [[Pietro (apostolo)|petrino]] non era pienamente assodato e riconosciuto. A questo si aggiunsero la posizione di Sant'Ambrogio, vescovo della città di residenza della corte imperiale, e la sua precedente carriera come avvocato, amministratore e politico, che lo portarono più volte a intervenire incisivamente nelle vicende politiche, ad avere stretti rapporti con gli ambienti della corte e dell'aristocrazia romana, e talvolta a ricoprire specifici incarichi diplomatici per conto degli imperatori.
 
In particolare, nonostante il convinto lealismo verso l'[[impero romano]] e l'influenza nella vita politica dell'impero, i suoi rapporti con le istituzioni non furono sempre pacifici, soprattutto quando si trattò di difendere la causa della Chiesa e dell'ortodossia religiosa. Gli storici bizantini gli accreditarono questo atteggiamento come ''parrhesia'' (παρρησία), schiettezza e verità di fronte ai potenti e al potere politico, che traspare a partire dal suo rapporto epistolare con l'imperatore [[Teodosio I|Teodosio]].
 
Essendo Ambrogio precettore dell'imperatore [[Graziano]], lo educò secondo i principi del Cristianesimo. Egli predicava all'imperatore di rendere grazie a Dio per le vittorie dell'esercito e lo appoggiò nella disputa contro il senatore Simmaco, che chiedeva il ripristino dell'altare alla [[Vittoria (divinità)|dea Vittoria]] fatto rimuovere dalla [[Curia (storia romana)|Curia romana]].
 
Chiese poi a Graziano di indire il [[concilio di Aquileia]] nel settembre del [[381]] per condannare due vescovi eretici, secondo i dettami dei vari concili ecumenici ede anche secondo l'opinione del Papa e dei vescovi ortodossi.<ref group=Nota>Graziano avrebbe voluto convocare un concilio numeroso, ma Ambrogio lo esortò a convocare un numero limitato di vescovi, affermando che per appurare la verità ne bastavano pochi e che non era il caso di incomodarne troppi, facendo loro affrontare un viaggio faticoso (Neil B. McLynn, ''Ambrose of Milan: Church and Court in a Christian Capital'', University of California Press, 1994. pp. 124–5.).</ref> In questo concilio Ambrogio si pronunciò contro l'[[arianesimo]].
 
Ambrogio influì anche sulla politica religiosa di [[Teodosio I]]. Nel [[388]], dopo che un gruppo di cristiani aveva incendiato la [[sinagoga]] della città di [[al-Raqqa|Callinico]], l'imperatore decise di punire i responsabili e di obbligare il vescovo, accusato di aver istigato i distruttori, a ricostruire il tempio a suo spese. Ambrogio, informato della vicenda, si scagliò contro questo provvedimento, minacciando di sospendere l'attività religiosa, tanto da indurre l'imperatore a revocare le misure.
 
Nel [[390]] criticò aspramente l'imperatore, che aveva ordinato un massacro di 7.000 persone<ref>{{Cita web|url=https://www.corrispondenzaromana.it/sant-ambrogio-di-milano-e-teodosio-una-storia-di-vera-misericordia/|titolo=Sant’ Ambrogio di Milano e Teodosio: una storia di vera misericordia - di Redazione|autore=Redazione|sito=Corrispondenza romana|data=2015-12-16|lingua=it-IT|accesso=2024-05-29}}</ref> tra la popolazione di [[Tessalonica]], rea di aver linciato il capo del presidio romano della città: in tre ore di carneficina erano state assassinate migliaia di persone, attirate nell'arena con il pretesto di una corsa di cavalli. Ambrogio, venuto a conoscenza dell'accaduto, evitò diplomaticamente una contrapposizione aperta con il potere imperiale (con il pretesto di una malattia evitò l'incontro pubblico con Teodosio) ma, per via epistolare, chiese in modo riservato ma deciso una «penitenza pubblica» all'imperatore, che si era macchiato di un grave delitto pur dichiarandosi [[cristiano (religione)|cristiano]], pena il rifiuto di celebrare i sacri riti in sua presenza («Non oso offrire il sacrificio, se tu vorrai assistervi», ''Lettera 11''). Teodosio ammisepianse, pubblicamentefece pubblica penitenza, ammettendo l'eccesso, e nella notte [[Natale]] di quell'anno, venne riammesso ai sacramenti.
 
Dopo questo episodio la politica religiosa dell'imperatore si irrigidì notevolmente: tra il [[391]] e il [[392]] furono emanati una serie di decreti (noti come [[decreti teodosiani]]) che attuavano in pieno l'editto di Tessalonica: venne interdetto l'accesso ai templi pagani e ribadita la proibizione di qualsiasi forma di culto, compresa l'adorazione delle statue;<ref>''Codex Theodosianus'', 16.10.10</ref>; furono inoltre inasprite le pene amministrative per i cristiani che si riconvertissero nuovamente al paganesimo<ref>''Codex Theodosianus'', 16.7.4.</ref> e nel decreto emanato nel [[392]] da [[Costantinopoli]], l'immolazione di vittime nei sacrifici e la consultazione delle viscere erano equiparati al delitto di [[Lex Iulia maiestatis|lesa maestà]], punibile con la condanna a morte.<ref>''Codex Theodosianus'', 16.10.12.1.</ref>.
 
Nel [[393]] Milano fu coinvolta nella lotta per il potere tra l'imperatore [[Teodosio I]] e l'usurpatore [[Flavio Eugenio]]. In aprile Eugenio varcò le Alpi e puntò alla conquista della città, in quanto capitale d'Occidente. Ambrogio partì e andò a ritirarsi a [[Bologna]]. Durante un soggiorno temporaneo a [[Faenza]] scrisse una lettera ad Eugenio. Poi accettò l'invito della comunità di [[Firenze]], ove rimase per circa un anno. La guerra per il controllo dell'impero fu vinta da Teodosio. Nell'autunno del [[394]] Ambrogio fece ritorno a Milano.
 
Alla sua morte, per sua stessa volontà, fu sepolto all'interno della [[Basilica di Sant'Ambrogio|basilica]] che tuttora porta il suo nome, fra le spoglie dei [[Gervasio e Protasio|martiri Gervasio e Protasio]]. Le sue spoglie, rinvenute sotto l'altare nel 1864, furono trasferite in un'urna di argento e cristallo posta nella cripta della basilica.<ref>''Guida della Basilica di S. Ambrogio: note storiche sulla Basilica ambrosiana'', Ferdinando Reggiori, Ernesto Brivio, Nuove Edizioni Duomo, 1986, p. 86.</ref>
 
== Pensiero e opere ==
[[File:St.Peter am Wimberg Kirche - Kanzel 4 Ambrosius.jpg|thumb|Rilievo gotico raffigurante Ambrogio. Tra gli [[Attributi dei santi|attributi del santo]] c'è il miele, simbolo della dolcezza delle prediche e degli scritti.]]
Fortemente legata all'attività pastorale di Ambrogio fu la sua produzione letteraria, spesso semplice frutto di una raccolta e di una rielaborazione delle sue omelie e che quindi mantengono un tono simile al parlato.
 
Per il suolo stile dolce e misurato del suo parlato e della sua prosa, Ambrogio venne definito «dolce come il miele» e tra i suoi attributi compare perciò un [[Arnia|alveare]].
 
=== Esegesi ===
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Secondo Gérard Nauroy, «per Ambrogio l'[[esegesi]] è un modo fondamentale di pensare piuttosto che un metodo o un genere: [...] ormai egli "parla la Bibbia", non più con la giustapposizione di citazioni dagli stili più diversi, ma in un discorso sintetico, eminentemente allusivo, "misterico" come la Parola stessa».<ref>Gérard Nauroy, ''L'Ecriture dans la pastorale d'Ambroise de Milan'', in ''Le monde latin antique et la Bible''. A cura di J. Fontaine e C. Pietri, Parigi 1985. Citato in Pasini, ''I Padri della Chiesa. Il cristianesimo delle origini e i primi sviluppi della fede a Milano'', op. cit.</ref> Per Ambrogio la lettura e l'approfondimento della conoscenza biblica costituiscono un elemento fondamentale della vita cristiana:
 
{{Citazione|Bevi dunque tutt'e due i calici, dell'[[Antico Testamento|Antico]] e del [[Nuovo Testamento]], perché in entrambi bevi [[Cristo]]. [...] La Scrittura divina si beve, la Scrittura divina si divora, quando il succo della parola eterna discende nelle vene della mente e nelle energie dell'anima.|Ambrogio, ''Commento al Salmo I'', 33}}
 
Tra le opere esegetiche spiccano l'esauriente commento al Vangelo di Luca (''Expositio evangelii secundum Lucam'') e l{{'}}''[[Exameron]]'' (dal greco "sei giorni"). Quest'ultima opera, ispirata ampiamente all'omonimo ''Exameron'' di [[San Basilio|Basilio di Cesarea]], raccoglie, in sei libri, nove omelie riguardanti i primi capitoli della [[Genesi]] dalla [[creazione (teologia)|creazione]] del cielo fino alla [[Creazione (teologia)|creazione dell'uomo]]. Anche in questo caso, il racconto della creazione è occasione di evidenziare insegnamenti morali desunti dalla natura e dal comportamento degli animali e dalle proprietà delle piante; in questo senso l'uomo appare ad Ambrogio necessariamente legato con tutto il [[creato]] dal punto di vista non solo biologico e fisico, ma anche morale e spirituale.
 
=== Morale e ascetismo ===
Un altro gruppo significativo consiste nelle opere di argomento morale o ascetico, tra le quali risalta il ''[[De officiis ministrorum]]'' (talvolta abbreviato in ''De officiis''), un trattato sulla vita cristiana rivolto in particolare al clero ma destinato a tutti i fedeli. L'opera ricalca l'[[De officiis|omonimo scritto]] di [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]], che si proponeva come manuale di etica pratica indirizzato al figlio (cui è dedicato) rivolto soprattutto a questioni politico-sociali. Ambrogio riprende il titolo (indirizzando l'opera ai suoi "figli" in senso spirituale, cioè il clero e il popolo di Milano), la struttura (il libro è ripartito in tre libri, dedicati all{{'}}''honestum'', all{{'}}''utile'' e al loro contrasto risolto nell'identificazione tra i due) e alcuni elementi contenutistici (tra i quali i principi della morale stoica, come il dominio della razionalità, l'indipendenza dai piaceri e dalla vanità delle cose, la virtù come sommo bene). Questi elementi sono rivisti con originalità in chiave cristiana: agli ''exempla'' tratti dalla storia e dalla mitologia classica, Ambrogio sostituisce ad esempio storie ed esempi tratti dalla Bibbia. In generale, è lo stesso orientamento del testo a non essere più etico-filosofico ma prevalentemente religioso e spirituale, come egli spiega fin dall'inizio: «Noi valutiamo il dovere secondo un principio diverso da quello dei filosofi. Essi considerano beni quelli di questa vita, noi addirittura danni» (''De officiis'', I, 9, 29). Allo stesso modo, le virtù tradizionali vengono rilette cristianamente e accettate alla luce del [[Vangelo]]: la ''[[Fede (divinità)|fides]]'' (lealtà) diventa la fede in [[Cristo]], la prudenza include la devozione verso [[Dio]], esempi di [[fortezza]] divengono i [[Martire|martiri]]. Alle virtù classiche si aggiungono le virtù cristiane: la [[carità]] (che già esisteva nel mondo latino, ora assume un significato più interiore e spirituale), l'[[umiltà]], l'attenzione verso i poveri, gli schiavi, le donne.
 
Altre cinque opere sono dedicate alla [[verginità]], specialmente quella femminile (''De virginibus'', ''De viduis'', ''De virginitate'', ''De institutione virginis'' e ''Exhortatio virginitatis''). Ambrogio esalta la verginità come massimo ideale di vita cristiana, sulla scia della tradizione cristiana da [[Paolo di Tarso|San Paolo]] («colui che sposa la sua vergine fa bene e chi non la sposa fa meglio», {{passo biblico2biblico|1 Cor|7,38}}) fino al contemporaneo [[San Girolamo|Girolamo]], senza tuttavia negare la validità della vita matrimoniale. La scelta della verginità è ritenuta l'unica vera scelta di emancipazione per la [[donna]] dalla vita coniugale, in cui si trova subordinata. Critica aspramente in questo senso il fatto che il matrimonio costituisca solo un contratto economico e sociale, che non lascia spazio alla scelta degli sposi e in particolare della donna: «Davvero degna di compianto è la condizione che impone alla donna, per sposarsi, di essere messa all'asta come una sorta di schiavo da vendere, perché la compri chi offre il prezzo più alto» (''De virginibus'', I, 9, 56). Per questo Ambrogio incoraggia i genitori ad accettare la scelta di verginità dei figli e i figli a resistere alle difficoltà imposte dalla famiglia («Se vinci la famiglia, vinci anche il mondo», ''De virginibus'', I, 11, 63).
 
=== Società e politica ===
[[File:St Ambrose.jpg|thumb|Ambrogio assolve Teodosio dopo l'episodio di Tessalonica.]]
Nel confronto con la società e gli ideali del mondo latino, Ambrogio accolse i valori civili della romanità con l'intento di dare a essi nuovo significato all'interno della religione cristiana. Nel suo ''Esamerone'' esalta l'istituzione [[repubblica]]na (di cui l'antica [[repubblica romana]] era secondo lui un ammirevole esempio) prendendo spunto dalla spontanea organizzazione delle [[Gruidae|gru]], che si dividono il lavoro avvicendandosi nei turni di guardia:
{{Citazione|Che c'è di più bello del fatto che la fatica e l'onore siano comuni a tutti e il potere non sia preteso da pochi, ma passi dall'uno all'altro senza eccezioni come per una libera decisione? Questo è l'esercizio di un ufficio proprio di un'antica repubblica, quale conviene in uno stato libero.|''Esamerone'', VIII, 15, 51}}
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Ambrogio richiamò infine la società romana nella quale era sempre più accentuato il divario tra ricchi e poveri; alla sperequazione economica, Ambrogio contrapponeva infatti la morale del [[Vangelo]] e della tradizione biblica. Così egli scrive nel ''Naboth'':
 
{{Citazione|La [[terraTerra]] è stata creata come un bene comune per tutti, per i ricchi e per i poveri: perché, o ricchi, vi arrogate un diritto esclusivo sul suolo? [...] Tu [ricco] non dai del tuo al povero [quando fai la carità], ma gli rendi il suo; infatti la proprietà comune, che è stata data in uso a tutti, tu solo la usi.|''Naboth'', 1,2; 12, 53}}
 
=== Antigiudaismo ===
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Ad esempio, nell{{'}}''Expositio Evangelii secundum Lucam'' (4, 34), commentando un passo del [[Vangelo secondo Luca|vangelo di Luca]] in cui un uomo invaso dallo spirito di un demonio impuro, grida: «Ah! Che c'è fra noi e te, Gesù Nazareno? Sei venuto per rovinarci? So chi tu sei: il Santo di Dio», Ambrogio critica aspramente l'incredulità della gente circostante:
{{Citazione|Chi è colui che aveva nella [[sinagoga]] spirito immondo di demonio, se non la folla dei giudei che, come stretta da spire serpentine e legata dai lacci del diavolo, simulata la purità del corpo, profanava con le immondezze della mente interiore? Ebbene: era nella sinagoga l'uomo che aveva lo spirito immondo; perché lo Spirito Santo lo aveva ammesso. Era entrato infatti il diavolo dal luogo da cui Cristo era uscito. Insieme, si mostra la natura del diavolo non come ostinata, ma come opera ingiusta. Infatti quello che attraverso una natura superiore professa il Signore, con le opere lo nega. E in questo appare la sua malvagità [del demonio] e l'ostinazione dei giudei, poiché così [il demonio] spandé tra la folla la cecità della mente furiosa; affinché la gente neghi, colui che i demoni professano. O eredità dei discepoli peggiore del maestro! Quello tenta il Signore con le parole, essi con l'agire: egli dice "Buttati!" (Luc. IV, 9), questi sono assaliti perché [lo] buttino.}}L'affinità tra la visione anti-giudaica di Ambrogio e il testo del così detto [[Pseudo-Egesippo]] (''vox nihili)'', è una delle prove chache farebbe propendere per l'identificazione tra i due.
 
==== L'episodio di ''Callinicum'' ====
Le cronache storiche riportano un episodio che può essere considerato rivelatore dell'atteggiamentoostilità di Ambrogio nei riguardi degli ebrei. Nel [[388]], a ''Callinicum'' (''Kallinikon'', sul fiume [[Eufrate]], in Asia, l'attuale [[al-Raqqa]]), una folla di cristiani diede l'assalto alla sinagoga e la bruciò. Il governatore romano condannò l'accaduto e, per mantenere l'ordine pubblico, dispose affinché la sinagoga venisse ricostruita a spese del vescovo locale. L'imperatore [[Teodosio I]] rese noto di condividere quanto deciso dal suo funzionario.<ref>Per un'ampia descrizione dell'episodio:
* Antonietta Mauro Todini, ''Aspetti della legislazione religiosa del IV secolo'', Roma, La Sapienza Editrice, Roma, 1990, pagpp. 3 e segg.;
* Thomas J. Craughwell, ''Santi per ogni occasione'', Gribaudi, 2003, pagp. 49;
* Lucio De Giovanni, ''Chiesa e stato nel Codice Teodosiano'', Tempi moderni, pagp. 120;
* Giovanni De Bonfils, ''Roma e gli ebrei'', Cacucci, 2002, pag. 186;
* Mariateresa Amabile, ''Nefaria Secta. La normativa imperiale ‘de Iudaeis’ tra repressione, protezione, controllo'', I, JoveneNapoli, NapoliJovene, 2018.
* {{en}} James Hastings, ''Encyclopedia of Religion and Ethics '', Kessinger Publishing, 2003, pagp. 374.</ref>
 
Ambrogio si oppose alla decisione dell'imperatore e gli scrisse una lettera (''Epistulae variae'', 40XL)<ref>{{Cita web |autore=Ambrogio |url=https://www.thelatinlibrary.com/ambrose/epistvaria.html |titolo=Epistulae Varie |sito=[[The Latin Library]]}}</ref> per convincerlo a ritirare l'ingiunzione di ricostruire la sinagoga a spese del vescovo:. {{Citazione|IlLa luogomotivazione principale era che ospitase l'incredulitàil giudaicavescovo saràavesse ricostruitocontribuito conalla le spogliericostruzione della Chiesa? Il patrimonio acquistato daisinagoga, cristianiavrebbe contradito la protezionesua difede, Cristose saràsi trasmessofosse airifiutato templidi degliobbedire increduli?...all'imperatore Questasarebbe iscrizionestato porrannomartirizzato ie giudeiciò sulsarebbe frontonestato dellauno loroscandalo.<ref>Elliott, sinagoga:2019, - Tempio dell'empietà ricostruito col bottino dei cristiani -..p. Il popolo giudeo introdurrà questa solennità fra i suoi giorni festivi28...}}</ref>
 
{{Citazione|Il luogo che ospita l'incredulità giudaica sarà ricostruito con le spoglie della Chiesa? Il patrimonio acquistato dai cristiani con la protezione di Cristo sarà trasmesso ai templi degli increduli?… Questa iscrizione porranno i giudei sul frontone della loro sinagoga: - Tempio dell'empietà ricostruito col bottino dei cristiani -… Il popolo giudeo introdurrà questa solennità fra i suoi giorni festivi…}}
 
Citando dalla lettera di Ambrogio a Teodosio (''Epistulae variae'' 40,11):
{{Citazione|Ma ti muove la ragione della disciplina. Che cosa dunque è più importante, l'idea di disciplina [mantenimento dell'ordine pubblico] o il motivo della religione?}}
 
Ambrogio non volle salire sull'altare finché l'imperatore non abolì il decreto imperiale riguardante la ricostruzione della sinagoga a spese del vescovo. Quando Teodosio visitò Milano, Ambrogio lo affrontò pubblicamente, chiedendogli di lasciar perdere l'intera vicenda. Secondo McLynn ciò gli costò il favore dell'imperatore e da allora Ambrogio fu escluso dai consigli imperiali.<ref>McLynn, 1994, pp. 308–309.</ref><ref name=E29>Elliott, 2019, p. 29.</ref>
Nell'epistola Ambrogio si attribuì la responsabilità dell'incendio: {{Citazione|Io dichiaro di aver dato alle fiamme la sinagoga, sì, sono stato io che ho dato l'incarico, perché non ci sia più nessun luogo dove Cristo venga negato<ref>Walter Peruzzi, ''Il cattolicesimo reale'', Odradek, Roma, 2008</ref>}} Ambrogio si spinse ad affermare che quell'incendio non era affatto un delitto e che se lui non aveva ancora dato l'ordine di bruciare la sinagoga di Milano era solo per pigrizia e che bruciare le sinagoghe era altresì un atto glorioso.
 
Tuttavia gli studiosi sono concordi che l'atteggiamento di Ambrogio verso i giudei non può essere riassunto da quest'episodio, perché dimostrò altre volte atteggiamenti positivi.<ref name=E29/> Ad esempio si servì largamente delle opere di uno studioso giudeo, [[Filone di Alessandria]], che apprezzò come "interprete fedele delle Scritture".<ref>Elliott, 2019, pp. 23, 49</ref> Ambrogio fece anche ricorso a [[Flavio Giuseppe]], ai Maccabei e ad altre fonti giudaiche e lodò individualmente diversi giudei.<ref>Elliott, 2019, p. 30.</ref>
Ambrogio non volle salire sull'altare finché l'imperatore non abolì il decreto imperiale riguardante la ricostruzione della sinagoga a spese del vescovo. Secondo la visione del vescovo, nella questione della religione l'unico foro competente da consultare doveva essere la Chiesa cattolica la quale, grazie ad Ambrogio, divenne la religione statale e dominante. In questa impresa lo scopo era quello di avvalorare l'indipendenza della Chiesa dallo Stato, affermando anche la superiorità della Chiesa sullo Stato in quanto emanazione di una legge superiore alla quale tutti devono sottostare.
 
=== Mariologia ===
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La sua venerazione per Maria nasce soprattutto dal ruolo attribuitole nella storia della salvezza. Maria è infatti madre di Cristo, e dunque modello per tutti i credenti che, come lei, sono chiamati a "generare" Cristo:
 
{{Citazione|Vedi bene che Maria non aveva dubitato, bensì creduto e perciò aveva conseguito il frutto della sua fede. «Beata tu che hai creduto». Ma beati anche voi che avete udito e avete creduto: infatti, ogni anima che crede, concepisce e genera il Verbo di Dio e ne comprende le operazioni. Sia in ciascuno l’anima di Maria a magnificare il Signore, sia in ciascuno lo spirito di Maria ad esultare in Dio: se, secondo la carne, una sola è la madre di Cristo, secondo la fede tutte le anime generano Cristo.|Esposizione del Vangelo secondo Luca, II, 19. 24-26}}
 
Ambrogio difende strenuamente la verginità di Maria, soprattutto in relazione al mistero di Cristo: egli infatti, proprio perché nato da vergine, non ha contratto il peccato originale. Maria è anche la prima donna a cogliere i "frutti" della venuta di Cristo:
 
{{Citazione|Non c’è affatto da stupirsi che il Signore, accingendosi a redimere il mondo, abbia iniziato la sua opera proprio da Maria: se per mezzo di lei Dio preparava la salvezza a tutti gli uomini, ella doveva essere la prima a cogliere dal Figlio il frutto della salvezza|Esposizione del vangelo secondo Luca, II, 17}}
{{Citazione|Non c’è affatto da stupirsi che il Signore, accingendosi a redimere il mondo, abbia iniziato la sua opera proprio da Maria: se per mezzo di lei Dio preparava la salvezza a tutti gli uomini, ella doveva essere la prima a cogliere dal Figlio il frutto della salvezza.|Esposizione del vangelo secondo Luca, II, 17}}

Maria è inoltre modello di virtù morali e cristiane, in primo luogo per le vergini («Nella vita di Maria risplende la bellezza della sua castità e della sua esemplare virtù») ma anche per tutti i fedeli; di lei vengono esaltate la sincerità (la verginità «di mente»), l'umiltà, la prudenza, la laboriosità, l'ascesi.<ref>Ambrogio, ''De virginibus'', 2, 6-18, citato in L. Gambero, ''[https://books.google.it/books?id=n_OOuqamJmAC Testi mariani del primo millennio]'', Città Nuova, 1990.</ref>
 
== Milano e il rito ambrosiano ==
[[File:IMG 5838 - Milano - San Bernardino alle ossa - Androne - S. Ambrogio - Foto Giovanni Dall'Orto 21 febr 2007.jpg|thumb|left|Sant'Ambrogio con in mano il flagello contro i nemici di Milano, in un bassorilievo quattrocentesco]]
{{vedi anche|Rito ambrosiano}}
 
[[File:IMG 5838 - Milano - San Bernardino alle ossa - Androne - S. Ambrogio - Foto Giovanni Dall'Orto 21 febr 2007.jpg|thumb|left|Sant'Ambrogio con in mano il flagello contro i nemici di Milano, in un bassorilievo quattrocentesco]]
L'operato di Sant'Ambrogio a [[Milano]] ha lasciato segni profondi nella [[Arcidiocesi di Milano|diocesi]] della città.
 
Già nel [[settembre]] del [[600]] [[Papa Gregorio I|Papa Gregorio Magno]] parlò del neoeletto vescovo di Milano, [[Deodato di Milano|Deodato]], non tanto come successore, bensì come "vicario" di sant'Ambrogio (equiparandolo quasi ad un secondo "vescovo di Roma").<ref name="milano">[http://www.chiesadimilano.it/vivere-la-chiesa/duomo-cattedrale/rito-ambrosiano-la-centralita-delloperadi-santambrogio-per-la-chiesa-di-milano-6753.html Rito Ambrosiano: la centralità dell'opera di Sant'Ambrogio per la Chiesa di Milano]</ref> Nell'anno [[881]] invece [[papa Giovanni VIII]] definì per la prima volta la diocesi "''ambrosiana''", termine che è rimasto ancora oggi per identificare non solo la Chiesa di Milano, ma talvolta anche la stessa città.
 
L'eredità di Ambrogio è delineata principalmente a partire dalla sua [[cura pastorale|attività pastorale]]: la predicazione della [[Parola di Dio]] coniugata alla [[dottrina della Chiesa cattolica]], l'attenzione ai problemi della [[Uguaglianza sociale|giustizia sociale]], l'accoglienza verso le persone provenienti da popoli lontani, la denuncia degli errori nella vita civile e politica.<ref name="milano" />
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In [[dialetto milanese]] Ambrogio viene chiamato ''sant Ambroeus'' (grafia classica) o ''sant Ambrös'' (entrambi pronunciati "sant'ambrœs").
[[File:Sant'Ambrogio Masolino Battistero Castiglione Olona.jpg|miniatura|Sant'Ambrogio affrescato da [[Masolino da Panicale|Masolino]], [[Battistero di Castiglione Olona|Battistero Castiglione Olona]].]]
Alla sua figura è ispirato anche il premio [[Ambrogino d'oro]], che è il nome non ufficiale con cui sono comunemente chiamate le onorificenze conferite dal [[comune]] di [[Milano]].
 
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Essi sono:
* ''[[Aeterne rerum conditor]]'' (cf. ''Retractionum'' I,21);
* ''Iam surgit hora tertia'' (cf. ''De natura et gratia'' 63,74);
* ''Deus creator omnium'' (ricordato nelle ''Confessioni'' e citato complessivamente ben cinque volte dal vescovo di Ippona);
* ''Intende qui regis Israel'' (cf. ''Sermo'' 372 4,3).
 
Attraverso la [[Liturgia (religione)|liturgia]] della [[Chiesa cattolica]] in generale e di quella ambrosiana in particolare, sono giunti fino a noi una moltitudine di inni in stile ambrosiano. I ricercatori hanno cercato di trovare dei criteri per indicare quelli che, con più certezza, sono stati composti da Ambrogio. Nel [[1862]] [[Luigi Biraghi]] ne indicava tre: la conformità degli inni con l'indole letteraria di Ambrogio, con il suo vocabolario e con il suo stile. Con questi criteri egli arrivò a selezionare diciotto inni:
* ''Splendor paternae gloriae'' (nell'aurora)
* ''Iam surgit hora tertia'' (per l'ora di terza domenicale)
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* ''Aeterne rerum conditor'' (al canto del gallo)
 
Gli autori dell'edizione delle opere poetiche di Ambrogio in un volume stampato nel [[1994]], che ha portato a compimento l{{'}}''Opera Omnia'', in latino e in italiano, del vescovo di Milano, hanno ridotto questo numero certo a tredici canti, escludendo quelli per le ore minori, per i martiri e della verginità. L'esclusione va ascritta alla metrica di questi testi. Ambrogio aveva una predilezione per il numero otto. I suoi inni sono tutti di otto strofe con versi ottosillabici. Egli vedeva in questo numero la risurrezione di Cristo, la novità cristiana e la vita eterna (''octava dies'', l'ottavo giorno della settimana, cioè il nuovo giorno, in cui inizia l'era del [[Gesù|Cristo]]). Per questi studiosi appare improbabile che egli sia venuto meno a questa preferenza e quindi quelli di due o di quattro strofe non vengono attribuiti al vescovo milanese.
 
Per questi storici inoltre non vi è motivo di dubitare che l'autore della melodia sia lo stesso Ambrogio dato che per loro natura questi inni nascono consostanziati alla musica. Il Migliavacca nota come Ambrogio possedesse una conoscenza musicale approfondita. Le sue opere rivelano, oltre a una perfetta conoscenza scolastica, anche una particolare propensione musicale. Egli parla dell'arte musicale con cognizione tecnica e non solo con estetica raffinatezza come il suo discepolo Agostino.
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* Ambrogio, camminando per Milano, avrebbe trovato un fabbro che non riusciva a piegare il morso di un cavallo: in quel morso Ambrogio riconobbe uno dei chiodi con cui venne crocifisso Cristo. Dopo vari passaggi, un "chiodo della crocifissione" è tuttora appeso nel [[Duomo di Milano]], a grande altezza, sopra l'altare maggiore.
* Nella piazza davanti alla basilica di Sant'Ambrogio a Milano è presente una colonna, comunemente detta "la colonna del [[diavolo]]". Si tratta di una colonna di epoca romana, qui trasportata da altro luogo, che presenta due fori, oggetto di una leggenda secondo la quale la colonna fu testimone di una lotta tra Sant'Ambrogio ed il [[Diavolo|demonio]]. Il maligno, cercando di trafiggere il santo con le corna, finì invece per conficcarle nella colonna. Dopo aver tentato a lungo di divincolarsi, il demonio riuscì a liberarsi e, spaventato, fuggì. La tradizione popolare vuole che i fori odorino di [[zolfo]] e che appoggiando l'orecchio alla pietra si possano sentire i suoni dell'[[inferno]]. In realtà questa colonna veniva usata per l'incoronazione degli imperatori germanici.
* A [[Parabiago]], Ambrogio sarebbe apparso il 21 febbraio [[1339]], durante la [[Battaglia di Parabiago|celebre battaglia]]: a dorso di un cavallo e sguainando una spada, mise paura alla [[Compagnia di San Giorgio]] capitanata da [[Lodrisio Visconti]], permettendo alle truppe milanesi del fratello Luchino e del nipote [[Azzone Visconti|Azzone]] di vincere. A ricordo di tale leggenda fu edificata a [[Parabiago]] la ''[[Chiesa ed ex monastero di Sant'Ambrogio della Vittoria|Chiesa di Sant'Ambrogio della Vittoria]]'' e a [[Milano]], su un portone bronzeo del [[Duomo di Milano|Duomo]], gli è stata dedicata una formella.<ref>Per una narrazione della leggenda e della costruzione della chiesa si veda:
* Don Gerolamo Raffaelli, ''La vera historia della Vittoria qual ebbe Azio Visconti nell'anno della comune salute 1339 nel dì XXI febbr. in Parabiago contro Lodrisio V'' a cura di Limonti, Milano, anno MDCIX.
* Don Claudio Cavalleri, ''Racconto istorico della celebre Vittoria ottenuta da Luchino Visconti princ. di Milano per la miracolosa apparizione di Santo Ambrogio, seguita il dì 21 febbr. l'anno 1339 in Parabiago, e dedicata al March. D. Giambattista Morigia'' a cura di G. Richino Malerba, Milano, 1745.
* Alessandro Giulini, ''La Chiesa e l'Abbazia Cistercense di S. Ambrogio della Vittoria in Parabiago'', Archivio Storico Lombardo, 1923, pagina 144.</ref>
 
== Opere ==
[[File:Divi Ambrosii Episcopi Mediolanensis Omnia Opera.tif|thumb|''Divi Ambrosii Episcopi Mediolanensis Omnia Opera'', 1527.]]
=== Oratorie (esegetiche) ===
* ''[[Exameron]]''
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* ''[[Sermo contra Auxentium de basilicis tradendis]]''
* ''[[Tituli (Ambrogio)|Tituli]]''
* Per molti studiosi Ambrogio sarebbe da identificare con lo [[Pseudo-Egesippo]] e la sua opera, ''De excidio Hierosolymitano''
 
==Successione apostolica==
La [[successione apostolica]] è:
* Arcivescovo [[Cromazio d'Aquileia]] (388)
 
== NoteAltro ==
<references group="Nota"/>
 
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== Bibliografia ==
* Ponzio di Cartagine, ''Vita di Cipriano; vita di Ambrogio; vita di Agostino / Ponzio, Paolino, Possidio'', Milano, Città Nuova, Milano, 1977.
* ''Tutte le opere di sant'Ambrogio'', Ed. bilingue a cura della Biblioteca Ambrosiana, Roma:, Città nuova.
* Angelo Paredi, ''Ambrogio'', FIR Milano - Storia - Sec. IV-V Hoepli collana Collezione Hoepli.
* Angelo Ronzi, ''Sant'Ambrogio e Teodosio: studio storico-filosofico'', Venezia, Visentini editore, Venezia.
* Enrico Cattaneo, ''Terra di Sant'Ambrogio: la Chiesa milanese nel primo millennio''; a cura di Annamaria Ambrosioni, Maria Pia Alberzoni, Alfredo Lucioni, Ed.Milano, Vita e pensiero, Milano, 1989.
* [[Santo Mazzarino]], ''Storia sociale del Vescovo Ambrogio''. Roma, L'Erma di Bretschneider, 1989 ISBN 9788870626643.
* ''Vita di sant'Ambrogio: La prima biografia del patrono di Milano di Paolino di Milano'', a cura di Marco Maria Navoni, Edizioni San Paolo, 1996. ISBN 978-88-215-3306-8.
* Cesare Pasini, ''Ambrogio di Milano. Azione e pensiero di un vescovo'', Cinisello B., Edizioni San Paolo, Cinisello B. 1996. ISBN 88-215-3303-4.
* Luciano Vaccaro, Giuseppe Chiesi, Fabrizio Panzera, ''Terre del Ticino. Diocesi di Lugano'', Brescia, Editrice La Scuola, Brescia 2003m2003, pp. 5, 128, 202, 224, 225, 248, 259nota, 280, 286, 287, 442.
* [[Giorgio La Piana]], ''Ambrogio'' in AA.VV., ''[[Enciclopedia biografica universale]]'', Roma, [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana|Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]], 2006, 434-442.
* [[Dario Fo]], ''Sant'Ambrogio e l'invenzione di Milano'' Einaudi Torino 2009 -, ISBN 978-88-06-19486-4.
* Raffaele Passarella, ''Ambrogio e la medicina. Le parole e i concetti'', Milano, LED Edizioni Universitarie, Milano 2009 -, ISBN 978-88-7916-421-4.
* Cesare Pasini, ''I Padri della Chiesa. Il cristianesimo dalle origini e i primi sviluppi della fede a Milano''. 2010, Busto Arsizio, Nomos Edizioni., 2010, ISBN 978-88-88145-46-4.
* [[Franco Cardini]], ''7 dicembre 374. Ambrogio vescovo di Milano'', in ''I giorni di Milano'', Roma-Bari, 2010, pp. 21-40.
* ''Sant'Ambrogio'', in San Carlo Borromeo, ''I Santi di Milano'', Milano, 2012, ISBN 978-88-97618-03-4.
* [[Patrick Boucheron]] e Stéphane Gioanni (a cura di), ''La memoria di Ambrogio di Milano. Usi politici di una autorità patristica in Italia (secc. V-XVIII)'', Paris-Roma, Publications de la Sorbonne-École française de Rome, 2015 (''Histoire ancienne et médiévale'', 133 - ''CEF'', 503), 631 p., ISBN 978-2-7283-1131-6.
* {{Cita libro|lingua=la|editore=[Johann Froben]|cognome=Sant'Ambrogio|titolo=[Opere]|città=apud inclytam Basileam|data=1527|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=9455145&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL5&pds_handle=}}
* AAAa.VVVv., ''Sant Ambroeus – Tra storia e leggenda'', Milano, Meravigli edizioni (in collaborazione con Circolo Filologico Milanese), Milano, 2017.
* {{en}} Paul M. C.Elliott, ''Creation and Literary Re-Creation: Ambrose's Use of Philo in the Hexaemeral Letters'', Gorgias Press, 2019, ISBN 978-1-4632-4087-5.
* {{en}} Neil B. McLynn, ''Ambrose of Milan: Church and Court in a Christian Capital, The Transformation of the Classical Heritage'', vol. 22, Berkeley, University of California Press, 1994, ISBN 978-0-520-08461-2.
 
== Voci correlate ==
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* [[Paolino di Milano]]
* [[Chiesa dei Santi Ambrogio e Theodulo]]
* ''[[Sant'Ambrogio impedisce a Teodosio di entrare nella cattedrale di Milano]]''
 
== Altri progetti ==
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* {{cita web|url=http://www.intratext.com/IXT/LAT0851/_INDEX.HTM|titolo=Epistole di S.Ambrogio|lingua=la}}
* {{cita web|url=http://www.documentacatholicaomnia.eu/20_40_0339-0397-_Ambrosius_Mediolanensis,_Sanctus.html|titolo=Opera Omnia dal Migne Patrologia Latina con indici analitici}}
* {{cita web|url=http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/audiences/2007/documents/hf_ben-xvi_aud_20071024.html|titolo=Cathechesi}} di [[papa Benedetto XVI]] su Sant'Ambrogio in occasione dell'udienza generale del 24 ottobre [[2007]].
* {{cita web |url=https://permalinkbnd.bnportugal.gov.pt/records/?refine%5BCreator%5D%5B%5D=Ambr%C3%B3sio%2C+Santo%2C+337-397 |titolo=Opere di Santo Ambrósio presso la Biblioteca Nazionale del Portogallo}}
* {{cita web |url=https://www.corrispondenzaromana.it/sant-ambrogio-di-milano-e-teodosio-una-storia-di-vera-misericordia/|titolo =Sant'Ambrogio di Milano e Teodosio: una vera storia di misericordia}}
 
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{{Ambrogio di Milano}}
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