Philippe Ariès: differenze tra le versioni

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|AnnoMorte = 1984
|Epoca = 1900
|Attività = storicomedievista
|Nazionalità = francese
|PostNazionalità = , importante [[Medievistica|medievalista]] e storico della famiglia e dei costumi sociali
}}
 
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Nato nella valle della Loira da una benestante famiglia [[Borghesia|borghese]] con forti sentimenti di attaccamento alla tradizione monarchica e all'[[Ancien Régime]], crebbe e trascorse la maggior parte della vita a [[Parigi]].
 
Da bambino frequentò le scuole parrocchiali, prima di iscriversi al liceo Janson de Sailly, nel [[XVI arrondissement di Parigi|XVI arrondissement]]. Intellettualmente precoce, il padre, ingegnere elettrico, lo inviò per un anno a fare pratica di contabile in un'azienda elettrica in [[Normandia]]; dopo accesi contrasti familiari, poté infine seguire la propria passione per gli studi storici, prima all'[[Università di Grenoble]], poi alla [[Sorbona]], dove si laureò in storia e geografia.
 
Nel 1936 conseguì il Diplôme d'études supérieures<ref>Titolo di studio oggi scomparso, necessario fino al 1966 in Francia per accedere all'insegnamento.</ref> con una tesi su uno dei corpi giuridici della Parigi del XVI secolo. Negli anni universitari scrisse articoli per ''L'Etudiant français'', giornale studentesco di ispirazione monarchica.
 
Fallì l'esame di abilitazione all'insegnamento del 1939, e allo scoppio della guerra venne arruolato come allievo ufficiale; fu smobilitato con l'[[Secondo armistizio di Compiègne|armistizio del giugno 1940]] e tornò a Parigi, dove per un anno studiò alla [[BibliothèqueBiblioteca nationalenazionale dedi FranceFrancia]] per ritentare l'esame. Quel periodo fu cruciale per la sua formazione intellettuale, poiché gli diede modo di scoprire le nuove dottrine di [[storia sociale]] portate avanti con l'[[École des Annales]] da [[Marc Bloch]] e [[Lucien Febvre]], e la [[sociologia]] della scuola di [[Émile Durkheim]], del tutto ignorate nei circoli intellettuali di [[destra (politica)|destra]] da lui frequentati negli anni trenta.
 
Per la seconda volta, nel 1941, non superò l'esame, si offrì perciò come istruttore alla École nationale des cadres supérieurs di [[La Chapelle-en-Serval]], sostenuta dal [[regime di Vichy]]. Simpatizzante delle idee di [[Philippe Pétain|Pétain]], inneggianti il ritorno a uno stile di vita più tradizionale per la società francese, Ariès compose ''Les Traditions sociales dans les pays de France'', un saggio analitico sulle variazioni regionali delle tradizioni della vecchia Francia, come base teorica per un'alternativa [[federalismo|federalista]] alla repubblica centralista.
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Durante gli anni sessanta gli interessi di Ariès progressivamente si spostarono sugli atteggiamenti culturali nei confronti della morte nell'era moderna; un accademico statunitense, [[Orest Ranum]], lo invitò a tenere una serie di lezioni in materia all'[[Università Johns Hopkins]] nel 1973, che divennero la base dello studio ''Western Attitudes toward Death'' (''[[Storia della morte in Occidente]]: dal Medioevo ai giorni nostri''). Grazie ad una borsa di studio al [[Woodrow Wilson International Center for Scholars|Woodrow Wilson Center]] di [[Washington]] nel 1976, riuscì ad elaborare in maggior dettaglio le sue tesi in ''L'Homme devant la mort''.
 
Alla metà degli anni settanta Ariès era diventato una celebrità: oltre a tenere frequenti lezioni in Nord America ed Europa era invitato spesso in radio e in televisione dove discuteva i recenti sviluppi in materia di storia culturale acquisendo notorietà anche al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori. Sebbene gli accademici suoi coetanei ne avessero largamente ignorato il lavoro, Ariès, col fresco contributo interpretativo che portò alla storia culturale, si guadagnò l'interesse di una nuova generazione di storici collegati all'[[École des hautes études en sciences sociales]]; dal 1978 al 1982 fece parte del corpo docente dell'École, e per la prima volta poté impegnarsi in progetti di ricerca collaborativi.
 
Ariès si servì in quell'epoca della sua rete di colleghi europei ed americani per lanciare un ambizioso progetto riguardante la storia della vita privata. Fu invitato al [[Wissenschaftskolleg zu Berlin|Wissenschaftskolleg]] di [[Berlino]], dove si trasferì nella primavera del 1983, ma Primerose, sua moglie, era malata gravemente, e lui stesso aveva problemi di salute: il soggiorno della coppia dovette interrompersi per fare ritorno a [[Tolosa]], città d'origine della moglie.
 
Primerose morì nell'estate del 1983, Philippe Ariès la seguì pochi mesi dopo, nel febbraio 1984; il suo lavoro incompiuto, i cinque volumi dell{{'}}''Histoire de la vie privée'' venne portato a termine dai colleghi [[Georges Duby]], [[Roger Chartier]] e [[Paul Veyne]], e pubblicato a partire dal 1985. Chartier curò anche un'edizione rivista di ''Le Temps de l'histoire'' (1986) ed una raccolta di saggi di Ariès col titolo ''Essais de mémoire'' (1993). Jeannine Verdès-Leroux raccolse in un'edizione critica gli articoli usciti su ''La Nation française'', col titolo ''Le Présent quotidien'' (1997).
 
== Opere ==
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* Ariès, P., Duby, G., 1987, ''Histoire de la vie privée, 5'': de la Première Guerre mondiale, Parigi, Seuil, (''La vita privata: Il Novecento'', Roma-Bari, Laterza 1988).
* 1993, ''Essais de mémoire: 1943-1983'', Parigi, Seuil (''I segreti della memoria: saggi 1943-1983'', Scandicci, la Nuova Italia 1996).
* 1997, ''Le présent quotidien'', 1955-1966, Parigi, Seuil.
 
== Note ==
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{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|Medioevo}}
 
[[Categoria:Storici del Medioevo]]