Castello Maniace: differenze tra le versioni

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{{nd|il castello di Nelson a Bronte|Abbazia di Santa Maria di Maniace}}
 
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{{nd|il castello di Nelson a Bronte|Abbazia di Santa Maria di Maniace}}
[[Immagine:Siracusa-castello mainace.jpg|thumb|right|250px|L'ingresso del castello]]
{{struttura militare
Il '''Castello Maniace''' è uno dei più importanti monumenti del periodo svevo a [[Siracusa]].
<!--template semplificato-->
|Struttura = Castello
|Nome = Castello Maniace
|Immagine = Castello Maniace from the sea.jpg|thumb
|Didascalia = Il castello visto dal mare di [[Ortigia]]
|Stato = [[Sacro Romano Impero]]<br />[[Regno di Sicilia]]<br />[[Regno delle Due Sicilie]]<br />[[Regno d'Italia]]|Primo proprietario = [[Federico II di Svevia]]
|Stato attuale = ITA
|Suddivisione = [[Sicilia]]
|Città = [[Siracusa]]
|LatGradi = 37
|LatPrimi = 03
|LatSecondi = 11
|LatNS = N
|LongGradi = 15
|LongPrimi = 17
|LongSecondi = 44
|LongEW = E
|Tipologia =
|Inizio costruzione = 1232
|Termine costruzione = 1239
|Altezza = 12 metri (18 in origine)
|Demolizione =
|Condizione attuale = Ottimo stato di conservazione
|Azioni di guerra =
|Ref =
|Funzione strategica = Difensiva e di residenza reale e imperiale
|Visitabile = Si
|Materiale = Pietra
|Stile = Gotico imperiale siculo-svevo
|Costruttore = [[Riccardo da Lentini]]
|Eventi = [[5 novembre]] [[1704]] esplosione della polveriera e distruzione di alcune parti dell'edificio.
|Termine funzione strategica = Sul finire del secolo scorso
}}
Il '''castello Maniace''' (in dialetto '''castello Maniaci''') è uno dei più importanti monumenti del [[storia della Sicilia sveva|periodo svevo]] a [[Siracusa]] e uno tra i più noti castelli [[Federico II di Svevia|federiciani]]<ref>{{cita|Danzuso|p. 106|gld}}.</ref>.
 
== StoriaIl nome del castello ==
Il castello prende il nome dal comandante bizantino [[Giorgio Maniace]], Principe e Vicario dell'Imperatore di Costantinopoli, discendente dalla famiglia Imperiale di Bisanzio, i cui discendenti a loro volta si imparentarono con la casa reale d'Altavilla, dalla quale discende anche Federico II di Svevia, essendo figlio dell'Imperatrice [[Costanza d'Altavilla]].
A difesa del porto naturale di Ortigia il comandante bizantino [[Giorgio Maniace]] fece costruire nel [[1038]] un forte, che venne poi trasformato in castello da Federico II. Esso infatti venne realizzato dall'architetto [[Riccardo da Lentini]] tra il [[1232]] e il [[1240]] su incarico di [[Federico II del Sacro Romano Impero|Federico II]]. Nel [[1288]] egli vi dimorò con la famiglia, il re [[Pietro III d’Aragona]].
Secondo il [[Tommaso Fazello|Fazello]], fu nell'occasione dell'edificazione di una fortezza, detta dal popolo "Torre Maniace", che offrì in dono due [[Ariete di bronzo|arieti bronzei]] di fattura ellenistica, portati seco da [[Costantinopoli]], che vennero posti a decorazione dell'entrata della fortificazione<ref name="galleriaroma" /><ref>{{cita|Tommaso Fazello, Le due deche |pp. 124-125|fazello}}.</ref><ref>Secondo altri studiosi si tratta di una "leggenda"; gli arieti sarebbero di fattura posteriore</ref>.
 
== Storia del castello ==
Nel [[1321]] [[Federico III di Aragona]], vi convocò il Parlamento siciliano che sancì l’eredità del figlio [[Pietro III di Aragona]].
[[File:Ortigia, castello maniace, interno, sala 01.JPG|thumb|left|Vista interna del castello con volte [[volta a crociera|a crociera]] [[Costoloni|costolonate]].]]
Nel periodo in cui Siracusa fu sede della [[Camera Reginale]] (1305 – 1536) il castello ha ospitato le Regine [[Costanza d'Aragona e di Navarra]] nel [[1362]], [[Maria d’Aragona]] nel [[1399]], [[Bianca d’Aragona]] nel [[1416]], e l’ultima che ebbe in dominio la Città, [[Germana de Foix]], seconda moglie, vedova di [[Ferdinando il Cattolico]].
[[File:Entrata Castello Maniace.jpg|thumb|Ingresso del castello]]
Nel [[1540]] qui alloggiò anche l’ammiraglio [[Andrea Doria]] durate la spedizione organizzata da [[Carlo V]] contro i Musulmani.
 
=== Edificazione ed origini ===
Per quasi tutto il XV secolo il Castello era una prigione. Alla fine del XVI secolo, il Castello Maniace diventa un punto nodale della cinta muraria di [[Ortigia]]. Il [[5 novembre]] [[1704]], una furibonda esplosione avvenuta nella polveriera sconvolge l'edificio. Brani di crociere e blocchi di calcare vengono lanciati nel raggio di diversi chilometri. Negli anni successivi si appresta la ricostruzione, che lascia intatte le parti rovinate dall'esplosione, mentre si creano tamponature per la realizzazione di magazzini. In età napoleonica il Castello rivive con funzioni militari e viene munito di bocche da [[cannone]]. Nel [[1838]], a salvaguardia dei moti che stavano scatenadosi in tutto il regno, i borbonici di Ferdinando vi innalzano una casamatta. Dopo l'unificazione d'Italia esso rimane una struttura militare.
[[File:Ariete in bronzo, sec. III a.C. (copy) - Castel Maniace1.jpg|thumb|Uno dei due [[Ariete di bronzo|arieti di bronzo]], copie dell'unico originale superstite, oggi al [[Museo archeologico regionale Antonino Salinas|Museo Salinas]] di [[Palermo]].]]
Nel sito in cui sorge il castello dovettero quasi certamente esistere delle fortificazioni sin dai tempi dei Greci in quanto è strategicamente importante per la difesa del [[Porto di Siracusa|Porto Grande]]<ref name="picone" />. È pertanto credibile la tesi che nel [[1038]] il comandante bizantino [[Giorgio Maniace]], Principe e Vicario dell'Imperatore di Costantinopoli da cui il castello prende nome, abbia promosso la restaurazione o la costruzione di opere a difesa del porto di Ortigia nel corso della sua campagna militare<ref>{{cita|Storia della Sicilia|p. 18|dms}}.</ref>. Qualche anno dopo gli arabi si impadronirono nuovamente di Siracusa e del maniero che tennero fino al [[1087]] quando furono sconfitti e cacciati dai [[Normanni]]. Non ci sono tuttavia tracce evidenti di tale costruzione precedente<ref name="picone">{{Cita web|url=https://books.google.it/books?hl=it|titolo=Google Libri|sito=web.archive.org|data=2015-11-29|accesso=2022-07-24|dataarchivio=29 novembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151129061603/https://books.google.it/books?hl=it|urlmorto=sì}}</ref>.
 
L'impianto originario del castello Maniace è dovuto all'imperatore [[Federico II di Svevia]], che ne affidò la realizzazione all'architetto [[Riccardo da Lentini]] tra il [[1232]] e il [[1239]]<ref>Francesco Abbate, ''Storia dell'arte dell'Italia meridionale'' vol. I, Donzelli, 1997, p. 241</ref>, poco tempo dopo il ritorno dalla [[sesta crociata|Crociata in Terra Santa]]. La costruzione avvenne nello stesso lasso di tempo in cui sorsero alcuni altri castelli "federiciani" di Sicilia e dell'Italia meridionale<ref name="picone" />. La somiglianza architettonica ne è l'evidenza<ref>Peter Purton, ''A History of the Late Medieval Siege, 1200-1500'', Boydell & Brewer, 2010, p. 33</ref>. Passato agli angioini nel 1266 venne assaltato ed espugnato dalla popolazione siracusana in rivolta l'11 aprile del [[1282]]. Nel [[1302]] [[Federico III di Sicilia|Federico d'Aragona]] vi siglò l'armistizio con gli angioini.<ref name="picone" /><ref>{{Cita libro|nome=Tommaso|cognome=Fazello|titolo=Della storia di Sicilia deche due del r.p.m. Tommaso Fazello siciliano tradotte in lingua toscana dal p.m. Remigio fiorentino. Volume primo 3-terzo]|url=https://books.google.it/books?hl=it&id=hM2XPuLTSDgC|accesso=2022-07-24|data=1817|editore=dalla tipografia di Giuseppe Assenzio|lingua=it}}</ref>
Ad oggi dopo un lungo restauro, e la smilitarizzazione dalla storica caserma dell'[[Esercito]], il monumento è tornato alla pubblica fruizione. Negli ultimi anni infatti oltre all'apertura al pubblico è stato sede di spettacoli dell'[[Ortigia Festival]].
 
=== Il castelloMedioevo ===
Nel [[1321]] ospitò la seduta del [[Parlamento del Regno di Sicilia|parlamento siciliano]] convocato per sancire l'eredità del figlio di [[Federico II di Aragona|Federico III di Sicilia]], [[Pietro II d'Aragona|Pietro II di Sicilia]].
[[Immagine:Maniace.jpg|thumb|300px|left|Veduta del Castello da un disegno del 1630]]
Nel [[1325]] [[Pietro II d'Aragona|Pietro II di Sicilia]] fece riattare i fossati e costruire due forti a supporto del castello.
La fortificazione era raggiungibile solo attraverso un ponte levatoio, colmato nel Cinquecento, che lo isolava dalla terraferma rendendola praticamente inespugnabile.
 
Con gli aragonesi Siracusa divenne sede della [[Camera Reginale]], un istituto che poneva la città a dote della regina, dal [[1305]] al [[1536]]; il castello ospitò successivamente le regine, [[Costanza d'Aragona (1343-1363)|Costanza]] nel [[1362]], [[Maria di Sicilia]] nel [[1399]], [[Bianca di Navarra (1387-1441)|Bianca d'Evreux]] nel [[1416]] e, infine, anche l'ultima che ebbe in dominio la città, [[Germana de Foix]], seconda moglie di [[Ferdinando il Cattolico]].
Il castello si presenta come una poderosa struttura di 51 metri per lato. Tra tanta severità colpisce la grazia decorativa del portale, la cui profondità della strombatura è sfruttata dai costruttori per realizzarvi dei virtuosismi artistici che poco si addicono ad un’opera preminentemente militare. In questi, sebbene erosi dal tempo vi sono ancora quattro (due per lato) figure zoomorfe.
A causa di ciò Castel Maniace fu tuttavia teatro delle numerose contese tra i baroni siracusani, che non accettavano l'istituto di Camera Reginale, e il potere centrale. Nel [[1448]] [[Alfonso il Magnanimo]] per porre fine ai tumulti dei baroni inviò a Siracusa il capitano generale [[Giovanni I Ventimiglia|Giovanni Ventimiglia]], [[Marchesato di Geraci|marchese di Geraci]], con pieni poteri; questi, invitati a banchetto venti di quelli ritenuti i maggiori responsabili dei torbidi, una volta entrati li fece decapitare. Nell'occasione, i due arieti bronzei che ai lati del grande portale impreziosivano la facciata del castello,<ref name="picone" />(attribuiti al Maniace secondo quanto riferisce Tommaso Fazello) vennero ceduti in premio dal viceré [[Lope III Ximénez de Urrea y de Bardaixi|Lope Ximénez de Urrea]] al Ventimiglia il quale li portò seco a [[Castelbuono]]. Alla sua morte il figlio [[Antonio Ventimiglia Prades|Antonio]] li pose ad ornamento della tomba del padre<ref>(a cura di) Gioacchino Di Marzo, Biblioteca storica e letteraria di Sicilia, vol. IX, p. 324, nota 1, in [http://books.google.it/books?id=0NBWAAAAYAAJ&pg=PA324&dq=castel+maniace&hl=it&sa=X&ei=L_enU4PAIoik4gTM4YCoBg&ved=0CCoQ6AEwAjiWAQ#v=onepage&q=castel%20maniace&f=false]</ref>.
 
=== Il nome del castelloCinquecento ===
Dopo il castello decadde da residenza reginale a costruzione militare e per quasi tutto il [[XV secolo]] il castello venne adibito a prigione. Negli anni successivi al [[1535]] il viceré [[Ferrante I Gonzaga|Ferdinando Gonzaga]], per porre rimedio alla piaga delle frequenti incursioni [[Corsari barbareschi|piratesche saracene]] nelle città costiere della Sicilia orientale fece approntare un piano di rafforzamento delle difese costiere; l'incarico venne dato al famoso ingegnere militare [[Antonio Ferramolino|Ferramolino da Bergamo]] che avviò la costruzione di nuove fortificazioni e il restauro o il potenziamento di quelle esistenti. Tra queste vi fu il rafforzamento contro l'impiego di artiglierie del castello Maniace; a scopo di costruzione venne impiegate le pietre prelevate dagli antichi monumenti<ref>{{cita|Storia della Sicilia|pp. 176-177|dms}}.</ref>.
Il nome del castello deriva da [[Giorgio Maniace]], un generale bizantino che nel [[1038]] riconquista per breve periodo la città dagli [[Arabi]] e porta in dono due arieti bronzei ellenistici, che poi vengono posti all’entrata del Castello stesso che ha impropriamente conservato il nome del condottiero.
Nel [[1540]] vi prese alloggio l'ammiraglio [[Andrea Doria]] durante la spedizione organizzata da [[Carlo V]] contro i musulmani. Poco dopo il disastroso [[Terremoto del Val di Noto del 1542|terremoto del 1542]] e, da ricordare, [[Terremoto del Val di Noto del 1693|quello del 1693]], che danneggiarono il castello.<ref>Fabio Albanese, ''Come ai tempi di Federico. Ancora pochi mesi e Castello Maniace, a Siracusa, tornerà al suo antico splendore. Tappa obbligata del circuito artistico intitolato all'Imperatore svevo'', Specchio La Stampa n. 352, 7 dicembre 2002</ref>
 
=== Il Seicento ===
== Dubbi sulla sua reale funzione ==
==== Colonne d'Ercole (1614) e Poseidon (1618) ====
[[Immagine:Castello Maniace1.jpg|thumb|250px|Interno del castello]]
Il secondo decennio del '600 rappresentò importanti cambiamenti per il castello Maniace: esso infatti venne ornato di un scudo molto significativo al suo ingresso e gli venne mutato persino il nome. Tale opere si devono al [[Castellano (storia)|castellano]] che in quegli anni reggeva la più considerevole fortezza militare siracusana: lo spagnolo [[Joan de Roca Maldonato]].<ref name=maniace1>[[Giuseppe Agnello]], ''I Vermexio, architetti ispano-siculi del secolo XVII'', 1959, p. 7.</ref> Nel [[1614]], durante il regno del nuovo sovrano di Spagna [[Filippo III di Spagna|Filippo III]], egli ottenne di far trasportare sopra l'alto e massiccio ingresso di [[Storia della Sicilia sveva|epoca sveva]] del castello lo [[scudo (araldica)|scudo]] di [[Carlo V]] e dell'[[impero spagnolo]], fatto fabbricare nel [[1545]] (probabilmente per testimoniare che nemmeno il terremoto del '42 aveva potuto far soccombere la potenza militare della Spagna di Carlo, che tanto si era spesa sulla Siracusa cinquecentesca):<ref>Ferdinando Maurici, ''Nobili pietre: storia e architettura dei castelli siciliani '', 1999, p. 128.</ref> ciò che lo contraddistingue sono due paia di [[colonne d'Ercole]], che in questo caso potrebbero avere avuto il classico significato di "[[Non plus ultra]]" (ovvero il primordiale, d'[[epoca greca]]; prima che la Spagna lo modificasse in "[[Plus ultra]]", come conseguenza della scoperta del continente americano), dunque "''Non andare più in là; non entrare''", in riferimento al ruolo militare del castello siracusano, che doveva essere temuto dai nemici del Regno. Sotto le colonne vi sono scolpiti due globi (raffigurano la [[Terra]]), circondati da quattro fiamme ciascuno; simbolo del dominio iberico sul mondo. Chiudono la sequenza due mensole di [[arenaria]] incise con un monito che non lascia dubbi sulla funzione difensiva/offensiva del castello in questione (monito forse voluto dal castellano Joan):
Che cos’era veramente il Castello Maniace? Era davvero quella macchina da guerra che la tradizione ci tramanda? A Trapani infatti, la fortezza è all’estremità della città, verso il territorio e non sulla punta; a Messina è nel punto dove l’abitato incontra il territorio; ad Augusta – che ha una conformazione geografica del tutto simile a Siracusa, con due porti – il castello è posto a difesa del porto e della città. Come mai quindi questa posizione?
 
[[File:RED MON -SYRACUSE (cropped).jpg|miniatura|upright=1.9|Il castello Maniace (illuminato di bianco, a destra, sull'estrema punta dell'isola di Ortigia), in epoca spagnola detto di San Giacomo, visto in una notte di [[Superluna]] rossa]]
Anche i dati costruttivi accrescono i dubbi. Manca infatti il [[baglio (architettura)|baglio]], cioè la piazza d'arme, quello spazio interno che consentiva le manovre delle macchine da guerra, le ingombranti [[catapulta|catapulte]], o trabucchi, destinate a lanciare pietre o altro. Né l'interno viene in nostro soccorso, in quanto vi è una grande sala ipostila, cioè piena di crociere e di colonne che ha soltanto nel modulo centrale un prezioso cortile ma che non ha niente a che vedere con lo spazio di manovra. Le torri stesse, ingombrate all’interno dalle scale, non potevano servire a scopi difensivi. Inoltre l’assenza di strutture abitative, dei depositi per le derrate alimentari e per il munizionamento, accrescono ancor di più il fascino ed il mistero di questa imponente costruzione.
 
{{Citazione|UCCIDERÒ TUTTI QUELLI CHE FANNO DEL MALE|L'iscrizione incisa sulle mensole arenarie che sorreggono lo stemma spagnolo del castello aretuseo.<ref>Traduzione in italiano tratta dal quotidiano ''Libertà Sicilia'' dell'8 luglio 2015, a cura di Cesare Samà.</ref>|EGO INTERFICIAM OMNES QUI AFFLIGENT|lingua=latino}}
 
Al centro vi è poi la dichiarazione che attesta la data d'origine dello scudo, il nome dell'imperatore e la data del suo trasferimento alle porte del castello.
 
==== Castello Maniace diviene castello San Giacomo: patrono di Spagna ====
 
Joan de Roca chiese e ottenne nel [[1618]] che il castello mutasse il nome: da Maniace (in riferimento al generale bizantino [[Giorgio Maniace]], che tentò di liberare la città dal dominio arabo nel [[1038]]) a ''Jago de Maniace'', cioè Giacomo del quartiere Maniace, in riferimento a [[Giacomo il Maggiore]] (San Giacomo): uno dei [[dodici apostoli]] che dopo la morte di [[Gesù]] andò in Spagna a diffondere il [[vangelo]] e che ritornato in patria venne ucciso da [[Erode Agrippa]]. Joan de Roca fece inoltre mutare anche il nome delle quattro torri del castello, che divennero: San Pedro, San Catalina, San Philipe e Santa Lucia.<ref>[[Guido Libertini]], ''Il Regio museo archeologico di Siracusa'', 1929, p. 144.</ref><ref name=huella/>
 
[[File:Poseidone-Asclepio iscrizione castello maniace 1618.jpg|miniatura|upright=0.6|left|Il busto rinvenuto al castello Maniace che reca nel petto l'incisione spagnola]]
 
Da quel momento in avanti, in tutti i documenti ufficiali, fino al [[XIX secolo]], il castello risulterà con tale nuovo appellativo, anche se tra i siracusani rimase sempre l'abitudine di chiamarlo castel Maniace. L'[[epigrafe]], in [[lingua spagnola]], sul nuovo nome del castello e delle torri venne rinvenuta su di un busto colossale - nel suo petto, specificatamente - collocato all'interno dell'edificio e risalente al [[I secolo|I]]-[[II secolo]]. Esso venne subito identificato come [[Poseidone]] (''Poseidon''), dio del mare che in terra aretusea era venerato (culto ereditato dalla madre-patria [[Corinto (città antica)|Corinto]]), e tale rimase impresso nei documenti. Poi si sostenne si trattasse di [[Zeus]], il padre degli dei, e infine si è recentemente sostenuto che sia [[Asclepio]], il dio della [[medicina]] (altro forte [[Culti e templi dell'antica Siracusa|culto della Siracusa greca]]).<ref name=maniace1/><ref name=huella>Isidoro Escagües, ''La Huella de España en Sicilia'' {{es}}, 1951, p. 100.</ref>
 
=== Il Settecento ===
[[File:Syracus, Bootsfahrt im Naturhafen (cropped).jpg|miniatura|upright=1.2|Nel [[1704]] un fulmine colpì il Castello Maniace (in foto), uccidendo i soldati spagnoli al suo interno e provocando alla struttura gravissimi danni]]
Alla fine del [[XVI secolo]], il castello Maniace era divenuto il punto nodale della cinta muraria di [[Isola di Ortigia|Ortigia]] ma una notte di dicembre del [[1704]], durante un fortissimo [[temporale]], un [[fulmine]] andò a scagliarsi contro la più forte base difensiva siracusana, facendo saltare in aria la sua [[polveriera]] (300 quintali di polvere chiusi in 800 barili<ref name=maniace>{{Cita|Carpinteri, 1983|p. 47}}.</ref>), distruggendone le torri di avvistamento, facendone crollare un intero piano e uccidendo 33 di quei soldati spagnoli che, come di consuetudine, lo presidiavano anche in notturna.<ref name=maniace/>
 
Ciò rappresentò una rovina enorme per il castello di origine [[Federico II di Svevia|federiciana]]; il suo danno più grave fin dalla nascita.<ref>[[Giuseppe Bellafiore]], ''Architettura dell'età sveva in Sicilia: 1194-1266'', 1993, p. 128.</ref> Il fulmine lo aveva lasciato mezzo diroccato, con tutto ciò che questo comportava per una città bellica come Siracusa, la quale non poteva permettersi di mostrare alcun lato indifeso al nemico; specialmente in anni di guerra esterna come quelli (sarà infine, un secolo dopo, il generale inglese [[Stuart]], incaricato di occuparsi delle fortificazioni aretusee, a dare al castello nuova linfa<ref>Efisio Picone, ''Il Castello Maniace'', 1979; Arnaldo Bruschi, Gaetano Miarelli Mariani, ''Architettura sveva nell'Italia meridionale: repertorio dei castelli federiciani'', 1975, p. 20.</ref>).
 
Non era la prima volta che la città doveva fare i conti anche con le folgori del cielo (nel Cinquecento il suo altissimo [[campanile]], che serviva anche quello per dare l'allarme di nemici in vista, venne distrutto da un fulmine, e crollò due volte a causa dei terremoti; non lo ricostruirono più dopo il sisma del 1693<ref>[[Giuseppe Maria Capodieci]], ''Antichi monumenti di Siracusa'', 1816, p. 71.</ref>), ma nel 1704 l'evento dovette fare impressione a tal punto che in quello stesso anno venne composto un dialogo solenne, intitolato ''Siracusa difesa dai fulmini'', che doveva cantarsi durante la festa della [[Lucia da Siracusa|Santa patrona Lucia]]<ref>Alessandro Loreto, ''I libretti musicali della Biblioteca alagoniana di Siracusa'', 2006, p. 235.</ref> (innumerevoli le volte che i siracusani si erano affidati al giudizio divino durante quel che avevano superato dal Cinquecento al Settecento).
 
Nel XVII secolo l’architetto militare fiammingo [[Carlos de Grunembergh]] fece aggiungere la fortificazione a punta di diamante che si trova all’estremità del promontorio, il cosiddetto Forte della Vignazza.
 
=== Nel periodo borbonico ===
Nel periodo borbonico il castello riacquistò le sue funzioni militari e venne munito di [[cannone|bocche da fuoco]]. Nel [[1838]] in seguito ai moti che si stavano scatenando in tutto il regno borbonico venne dotato di una [[casamatta|costruzione di difesa]]. Anche dopo l'[[unificazione d'Italia]] rimase una struttura militare e tale rimase fino alla [[seconda guerra mondiale]].
 
=== L'epoca attuale ===
Infine, alle soglie degli [[anni duemila]], dopo un restauro e alla smilitarizzazione con la chiusura della storica caserma dell'[[esercito]], il monumento è tornato alla pubblica fruizione. L'apertura al pubblico ha permesso lo svolgimento di spettacoli dell'[[Ortigia Festival]] ma anche di ospitare il cosiddetto [[G8 Ambiente|G8 ambiente]] dal 22 al 24 aprile [[2009]] che ha visto la presenza dei ministri dell'ambiente dei paesi industrializzati.<ref>{{Cita news|url=http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/italia/87957/g8-ambiente-al-via-oggi-a-siracusa.html|titolo=G8 Ambiente: al via oggi a Siracusa|accesso=14 aprile 2018}}</ref>
 
Il castello Maniace è affidato alla Soprintendenza BB.CC.AA. di Siracusa.
 
== Architettura del castello ==
Il castello presenta una poderosa struttura a quadrilatero di 51 metri per lato di circa 12 m di altezza<ref name="galleriaroma">{{Cita web |url=http://www.galleriaroma.it/Siracusa/Monumenti/Castello%20Maniace/Castello%20Maniace.htm |titolo=Galleria roma, Castello Maniace |accesso=30 luglio 2006 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120120175240/http://www.galleriaroma.it/Siracusa/Monumenti/Castello%20Maniace/Castello%20Maniace.htm |urlmorto=sì }}</ref> l’aspetto severo in virtù del suo scopo difensivo si alterna a quello di una residenza imperiale, con materiali pregiati e virtuosismi artistici. Ai quattro angoli della costruzione vi sono quattro torri cilindriche con base ottagonale inserite armoniosamente nell'opera muraria.
 
Castel Maniace è accessibile attraverso la porta carraia della ex-caserma Abela sita, a Siracusa, in piazza Federico di Svevia. Attraversando il successivo cortile si trova un ponte in muratura che adduce ad una porta, con colonne laterali, di epoca spagnola ([[XVI secolo]]). Tale ponte ha sostituito l'antico [[ponte levatoio]] ligneo che scavalcava il fossato che circondava il castello all'epoca della costruzione e lo separava dalla estrema punta meridionale di Ortigia; il largo fossato, colmato nel [[Cinquecento]], metteva in comunicazione il [[Porto di Siracusa|Porto Grande]] con il mare aperto e a ponte alzato permetteva una migliore difesa del castello in caso di attacco.
Scavi effettuati a scopo di saggio hanno indicato che l'altezza originaria delle mura era di circa 18 metri. Lo spessore medio delle mura principali è di circa 3,5 m. La facciata principale è orientata verso Ortigia, i lati a nord-est e a sud-ovest all'epoca della costruzione erano a picco sul mare e così rimasero fino al XVI secolo quando gli spagnoli eressero i due rispettivi contrafforti<ref name="galleriaroma"/>.
 
[[File:Stauferstele Syrakus 2018.png|thumb|Stauferstele (2018)]]Il portale marmoreo decorato, la cui profondità della strombatura fu sfruttata dai costruttori per realizzarvi dei virtuosismi artistici, pur seriamente erose dal tempo e danneggiate dall'opera degli uomini, tra gli stipiti esterni ed i pilastri interni, una serie di colonnine marmoree con capitelli a [[Foglia|foglie]] uncinate permettono ancora l'individuazione di quattro figure zoomorfe, disposte due per lato, di probabile significato simbolico: sono individuabili due figure di leoni e di un ippogrifo; l'arco inferiore e l'archivolto presentano dei motivi floreali.
Uno stemma imperiale del [[XVII secolo]] è posto in cima all'ogiva del portale stesso<ref name="galleriaroma"/>.
 
La sala principale interna è costituita da 24 volte costolonate ad arco ogivale più una che dovrebbero rappresentare i regni di Federico II con al centro quello di Sicilia.<ref>{{Cita web|url=http://www.raiplay.it/video/2017/07/Voyager-Ai-confini-della-conoscenza-dba2ba0c-23bb-463b-a844-722eb9ae8861.html|titolo=Voyager - Un'inedita Siracusa - del 24/07/2017 - video - RaiPlay|sito=Rai|accesso=28 luglio 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170728213232/http://www.raiplay.it/video/2017/07/Voyager-Ai-confini-della-conoscenza-dba2ba0c-23bb-463b-a844-722eb9ae8861.html}}</ref>
 
In memoria dell'imperatore Federico II, nel giugno 2018 fu eretto una ''Stauferstele'' a sinistra dell'ingresso all'edificio quadrato.<ref>[https://stauferstelen.net/stele-siracusa.htm Siracusa 2018], stauferstelen.net.</ref>
 
== Curiosità ==
{{Curiosità}}
* In molti blocchi di pietra sono presenti delle scritte che indicano la cava di provenienza o il lavoratore che le ha applicate. Ciò per consentire il riconoscimento dei blocchi utilizzati e il successivo pagamento.
 
* Il 5 Settembre 2023, una foto scattata dal fotografo Kevin Saragozza della seconda luna piena di Agosto 2023 sullo sfondo del Castello Maniace, è stata scelta come "Foto del giorno" dalla [[NASA]] per l'[[Astronomy Picture of the Day]].<ref>{{Cita web|https://www.corriere.it/tecnologia/23_settembre_07/la-nasa-sceglie-le-foto-di-due-siciliani-per-raccontare-le-superlune-di-agosto-bcc7cf82-6b57-46b7-ad82-2e025bd95xlk.shtml?refresh_ce|titolo=La Nasa sceglie le foto di due siciliani per raccontare le Superlune di agosto|autore=Redazione Login|sito=Corriere della Sera|data=07-09-2023|lingua=it}}</ref>.<ref>{{Cita web|https://www.rainews.it/tgr/sicilia/video/2023/09/superluna-e-vulcano-1907b37a-8056-41db-99bd-5755708298aa.html|titolo=Lo spettacolo della superluna su Ortigia|autore=Eleonora Mastromarino|sito=rainews|data=05-09-2023|lingua=it}}</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
==Bibliografia==
*{{cita libro|Denis Mack|Smith|Storia della Sicilia medioevale e moderna, vol. I|1976|editori Laterza|Bari|cid=dms}}
*{{cita libro | cognome=Touring Club Italiano-La Biblioteca di Repubblica | nome= | titolo=L'Italia: Sicilia| editore=Touring editore | città= | anno=2004 }}
*{{cita pubblicazione | cognome=Danzuso | nome=Giuseppe Lazzaro | titolo=Per re e baroni, Le età sveva e chiaramontana | rivista=Bell'Italia, Sicilia | volume=4 | anno=1998 | mese=dicembre | pp=104-115|cid=gld }}
*{{cita libro|Tommaso|Fazello|Le due deche dell'Historia di Sicilia, deca I, libro IV, pp. 124-125|1573|Domenico, & Gio. Battista Guerra|Venezia|cid=fazello}} in [http://books.google.it/books?id=7jE8AAAAcAAJ&dq=Lemanno%20sicilia&hl=it&pg=PP3#v=onepage&q=Lemanno%20sicilia&f=false ''Le due deche dell'Historia di Sicilia'', divise in venti libri, tradotte dal latino in lingua toscana dal P. M. Remigio fiorentino, del medesimo ordine, con privilegio, Venetia, appresso Domenico, & Gio. Battista Guerra, fratelli, MDLXXIII].
*{{cita libro|Giuseppe Michele|Agnello|Il castello Maniace di Siracusa, funzione e significato, in Archivio storico siracusano, Serie IV, vol. II, pp. 193-226|2010|Società siracusana di storia patria}}
 
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/database/page_musei/pagina_musei.asp?ID=102&IdSito=77|titolo=Regione Siciliana, Beni culturali, Castello Maniace}}
*[http://www.stupormundi.it/maniace_1.htm Un sito sul castello Maniace]
*[http://www.galleriaroma.it/Siracusa/Monumenti/Castello%20Maniace/Castello%20Maniace.htm Sempre sul Castello]
 
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