Papa Pio XII: differenze tra le versioni
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|stemma=C o a Pius XII.svg
|titolo=260º papa della Chiesa cattolica
|elezione=2 marzo
|incoronazione =12 marzo
|fine pontificato=9 ottobre
|motto=''Opus iustitiae pax''
|cardinali=vedi [[Concistori di papa Pio XII]]
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|successore=[[papa Giovanni XXIII]]
|nome nascita=Eugenio Maria Giuseppe Giovanni Pacelli
|data di nascita=2 marzo
|luogo di nascita=[[Roma]]
|ordinato=2 aprile
|nomarcivescovo=23 aprile
|arcconsacrato=13 maggio
|creato=16 dicembre
|data di morte={{Calcola età3|1958|10|9|1876|3|2}}
|luogo di morte=[[Castel Gandolfo]]
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|Cognome =
|ForzaOrdinamento = Pio 12
|PreData =
|Sesso = M
|LuogoNascita = Roma
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|Attività3 = cardinale
|Nazionalità = italiano
|FineIncipit = è stato il 260º [[papa]] della [[Chiesa cattolica]] e
}}
Nel 1990, a conclusione della prima fase di [[beatificazione]], ha ricevuto il titolo di [[servo di Dio]]. Nel 2009, a conclusione della seconda fase, ha ricevuto il titolo di [[venerabile]], che ne attesta l'eroicità delle virtù per la Chiesa. La causa di canonizzazione è affidata alla [[Compagnia di Gesù]].
== Biografia ==
=== Nascita e studi ===
{{dx|[[File:
Eugenio Maria Giuseppe Giovanni Pacelli dei Principi di Acquapendente nacque a [[Roma]] il 2 marzo
Eugenio sentì sin da piccolo la vocazione sacerdotale
Dopo le elementari, frequentate in una scuola privata cattolica, e la frequenza al [[Liceo classico Ennio Quirino Visconti|liceo di Stato "Ennio Quirino Visconti"]], Eugenio Pacelli entrò nel [[Almo collegio Capranica|Collegio Capranica]]. Dal
=== Carriera ecclesiastica ===
[[File:Pacelliordenado.jpg|thumb|left|Eugenio Pacelli giovane sacerdote]]
[[File:MarrydelValpacelli.jpg|thumb|La stipula del concordato tra il [[
Il cardinale [[Vincenzo Vannutelli]], che più tardi sarebbe diventato decano del [[Sacro collegio|Sacro Collegio]], indusse Pacelli a entrare come "apprendista" nella segreteria di Stato. In tale ufficio conobbe subito importanti prelati quali i cardinali [[Mariano Rampolla del Tindaro|Mariano Rampolla]], [[Rafael Merry del Val]] e Giacomo della Chiesa, futuro [[papa Benedetto XV]]. Dopo tre anni fu nominato minutante<ref>[[Nazareno Padellaro]], ''Pio XII'', Torino, SAIE, 1956, pp. 49-52</ref> e, dopo la specializzazione accademica in [[rapporto Stato-Chiesa|relazioni fra Stato e Chiesa]], monsignore-ciambellano di [[papa Pio X]] (
Preoccupato per le influenze libertarie che stavano contagiando il clero italiano, Pacelli vide con favore l'introduzione del [[giuramento antimodernista]] da parte di Pio X. Si applicò con zelo alla stesura di un nuovo [[codice di diritto canonico]] e, a partire dal
Il 13 ottobre 1914
[[File:Bundesarchiv Bild 102-00535, Bamberg, 900 Jahr-Feier der Stadt.jpg|miniatura|Nel luglio 1924, in occasione del 900º anniversario della città di [[Bamberga]] in [[Baviera]], si svolse una grande processione alla presenza dell'ex principe ereditario [[Rupprecht di Baviera]], dell'ex re [[Ferdinando I di Bulgaria|Ferdinando di Bulgaria]], del [[Nunziatura apostolica in Germania|nunzio per l'intera Germania]] Pacelli, di tutti gli arcivescovi di Germania e di alti prelati e dignitari. Nella foto Pacelli prega per strada]]
Durante i dodici anni in Germania (1917-1929) l'arcivescovo Pacelli si avvicinò molto al mondo tedesco e conobbe bene la realtà politica della [[Repubblica di Weimar]]. Il 19 aprile
Nel
Nel frattempo, l'11 febbraio 1929, [[Benito Mussolini]] e il cardinale Gasparri avevano firmato i [[Patti Lateranensi]], frutto della mediazione di [[Domenico Barone]] e di [[Francesco Pacelli]], fratello maggiore dell'allora nunzio a Berlino.
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{{vedi anche|Discorso scomparso}}
[[File:Coat of arms of Eugenio Maria Pacelli.svg|thumb|left|Stemma cardinalizio di Eugenio Pacelli]]
[[File:Cardinale Pacelli in visita al Governatore di Roma 15 giugno 1932.jpg|upright=1.4|thumb|Il cardinale Pacelli in visita al Governatore di Roma (15 giugno
Pacelli aveva ricercato con costanza un concordato con l'intera Germania già nel periodo della sua nunziatura, negli [[Anni 1920|anni venti]]. [[Heinrich Brüning]], leader della ''[[Deutsche Zentrumspartei]]'', partito cattolico di centro, dichiarò nelle sue memorie che Pacelli, in occasione di un incontro del 1931 (quando Brüning era [[cancelliere]]), avrebbe insistentemente premuto per la dissoluzione dell'accordo di coalizione con il partito socialdemocratico, ponendola quasi come una condizione per la stipula del concordato. Il cancelliere in carica avrebbe respinto la sollecitazione considerando che il prelato fosse in grave errore di valutazione sulla situazione politica tedesca e, in particolare, sul peso del nascente partito nazista<ref>{{Cita web|url=http://www.testimonianzecristiane.it/teologia/vocabolario/bruning.htm|titolo=Heinrich Bruning - vocabolario teologico|autore=Massimiliano Salerno|sito=Testimonianze Cristiane|lingua=it|accesso=7 febbraio 2022}}</ref>.
[[File:Bundesarchiv Bild 183-R24391, Konkordatsunterzeichnung in Rom.jpg|thumb|Foto della firma del [[Reichskonkordat]]. Da sinistra a destra: Monsignor [[Ludwig Kaas]], il Vice-cancelliere tedesco [[Franz von Papen]], il Sottosegretario ecclesiastico [[Giuseppe Pizzardo]], il Cardinal Segretario di Stato Eugenio Pacelli, [[Alfredo Ottaviani]] e il Segretario del Ministero degli Interni tedesco [[Rudolf Buttmann]]]]
Il 20 luglio 1933, a pochi mesi dall'ascesa di [[Adolf Hitler]] al potere (30 gennaio), Pacelli firmò a [[Roma]] il ''[[Reichskonkordat]]'' con la [[Germania]]. Questo concordato garantiva i diritti dei cattolici tedeschi e ripristinava le garanzie per la Chiesa e i fedeli, soppresse nell'Ottocento per il [[Kulturkampf]]. Fu il concordato più discusso, perché accordava il riconoscimento della Chiesa al [[Nazismo|regime nazista]] che segnò la fine di ogni vita democratica in Germania e la proibizione di tutti i partiti politici, compreso quello cattolico del centro (''Zentrumspartei''). Successivamente, nel 1935, Pacelli sottoscrisse anche un concordato con il [[Regno di Jugoslavia]].
Come segretario di Stato, Pacelli fu spesso in viaggio sia con una serie di importanti missioni diplomatiche, come negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] nel 1936, sia con la partecipazione a una serie di congressi eucaristici in [[Ungheria]] e [[Argentina]], o a manifestazioni religiose, come a [[Lourdes]] o a [[Lisieux]]. Tali viaggi gli permisero, tra l'altro, di farsi conoscere dalle gerarchie cattoliche esterne alla [[Curia romana]].
In ogni caso il [[Reichskonkordat]] fu sistematicamente violato dai nazisti. La Chiesa cattolica nella [[Germania nazista]] lamentava di dover agire in condizioni difficili. La Santa Sede, dal 25 settembre 1933 al 26 giugno 1936, inviò per la violazione da parte del Reich 34 note di protesta, cinque pro-memoria, tre ''aide-memoire'', sei scritti contenenti proposte e progetti e sei appunti vari<ref>Nazareno Padellaro, ''cit.'', p. 131</ref>. Il concordato fu, quindi, il primo tentativo fallito di venire a patti con il nazismo. Eugenio Pacelli, tuttavia, fu sempre propenso a seguire una via diplomatica di mediazione con il regime nazista mentre le posizioni di papa Ratti sembrano propendere per la rottura.<ref name="emma"/>
Tali posizioni condussero Pio XI, nel 1937, a stilare un'ammonitoria enciclica verso il nazismo dal titolo ''[[Mit brennender Sorge]]'' (''Con viva preoccupazione''). Per tale motivo, tra il 1937 e il 1939 si esplicitò pienamente una differenza tra Pio XI e il suo segretario di Stato.
[[Papa Pio XI|Pio XI]] morì il 10 febbraio 1939. La morte, sopravvenuta per un attacco cardiaco dopo una lunga malattia, gli impedì di pronunciare un importante [[Discorso scomparso|discorso]] in occasione del I decennale della "conciliazione" con lo Stato Italiano. Il discorso, preparato da mesi, sarebbe stato il suo testamento spirituale e, probabilmente, avrebbe denunciato la violazione dei [[Patti Lateranensi]] da parte del governo fascista e le persecuzioni razziali in Germania. Tuttavia non ne è rimasta traccia.
Una lettera emersa dall'[[Archivio apostolico vaticano|Archivio vaticano]] dimostra che il cardinale Pacelli dette disposizione per distruggere il discorso già in tipografia. Autore della lettera, datata 15 febbraio 1939, è [[Domenico Tardini]], al tempo collaboratore della segreteria di Stato vaticana. Un estratto del testo è il seguente<ref>La foto della lettera appare sull'inserto ''Domenica'' de ''Il Sole 24 Ore'', n. 144 del 27 maggio 2007. L'articolo contiene anche una valutazione storica del reperto e l'annuncio di un saggio di Emma Fattorini (''Pio XI, Hitler e Mussolini. La solitudine di un papa'', Einaudi) che riporta il testo completo del manoscritto del discorso.</ref>: «''Mi telefona [[Papa Paolo VI|S.E. Mons. Montini]]. Gli ha telefonato il cardinal Pacelli per dare i seguenti ordini: 1) che [[Carlo Confalonieri|Mons. Confalonieri]] consegni tutto quel materiale che ha circa il discorso che S.S. Pio XI aveva preparato per l'adunanza dei vescovi dell'11 febbraio; 2) che la tipografia distrugga tutto il materiale che ha (bozze, piombi)'' [...]»<ref name=emma>Emma Fattorini, ''Pio XI, Hitler e Mussolini'', Torino, Einaudi, 2007</ref>.
Pio XI avrebbe dovuto inoltre annunciare un'[[enciclica]] contro il razzismo e l'antisemitismo, intitolata ''[[Humani generis unitas]]''. Neanche essa ebbe corso. Una copia microfilmata dell'enciclica e dei documenti annessi fu però scoperta nel 1967 dal gesuita Thomas Breslin, mentre procedeva alla catalogazione degli archivi di John LaFarge<ref>{{cita web|url=https://www.washingtonpost.com/wp-srv/style/longterm/books/chap1/hiddenencyclicalofpiusxi.htm|titolo=The Hidden Encyclical of Pius XI|autore=Georges Passelecq e Bernard Suchecky|lingua=en|sito=Washington Post|editore=Harcourt Brace & Company|anno=1997|accesso=26 luglio 2015}}</ref>. In un lungo articolo di fondo, Gordon Zahn, uno specialista delle encicliche sociali, ha sostenuto che l'enciclica ritrovata «è forse la più forte dichiarazione cattolica su quel male morale» che è l'antisemitismo. Ciò può collocarsi «in un nuovo contesto, poiché ora non si tratta più solamente della mancata protesta di Pio XII di fronte alla sistematica eliminazione degli ebrei, ma piuttosto del suo esplicito rifiuto di raccogliere la volontà del suo riverito predecessore e protettore»<ref>G. Passelecq e B. Suchecky. ''L'enciclica nascosta di Pio XI. Un'occasione mancata dalla chiesa cattolica nei confronti dell'antisemitismo'', Milano, 1997</ref>. Una volta eletto al soglio pontificio, Pacelli riprenderà alcuni concetti dell'"enciclica nascosta" e la inserirà nella parte antirazzista della sua prima enciclica, contenente il programma del suo appena iniziato pontificato, la ''[[Summi Pontificatus]]''<ref>Andrea Tornielli, ''Pio XII - il papa degli ebrei'', Casale Monferrato, 2001</ref>.
[[File:Pacellis_unglückliche_Liebe_(aus_"Männer_um_den_Papst",_S._11).png|thumb|Nell'opuscolo del partito nazista ''Männer um den Papst'' pubblicato nel 1938 Pacelli, ancora cardinale seppur influente, venne accusato di nostalgia per la passata Repubblica di Weimar, nonché di avere effettuato negli anni precedenti diversi viaggi all'estero -inclusi Nord e Sudamerica, Sri Lanka e Francia- in funzione antinazista, nonché di essere ancora il principale oppositore dell'Asse Roma-Berlino]]
=== Il conclave del 1939 e l'elezione a pontefice ===
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''Di azzurro, alla colomba con la testa rivolta d'argento, imbeccante un ramoscello d'ulivo di verde e posata su un monte di tre cime d'argento, movente da una fascia di verde posta su un mare ondato al naturale.''
}}
[[File:Correio da Manhã AN 432.jpg|sinistra|miniatura|Papa Pio XII si affaccia dalla loggia delle benedizioni dopo la sua elezione il 2 marzo 1939.]]
In qualità di [[Camerlengo (Chiesa cattolica)|camerlengo]], fu Pacelli che diresse il [[conclave]] che seguì alla morte di
Il giorno stesso dell'elezione del nuovo pontefice, il conte [[Galeazzo Ciano|Ciano]], ministro italiano degli affari esteri, annotava nel suo diario che alla vigilia Pignatti di Custoza, ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, gli aveva detto essere Pacelli il cardinale favorito dai tedeschi<ref>[[Saul Friedländer]], ''Pio XII e il Terzo Reich'', Milano, Feltrinelli, 1965. Secondo Friedländer, è possibile che tali reazioni contrastanti siano dovute a una divergenza di opinioni tra Goebbels e Ribbentrop in merito all'atteggiamento che il segretario di Stato di Pio XI avrebbe assunto verso il Reich, nel caso fosse stato eletto papa.</ref>: «2 marzo – Viaggio di ritorno. A Tarvisio ricevo la notizia dell'elezione alla tiara del cardinale Pacelli. Non mi sorprende: ricordo il colloquio ch'ebbi con lui il 10 febbraio. Fu molto conciliante. E pare che nel frattempo abbia anche notevolmente migliorate le relazioni con la Germania, al punto che Pignatti ha ieri riferito essere il Pacelli il cardinale favorito dai tedeschi. A tavola avevo detto a Edda e ai miei collaboratori: "Il Papa sarà eletto entro oggi. È Pacelli, che assumerà il nome di Pio XII". La realizzazione della mia previsione ha interessato tutti»<ref>Galeazzo Ciano, [[Renzo De Felice]] (a cura di), ''Diario 1937-1943'', Milano, Rizzoli, 1980, p. 259.</ref>.
Dopo la cerimonia dell'incoronazione, il 12 marzo, Ciano annotò, sempre nel suo diario: [[Benito Mussolini|Mussolini]] «è contento dell'elezione di Pacelli. Si ripromette di fargli pervenire alcuni consigli circa quanto potrà fare per governare utilmente la Chiesa».<ref>[[Andrea Riccardi]], ''Roma città sacra? Dalla Conciliazione all'operazione Sturzo'', Milano, Vita e pensiero, 1979, p. 181.</ref>
L'elezione e l'incoronazione di Pacelli ebbero un'accoglienza mista in Germania. Da parte della maggioranza della stampa tedesca, quella più vicina al partito nazista, giunsero commenti alquanto ostili: il ''[[Berliner Morgenpost]]'' scrisse che «l'elezione di Pacelli non è accolta favorevolmente in Germania poiché egli è sempre stato ostile al nazionalsocialismo»; la ''Frankfurter Zeitung'' scrisse che «molti dei suoi discorsi hanno dimostrato che non comprende del tutto le ragioni politiche e ideologiche che hanno iniziato la loro marcia vittoriosa in Germania».<ref>John Cornwell, ''Il Papa di Hitler'', Milano, Garzanti, 2000.</ref><ref>{{cita libro|autore=Pier Luigi Guiducci|titolo=Il Terzo Reich contro Pio XII - Papa Pacelli nei documenti nazisti (Attualità e storia)|editore=San Paolo|data= 2013|p= 88}}</ref> Lo ''Schwarze Korps'' (giornale ufficiale delle [[Schutzstaffel|SS]]) scrisse: «Il Nunzio e Cardinale Pacelli ci ha dimostrato scarsa comprensione, ed è per questa ragione che noi gli accordiamo poca fiducia. Pacelli ora Pio XII non seguirà sicuramente una strada diversa»<ref>''Das Schwarze Korps'', 9 marzo 1939.</ref>. Il Ministero degli Esteri del Reich incaricò l'ambasciatore presso la Santa Sede di portare al neoeletto Papa le congratulazioni di Hitler, ma solo oralmente. In una nota riservata si precisò: "In considerazione del noto comportamento del già Cardinale Pacelli nei confronti del movimento nazionalsocialista, i complimenti non devono essere formulati in maniera particolarmente calda".<ref name="raiplay.it">{{Cita web|url=https://www.raiplay.it/video/2013/08/La-Grande-Storia---Eugenio-Pacelli-Il-principe-di-Dio-b39e8ec4-f0a6-41f9-a8a2-1b23cfdb3b4e.html|titolo=Eugenio Pacelli, il Principe di Dio - S2013 - Video|sito=RaiPlay|lingua=it|accesso=26 gennaio 2021}}</ref>
[[Joseph Goebbels|Goebbels]] riporta nel suo Diario che Hitler aveva pensato all'abrogazione del concordato se Pacelli fosse stato eletto papa.<ref>{{cita libro|curatore=Fred Taylor|titolo=Diari di Goebbels (1939-1941)|editore=Sperling & Kupfer|p= 20}}</ref> L'[[Reichssicherheitshauptamt|Ufficio centrale per la sicurezza del Reich]] (RSHA) descrisse l'elezione di Pacelli al soglio pontificio con accenti molto negativi: il nuovo papa veniva considerato un amico delle democrazie, che esultavano per la sua elezione. Nel rapporto dell'RSHA veniva riferito il commento favorevole sul nuovo pontefice de ''[[L'Humanité]]'', l'organo ufficiale del [[Partito Comunista Francese]]. Si ricordava inoltre che Pacelli, da segretario di Stato, si fosse fatto notare per i suoi attacchi al nazionalsocialismo<ref>''SD Lage-Bericht, I trimestre 1939, dossier 58/717'', Coblenza, Archivi della Germania Federale, pp. 22-23.</ref>.
Al contrario, l'elezione fu accolta favorevolmente negli ambienti della diplomazia tedesca. Il capo del Dipartimento degli Affari vaticani presso il Ministero degli affari esteri del Reich, il consigliere Du Moulin, redasse un memorandum<ref>Pier Luigi Guiducci, ''cit.'', p. 89.</ref> sulle tendenze politiche e sulla personalità del nuovo pontefice, descrivendo il neoeletto come «molto amico della Germania». A Berlino ci si ricordò che Pacelli era stato il promotore del [[Reichskonkordat|Concordato fra la Santa Sede e il Terzo Reich]] e che, quando le relazioni fra Chiesa e regime nazionalsocialista si erano fatte tese, l'atteggiamento del segretario di Stato era stato sempre - secondo i dispacci dell'ambasciatore Bergen - molto più conciliante di quello di Pio XI.
=== Primi atti del pontificato ===
[[File:Paus Pius XII geeft zijn zegen op het balkon van het Vaticaan, SFA022825379.jpg|destra|miniatura|Pio XII si affaccia alla loggia per benedire il popolo dopo l'[[incoronazione papale]] il 12 marzo 1939.]]
Il novello papa nominò alle cariche da lui ricoperte in precedenza il cardinale [[Luigi Maglione]] segretario di Stato e [[Lorenzo Lauri]] cardinale camerlengo. Eletto in un periodo di grandi tensioni internazionali, il 15 marzo 1939 - tre giorni dopo la sua incoronazione - il regime nazista [[Occupazione tedesca della Cecoslovacchia|invase la Cecoslovacchia]].
Uno dei suoi primi atti fu, nell'aprile del
Sempre nel
Il 7 maggio
=== La seconda guerra mondiale ===
{{vedi anche|Radiomessaggio rivolto ai governanti
{{Citazione|Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra.|Dal {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/speeches/1939/documents/hf_p-xii_spe_19390824_ora-grave_it.html|titolo=discorso radiofonico}} del papa del 24 agosto
[[File:
Agli inizi di agosto del 1939, l'Europa era a un passo dalla guerra
Per tutta risposta, il 23 agosto 1939 la Germania nazista e l'Unione Sovietica sottoscrissero il [[patto Molotov-Ribbentrop]]. Un protocollo segreto dell'accordo prevedeva la divisione dell'Europa orientale in due sfere d'influenza, dando modo a Hitler di lanciare l'offensiva sulla confinante Polonia mentre l'URSS avrebbe avuto mano libera sulle repubbliche baltiche, la [[Finlandia]] e la Polonia orientale.
Il Papa, a conoscenza delle clausole del protocollo segreto, sapeva anche che, in caso di sua attuazione, [[terza Repubblica francese|Francia]] e [[Regno Unito]], alleati della Polonia, avrebbero dichiarato guerra alla Germania, dando inizio alla seconda guerra mondiale. Tentò quindi di scongiurare il rischio di una nuova guerra pronunciando alla [[radio (mass media)|radio]], il 24 agosto
Il 1º settembre, la [[germania nazista|Germania]] invase la [[seconda Repubblica di Polonia|Polonia]] e il 3 [[terza Repubblica francese|Francia]] e [[Regno Unito]] risposero all'attacco: fu l'inizio della [[seconda guerra mondiale]].
Il dissenso del papa fu espresso dopo alcune settimane nella sua prima [[enciclica]], la ''[[Summi Pontificatus]],''
La protesta del Papa per l'invasione della cattolica Polonia fu quindi espressa con un documento religioso e in base alla dottrina cristiana. Il 30 novembre 1939,
[[File:Pius XII with Roman people, in Piazza San Giovanni, 1943.jpg|thumb|«....''e in mezzo a San Lorenzo spalancò le ali''»: questa foto di Pio XII, tradizionalmente riferita alla visita al [[San Lorenzo (Roma)|quartiere San Lorenzo]] il 20
Nella prima fase della guerra, è dimostrato che il pontefice prese parte a un tentativo di alcuni generali tedeschi avente l'obiettivo di spodestare Hitler<ref>{{en}} Kenneth C. Campbell, ''Pope Pius XII: Superb Intelligence Leader'', American Intelligence Journal, vol. 33, no. 2, 2016, pp. 148–150.</ref> e svolse il ruolo di intermediario nei contatti che intercorsi tra i cospiratori e la Gran Bretagna<ref>{{Cita libro|titolo=David Alvarez, ''Spie in Vaticano'', Milano 2003 pp. 200-204}}</ref>.
Durante la guerra, vari e ripetuti furono gli appelli del Papa in favore della pace. Va ricordato in particolare il [[Alla vigilia del Santo Natale del 1942|radiomessaggio natalizio del 1942]], in cui Pacelli delineò un nuovo ordine mondiale basato sul rispetto reciproco fra le Nazioni e i popoli. In tale messaggio il Papa denunciò anche lo sterminio delle persone sulla base della razza. [[Benito Mussolini|Mussolini]] commentò il radiomessaggio del 1942 con sarcasmo: «Il Vicario di Dio — cioè il rappresentante in terra del regolatore dell'universo — non dovrebbe mai parlare: dovrebbe restare tra le nuvole. Questo è un discorso di luoghi comuni che potrebbe agevolmente essere fatto anche dal parroco di Predappio». I nazisti accolsero con irritazione il messaggio natalizio: l'ufficio di Berlino responsabile della deportazione degli ebrei (l'ufficio principale per la sicurezza del Reich) annotò:
{{Citazione|In una maniera mai conosciuta prima, il papa ha ripudiato il nuovo ordine europeo del nazionalsocialismo… qui egli sta virtualmente accusando il popolo tedesco di ingiustizia verso gli ebrei e si rende portavoce dei criminali di guerra ebraici.|{{Cita libro|autore=Martin Gilbert|titolo=I giusti. Gli eroi sconosciuti dell'Olocausto|p=345}}}}
Durante il conflitto, il Pontefice si mostrò preoccupato sia per un'eventuale vittoria della guerra da parte dell'Unione Sovietica, sia per un trionfo della Germania Nazista arrivando al punto da dichiarare, in un colloquio con il Ministro degli Esteri spagnolo nel 1942, che "la vittoria del nazionalsocialismo rappresenterebbe il più grande pericolo di persecuzione per i cristiani".<ref>{{Cita|Miccoli|p. 437, nota 326}}.</ref>
Il 19 luglio 1943, dopo il violento [[Bombardamento di Roma|bombardamento di San Lorenzo]] a [[Roma]], si recò nei quartieri colpiti. Fu un'uscita eccezionale del pontefice dal Vaticano, soprattutto all'epoca (in seguito sarebbe uscito dal suo Stato solo in casi estremamente rari). Durante tale visita spalancò le braccia alla folla recitando il [[salmi|salmo]] ''[[Salmo 130|De profundis]]'', in un gesto che rimase immortalato in una famosa foto. Papa Pacelli uscì nuovamente dal Vaticano il 13 agosto successivo, dopo il bombardamento nel quartiere di San Giovanni.
=== L'occupazione tedesca di Roma ===
{{vedi anche|Rastrellamento del ghetto di Roma|Operazione Rabat|Pio XII e l'eccidio delle Fosse Ardeatine}}
Dopo l'[[Armistizio di Cassibile|armistizio]] dell'8 settembre e [[Fuga di Vittorio Emanuele III|la fuga dei Savoia]] dalla capitale, Pio XII rimase
Nei giorni successivi, quando i tedeschi imposero agli ebrei romani di versare oro in cambio di un'effimera e temporanea salvezza, il Vaticano contribuì fornendo 20 dei 50 chili d'oro richiesti<ref>{{Cita web|url=http://www.ucei.it/uceinforma/rassegnastampa/2007/ottobre/il_piccolo/151007.asp|pubblicazione=Il Piccolo di Trieste|data=15 ottobre 2007|titolo=Gli ebrei e l'olocausto a Trieste|autore=Fabio Amodeo|autore2=Mario J. Cereghino|altri=citato in: ''Rassegna Stampa dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070806172250/http://ucei.it/uceinforma/rassegnastampa/2007/ottobre/il_piccolo/151007.asp|accesso=22 maggio 2014}}</ref>, secondo la testimonianza di Ugo Foà, rabbino capo della comunità romana, il Vaticano fece sapere ufficiosamente che se non fosse stato raccolto abbastanza oro avrebbe prestato la differenza per raggiungere i 50 kg, ma non ce ne fu bisogno<ref>{{Cita
Il Papa fu messo a conoscenza dell'avvenuto [[rastrellamento del ghetto di Roma]] dalla principessa Enza Pignatelli, sua ex-allieva, che aveva assistito in parte alla razzia e subito si era recata in [[Città del Vaticano|Vaticano]], chiedendo udienza al Pontefice, che la ricevette immediatamente. Secondo lo storico della Chiesa [[Alberto Melloni]], i tedeschi avrebbero invece organizzato il ratto degli ebrei romani proprio per fare un affronto a papa Pacelli<ref name="ReferenceA"/>. Pio XII si mise senza indugio in comunicazione telefonica con il [[cardinale Segretario di Stato]] [[Luigi Maglione]] perché prendesse informazioni e si interessasse della questione<ref>
Seguì un colloquio tra il cardinale Maglione e l'ambasciatore tedesco presso il Vaticano, [[Ernst von Weizsäcker]], al quale il segretario di Stato chiese di «intervenire in favore di quei poveretti», lamentandosi per il fatto che «proprio a Roma, sotto gli occhi del Padre comune [il Papa], fossero fatte soffrire tante persone unicamente perché appartenenti a una stirpe determinata»<ref name="Katz135">{{Cita|Katz|p. 135}}.</ref>. Alle richieste di Weizsäcker sul possibile comportamento della Santa Sede, nel caso fossero continuati i rastrellamenti di ebrei, Maglione rispondeva che: «La Santa Sede non vorrebbe essere messa nella necessità di dire la sua parola di disapprovazione»<ref
Weizsäcker propose allora e ottenne che la protesta vaticana fosse affidata a una lettera del rettore della Chiesa tedesca a Roma [[Alois Hudal]], indirizzata al generale comandante militare di Roma [[Reiner Stahel]], in cui il prelato
Durante il corso della guerra, nonostante le numerose informazioni ricevute Pio XII non condannò mai ufficialmente né si impegnò pubblicamente per fermare le deportazioni degli ebrei nei [[Campi di concentramento nazisti|campi di concentramento]]. Offrì però rifugio presso la [[Santa Sede]] a molti ebrei e a esponenti politici antifascisti, tra cui [[Alcide De Gasperi]] e [[Pietro Nenni]], appellandosi al fatto che la [[Città del Vaticano]] era uno Stato sovrano. Non sempre però i tedeschi rispettarono l'extra-territorialità di alcune altre aree a Roma di pertinenza della Santa Sede: nell'
È stato scoperto di recente un piano segreto di [[Adolf Hitler|Hitler]] che prevedeva l'occupazione del [[Vaticano]] e l'arresto di Pio XII, il quale secondo il dittatore nazista ostacolava i piani della [[germania nazista|Germania]]<ref name="ReferenceA">''La Grande Storia. Pio XII - Il Principe di Dio'', puntata del 29 dicembre
Alcuni autori hanno espresso forti critiche verso il comportamento tenuto dalla Santa Sede dopo l'[[Attentato di via Rasella|attentato di Via Rasella]] e l'[[eccidio delle Fosse Ardeatine]] (23
[[File:Entry of Allied Troops Into Rome, 5 June 1944 TR1846.jpg|miniatura|Folla assiepata in [[Piazza San Pietro]] per ascoltare Pio XII dopo la [[liberazione di Roma]], 5 giugno 1944.]]
Il 26 marzo, ''[[L'Osservatore Romano]]'' pubblicò il comunicato tedesco che dava notizia dell'attentato e annunciava l'avvenuta rappresaglia, facendolo seguire dal seguente commento non firmato:{{citazione|Di fronte a simili fatti ogni animo onesto rimane profondamente addolorato in nome dell'umanità, e dei sentimenti cristiani. Trentadue vittime da una parte: trecentoventi persone sacrificate per i colpevoli sfuggiti all'arresto, dall'altra. Ieri rivolgemmo un accorato appello alla serenità e alla calma; oggi ripetiamo lo stesso invito con più ardente affetto, con più commossa insistenza. Al di fuori, al di sopra delle contese, mossi soltanto da carità cristiana, da amor di patria, da equità verso tutti i "fatti a sembianza d'uomo" e "figli d'un solo riscatto"; dall'odio ovunque nutrito, dalla vendetta ovunque perpetrata, aborrendo dal sangue dovunque sparso, consci dello stato d'animo della cittadinanza, persuasi del fatto che non si può, non si deve spingere alla disperazione ch'è la più tremenda consigliera ma ancora la più tremenda delle forze, invochiamo dagli irresponsabili il rispetto per la vita umana che non hanno il diritto di sacrificare mai; il rispetto dell'innocenza che ne resta fatalmente vittima; dai responsabili la coscienza di questa loro responsabilità verso se stessi, verso le vite che vogliono salvaguardare, verso la storia e la civiltà<ref>Giorgio Bocca, ''Storia dell'Italia partigiana'', Milano, Mondadori, 1996, pp. 293-4.</ref>.}}
Osserva [[Giorgio Bocca]]: «L'appello, per quanto non firmato da Pio XII, ne rispecchia il pensiero reazionario. Il foglio ufficiale della Santa Sede esprime la sua condanna della violenza separando – nella Roma dell'occupazione nazista! – le "vittime" (i tedeschi) dai "colpevoli" (i partigiani), gli "irresponsabili" (i capi della Resistenza) dai "responsabili" (i comandi tedeschi e fascisti); e fa sua, volendolo o meno, la tesi fascista e attesista della "[[strage degli innocenti]]": dimenticando che la legalità dei "responsabili" a cui si appella è la medesima che sta sterminando sei milioni di ebrei innocenti, fatto di cui il Santo padre, nel marzo 1944, è perfettamente al corrente. Senza dire che via Tasso e i suoi orrori sono a due passi dai sacri palazzi»<ref>Giorgio Bocca, ''cit.'', p. 294.</ref>.
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[[Alessandro Portelli]] ritiene che l'editoriale costituisca un «testo esemplare e fondante» di un'interpretazione dell'attentato di via Rasella destinata ad avere grande fortuna nel dopoguerra. Scrive infatti Portelli: «Di chi sia la colpa che rende necessario il sacrificio non c'è dubbio: i "colpevoli sfuggiti all'arresto". ''L'Osservatore Romano'' dunque lascia intendere che i nazisti cercarono i "colpevoli" prima di decidersi al massacro; né sono a conoscenza di rettifiche, precisazioni o smentite successive. Nasce qui lo spostamento della colpa sui vili partigiani che sono andati a nascondersi lasciando ("irresponsabili") al loro destino le vittime della rappresaglia. Oltre alla destra politica, saranno proprio organi e fonti vicini alla Chiesa e al mondo cattolico, a partire dai [[Comitati civici]], a rilanciare nel corso degli anni questa versione, fino a farla penetrare nelle vene dell'immaginazione comune, contribuendo così ad avvelenare la memoria dell'evento, e con essa quella della resistenza, dell'identità e delle origini della repubblica. Che è poi il vero successo a lungo termine della rappresaglia nazista»<ref>Alessandro Portelli, ''L'ordine è già stato eseguito'', Milano, Feltrinelli, 2012, p. 11.</ref>. L'articolo dell'Osservatore Romano venne criticato però anche dai tedeschi perché parlava di "innocenti" uccisi nella rappresaglia nazista.<ref>{{Cita libro|autore=Andrea Riccardi|titolo=L'inverno più lungo. 1943-44|editore=Laterza|anno=2008|p=327}}</ref>
Negli ultimi giorni di maggio del
Il 5 giugno
Tra gli altri interventi, documenti recentemente venuti alla luce testimoniano il cordoglio del Papa nei confronti delle donne della [[Ciociaria]] e del basso [[Lazio]] che avevano subito violenze da parte dei soldati marocchini arruolati nell'esercito francese.<ref>Intervista a Pier Luigi Guiducci [http://www.papapioxii.it/pio-xii-defensor-civitatis-intervista-al-prof-guiducci/].</ref>
=== Il dopoguerra ===
====La scomunica ai
{{vedi anche|Scomunica ai comunisti}}
[[File:
A guerra finita
Il 18 febbraio
Nell'ambito del [[Nascita della Repubblica Italiana|dibattito istituzionale]] tra monarchia e repubblica, la Chiesa fu ufficialmente neutrale. Per tale motivo, Pacelli si era opposto, nell'ottobre 1945, al ritorno in Italia di [[Luigi Sturzo|don Luigi Sturzo]], notoriamente repubblicano<ref>Pietro Scoppola, ''La proposta politica di De Gasperi'', Bologna, Il Mulino, 1977, pp. 215-216</ref>. Se Sturzo si fosse pubblicamente espresso per la repubblica, ciò avrebbe avuto come possibile conseguenza la spaccatura della [[Democrazia Cristiana]] in due partiti: uno repubblicano e uno monarchico. La stessa posizione della [[Democrazia Cristiana|DC]] fu ambivalente. Infatti il suo leader [[Alcide De Gasperi]], benché il I congresso del partito (24-28 aprile 1946) si fosse espresso a maggioranza per la scelta repubblicana<ref>{{cita web|url=http://www.storiadc.it/doc/1946_01congr_piccioni.html|titolo=Relazione di Attilio Piccioni al I Congresso della Democrazia Cristiana|accesso=23 ottobre 2019|dataarchivio=23 ottobre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191023144949/http://www.storiadc.it/doc/1946_01congr_piccioni.html|urlmorto=sì}}</ref>, lasciò agli elettori democristiani libertà di coscienza. Nei fatti, almeno due terzi degli oltre dieci milioni di elettori democristiani del 1946 votarono per la monarchia<ref>[[Enzo Santarelli]], ''Dalla monarchia alla Repubblica'', Roma, Editori Riuniti, 1974, pp. 209-217</ref>.
Nel dopoguerra dovette fronteggiare la nascita della [[guerra fredda]] e della divisione del mondo in due blocchi contrapposti. Il Papa si schierò decisamente contro il [[comunismo]], di cui fu un fermo oppositore. Nelle [[elezioni politiche in Italia del 1948]] appoggiò con slancio la [[Democrazia Cristiana]], favorendone la schiacciante vittoria.
In occasione della vigilia di Natale del 1948, Pio XII pronunciò un discorso rivolto alle componenti [[neutralismo (relazioni internazionali)|neutraliste]] di questo [[partito]], onde evitare una loro paradossale convergenza con [[Fronte Democratico Popolare|partiti social-comunisti]] relativamente al coinvolgimento dell'Italia nell'[[North Atlantic Treaty Organization|Alleanza Atlantica]]<ref>Livio Zeno, ''Ritratto di Carlo Sforza'', Firenze, Le Monnier, 1975, pp. 287-289</ref>: «Un popolo minacciato o già vittima di una ingiusta aggressione, se vuole pensare ed agire cristianamente, non può rimanere in una indifferenza passiva; tanto più la solidarietà della famiglia dei popoli interdice agli altri di comportarsi come semplici spettatori in un atteggiamento d'impassibile neutralità»<ref>''Radiomessaggio di S.S. Pio XII al mondo intero, in occasione del Natale'', Venerdì 24 dicembre 1948.</ref>.
Nel
==== Ruolo della donna: diritti e doveri ====
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=== L'Anno Santo del 1950 ===
{{vedi anche|Evoluzione e chiesa cattolica#Pio XII e l'enciclica Humani Generis}}
[[File:Assumption's dogmatic proclamation.jpg|miniatura|upright=1.4|Pio XII proclama la definizione dogmatica
Negli anni successivi, anche per il suo carattere schivo e introverso, Pio XII ridusse all'osso l'organizzazione della [[Curia romana]]. Tuttavia fu un papa particolarmente amato dalla gente
Su iniziativa del cardinale [[Ernesto Ruffini]] e di monsignor [[Alfredo Ottaviani]], prese inizialmente in considerazione l'ipotesi di convocare un concilio ecumenico<ref>Roberto De Mattei, ''Il concilio Vaticano II, una storia mai scritta'', Torino, Lindau, 2010, p. 123</ref>. Nominò un'apposita commissione che si riunì in tutta segretezza senza giungere ad alcuna conclusione sulle prerogative da attribuire al sacro consesso<ref>Alberto Melloni, ''Il concilio e la grazia, saggi di storia sul Vaticano II'', Milano, Jacabook, 2016, pp. 122-123</ref>.
Con questi intenti di pace, Pio XII proclamò il [[Giubileo]] del 1950, cui molti si dichiararono contrari: in tanti sostenevano che l'[[Italia]], ancora distrutta dalla [[guerra]], non fosse in grado di reggere una manifestazione di respiro mondiale. Invece il Giubileo, con il suo messaggio di riconciliazione e di speranza, fu un vero trionfo, con oltre un milione e mezzo di pellegrini e, tra l'altro, contribuì a far conoscere le bellezze italiane all'estero, favorendo i primi boom turistici. Durante il Giubileo, con la [[
Nel
=== Gli anni cinquanta ===
[[File:KSA-Romebedevaart-1950-Castelgandolfo.jpg|miniatura|Papa Pio XII riceve in udienza
Nel
Venendo incontro alle richieste del mondo moderno autorizzò diversi provvedimenti, preludio delle riforme del [[Concilio Vaticano II]]. Permise la celebrazione della [[messa]] nelle ore serali, apportò modifiche alla traduzione dei [[salmi]] nel [[Breviario romano|breviario]] dei [[sacerdote|sacerdoti]], riorganizzò
[[File:Papa Pio XII nel 1953.jpg|miniatura|Pio XII nel 1953.]]
Consapevole dei benefici apportati dal progresso, ma anche dei pericoli insiti in esso, aggravati dall'instabilità della situazione internazionale dovuta alla [[guerra fredda]], Pio XII era convinto che la vera pace avrebbe potuto scaturire solo da un nuovo ordine cristiano del mondo. Un tale ordine gli sembrava minacciato dalla perdita del senso di responsabilità individuale, schiacciato dalla [[massificazione]] sociale, in cui ognuno era come diventato una semplice ruota di organismi privi di [[consapevolezza]], e in cui la [[libertà]] risultava dunque svuotata:
{{Citazione|È però un fatto doloroso che oggi non si stima e non si possiede più la vera libertà. [...] Questa è la condizione dolorosa, la quale inceppa anche la Chiesa nei suoi sforzi di pacificazione, nei suoi richiami alla consapevolezza della vera libertà umana [...] Invano essa moltiplicherebbe i suoi inviti a uomini privi di quella consapevolezza, ed anche più inutilmente li rivolgerebbe ad una società ridotta a puro automatismo. Tale è la purtroppo diffusa debolezza di un mondo che ama di chiamarsi con enfasi "il mondo libero". Esso si illude e non conosce se stesso.|[[Radio (elettronica)|Radiomessaggio]] di Pio XII, Natale Nel
Il presidente del Consiglio seppe resistere sulle sue posizioni sino a quando papa Pio XII – che aveva persino mandato da lui il famoso predicatore [[Riccardo Lombardi (gesuita)|Riccardo Lombardi]], nell'intento di persuaderlo<ref>''Correva l'anno: Padre Riccardo Lombardi'', Rai Tre, 24 agosto 2010.</ref> – si arrese di fronte all'impraticabilità della proposta. Di lì a poco, tuttavia, Pio XII non ricevette in Vaticano De Gasperi in occasione del trentennale delle sue nozze con Francesca Romani.<ref name="a" /> De Gasperi ne fu molto amareggiato e rispose ufficialmente all'ambasciatore Mameli che gli aveva comunicato il rifiuto:
{{citazione|Come cristiano accetto l'umiliazione, benché non sappia come giustificarla. Come Presidente del Consiglio italiano e Ministro degli Esteri, l'autorità e la dignità che rappresento e dalla quale non posso spogliarmi neanche nei rapporti privati, m'impongono di esprimere lo stupore per un gesto così eccezionale.<ref name=Montanelli>[[Indro Montanelli]], ''I protagonisti'', Milano, Rizzoli, 1976, pp. 136-139.</ref>}}
Nello stesso anno procedette alla consacrazione della Russia al [[Cuore Immacolato di Maria]], a seguito delle ulteriori richieste di suor [[Lucia dos Santos|Lúcia dos Santos]]<ref name=fat />.
[[File:Correio da Manhã AN 445.jpg|miniatura|Pio XII con un [[cardellino]] sulla mano]]
Il 12 gennaio
Il 27 agosto 1953 fu sottoscritto dal pro-segretario monsignor Tardini il concordato con la Spagna di [[Francisco Franco]]. Con l'enciclica ''[[Ad Sinarum Gentem]]''<ref>{{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_07101954_ad-sinarum-gentem_it.html|titolo=Testo dell'enciclica ''Ad Sinarum Gentem''}}</ref>, il 7 ottobre
Già all'inizio del
Da questo giorno, Pio XII migliorò in salute ed allora pensò che Cristo fosse venuto solo per guarirlo.
In seguito rivolse la sua attenzione anche alle vicende dei [[Chiesa cattolica in Ungheria|cattolici ungheresi]], colpiti dalla repressione militare successiva alla [[Rivoluzione ungherese del 1956|rivoluzione del 1956]]. Ai fatti dell'Ungheria dedicò, infatti, tre encicliche: la ''[[Luctuosissimi Eventus]]'', la ''[[Laetamur Admodum]]'' e la ''[[Datis Nuperrime]]''. Inoltre, nella primavera del 1957, su richiesta dell'interessato, accordò a [[padre Pio da Pietrelcina]] la dispensa dal voto di povertà, affinché si occupasse dell'appena inaugurata [[Casa Sollievo della Sofferenza]] anche sotto il profilo gestionale<ref>Renzo Allegri, ''Padre Pio. L'uomo della speranza'', Milano, Mondadori, 1984, p. 171.</ref>.
La salute di Pio XII si aggravò durante la fine del decennio: fu afflitto per molto tempo da un [[singhiozzo]] continuo, dovuto forse a una [[gastrite]]. Tra i suoi ultimi atti ufficiali, l'[[enciclica]] ''[[Fidei
=== La morte ===
[[File:Correio da Manhã AN 439 (2).jpg|thumb|La salma di Pio XII appena composta]]
Nell'autunno del
La mattina del 5 ottobre, dopo aver celebrato come di consueto la [[messa]] alla presenza di collaboratori e familiari, diede udienza
In questo frangente l'[[archiatra]] [[Riccardo Galeazzi Lisi]] scattò segretamente al papa (semincosciente e [[intubazione|intubato]]) una ventina di fotografie, vendendole poi al rotocalco ''[[Paris Match]]''.
Tra il pomeriggio del 6 ottobre e la mattina del 7 il pontefice riprese conoscenza e lucidità: si levò dal letto e trascorse la giornata in preghiera e ascoltando musica. Fu però solo una parentesi: già il mattino dell'8 sopraggiunse una crisi cardio-circolatoria più acuta e alle ore 11:11 un dispaccio d'[[agenzia di stampa|agenzia]] annunciò la morte del papa. La notizia venne prontamente divulgata da alcuni giornali in edizione straordinaria, ma a stretto giro la Santa Sede provvide a smentirla: l'equivoco si era originato perché alcuni giornalisti si erano messi d'accordo col dottor Galeazzi Lisi, il quale aveva promesso loro di annunciare il decesso del papa "in anteprima" agitando un fazzoletto da dietro una finestra del palazzo pontificio. Una suora della famiglia pontificia, all'oscuro di tale patto, aveva però tratto in inganno gli astanti aprendo anzitempo l'anta della finestra prescelta<ref name=scenario />.
L'agonia di Pio XII in realtà durò ancora per circa 16 ore ulteriori, terminando alle ore 3:52 del 9 ottobre<ref name=scenario />.
Al mattino fu ancora Galeazzi Lisi a praticare sulla salma (preventivamente lavata e poi rivestita - secondo le indicazioni lasciate da Pacelli - dalle suore che lo accudivano) l'imbalsamazione secondo un metodo da lui stesso brevettato, consistente nell'avvolgimento del corpo entro alcuni strati di [[cellophane]] insieme con una miscela di erbe aromatiche, spezie e prodotti naturali, a suo dire analoghi a quelli usati sui resti di [[Gesù Cristo]] prima della [[Deposizione di Gesù|deposizione nel Santo Sepolcro]]. Tale metodo si rivelò però fallimentare, poiché non solo non riuscì a preservare la salma ma anzi ne accelerò la [[Decomposizione (biologia)|decomposizione]]: nel giro di poche ore incominciò a tumefarsi e sprigionare miasmi tali da provocare lo svenimento di alcune guardie del picchetto d'onore incaricate di vegliarlo in attesa del trasferimento a Roma<ref>Antonio Spinosa, ''Pio XII'', Milano, Mondadori, 2004, pp. 371-372.</ref>.
La salma venne traslata in Vaticano su un comune carro funebre motorizzato fornito dal comune di Roma, addobbato con una sorta di baldacchino (quattro [[putto|putti]] agli angoli del cassone che reggevano drappi bianchi legati a un [[triregno]] posto centralmente): il mezzo era stato messo a disposizione dal municipio in sostituzione della carrozza funebre con cavalli bianchi richiesta dalla Santa Sede, che era risultata irreperibile<ref>{{cita web |url=http://www.cesnur.org/2009/tesi_papi_foto.htm|titolo=La morte del Papa - Riti, cerimonie e tradizioni dal medioevo all'età contemporanea|accesso=24 luglio 2012}}</ref><ref>{{cita testo|url=http://i39.tinypic.com/16ryg3.jpg|titolo=Foto del corteo funebre|accesso=10 luglio 2022|dataarchivio=23 febbraio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170223220711/http://i39.tinypic.com/16ryg3.jpg|urlmorto=sì}} da Castel Gandolfo a Roma.</ref>. L'automezzo venne accompagnato in corteo dalle [[Forze dell'ordine]] italiane in alta uniforme: lungo il percorso, che attraversò tutte le principali vie di Roma, si assiepò un folto pubblico.
[[File:Pioxii tomba.jpg|left|thumb|Sepolcro di Pio XII nelle [[Grotte Vaticane]]]]
Conclusa l'ostensione e celebrate le esequie, la salma di Pio XII venne deposta in un sarcofago lapideo nelle [[Grotte Vaticane]], vicino alla [[tomba di Pietro]] (il cui sito esatto era stato individuato proprio sotto il suo pontificato). Pio XII fu
===Il presunto silenzio sull'Olocausto===
{{Vedi anche|Pio XII e l'Olocausto}}
[[File:Papst Pius XII., Krönung 1939JS.jpg|miniatura|Papa Pio XII sulla [[sedia gestatoria]], nel 1949.]]
Nel
L'accusa sarebbe quella per cui avrebbe mantenuto il silenzio circa lo sterminio degli ebrei, fatto di cui era a conoscenza, essendone stato informato più volte e da più fonti<ref name="Miccoli">
Il 18 settembre
Nei confronti del nazismo, Pacelli ritenne perseguibile seguire la via della negoziazione diplomatica convinto che una denuncia ufficiale dell'olocausto non avrebbe giovato agli stessi ebrei e avrebbe solo esteso la persecuzione nazista a un numero ancora maggiore di cattolici.<ref name="Eamon Duffy p.407"/> Secondo lo storico [[Rodney Stark]], però, Pacelli dette prova di essere contro il razzismo non solo durante ma anche prima del suo pontificato. Ne sono esempi una lettera inviata all'[[Arcidiocesi di Colonia|arcivescovo di Colonia]] nel 1935, un'omelia nel 1937 e un articolo del titolo del [[The New York Times|New York Times]] del 20 ottobre 1939, titolato: "Il papa condanna dittatori, violatori di trattati e razzismo".<ref>Rodney Stark, ''False testimonianze. Come smascherare alcuni secoli di storia anticattolica'', 2016</ref>
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Lo storico [[Irlanda|irlandese]] Eamon Duffy, docente di [[Storia del cristianesimo|Storia del Cristianesimo]] presso l'[[Università di Cambridge]], ha scritto: «Mentre le pressioni sulla comunità ebraica aumentavano, (Pio XII) ordinò l'apertura degli istituti religiosi di Roma come luoghi di rifugio: 5.000 ebrei furono ospitati in essi e nel Vaticano stesso. Dopo la guerra, il rabbino capo di Roma ([[Eugenio Zolli]]) diventò cattolico, facendosi battezzare col nome di Eugenio».
Secondo uno studio del ricercatore Dominiek Oversteyns fondato sulle fonti primarie, ossia sulle sole testimonianze degli ebrei romani e dei loro salvatori, prima
Il 16 ottobre 1943 furono arrestati 1.030 di questi ebrei (1.029 ebrei romani
Il 4 giugno 1944 alle ore 23:59 avrebbero dovuto essere presenti a Roma 9.975 ebrei (8.000 ebrei romani e 1.975 ebrei stranieri). Di questi, 6.381 (4.590 ebrei romani e 1.791 ebrei stranieri), il 64% di tutti gli ebrei presenti a Roma<ref name=":92">Dominiek Oversteyns, {{cita testo|url=http://www.papapioxii.it/wp-content/uploads/2019/09/Fig-3.2-Tabella-collaiuto-di-Pio-XII-agli-ebrei-romani-fino-al-4-guigno-1944.pdf|titolo=''Fig. 3.2. Tabella con gli aiuti di Pio XII agli ebrei romani dal 16 ottobre 1943 fino al 4 giugno 1944''}}</ref>, erano stati aiutati e salvati da papa Pio XII durante gli otto mesi di dura persecuzione nazista. In breve si può dire che di questi 9.975 ebrei durante gli otto mesi di persecuzione, 1.697 ebrei furono uccisi, 4.205 ebrei sopravvissero in 235 conventi romani, 1.680 ebrei sopravvissero sotto la protezione di DELASEM in collaborazione con il Vaticano, 160 ebrei sopravvissero in Vaticano e nelle sue 26 sedi extraterritoriali, 1.324 ebrei sopravvissero in case private di amici e 495 ebrei sopravvissero nei villaggi intorno a Roma<ref name=":93">Dominiek Oversteyns, {{cita testo|url=http://www.papapioxii.it/wp-content/uploads/2019/09/Fig-3.5-Bilancio-di-che-cosa-%C3%A8-successo-con-gli-ebrei-di-Roma-durante-le-9-mesi-di-nazi-persecuzione.pdf|titolo=''Fig. 3.5. Bilancio di che cosa è successo agli ebrei di Roma durante i nove mesi di persecuzione nazista''}}</ref>.
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====Evoluzione della questione====
Col passare dei decenni i rapporti tra Israele e la figura storica di Pio XII si sono rasserenati, grazie a varie recenti analisi storiche<ref name="Eamon Duffy p.407">Eamon Duffy, ''La Grande Storia dei Papi'', Milano, Mondadori, 2001 ISBN 88-04-49052-7 p. 407.</ref><ref>[[Battista Mondin]], ''Nuovo Dizionario Enciclopedico dei Papi'', Città Nuova, Roma 2006 ISBN 88-311-9230-2 pp. 518-540.</ref><ref>[[Andrea Tornielli]], ''Pio XII. Eugenio Pacelli. Un uomo sul trono di Pietro'', Milano, Mondadori, 2008 ISBN 88-04-58206-5 pp. 309-448.</ref>. Non è un caso che quest'opera imponente di carità sia riconosciuta dagli ebrei stessi. Ma già il 10 ottobre 1958, in seguito alla morte del Papa, [[Golda Meir]], ministro degli Esteri dello [[Stato d'Israele]], affermò: «Durante il decennio del terrore nazista, il nostro popolo ha subito un martirio terribile. La voce del Papa si è alzata per condannare i persecutori e per invocare pietà per le vittime». Tra le altre, si ricorda il riconoscimento del rabbino capo di Roma [[Elio Toaff]], subito dopo la morte di Pio XII: «Più che in ogni altra occasione, abbiamo avuto l'opportunità di sperimentare la grande compassione e la grande generosità di questo papa durante gli anni della persecuzione e del terrore, quando sembrava non ci fosse per noi più alcuna speranza».
Lo studioso ebraico [[Pinchas Lapide]] ha ricordato delle stime per cui tra il 70 e il 90% dei {{formatnum:950000}} ebrei europei sopravvissuti all'[[olocausto]] lo devono a iniziative cattoliche, incoraggiate e sostenute dallo stesso Pio XII. Numerose furono le
Il rabbino di [[New York]], [[David Gil Dalin]], nel corso del [[Meeting per l'amicizia fra i popoli]] del 2001, ha dichiarato: «Pio XII lanciò un grido d'allarme pubblicamente e privatamente contro i pericoli del nazismo e, nel corso dell'intera seconda guerra mondiale, si espresse sempre a favore degli ebrei. Quando il Papa apprese delle atrocità commesse dai nazisti in Polonia esortò i vescovi d'Europa a fare tutto quanto in loro potere per salvare gli ebrei, vittime della persecuzione nazista. Nel gennaio del 1940, su istruzione dello stesso Papa, Radio Vaticana e ''L'Osservatore Romano'' rivelarono al mondo le terribili atrocità commesse dalla disumana tirannia nazista verso gli ebrei e i cattolici polacchi e affermavano, secondo le parole del Papa, che queste atrocità avevano offeso la coscienza morale dell'uomo»<ref name=rimini />.
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== Il processo di beatificazione e canonizzazione ==
[[File:Pio XII - Luis Fernández-Laguna 1958.jpg|thumb|''Ritratto di Pio XII'', dipinto di Luis Fernández-Laguna (1958)]]
Il 18 ottobre
Nel
Il 19 dicembre
Critiche in merito sono venute dalle comunità ebraiche. Diversi rabbini hanno parlato di scelta che addolora e riscrive la storia.<ref>{{cita news|pubblicazione=Repubblica.it|url=http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/esteri/benedetto-xvi-37/beatificazioni/beatificazioni.html|titolo=Il Papa: "Wojtyla e Pio XII beati" Critiche dalle comunità ebraiche|data=19 dicembre 2009}}</ref><ref>{{cita news|pubblicazione= Repubblica.it|url=http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/esteri/benedetto-xvi-37/intervista-zevi/intervista-zevi.html|titolo=Tullia Zevi: "Era meglio il silenzio fino all'apertura di tutti gli archivi"|data=20 dicembre 2009}}</ref>
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== Apertura degli archivi vaticani ==
Lo [[Yad Vashem]], il museo dell'[[Olocausto]] di [[Gerusalemme]], ospita dal 2005 una fotografia di Pio XII, la cui didascalia in calce ne definiva "ambiguo" il comportamento di fronte allo sterminio degli ebrei. A seguito di formale richiesta di modifica di tale didascalia, nel
Più recentemente, il nunzio apostolico monsignor [[Antonio Franco (arcivescovo)|Antonio Franco]] dapprima declinò, poi decise di accettare, l'invito a partecipare alla commemorazione della Shoah tenutasi al museo il 15 aprile In occasione dell'ottantesimo anniversario dell'elezione di Pio XII a Sommo Pontefice, il 4 marzo 2019, [[papa Francesco]] ha annunciato la decisione di aprire agli studiosi gli archivi vaticani su Pio XII:
{{Citazione|Questo costante e non lieve impegno, vostro e dei vostri colleghi, mi permette oggi, in ricordo di quella significativa ricorrenza, di annunciare la mia decisione di aprire alla consultazione dei ricercatori la documentazione archivistica attinente al pontificato di Pio XII, sino alla sua morte, avvenuta a Castel Gandolfo il 9 ottobre 1958.<br />
Ho deciso che l'apertura degli Archivi Vaticani per il Pontificato di Pio XII avverrà il 2 marzo 2020, a un anno esatto di distanza dall'ottantesimo anniversario dell'elezione al Soglio di Pietro di Eugenio Pacelli.|Papa Francesco, ''Discorso agli Officiali dell'Archivio Segreto Vaticano'', Città del Vaticano, 4 marzo 2019<ref>{{cita web | url = http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2019/march/documents/papa-francesco_20190304_archivio-segretovaticano.html | titolo = Discorso agli Officiali dell'Archivio Segreto Vaticano | sito = Santa Sede | data = 4 marzo 2019 | città = [[Sala Clementina]] | lingua = en,es,fr,it,pt | editore = [[Libreria Editrice Vaticana]] | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20190315112238/http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2019/march/documents/papa-francesco_20190304_archivio-segretovaticano.html | urlmorto = no | accesso = 15 marzo 2019 }}, con ''[[multimedia]]''</ref>}}
A seguito di un lavoro di catalogazione iniziato per volere di [[Papa Benedetto XVI#Magistero e altri interventi|Benedetto XVI]], i documenti del Papa, della Curia e delle rappresentanze pontificie dal 1939 al 1958 sono stati resi disponibili per la consultazione «gratuita e aperta a studiosi qualificati»<ref>{{cita news | autore = Sergio Centofanti | url = https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2019-03/papa-francesco-apertura-archivio-pio-xii-prefetto-sergio-pagano.html | titolo = Mons. Pagano: apertura archivi mostrerà a tutti la grandezza di Pio XII | data = 4 marzo 2019 | città = Città del Vaticano | lingua = it | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20190305125048/https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2019-03/papa-francesco-apertura-archivio-pio-xii-prefetto-sergio-pagano.html | urlmorto = no | pubblicazione = | accesso = 15 marzo 2019 }}</ref> a partire dal 2 marzo 2020<ref>{{cita testo|url=https://www.bbc.com/news/world-europe-51703464|titolo=''Vatican opens archives of Holocaust-era Pope Pius XII'', BBC news, 2 marzo 2020}}.</ref>.
Johan Ickx, direttore dell'archivio storico della sezione “Rapporti con gli Stati” della Segreteria di Stato, ha contato 2800 richieste di aiuto, relative a quasi 5.000 persone. Si tratta della cosiddetta “lista Pacelli” più verificata possibile, con dati che – lo ammette lo stesso Ickx – potrebbero anche essere rivisti un giorno al rialzo, ma che rappresentano ad oggi la cifra più attendibile, sebbene meno suggestiva. Ma lo storico tedesco Hubert Wolf ha sottolineato che le richieste sarebbero ancora di più: circa 15.000. Ammettendo che davvero papa Pacelli abbia aiutato gli ebrei quando possibile, e in questo modo riposizionandosi nel dibattito tra gli storici, prendendo una posizione più morbida nei confronti del Papa, infatti precedentemente aveva teorizzato, sulla base di alcuni documenti tra cui una nota di monsignor [[Angelo Dell'Acqua|Dall'Acqua]], che Pio XII avesse saputo dell'Olocausto in corso ma avrebbe voluto volutamente ignorare le fonti, anche per via di un “pregiudizio antisemita” che colpiva prima di tutto i suoi collaboratori.
Wolf dimostra quindi di aver cambiato opinione e lo ha fatto con una intervista ad Herder Korrespondenz del 30 aprile 2021, in cui parla di circa “15 mila petizioni di Ebrei di tutta Europa che, a causa della persecuzione da parte dei nazisti, si sono rivolti a Pio XII per chiedere aiuto”. Si tratta di – prosegue Wolf – “documenti in prima persona impressionanti, testimonianze sconvolgenti della persecuzione, del disagio e dell'orrore durante il regime nazionalsocialista". E aggiunge che la Santa Sede ha risposto quando possibile alle richieste di aiuto, con “soldi, cibo o un riparo”, e che Pio XII aveva letto personalmente numerose petizioni, anche facendo concedere visti<ref>ACI Stampa, 17.05.2021, Pio XII, quanti sono gli Ebrei che ha davvero soccorso? di Andrea Gagliarducci, https://www.acistampa.com/story/pio-xii-quanti-sono-gli-ebrei-che-ha-davvero-soccorso-17095</ref>.
Johan Ickx ha scritto recentemente il libro “Pio XII e gli Ebrei”, che è il frutto di una prima lettura dei pezzi di archivio ora aperti al pubblico. Un libro narrativo, ma basato su documenti storici. In particolare, Ickx ha ripercorso le storie delle 2800 richieste di aiuto che si trovano nella serie “Ebrei” trovato nell'archivio della Seconda Sezione della Segreteria di Stato, in cui si delinea anche la storia del bureau messo su per salvare gli ebrei. Ickx afferma che: “la segreteria di Stato del Vaticano era
== Pio XII nella cultura di massa ==
{{Organizzare|[[WP:CULTURA]], [[WP:CURIOSITÀ]]|biografie|aprile 2025}}
* Pio XII è stato identificato con il ''Pastor Angelicus'' della [[Profezia di Malachia]].
* Secondo alcuni gruppi di [[cattolici tradizionalisti]] sostenitori in particolare del [[sedevacantismo]] o del [[Tesi di Cassiciacum|sedeprivazionismo]], dopo la morte di papa Pacelli la sede pontificia sarebbe [[Sede vacante|vacante]] o formalmente vacante.<ref>{{cita libro|titolo=All'estrema destra del padre: tradizionalismo cattolico e destra radicale|anno=2004|editore=Ed. La Fiaccola|autore=Emanuele Dal Medico|p=88}}:«Il sedevacantismo è la posizione teologica dei cattolici tradizionali che credono nel papato, nell'infallibilità e nel primato del pontefice, e tuttavia non riconoscono l'attuale vicario di Cristo come vero papa. Il termine "sedevacantismo" è composto da due parole di origine latina che significano "la Sede (apostolica) è vacante" e si riferisce al periodo della cosiddetta [[Sede vacante]] del Vaticano alla morte di un pontefice; i sostenitori di tale tesi disconoscono gli ultimi quattro papi del secolo scorso che non risulterebbero validi: [[Giovanni XXIII]], [[Paolo VI]], [[Giovanni Paolo I]] e [[Giovanni Paolo II]]. I sedevacantisti riconoscono soltanto come ultimo Sommo Pontefice regolarmente eletto Pio XII Pacelli; quelli che dal 1958 seguirono sul trono di Pietro, altro non sarebbero che abusivi».</ref>
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* L'episodio della visita di Pio XII alle vittime del bombardamento del quartiere romano di San Lorenzo è ricordato da [[Francesco De Gregori]] nel [[San Lorenzo (brano musicale)|brano musicale San Lorenzo]].<ref>{{cita testo|url=https://www.youtube.com/watch?v=e7d6EPZG5Mc|titolo=Francesco De Gregori-San Lorenzo}}</ref>
[[File:PioXII Coppi Bartali.jpg|thumb|Pio XII riceve in udienza i ciclisti partecipanti al Giro del Giubileo 1950, tra cui [[Fausto Coppi]] e [[Gino Bartali]]]]
* Papa Pacelli era un appassionato di ciclismo: il 26 giugno 1946 fu il primo pontefice a ricevere in udienza i partecipanti al [[Giro d'Italia 1946|Giro d'Italia]], tra cui la maglia rosa [[Gino Bartali]] e il rivale [[Fausto Coppi]]. Bartali, fervente cattolico, fu addirittura citato dal Papa il 17 settembre 1947, in un discorso agli iscritti dell'[[Azione Cattolica]] in [[Piazza San Pietro]]: «Guardate il vostro Gino Bartali, membro dell'Azione Cattolica: egli ha più volte guadagnato l'ambita maglia. Correte anche voi in questo campionato ideale». Pio XII ricevette Coppi e Bartali il 19 aprile 1950, prima della partenza del Giro d'Italia dell'anno del Giubileo. Al termine della corsa, il 14 giugno, papa Pacelli ricevette nuovamente i ciclisti. Coppi era assente, essendo ricoverato in ospedale per una dolorosa caduta. Bartali fu accompagnato dal vincitore di quell'anno, il calvinista [[Hugo Koblet]], che si prostrò anch'egli in ginocchio di fronte al Papa.<ref>{{cita testo|url=https://www.gazzetta.it/Giroditalia/2014/it/30-04-2013/papa-benedice-giro-maglia-rosa-vaticano-20312864647_print.shtml|titolo=Il Papa benedice il Giro. La maglia rosa in Vaticano}}</ref><ref>[https://it.eurosport.com/ciclismo/tour-de-france/2015/fausto-coppi-e-quel-tour-de-france-indimenticabile-merito-anche-di-bartali_sto4824149/story.shtml]</ref>
* Il 15 agosto 1954, da Castel Gandolfo, recitò il primo [[Angelus]] radiofonico di un Papa e, in autunno, istituì l'Angelus [[domenica]]le dalla finestra di [[Piazza San Pietro]]<ref>[http://www.papapioxii.it/999/]</ref>.
* Pio XII fu il primo papa le cui immagini vennero trasmesse in [[televisione]], sul cui uso emise l'enciclica ''[[Miranda
* Diversi documentari hanno trattato la figura di Papa Pacelli. La [[Rai]], nell'ambito del ciclo ''[[La grande storia]]'', ha realizzato nel 2013 un documentario dal titolo ''Eugenio Pacelli, il Principe di Dio'', di Luigi Bizarri, che ripercorre la vita del papa dalla nascita alla morte. Nel 2022 viene realizzata la docu-fiction ''Il papa e il Diavolo''<ref>«Il Papa e il diavolo», la docu-serie sui silenzi di Pio XII[https://www.corriere.it/spettacoli/cinema-serie-tv/24_luglio_10/il-papa-e-il-diavolo-la-docu-serie-sui-silenzi-di-pio-xii-79f1e4c7-2620-4480-9927-4af62a764xlk.shtml]</ref>, per la regia di Max Serio, in 4 puntate, dove si analizza l'atteggiamento di Pio XII rispetto il regime nazista e quello comunista. Nel documentario intervengono vari studiosi che hanno avuto accesso ai documenti desecretati da papa Francesco nel 2020, tra cui [[Barbara Frale]], Johan Ickx e Matteo Luigi Napolitano. Nel 2023 è ancora la Rai a occuparsi della materia con ''Pio XII uomo della pace e Papa della guerra'', di Antonia Pillosio, per la serie ''[[Italiani (serie televisiva)|Italiani]]'', programma di Rai Cultura a cura di [[Paolo Mieli]].
* La figura di Pio XII sembra aver ispirato quella del Pontefice che appare nel film [[L'
* Nella raccolta ''[[La religione del mio tempo]]'' (1961), [[Pier Paolo Pasolini]] pubblicò una poesia molto critica nei confronti di Pio XII, scritta in occasione della sua morte. La poesia
* Molte polemiche furono suscitate per la grande influenza sul papa esercitata dalla sua assistente, suor [[Pascalina Lehnert]], che ne gestiva l'agenda<ref>[[Indro Montanelli]], [[Mario Cervi]], ''L'Italia dell'asse'', Milano, Rizzoli, 1980, p. 272.</ref>. Suor Pascalina arrivava a interrompere gli incontri ufficiali di Pio XII per fargli rispettare l'orario dei pasti; un giorno, fece anche attendere per ore il cardinale Roncalli per permettere a [[Clark Gable]] di incontrare il papa e fece allontanare dalle guardie svizzere monsignor Tardini che voleva interrompere il colloquio di Pio XII con [[Gary Cooper]]. Il suo scarso riguardo per gli ospiti politici e i prelati della Curia le procurò il soprannome di "caporale tedesco".
== Concistori per la creazione di nuovi cardinali ==
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Durante il suo pontificato papa Pio XII beatificò 169 servi di Dio e canonizzò 33 beati.
[[File:Statue of Pope Pius XII - Fatima.jpg|miniatura|Statua di Pio XII a [[Fátima (Portogallo)|Fátima]]]]
[[File:Roma, quartiere Tiburtino - monumento Pio XII.JPG|miniatura|Monumento a Pio XII a piazzale del Verano, Roma]]
== Encicliche del pontificato ==
{{Vedi anche|
* ''[[Summi Pontificatus]]'' (20 ottobre 1939) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_20101939_summi-pontificatus_it.html|titolo=Summi pontificatus, Lettera Enciclica sul programma del pontificato, 20 ottobre 1939, Pio XII}}
* ''[[Sertum Laetitiae]]'' (1º novembre 1939) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_01111939_sertum-laetitiae_it.html|titolo=Sertum laetitiae - Lettera Enciclica, Pio XII}}, 150º anniversario della gerarchia ecclesiastica negli [[Stati Uniti d'America]].
* ''[[Saeculo Exeunte Octavo]]'' (13 giugno 1940) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_13061940_saeculo-exeunte-octavo_it.html|titolo=Saeculo exeunte octavo, Epistola Enciclica sull'attività missionaria portoghese, 13 giugno 1940, Pio XII}}, sull'attività missionaria portoghese.
* ''[[Mystici Corporis Christi]]'' (29 giugno 1943) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_29061943_mystici-corporis-christi_it.html|titolo=Mystici Corporis Christi, Lettera Enciclica di Pio XII sul Corpo mistico di Gesù Cristo e sulla nostra unione in esso con Cristo, 29 giugno 1943}}, sul corpo mistico di [[Gesù Cristo]].
* ''[[Divino Afflante Spiritu]]'' (30 settembre
* ''[[Orientalis Ecclesiae]]'' (9 aprile 1944) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_09041944_orientalis-ecclesiae_it.html|titolo=Enciclica di Pio XII Orientalis Ecclesiae}}, su [[san Cirillo di Alessandria]] nel XV centenario della morte.
* ''[[Communium Interpretes Dolorum]]'' (15 aprile
* ''[[Orientales Omnes Ecclesias]]'' (23 dicembre 1945) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_23121945_orientales-omnes-ecclesias_it.html|titolo=Enciclica di Pio XII Orientales omnes Ecclesias}}, 350º anniversario dell'unione della chiesa rutena alla sede apostolica di Roma.
* ''[[Quemadmodum]]'' (6 gennaio 1946) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_06011946_quemadmodum_it.html|titolo=Enciclica di Pio XII Quemadmodum}}: sull'assistenza ai fanciulli indigenti.
* ''[[Deiparae Virginis Mariae]]'' (1º maggio 1946) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_01051946_deiparae-virginis-mariae_it.html|titolo=Deiparae Virginis Mariae - Lettera enciclica, Pio XII}}, proposta di definizione del dogma dell'Assunzione della [[Maria (madre di Gesù)|Beata Vergine Maria]].
* ''[[Fulgens Radiatur]]'' (21 marzo 1947) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_21031947_fulgens-radiatur_it.html|titolo=Enciclica di Pio XII Fulgens Radiatur - XIV centenario della morte di san Benedetto}}
* [[Mediator Dei]] (20 novembre
* ''[[Optatissima Pax]]'' (18 dicembre 1947) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_18121947_optatissima-pax_it.html|titolo=Optatissima pax, Pubbliche preghiere per la pacificazione dei popoli, 18 dicembre 1947 - Pio XII, Epistola Enciclica}}
* ''[[Auspicia Quaedam]]'' (1º maggio 1948) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_01051948_auspicia-quaedam_it.html|titolo=preghiere nel mese di maggio per la concordia delle nazioni}}
Riga 378 ⟶ 391:
* ''[[Anni Sacri]]'' (12 marzo 1950) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_12031950_anni-sacri_it.html|titolo= preghiere per il rinnovamento cristiano e la concordia dei popoli}}
* ''[[Summi Maeroris]]'' (19 luglio 1950) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_19071950_summi-maeroris_it.html|titolo= nuove preghiere per la pace e la concordia dei popoli}}
* ''[[Humani Generis]]'' (22 agosto
* ''[[Mirabile Illud]]'' (6 dicembre 1950) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_06121950_mirabile-illud_it.html|titolo= nuove pubbliche preghiere per la pace nel mondo}}
* ''[[Evangelii Praecones]]'' (2 giugno 1951) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_02061951_evangelii-praecones_it.html|titolo= per un rinnovato impulso delle missioni}}
Riga 395 ⟶ 408:
* ''[[Laetamur Admodum]]'' (1º novembre 1956) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_01111956_laetamur-admodum_it.html|titolo= pubbliche preghiere per la pace fra i popoli}}
* ''[[Datis Nuperrime]]'' (5 novembre 1956) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_05111956_datis-nuperrime_it.html|titolo= condanna dei luttuosi avvenimenti in Ungheria}}
* ''[[Fidei Donum (enciclica)|Fidei Donum]]'' (21 aprile
* ''[[Invicti Athletae Christi]]'' (16 maggio 1957) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_16051957_invicti-athletae_it.html|titolo= nel III centenario del martirio di Sant'Andrea Bobola}}
* ''[[Le Pèlerinage de Lourdes]]'' (2 luglio 1957) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_02071957_le-pelerinage-de-lourdes_it.html|titolo= nel centenario delle apparizioni della Vergine Maria a Lourdes}}
* ''[[Miranda
* ''[[Ad Apostolorum Principis]]'' (29 giugno
* ''[[Meminisse Iuvat]]'' (14 luglio 1958) {{cita testo|url=http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_14071958_meminisse-iuvat_it.html|titolo= pubbliche preghiere nella novena dell'Assunta}}
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<div align="center">
{{Ascendenza
| 1 = Papa Pio XII (1876-1958)
| 2 = [[Filippo Pacelli]] (1837-1916)
| 4 = [[Marcantonio Pacelli]] (1804-1902)
| 8 = Gaetano Pacelli (1759-deceduto)
|16 = Marco Antonio Pacelli (1731-1803)
|17 = Maria Felice Mancini
| 9 = Maria Antonia Caterini
|18 =
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|22 =
|23 =
| 3 = Virginia Graziosi (1844-1920)
| 6 = Luigi Graziosi (1820-deceduto)
|12 =
|24 =
|25 =
|13 =
|26 =
|27 =
| 7 = Antonia Martini (1811-1883)
|14 = Luigi Martini
|28 =
|29 =
|15 = Margherita
|30 =
|31 =
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|immagine = SMR_Order_of_Saint_Marinus_-_Grand_Cross_BAR.png
|collegamento_onorificenza = Ordine equestre per il merito civile e militare
|data = 19 maggio
}}
==Altri riconoscimenti==
{{Organizzare|[[WP:CURIOSITÀ]]|biografie|aprile 2025}}
* Il comune di [[Pio XII (Maranhão)|Pio XII]], nello stato del [[Maranhão]], in [[Brasile]], è a lui dedicato.
== Note ==
<references />
== Bibliografia ==
{{Vedi anche|Bibliografia su Pio XII}}
* {{Cita libro|autore=Johan Ickx|titolo=Pio XII e gli ebrei|url=https://books.google.it/books?id=z9YPEAAAQBAJ&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false|traduttore=Rosa Prencipe, Caterina Chiappa e Monica Pezzella|città=Milano|editore=Rizzoli|anno=2021|annooriginale=2020|ISBN=978-88-17-14952-5}}
* {{Cita libro|autore=[[Robert Katz]]|titolo=Roma città aperta. Settembre 1943-giugno 1944|url=https://books.google.co.uk/books?id=B6dU6tTXzfsC&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false|traduttore=Daniele Ballarini e Maria Cristina Reinhart|città=Milano|editore=Il Saggiatore|anno=2003|annooriginale=2003|ISBN=88-428-1122-X|cid=Katz}}
* {{Cita libro|autore=[[Giovanni Miccoli]]|titolo=I dilemmi e i silenzi di Pio XII|città=Milano|editore=Rizzoli|anno=2000|ISBN=88-17-86364-5|cid=Miccoli}}
* {{Cita libro|autore=[[Susan Zuccotti]]|titolo=Il Vaticano e l'Olocausto in Italia|url=https://books.google.it/books?id=2LsLp9qzZMIC&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false|traduttore=Vittoria Lo Faro|città=Milano|editore=Bruno Mondadori|anno=2001|annooriginale=2000|ISBN=88-424-9810-6|cid=Zuccotti}}
== Voci correlate ==
* [[Caritas internationalis]]
* [[Conclave del 1939]]
* [[Conclave del 1958]]
* ''[[La leggenda nera del Papa di Hitler]]'' (saggio del
* [[Operazione Rabat]]
* [[Pacelli (famiglia)]]
* ''[[Pio XII e
* [[Pio XII e l'eccidio delle Fosse Ardeatine]]
*
* [[Reichskonkordat]]
* [[Riccardo Galeazzi Lisi]]
* [[Scomunica ai comunisti]]
* ''[[Sotto il cielo di Roma]]'', miniserie televisiva su Pio XII
* ''[[Suor Pascalina - Nel cuore della fede]]'', film Tv (2012)
* [[Teologia di papa Pio XII]]
Riga 624 ⟶ 637:
* {{cita web | url = http://www.gesuiti.it/moscati/Ital4/Pio12.html | titolo = Gli aspetti controversi dal sito dei gesuiti | accesso = 17 marzo 2006 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20060205001824/http://www.gesuiti.it/moscati/Ital4/Pio12.html | urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=http://www.uaar.it/ateismo/opere/55.html|titolo=Recensione al libro ''«Dio è con noi!». La Chiesa di Pio XII complice del nazifascismo''}}
* {{cita testo|url=
* {{cita testo|url=
* {{cita testo|url=http://www.alleanzacattolica.org/indici/articoli/dalind_304.htm|titolo=''Pio XII e gli ebrei. Una difesa''}} di [[David Gil Dalin]] su Cristianità n. 304 (2001)
* {{cita testo|url=
* {{cita testo|url=http://www.santiebeati.it/dettaglio/90029|titolo=''Scheda biografica sul Servo di Dio Pio XII''}} su SantieBeati.it
* {{cita web|url=http://www.documentacatholicaomnia.eu/01_01_1939-1958-_Pius_XII,_Venerabiis.html|titolo=Opera Omnia in diverse lingue}}
* {{cita testo|url=
*{{YouTube
|autore =
Riga 650 ⟶ 663:
|tipologia=regnante
|carica=[[Papa]] della [[Chiesa cattolica]]
|periodo=2 marzo
|precedente=[[Papa Pio XI]]
|successivo=[[Papa Giovanni XXIII]]
Riga 658 ⟶ 671:
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Congregazione per gli affari ecclesiastici straordinari|Pro-segretario della Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari]]
|periodo=20 giugno
|precedente=[[Pietro Gasparri]]<br /><small>(segretario)</small>
|successivo=se stesso come segretario
Riga 666 ⟶ 679:
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Congregazione per gli affari ecclesiastici straordinari|Segretario della Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari]]
|periodo=1º febbraio
|precedente=se stesso come pro-segretario
|successivo=[[Bonaventura Cerretti]]
Riga 674 ⟶ 687:
|tipologia=incarico diplomatico
|carica=[[Nunzio apostolico]] in [[Nunziatura apostolica in Baviera|Baviera]]
|periodo=20 aprile
|precedente=[[Giuseppe Aversa]]
|successivo=[[Alberto Vassallo-Torregrossa]]
Riga 682 ⟶ 695:
|tipologia=episcopale
|carica=[[Arcidiocesi di Sardi|Arcivescovo titolare di Sardi]]
|periodo=23 aprile
|precedente=[[Giuseppe Aversa]]
|successivo=[[Arthur Hinsley]]
Riga 690 ⟶ 703:
|tipologia=incarico diplomatico
|carica=[[Nunzio apostolico]] nella [[Nunziatura apostolica in Germania|Repubblica di Weimar]]
|periodo=22 giugno
|precedente=-
|successivo=[[Cesare Orsenigo]]
Riga 698 ⟶ 711:
|tipologia=incarico diplomatico
|carica=[[Nunzio apostolico]] in [[Nunziatura apostolica in Prussia|Prussia]]
|periodo=22 giugno
|precedente=-
|successivo=[[Cesare Orsenigo]]
Riga 706 ⟶ 719:
|tipologia=cardinale
|carica=[[Santi Giovanni e Paolo (titolo cardinalizio)|Cardinale presbitero dei Santi Giovanni e Paolo]]
|periodo=19 dicembre
|precedente=[[Giuseppe Francica-Nava de Bondifè]]
|successivo=[[Francis Joseph Spellman]]
Riga 714 ⟶ 727:
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Segretario di Stato (Santa Sede)|Cardinale Segretario di Stato]] di [[Sua Santità]]
|periodo=9 febbraio
|precedente=[[Pietro Gasparri]]
|successivo=[[Luigi Maglione]]
Riga 722 ⟶ 735:
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Congregazione per gli affari ecclesiastici straordinari|Prefetto della Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari]]
|periodo=9 febbraio
|precedente=[[Pietro Gasparri]]
|successivo=[[Luigi Maglione]]
Riga 730 ⟶ 743:
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica|Presidente della Pontificia Commissione per l'Amministrazione dei Beni della Santa Sede]]
|periodo=9 febbraio
|precedente=[[Pietro Gasparri]]
|successivo=[[Luigi Maglione]]
Riga 738 ⟶ 751:
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Arcipreti della Basilica Vaticana|Arciprete della Basilica di San Pietro in Vaticano]]
|periodo=25 marzo
|precedente=[[Rafael Merry del Val]]
|successivo=[[Federico Tedeschini]]
Riga 746 ⟶ 759:
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Fabbrica di San Pietro|Presidente della Fabbrica di San Pietro]]
|periodo=25 marzo
|precedente=[[Rafael Merry del Val]]
|successivo=[[Federico Tedeschini]]
Riga 754 ⟶ 767:
|tipologia=cardinale
|carica=[[Camerlengo (Chiesa cattolica)|Camerlengo di Santa Romana Chiesa]]
|periodo=1º aprile
|precedente=[[Pietro Gasparri]]
|successivo=[[Lorenzo Lauri]]
Riga 762 ⟶ 775:
|tipologia=incarico accademico
|carica=[[Pontificia Accademia Ecclesiastica|Cardinale protettore della Pontificia Accademia Ecclesiastica]]
|periodo=13 dicembre
|precedente=[[Gaetano Bisleti]]
|successivo=[[Luigi Maglione]]
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|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Camerlenghi del Collegio Cardinalizio|Camerlengo del Collegio Cardinalizio]]
|periodo=13 dicembre
|precedente=[[Lorenzo Lauri]]
|successivo=[[Raffaele Carlo Rossi]], O.C.D.
Riga 778 ⟶ 791:
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Congregazione per la dottrina della fede|Prefetto della Congregazione del Sant'Uffizio]]
|periodo=2 marzo
|precedente=[[Papa Pio XI]]
|successivo=[[Papa Giovanni XXIII]]
Riga 786 ⟶ 799:
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Congregazione per i Vescovi|Prefetto della Congregazione Concistoriale]]
|periodo=2 marzo
|precedente=[[Papa Pio XI]]
|successivo=[[Papa Giovanni XXIII]]
Riga 794 ⟶ 807:
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Congregazione per le Chiese Orientali|Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali]]
|periodo=2 marzo
|precedente=[[Papa Pio XI]]
|successivo=[[Papa Giovanni XXIII]]
Riga 802 ⟶ 815:
|tipologia=titolo onorifico
|carica=[[Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme|Gran Maestro dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme]]
|periodo=2 marzo
|precedente=[[Papa Pio XI]]
|successivo=[[Nicola Canali]]
|immagine=Croix de l Ordre du Saint-Sepulcre.svg
}}
{{Papa Pio XII}}
{{Papi|precedente =[[Papa Pio XI]]|successivo =[[Papa Giovanni XXIII]]}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|cattolicesimo}}
[[Categoria:Papa Pio XII| ]]
[[Categoria:Sepolti nelle Grotte Vaticane]]
[[Categoria:Cavalieri dell'Ordine supremo della Santissima Annunziata]]
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[[Categoria:
[[Categoria:Storia delle relazioni tra Santa Sede e Stato italiano]]
[[Categoria:Venerabili italiani]]
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[[Categoria:Cavalieri di gran croce dell'Ordine della Corona d'Italia]]
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[[Categoria:Membri della Pontificia accademia delle scienze]]
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