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Il termine '''casta
Il concetto di casta si riferisce originariamente alla società [[india]]na orientale, ma è utilizzato per estensione anche in altri contesti e in senso improprio anche per riferirsi a qualsiasi gruppo sociale chiuso, anche in società che non sono ufficialmente divise in caste.
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==Etimologia==
La parola ''"casta"'', che si avvicina anche all'[[lingua italiana|italiano]] "casto" e all'[[lingua inglese|inglese]] ''cast'' (usato verbalmente per riferirsi a una "sorta"), venne
Anche nel loro dominio di [[Goa]], in [[India]], durante il periodo coloniale, i [[Portogallo|portoghesi]] utilizzavano i termini seguenti per etichettare gli abitanti dell'[[enclave]]:
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=== Corea del Nord ===
Le classi sociali della [[Corea del Nord]] sono suddivise in cinque livelli detti [[Songbun]], che vanno da una piccola casta di élite fino alle classi discriminate dei livelli più bassi, secondo un nuovo rapporto rilasciato da NK News. La struttura sociale in Corea del Nord ancora non era conosciuta, e
La base delle caste sociali in cui si trovano i nordcoreani risalgono alla [[guerra di Corea]] (1950-1953) e al periodo coloniale giapponese del 1910-1945. Il sistema delle caste è stato messo in atto dal fondatore dello stato comunista, [[Kim Il-sung]]
I nomi delle caste, dalla più alta alla più bassa, sono: ''speciale, nucleare, base, complessa'' e ''ostile''.
Speciale è una casta rara in cui nascere, permette una vita in cui si viene introdotti ad altre persone importanti e si viene trattati con rispetto.
Dietro la speciale, la nucleare è la casta più comune in cui nascere ed è anche la più grande.
Dietro la classe nucleare incomincia la discriminazione di casta. Quelli della casta base possono lavorare, anche se sono discriminati.
Quelli delle caste complesse e ostili affrontano invece gravi discriminazioni.
=== Giappone ===
{{vedi anche|Società giapponese
Nella storia del Giappone, la stratificazione sociale era basata sui diritti ereditari, secondo uno schema rigido e altamente formalizzato. All'apice figurato l'[[Imperatore del Giappone|Imperatore]] e i nobili di corte ([[Kuge]]), insieme con il comandante dell'esercito ([[Shōgun]]) e il [[Daimyō]]. Sotto di loro, la popolazione era divisa in quattro classi, in un sistema noto come [[mibunsei]] (身分制). Le quattro classi sono: samurai, contadini, artigiani e mercanti. Solo la classe dei samurai aveva il diritto di portare le armi. I samurai avevano anche il diritto di uccidere ogni contadino, artigiano o mercante, qualora ritenessero di essere stati offesi da questi. I mercanti erano considerati come la classe più bassa, poiché non producevano alcun prodotto. Le caste erano ulteriormente suddivise: ad esempio, la casta dei contadini era suddivisa in ''furiouri'', ''tanagari'', ''mizunomi-byakusho'', tra le altre. Le caste e le sottocaste, come in Europa, erano accomunate dalla stessa etnia, religione e cultura. Era teoricamente possibile un passaggio da una casta all'altra, attraverso un matrimonio, ma la pratica era difficile e poco diffusa. Sono state eliminate nel 1871. Esisteva poi la casta degli intoccabili ''[[burakumin]]'' ( 部落 民) detta in epoca feudale degli ''eta'' o ''hinin'', che svolgevano nel sistema feudale i lavori "contaminanti" (macellaio, becchino, conciatore, addetto alla pulizia delle fognature, ma anche, in alcuni periodi, attore, prostituta, saltimbanco, vagabondo, ladro, criminale, bandito, tatuatore, ecc., oppure persone che semplicemente svolgevano attività al di fuori del normale circuito economico feudale). Questi individui dovevano vivere in comunità separate (da qui l'etimologia del termine ''burakumin'' ovvero "gente del villaggio") e molti dei loro discendenti abitano ancora in queste comunità o quartieri chiusi, e spesso molto poco integrati ancora oggi nella città. Ad esempio il quartiere ''burakumin'' di Tokyo fu l'ultimo, a fine [[Anni 1920|anni venti]], a essere attraversato da una linea di tram. La presenza di questa casta discriminata era molto più forte in alcune zone del Giappone rispetto che ad altre (per esempio nelle prefetture di Fukuoka, Hiroshima, Kochi e nella regione del Kansai) e, differenza delle altre caste, la discriminazione e lo stigma sociale verso questo gruppo non si attenuò dopo il 1871, se non molto lentamente, soprattutto grazie alla possibilità (ribadita dalla legge anche in anni recenti, come nel 1976 e nel 1985) di nascondere le proprie origini burakumin, rendendo, tra l'altro, illegale raccogliere informazioni in tal senso per impedire un matrimonio "misto". Il numero dei ''burakumin'' ancora discriminati è oggetto di controversie ma comunque in diminuzione, a fronte di una stima demografica di circa 3-4 milioni di individui di origine eta, solo 900.000 persone circa (abitanti in 4.533 villaggi) erano censiti come ''burakumin'' a metà anni '90 del XX secolo. Alcune professioni sono però ancora più facilmente collegate a questa casta (come quella di becchino,
=== India ===
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Chi nasce in una determinata casta non può uscirne ed è costretto da adulto a fare lo stesso lavoro del padre. La casta è un [[Sistema delle caste in India|sistema di stratificazione gerarchica della società]]. Le caste influiscono anche sulla suddivisione del lavoro, diversificando quindi lo stato sociale di ogni cultura. Le caste sono molto relazionate alla religione, che si trasformò in uno strumento di controllo sociale, tuttora potente in India. Il sistema delle caste trovò una giustificazione religiosa nel primo dei testi sacri dell'induismo, il [[Ṛgveda]], e fu poi riaffermato nella [[Bhagavadgītā]]. Le caste ebbero origine da [[Puruṣa]], il primordiale 'Essere cosmico", secondo un inno del Rig Veda (''Puruṣa-sukta, X 90'') e la loro nascita è menzionata anche dal [[Manusmṛti]] (''Leggi di Manu''; I,31)<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/manu_%28Enciclopedia-Italiana%29/ Manu in “Enciclopedia Italiana” – Treccani]</ref> per il quale le caste si generarono dal dio [[Brahmā]]. Le quattro classi vennero fuori rispettivamente dalla bocca, dalle braccia, dalle cosce e dai piedi di Puruṣa. Nel ''Codice di Manu'' l'origine delle caste viene attribuita al dio Brahma secondo lo stesso schema. Le funzioni delle caste appaiono classificate nelle ''Leggi di Manu'': "Egli (il Creatore) ha dato ai ''Brāhmaṇa'' l'insegnamento e lo studio sacri, la celebrazione dei sacrifici per sé stessi e per gli altri, il privilegio di dare e di ricevere. La protezione del popolo, il dono, l'offerta e lo studio sacri, la dominazione dei sensi, ciò è quanto è toccato al ''Kṣatriya''. La protezione del bestiame, il dono, l'offerta e lo studio sacri, il commercio, il prestito e il lavoro della terra appartengono al ''Vaiśya''. Quanto al ''Sūdra'', il solo compito fissatogli dal Sovrano Signore è di servire le caste precedenti senza recar loro oltraggio".
Inizialmente le caste erano quattro, nel seguente ordine decrescente: ''[[brahmani]]'' (i sacerdoti), ''[[kshatriya]]'' (il re, i nobili e i guerrieri), ''[[vaishya]]'' (gli agricoltori e i mercanti) e ''[[shudra]]'' (i servi); ma con l'emergere di nuove attività e gruppi sociali il sistema subì un'evoluzione e si sviluppò una serie di sottocaste o ''[[jāti]]''.
Il concetto di "purezza rituale" portò alla stigmatizzazione dei fuori-casta, gli "intoccabili", il cui lavoro veniva considerato impuro. Ogni casta ha il proprio [[dharma]], ossia una serie di doveri da compiere. Si tratta per lo più di preghiere, di servizio nei confronti della comunità, di dominio delle proprie passioni. Secondo le dottrine induiste, la casta nella quale un individuo nasce è il risultato delle sue azioni in una vita precedente. In questa visione le ineguaglianze fra gli uomini sono quindi la conseguenza di azioni nelle vite passate, e hanno del resto un valore provvisorio: valgono cioè fino alla morte dell'individuo e alla sua successiva [[reincarnazione]]. I [[Paria (casta)|paria]]: sono i fuori casta detti anche ''gli intoccabili'' in quanto chi li sfiora anche solo accidentalmente deve immediatamente andare a purificarsi; a essi sono comunemente riservati lavori umili quali la pulizia delle strade<ref>{{cita libro | autore=Stanley Wolpert| wkautore= | editore=Bompiani | anno=2000 | titolo=Storia dell'India | pp=49-50}}</ref>.
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