Caduta della Repubblica Sociale Italiana: differenze tra le versioni

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{{F|argomento=fascismo|data=gennaio 2008}}
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{{tornaTorna a|Repubblica Sociale Italiana}}
L'andamento della guerra lungo la Penisola favoriva sempre più gli angloamericani che, seppur con maggiore lentezza rispetto alle previsioni, riuscivano a superare le linee di resistenza verso il Nord Italia. Di conseguenza, la [[Repubblica Sociale Italiana]] si indeboliva sul proprio territorio sia in estensione sia in sovranità.
[[File:Benito Mussolini a Milano il 25 aprile 1945.jpg|thumb|upright=1.4|Il 25 aprile 1945 Mussolini, qui raffigurato insieme al capo scorta delle SS tenente [[Fritz Birzer]], abbandona la prefettura di [[Milano]]: è l'ultima foto che ritrae il duce vivo.]]
{{Campagnabox Campagna d'Italia (Seconda guerra mondiale)}}
 
La '''caduta della Repubblica Sociale Italiana''' fu l'ultimo atto della [[Campagna d'Italia (1943-1945)|campagna d'Italia]] durante la [[seconda guerra mondiale]]. Ebbe come esito la sconfitta definitiva di [[Benito Mussolini]] e del [[storia del fascismo italiano|fascismo italiano]].
Emergenze concatenate complicavano le difficoltà di una guerra prolungata. L'intensificarsi dei bombardamenti aerei anche contro piccoli centri abitati, attività produttive e vie di comunicazione, grazie ad un consolidamento della supremazia aerea che dall'estate [[1944]] era contrastata solamente dall'esigua [[Aeronautica Nazionale Repubblicana]] (ANR). La crisi crescente dei nuclei familiari senza uomini validi e il continuo timore di vessazioni e requisizioni da parte di chi, armato, poteva imporre la momentana ''legge della prevaricazione''.
 
== Il contesto storico ==
L'aggravarsi del generale smarrimento faceva lievitare negli abitanti di città e paesi costretti ad un rigido razionamento alimentare l'ansia per la cessazione del conflitto, sia pure con la sconfitta.
LA partire dal [[1943]], l'andamento della guerra in risalita lungo la Penisola[[penisola italiana]] favoriva sempre più gli angloamericani, che, seppur con maggiore lentezza rispetto alle previsioni, riuscivano a superare le linee di resistenza verso il [[Italia settentrionale|Nord Italia]]. Di conseguenza, la [[Repubblica Sociale Italiana|RSI]] si indeboliva sul proprio territorio, sia in estensione sia in sovranità.
 
Emergenze concatenate complicavano le difficoltà di una guerra prolungata. L'intensificarsi deiI bombardamenti aerei colpivano anche contro piccoli centri abitati, oltre alle attività produttive e alle vie di comunicazione, grazie ad unal consolidamento della supremazia aerea, che, dall'estate [[1944]], era contrastata solamente dall'esigua [[Aeronautica Nazionale Repubblicana]] (ANR). La popolazione era stata ripetutamente provata dai rastrellamenti, dalle requisizioni e dalle prevaricazioni degli occupanti tedeschi. A ciò si aggiungevano la crisi crescente dei nuclei familiari senza uomini validi e il continuorigido timore[[razionamento]] dialimentare. vessazioni e requisizioni da parte di chiQuindi, armato,nella potevapopolazione imporrecivile lail momentanadesiderio ''leggedi dellapace prevaricazione''era pressante.
Ma l'emergenza più grave era un crescendo di guerriglia causato dalle uccisioni indiscriminate da parte delle bande ribelli, guidate da ex prigionieri di guerra dimessi dai campi di concentramento italiani, compresi slavi comunisti reduci dalla ''guerra civile spagnola'', e da detenuti comuni appositamente messi in libertà. A questi, col tempo, si aggiunsero disertori [[Wehrmacht]] [[Volksdeutsche]].
 
L'emergenza più grave, però, era il crescendo degli attentati e delle azioni di guerriglia messe in atto dai [[partigiano|partigiani]], {{Senza fonte|spesso guidati da ex prigionieri di guerra scampati dalle prigioni<ref>https://arts.units.it/retrieve/e2913fdc-1605-f688-e053-3705fe0a67e0/La%20genesi%20del%20neofascismo%20in%20Italia.pdf</ref>}}, e talvolta animati dai reduci di guerra. {{Senza fonte|A questi, talvolta, si aggiunsero anche disertori della [[Wehrmacht]] che non avevano più fiducia nella vittoria del nazismo.}}
Un'emergenza che valeva come saltuario sabotaggio delle retrovie dei fronti combattenti e che, pur di scarsa efficacia sull'andamento della guerra lungo la Penisola, non risultò sgradito agli angloamericani che decisero di appoggiarlo con lancio di armi e viveri e poi con finanziamenti tramite la [[Svizzera]].
 
La [[Resistenza italiana]] operò numerosi atti di sabotaggio e attacchi alle retrovie nemiche che rendevano insicuri i movimenti di tedeschi e repubblichini isolati o in piccoli gruppi. Gli angloamericani, pur titubanti per l'orientamento politico prevalente tra i partigiani (spesso [[Comunismo|comunista]] o [[Socialismo|socialista]]), decisero comunque di appoggiarlo con aviolanci di armi e viveri e poi con finanziamenti tramite la [[Svizzera]].
Un sabotaggio che, combattuto con rappresaglie di guerra quasi sempre con vittime incolpevoli, molto danneggiò la RSI. Ebbero effetti impopolari le rappresaglie unite ad incendio di abitazioni e a deportazioni in Germania.
Le rappresaglie in risposta ai sabotaggi, che colpivano spesso vittime incolpevoli, resero impopolare la RSI.
 
Dal [[10 settembre]] [[1943]], con un drastico ordine di [[Adolf Hitler|Hitler]], in seguito attenuato, ma non annullato, l'Italia fu per i tedeschi territorio di operazioni militari. La relativa legge marziale rimasefu applicata integraintegralmente nelle Provincieprovince coinvolte nelle linee di combattimento, in quelle verso il [[Brennero]] (Alpenvorland-OZAV) e verso i territori sloveni annessi dai tedeschi e verso il Regno di Croazia (Adriatisches Kuestenland-OZAK).
 
Nelle due zone di Confineconfine vennero nominati Alti Commissari, che, secondo pubblica dichiarazione di Hitler, "riceveranno da me le indicazioni fondamentali per la loro attività” <ref> ''Documenti diplomatici tedeschi Serie E VI n.311''</ref>. Gli Alti Commissari furono l'SS Oberfuehrer [[Franz Hofer (Gauleiter)|Franz Hofer]], per le Provincie di Bolzano, Trento e Belluno, e l'SS Oberfuehrer [[Friedrich ReinerRainer]], per le Provincie di [[Udine]], [[Gorizia]], Trieste, [[Pola]], [[Fiume (Croazia)|Fiume]] e [[Lubiana]]. Hofer e Rainer non nascosero volontà annessionistiche, rispettivamente verso il [[Tirolo]] e verso la [[Carinzia]], loro territori di origine quali Gauleiter, con poteri di Governatore. Il 1°º ottobre il Gauleiter dellaprendeva Carinziail prendevacontrollo militare e civile della Carinzia<ref>per decreto con valore retroattivo al 29 Settembre il controllo militare e civile <ref>settembre ''Gazzetta Ufficiale del Litorale Adriatico n.1 del 15 ottobre 1943''</ref> <ref>[[Franco Filanci]]., ''Trieste, tra alleati e pretendenti'', ediz. Poste Italiane – Museo Postale dicembre 1995”</ref>.
 
Hitler abbandonò [[Spalato,]] e, in un primo momento, anche [[Zara,]] alla annessione croata che, dichiarata il 9 settembre [[1943]], fu subito seguita da operazioni di conquista delle due Provincieprovince italiane della [[Dalmazia]]. La strategia annessionistica di territori italiani da parte della [[Croazia]] comprendeva Fiume e l'intera [[Istria]] fino ai sobborghi di Trieste.
 
Altre perdite territoriali, seppure temporanee, si ebbero nell'estate del 1944, quando, in molte vallate alpine e appenniniche, ribelli e popolazioni diedero vita alla breve esperienza delle [[Repubbliche partigiane]]. Sul restante territorio della RSI, divenuto ''retrovia'', tutti i Repartireparti della RSI, (se impiegati in operazioni di rastrellamento,) erano agli ordini del Plenipotenziario per l'Ordine e la Sicurezza quali Reparti ''Hilfspolizei'', ossia Reparti ausiliari adibiti ad impieghioperazioni condotticondotte dai tedeschi .
 
Venerdì 20 aprile [[1945]] il generale [[Heinrich Vietinghoff|Heinrich von Vietinghoff-Scheel]], in ossequio alle clausole dell{{'}}''[[Operazione Sunrise]]'', dette l'ordine alla 10ª e 14ª armata di ripiegare verso la Germania<ref>[http://www.historychannel.it/lucieombre/puntata7.html PEOPLE | The History Channel Italia<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080116172029/http://www.historychannel.it/lucieombre/puntata7.html |data=16 gennaio 2008 }}</ref>.
Gli angloamericani, dopo lo sfondamento della [[linea gotica]] del [[21 aprile]] [[1945]], non avevano ostacoli ad un facile dilagare verso e oltre il Po. Mussolini veniva così privato di gestire il poco potere rimastogli nel Nord Italia. Faceva eccezione Milano, gremita di militari e di politici, dove dal 18 aprile aveva trasferito da [[Gargnano]] il Quartier Generale della RSI.
 
Con la successiva [[Offensiva di primavera del 1945 in Italia|offensiva di primavera]] gli angloamericani, dopo aver sfondato la [[linea Gotica]], non ebbero ostacoli ad un facile dilagare verso e oltre il [[Po]]. [[Benito Mussolini|Mussolini]] venne privato in pratica della possibilità di gestire il poco potere rimastogli nel Nord Italia. Faceva eccezione Milano, gremita di militari e di politici, dove dal 18 aprile aveva trasferito da [[Gargnano]] il Quartier Generale della RSI. I tedeschi apparivano più che mai in difficoltà perché, avendo in corso negoziati di resa separata, erano privi di univoci ordini sul disporre o meno estreme difese di luoghi strategici del Nord Italia. {{Senza fonte|Tra l'altro, si erano impegnati con [[Angelo Tarchi (politico)|Angelo Tarchi]], Ministro della Produzioneproduzione Industrialeindustriale della RSI, a non distruggere, ma a ''invertizzareinertizzare'', ossia soltanto a disattivare, gli impianti di produzione idroelettrica.
}}
 
==La fine politica==
{{Vedi anche|Morte di Benito Mussolini|Resa di Caserta}}
La resa politica della RSI avvenne, dopo il fallimento dell'accordo di resa in nell'Arcivescovado milanese, alle 19.:30 del 25 aprile nella sede della Prefettura milanese – Palazzo Diotti di Corso Monforte – quando Mussolini Capo dello Stato e delle Forze Armate ma anche , dal 14 agosto 1944, diretto comandante del Corpo più consistente (settantamila di organico, al minimo), la [[Guardia Nazionale Repubblicana]], liberò tutti dal giuramento. Poco prima, introvabili cinque ministri ([[Carlo Alberto Biggini|Biggini]], [[Domenico Pellegrini Giampietro|Pellegrini]] e [[Angelo Tarchi (politico)|Tarchi]] come pure [[Edoardo Moroni|Moroni]] e [[Giuseppe Spinelli (politico)|Spinelli]]) aveva, a nome del Governo, affidato a [[Piero Pisenti|Pisenti]] la delega per gli affari correnti.
 
Assieme ai Ministri rientrati dall'incontro con il Cardinale Arcivescovo di Milano [[Alfredo Ildefonso Schuster]], erano presenti il Ministro [[Alessandro Pavolini]], Segretario del [[Partito Fascista Repubblicano|PFR]], e il Generale [[Renzo Montagna]], già Comandante di Grandi Unità della MVSN in Africa e in Balcania.
La resa politica della RSI avvenne, dopo il fallimento dell'accordo di resa in Arcivescovado, alle 19.30 del 25 aprile nella sede della Prefettura milanese – Palazzo Diotti di Corso Monforte – quando Mussolini Capo dello Stato e delle Forze Armate ma anche ,dal 14 agosto 1944, diretto comandante del Corpo più consistente (settantamila di organico, al minimo), la [[Guardia Nazionale Repubblicana]], liberò tutti dal giuramento. Poco prima, introvabili cinque ministri ([[Carlo Alberto Biggini|Biggini]], [[Domenico Pellegrini Giampietro|Pellegrini]] e [[Angelo Tarchi|Tarchi]] come pure [[Edoardo Moroni|Moroni]] e [[Giuseppe Spinelli|Spinelli]]) aveva, a nome del Governo, affidato a [[Piero Pisenti|Pisenti]] la delega per gli affari correnti.
 
Quest'ultimo, in carenza di Governo, {{Senza fonte|non volle assicurare l'ordine pubblico come avrebbe dovuto quale Capo della Polizia}} e potendo contare sull'appoggio di [[Junio Valerio Borghese]], nominato il [[24 aprile]] da Mussolini, appositamente per la difesa, Comandante della Piazza di Milano. Si limitò a depositare presso una Banca i sostanziosi fondi della Polizia, quale ''patrimonio dello Stato''. Infatti fu soltanto, e in parte, la [[Guardia di Finanza]] a adempiere, iniziando da [[Corso Sempione]] dopo l'ultimo giornale radio [[EIAR]] trasmesso alle ore 8.00 del 26 aprile [[1945]], il tradizionale ruolo dei ''poliziotti di pace'' nei trapassi di potere.
Assieme ai Ministri rientrati dall'incontro con il Cardinale Arcivescovo di Milano, erano presenti il Ministro [[Alessandro Pavolini]], Segretario del [[Partito Fascista Repubblicano|PFR]], e il Generale [[Renzo Montagna]], già Comandante di Grandi Unità della MVSN in Africa e in Balcania.
 
L'insuccesso{{Senza delfonte|Ci fu anche un confuso tentativo di passaggio di consegne ''socialistico'', semprecom'era stato proposto da [[Carlo Silvestri]] nelle sue visite a Gargnano, inche quelperò pomeriggiofu prontamente respinto dai dirigenti del [[25Partito aprileSocialista Italiano#Nascita del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria|PSIUP]] dopoa esserecui giuntofu inrivolto. Arcivescovado}} conNel l'autopomeriggio del Cardinale25 peraprile rimanervinell'Arcivescovado finodi alleMilano 19.00,si eerano rifugiati molti dovegerarchi: insieme a [[Rodolfo Graziani|Graziani]] vi erano [[Paolo Zerbino]] e [[Francesco Maria Barracu|Francesco Barracu]] oltre il Capo Provincia Mario Bassi e l'industriale Gian Riccardo Cella (aveva acquistato il palazzo del «[[Il Popolo d'Italia|Popolo d'Italia]]»<ref>Il conquotidiano era stato chiuso dopo il 25 aprile 1943.</ref> per 50 milioni di Lirelire),; lo scoraggiamento che vi regnava contribuì a indurre Mussolini all'improvviso scioglimento del Governo.
Quest'ultimo, in carenza di Governo, non volle assicurare l'ordine pubblico come avrebbe dovuto quale Capo della Polizia e potendo contare sull'appoggio di [[Junio Valerio Borghese]], nominato il [[24 aprile]] da Mussolini, appositamente per la difesa, Comandante della Piazza di Milano. Si limitò a depositare presso una Banca i sostanziosi fondi della Polizia, quale ''patrimonio dello Stato''.
 
Nel contempo venivano esonerati dal combattere, ma anche privati di protezione e orientamenti, gli italiani che avevano militato sotto le insegne della RSI: militari, iscritti al [[Partito Fascista Repubblicano|PFR]] e dipendenti statali. La decisione di Mussolini di lasciare Milano in balia di sé stessa e di affrontare il suo futuro nella massima incertezza risulterà tragica per molti. Rifiutata la fuga in aereo verso l'ospitale Spagna, Mussolini forse riteneva ancora possibile un indiretto contatto con [[Winston Churchill]] e attuabili le promesse protezioni tedesche a Merano o, con un aereo da Chiavenna, in Baviera. Invece, anch'egli allo sbando, fuggì su una autoblindo della Brigata Nera di Lucca comandata dal Capitano Evandro Tremi, che precedeva l'autocolonna del Maggiore Hermann Schallmeyer della [[contraerea|Flak]]-avvistamenti, comprendente anche l'automezzo del Tenente [[Fritz Birzer]] e i pochi armati del Tenente Willy Flamminger (che da Musso tornarono a Como).
Infatti fu soltanto, e in parte, la Guardia di Finanza ad adempiere, iniziando da Corso Sempione dopo l'ultimo giornale radio [[EIAR]] trasmesso alle ore 8.00 del [[26 aprile]] [[1945]], al tradizionale ruolo dei ''poliziotti di pace'' nei trapassi di potere.
 
Fu riconosciuto malgrado un sommario travestimento poco dopo le 4 del pomeriggio del 27 aprile a [[Dongo]], divenne un prigioniero scomodo e con urgenza il [[CLNAI]] confermò la sentenza di morte del 16 agosto [[1944]]. {{Senza fonte|Mussolini accolse la richiesta del cardinale [[Ildefonso Schuster]] di disarmare o allontanare i reparti che presidiavano Milano}} evitando ulteriori scontri cruenti casa per casa. I primi armati a entrare a Milano furono i Garibaldini dell'[[Oltrepò Pavese]], il 28 aprile alle ore 17.30, nell'attesa dei vincitori angloamericani, che, nonostante la mancanza di notizie, non potevano esser lontani.
L'insuccesso del tentativo di passaggio di consegne ''socialistico'', sempre proposto da [[Carlo Silvestri]] nelle sue visite a Gargnano, in quel pomeriggio del [[25 aprile]] dopo essere giunto in Arcivescovado con l'auto del Cardinale per rimanervi fino alle 19.00, e dove insieme a [[Rodolfo Graziani|Graziani]] erano [[Paolo Zerbino]] e [[Francesco Maria Barracu|Francesco Barracu]] oltre il Capo Provincia Mario Bassi e l'industriale Gian Riccardo Cella (aveva acquistato [[Il Popolo d'Italia]] con 50 milioni di Lire), contribuì a indurre Mussolini all'improvviso scioglimento del Governo.
 
La [[United States Army North|Quinta Armata]] americana il 25 aprile aveva cinque divisioni oltre il Po, e una di queste, la 1ª, con oltre diecimila carristi e settecento cingolati, da Cremona puntava su Torino e la Valle d'Aosta, mentre una seconda, la 34ª, da Brescia marciava su Bergamo, diretta a Como e poi in Piemonte. Non sollecitate da niente e da nessuno, truppe americane raggiungeranno il centro di Milano il 29 aprile [[1945]]. In Arcivescovado, appena dopo aver confermato la rinuncia alla difesa di Milano e stante la diserzione dei tedeschi ai ''colloqui a tre'', Mussolini disse ai delegati del CLNAI [[Raffaele Cadorna Jr]], [[Riccardo Lombardi (politico)|Riccardo Lombardi]] e [[Achille Marazza]] che non poteva dare prima di un'ora una risposta alle richieste di ''resa incondizionata'':. Una risposta che non fu mai data, perché Mussolini abbandonerà la Prefettura, diretto a Como, alle ore8 20.00di sera dello stesso [[25 aprile]], con accanto [[Nicola Bombacci]] e con [[Rodolfo Graziani|Graziani]] nell'automezzo della scorta SS comandata da [[Fritz Birzer]].
Nel contempo venivano esonerati dal combattere, ma anche privati di protezione e orientamenti, gli italiani che avevano creduto e sofferto per la RSI: Militari, iscritti al [[Partito Fascista Repubblicano|PFR]] e dipendenti statali.
 
Fino all'ultimo Pavolini tentò di convincerli a unirsi agli uomini già presenti in [[Valtellina]] per un'ultima simbolica resistenza nel [[ridotto alpino repubblicano]]. Mussolini venne giustiziato a [[Giulino]] il 28 aprile alle ore 16.30. Il suo cadavere, assieme a quelli dell'amante [[Clara Petacci|Claretta Petacci]] e dei quindici gerarchi fucilati a [[Dongo]], venne portato nella notte a [[Milano]] dove venne esposto in [[Piazzale Loreto]].
La decisione di Mussolini di lasciare Milano in balia di sé stessa e di affrontare, ramingo, il suo futuro nella massima incertezza risulterà tragico per molti. Rifiutata la fuga in aereo verso l'ospitale Spagna, Mussolini forse riteneva ancora possibile un indiretto contatto con [[Winston Churchill]] e come attuabili le promesse protezioni tedesche a Merano o, con un aereo da Chiavenna, in Baviera.
 
Invece, anch'egli allo sbando pur su una autoblindo della Brigata Nera di Lucca comandata dal Capitano Evandro Tremi che precedeva l'autocolonna del Maggiore Hermann Schallmeyer della Flak-avvistamenti, comprendente anche l'automezzo del Tenente Fritz Birzer e i pochi armati del Tenente Willy Flamminger (che da Musso tornarono a Como), poco dopo le ore 16.00 del [[27 aprile]] a Dongo divenne un prigioniero scomodo e con urgenza il [[CLNAI]] si arrogò il diritto di ucciderlo, a seguito di una propria sentenza del [[16 agosto]] [[1944]].
 
L'aver accolto, da parte di Mussolini, la richiesta del Cardinale [[Ildefonso Schuster]] del disarmo o dell'allontanamento dei Reparti che presidiavano Milano, procurò gran danno tanto a sé stesso e alla RSI quanto ai fedeli che erano rimasti o confluiti in città, ma fors eveitò ulteriori scontri cruenti casa per casa. Il dovere istituzionale, ma non il buon senso, imponeva al Capo delle Forze Armate di difendere l'ultimo Quartiere Generale dello Stato anche in un poco probabile combattimento fratricida (i primi armati a entrare Milano furono i Garibaldini dell'[[Oltrepo Pavese]], il [[28 aprile]] alle ore 17.30), nell'attesa dei vincitori angloamericani la cui vicinanza non poteva essere annullata dalla più forte mancanza di notizie.
 
La [[Quinta Armata US]] il 25 aprile aveva cinque Divisioni oltre il Po e una di queste, la 1ª, con oltre diecimila carristi e settecento cingolati, da Cremona puntava su Torino e la Valle d'Aosta, mentre una seconda, la 34ª, da Brescia marciava su Bergamo diretta a Como e poi in Piemonte. Non sollecitate da niente e da nessuno, truppe americane raggiungeranno il centro di Milano il [[29 aprile]] [[1945]].
 
In Arcivescovado, appena dopo aver confermato la rinuncia alla difesa di Milano e stante la diserzione dei tedeschi ai ''colloqui a tre'', Mussolini disse ai delegati CLNAI [[Raffaele Cadorna]], Riccardo Lombardi e Achille Marazza che non poteva dare prima di un'ora risposta alle richieste di ''resa incondizionata'': risposta mai data perché abbandonerà la Prefettura, diretto a Como, alle ore 20.00 dello stesso [[25 aprile]] con accanto [[Nicola Bombacci]] e con [[Rodolfo Graziani|Graziani]] nell'automezzo della scorta SS comandata da Fritz Birzer.
 
Il cadavere di Mussolini, assieme ad altri ventidue, tornò a Milano il [[29 aprile]] e per l'intera giornata fu oggetto di ludibrio in Piazzale Loreto.
 
==La fine militare==
[[File:Sikh soldier with captured Swastika flag.jpg|thumb|Italia, maggio 1945: un soldato sikh, dell'Ottava armata britannica, osserva una bandiera tedesca catturata davanti ad un muro con una scritta inneggiante a [[Mussolini]].]]
 
{{Senza fonte|Le ostilità in Italia terminarono formalmente nella notte del 3 maggio [[1945]], alle ore 4.30.}} I pochi Repartireparti della RSI che avevano ripiegato verso il [[Brennero|Brennero,]] in particolare quelli che avevano svolto funzioni di retroguardia anche per le Truppetruppe tedesche in ritirata, dal [[3 maggio]] ebbero semplificate condizioni di resa sulla linea americana di ''cessate il fuoco'' a [[Rovereto]].
Le ostilità in Italia terminarono nella notte sul [[3 maggio]] [[1945]], alle ore 4.30.
 
I reparti dipendenti dal Gruppo Divisioni di [[Otto Fretter-Pico]] e provenienti dalla [[Garfagnana]], dopo un ultimo combattimento, consegnarono le armi alla ''[[Força Expedicionária Brasileira]] ''il 29 aprile 1945, a [[Medesano]]. Tra gli appartenenti all'[[Armata Liguria (Wehrmacht)|Armata Liguria]], quelli in organico all'A.K.Lombardia si dissolsero in parte ad Alessandria-Valenza e in parte a Magenta entro il 30 aprile, mentre quelli in organico al LXXV A.K. e che scelsero di radunarsi a Strambino-Ivrea insieme ai tedeschi rimasero in armi più a lungo di tutti.
I pochi Reparti della RSI che avevano ripiegato verso il Brennero, in particolare quelli che avevano svolto funzioni di retroguardia anche per le Truppe tedesche in ritirata, dal [[3 maggio]] ebbero semplificate condizioni di resa sulla linea americana di ''cessate il fuoco'' a Rovereto.
 
Questi ultimi, oltre sessantamila tedeschi e italiani radunati in una ''zona franca'' agli ordini del generale [[Hans Schlemmer]], in gran parte furono fatti prigionieri dalla [[34th Infantry Division]]: vennero poi trasferiti nei campi di concentramento della Toscana (dei quali il più grande era il [[campo di Coltano]]), dopo un breve transito a Modena presso la [[88th Infantry Division]]. La resa avvenne a seguito di un ordine del giorno indirizzato da Schlemmer ai soldati, che ripeteva quello di resa incondizionata dell'O.B. Süd West a più riprese radiodiffuso dal pomeriggio del 2 maggio in ottemperanza alla [[resa di Caserta]].
I Reparti dipendenti dal Gruppo Divisioni Fretter-Pico e provenienti dalla Garfagnana,dopo un ultimo combattimento, consegnarono le armi alla Forza di Spedizione Brasiliana il [[29 aprile]] [[1945]], a Medesano.
 
IAltri Reparti chereparti consegnarono le armi ai britannici,: tra essi i Gruppi da combattimento della Divisione ''Decima'' e gli Artiglieriartiglieri della Divisione GNR ''Etna'', incorporata nella Flak-Italia; essi, compresiinsieme iai diecimila fatti stazionare per sette mesi in Algeria-Marocco (ove erano i catturati della RSI nei combattimenti fine 1944 - inizio 1945), poterono uscire dai Campicampi di concentramento della fascia costiera orientale italiana soltanto nella primavera-estate del [[1946]]. {{Senza fonte|Per ultimi furono liberati, se non sottoposti a giudizio di Corti Straordinarie d'Assise o Tribunali Militari, i ''recalcitrants'' di [[Laterina]] e di [[Terni]].}} I reparti dipendenti dal Comando Egeo Orientale obbedirono all'o.d.g. del 5 maggio [[1945]] del Comandante delle Forze Armate collegate Wilhelm Wagener e si consegnarono l'indomani agli angloamericani: una parte dei Volontari della Legione Kreta, via Brindisi, furono trasportati a Cap Matifou-PW Camp 211.
Tra gli appartenenti all'Armata Liguria, quelli in organico all'A.K.Lombardia si dissolsero in parte ad Alessandria-Valenza e in parte a Magenta entro il 30 aprile, mentre quelli in organico al LXXV A.K. e che scelsero di radunarsi a Strambino-Ivrea insieme ai tedeschi rimasero in armi più a lungo di tutti.
 
== Note ==
Questi ultimi, a seguito dell'o.d.g. del [[4 maggio]] [[1945]] indirizzato dal Comandante Hans Schlemmer ai quasi sessanta mila della ''zona franca'', o.d.g. che ripeteva quello di resa incondizionata dell'O.B. Sued West a più riprese radiodiffuso dal pomeriggio del [[2 maggio]] in ottemperanza alla [[Resa di Caserta]],arresisi formalmente alla [[U.S. 1st Armoured Division|US 1.ArmD]], in gran parte divennero prigionieri di guerra della [[U.S. 34th Infantry Division|US 34.ID]] per poi essere trasferiti nei Campi di concentramento della Toscana, dopo un breve transito a Modena dalla [[U.S. 88th Infantry Division|US 88.ID]].
{{<references}}/>
 
== Bibliografia ==
I Reparti che consegnarono le armi ai britannici, tra essi i Gruppi da combattimento della Divisione ''Decima'' e gli Artiglieri della Divisione GNR ''Etna'' incorporata nella Flak-Italia, compresi i diecimila fatti stazionare per sette mesi in Algeria-Marocco (ove erano i catturati della RSI nei combattimenti fine 1944 - inizio 1945), poterono uscire dai Campi di concentramento della fascia costiera orientale italiana soltanto nella primavera-estate del [[1946]]. Per ultimi furono liberati, se non sottoposti a giudizio di Corti Straordinarie d'Assise o Tribunali Militari, i ''recalcitrants'' di Laterina e di Terni.
* [[Silvio Bertoldi]], ''Salò. Vita e morte della Repubblica Sociale Italiana'', Milano, Rizzoli, 1973
 
== Voci correlate ==
I Reparti dipendenti dal Comando Egeo Orientale dopo l'o.d.g. del [[5 maggio]] [[1945]] del Comandante delle Forze Armate collegate Wilhelm Wagener si consegnarono l'indomani agli angloamericani: una parte dei Volontari della Legione Kreta, via Brindisi, furono trasportati a Cap Matifou-PW Camp 211.
* [[Guerra civile in Italia (1943-1945)]]
* [[Morte di Benito Mussolini]]
* [[Repubblica Sociale Italiana]]
* [[Resa di Caserta]]
* [[Strage di Piazzale Loreto]]
* [[Storia dell'Italia fascista]]
 
{{portale|fascismo|italia|seconda guerra mondiale|storia d'Italia}}
== Note ==
{{references}}
 
[[Categoria:FascismoItalia nella seconda guerra mondiale]]
[[Categoria:SecondaRepubblica guerraSociale mondialeItaliana]]
[[Categoria:StoriaCampagna delld'Italia nella Seconda guerra mondiale]]
[[Categoria:Storia di Como]]
[[Categoria:Dissoluzioni di Stati|Italiana, Repubblica Sociale]]