[[File:Varahi.jpg| miniaturamin| Varahi, una delle MatrikaMātṛkā]] ▼
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Le ''' MatrikaMātṛkā''' <ref>{{Treccani|matrka_( [[Lingua sanscritaEnciclopedia-dell'-Arte-Antica)| sanscrito]] मातृका, [[Alfabeto internazionale per la traslitterazione delMATRKA}}</ref> ({{sanscrito| IAST]] mātṝkāमातृका}}, {{lett . "|Madre divina "}}) ,<ref>{{Cita libro|autore=Monier|nome=Williams|wkautore=|titolo=Sanskrit-English Dictionary|url=https://archive.org/details/sanskritenglishd00moni_0|data=1872|editore=Clarendon|città=|p=[https://archive.org/details/sanskritenglishd00moni_0/page/765 765]|citazione=matrika.|ISBN=}}</ref> , chiamatecon anchegrafia '''Matar''' oinglese ''' MatriMatrika''', sono un gruppo di [[Dea madre|dee madri]] dell'[[ Induismo|dell'Induismo]], spesso raffigurate insieme, che rappresentano le diverse forme di Adi Parashakti[[Paraśakti]] eo i diversi poteri personificati di [[ DevaMahādevī]]. ▼
▲[[File:Varahi.jpg|miniatura| Varahi, una delle Matrika]]
▲Le '''Matrika''' ([[Lingua sanscrita|sanscrito]] मातृका, [[Alfabeto internazionale per la traslitterazione del sanscrito|IAST]] mātṝkā, lett. "Madre divina")<ref>{{Cita libro|autore=Monier|nome=Williams|wkautore=|titolo=Sanskrit-English Dictionary|url=https://archive.org/details/sanskritenglishd00moni_0|data=1872|editore=Clarendon|città=|p=[https://archive.org/details/sanskritenglishd00moni_0/page/765 765]|citazione=matrika.|ISBN=}}</ref>, chiamate anche '''Matar''' o '''Matri''', sono un gruppo di [[Dea madre|dee madri]] [[Induismo|dell'Induismo]], spesso raffigurate insieme, che rappresentano le diverse forme di Adi Parashakti e i diversi poteri personificati di [[Deva]].
Le MatrikaMātṛkā, sonospesso solitamente raffiguraterappresentate in un gruppogruppi di sette, sono chiamate ''Saptamatrika''Saptamātṛka (Settesanscrito: सप्तमातृका, lett. "sette Madrimadri").<ref>{{Cita libro|autore=Berkson|nome=Carmel|wkautore=|titolo=Ellora, Concept and Style|url=https://books.google.com/books?id=tH7KRNqIin4C&pg=PA134&dq=saptamatrika&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwjZ8KjTtO7VAhWIOY8KHbGVAZgQ6AEIIjAA#v=onepage&q=saptamatrika&f=false|data=1992|editore=Abhinav Publications|città=|p=134|ISBN=}}</ref> TuttaviaSecondo i testi sacri, èqueste possibiledee trovareagiscono anchecome raffigurazioniaiutanti didelle divinità maschili nella lotta contro i demoni. In alcune tradizioni, il gruppo include otto Matrikadee, chiamatedenominate ''Ashtamatrika''Aṣṭamātṛkā (sanscrito: अष्टमातृका, lett. "otto madri").<ref>{{Cita web|url=http://cudl.lib.cam.ac.uk/view/MS-ADD-01338/1|editore=Cambridge Digital Library|accesso=2 February 2015}}</ref> Il culto delle Saptamatrika''Saptamātṛka'' è prevalente nell'[[India meridionale]], mentre le Ashtamatrika''Aṣṭamātṛkā'' sono venerate in [[Nepal]] .<ref>van den Hoek in Nas, p.362</ref> Delle sette principali MatrikaMātṛkā, [[Brahmani (dea)|BrahmaniBrāhmaṇī]] è emersa da [[BrahmaBrama (divinità)|Brama]], [[VaishnaviVaiṣṇāvī]] da [[Visnù]], [[MaheshvariMāheśvarī]] da [[ShivaSiva (divinità)|Siva]], [[Indrani]] da [[Indra]], [[KaumariKaumārī]] da [[SkandaSkānda]], [[VarahiVarāhī]] da [[VarahaVārāha]] e [[ChamundaCāmuṇḍā]] da [[DeviDevī]];<ref>{{Cita libro|autore=Leeming|nome=David|wkautore=|autore2=Fee|nome2=Christopher|titolo=The Goddess: Myths of the Great Mother|url=https://books.google.com/books?id=kjO6CwAAQBAJ&pg=PT33&dq=matrikas&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwiCjMnAt-7VAhXDuo8KHWZsAHE4ChDoAQghMAA#v=onepage&q=matrikas&f=false|data=2016|editore=Reaktion Books|città=|ISBN=}}</ref> inoltre vengono a volte incluse anche [[NarasimhiNārasiṃhī]] e [[VinayakiVināyakī]]. Nella letteratura più antica, le sette MatrikaMātṛkā principali rappresentano la personificazione delle [[Pleiadi (astronomia)|Pleiadi]] <ref>Wangu Glossary p.187</ref>, e sono inoltre identificate con le sette [[vocali]] componenti la [[Vāc]] ("parola").<ref>Alain Daniélou, ''Miti e dèi dell'India'', ''Op. cit.''; p. 328.</ref>.
Le MatrikaMātṛkā assumono un significato fondamentale nel [[Tantra|tantrismo]].<ref name="W41" /> Nello [[shaktismośaktismo]], sono descritte come "assistenti alla grande [[ShaktiŚakti]] (dea) nella sua lotta con i demoni".<ref>Bhattacharyya, N. N., ''History of the Sakta Religion'', [[Munshiram Manoharlal]] Publishers Pvt. Ltd. (New Delhi, 1974, 2d ed. 1996), p. 126.</ref> Alcuni studiosi le considerano appartenenti allo [[scivaismo]].<ref name="A" /> Sono anche collegate al culto del dio guerriero [[SkandaSkānda]].<ref name="ReferenceA" /> La maggior parte dei primi reperti ascriveattribuisce qualità negative alle MatrikaMātṛkā, che sono spesso pericolose: in questi testi sono dee temibili, che rapiscono e mangiano i bambini, oltre che simboli di pestilenza, febbre, fame e malattie infantili. Al fine di evitare questi mali, che conducevano a morte prematura tanti bambini, venivano spesso celebrati riti propiziatori.<ref>http://www.art-and-archaeology.com/india/jagat/jagat13.html</ref> Nella mitologia successiva, le MatrikaMātṛkā assumono invece un ruolo protettivo, sebbene alcune delle loro caratteristiche infaustefuneste e selvagge persistano ancora.<ref>Kinsley, David. ''Hindu Goddesses: Visions of the Divine Feminine in Hindu Religious Tradition.'' Berkeley: University of California Press, 1988. p.151</ref> Pertanto, esse rappresentano sia l'aspetto prodigiosamente fecondo della natura che il suo aspetto distruttivo.<ref name="Jain162" />
== Origini e sviluppo ==
Secondo Jagdish Narain Tiwari e Dilip Chakravati, le MatrikaMātṛkā esistevano già nel [[Civiltà vedica|periodo vedico]] e nella [[Indo|civiltà della valle]] dell'Indo. A favore di questa teoria sono citati i sigilli con file di sette divinità o sacerdotesse femminili.<ref>Jagdish Narain Tiwari, "Studies in Goddess Cults in Northern India, with Reference to the First Seven Centuries AD" p.215-244; as referred in Kinsley p.151</ref><ref>Dilip Chakravati in ''Archaeology and World Religion'' By Timothy Insoll, Published 2001, Routledge, {{ISBN|0-415-22154-4}}, pp.42–44</ref> Il [[Ṛgveda Saṃhitā|Rigveda]] (IX 102.4) parla di un gruppo di sette Madri che controllanocontrolla la preparazione di [[Soma (divinità)|Soma]], ma la prima chiara descrizione di queste figure appare in alcuni capitoli dell'epico ''[[Mahābhārata|Mahabharata]]'', che risalerisalente al I secolo d.C.<ref name="Kinsley p.151" /><ref>Pal in Singh p.1836</ref> Wangu ritiene che la descrizione di MatrikaMātṛkā anel Mahabharata''Mahābhārata'' sia radicata nel gruppo di sette femmine raffigurate sui sigilli della [[Indo|valle dell'Indo]].<ref name="W41" /> Si presumeva che le persone adorassero localmente queste dee, ad esempio, erigendo sette santuari a sette dee madri venerate localmente, come descritto nel libro di Zimmer Heinrich ''The Art Of Indian Asia''.
Nel V secolo, tutte queste dee furono incorporate nell'induismo ortodosso tradizionale come divinità tantriche.<ref>Zimmer Heinrich, 1960,2001 The Art Of Indian Asia, Its Mythology and Transformations.Motilal Banarsidas Publication. New Delhi (Page B4C,257,135)</ref><ref>Harper in Harper and Brown, p.48</ref> David Kinsley propone che le Matrika possano essere dee dei villaggi locali, non-[[Arii|ariane]] o almeno non-[[Vedismo|brahmaniche]] (induismo ortodosso), che furono assimilate nel pantheon. Egli cita due ragioni per la propria affermazione: in primo luogo, in Mahabharata''Mahābhārata'' sono descritte come di colore scuro, capaci di parlare lingue straniere e che vivono in "aree periferiche"; secondariamente, esse sono associate con il dio non Brahmanico SkandaSkānda e suo padre, ShivaSiva, che sebbene sia Vedico ha attributi non Brahmanici.<ref name="Kinsley p.155" /> Sara L. Schastok suggerisce che le MatrikaMātṛkā potrebbero forse ispirarsi al concetto di [[Yakṣa|Yakshas]], che sono associateassociato a [[Karttikeya|SkandaSkānda]] e [[Kubera]] - (entrambe sono spesso rappresentate con le MatrikaMātṛkā).<ref>Schastok, Sara L. ''The Śamalājī Sculptures and Sixth-Century Art in Western India.'' Leiden: Brill, 1985. pp.58–60</ref> Contrariamente alla teoria delle origini della valle dell'Indo, Bhattacharyya osserva: <blockquote> Il culto del Principio femminile era un aspetto importante della religione dravidica, il concetto di Shakti era parte integrante della loro religione [. . . ] Il culto della ''Sapta MatrikaSaptamātṛka'', o Sette Divine Madri, che è parte integrante della religione [[ShaktismoŚaktismo|Shaktaśakta]], può essere di ispirazione [[Dravida|dravidica]] .<ref>Bhattacharyya, N. N., ''History of the Sakta Religion'', Munshiram Manoharlal Publishers Pvt. Ltd. (New Delhi, 1974, 2d ed. 1996).</ref> </blockquote> Le Sapta-MatrikaSaptamātṛka erano in precedenza collegate a SkandaSkānda (Kumara) e, in tempi successivi, associate alla setta dello stesso ShivaSiva.<ref name="ReferenceA">Collins, Charles Dillard. ''The Iconography and Ritual of Śiva at Elephanta''. Albany: State University of New York Press, 1988. p.143</ref> Durante il periodo [[Impero Kusana|KushanaKusana]] (dal I al III secolo d.C.), le immagini scultoree delle Matrika appaiono per la prima volta in pietra. Le immagini di Kushana si sono fuse con la credenza ''nell'adorazione'' di ''Balagraha''Bālagraha ("distruttori di bambini" illuminati) in relazione al concepimento, alla nascita, alle malattie e alla protezione dei bambini. La tradizione BalagrahaBālagraha includeva il culto del bambino Skanda con le MatrikaMātṛkā. Le dee erano considerate personificazioni di pericoli, legate ai bambini e, quindi, erano pacificate dal culto. Le immagini di KushanaKusana sottolineano le caratteristiche materne e distruttive delle MatrikaMātṛkā attraverso i loro emblemi e le loro armi. Sembrano essere un gruppo scultoreo indifferenziato ma si sviluppano in una rappresentazione iconografica standard e complessa durante il successivo periodo Gupta.<ref>Wangu pp.58–59</ref>
Nel periodo [[Impero Gupta|Gupta]] (dal III al VI secolo d.C.), le immagini popolari delle MatrikaMātṛkā divennero importanti nei villaggi.<ref>Wangu p.67</ref> Varie divinità popolari protettrici dei soldati, tra cui le MatrikaMātṛkā, furono riconosciute dai sovrani di Gupta e le loro immagini furono scolpite su monumenti reali per rafforzare la lealtà e l'adesione delle forze armate.<ref>Wangu p. 68</ref> I re Gupta [[Skandagupta]] e [[Kumaragupta I]] (c. seconda metà del V secolo) fecero di SkandaSkānda (Kumara) il loro modello ed elevarono la posizione delle madri affidatarie di SkandaSkānda, le MatrikaMātṛkā, da un gruppo di dee popolari a dee di corte.<ref>Wangu p.76</ref> Dal quarto secolo, la città di Parhari, [[Madhya Pradesh]], aveva un santuario scavato nella roccia dedicato esclusivamente alle Sapta MatrikaSaptamātṛka.<ref name="Berkson p.212" />
I re del [[Karnataka]] della [[Ganga occidentali|dinastia Ganga occidentale]] (''350-1000 d.C.'') costruirono molti templi indù insieme acontenenti sculture didelle ''sapta matrikaSaptamātṛka''<ref>{{Cita libro|autore=Kamath|nome=Suryanath U.|titolo=A concise history of Karnataka : from pre-historic times to the present|annooriginale=1980|anno=2001|editore=Jupiter books|città=Bangalore|OCLC=7796041|LCCN=80905179}} p51</ref> e monumenti, contenentiraffiguranti dettagli scultorei di ''sapta matrikaSaptamātṛka'' .<ref>Kamath (2001), p52</ref> La presenza delle sculture di MatrikaMātṛka è ancora più pronunciata nel periodo [[Gurjara-Pratihara|Gurjara-Patiharas]] (VIII-X secolo d.C.) e [[Chandela|Chandella]] (VIII-XII secolo d.C.).<ref name="Goswami">{{Cita web|url=http://www.anistor.gr/english/enback/Saptmatrika.pdf|autore2=Gupta, Ila|autore3=Jha, P.|cognome=Goswami|nome=Meghali|sito=Anistoriton Journal|editore=Anistoriton|data=March 2005|accesso=2008-01-08}}</ref> I [[Chalukya]]s affermarono di essere stati allattati dalla Saptadalle MatrikaSaptamātṛka. Era una pratica popolare collegare i lignaggi della famiglia reale del sud dell'India a un regno settentrionale neidei tempi antichi.<ref>Dr. Suryanath U. Kamath (2001), A Concise History of Karnataka from pre-historic times to the present, Jupiter books, MCC (Reprinted 2002), p60</ref> Durante il periodo Chalukya (dall'XI al XIII secolo), tutte le MatrikaMātṛka continuarono a figurare tra le sculture di divinità di questo periodo.
I [[Kadamba (famiglia)|KadambasKadamba]] e i primi [[Chalukya]]s del V secolo lodano le MatrikaMātṛka nei loro discorsi, in quanto le consideravano in grado di donare poteri speciali per sconfiggere i nemici.<ref name="Lorenzen p.29" /><ref>Harper in Harper and Brown, p.121</ref> Nella maggior parte dei testi pertinenti, il loro numero esatto delle divinità non viene specificato, ma gradualmente il loro numero e nomiarrivano sia cristallizanocristallizzarsi in sette dee identificate come MatrikaMātṛka, anche se alcuni riferimenti indicano otto o addirittura sedici MatrikaMātṛka.<ref>Kinsley p.156</ref> Laura K. Amazzone cita: <blockquote> L'incoerenza nel numero di MatrikaMātṛka trovate nella valle [Indusdell'Indo] oggi (sette, otto o nove) forse riflette la localizzazione delle dee [... …] Sebbene le MatrikaMātṛka siano per lo più raggruppate come sette dee nel resto del subcontinente indiano, un'ottava MatrikaMātṛka è stata aggiunta in Nepal per rappresentare le otto direzioni cardinali. A [[Bhaktapur]], una città nella valle di Kathmandu, una nona MatrikaMātṛka viene aggiunta all'insieme per rappresentare il centro.<ref>CitedCitato in Laura Kristine Chamberlain. “Durga and the Dashain Harvest Festival: From the Indus to Kathmandu Valleys” in ReVision, Summer 2002, vol. 25, no. 1, p.26</ref> </blockquote>
== Iconografia ==
[[File:Ashta-Matrika.jpg|miniaturamin|350x350px| La Dea Ambika (identificata con [[Durgā|Durga]] o [[Chandi]]) in testa alle Otto Matrika in battaglia (fila in alto, da sinistra) Narasinhmi, [[Vaishnavi (divinità)|Vaishnavi]], [[Kaumari]], [[Maheshvari]], [[Brahmani]] . (fila in basso, da sinistra) [[Varahi]], [[Aindri]] e [[Chamunda]] o [[Kālī|Kali]] contro il [[Rākṣasa|Rakshasa]] [[Raktabija]] . Un foliofoglio di [[Devi Mahatmya]] . ]]
Le caratteristiche iconografiche delle Matrika sono state descritte nelle scritture indù come [[Mahābhārata|Mahabharata]], [[Purāṇa|Purana]], [[Varaha Purana]], [[Agni Purana]],<ref>Agni Purana, Tr. by M.N. Dutta, Calcutta, 1903–04, Ch.50.18.22.</ref> [[Matsya Purāṇa|Matsya Purana]], [[Vishnudharmottara Purana]] e [[Devi Mahatmya]] (parte del [[Markandeya Purana]] ) e anche negli [[Āgama (induismo)|Agama]] come l{{'}}il ''Amsumadbhedagama'', il ''Surabhedagama'', il ''Purvakarnagama'' e il ''Rupamandana.'' .
=== Le Ashta-Matrika come descritte nella Devi Mahatmya<ref name="Descriptions">See:
</ref> ===
# '''[[Brahmani (dea)|Brahmani]]''' ([[sanscrito]], Brahmâṇī ) o '''Brahmi''' ([[sanscrito]], Brāhmī ) rappresenta la [[Shakti]] (potenza) del dio creatore [[Brahmā|Brahma]]. È raffigurata di colore giallo e, con quattro teste. È raffiguratae con quattro o sei braccia. Come Brahma, tienepuò tenere un rosario o un cappio in una mano e un [[kamandalu]] (un vaso d'acqua) o un gambo di [[Padma (attributo)|loto]] o un libro o una campana ednell'altra. Viene èrappresentata seduta su un [[Uccello Hamsa|hamsa]] (identificato con un cigno o un'oca) come suo [[vahana]] (cavalcatura o veicolo). Viene anche mostrata sedutao su un loto con l'hamsa sulraffigurato suo stendardo. Indossa vari ornamenti e si distingue per la sua corona a forma di cesto chiamata ''karaṇḍa mukuṭa'' .
# '''[[Vaishnavi (divinità)|Vaishnavi]]''' ([[sanscrito]],Vaiṣṇavī), il potere del dio-conservatore [[Visnù|Vishnu]], è descritta come seduta sul [[Garuḍa|Garuda]] (uomo-aquila) e con quattro o sei braccia. Tiene [[Shankha]] (conchiglia), [[Chakram|chakra]] (disco), mazza e loto e arco e spada; o lein suealternativa due braccia sono in ''varada'' [[mudra]] (gesto di benedizione della mano) e ''abhaya'' mudra (gesto della mano "senza-paura"). Come Vishnu, indossa una corona cilindrica chiamata ''kiriṭa mukuṭa'' ed è pesantemente ornata da collane, cavigliere, orecchini, braccialetti ecc. e una corona cilindrica chiamata ''kiriṭa mukuṭa'' braccialetti.
# '''[[Maheshvari]]''' ([[sanscrito]], Māheśvarī ) rappresenta il potere del dio [[Siva (divinità)|Shiva]], nota anche come Maheshvara., Maheshvari è anche conosciutao con i nomi '''Raudri''', '''Rudrani,''' '''Maheshi''' e '''Shivani''' derivati dai nomi di Shiva Rudra, Mahesha e [[Siva (divinità)|Shiva]], rappresenta il potere di quest'ultimo. Maheshvari è raffigurata seduta su [[Nandi]] (il toro) e ha quattro o sei mani. La dea, di carnagione bianca, [[Terzo occhio (esoterismo)|''Trinetra'']] (avente tre occhi) e di carnagione bianca, tiene una [[Trishula]] (tridente), [[Damaru]] (tamburo), [[Mālā|Akshamala]] (una ghirlanda di perline), Panapatra (vaso per bere) o un'ascia o un'antilope o un [[Kapala (oggetto)|kapala]] (ciotola del cranio) o un serpente. edEssa è adornata con bracciali a serpente, la falce di luna e la ''jaṭā mukuṭa'' (un copricapo formato da capelli accatastati e arruffati).
# '''[[Indrani]]''' ([[sanscrito]], Indrāṇī ), nota anche come '''Aindri''', ([[sanscrito]], Aindrī ), '''Mahendri e''' '''Vajri''', rappresenta il potere di [[Indra]], il Signore dei cieli. Seduta su un elefante, Aindri, è raffigurata dalla pelle scura, con due o quattro o sei braccia. È raffigurata con due o tre o, come Indra, mille occhi. È armata con [[Vajra]] (fulmine), pungolo, cappio e gambo di loto. Adornata con una varietà di ornamenti, indossa la ''kiriṭa mukuṭa'' .
# '''[[Kaumari]]''' ([[sanscrito]], Kaumarī ), nota anche come '''Kumari''', '''Kartiki''', '''Karttikeyani''' e '''Ambika''',<ref>Singh p.1840, Ambika is used as another name for Kaumari in Devi Purana.</ref> rappresenta il potere di [[Karttikeya|Kumara (Kartikeya o Skanda)]], il dio della guerra. Kaumari cavalca un pavone e ha quattro o dodici braccia. Tiene una lancia, un'ascia, una Shakti (potere) o Tanka (monete d'argento) e un arco. A volte è raffigurata a sei teste come Kumara e indossa la corona cilindrica. Nel Tamil Nadu, Karumari Amman è una divinità adorata in molti templi.
# '''[[Varahi]]''' ([[sanscrito]], Vārāhī ) o '''Vairali''' è descritta come il potere di [[Varāha|Varaha]] - la forma a testa di cinghiale di [[Visnù|Vishnu]]. Ha in mano un [[Danda]] (verga di punizione) o aratro, pungolo, un Vajra o una spada e un Panapatra. A volte porta una campana, un chakra, una [[Scacciamosche|chamara]] (una coda di yak) e un arco. Indossa una corona chiamata ''karaṇḍa mukuṭa'' con altri ornamenti.
# '''[[Chamunda]]''' ([[sanscrito]], Cāṃuṇḍā ), nota anche come '''Chamundi''' e '''Charchika,''' rappresenta il potere di [[DeviDevī]] ([[Chandi]]). Viene spesso identificata con [[Kālī|Kali]] edalla quale è simile in aspetto e abitudini.<ref>Kinsley p.241 Footnotes</ref> L'identificazione con Kali è esplicita in Devi Mahatmya.<ref name="W72" /> Chamunda è scura di pelle e indossa una ghirlanda di teste o teschi [[Mundamala|recisi]] ([[Mundamala]]) e mentre tiene in mano un Damaru (tamburo), una trishula (tridente), una spada e un pānapātra (recipiente per bere). In sella a uno sciacallo o in piedi su un cadavere di un uomo (''shava'' o ''preta''), viene descritta con tre occhi, una faccia terrificante e una pancia infossata.
# '''[[Pratyangira]]''' ([[sanscrito]], Nārasiṃhī ), nota anche come '''Narasimhika''', rappresenta il potere di [[Narasiṃha|Narasimha]] (forma di leone-uomo di Vishnu). È una dea donna-leone che getta le stelle in disordine scuotendo la criniera di leone.
Sebbene le prime sei siano accettate all'unanimità dai testi, il nome e le caratteristiche della settima e dell'ottava Matrika sono contestati. In Devi-Mahatmya, Chamunda èviene omessa dopo la lista SaptamatrikaChamunda,<ref>Singh p.1858</ref> mentre tra le sculture nei santuari o nelle grotte e nel Mahabharata, è Narasimhi ad essere omessa. Il Varaha Purana considera '''[[Yamuna (dea)|Yami]],''' la Shakti di [[Yama]], come la settima Matrika, e '''[[Yogeshwari|Yogishwari]]''' come l'ottava Matrika, quest'ultima creata dalle fiamme che emergono dalla bocca di [[Shiva]].<ref>Kalia, p.108</ref> In Nepal, l'ottava Matrika si chiama '''[[Lakshmi|Maha Lakshmi]]''' o '''[[Lakshmi]]''' viene aggiunta omettendo Narasimhi. Nelle liste di nove Matrika, Devi-Purana menziona '''Gananayika''' o [[Vinayaki]] - la [[Shakti]] di [[Ganesha]], caratterizzata dalla sua testa di elefante e dalla capacità di rimuovere ostacoli come [[Ganesha]] e '''[[Bhairavi|Mahabharavi]],''' omettendo Narasimhi. Il potere femminile [[Shakti]] di Lord Matasya è inclusa a volte nell'India centrale. [[Devi bhagwatam|Devi Bhagwatam]] menziona altre due Matrika: Varuni (shakti di [[Varuṇa|Varuna]]) e Kauberi (shakti di [[Kubera]]).<ref>Pal in Singh p.1846</ref>
== Leggende ==
A Matsya Purana, Shiva creò sette Matrika per combattere il demone [[Andhaka]], che aveva la capacità di duplicarsi da ogni goccia di sangue che cadesse dalle sue ferite. Le Matrika bevono il suo sangue e aiutano Shiva a sconfiggere il demone. Dopo la battaglia, le Matrika iniziano una furia di distruzione iniziando a divorare altri dei, demoni e popoli del mondo. [[Narasiṃha|Narasimha]], l'incarnazione uomo-leone di Vishnu, crea una schiera di trentadue dee benigne che calmano le terribili Matrika che sputano fuoco. Narasimha comandò alle Matrika di proteggere il mondo, invece di distruggerlo e quindi cominciarono a essere adorate dall'umanità. Alla fine dell'episodio, la terribile forma di Shiva, [[Bhairava]], è racchiusa nelle immagini delle Matrika nel luogo in cui ebbe luogo la battaglia.<ref>Kinsley p. 158-159, verses 179.8–90</ref><ref>Pal in Singh p.1835-6</ref> Questa storia è raccontata in Vishnudharmottara Purana.<ref>Kinsley p. 159, verses 1.225</ref> Vishnudharmottara Purana le collega ulteriormente con vizi o emozioni infauste come invidia, orgoglio, rabbia ecc.<ref>Kinsley p. 159, verses 17.33–37</ref>
In Varaha Purana, sono create dalla mente distratta della dea Vaishnavi, che perde la sua concentrazione mentre ascende. Sono descritte come adorabili e si comportano come le assistenti delle dee sul campo di battaglia.<ref>Kinsley p. 159, Verses 44.1–96</ref> In [[Bhāgavata Purāṇa|Bhagavata Purana]], quando vengono arruolati gli esseri creati da Vishnu; le MàtrikàMatrika sono elencate con Rakshasa (demoni), Bhuta (fantasmi), preta, [[Ḍākinī|dakini]] e altri esseri pericolosi. Nello stesso testo, le lattaie offrono una preghiera per la protezione del dio-dio [[Krishna]] dalle Matrika.<ref>Kinsley p. 159, verses 2.10.37–39 and 10.63.6 ff., 10.6,27–29</ref>
La [[Purāṇa|Devi Purana]] (6°- X secolo) menziona un gruppo di sedici Matrika e altri sei tipi di Matrika menzionate, oltre alle Saptamatrika.<ref>Pal in Singh p.1839</ref> Presenta la ''Loka-matara'' (madri del mondo), un termine usato nel primo capitolo del Mahabharata. Gentili con tutte le creature, si dice che le Matrika risiedano in vari luoghi a beneficio dei bambini.<ref>Pal in Singh p.1835</ref> Il testo descrive paradossalmente le Matrika come create da vari dei come Brahma, Vishnu, Shiva, Indra e come loro madri.<ref>Pal in Singh p.1844</ref> Devi Purana descrive un pentade di Matrika, che aiuta [[Ganesha]] a uccidere i demoni.<ref>Pal in Singh p.1840, Chapters 111–116</ref> Inoltre, il saggio Mandavya è descritto come adorare le ''Māṭrpaňcaka'' (le cinque madri) di nome Ambika (Kaumari), Rudrani, Chamunda, Brahmi e Vaishnavi e che sono stati stabiliti da [[Brahmā|Brahma]]; per aver salvato il re [[Harishchandra]] dalle calamità. Le Matrika aiutano il saggio a eseguire il culto di ''Māṭrchakra'' (interpretato come [[Yantra]] o [[Maṇḍala|Mandala]] o un santuario circolare per le Matrika), istituito da [[Visnù|Vishnu]] sui [[monti Vindhya]], con sacrificio rituale.<ref>Pal in Singh p.1840, Chapter 116(82–86)</ref>
In altri resoconti della nascita di Skanda a Mahabharata, otto feroci dee emergono da Skanda, quando viene colpito dal [[Vajra]] (fulmine) d'Indra. Queste sono Kāki, Halimā, Mālinī, Bṛhalī, Āryā, Palālā e Vaimitrā, che Skanda accettò come sue madri, che rubarono altri bambini - una caratteristica delle Matrika.<ref name="Kinsley p.152" />
Un altro racconto menziona le ''Maha-matrika'' (le grandi madri), un gruppo di mogli di sei [[saptarishi]]s (76 grandi saggi), che furono accusate di essere le vere madri di Skanda e quindi abbandonate dai loro mariti. Chiedono a Skanda di adottarle come sue madri. Skanda accetta e concede loro due vantaggi: essere adorate come grandi dee e il permesso di tormentare i bambini finoche conhanno menoal dimassimo 16 anni e quindi fungere da loro protettori.<ref name="Kinsley p.152">Kinsley p.152</ref> Queste sei dee così come le Saptamatrika sono identificate o associate con le [[Krittika]] [[Veda|vediche]], la costellazione delle [[Pleiadi (astronomia)|Pleiadi]].<ref>Harper in Harper and Brown, p.116</ref>
Lo Shalya Parva del Mahabharata menziona le caratteristiche di una schiera di Matrika, che servono Skanda. Novantadue di loro hanno un nome, ma il testo dice che ne esistono di più. Lo Shalya Parva le descrive come giovani, allegre, la maggior parte belle ma con caratteristiche pericolose come unghie lunghe e denti grandi. Si dice che combattano come Indra nelle battaglie, invocando il terrore nella mente dei nemici; parlano lingue straniere diverse e vivono in luoghi inaccessibili, lontano da insediamenti umani, come crocevia, grotte, montagne, sorgenti, foreste, sponde di fiumi e terreni di cremazione.<ref>Kinsley p.153</ref><ref>Pattanaik pp.132–3</ref><ref>[http://www.sacred-texts.com/hin/m09/m09046.htm Vaishampayana said...] [[Mahābhārata|The Mahabharata]] translated by [[Kisari Mohan Ganguli]] (1883 -1896), Book 9: Shalya Parva: Section 46.</ref> La più nota in questa lista di Matrika è ''[[Pūtanā|Putana]]'', una dea che ha cercato di uccidere il bambino [[Krishna]] (un'incarnazione di Vishnu) allattandolo con latte avvelenato al seno e, per questo, uccisa da Krishna.<ref>Kinsley p.154</ref>
=== In Nepal ===
Le Matrika funzionano sia come protettori della città che individuali, sia dell'induismo che del [[Buddhismo|buddismo]]. Le Astha matrika sono considerate [[Ajima]]s (le dee della nonna, che sono temute come portatrici di malattie e sventure oltre a fungere da protettrici) nel pantheon di [[Newa]]r. I templi (''pithas'') della ashta matrika costruiti a [[Katmandu|Kathmandu]] e nei dintorni sono considerati potenti luoghi di culto.<ref>The Rough Guide to Nepal By David Reed, James McConnachie p.521 Published 2002 Rough Guides {{ISBN|1-85828-899-1}}</ref>
I ''pitha'' sono di solito santuari all'aperto, ma possono anche essere strutture chiuse. In queste ''pitha'', le Matrika sono venerate dai loro seguaci ( ''gana'') in forma di statue di pietra o pietre naturali, mentre nelle ''[[Dyochem|docheoche]]'' (case di dio) in città e villaggi, sono rappresentati in immagini in ottone. Le immagini in ottone ( ''utsav-murtis'' ) vengono fatte sfilare in città e posizionate nei rispettivi ''pitha'' una volta all'anno. Come Vishnudharmottara Purana, le Matrika sono considerate come un vizio e sono adorate con un ''pithapuja'' (un pellegrinaggio intorno ai ''pitha'' ) per liberarsi da loro.<ref>van den Hoek, Bert in Nas, p.362</ref> Sebbene ogni ''pitha'' sia principalmente dedicato a una Matrika, anche le altre Matrika sono venerate come divinità subordinate.<ref name="van den Hoek, Bert in Nas, p.367-8">van den Hoek, Bert in Nas, p.367-8</ref> Si ''dice'' che i ''pitha'', "teoricamente situati ai confini esterni della città", formino un [[Maṇḍala|mandala]] protettivo intorno alla città e aiutino un certo punto cardinale.<ref>van den Hoek, Bert in Nas, p.364</ref> In altri templi come quelli dedicati a [[Pacali Bhairava]], le Asthamatrika sono venerate come un cerchio di pietre. A [[Bhaktapur]], le Ashtamatrika sono credute le divinità conservatrici della città a guardia delle otto direzioni geometriche. Mary Sluser dice "Non solo le Mātṛkās custodiscono i punti cardinali ma sono anche considerate reggenti del cielo".<ref>White p.61</ref> A volte, sono associate [[Ashta Bhairavar|all'Ashta Bhairava]] (Otto aspetti di Bhairava) e scolpite sui tetti o sulle terrazze dei templi. I buddisti nepalesi adorano le Matrika come descritto in [[Dharanisamgraha]]s .<ref>Pal in Singh p.1851</ref>
=== Culto tantrico ===
[[File:Saptamatrika_(seven_mothers)_in_Panchalingeshvara_Temple_at_Govindanahalli.jpg|sinistra|miniatura| [[Veerabhadran]], [[Brahmani (dea)|Brahmani]], [[Vaishnavi (divinità)|Vaishnavi]], [[Maheswari]], [[Kaumari]], [[Varahi]], [[Indrani]], [[Chamunda|Chamundi]] e [[Ganesha]] nel [[tempio Panchalingeshvara]] a [[Karnataka]] . ]]
L'autore [[Lingua sanscrita|sanscrito]] [[Bāṇabhaṭṭa|Banabhatta]] del VII° secolo, menziona la propiziazione delle Matrika da parte di un asceta tantrico nella sua [[Harṣacarita|Harshacharita]].<ref>Banerji p.34</ref> Il testo menziona l'uso di ''māṭrmandala'' ([[Maṇḍala|mandala]] delle Matrika) o ''[[Yantra]]'' insieme a uno speciale ''anusthana'' (rituale) per curare il re malato.<ref name="Joshi, M.C p.48" /> Il testo descrive "giovani nobili [..] (del re) che si bruciano con lampade per propiziare le Matrika in un tempio dedicato alle Matrika ( ''maṭṛ-gṛha'' ). Il [[Kādambari|Kadambari]] di Banabhatta, il [[Cārudatta |Cārudatta di]] [[Bhāsa|Bhasa]], il [[Sudraka|Mrichakatika]] di [[Mrichakatika|Shudraka]] menzionano le offerte rituali di cibo e santuari alle Matrika negli incroci .<ref name="Lorenzen p.29" /> Altre offerte includono fiori e vestiti, carne e vino. Opere tantriche come Tantrarāja-Tantra e Kulacūḍāmaṇi discutono del culto delle Matrika come Shakti o lettere dell'alfabeto.<ref>Banerji p.148 and 205</ref> Un processo di questa adorazione, ''Matrika-nyasa'' ( ''lett'' . "Installazione delle Madri"), è descritto in [[Storia dello Shaktismo|Devi Gita]], parte di Devi Bhagavata Purana.<ref>Brown, p.292 Verses 10.6–8</ref> Implica l'installazione dei poteri delle Matrika - come lettere dell'alfabeto - nel proprio corpo, "sentendo la divinità venerata in diverse parti del corpo" come testa, viso, ano e gambe e recitando un [[mantra]].<ref>Banerji p.27</ref> L{{'}}''Hrillekha-matrika-nyasa'', una forma più specializzata di ''Matrika-nyasa'', combina l'impianto del "set più potente di tutte le lettere (Matrika)" con la sillaba seme ''Hrīṃ'' della dea [[Bhuvaneshvari]] .<ref>Brown, p.293-4</ref>
Iscrizioni in pietra del culto tantrico delle Matrika si trovano a [[Gangadhar]], nel [[Rajasthan]] (dal re [[Vishvavarman]] - 423 d.C., identificate come le prime prove epigrafiche del culto del Tantra); a [[Bihar]] (di Guptas - V secolo) e a [[Deogarh, Uttar Pradesh|Deogarh]], [[Uttar Pradesh]] (di Svāmibhaṭa - sesto secolo).<ref name="Lorenzen p.29">Lorenzen, David in Harper and Brown, p.29</ref> L'iscrizione di Gangadhar si occupa della costruzione di un santuario di Chamunda e delle altre Matrika, "a cui partecipano le [[Ḍākinī|Dakini]] (demoni donne)" e rituali del culto tantrico quotidiano (''Tantrobhuta'' ) come il rituale di ''Bali'' (offerta di grano).<ref name="Joshi, M.C p.48">Joshi, M.C. in Harper and Brown, p.48</ref>
* [[Kumari]]
* [[Kanwari]]
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