Duelli nell'Iliade: differenze tra le versioni

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Nell'''Iliade'' il duello quindi esprime la suprema virtù aristocratica quella dell'[[onore]] (''aristia'') ed è espresso secondo una procedura fissata:
* la vestizione delle armi
* duello verbale tra gli eroi
* uno o più duelli
* il ferimento dell'eroe
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* l'avversario rivolge talvolta all'antagonista una allocuzione offensiva: ad es. stolto (gr. ''áfron''), pazzo, misero (gr. ''deilós''), cane (gr. ''kúon'').
* non pochi colpi vanno a vuoto. In genere è usata sempre una stessa formula:<br /> ad es. Alessandro, «chinandosi, sfuggì alla nera Moira»<ref>''Iliade'', III, 360.</ref>. Anche Ettore nello stesso modo schiva il colpo di MenelaoAchille: «chinandosi,ma sfuggìvedendosela alladavanti nerala Moiraschivò Ettore luminoso»<ref>''Iliade'', VII, 254.</ref>. Anche se non raggiungono l'eroe antagonista, questi colpiscono talvolta gli scudi. Ad es. nel duello tra Paride e Menelao «e per primo Alessandro scagliò l'asta ... e colpì lo scudo dell'Atride»<ref>''Iliade'', III, 345-346.</ref>.
* Vi può essere la presenza di un dio che aiuta l'eroe (dirige o para il colpo; oppure salva il suo protetto portandolo via). Ad es.: «Ma lo (Alessandro) sottrasse Afrodite ... e lo nascose in una fitta nebbia»<ref>''Iliade'', III, 380-381.</ref>.
* Spesso viene invocato un dio da uno dei duellanti. Ad es. Menelao dice: «Zeus signore ... uccidilo per mano mia»<ref>''Iliade'', III, citazione estratta da parti dei versi 351 e 353.</ref>.