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{{Nota disambigua|l'antica città romana|Doclea (città)}}{{Stato storico
[[Immagine:BocchediCattaro.jpg|thumb|200px|right|Le [[Bocche di Cattaro]]]]
|nomeCorrente = Dioclea
[[Immagine:Lac de Shkodra.jpg|thumb|200px|right|Il [[Lago di Scutari]]]]
|nomeCompleto =
La '''Doclea''' (in [[lingua serba|serbo]] '''Дукља''', '''Duklja''') era uno stato medievale serbo, localizzato tra l'attuale [[Montenegro]] e l'[[Albania]]. Comprendeva territori lungo il corso del fiume Zeta, intorno al [[Lago di Scutari]] e elle [[Bocche di Cattaro]], e si estendeva in parte dell'attuale [[Erzegovina]].
|nomeUfficiale = Dioklētianoi (Διοκλητιανοί), poi Diokleia (Διοκλεία)
|portale =
|linkStemma =
|linkBandiera =
|linkLocalizzazione =
|linkMappa = Regatul Doclea in vremea lui Bodin.png
|paginaStemma =
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|lingua = [[Lingue slave meridionali|slavo meridionale antico]], [[Lingua slava ecclesiastica antica|slavo ecclesiastico antico]], [[Lingua greca bizantina|greco bizantino]], [[Lingua illirica|illirico]]-[[Lingua albanese|albanese]]?
|capitale principale = [[Podgorica|Ribnica]] (più tardi anche [[Antivari]] e [[Scutari]])
|altre capitali =
|dipendente da = [[Impero bizantino]]
|dipendenze =
|forma di stato = ''comitatus'' o ''župa'' ([[protettorato]] bizantino)
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|titolo capi di stato = [[arconte]] o ''župan''
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|evento iniziale = concessione di [[Eraclio I]]
|fine = [[1217]]
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|evento finale = [[Stefano Prvovenčani|Stefano II]] assume il titolo di [[Sovrani di Serbia|Re dei Serbi]]
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}}
La '''Doclea''' (in [[Lingua serbo-croata|serbo-croato]]: Дукља/Duklja) era uno stato [[Slavi|slavo]] medievale, localizzato tra l'attuale [[Montenegro]] e l'[[Albania]]. Comprendeva territori lungo il corso del [[Zeta (fiume)|fiume Zeta]], intorno al [[Lago di Scutari]] e alle [[Bocche di Cattaro]], e si estendeva in parte dell'attuale [[Erzegovina]].
 
Il suo nome deriva da una antica [[Doclea (città)|città omonima]], i cui resti si trovano vicino a [[Podgorica]], nella [[Provincia (storia romana)|provincia romana]] ''Praevalitana'', abitata dalla popolazione [[illiri]]ca dei ''Docleatae''.
Viene spesso chiamata col nome di ''Zeta'' (in [[lingua serba|serbo]] Зета), anche se alcuni storici identificano la Zeta, fino al [[XIII secolo]], con la sola parte ella Doclea posta lungo le sponde del fiume omonimo.
La Doclea verso il XIII secolo venne rinominata in [[principato di Zeta]], poco prima della sua unione con il gran principato di [[Rascia]].
 
== Le origini ==
Nel [[IV secolo a.C.]] le popolazioni [[illiri]]che che vivevano nei [[Penisola balcanica|Balcani]] costituirono un regno con capitale nella città di [[Scutari]]. Tra i villaggi che costruirono, alla confluenza tra i fiumi Zeta e [[Morača]], fondarono ''[[Doclea (città)|Dioclea]]'', nei pressi dell'attuale [[Podgorica]]. Nel [[168 a.C.]], [[Repubblica Romana|Roma]] portò a termine la campagna di conquista dell'[[Illiria]] e pose fine alla sua indipendenza. Con la conquista romana iniziò una campagna di latinizzazione delle popolazioni autoctone. Dopo il crollo dell'[[Impero Romano d'Occidente]], l'area, che dal [[395]] era divisa tra [[Roma]] e [[Costantinopoli]], rientrò tutta nei possedimenti dell'[[Impero bizantino]].
 
Nel [[VI secolo]], alcune [[tribù]] [[Slavi|slave]] si spostarono nei Balcani, tra i territori costieri dell'[[Mare Adriatico|Adriatico]] e l'entroterra. La Doclea venne invasa dalle tribù slave, sia [[Croati|croate]] che [[Serbi|serbe]], le quali si andarono a mescolare con [[illiri]], [[Civiltà romana|romani]], [[albanesi]] e [[valacchi]].<ref>{{Cita web|lingua=cnr|url=http://www.newmontenegro.eu/cultura/etnogenesi.aspx|titolo=New Montenegro.eu - Arte e Cultura - Storia e Mitopoiesi - Etnogenesi|sito=www.newmontenegro.eu|accesso=2025-02-09}}</ref>
 
Il ''[[De administrando imperio]]'' riporta che l'[[Illiria]] (provincia [[Praevalitana]]) fu invasa dagli [[Avari]]. L'imperatore [[Eraclio I]] chiese aiuto contro di loro ai [[Serbia bianca|Serbi bianchi]] della [[Lusazia]], guidati dall'"[[Arconte sconosciuto]]".<ref name="Serbi bianchi" >[[Constantino VII Porfirogenito]], ''[[De Administrando Imperio]]'', Cap. XXXII</ref> Attorno al 629-630 gli slavi occuparono le terre invase dagli Avari, liberandole e l'imperatore come ricompensa concesse l'autorizzazione formale a insediarsi nella [[Tessaglia]], per poi migrare più a nord.<ref name="Curta">{{Cita libro|nome=Florin|cognome=Curta|titolo=The Making of the Slavs: History and Archaeology of the Lower Danube Region, c. 500–700|url=https://books.google.it/books?redir_esc=y&id=Y0NBxG9Id58C&pg=PA43#v=onepage&q&f=false|anno=2001|editore=Cambridge University Press|lingua=eng|linkautore=Florin Curta}}</ref>
==Storia==
===Le origini===
[[Immagine:Serb lands02.jpg|thumb|300px|right|Localizzazione della Doclea nei [[Balcani]]]]
Nel [[IV secolo a.C.]] le popolazioni [[Illiri|illiriche]] che vivevano nei [[Balcani]] costituirono un regno con capitale nella città di [[Scutari]]. Tra i villaggi che costruirono, alla confluenza tra i fiumi Zeta e Morača, fondarono ''Dioclea'', nei pressi dell'attuale [[Podgorica]]. Nel [[168 a.C.]], [[Repubblica Romana|Roma]] portò a termine la campagna di conquista dell'[[Illiria]] e pose fine alla sua indipendenza. Con la conquista romana iniziarò una campagna di latinizzazione delle popolazioni autoctone. Dopo il crollo dell'[[Impero Romano d'Occidente]], l'area, che dal [[395]] era divisa tra [[Roma]] e [[Costantinopoli]], rientrò tutta nei possedimenti dell'[[Impero bizantino]].
 
Tuttavia già in precedenza, nel 615, tutti i Balcani erano considerati ''Sklavinia'' – abitati o sotto il controllo degli slavi<ref>{{Cita libro|nome=Romilly James Heald|cognome=Jenkins|titolo=Byzantium: The Imperial Centuries, AD 610-1071|url=https://books.google.com/books?id=O5JqH_NXQBsC&pg=PA45|data=1987|editore=University of Toronto Press|lingua=eng|p=45|isbn=978-0-8020-6667-1}}</ref> e l'imperatore [[Eraclio I]] nel 622 aveva già costituito una confederazione di [[protettorato|protettorati]], tra cui la Doclea, quali [[Stato cuscinetto|stati-cuscinetto]] da contrapporre alle scorrerie delle popolazioni più a nord in territorio bizantino.
Nel [[VI secolo]], alcune [[tribù]] [[Slavi|slave]] si spostarono nei Balcani: tribù di etnia [[Croati|croata]] di origine [[Bielorussia|bielorussa]] si stanziarono nei territori costieri dell'[[Mare Adriatico|Adriatico]], mentre tribù di stirpe [[Serbi|serba]] provenienti dalla zona del fiume [[Elba (fiume)|Elba]] si stabilirono nell'entroterra. <ref>[http://www.newmontenegro.eu/cultura/etnogenesi.aspx http://www.newmontenegro.eu/cultura/etnogenesi.aspx]</ref>
Questo tipo di entità statale (in latino medievale ''comitatus'') fu poi nota come "giuppania" (in [[Lingua serbo-croata|serbo-croato]] ''župa'', ossia governate da uno ''[[Zupano|župan]]'').
Tradotte a volte come contee o principati, erano formalmente sotto la sovranità bizantina, ma di fatto si autogovernavano.
 
Con l'intento di diffondere la fede cristiana, l'imperatore affidò a [[missionario|missionari]] della [[Chiesa cattolica|Chiesa latina]] la loro [[evangelizzazione]] (lo [[Grande Scisma|scisma d'oriente]] si sarebbe verificato solo alcuni secoli dopo). Numerosi [[Ordine di San Benedetto|benedettini]] giunsero nella regione per convertirne le popolazioni slave.
Nei primo decenni del [[VII secolo]], l'[[Illiria]] fu invasa dagli [[Avari]]. L'imperatore [[Eraclio I di Bisanzio|Eraclio]] chiese aiuto contro di loro ai [[Serbia bianca|Serbi bianchi]] della [[Lusazia]] che, guidati dal [[Visconte sconosciuto]], nell'anno [[630]] occuparono le terre invase dagli Avari, liberandole. Come ricompensa, Eraclio permise ai Serbi di instaurare principati autonomi governati da un principe (in [[Lingua serba|serbo]] ''župan'', жупан), comunque, sotto la sovranità bizantina, nei territori da cui avevano scacciato gli invasori.
Nel [[732]] [[Leone III Isaurico|Leone III l'Isaurico]] sottrasse al [[papa]]to la giurisdizione religiosa sulla Doclea e l'affidò al [[Patriarca ecumenico di Costantinopoli|Patriarcato di Costantinopoli]] che vi inviò molti monaci greci, per sottoporla ad un processo di ellenizzazione. Nelle città costiere, comunque, la cultura latina continuò ad essere quella predominante.
 
== Da protettorato a potenza ==
La volontà dell'imperatore fu anche che gli Slavi abbracciassero la fede cristiana e affidò a [[missionario|missionari]] della [[Chiesa cattolica|Chiesa latina]] la loro [[evangelizzazione]]. Numerosi [[Ordine di San Benedetto|benedettini]] giunsero nella regione per convertirne il popolo.
[[File:Peter of Diokleia.jpg|thumb|left|Sigillo dell'arconte Predimir]]
[[File:JovanVladimirSlika.jpg|thumb|Jovan Vladimir]]
 
Oltre a promuovere l'evangelizzazione, l'imperatore fece sì che la Doclea divenisse vassallo del Gran principato di [[Rascia]], retto dalla famiglia dei [[Vlastimirović]] (Властимировићи), mantenendo, comunque, una certa autonomia.
Nel [[732]] [[Leone III di Bisanzio|Leone III l'Isaurico]] sottrasse al [[Papa|papato]] la giurisdizione religiosa sulla Doclea e l'affidò al [[Patriarca ecumenico di Costantinopoli|Patriarcato di Costantinopoli]] che vi inviò molti monaci greci, per sottoporla ad un processo di ellenizzazione. Nelle città costiere, comunque, la cultura latina continuò ad essere quella predominante.
Sotto il regno dello župan di Rascia [[Vlastimir]] (Властимир, [[825]]-[[850]]), i serbi si ribellarono al potere bizantino e a quello dei religiosi cristiani: i pochi mercenari di [[Costantinopoli]] furono scacciati insieme al clero greco. Sotto il regno di [[Mutimir]] (Мутимир, [[860]] - [[891]]), invece, dopo la vittoria contro i [[Primo impero bulgaro|Bulgari]] che avevano aggredito i principati serbi, per acquistare alleati tra gli stati cristiani, si decise la conversione al Cristianesimo anche degli ultimi pagani presenti nelle terre della Doclea.
 
Il principe [[Časlav Klonimirović]] (Часлав Клонимировић, [[927]]-[[950]]) unificò i principati di [[Zaclumia]], [[Pagania]], [[Travunia]], Doclea e [[Rascia]], Croazia e [[Bosnia]] in un unico Stato che, però si dissolse appena dopo la sua morte. Tra i principati serbi, allora, la Doclea iniziò ad assumere una posizione sempre più di prestigio: suoi emissari governavano anche le enclavi bizantine di [[Cattaro]], [[Antivari]] e [[Dulcigno]] che furono obbligate a versare tributi al sovrano di Doclea.
===Da protettorato a potenza===
[[Immagine:Stari bar town walls.jpg|thumb|200px|right|Frammenti delle antiche mura di [[Antivari]]]]
[[Immagine:Arhpetar.jpg|thumb|200px|left|Sigillo dell'arconte Predimir]]
[[Immagine:JovanVladimirSlika.jpg|thumb|200px|right|Jovan Vladimir]]
 
Quando l'imperatore [[Giovanni I Zimisce]] ([[969]]-[[976]]) invase e conquistò la Rascia, il suo župan si rifugiò in Doclea presso l'arconte [[Predimir]] (il primo sovrano di Doclea di cui si conosce il nome) che il popolo chiamava re, gli diede in sposa la figlia Prechvala e si dichiarò suo vassallo. Predimir organizzò una ribellione popolare in Rascia e, quando i Greci furono cacciati, la Rascia divenne uno Stato vassallo della Doclea. Dopo la morte di Predimir, salì al trono il figlio Silvestro, cui successe il figlio Hlavimir che divise il regno tra i suoi tre figli. Alla morte di Hlavimir, il figlio Petrislav riunificò parte dei possedimenti paterni e si insediò in Doclea. Quando anche Petrislav morì, il trono passò a suo figlio [[Jovan Vladimir]] (Јован Владимир).
Oltre a deciderne l'organizzazione religiosa, l'imperatore stabilì che il principato di Doclea divenisse vassallo del Gran principato di [[Rascia]] su cui regnava la famiglia dei Vlastimirovići (Властимировићи), mantendendo, comunque, una certa autonomia. Sotto il regno dello župan di Rascia [[Vlastimir]] (Властимир, [[825]]-[[850]]), i Serbi si ribellarono al potere bizantino e a quello dei religiosi cristiani: i pochi mercenari di [[Costantinopoli]] furono scacciati insieme al clero greco. Sotto il regno di [[Mutimir]] (Мутимир, [[860]] - [[891]]), invece, dopo la vittoria contro i [[Primo impero bulgaro|Bulgari]] che avevano aggredito i principati serbi, per acquistare alleati tra gli stati cristiani, si decise la conversione al Cristianesimo anche degli ultimi pagani presenti nelle terre della Doclea.
 
Jovan Vladimir intraprese una guerra contro le tribù albanesi che minacciavano i confini, lì batté e ne conquistò le terre includendo nei propri domini la città di [[Scutari]]. Dopo questa vittoria, però, fu sconfitto dall'esercito di [[Samuele di Bulgaria]]. Fatto prigioniero e condotto in Bulgaria, gli fu data in moglie la figlia dello Zar, Kossara. Dopo le nozze, gli fu consentito di tornare in Doclea e regnare come vassallo. Quando Samuele fu sconfitto dai Bizantini di [[Basilio II Bulgaroctono|Basilio II]] nel [[1016]], la Doclea fu libera dal vincolo di vassallaggio: Jovan Vladimir allargò la sua influenza sulle regioni circostanti diventando Re anche di [[Travunia]] e di [[Serbia]], nell'ambito del ''[[Thema]]'' di Serbia, all'interno dell'[[Impero bizantino]]. Nel [[1016]] morì e a succedergli fu lo zio Dragomir che aveva sposato la figlia di Ljutomir, l'erede al trono di [[Rascia]].
Il principe Časlav Klonimirović (Часлав Клонимировић, [[927]]-[[950]]) unificò i principati di [[Zahumlje]], [[Pagania]], [[Travunia]], [[Doclea]] e [[Rascia]], Croazia e [[Bosnia]] in un unico stato che, però si dissolse appena dopo la sua morte. Tra i principati serbi, allora, la Doclea iniziò ad assumere una posizione sempre più di prestigio: suoi emissari governavano anche le enclavi bizantine di [[Cattaro]], [[Antivari]] e [[Ulcinj]] che furono obbligate a versare tributi al sovrano di Doclea.
 
== L'XI secolo ==
Quando l'imperatore [[Giovanni I di Bisanzio|Giovanni I Zimisce]] ([[969]]-[[976]]) invase e conquistò la Rascia, il suo župan si rifugiò in Doclea presso l'arconte [[Predimir]] (il primo sovrano di Doclea di cui si conosce il nome) che il popolo chiamava Re, gli diede in sposa la figlia Prechvala e si dichiarò suo vassallo. Predimir organizzò una ribellione popolare in Rascia e, quando i Greci furono cacciati, la Rascia divenne uno stato vassallo della Doclea. Dopo la morte di Predimir, salì al trono il figlio Silvestro, cui successe il figlio Hlavimir che divise il regno tra i suoi tre figli. Alla morte di Hlavimir, il figlio Petrislav riunificò parte dei possedimenti paterni e si insediò in Doclea. Quando anche Petrislav morì, il trono passò a suo figlio [[Jovan Vladimir]] (Јован Владимир).
[[File:Srpski kralj Mihajlo.jpg|thumb|Mihailo Vojisavljević]]
L'[[XI secolo]] fu per la regione un periodo di grandi conflitti tra gli stati slavi e con [[Impero bizantino|Bisanzio]]. L'inizio del secolo fu caratterizzato dall'anarchia seguita alla ribellione del popolo di [[Cattaro]] contro Dragomir che nel [[1018]] fu linciato dalla folla. Il figlio di Dragomir, [[Stefano Vojislav|Vojislav]] (Војислав), anche chiamato Dobroslav, per un certo tempo non ebbe alcun potere e visse in povertà, ma si adoperò per sollevare il popolo contro l'Imperatore. Nel [[1034]] fu nominato capo di un movimento per la liberazione delle terre costiere dell'[[Mare Adriatico|Adriatico]]. Nonostante questo, considerato controparte affidabile da Costantinopoli, assicurò la fedeltà della sua gente all'Impero, fu insignito del titolo di ''Stefano'' (Стефан, dal [[Lingua greca|greco]] Στέφανος che significa ''corona''), ossia ''incoronato'', quindi, legittimo vassallo di Bisanzio, e si proclamò [[Sovrani di Serbia|Arconte dei Serbi]]. Acquistato pienamente il potere, nel [[1035]] guidò una sommossa. Le armate serbe furono sconfitte e Stefano Vojislav arrestato nell'estate del [[1036]]. L'imperatore mandò uno stratega a governare in suo nome le terre di Doclea. Fuggito dalla prigione, tornò a guidare la rivolta che, nel [[1038]] riuscì. Lo stratega fu cacciato e Vojislav creò uno Stato serbo che si estendeva dal [[Lago di Scutari]] ai monti Hum. Portò aiuto anche a tutte le rivolte slave che stavano sorgendo nei Balcani da [[Belgrado]] a [[Skopje]].
 
Nel [[1040]] emissari di Vojislav andarono nella baia di Doclea a rubare il carico d'oro che una nave bizantina aveva perduto in un naufragio. Quest'azione portò una grande ricchezza nelle casse del sovrano, ma indispettì l'imperatore che inviò un'armata per recuperare l'oro e punire i serbi. I bizantini furono battuti. Poiché, nel frattempo si sollevò, anche la [[Primo impero bulgaro|Bulgaria]], impegnando le forze militari bizantine, Costantinopoli non reagì ulteriormente.
Jovan Vladimir intraprese una guerra contro le tribù albanesi che minacciavano i confini, lì batté e ne conquistò le terre includendo nei propri domini la città di [[Scutari]]. Dopo questa vittoria, però, fu sconfitto dall'esercito di [[Samuele di Bulgaria]]. Fatto prigioniero e condotto in Bulgaria, gli fu data in moglie la figlia dello Zar, Kossara. Dopo le nozze, gli fu consentito di tornare in Doclea e regnare come vassallo. Quando Samuele fu sconfitto dai Bizantini di [[Basilio II di Bisanzio|Basilio II]] nel [[1016]], la Doclea fu libera dal vincolo di vassallaggio: Jovan Vladimir allargò la sua influenza sulle regioni circostanti diventando Re anche di [[Travunia]] e di [[Serbia]], nell'ambito del ''[[Thema]]'' di Serbia, all'interno dell'[[Impero bizantino]]. Nel [[1016]] morì e a succedergli fu il figlio Dragomir che aveva sposato la figlia di Ljutomir, l'erede al trono di [[Rascia]].
 
[[File:Istanbul.Hagia Sophia072.Monomuhos.jpg|thumb|upright=0.7|left|Costantino Monomaco]]
===L'XI secolo===
[[ImmagineFile:MihailoVoislavKonstantin Bodin.jpg|thumb|200px|right|MihailoCostantino VoislavBodin]]
Nel [[1041]] il nuovo imperatore [[Costantino IX Monomaco]] tornò a combattere Vojislav con un potentissimo esercito, potendo contare anche sull'appoggio del giuppano di [[Zaclumia]]. Di nuovo Vojislav risultò vincitore e annesse ai suoi possedimenti anche gran parte di Zaclumia; stipulò pure patti di amicizia coi sovrani di [[Bosnia]] e [[Rascia]]. La contemporanea vittoria slava guidata da [[Pietro Deljan di Bulgaria|Peter Deljan]] che si proclamò imperatore di Bulgaria pose fine alle possibilità di Bisanzio di continuare la guerra contro la Doclea.
L'[[XI secolo]] fu per la regione un periodo di grandi conflitti tra gli stati slavi e con [[Impero bizantino|Bisanzio]]. L'inizio del secolo fu caratterizzato dall'anarchia seguita alla ribellione del popolo di [[Cattaro]] contro Dragomir che nel [[1018]] fu linciato dalla folla. Il figlio di Dragomir, [[Stefano Vojislav|Voislav]] (Војислав), anche chiamato Dobroslav, per un certo tempo non ebbe alcun potere e visse in povertà, ma si adoperò per sollevare il popolo contro l'Imperatore. Nel [[1034]] fu nominato capo di un movimento per la liberazione delle terre costiere dell'[[Mare Adriatico|Adriatico]]. Nonostante questo, considerato controparte affidabile da Costantinopoli, assicurò la fedeltà della sua gente all'Impero, fu insignito del titolo di ''Stefano'' (Стефан, dal [[Lingua greca|greco]] Στέφανος che significa ''corona''), ossia ''incoronato'', quindi, legittimo vassallo di Bisanzio, e si proclamò ''arconte'' dei Serbi. Acquistato pienamente il poter, nel [[1035]] guidò una sommossa. Le armate serbe furono sconfitte e Stefano Voislav arrestato nell'estate del [[1036]]. L'imperatore mandò uno stratega a governare in suo nome le terre di Doclea. Fuggito dalla prigione, tornò a guidare la rivolta che, nel [[1038]] riuscì. Lo stratega fu cacciato e Voilav creò uno stato serbo che si estendeva dal [[Lago di Scutari]] ai monti Hum. Portò aiuto anche a tutte le rivolte slave che stavano sorgendo nei Balcani da [[Belgrado]] a [[Skopje]].
 
Intorno al [[1050]] Stefano Vojislav morì e gli succedette il figlio [[Mihailo Vojisavljević|Mihailo]] che dovette subito sedare una rivolta in [[Travunia]] e che si affrettò a rinnovare la promessa di fedeltà a Bisanzio, sposando una nipote di Costantino IX. L'imperatore gli concesse il titolo di ''protospator'' e per 20 anni i rapporti tra la Doclea e l'Impero furono pacifici. La capitale della Doclea fu fissata a [[Cattaro]].
Nel [[1040]] emissari di Voislav andarono nella baia di Doclea a rubare il carico d'oro che una nave bizantina aveva perduto in un naufragio. Quest'azione portò una grande ricchezza nelle casse del sovrano, ma indispettì l'imperatore che inviò un'armata per recuperare l'oro e punire i Serbi. I bizantini furono battuti. Poiché, nel frattempo si sollevò, anche la [[Primo impero bulgaro|Bulgaria]], impegnando le forze militari bizantine, Costantinopoli non reagì ulteriormente.
 
Nel [[1055]] si consumò il grande [[Scisma d'Oriente-Occidente|scisma d'Oriente]] tra la [[Chiesa cristiana ortodossa]] e quella [[Chiesa cattolica|cattolica]]. La Doclea si trovò al centro di questa divisione. Mihailo si dichiarò fedele al Papato e chiese, però, la creazione di una Chiesa autocefala. [[Papa Alessandro II]] rispose con la creazione di una [[arcidiocesi di Antivari|diocesi ad Antivari]] nel [[1067]]. Quando nel [[1071]] l'imperatore [[Romano IV Diogene|Romano IV]] venne catturato da [[Selgiuchidi|Turchi selgiucidi]] dopo la [[battaglia di Manzicerta]], Mihailo interruppe le relazioni con Bisanzio e nel [[1072]] inviò suo figlio [[Konstantin Bodin]] (Константин Бодин) a combattere a fianco dei ribelli macedoni contro l'Impero per liberare la Bulgaria. L'esercito di Costantino riportò numerose vittorie e egli stesso fu incoronato [[Imperatore di Bulgaria|Imperatore dei Bulgari]] col nome di Pietro III. Mihailo, approfittando della situazione positiva, attaccò, alleandosi ai [[Croati]] le città costiere della Dalmazia. La sorte, però, divenne sfavorevole a Bodin, e ben presto fu sopraffatto e arrestato dalle forze bizantine che si mossero anche verso la [[Dalmazia]] per recuperarla dalla conquista di Mihailo. Nel [[1074]] fu siglata una tregua. Nel [[1076]] Mihailo conquistò [[Ragusa (Croazia)|Ragusa di Dalmazia]] e nello stesso anno fu incoronato da un emissario di [[papa Gregorio VII]] ''Re degli Slavi''. Con l'aiuto di commercianti veneziani, riuscì a liberare suo figlio Bodin dalla prigionia a Costantinopoli e gli fece sposare nel [[1080]] la figlia del principe [[Normanni|normanno]] [[Roberto il Guiscardo]]. Mihailo continuò a dichiararsi fedele a Roma per uscire dall'influenza bizantina, ma, contemporaneamente, favorì il [[rito bizantino]] per non soggiacere totalmente al Papa.
[[Immagine:Istanbul.Hagia Sophia072.Monomuhos.jpg|thumb|150px|left|Costantino Monomaco]]
[[Immagine:Konstantin Bodin.jpg|thumb|200px|right|Costantino Bodin]]
[[Immagine:Pope Gregory VII.jpg|thumb|200px|right|Papa Gregorio VII]]
Nel [[1041]] il nuovo imperatore [[Costantino IX di Bisanzio|Costantino IX Monomaco]] tornò a combattere Voislav con un potentissimo esercito, potendo contare anche sull'appoggio dello župan di [[Zahumlje]]. Di nuovo Voislav risultò vincitore e annesse ai suoi possedimenti anche gran parte di Zahumlje; stipulò pure patti di amicizia coi sovrani di [[Bosnia]] e [[Rascia]]. La contemporanea vittoria slava guidata da [[Pietro Deljan di Bulgaria|Peter Deljan]] che si proclamò imperatore di Bulgaria pose fine alle possibilità di Bisanzio di continuare la guerra contro la Doclea.
 
Costantino Bodin successe al padre Mihailo nel [[1081]]. Quando i Normanni e Bisanzio si affrontarono in guerra, Bodin rimase neutrale anche se ufficiosamente aiutò i Normanni, e contemporaneamente conquistò la [[Rascia]] e la [[Bosnia]]. Difese apertamente [[papa Urbano II]] nella sua lotta con l'[[antipapa Clemente III]] e per questo il Pontefice, l'8 gennaio [[1089]] elevò la [[arcidiocesi di Antivari|diocesi di Antivari]] ad [[arcidiocesi]] con giurisdizione su [[Rascia]] e [[arcidiocesi di Doclea|Doclea]] (Serbia), [[Arcidiocesi di Đakovo-Osijek|Bosnia]], [[Travunia]] e [[Zaclumia]], [[diocesi di Cattaro|Cattaro]] e [[diocesi di Dulcigno|Dulcigno]].
Intorno al [[1050]] Stefano Voislav morì e gli succedette il figlio [[Mihailo Vojisavljević|Mihailo]] che dovette subito sedare una rivolta in [[Travunia]] e si che affrettò a rinnovare la promessa di fedeltà a Bisanzio, sposando una nipote di Costantino IX. L'imperatore gli concesse il titolo di ''protospator'' e per 20 anni i rapporti tra la Doclea e l'Impero furono pacifici. La capitale ella Doclea fu fissata a [[Cattaro]].
 
== Dissolvimento della Doclea ==
Nel [[1055]] si consumò il grande [[Scisma d'Oriente-Occidente|scisma d'Oriente]] tra la [[Chiesa cristiana ortodossa]] e quella [[Chiesa cattolica|cattolica]]. La Doclea si trovò al centro di questa divisione. Mihailo si dicharò fedele al Papato e chiese, però, la creazione di una chiesa autocefala. [[Papa Alessandro II]] rispose con la creazione di una [[diocesi]] ad [[Antivari]] nel [[1067]]. Quando nel [[1071]] l'imperatore [[Romano IV di Bisanzio|Romano IV]] venne catturato da [[Selgiuchidi|Turchi selgiucidi]] dopo la [[battaglia di Manzicerta]], Mihailo interruppe le relazioni con Bisanzio e nel [[1072]] invia suo figlio [[Constantino Bodin]] (Константин Бодин) a combattere a fianco dei ribelli macedoni contro l'Impero per liberare la Bulgaria. L'esercito di Costantino riportò numerose vittorie e egli stesso fu incoronato imperatore dei bulgari col nome di Pietro III. Mihailo, approfittando della situazione positiva, attaccò, alleandosi ai [[Croati]] le città costiere della Dalmazia. La sorte, però, divenne sfavorevole a Bodin, e ben presto fu sopraffatto e arrestato dalle forze bizantine che si mossero anche verso la [[Dalmazia]] per recuperarla dalla conquista di Mihailo. Nel [[1074]] fu siglata una tregua. Nel [[1076]] Mihailo conquistò [[Dubrovnik]] e nello stesso anno fu incoronato da un emissario di [[Papa Gregorio VII]] ''Re degli Slavi''. Con l'aiuto di commercianti veneziani, riuscì a liberare suo figlio Bodin dalla prigionia a Costantinopoli e gli fece sposare nel [[1080]] la figlia del principe [[Normanni|normanno]] [[Roberto il Guiscardo]]. Mihailo continuò a dichiararsi fedele a Roma per uscire dall'influenza bizantina, ma, contemporaneamente, favorì i riti religiosi ortodossi per non soggiacere totalmente al Papa.
Morto Costantino Bodin nel [[1011]], in Doclea si scatenò una guerra dinastica che vide contrapposta la vedova di Bodin e i suoi figli al fratellastro del sovrano, [[Dobroslav di Doclea|Dobroslav II]]. Nella lotta intervennero Bisanzio e la Rascia.
 
Tra il [[1101]] e il [[1150]] il trono passò di mano sette volte. L'ultimo sovrano della Doclea autonoma fu il principe Radoslav che, quando morì nel [[1162]], aveva ormai perduto tutte le terre a favore del Gran principato di [[Rascia]].
Costantino Bodin successe al padre Mihailo nel [[1081]]. Quando i Normanni e Bisanzio si affrontarono in guerra, Bodin rimase neutrale anche se ufficiosamente aiutò i Normanni, e contemporaneamente conquistò la [[Rascia]] e la [[Bosnia]]. Difese apertamente [[Papa Urbano II]] nella sua lotta con l'[[Antipapa Clemente III]] e per questo il Pontefice, l'[[8 gennaio]] [[1089]] elevò il vescovado di Antivari ad [[arcidiocesi]] con giurisdizione su [[Rascia]] e Doclea (Serbia), [[Bosnia]], [[Travunia]] e [[Zahumlje]], [[Cattaro]] e [[Ulcinj]].
 
== Dalla Rascia al Principato di Zeta ==
===Dissolvimento della Doclea===
{{vedi anche|Regno di Serbia (medievale)}}
Morto Costantino Bidin nel [[1001]], in Doclea si scatenò una guerra dinastica che vide contrapposta la vedona di Bodin e i suoi figli al fratellastro del sovrano, [[Dobroslav di Doclea|Dobroslav II]]. Nella lotta intervennero Bisanzio e la Rascia.
Bisanzio ridistribuì le terre della Rascia ai feudatari locali, dando la gran parte delle terre della Doclea a [[Stracimir Zavidović|Stracimir]], figlio del principe [[Zavida Vukanović]] di Zaclumia. Sul trono di Rascia sedeva il fratello di Stacimir, [[Tihomir Zavidović|Tihomir]] che nel [[1168]] fu spodestato da un altro fratello, [[Stefano Nemanja]]. Nemanja nel [[1186]] mise sul trono di Doclea suo figlio primogenito [[Vukan Nemanjić|Vukan]] che mantenne buoni rapporti con [[Stato Pontificio|Roma]], dichiarandosi cattolico e sposando una parente di [[papa Innocenzo III]].
 
[[File:Nemanja.jpg|thumb|Stefano Nemanja]]
Ta il [[1101]] e il [[1150]] il trono passò di mano sette volte. L'ultimo sovrano della Doclea autonoma fu il principe Radoslav che, quando morì nel [[1162]], aveva ormai perduto tutte le terre a favore del Gran pincipato di [[Rascia]].
Alla morte di Nemanja, nel [[1199]] gli successe sul trono di Rascia il figlio minore [[Stefano Prvovenčani|Stefano II]]. Irritato per non essere stato scelto dal padre per diventare Gran principe, Vukan mosse guerra al fratello, conquistò il potere in Rascia nel [[1202]], ma nel [[1204]] fu spodestato da Stefano e tornò a governare la Doclea.
 
===Dalla Rascia al Principato di Zeta===
[[Immagine:Nemanja.jpg|thumb|200px|right|Stefano Nemanja]]
Bisanzio ridistribuì le terre della Rascia ai feudatari locali, dando la gran parte delle terre della Doclea a [[Stracimir Zavidović|Stracimir]], figlio del principe [[Zavida Vukanović]] di Zahumlje. sul trono di Rascia sedeva il fratello di Stacimir, [[Tihomir Zavidović|Tihomir]] che nel [[1108]] fu spodestato da un altro fratello, [[Stefano Nemanja]]. Nemanja mise sul trono di Doclea suo figlio primogenito [[Vukan Nemanjić|Vukan]] che mantenne buoni rapporti con [[Stato Pontificio|Roma]], dichiarandosi cattolico e sposando una parente di [[Papa Innocenzo III]].
 
Alla morte di Nemanja, nel [[1199]] gli successe sul trono di Rascia il figlio minore [[Stefano Prvovenčani|Stefano II]]. Irritato per non essere stato scelto dal padre per diventare Gran principe, Vukan mosse guerra al fratello, conquistò il potere nel [[1202]], ma nel [[1204]] fu spodestato da Stefano II e tornò a governare la Doclea.
 
È in questo periodo che il nome di Doclea viene ufficialmente cambiato in [[Principato di Zeta]].
 
Il fratello di Vukan,[[Stefano Prvovenčani|Stefano, II]] nel [[1217]] reassunse il titolo di [[Sovrani di Serbia|Re dei Serbi]]. Da quel momento la Doclea, benché titolare di una certa autonomia, sarà parte integrante della Serbia e sottoposta ad un'adesione forzata alla fede ortodossa e ad un processo di assimilazione culturale serbo, voluto dai sovrani della [[dinastia Nemanjić]].
 
==Argomenti correlati==
* [[Storia della Serbia]]
* [[Elenco dei sovrani serbi]]
* [[Montenegro]]
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
{{references|2}}
* {{cita web|1=http://www.heritage.cg.yu/spomenici/duklja_e.htm|2=Ancient Doclea|lingua=en|accesso=26 dicembre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090129170221/http://www.heritage.cg.yu/spomenici/duklja_e.htm|dataarchivio=29 gennaio 2009|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://www.njegos.org/mnhistory/histzeta.htm|Serbian state in Zeta (X - XV c.)|lingua=en}}
* {{cita web|1=http://www.rastko.org.rs/rastko-bl/istorija/corovic/istorija/2_7_l.html|2=Zetska država (Lo stato di Zeta)|lingua=sr|accesso=18 febbraio 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102024829/http://www.rastko.org.rs/rastko-bl/istorija/corovic/istorija/2_7_l.html|dataarchivio=2 novembre 2013|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1=http://www.montenegro.org/duklja.html|2=Doclea in www.montenegro.org|lingua=en|accesso=26 dicembre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/19970116032145/http://www.montenegro.org/duklja.html|dataarchivio=16 gennaio 1997|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://www.newmontenegro.eu/|New Montenegro}}
 
== Voci correlate ==
* [[Cronaca del Prete di Doclea]]
* [[Storia del Montenegro]]
* [[Storia della Serbia]]
* [[Sovrani di Serbia]]
 
== Altri progetti ==
==Bibbliografia e link==
{{interprogetto}}
 
{{Portale|Serbia}}
* {{en}} [http://www.heritage.cg.yu/spomenici/duklja_e.htm Ancient Doclea]
* {{en}} [http://www.njegos.org/mnhistory/histzeta.htm Serbian state in Zeta (X - XV c.)]
* {{sr}} [http://www.rastko.org.yu/rastko-bl/istorija/corovic/istorija/2_7_l.html Zetska država (Lo stato di Zeta)]
* {{en}} [http://www.montenegro.org/duklja.html Doclea in www.montenegro.org]
* {{it}} [http://www.newmontenegro.eu/ New Montenegro]
 
[[Categoria:Storia della Serbia]]
[[Categoria:Storia del Montenegro]]
 
{{Portale|Serbia}}
 
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[[en:Duklja]]
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