Merovingi: differenze tra le versioni
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{{Casata
|cognome = Merovingi
|stemma = Ape (merovingia).svg
|stato = [[Austrasia]]<br />[[Neustria]]<br />[[Borgogna]]<br />[[Aquitania]]<br />[[Guascogna]]
|titoli =
* [[Sovrani franchi|Re dei Franchi]]
* [[Burgundi|Re dei Burgundi]]
* [[Re di Borgogna]]
|fondatore = [[Meroveo]]
|ultimosovrano = [[Childerico III]]
|datafondazione = [[457]]
|dataestinzione = seconda metà [[VIII secolo]]
|datadeposizione =[[751]]
|etnia = [[Franchi|franca]]
|ramicadetti =
}}
[[File:Merovingian Banner.png|thumb|Stendardo dei Merovingi]]
I '''Merovingi''' (dal nome di [[Meroveo]], leggendario capostipite della famiglia) furono la prima dinastia dei [[Franchi]].
== Storia ==
=== Origini ===
[[File:Frankish Empire 481 to 814-it.svg|thumb|upright=1.35|Il [[regno dei Franchi]] da [[Clodoveo I]] a [[Carlo Magno]]]]
Le vicende dei primi personaggi della dinastia sono in gran parte leggendarie: secondo le Grandi Cronache di Francia (''Grandes Chroniques de France'') di [[Gregorio di Tours]], il primo [[Sovrani franchi|re dei Franchi]] sarebbe stato [[Faramondo]] (''Pharamond''), figlio del duca dei [[Franchi]] [[Marcomero]] (''Marcomer'' o ''Marcomir''). Eletto re nel [[420]], Faramondo avrebbe suddiviso il suo popolo in due metà, e alla testa dei [[Franchi|Franchi ''Salii'']] (originariamente stanziati tra il basso [[Reno]] ed il [[mare del Nord]]) avrebbe passato il [[Reno]] per stabilirsi nel nord dell'attuale [[Francia]], mentre i [[Franchi Ripuari]] o Renani sarebbero rimasti nella zona di [[Colonia (Germania)|Colonia]] e nell'attuale regione [[Germania|tedesca]] della [[Renania Settentrionale-Vestfalia]].
Dopo la morte di [[Faramondo]] nel [[428]], gli sarebbe succeduto il figlio, [[Clodione]], detto “il Capelluto” (''Clodion le Chevelu''), che tentò approcci con i Romani, benché avversato dall'elemento nazionalista interno. Respinto dalla [[Gallia]] dal generale [[Impero romano|romano]] [[Flavio Ezio]], si spostò a saccheggiare la [[Turingia]]. Sconfitto una seconda volta in battaglia, negoziò la pace, ma la ruppe per impadronirsi di [[Tournai]] e [[Cambrai]] (''Camaracum''), da cui fu nuovamente cacciato. Infine firmò un patto di alleanza con l'impero (''[[Socii e foederati|foedus]]''), con il quale gli venne consentito di stanziarsi all'interno dell'impero stesso, nella regione di [[Tournai]], provvedendo in cambio a difenderne i confini.
Morto [[Clodione]] nel [[448]], gli sarebbe succeduto [[Meroveo]] (''Mérovée''), che una più tarda leggenda voleva figlio del [[Clodione|re]] e di un mostro marino, il [[quinotauro]], e che forse non fu figlio di [[Clodione]], ma solo suo parente. Come alleato dei Romani sembra abbia combattuto nella [[battaglia dei Campi Catalaunici]] del [[451]] guidata da [[Flavio Ezio|Ezio]] contro gli [[Unni]] di [[Attila]]<ref>Ottenendo anche, secondo G. Zecchini, una vittoria di peso in uno scontro precedente la battaglia vera e propria, che avrebbe privato [[Attila]] di un importante alleato come il contingente dei [[Gepidi]].</ref>. Con il suo governo il regno dei Merovingi si installò nella [[Francia]] settentrionale.
A [[Meroveo]] succedette nel [[457]] il figlio [[Childerico I]] (''Childéric''), fortunosamente liberato dalla prigionia degli [[Unni]], che in un primo momento fu cacciato dai nobili per le sue numerose avventure galanti. Ospitato dal [[re dei Turingi]], ne sedusse la moglie [[Basina]], che lo seguì al suo ritorno in [[Gallia]] e lo sposò, malgrado il precedente matrimonio. Combatté contro i [[Visigoti]] stanziati nel sud del [[Gallia|paese]], che minacciavano [[Orléans]], e nel [[468]] sconfisse i [[Sassoni]] che minacciavano [[Angers]] e uccise [[Paolo (comes)|Paolo]], comandante militare gallo-romano a [[Soissons]]. Conquistò alcune regioni della [[Germania]] e morì nel [[481]]. Fu sepolto a [[Tournai]], dove la sua tomba fu scoperta nel [[XVIII secolo]]. Il corredo funerario della tomba lo mostra in abiti e atteggiamenti romani, e vi sono stati ritrovati 200 denari d'argento romani e 90 soldi d'oro imperiali, dimostrazione che il concetto di monetazione presso i Merovingi era soggetto a sbagli volontari e involontari: si usavano le due monete indistintamente e si tendeva anche a contraffare le monete imperiali. Durante il suo regno terminò nel [[476]] l'[[Impero romano|impero romano d'Occidente]].
=== Clodoveo I e la conversione al cattolicesimo ===
[[Clodoveo I|Clodoveo]], nato verso il [[466]], è considerato il vero fondatore della dinastia. Salito al potere nel [[481]] coalizzò le tribù dei [[Franchi]] ed iniziò una politica di espansione a spese di [[Alemanni]], [[Turingi]], [[Burgundi]] (con i quali stese diverse alleanze e intrattenne rapporti contrastanti<ref>Burgunda era sua moglie [[Clotilde (regina dei Franchi)|Clotilde]], che ebbe una parte rilevante nella conversione di [[Clodoveo I|Clodoveo]].</ref>) e [[Visigoti]] (della Gallia del Sud, fino al [[507]], quando, dopo la pesante sconfitta nella [[battaglia di Vouillé]] che costò la vita allo stesso re [[Alarico II]] e la perdita della capitale [[Tolosa]] e di quasi tutti i territori nella regione gallica, furono costretti a varcare i [[Pirenei]]). Occupò inoltre l'ultima ''enclave'' romana costituita nel bacino della [[Senna]] da [[Siagrio]] il quale, sconfitto nel [[486]], si rifugiò proprio presso [[Alarico II]] che poi lo consegnò a [[Clodoveo I|Clodoveo]]<ref>{{cita libro| Brezzi 1978|op. cit., pagg. 58, 60 (vol. I)}}</ref>. A conclusione del processo di espansione scelse come capitale [[Lutezia]] (l'attuale [[Parigi]]).
L'espansione dei [[Franchi]], che possedevano ormai quasi tutta la [[Gallia]], attirò l'attenzione sia di [[Teodorico il Grande|Teodorico]], re degli [[Ostrogoti]], che cercò di aiutare i [[Visigoti]] inviando loro delle truppe, sia dell'imperatore d'Oriente [[Anastasio I Dicoro|Anastasio]], che invece cercò di allearsi con [[Clodoveo I|Clodoveo]] per ridimensionare gli [[Ostrogoti]] stanziati in Italia ed ottenere la sua sottomissione formale. Dal punto di vista di [[Clodoveo I|Clodoveo]] l'offerta di [[Anastasio I Dicoro|Anastasio]] da una parte poteva legittimare le conquiste, ponendola come ristabilimento dell'autorità sovrana imperiale rispetto ai suoi sudditi, dall'altra li avrebbe messi in lotta contro i popoli [[germani]]ci ben più vicini geograficamente e culturalmente. Inoltre il regno dei [[Franchi]], che erano tra i popoli meno romanizzati, era l'ultimo ancora pagano in Europa occidentale.
Re [[Clodoveo I|Clodoveo]] fece allora una scelta singolare, cioè quella di convertirsi, imponendo il battesimo al proprio popolo, ma non secondo la fede [[arianesimo|ariana]], predominante nei popoli [[germani]]ci, ma secondo il credo [[Concilio di Nicea I|niceno]], accettando la sottomissione solo e soltanto al [[Diocesi di Roma|vescovo di Roma]]. La scelta ebbe una portata storica molto forte, in quanto i [[Franchi]] furono il primo popolo “barbaro” che accettò il primato del papato. Le ragioni di tale scelta possono essere individuate nella volontà di [[Clodoveo I|Clodoveo]] di legittimarsi direttamente da Roma (e quindi dall'Impero delle origini), anziché da [[Costantinopoli]], e di ribadire la propria identità nazionale con una scelta diversa da quella degli altri popoli [[germani]]ci. Accantonata la liturgia già in uso dai vescovi gallo-romani, [[Clodoveo I|Clodoveo]] fece applicare la liturgia e la disciplina del [[papa|vescovo dell'Urbe]], facendo diventare i [[Franchi]] i "figli primogeniti della Chiesa romana", e dunque i principali alleati politici e difensori di Roma. Ma la conversione presentò anche alcuni rischi per la casa regnante, perché poteva scontentare i suoi maggiori fedeli di cultura pagana e inoltre toglieva alla sua dinastia l'aura sacrale derivata dalla tradizione leggendaria. Nella pratica comunque l'accettazione del cristianesimo non va vista come assoluta, poiché quelle popolazioni spesso avevano credenze religiose [[sincretismo|sincretiche]] e sicuramente convissero con i vecchi costumi religiosi e militari tradizionali.
L{{'}}''[[Historia Francorum]]'' di [[Gregorio di Tours]] data la conversione di [[Clodoveo I|Clodoveo]] al 25 dicembre [[496]], data respinta ormai da molti storici che la collocano al [[506]], alla vigilia del conflitto con gli [[Arianesimo|ariani]] [[Visigoti]]<ref>Cardini - Montesano, ''Storia medievale'', Le Monnier Università, Firenze, 2006, pag. 79.</ref>. I principali artefici della conversione regale, sempre secondo [[Gregorio di Tours|Gregorio]], furono la [[Burgundi|burgunda]] regina [[Clotilde (regina dei Franchi)|Clotilde]] e [[Remigio di Reims|san Remigio]], [[Arcidiocesi di Reims|vescovo di Reims]], anche se occorre tener presente che la forte personalità e lo spiccato intuito politico di [[Clodoveo I|Clodoveo]], che peraltro non risulta aver dato segnali di particolare religiosità o aver mutato abitudini personali, gli avranno suggerito più una valutazione sulla reale importanza sociale e politica della Chiesa, piuttosto che considerazioni di carattere personale; a ciò si aggiunga anche che buona parte delle popolazioni stanziate sui territori oggetto delle sue conquiste era di fede cattolica<ref>{{cita|Brezzi 1978|op. cit., pagg. 68 e segg. (vol. I)}}.</ref>.
La vittima più illustre di questo stato di cose fu [[Teodorico il Grande|Teodorico]], re degli [[Ostrogoti]] d'Italia, che aveva imperniato la sua politica su una rete di alleanze (anche matrimoniali: sposò Audefleda, sorella di [[Clodoveo I|Clodoveo]]) e accordi di non belligeranza con gli Stati più importanti d'Europa. Ma come ha osservato Paolo Lamma, “il problema franco è la chiave di volta dei rapporti barbarici occidentali; Teodorico lo ha compreso e ha cercato di attrarre anche questa forza nel suo sistema di equilibrio, ma la politica franca si muove su linee diverse da quelle da lui auspicate. È un imperialismo particolare che mira ad un dominio, più che a una collaborazione, sulle genti vicine.”<ref>Come riportato in Brezzi, op. cit., pag. 74.</ref>. Alla crisi si giunse dopo la già citata [[battaglia di Vouillé]], vinta dai [[Franchi]] a spese dei [[Visigoti]], aiutati dagli [[Ostrogoti]] di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] (e dunque anche vinta dalla politica espansionistica contro quella diplomatica); [[Clodoveo I|Clodoveo]] chiese all'imperatore d'Oriente [[Anastasio I Dicoro|Anastasio]] la dignità [[Console (storia romana)|consolare]], che ottenne ("[[proconsole]]") prontamente con le relative insegne. [[Anastasio I Dicoro|Anastasio]] infatti non aspettava altro che un'occasione propizia per mettere in difficoltà [[Teodorico il Grande|Teodorico]], che non era solo uno scomodo vicino con il quale aveva in sospeso dispute di confine, ma aveva anche problemi inerenti alla Chiesa di Roma. Si creò dunque un'alleanza Oriente-Gallia che si poteva contrapporre a quella Italia-Spagna e che teneva [[Teodorico il Grande|Teodorico]] chiuso in una morsa da cui non fu più in grado di uscire, anche per il successivo mutare della situazione politica internazionale<ref>{{cita|Brezzi 1978|op. cit., pagg. 74 e segg. (vol. I)}}.</ref>.
Il regno di [[Clodoveo I|Clodoveo]] si frammentò tra i quattro eredi ([[Clotario I|Clotario]], [[Clodomiro]], [[Teodorico I (Merovingi)|Teodorico]] e [[Childeberto I|Childeberto]]), secondo le usanze del tempo che consideravano le conquiste territoriali alla stregua del patrimonio personale di beni mobili, i quali continuarono la politica paterna di espansione a spese di [[Burgundi]] e [[Turingi]], e con l'annessione della [[Borgogna]], ceduta dal re [[Ostrogoti|ostrogoto]] [[Vitige]]<ref>{{cita|Brezzi 1978|op. cit., pag. 100 (vol. I)}}.</ref>. Qualche difficoltà fu incontrata da [[Childeberto I|Childeberto]] nella sua politica di intervento in Italia come alleato dei bizantini contro i [[Longobardi]] del re [[Autari]], la cui resistenza, seppure con alterne fortune, indusse il re franco a non insistere nel tentativo di impadronirsi dell'Italia settentrionale<ref>{{cita|Brezzi 1978|op. cit., pagg. 110 e seg. (vol. I)}}.</ref>.
=== "Re fannulloni" ===
{{Vedi anche|Re fannulloni}}
I quattro figli maschi di [[Clotario I|Clotario]], ultimo sopravvissuto dei figli di [[Clodoveo I|Clodoveo]], divisero a loro volta nuovamente il regno in altrettante regioni, che negli anni successivi vennero anche allargate grazie a conquiste verso oriente e verso sud. [[Neustria]] e [[Aquitania]] andarono a [[Cariberto I]], [[Austrasia]], e [[Alvernia]] e [[Provenza]] a [[Sigeberto I]], [[Borgogna]] a [[Gontrano]] e la regione attorno a [[Tournai]] a [[Chilperico I]]. Restavano fuori dalla sfera di influenza franca lo stato degli [[Alemanni|Alamanni]] (più o meno l'attuale [[Svizzera]]), la [[Bretagna]], l'[[Occitania (regione storica)|Occitania]] e i ''vasconi'' (i [[Paesi Baschi]]) dell'area pirenaica.
La nascita in quei tempi dei primi abbozzi della futura [[lingua francese]] rende bene l'idea di una popolazione prevalentemente gallo-romana (il francese è infatti lingua neolatina) assoggettata alla minoranza germanico-franca al potere. Il retaggio culturale latino era ancora più forte nelle città del versante mediterraneo, dove infatti la [[Dialetto provenzale|lingua provenzale]] e [[lingua occitana|occitana]] sono più marcatamente neolatine.
Nel [[VI secolo]] il [[regno franco]] pativa una crisi non solo economica per le difficoltà dell'agricoltura, ma soprattutto per la disgregazione politica dovuta alla debolezza cronica dei re Merovingi, che, per questo motivo, vennero infatti chiamati "[[re fannulloni]]", e che portò ben presto il loro potere ad affievolirsi a favore di un casato di [[maestri di palazzo]] (o "maggiordomi"), i [[Pipinidi]] (poi [[Carolingi]]). Va comunque rilevato che il giudizio negativo sui Merovingi proposto dal biografo di [[Carlo Magno]] [[Eginardo]], influenzò notevolmente la storiografia successiva, etichettando quella stirpe come una dinastia inutile, a cui volutamente contrappone l'esercizio di tutti i poteri politici ed economici da parte dei maestri di palazzo. Questi re avrebbero avuto, secondo [[Eginardo]], esclusivamente un ruolo cerimoniale e di facciata: contenti del loro titolo, sedevano inoperosi sul trono intervenendo nelle udienze con quanto veniva loro suggerito o imposto dai prefetti (come definiva i maestri di palazzo); deboli anche economicamente, oltre all'appannaggio che veniva deciso ed erogato a loro piacimento dai prefetti, essi possedevano solo una tenuta agricola (peraltro poco produttiva), con i relativi servi, e si spostavano su carri trainati da buoi e condotti da bovari. In realtà i Merovingi, al di là del carattere caricaturale (e storicamente improbabile) di queste descrizioni e della effettiva debolezza, ebbero comunque il merito di creare e istituzionalizzare la monarchia franca da un agglomerato di antiche tradizioni sociali e di organizzazioni economiche di origine germanica, ponendo il nuovo popolo franco sulla via della civilizzazione<ref>{{cita libro|cognome=Hägermann|nome=Dieter|titolo=Carlo Magno, Il signore dell'Occidente|anno=2004|editore=Einaudi|p=XXXVI e sgg. (Prologo)}}</ref>.
Una prima riunificazione era stata provata, nella seconda metà del [[VI secolo]], dalla regina d'[[Austrasia]] [[Brunechilde]], vedova di [[Sigeberto I]], a capo del regno in reggenza dei figli e poi, dopo la morte prematura di essi, dei nipoti. Ma l'impresa riuscì solo nel [[613]]: [[Clotario II]] di [[Neustria]] riuscì a ricomporre tutto il [[regno franco]] sotto la sua autorità, avvalendosi dell'aiuto di due importanti esponenti dell'aristocrazia austrasiana, [[Arnolfo di Metz]] e [[Pipino di Landen]]. Nello stesso anno [[Clotario II|Clotario]] mise a morte [[Brunechilde]], che aveva perso l'appoggio della nobiltà. A differenza di [[Brunechilde]], [[Clotario II|Clotario]] ebbe l'indiscutibile vantaggio, per la nobiltà franca, di lasciar loro un ampio margine di potere. L'anno successivo egli legava la nomina dei vescovi alla sanzione reale.
Alla morte di [[Clotario II|Clotario]] ([[629]]) [[Arnolfo di Metz|Arnolfo]] si ritirò in un monastero (dove più tardi sarebbe morto in odore di santità), mentre il nuovo re [[Dagoberto I]], di cui [[Arnolfo di Metz|Arnolfo]] era già precettore e [[Pipino di Landen|Pipino]] influentissimo maestro di palazzo in [[Austrasia]] fin dal [[624]], sentendo forse l'oppressione della nobiltà australina, spostò la corte da [[Metz]] a ''[[Lutezia]]'' ([[Parigi]]), portando con sé [[Pipino di Landen|Pipino]], che nella nuova capitale aveva meno appoggi ed era più facilmente controllabile. Nel [[639]] Dagoberto morì lasciando dei figli bambini, e un anno dopo morì anche [[Pipino di Landen|Pipino]].
Il declino merovingio, oltre ad un processo di deterioramento interno del potere (frazionamento del regno, lotte intestine alla dinastia e minorità di molti degli eredi), è certamente da mettere in relazione con la posizione di rilievo assunta da alcune famiglie nobili che potevano competere con il trono a livello economico, di potere e di influenza sociale. I futuri [[Carolingi]] in particolare, grazie al ruolo di maestri di palazzo, avevano un controllo smisurato su tutte le attività della nazione franca, e già dalla metà del [[VII secolo]] furono in grado di tentare un colpo di Stato. Nel [[631]] infatti [[Grimoaldo I|Grimoaldo]], figlio di [[Pipino di Landen]], assumeva la carica di maestro di palazzo e, credendo i tempi maturi per un colpo di mano, tentò di assicurare il trono a suo figlio [[Childeberto l'Adottato|Childeberto]], facendolo adottare dalla famiglia merovingia. Ma l'opposizione della nobiltà reagì duramente e, subito dopo la prematura morte naturale di [[Childeberto l'Adottato|Childeberto]], trucidò circa nel [[656]] lo stesso [[Grimoaldo I|Grimoaldo]]. La linea maschile dei [[pipinidi]] si era esaurita, ma la struttura socio-familiare dell'epoca consentì la continuazione della stirpe attraverso [[Begga]], sorella di [[Grimoaldo I|Grimoaldo]] e dunque figlia di [[Pipino di Landen|Pipino]], che sposò [[Ansegiso]], figlio di [[Arnolfo di Metz|Arnolfo, vescovo di Metz]], e diede alla luce [[Pipino di Herstal]]<ref>{{cita|Hägermann 2004|op. cit., pag. XXXVI (Prologo)}}.</ref>. Fu solo nel [[687]] che costui, dopo aver guadagnato l'appoggio della nobiltà, riuscì a diventare la nuova guida per i [[franchi]], rinsaldata dalla leggendaria vittoria di suo figlio [[Carlo Martello]] a [[Battaglia di Poitiers (732)|Poitiers]] e consacrata con [[Pipino il Breve]], che fondò la dinastia reale pipinide-arnolfingia, poi detta [[carolingi]]a, la quale dunque, considerando le linee materne, discendeva dalla merovingia.
Uno dei maggiori problemi in merito alla caduta della dinastia merovingia era costituito dalla sua indiscussa legittimità, che non era intaccata nemmeno dall'incapacità e debolezza o dalla minore età di molti re; una legittimità sacra che di fatto per molto tempo impedì che le famiglie nobili del regno, prime fra tutte quelle dei maestri di palazzo, s'impadronissero del trono con un atto rivoluzionario. Lo stesso [[Eginardo]] fu costretto a riconoscere che solo grazie all'alleanza tra il [[papa Zaccaria]] e [[Pipino il Breve]] si giunse alla caduta della dinastia regnante, con un atto d'imperio del pontefice che ordinò di chiudere [[Childerico III]] in un monastero e di nominare [[Pipino il Breve|Pipino]] re dei [[Franchi]], in base al principio che nessuno avrebbe dovuto essere re solo di nome, ma doveva esserlo anche nei fatti. Una tale ricostruzione storica del biografo di [[Carlo Magno]] (che per dovere d'ufficio non avrebbe certo potuto gettare ombre sull'operato della dinastia [[pipinidi|pipinide]] da cui [[Carlo Magno|Carlo]] discendeva) rendeva [[Pipino il Breve|Pipino]] quasi uno spettatore della vicenda di cui era protagonista, che si era svolta per diretto intervento e con l'autorità del Vicario di Cristo<ref>{{cita|Hägermann 2004|op. cit., pagg. XL e segg. (Prologo)}} – Claudio Rendina, ‘'I Papi. Storia e segreti'’, Newton Compton, Roma, 1983, pp. 220 e seg. - Alessandro Barbero, ''Carlo Magno. Un padre dell'Europa'', Laterza, Bari, 2000, p. 22. Si veda anche Paolo Brezzi, ''La civiltà del Medioevo europeo'', Eurodes, Roma, 1978, vol. I, pp. 175 e segg.</ref>.
==Rapporto con i maggiordomi di palazzo==
Al tempo in cui regnarono ([[V secolo|V]]-[[VIII secolo]]) il potere politico era diviso tra il [[re]] e il [[maggiordomo di palazzo]], in un rapporto paragonabile a quello, più tardo, tra l'[[imperatore del Giappone|imperatore]] e lo [[Shōgun]] nel [[Storia del Giappone|Giappone feudale]]. Allo stesso modo, infatti, formalmente il maggiordomo non poteva avere un potere maggiore del suo sovrano; tuttavia, era proprio il signore di palazzo che radunava le truppe nei "campi di Maggio" (grandi assemblee nelle quali, ogni primavera, si riunivano gli uomini armati) e conduceva le campagne militari, esercitando nei fatti il ruolo di comandante supremo dello stato guerriero. Il potere si basava infatti soprattutto sull'esercito o, piuttosto, sulla guardia del corpo del sovrano, che, oltre a quelli militari, aveva anche incarichi politici e giudiziari.
Proprio a causa di questo potere che via via andava ingrandendosi nelle mani dei maggiordomi, la dinastia [[Pipinidi|pipinide]] (poi [[carolingi]]a), dalla quale proveniva la maggior parte dei signori di palazzo, prese progressivamente il sopravvento sulla merovingia per poi sostituirla completamente. Lo stesso [[Eginardo]], biografo ufficiale di [[Carlo Magno]], nella sua opera tenta di dimostrare che la stirpe merovingia non sarebbe tanto caduta per un colpo di mano o per l'ambizione dei [[Pipinidi]], quanto piuttosto per la totale incapacità dei Merovingi a governare; inoltre, lo sforzo di presentare [[Carlo Martello]] e [[Pipino il Breve]] (rispettivamente nonno e padre di [[Carlo Magno]]) come di fatto i veri detentori del potere, tendeva a cancellare il sospetto di un colpo di Stato nell'assunzione del titolo regio da parte di [[Pipino il Breve|Pipino]]<ref>{{cita libro|cognome=Hägermann|nome=Dieter|titolo=Carlo Magno, Il signore dell'Occidente|anno=2004|editore=Einaudi|p=XXXIV e seg. (Prologo)}}</ref>.
== La corte ==
La numerosa corte non aveva sede fissa e si manteneva con i proventi delle rendite fiscali dei terreni. L'amministrazione periferica era assicurata dai conti, prima funzionari militari, poi anche civili, nominati dal re e anch'essi mantenuti con rendite rurali dei possedimenti sotto la loro giurisdizione e con le ammende comminate ai colpevoli di reati; alcune contee erano raggruppate sotto il controllo di duchi, funzionari militari di grado più alto, mentre all'interno delle città l'amministrazione era completamente nelle mani dei vescovi, sulla cui elezione e sulle cui proprietà interveniva direttamente il re.
Nell'ambito della corte alcuni personaggi di maggior rilievo costituirono un ceto forte e geloso dei suoi privilegi e dello stesso sovrano, i Maestri di Palazzo o Maggiordomi, che da un lato controllavano il re, e dall'altro agivano in suo nome con un potere praticamente illimitato che concedeva loro anche la tutela dei sovrani minorenni ed il conseguente controllo delle lotte dinastiche<ref>{{cita libro|cognome=Brezzi|nome=Paolo|titolo=La civiltà del Medioevo europeo|anno=1978|editore=Eurodes|pp=122 e seg. (vol. I)}}</ref>.
Tra le famiglie collaboratrici all'interno della corte dei Merovingi, assumevano un ruolo importante per la politica dei reali i denominati ''courrier'', i quali tenevano la corrispondenza scritta tra i diversi territori e regni in Europa. Tale prassi diede avvio ad una forma prodromica di diplomazia scritta. I ''courrier'' come altre famiglie, dimostravano maestranze speciali consolidate nel tempo e quindi ricevevano titoli e riconoscenze nobiliari per questi servigi.
== Leggende ==
L'appellativo di "[[re taumaturghi]]" per i Merovingi risulta dubbio: in realtà il primo accenno storico scritto di re taumaturgo è riferito solo a [[Enrico I di Francia]], esponente della terza dinastia di [[re di Francia]], i [[Capetingi]], presumibilmente per il fatto che i Merovingi erano analfabeti.<ref>Armanda Guiducci, ''Medioevo inquieto: storia delle donne dall'VIII al XV secolo'', parte 3, p. 10, Sansoni, 1990</ref>. Di Enrico si racconta infatti di come guarisse le [[Adenite tubercolare|scrofole]] con l'imposizione delle mani. La taumaturgia era in qualche modo un fatto d'esperienza che nemmeno i più scettici, nel [[XIV secolo]], si sognavano di mettere in dubbio.<ref>[[Marc Bloch]], ''I re taumaturghi'', ed. Einaudi, 2005, pag. 5.</ref>
Tardivamente è attestato anche l'appellativo di "re mosca", per via dell'insetto raffigurato sul loro stemma.
Secondo altre ipotesi,
===
Secondo la medievale “[[Legenda Aurea]]”, [[Maria Maddalena]], dopo la crocifissione di [[Gesù]], sarebbe fuggita dalla [[Palestina]] su una barca per approdare in [[Provenza]], da dove avrebbe poi risalito il [[Rodano]].
La leggenda è ripresa nel ''best seller'' ''[[Il santo Graal (saggio)|Il santo Graal]]'' di [[Michael Baigent]], [[Richard Leigh]] e [[Henry Lincoln]], un libro del [[1982]] che ha dato lo spunto a moltissimi altri testi sulla "linea di sangue del Graal", pur non essendo suffragata da alcuna fonte storica: i Merovingi sarebbero i discendenti di [[Gesù]] e della [[Maria Maddalena|Maddalena]]. Secondo questo scenario, [[Maria Maddalena]], incinta, risalì il [[Rodano]] raggiungendo la tribù dei [[Franchi]], che non sarebbe altro che la tribù ebraica di [[Beniamino (Bibbia)|Beniamino]] nella [[diaspora ebraica|diaspora]], ed avrebbe avuto un figlio di nome Giacomo<ref>{{cita libro|cognome= Terhart|nome= Franjo|url= http://books.google.it/books?id=riT4MbbCWbQC&pg=PA79&dq=%22Giacomo,+il+figlio+di+gesu%22&cd=1#v=onepage&q=&f=false|titolo= Il tesoro dei templari. Le ricchezze nascoste, pagina 79|citazione= Giacomo, il figlio di Gesù|mese= |anno= |editore= Edizioni Arkeios, 2004|datadiaccesso= 17 febbraio 2010}}</ref>. I Merovingi, i primi re dei [[Franchi]], proprio a causa di questa origine avrebbero avuto l'appellativo di [[re taumaturghi]] (guaritori), per la loro facoltà di guarire gli infermi con il solo tocco delle mani, come il [[Gesù]] dei [[Vangelo|Vangeli]], e le leggende legate alla paternità di [[Meroveo]] simboleggerebbero l'unione della stirpe dei [[Franchi]] con quella graalica, proveniente d'oltremare<ref>{{cita libro|cognome= Bruno|nome= Rocco|url= http://books.google.it/books?id=HFa8uyt2C9AC&pg=RA1-PA358&dq=meroveo+mostro+marino&cd=1#v=onepage&q=meroveo%20mostro%20marino&f=false|titolo= Essere Reale, essere reali, pagina 358|mese= |anno= |datadiaccesso= 17 febbraio 2010|urlmorto= sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20150402173045/http://books.google.it/books?id=HFa8uyt2C9AC&pg=RA1-PA358&dq=meroveo+mostro+marino&cd=1#v=onepage&q=meroveo%20mostro%20marino&f=false|dataarchivio= 2 aprile 2015}}</ref>. Il santo [[Graal]] non sarebbe altro che il ''sang real'' ovvero il sangue regale di questa stirpe dalle origini nobilissime.
A parte [[Jacopo da Varazze]], autore della ''[[Legenda Aurea]]'', le uniche fonti citate dai tre autori per sostenere che i Merovingi discenderebbero da [[Gesù]] e dalla tribù ebraica di [[Beniamino (Bibbia)|Beniamino]] sono ''Les dossiers secrets'' del [[Priorato di Sion]], una serie di documenti dattiloscritti depositati presso la Biblioteca Nazionale di [[Parigi]] negli [[anni 1960|anni sessanta]]. Questi testi contengono complicate linee di discendenza ed elenchi di presunti Gran Maestri del Priorato (descritti come i custodi del vero segreto del [[Graal]]), ma che le ultime ricerche hanno confermato inventate di sana pianta da [[Pierre Plantard]] per millantare una propria personale discendenza nobiliare dai Merovingi<ref>[[Massimo Introvigne]], ''Gli illuminati del Priorato di Sion'', Casale Monferrato, Piemme, p. 130. ISBN 88-384-1047-X</ref>.
Secondo Michel Lamy<ref name="M.Lamy">{{cita libro|autore=Michel Lamy|titolo=Jules Verne e l'esoterismo: i viaggi straordinari i Rosa+Croce Rennes le Chateau|anno=2005|editore=Edizioni Mediterranee|p=73|ISBN=88-272-1745-2}}</ref> molti dei libri del famoso scrittore [[Jules Verne]] nascondono indizi, ed una più ampia caccia al tesoro dei Re Merovingi. Secondo questa [[Ucronia]] il famoso scrittore narra una storia segreta ed il suo apice è nel libro ''[[Clovis Dardentor]]'' e il suo titolo eloquente. Lamy ci dice che, innanzi tutto, Clovis evoca il famoso re [[Clodoveo I|Clodoveo]]. Quanto a Dardentor, il termine può essere scomposto in ''d'ardent or'' (di oro ardente), espressione che indicherebbe in ''d'ardent'' il rapporto con il titolo "''rampollo ardente"'' che fu conferito precisamente al discendente di [[Dagoberto II]] che avrebbe potuto rifugiarsi a [[Rennes-le-Château]], dove potrebbe essere vissuto per un certo tempo. Così il nome del personaggio principale, il titolo stesso del libro, ci annuncia che [[Jules Verne]] sta per parlarci, con parole velate, dell'Oro dei Discendenti dei Re Merivingi.
==Linea di successione==
{{Discendenza
|1|-1|Clodio|*? †?
|2|1|[[Marcomero]]|*~[[347]] †~[[404]]
|3|2|[[Faramondo]]|*~[[370]] †~[[427]]
|4|3|[[Clodione]]|*? †~[[447]]
|5|4|[[Meroveo]]|*[[448]] †[[457]]
|6|5|[[Childerico I]]|*~[[436]] †[[481]]
|7|6|[[Clodoveo I]]|*[[466]] †[[511]]
|8|7|[[Teodorico I (Merovingi)|Teodorico I]]|*~[[485]] †[[533]]/[[534]]
|9|7|[[Clodomiro]]<ref>Oltre Clodoaldo altri due figli di Clodomiro senza discendenza: Teodebaldo (~[[521]]-~[[531]]), Guntario (~[[523]]-~[[531]])</ref>|*[[495]] †[[524]]
|10|7|Ingomero|*? †[[494]]
|11|7|[[Childeberto I]]|*~[[497]] †[[558]]
|12|7|[[Clotario I]]<ref>Altri tre figli di Clotario I senza discendenza: Guntario (~[[519]]-[[561]]), Chierico (†[[561]]), [[Cramno]] (†[[560]]).</ref>|*~[[497]] †[[561]]
|13|8|[[Teodeberto I]]|*~[[504]] †[[548]]
|14|9|[[Clodoaldo (principe franco)|Clodoaldo]]|*~[[524]] †~[[560]]
|15|12|[[Cariberto I]]|*~[[520]] †[[568]]
|16|12|[[Gontrano]]<ref>Tre figli di Gontrano senza discendenza: Gondebaldo (?-?), Clotario (~[[567]]-[[577]]), Clodomiro (~[[573]]-[[577]])</ref>|*[[525]] †[[592]]
|17|12|[[Sigeberto I]]|*[[535]] †[[575]]
|18|12|[[Chilperico I]]<ref>Altri tre figli di Chilperico I senza discendenza: Teodeberto (†[[575]]), Clodoveo (~[[555]]-[[580]]), Clodeberto (~[[565]]-[[580]])</ref>|*~[[535]] †[[584]]
|19|13|[[Teodebaldo|Teodebaldo I]]|*[[535]] †[[555]]
|20|17|[[Childeberto II]]|*[[570]] †[[595]]/[[596]]
|21|18|[[Meroveo II]]|*? †[[577]]
|22|18|[[Clotario II ]]|*[[584]] †[[629]]
|23|20|[[Teodeberto II]]<ref>Due figli senza discendenza: Clotario (†[[612]]), Meroveo (†[[612]]).</ref>|*[[586]] †[[612]]
|24|20|[[Teodorico II (Merovingi)|Teodorico II]]<ref>Altri tre figli senza discendenza: Childeberto ([[602]]-[[613]]), Corbus ([[603]]-[[613]]) Meroevo (?-?)</ref>|*[[587]] †[[613]]
|25|22|[[Dagoberto I]]|*[[606]] †[[639]]
|26|22|[[Cariberto II]]<ref>Un figlio [[Chilperico di Aquitania|Chilperico]], morto infante († ''post'' [[631]])</ref>|*~[[608]] †[[631]]
|27|24|[[Sigeberto II]]|*[[601]] †[[613]]
|28|25|[[Clodoveo II]]|*~[[634]] †[[657]]
|29|25|[[Sigeberto III]]|*[[630]]/[[631]] †[[656]]
|30|28|[[Clotario III]] |*~[[652]] †[[673]]
|31|28|[[Childerico II]]<ref>Un altro figlio moto infante: Dagoberto (†[[675]])</ref>|*~[[653]] †[[675]]
|32|28|[[Teodorico III]]|*~[[652]] †[[691]]
|33|29|[[Dagoberto II]]|*~[[652]] †[[679]]
|34|29|[[Childeberto l'Adottato|''Childeberto'']]|*? †[[657]]/[[662]]
|35|31|[[Chilperico II]]|*~[[670]] †[[721]]
|36|32|[[Clodoveo IV|Clodoveo III]]|*[[678]] †[[695]]
|37|32|[[Clotario IV]]|*~[[682]] †[[719]]
|38|32|[[Childeberto III]]|*~[[683]] †[[711]]
|39|34|{{Discendenza/P|.}}|[[Pipinidi]]
|40|35|[[Childerico III]]<ref>Secondo l{{'}}''Excerpta ex vitis Sanctorum'' Childerico III era figlio di [[Chilperico II]], senza fare alcun riferimento alla madre (si veda: {{cita libro|titolo=Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores|autore=Martin Bouquet|url=https://books.google.it/books?id=0nBZAAAAYAAJ&lpg=PR97&dq=Chronico%20Marcianensi%20de%20Sancta%20Rictrude&hl=it&pg=PR97#v=onepage&q&f=true|vol=Tomus tertius: Excerpta ex vitis Sanctorum|anno=1741|città=Parigi|p=662|lingua=la|accesso=14 settembre 2016}}), mentre secondo gli ''Annales Francorum Ludovici Dufour'' era parente del predecessore [[Teodorico IV]], forse fratello o figlio (si veda: {{cita libro|titolo=Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores|autore=|url=https://books.google.it/books?id=0nBZAAAAYAAJ&lpg=PR97&dq=Chronico%20Marcianensi%20de%20Sancta%20Rictrude&hl=it&pg=PR97#v=onepage&q=Chronico%20Marcianensi%20de%20Sancta%20Rictrude&f=true|anno=1741|città=Parigi|vol=Tomus tertius: Annales Francorum Ludovici Dufour|p=704|lingua=la|accesso=14 settembre 2016}}).</ref>|*~[[714]] †[[755]]
|41|38|[[Dagoberto III]]|*~[[699]] †[[715]]
|42|40|Teodorico|[[Floruit|fl.]] [[753]]
|43|41|[[Teodorico IV]]|*~[[713]] †[[737]]
|44|42|{{Discendenza/P|.}}|ultimo dei Merovingi
}}
===Relazioni dinastiche franche===
{{Albero genealogico/inizio|style=font-size:100%;line-height:110%;}}
{{Albero genealogico|border=0|ARN|PIP|MER|ROB|CAR|GER|WEL|UNR|POP|OTT|CAP|
ARN={{box colorato|colore=#99cc66|link=Arnolfingi|larghezza=1em|altezza=1em|testo={{maiuscoletto|[[Arnolfingi]]}}}}|
PIP={{box colorato|colore=#ffdab9|link=Pipinidi|larghezza=1em|altezza=1em|testo={{maiuscoletto|[[Pipinidi]]}}}}|
MER={{box colorato|colore=#c9aef1|link=Merovingi|larghezza=1em|altezza=1em|testo={{maiuscoletto|'''Merovingi'''}}}}|
ROB={{box colorato|colore=#ffdd88|link=Robertingi|larghezza=1em|altezza=1em|testo={{maiuscoletto|[[Robertingi]]}}}}|
CAR={{box colorato|colore=#c8d8ff|link=Carolingi|larghezza=1em|altezza=1em|testo={{maiuscoletto|[[Carolingi]]}}}}|
GER={{box colorato|colore=#e0e0e0|link=Geroldini|larghezza=1em|altezza=1em|testo={{maiuscoletto|[[Geroldini]]}}}}|
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OTT={{box colorato|colore=#d7ffc7|link=Dinastia ottoniana|larghezza=1em|altezza=1em|testo={{maiuscoletto|[[Dinastia ottoniana|Ottoniani]]}}}}|
CAP={{box colorato|colore=#003399|link=Capetingi|larghezza=1em|altezza=1em|testo={{maiuscoletto|[[Capetingi]]}}}}|
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{{Albero genealogico/inizio|style=font-size:100%;line-height:110%;}}
{{Albero genealogico|border=0|ICA|RIG|
ICA={{box colorato|colore=#f08080|link=Impero carolingio|larghezza=1em|altezza=1em|testo={{maiuscoletto|''[[Imperator Romanorum]]''}} <small>([[Impero carolingio]])</small>}}|
RIG={{box colorato|colore=#e74542 |link=Sacro Romano Impero|larghezza=1em|altezza=1em|testo={{maiuscoletto|''[[Imperator Romanorum]]''}} <small>([[Sacro Romano Impero]])</small>}}|
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<div align=center>
{{Albero genealogico/inizio|style=font-size:90%;line-height:110%;}}
{{Albero genealogico|border=0|||||||||||||||||||||||}}
{{Albero genealogico|border=0|||||||||||||||||arn|y|dod||pip|y|itt|||||
arn={{Box colorati|verde scuro}}[[Arnolfo di Metz]]<br /><small>''*[[582]] †[[641]]''</small>{{Fine box colorati}}|
dod={{Box colorati|verde scuro}}[[Doda di Metz]]<ref>Doda, secondo alcune fonti, era figlia di [[Arnoaldo di Metz]], [[diocesi di Metz|vescovo di Metz]] e [[Marchese|margravio]] della [[Schelda]].</ref><br /><small>''*? †?''</small>{{Fine box colorati}}|
pip={{Box colorati|rosa}}[[Pipino di Landen]]<br /><small>''*? †[[640]]/[[647]]''</small>{{Fine box colorati}}|
itt={{Box colorati|rosa}}[[Itta di Nivelles]]<br /><small>''*[[592]] †[[657]]''</small>{{Fine box colorati}}|
}}
{{Albero genealogico|border=0||||||||||||||||||||!||||||||!|}}
{{Albero genealogico|border=0||||||||||teo|||||||ans|~|~|y|~|~|beg|||||
teo={{Box colorati|viola}}[[Teodorico III]]<br /><small>''*~[[651]] †~[[691]]''</small>{{Fine box colorati}}|
ans={{Box colorati|verde scuro}}[[Ansegiso]]<br /><small>''*[[612]] †[[685]]''</small>{{Fine box colorati}}|
beg={{Box colorati|rosa}}[[Begga]]<br /><small>''*~[[615]] †[[698]]''</small>{{Fine box colorati}}|
gri=<small>{{maiuscoletto|'''[[Grimoaldo I]]'''}}<br />*[[615]] †[[657]]/[[661]]</small>|
ger=<small>{{maiuscoletto|'''[[Gertrude di Nivelles|Gertrude]]'''}}<br />*[[626]] †[[664]]</small>|
boxstyle_clo=background:#9acd32;|boxstyle_gri=background:#dbe;|boxstyle_ger=background:#dbe;}}
{{Albero genealogico|border=0|||||||||||!|||||||||||||!|}}
{{Albero genealogico|border=0|||||||||||y|lam|||||||pip|
lam={{Box colorati|arancio}}[[Lamberto II di Hesbaye]]<br /><small>''[[Floruit|fl.]] [[741]]''</small>{{Fine box colorati}}|
clo=|
pip={{Box colorati|celeste}}[[Pipino di Herstal]]<br /><small>''*[[635]] †[[714]]''</small>{{Fine box colorati}}|
}}
{{Albero genealogico|border=0||||||,|-|-|-|-|-|-|^|-|-|-|-|-|-|.||||!|}}
{{Albero genealogico|border=0|||||rob||||||||||||rot|y|car|
rob={{Box colorati|arancio}}[[Roberto I di Hesbaye|Roberto I]]<ref>Duca di Haspengau, conte di Oberrheinsgau e Wormsgau.</ref><br /><small>''[[Floruit|fl.]] [[764]]''</small>{{Fine box colorati}}|
rot={{Box colorati|arancio}}[[Rotrude di Treviri]]<br /><small>''*~[[690]] †[[725]]''</small>{{Fine box colorati}}|
car={{Box colorati|celeste}}[[Carlo Martello]]<br /><small>''*[[689]] †[[741]]''</small>{{Fine box colorati}}|
}}
{{Albero genealogico|border=0||||||!||||||||||||||||!|}}
{{Albero genealogico|border=0|||||tur||||||ger||||||pip|
tur={{Box colorati|arancio}}[[Turimberto di Hesbaye|Turimberto]]<br /><small>''*? † ''post'' [[770]]''</small>{{Fine box colorati}}|
ger={{Box colorati|grigio}}[[Geroldo di Vintzgau]]<br /><small>''*? † post [[784]]/[[798]]''</small>{{Fine box colorati}}|
pip={{Box colorati|celeste}}[[Pipino il Breve]]<br /><small>''*[[714]] †[[768]]''</small>{{Fine box colorati}}|
}}
{{Albero genealogico |border=0||||||!| | | |,|-|-|-|^|-|-|-|.||||!|}}
{{Albero genealogico |border=0|||||ROB| |ADR||||||HIL|y|CHA||||WEL|
ROB={{Box colorati|arancio}}[[Roberto II di Hesbaye|Roberto II]]<br /><small>''*[[770]] †[[807]]''</small>{{Fine box colorati}}|
ADR={{Box colorati|grigio}}[[Adriano d'Orléans]]<br /><small>''*? † ''ante'' [[821]]''</small>{{Fine box colorati}}|
HIL={{Box colorati|grigio}}[[Ildegarda (moglie di Carlo Magno)|Ildegarda]]<br /><small>''*[[758]] †[[783]]''</small>{{Fine box colorati}}|
CHA={{Box colorati|celeste|fond=#f08080}}[[Carlo Magno]]<br /><small>''*[[742]] †[[814]]''</small>{{Fine box colorati}}|
WEL={{Box colorati|giallo}}[[Guelfo I]]<br /><small>''*? †[[824]]/[[825]]''</small>{{Fine box colorati}}|
}}
{{Albero genealogico |border=0||||||!||||!| | | |,|-|-|-|-|-|^|-|-|-|.||||!|}}
{{Albero genealogico |border=0|||||ROB|y|WAL||PEP||||||||LOU|y|GIU|
ROB={{Box colorati|arancio}}[[Roberto III di Hesbaye|Roberto III]]<br /><small>''*[[781]]/[[790]] †[[834]]''</small>{{Fine box colorati}}|
WAL={{Box colorati|grigio}}Wiltrude<br /><small>''*[[795]] †[[834]]''</small>{{Fine box colorati}}|
PEP={{Box colorati|celeste}}[[Pipino d'Italia]]<br /><small>''*[[777]] †[[810]]''</small>{{Fine box colorati}}|
LOU={{Box colorati|celeste|fond=#f08080}}[[Ludovico il Pio]]<br /><small>''*[[778]] †[[840]]''</small>{{Fine box colorati}}|
GIU={{Box colorati|giallo}}[[Giuditta di Baviera|Giuditta]]<br /><small>''*[[800]]/805 †[[843]]''</small>{{Fine box colorati}}|
}}
{{Albero genealogico |border=0||||||||!||||||!|||||||||,|-|-|^|-|-|.|}}
{{Albero genealogico |border=0||||||||!|||||BER|||EVR|y|GIS||||CHA|
BER={{Box colorati|celeste}}[[Bernardo d'Italia]]<br /><small>''*[[797]] †[[818]]''</small>{{Fine box colorati}}|
GIS={{Box colorati|celeste}}[[Gisella (figlia di Ludovico il Pio)|Gisella]]<br /><small>''*[[818]]/[[820]] †[[876]]''</small>{{Fine box colorati}}|
EVR={{Box colorati|sabbia}}[[Eberardo del Friuli]]<br /><small>''*~[[820]] †[[866]]''</small>{{Fine box colorati}}|
CHA={{Box colorati|celeste|fond=#f08080}}[[Carlo il Calvo]]<br /><small>''*[[823]] †[[877]]''</small>{{Fine box colorati}}|
}}
{{Albero genealogico |border=0||||||||!||||||!|||||||!||||||||!|}}
{{Albero genealogico |border=0||||||||!|||||PEP|||||ING|y|HEN|||!|
PEP={{Box colorati|celeste}}[[Pipino I di Vermandois]]<br /><small>''*~[[815]] †''post'' [[850]]''</small>{{Fine box colorati}}|
HEN={{Box colorati|salmone}}[[Enrico di Franconia]]<br /><small>''*? †[[886]]''</small>{{Fine box colorati}}|
ING={{Box colorati|sabbia}}[[Ingeltrude]]<br /><small>''*? †?''</small>{{Fine box colorati}}|
}}
{{Albero genealogico |border=0||||||||!||||||!|||||||||!|||||LOU|
LOU={{Box colorati|celeste}}[[Luigi II di Francia]]<br /><small>''*[[846]] †[[879]]''</small>{{Fine box colorati}}|
}}
{{Albero genealogico |border=0|||||||ROB||||HER|||OTT|y|HED|||||!|
HER={{Box colorati|celeste}}[[Erberto I di Vermandois|Erberto I]]<br /><small>''*? †[[907]]''</small>{{Fine box colorati}}|
ROB={{Box colorati|arancio}}[[Roberto il Forte]]<br /><small>''*[[820]] †[[866]]''</small>{{Fine box colorati}}|
OTT={{Box colorati|verde}}[[Ottone I di Sassonia (duca)|Ottone I di Sassonia]]<br /><small>''*~[[851]] †[[912]]''</small>{{Fine box colorati}}|
HED={{Box colorati|salmone}}[[Edvige di Babenberg|Edvige]]<br /><small>''*[[856]] †[[903]]''</small>{{Fine box colorati}}|
}}
{{Albero genealogico |border=0||||||||!||||||!|||||||!||||||||!|}}
{{Albero genealogico |border=0|||||||ROB|~|y|~|BEA|||||HEN||||||CHA|
HEN={{Box colorati|verde}}[[Enrico I di Sassonia|Enrico I]]<br /><small>''*[[876]] †[[936]]''</small>{{Fine box colorati}}|
BEA={{Box colorati|celeste}}[[Beatrice di Vermandois|Beatrice]]<br /><small>''*~[[880]] † post [[931]]''</small>{{Fine box colorati}}|
ROB={{Box colorati|arancio}}[[Roberto I di Francia]]<br /><small>''*[[866]] †[[923]]''</small>{{Fine box colorati}}|
CHA={{Box colorati|celeste}}[[Carlo III di Francia|Carlo III]]<br /><small>''*[[879]] †[[929]]''</small>{{Fine box colorati}}|
}}
{{Albero genealogico |border=0|||||||||||!||||||,|-|-|-|+|-|-|-|.||||!|}}
{{Albero genealogico |border=0||||||||||HUG|~|y|~|HED||OTT||GER|y|LOU|
HUG={{Box colorati|arancio}}[[Ugo il Grande (duca di Borgogna)|Ugo il Grande]]<br /><small>''*~[[898]] †[[956]]''</small>{{Fine box colorati}}|
HED={{Box colorati|verde}}[[Edvige di Sassonia|Edvige]]<br /><small>''*[[922]] †~[[965]]''</small>{{Fine box colorati}}|
LOU={{Box colorati|celeste}}[[Luigi IV di Francia|Luigi IV]]<br /><small>''*[[920]] †[[954]]''</small>{{Fine box colorati}}|
OTT={{Box colorati|verde|fond=#e74542}}[[Ottone I di Sassonia]]<br /><small>''*[[912]] †[[973]]''</small>{{Fine box colorati}}|
GER={{Box colorati|verde}}[[Gerberga di Sassonia|Gerberga]]<br /><small>''*[[913]]/[[914|14]] †[[969]]''</small>{{Fine box colorati}}|
}}
{{Albero genealogico |border=0| | ||||| | | | | | | |!| | | | | | |!| | | | | |!|}}
{{Albero genealogico |border=0| | | ||||| | | | | | HUG | || | | OTT | | | | LOT|
OTT={{Box colorati|verde|fond=#e74542}}[[Ottone II di Sassonia|Ottone II]]<br /><small>''*~[[955]] †[[983]]''</small>{{Fine box colorati}}|
HUG={{Box colorati|blu}}[[Ugo Capeto]]<br /><small>''*~[[940]] †[[996]]''</small>{{Fine box colorati}}|
LOT={{Box colorati|celeste}}[[Lotario di Francia|Lotario]]<br /><small>''*[[941]] †[[986]]''</small>{{Fine box colorati}}|
}}
{{Albero genealogico |border=0| |||| | | || | | | | | | | | | | | |!| | | | | |!|}}
{{Albero genealogico |border=0| | ||||| | | | | | | | | | | | | |OTT| | | | LUI|
OTT={{Box colorati|verde|fond=#e74542}}[[Ottone III di Sassonia|Ottone III]]<br /><small>''*[[980]] †[[1002]]''</small>{{Fine box colorati}}|
LUI={{Box colorati|celeste}}[[Luigi V di Francia|Luigi V]]<br /><small>''*~[[967]] †[[987]]''</small>{{Fine box colorati}}|
}}
{{Albero genealogico |border=0| ||| ||| | | | | | | | | | | | | | |!| | | | |arr|
arr={{simbolo|Octicons-arrow-small-down.svg|10}}}}
{{Albero genealogico |border=0| | ||| ||| | | | | | | | | | | | |ENR| | | |CAP|
ENR={{Box colorati|verde|fond=#e74542}}[[Enrico II il Santo]]<br /><small>''*~[[975]] †[[1024]]''</small>{{Fine box colorati}}|
CAP={{Box colorati|blu}}''[[Ugo Capeto]]''{{Fine box colorati}}|
}}
{{Albero genealogico |border=0| ||| ||| | | | | | | | | | | | | |arr|| | | | ||
arr={{simbolo|Octicons-arrow-small-down.svg|10}}}}
{{Albero genealogico |border=0| | | ||| ||| | | | | | | | | | | |SAL|
SAL={{Box colorati|transp}}''[[Dinastia salica]]''{{Fine box colorati}}|
}}
{{Albero genealogico/fine}}
</div>
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* Patrick J. Geary, ''Die Merowinger. Europa vor Karl dem Grossen'', München 2003 (in tedesco)
* Ludwig Schmidt, ''I regni germanici in Gallia'', in ''Cambridge University Press - Storia del mondo medievale'', vol. I, pp. 275–300, Garzanti, 1999
* [[Marc Bloch]], ''I re taumaturghi'', Einaudi ET Saggi, 2005
* Cardini - Montesano, ''Storia medievale'', Le Monnier Università, Firenze, 2006
* Dieter Hägermann, ''Carlo Magno. Il signore dell'Occidente'', G. Einaudi, Torino, 2004.
== Voci correlate ==
* [[Architettura merovingia]]
* [[Sovrani franchi]]
* [[Storia della Gallia tardo-antica e altomedievale]]
*[[Pipinidi]]
*[[Carolingi]]
* [[Principe germanico]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|wikt=Merovingi}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Merovingi}}
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