Primo Levi: differenze tra le versioni

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l’anno di matrimonio dei genitori di Primo Levi
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|Nome = Primo <!-- Non aggiungere MICHELE, leggi la nota -->
|Cognome = Levi
|PostCognome = {{#tag:ref|Secondo Ian Thompson<ref>{{cita|Thomson|pp. 17-18|Thomson}}.</ref> e secondo il racconto fatto dallo stesso Levi a [[Giovanni Tesio]],<ref>{{Cita|Tesio|p. 12|Tesio}}.</ref>, il nome proprio completo delledello scrittore era "Primo Michele". Il secondo nome, che riprendeva quello del nonno paterno morto suicida, non risulta attestato sui documenti ufficiali dello scrittore (ed in particolare in quelli relativi al ''curriculum'' scolastico<ref>Quadri dei risultati degli esami di maturità, libretto universitario, diploma di laurea e certificato di laurea , ''cfr.'' {{Cita libro|titolo=Album Primo Levi|curatore=Roberta Mori|curatore2=Domenico Scarpa|editore=Giulio Einaudi editore|anno=2017|pp=15, 300}} e in {{cita pubblicazione|autore=Maria Vittoria Barbarulo|url=https://www.primolevi.it/it/pergamena-cassetto|titolo=La pergamena nel cassetto|editore=Centro Internazionale di studi Primo Levi}}</ref>), né indicato nelle edizioni dei suoi libri, né in generale utilizzato nell'ambito della sua attività pubblica.|group=n}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Torino
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|Attività = scrittore
|Attività2 = chimico
|Attività3 = partigiano
|AttivitàAltre = e [[Superstiti dell'Olocausto|superstite dell'Olocausto]]
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , autore di [[saggioSuperstiti dell'Olocausto|saggi]],superstite [[romanzidell'Olocausto]], [[autore di racconti]], di un romanzo, di [[memorie (genere letterario)|memorie]], saggi e [[Poesia|poesie]]
|Immagine = Primo Levi bianco e nero.JPG
|Didascalia2 = {{Premio|[[StregaPremio (premio)Campiello|StregaCampiello]]||19791963}}<br />
{{Premio|[[Strega (premio)|Strega]]||1979}}<br />
{{Premio|[[Premio Viareggio|Viareggio]]||1982}}
}}
Partigiano [[antifascista]], il 13 dicembre [[1943]] fu arrestato dai [[Nazifascismo|fascisti]] in [[Valle d'Aosta]], venendo prima inviato in un campo di raccolta a [[Campo di Fossoli|Fossoli]] e, nel febbraio 1944, deportato nel [[campo di concentramento di Auschwitz]] in quanto [[ebreo]]. Scampato alalla morte nel [[lager]], tornò in [[Italia]], dovee si dedicòimpegnò con impegno al compito dia raccontare le atrocità viste e subite dai prigionieri.
 
La sua opera più famosa, di genere memorialistico, è ''[[Se questo è un uomo]]'':, raccontail leresoconto suedelle proprie esperienze nell'anno vissuto nel campo di concentramento nazistanell'allora Polonia occupata dai nazisti: il edlibro è considerato un classico della letteratura mondiale. Laureato in [[chimica]], pubblicò il libro ''[[Il sistema periodico]]'', una raccolta di racconti principalmente autobiografici, nel quale ogni capitolo ha il nome di un elemento chimico, che svolge un ruolo preciso all'interno della storia; anche in moltealtre sue opere appaiono riferimenti diretti e indiretti a questa branca della scienza.<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/dossier/cultura/le-parole-di-primo-levi/2019/05/23/news/le_parole_di_primo_levi_la_chimica_a_misura_d_uomo-226998051/|titolo=Le parole di Primo Levi. La chimica a misura d'uomo|autore=Marco Belpoliti|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=23 maggio 2019|accesso=31 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190622091406/https://www.repubblica.it/dossier/cultura/le-parole-di-primo-levi/2019/05/23/news/le_parole_di_primo_levi_la_chimica_a_misura_d_uomo-226998051/|dataarchivio=22 giugno 2019|urlmorto=no}}</ref>.
Partigiano [[antifascista]], il 13 dicembre [[1943]] fu arrestato dai [[Nazifascismo|fascisti]] in [[Valle d'Aosta]], venendo prima inviato in un campo di raccolta a [[Campo di Fossoli|Fossoli]] e, nel febbraio 1944, deportato nel [[campo di concentramento di Auschwitz]] in quanto [[ebreo]]. Scampato al [[lager]], tornò in [[Italia]], dove si dedicò con impegno al compito di raccontare le atrocità viste e subite.
 
Levi morì per le ferite riportate nella caduta dalle scale dello stabile dove viveva. La sua morte fu ufficialmente rubricata come suicidio.
La sua opera più famosa, di genere memorialistico, è ''[[Se questo è un uomo]]'': racconta le sue esperienze nel campo di concentramento nazista ed è considerato un classico della letteratura mondiale. Laureato in [[chimica]], in molte sue opere appaiono riferimenti diretti e indiretti a questa branca della scienza<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/dossier/cultura/le-parole-di-primo-levi/2019/05/23/news/le_parole_di_primo_levi_la_chimica_a_misura_d_uomo-226998051/|titolo=Le parole di Primo Levi. La chimica a misura d'uomo|autore=Marco Belpoliti|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=23 maggio 2019|accesso=31 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190622091406/https://www.repubblica.it/dossier/cultura/le-parole-di-primo-levi/2019/05/23/news/le_parole_di_primo_levi_la_chimica_a_misura_d_uomo-226998051/|dataarchivio=22 giugno 2019|urlmorto=no}}</ref>.
 
==Biografia==
[[File:Famiglia Levi.jpg|thumb|Famiglia Levi, gennaio 1927|sinistra]]
Primo Levi nacque a Torino - nellain un appartamento di Corso re Umberto casa75 dove abiterà per tutta la vita<ref>{{Cita web|url=https://www.primolevi.it/it/terracini-archivio |titolo=Archivio Terracini |autore= |sito=primolevi.it |data= |lingua= |accesso=22 gennaio 2023}}</ref> - il 31 luglio [[1919]], figlio primogenito di Cesare Levi (1878-1942) ed Ester Luzzati (1895-1991),<ref>{{Cita web |url =http https://www.primolevi.it/Webit/Italiano/Contenuti/Biografia/110_Cronologia biografia|titolo=Centro internazionale di studi Primo Levi |accesso=1210 febbraio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180604034125/http://www.primolevi.it/Web/Italiano/Contenuti/Biografia/110_Cronologia |dataarchivio=4 giugno 2018 |urlmorto=sìgennaio 2024}}</ref>, sposatisi nel 19171918 e appartenenti a famiglie di origini ebraiche. I suoi antenati erano ebrei piemontesi provenienti dalla Spagna e dalla Provenza;<ref>{{cita libro| Primo | Levi | [[Il sistema periodico]] | 1975 | Einaudi | Torino | capitolo=Argon }}</ref>; il nonno paterno era un ingegnere civile, il nonno materno un mercante di stoffe. Il padre Cesare, ebreo praticante,<ref name="Le parole di Primo Levi: Dio e gli ebrei">{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/dossier/cultura/le-parole-di-primo-levi/2019/06/05/news/le_parole_di_primo_levi_dio_e_gli_ebrei-228035246/|titolo=Le parole di Primo Levi: Dio e gli ebrei|sito=la Repubblica|data=2019-06-05|lingua=it|accesso=2021-07-10}}</ref>, laureato in ingegneria elettrotecnica (nel 1901) e dipendente della società Ganz, era spesso lontano dalla famiglia per ragioni di lavoro, principalmente all'estero (in particolare in Ungheria). Nondimeno esercitò sul figlio una profonda influenza, trasmettendogli gli interessi per la scienza e la letteratura (Levi raccontò che il padre gli aveva comprato un microscopio e regalato molti libri) che diverranno tratti salienti della personalità di Primo Levi, nonché elementi della sua futura produzione letteraria. Nel 1921 nacque la sorella Anna Maria, cui Levi restò molto legato per tutta la vita.<ref>{{Cita web|url=https://www.primolevi.it/it/biografia|titolo=Biografia {{!}} Centro Internazionale di Studi Primo Levi|sito=www.primolevi.it|accesso=2021-07-10}}</ref>.
 
[[File:Primo Levi e Anna Maria Levi.jpg|thumb|Primo Levi assieme alla sorella Anna Maria nel 1928 a [[Torre Pellice]]]]
Dopo le scuole elementari ricevette lezioni private per un anno; era di salute cagionevole. Nel 1930 si s'iscrisse al [[Liceo classico Massimo d'Azeglio|Ginnasio D'Azeglio]] di Torino e successivamente, tra il [[1934]] e il [[1935]], frequentò il [[Liceo classico Massimo d'Azeglio|liceo]], noto per aver annoverato negli anni precedenti tra i propri insegnanti e studenti diverse figure distintesi per la loro opposizione al regime fascista, tra cui [[Augusto Monti]], [[Franco Antonicelli]], [[Umberto Cosmo]], [[Norberto Bobbio]], [[Zino Zini]] e [[Massimo Mila]]. Levi era uno studente con un buon rendimento, timido e diligente, molto interessato a biologia e chimica, meno a storia e italiano; manifestò insofferenza per l'astratto sapere letterario che gli veniva insegnato. Strinse amicizia con alcuni compagni di corso (in particolare con [[Mario Piacenza]]) accomunati dall'interesse per la chimica; con altri compagni invece fondò una sorta di gruppo sportivo-fan club intitolato al corridore [[Luigi Beccali]].<ref name="ref_A">{{cita|Thomson|Capitolo 5|Thomson}}.</ref>.

Negli anni del Ginnasio fu compagno di [[Fernanda Pivano]]; nel Liceo frequentò il Corso B, solo maschile, a differenza di Fernanda Pivano che, nel corso A, ebbe come supplente di Italianolingua italiana in I<sup>a</sup> Liceo, [[Cesare Pavese]];<ref>{{cita|Brandone e Cerrato|p. 152|Brandonecerrato}}.</ref>; Levi fu allievo di [[Azelia Arici]], con cui rimase in contatto nel corso della sua vita e cui dedicò un necrologio pubblicato susul quotidiano ''[[La Stampa]]''.<ref>{{cita|Brandone e Cerrato|pp.178, 181|Brandonecerrato}}.</ref>. Nel corso del liceo nacque il suo amore per la montagna. Nel 1936-1937 fu uno dei redattori del numero unico del ''D'Azeglio sotto spirito'', rivista della scuola, su cui pubblicò la sua prima poesia ''Voi non sapete studiare'', in cui racconta le sue disavventure nel tentativo di raccogliere un erbario su indicazione della professoressa di scienze.<ref>{{cita libro | titolo = Raccolta dei numeri unici del Liceo D'Azeglio |curatore = Giorgio Brandone | anno = 2017 | editore = Liceo Classico Massimo D'Azeglio | città = Torino | capitolo = D'Azeglio sotto spirito}}</ref> In quel periodo maturerà in Levi l'intenzione di d'intraprendere una carriera nella chimica, annunciando la propria decisione in tal senso al padre nel giorno del suo sedicesimo compleanno, il 31 luglio 1935.<ref name="ref_A" />.
 
===Studi universitari e prime esperienze lavorative===
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[[File:Primo Levi, 1942-1943.jpg|destra|miniatura|Levi presso la tenuta della nonna a [[Superga]], qualche mese prima dell'arresto]]
 
Nel 1937, dopo essere stato rimandato in italiano a giugno, si diplomò al [[Liceo classico Massimo d'Azeglio]], superando l'esame di maturità a settembre,<ref>{{cita|Brandone e Cerrato|pp. 152-177|Brandonecerrato}}.</ref><ref>{{cita web|http://www.istoreto.it/materiali/Mostre/doc/90_Brandone,%20Giorgio_Primo%20Levi%20e%20il%20D'Azeglio.pdf|Primo Levi e il D'Azeglio|14/05/2019}}</ref>, e si iscrisse al corso di laurea in [[chimica]] presso l'[[Università di Torino]]. Il padre di Primo si era iscritto di malavoglia al partito fascista. Nel novembre del 1938, entrarono in vigore in Italia le [[Leggi razziali fasciste|leggi razziali]] dopo quelle in Germania, dove già l'antisemitismo si era manifestato attraverso atti di violenza e sopraffazione. Tali leggi avevano introdotto gravi discriminazioni ai danni dei cittadini italiani che il [[Fascismo|regime fascista]] considerava "di razza ebraica". Le leggi razziali ebbero un determinante influsso indiretto sul suo percorso universitario e intellettuale.
{{citazione|Nella mia famiglia si accettava, con qualche insofferenza, il fascismo. Mio padre […] si era iscritto al partito di malavoglia, ma si era pur messo la camicia nera. Ed io fui [[Opera nazionale balilla|balilla]] e poi [[avanguardista]]. Potrei dire che le leggi razziali restituirono a me, come ad altri, il libero arbitrio.<ref>{{cita pubblicazione |nome= Giorgio|cognome= De Rienzo |titolo= In un alambicco quanta poesia|rivista= Famiglia Cristiana |editore= Edizioni San Paolo |città= Alba |data = 20 luglio 1975 }}</ref>}}
Le leggi razziali precludevano l'accesso allo studio universitario agli ebrei, ma concedevano di terminare gli studi a coloro che li avessero già intrapresi. Negli anni dell'università frequentò circoli di studenti antifascisti; leggeva Darwin, Mann, Tolstoj. Pur in regola con gli esami, a causa delle leggi razziali ebbe difficoltà a trovare un relatore per la sua tesi, finché nel [[1941]] si laureò con lode, con una tesi compilativa in chimica (''[[Inversione di Walden|L'inversione di Walden]]'', relatore il professore [[Giacomo Ponzio (chimico)|Giacomo Ponzio]]<ref>{{Cita web|url=https://sites.google.com/site/lswn20002/Levi_tesi.jpg|titolo=Frontespizio della tesi di laurea di Primo Levi|autore=|data=|accesso=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161001230829/https://sites.google.com/site/lswn20002/Levi_tesi.jpg|dataarchivio=1 ottobre 2016|urlmorto=no}}</ref>)<ref>{{cita libro | Primo | Levi | Il sistema periodico | 1975 | Einaudi | Torino | capitolo=Nichel}}</ref>: in realtà discusse una tesi e due sottotesi, una delle quali, in fisica sperimentale, avrebbe dovuto essere la tesi principale se agli ebrei non fosse stato impedito di svolgere ricerca in laboratorio. Il diploma di laurea riporta la precisazione «di razza ebraica».
 
In quel periodo suo padre si ammalò di [[neoplasia|tumore]]. Le conseguenti difficoltà economiche resero affannosa la ricerca di un impiego. Levi fu assunto in maniera semi-illegale da un'impresa (non appariva ufficialmente nei libri paga, pur lavorando in un laboratorio), con il compito di trovare un metodo economicamente conveniente per estrarre le tracce di [[nichel]] contenute nel materiale di scarto di una cava d'[[amianto]] presso Lanzo (l'[[Amiantifera di Balangero]], anche se Levi, nel suo racconto ''Nichel'', non la nomina mai). A questo periodo si fanno con probabilità risalire i primi esperimenti letterari come la poesia "''Crescenzago''" o il progetto di un racconto di montagna. Nel [[1942]], si trasferì a [[Milano]], avendo trovato un impiego migliore presso la sede milanese, situata in via Meucci a [[Crescenzago]], della [[Wander AG]], una fabbricasocietà [[svizzera]] produttrice di medicinalialimenti speciali e prodotti farmaceutici, dov'era incaricato di studiare alcuni farmaci contro il diabete. Qui Levi, assieme ad alcuni amici, venne in contatto con ambienti [[antifascisti]] militanti ed entrò nel [[Partito d'Azione]] clandestino.
 
===La Resistenza e il campo di concentramento di Auschwitz===
{{Citazione|Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c’è, e non è pensabile. Nulla più è nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di quello che eravamo, rimanga.|Primo Levi, ''[[Se questo è un uomo]]''}}
[[File:Arbeit macht frei sign, main gate of the Auschwitz I concentration camp, Poland - 20051127.jpg|thumb|L'ingresso al [[campo di concentramento di Auschwitz]] in inverno|sinistra|263x263px]]
[[File:Primo Levi deportazione.JPG|miniatura|Nel periodo di guerra]]
Dopo l'[[Armistizio di Cassibile|8 settembre 1943]] si rifugiò in montagna, unendosi a un nucleo partigiano operante in [[Valle d'Aosta]]. Il periodo di militanza fra i partigiani del [[Col de Joux]] è stato quello che Levi stesso ha giudicato un'esperienza di giovani ben intenzionati, ma sprovveduti, privi di armi e di solidi contatti, come Levi afferma in una lettera a [[Paolo Momigliano Levi]].<ref>{{cita pubblicazione |nome= Massimo |cognome= Novelli|titolo= Se questa è la mia storia|rivista= La Repubblica |città= Torino|data= 17 aprile 2013}}</ref>. La sua esperienza partigiana è stata oggetto di due saggi usciti a pochi mesi di distanza nel 2013 e di una dura polemica giornalistica.<ref group=n>Si tratta de ''Il lungo viaggio di Primo Levi'' di Frediano Sessi (Marsilio) e ''Partigia. Una storia della Resistenza'' di Sergio Luzzatto (Mondadori). La polemica ha riguardato i giornalisti Gad Lerner, Paolo Mieli, Francesco Borgonovo, Edoardo Castagna e gli storici Giovanni De Luna, Guido Crainz, Guido Bonfiglioli, Alberto Cavaglion e verteva sull'opportunità di rivangare una vicenda definita dallo stesso Levi un "segreto brutto", dimenticato per oltre 38 anni, cioè l'esecuzione di due compagni partigiani da parte dei capi della banda per ruberie e grassazioni commesse dai due. Secondo la tesi di Luzzatto, all'esecuzione assistette probabilmente lo stesso Levi e la vicenda lo gettò in un profondo sconforto, togliendogli la voglia di combattere. Levi accennò a questo episodio solo in ''Oro'', uno dei 21 racconti della raccolta ''Il sistema periodico'' (1975)</ref>. Poco dopo, all'alba del 13 dicembre 1943, venne arrestato insieme a due compagni dalla [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale|milizia fascista]] nel villaggio di Amay, sul versante verso [[Saint-Vincent (Italia)|Saint-Vincent]] del Col de Joux (tra Saint-Vincent e [[Brusson (Italia)|Brusson]]). Interrogato, preferì dichiararsi ebreo piuttosto che partigiano e per questo fu trasferito nel [[campo di Fossoli]],<ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/cultura/13_aprile_16/I-compagni-dimenticati-del-partigiano-Primo-Levi_f7dd888c-a676-11e2-bce2-5ecd696f115c.shtml |titolo=I compagni dimenticati del partigiano Primo Levi|autore=[[Paolo Mieli]]|editore=[[Corriere della Sera]]|data=16 aprile 2013 (modifica il 29 maggio 2013)|accesso=31 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180121071419/https://www.corriere.it/cultura/13_aprile_16/I-compagni-dimenticati-del-partigiano-Primo-Levi_f7dd888c-a676-11e2-bce2-5ecd696f115c.shtml |dataarchivio=21 gennaio 2018|urlmorto=no}}</ref>, presso [[Carpi]], in [[provincia di Modena]].
 
Il 22 febbraio [[1944]] Levi e altri 650 ebrei, donne e uomini, furono stipati su un treno merci. (oltreNel 50suo vagone, racconterà, c'erano 45 persone, intra ognicui vagone)una madre con un neonato; viaggiarono per 5 giorni e destinatiarrivarono nella notte al [[campo di concentramento di Auschwitz]] in [[Polonia]]; il viaggio durò cinque giorni. Levi fu qui registrato (con il numero 174517) e subito condotto al campo di Buna-Monowitz, allora conosciuto come [[Campo di lavoro di Monowitz|Auschwitz III]], dove rimase fino alla liberazione da parte dell'[[Armata Rossa]], avvenuta il 27 gennaio [[1945]].[[File:Cartina La tregua - Primo Levi.gif|thumb|L'avventuroso viaggio di ritorno, descritto nel romanzo ''[[La tregua (Primo Levi)|La tregua]]'', da [[Auschwitz]] a [[Torino]]|sinistra|266x266px]]
Levi attribuì la propria sopravvivenza a una serie di incontri e coincidenze fortunate. Innanzitutto, leggendo pubblicazioni scientifiche durante i suoi studi, aveva appreso un [[Lingua tedesca|tedesco]] elementare, e riusciva quindi a comprendere gli ordini impartitigli; di grande importanza fu parimenti l'incontro con [[Lorenzo Perrone]], un civile occupato come muratore, il quale, esponendosi a un grande rischio personale, gli fece avere regolarmente del cibo. In un secondo momento, verso la fine del [[1944]], fu esaminato da una commissione di selezione, incaricata di reclutare chimici per la Buna, una fabbrica per la produzione di [[Gomma (materiale)|gomma sintetica]] di proprietà del colosso chimico tedesco [[IG Farben]].[[File:Levi.jpg|thumb|Durante una visita al memoriale del campo di Buchenwald]] Insieme ad altri due prigionieri (entrambi poi deceduti durante la [[Marcia della morte|marcia di evacuazione]]) ottenne, superato l'esame, un posto presso il laboratorio della Buna, dove svolse mansioni meno faticose ed ebbe la possibilità di contrabbandare materiale con il quale effettuare transazioni per ottenere cibo. Nel far ciò, si avvalse della collaborazione di un altro prigioniero al quale fu molto legato, [[Alberto Dalla Volta]], anch'egli italiano. Infine, nel gennaio del [[1945]], immediatamente prima della liberazione del campo da parte dell'Armata Rossa, si ammalò di [[scarlattina]] e venne ricoverato nel Ka-be (dal tedesco ''Krankenbau'', in italiano "infermeria del campo"); i tedeschi evacuarono il campo e abbandonarono i malati, così Levi scampò fortunosamente alla [[Marce della morte|marcia di evacuazione da Auschwitz]], nella quale sarebbe morto Alberto. Fu uno dei venti sopravvissuti dei 650 ebrei italiani arrivati con lui al campo.
Il viaggio di ritorno in Italia, narrato nel libro di memorie ''[[La tregua (Primo Levi)|La tregua]]'', sarà lungo e travagliato. Levi fece l'infermiere per qualche mese a [[Katowice]], in un campo sovietico di transito; a giugno iniziò il viaggio di rimpatrio, che si protrasse fino a ottobre: percorseropercorse un itinerario che dalla [[Bielorussia|Russia Bianca]] lilo condusse in patria attraverso Ucraina, Romania, Ungheria, Austria e Germania.<ref>{{cita web|url=https://www.primolevi.it/it/tregua|titolo=La tregua|accesso=21 novembre 2022}}</ref>
 
===Il ritorno e la carriera da scrittore===
Giunto a [[Torino]], si riprese dal punto di vista fisico e riallacciò i contatti con i familiari e gli amici superstiti della [[Shoah]]; trovò lavoro nella fabbrica di vernici Duco-Montecatini ad [[Avigliana]], vicinavicino a Torino, da cui si licenziòdimise nel 1947.
 
L'esperienza nel campo di concentramento lo segnòaveva segnato profondamente: l'incubo vissuto nel ''[[lager]]'' lo spinse subito a scrivere un testo che fosse testimonianza della sua esperienza ad [[Auschwitz]] e che verrà intitolato ''[[Se questo è un uomo]]''. Cinque capitoli dell'opera erano già stati pubblicati tra il 29 marzo e il 31 maggio 1947 ne "''[[L'amico del popolo]]"'', organo della Federazione comunista vercellese e in seguito rivisti. La pubblicazione dell'opera su questo periodico si deve all'interessamento di [[Silvio Ortona]], amico dell'autore. Nel 1945 fu poi aggiunta la poesia ''Buna Lager'', sempre pubblicata sul giornale. In seguito conobbe [[Lucia Morpurgo (1920-2009)|Lucia Morpurgo]] (1920-2009) che diventò sua moglie a settembre 1947: questo incontro, insieme al lavoro di chimico, gli permise di superare il momento più doloroso del ritorno e di dedicarsi alla stesura di ''Se questo è un uomo''. Ne ''Il Sistema periodico'' Primo Levi definisce il suo scrivere ''"un’opera di chimico che pesa e divide, misura e giudica su prove certe, e s'industria di rispondere ai perché''".<ref>{{cita libro| Primo | Levi | [[Il sistema periodico]] | 1975 | Einaudi | Torino | capitolo= Cromo }}</ref>. Nel [[1947]] terminò il manoscritto, ma molti editori, tra cui [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], lo rifiutarono; la scelta editoriale di non accettare il testo per la pubblicazione presso Einaudi venne presa da [[Natalia Ginzburg]], all'epoca consulente della casa editrice torinese.<ref>Riccardo Chiaberge, [https://www.treccani.it/magazine/atlante/cultura/chi_boccio_primo_levi.html Chi bocciò Primo Levi], Atlante, 15 aprile 2014</ref>. Fu pubblicato da un piccolo editore, De Silva, a cura di [[Franco Antonicelli]]. Nonostante la buona accoglienza della critica, inclusa una recensione favorevole di [[Italo Calvino]] su ''[[l'Unità]]'', incontrò uno scarso successo di vendita. Delle 2500 copie stampate ne furono vendute solo 1500, soprattutto a Torino.
[[File:Primo Levi (1960).jpg|miniatura|Seduto alla scrivania mentre legge, 1960]]
 
L'opera di Primo Levi fu uno dei primissimi memoriali di deportati ebrei nei campi di sterminio nazisti. Sette furono i deportati ebrei autori di racconti autobiografici pubblicati in Italia nei primi anni del dopoguerra: Lazzaro Levi alla fine del 1945, [[Giuliana Fiorentino Tedeschi]], [[Alba Valech Capozzi]], [[Frida Misul]] e [[Luciana Nissim Momigliano]] nel 1946, e infine nel 1947 Primo Levi e [[Liana Millu]]. A essi vanno aggiunti [[Luigi Ferri (deportato)|Luigi Ferri]], la cui deposizione (in tedesco) è resa nell'aprile 1945 di fronte a uno dei primi tribunali chiamati a giudicare sui crimini nazisti; [[Sofia Schafranov]], la cui testimonianza è raccolta nel 1945 in un libro-intervista di [[Alberto Cavaliere]], e [[Bruno Piazza]], il cui memoriale, scritto negli stessi anni, sarà però pubblicato solo nel 1956.<ref>Anna Baldini (2012), "La memoria italiana della Shoah (1944-2009)", in ''Atlante della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, Vol.3, pag. 758-763.</ref>. Prima di ''Se questo è un uomo'', Levi aveva scritto con il dottor Leonardo De Benedetti,<ref>{{cita|Brandone e Cerrato|Capitolo: Corso Re Umberto 61 e Leonardo De Benedetti|Brandonecerrato}}.</ref><ref>{{cita libro| Anna | Segre | Il mondo del 61. La casa grande dei Vita | 2007 | Fondazione Alberto Colonnetti | Torino | capitolo=Prefazione di Giovanni De Luna}}</ref>, su richiesta delle autorità russe, ''Rapporto su Auschwitz'', il primo saggio che descriveva le condizioni sanitarie nei campi di concentramento. Levi abbandonò quindi il mondo della letteratura e si dedicò alla professione di chimico. Dopo una breve esperienza come lavoratore autonomo con un amico, trovò impiego presso la ''Siva'', una ditta di produzione di vernici di [[Settimo Torinese]], di cui, in seguito, assunse la direzione fino al pensionamento. Nel 1948 nacque sua figlia Lisa Lorenza, nel 1957 il figlio Renzo.
 
Nel 1955, una mostra sulla deportazione a [[Torino]] incontrò uno straordinario riscontro di pubblico: Levi si rese conto del grande interesse per la Shoah, soprattutto tra i giovani. Partecipò a numerosi incontri pubblici (soprattutto nelle scuole). Aveva intanto riproposto a Einaudi, nel 1955 ''Se questo è un uomo'' a Einaudi, che decise di pubblicarlo nel giugno [[1958]]: questa nuova edizione, con modifiche e aggiunte, in particolare la parte introduttiva dove Levi racconta il suo arresto, incontrò un successo immediato. Dal [[1959]] collaborò alle traduzioni delle sue opere in [[lingua inglese|inglese]] e in [[lingua tedesca|tedesco]]: quest'ultima traduzione era particolarmente significativa per Levi (uno degli obiettivi che si era proposto scrivendo il suo romanzo era far comprendere al popolo tedesco che cosa era stato fatto in suo nome e di fargliene accettare una responsabilità almeno parziale). Incoraggiato dal successo internazionale, nel [[1962]], quattordici anni dopo la stesura di ''[[Se questo è un uomo]]'', incominciò a lavorare a una nuova opera sul viaggio di ritorno da Auschwitz: quest'opera fu intitolata ''[[La tregua (Primo Levi)|La tregua]]'', scritta metodicamente (a differenza di ''[[Se questo è un uomo]]'') e vinse la prima edizione del [[Premio Campiello]] ([[1963]]);<ref>{{Cita web |url=http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-a0741e4c-092f-4ce8-a4e3-6e7799089ef3.html?p=0 |titolo=''Intervista televisiva a Primo Levi di &#91;&#91;Luigi Silori&#93;&#93;, &#91;&#91;RAI&#93;&#93;, &#91;&#91;L'Approdo&#93;&#93;, 1963'' |accesso=30 agosto 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120124185043/http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-a0741e4c-092f-4ce8-a4e3-6e7799089ef3.html?p=0 |dataarchivio=24 gennaio 2012 |urlmorto=no }}</ref>; incontrò un buon successo tra la critica. Nella sua produzione letteraria successiva, prendendo spunto dalle proprie esperienze come chimico, l'osservazione della natura e l'impatto della scienza e della tecnica sulla quotidianità diventarono lo spunto per originali situazioni narrate in racconti pubblicati su ''[[Il Giorno]]''.
 
In questo periodo, la sua vita è nettamente divisa in tre impegni: la fabbrica, la famiglia, la scrittura. Compì numerosi viaggi di lavoro in Germania e Inghilterra. Nel 1965 tornò ad Auschwitz per una cerimonia commemorativa.
 
===Anni settanta e ottanta===
Fece molti viaggi di lavoro in Unione Sovietica; nel [[1975]] decise di andare in pensione (abbandonando la direzione della fabbrica, ma restandone consulente per due anni) e di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura e agli incontri nelle scuole. Nello stesso anno uscì la raccolta di racconti ''[[Il sistema periodico]]'', in cui episodi autobiografici e racconti di fantasia vengono associati ciascuno a un elemento chimico. L'opera gli valse il Premio Prato per la Resistenza. Il 19 ottobre 2006 la [[Royal Institution]] del [[Regno Unito]] scelse quest'opera come il miglior libro di scienza mai scritto.<ref>{{Cita web|url=https://www.theguardian.com/science/2006/oct/21/uk.books |titolo=Levi's memoir beats Darwin to win science book title|autore=James Randerson|editore=[[The Guardian]]|data=21 ottobre 2006|lingua=en|accesso=31 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190204194328/https://www.theguardian.com/science/2006/oct/21/uk.books|dataarchivio=4 febbraio 2019|urlmorto=no}}</ref>.
 
[[File:Pimo Levi al Premio Strega.JPG|miniatura|Con la scrittrice [[Francesca Sanvitale]] in occasione di un'edizione del [[Premio Strega]]|sinistra]]
Nel [[1978]] pubblicò ''[[La chiave a stella]]''. Questa raccolta di racconti il cui protagonista è il medesimo personaggio, Libertino Faussone, rappresenta un omaggio al lavoro creativo e in particolare a quel gran numero di tecnici italiani che hanno lavorato in giro per il mondo a seguito dei grandi progetti di ingegneria civile portati avanti dall'industria italiana dell'epoca ([[anni 1960|anni sessanta]] e [[anni 1970|anni settanta]]). In particolare dopo aver ottenuto la pensione Levi si dedicò completamente alla scrittura e agli incontri nelle scuole. Nel luglio del [[1979]] ''[[La chiave a stella]]'' vinse il [[premio Strega]].<ref>{{Cita web|url=https://premiostrega.it/PS/1979-primo-levi/|titolo=1979 Primo Levi ''La chiave a stella'' (Einaudi)|editore=[[Premio Strega]]|accesso=16 aprile 2019|dataarchivio=16 aprile 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190416063151/https://premiostrega.it/PS/1979-primo-levi/|urlmorto=sì}}</ref>; Claude Lévi-Strauss elogiò il romanzo.
 
Nel [[1982]] tornò al tema della [[seconda guerra mondiale]], raccontando in ''[[Se non ora, quando?]]'', le avventure [[Romanzo picaresco|picaresche]] di un gruppo di partigiani ebrei di origini polacche e russe che tendono imboscate ai tedeschi sul fronte orientale e giungono ad attraversare i territori del [[Terzo Reich|Reich]] sconfitto, sino a Milano, da dove alcuni prenderanno la via della [[Palestina]] per partecipare alla costruzione dello Stato di [[Israele]]. Il libro vinse nel 1982 il [[Premio Campiello]] e il [[Premio Viareggio]].<ref>{{Cita web|url = http://www.premioletterarioviareggiorepaci.it/premi/vincitori/1-Premio%20Letterario%20Viareggio-R%C3%A8paci|titolo = Premio letterario Viareggio-Rèpaci|sito = premioletterarioviareggiorepaci.it|accesso = 9 agosto 2019|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150218231451/http://www.premioletterarioviareggiorepaci.it/premi/vincitori/1-Premio%20Letterario%20Viareggio-R%C3%A8paci|dataarchivio = 18 febbraio 2015|urlmorto = no}}</ref>
 
Tornò per la seconda volta ad Auschwitz, provando grande emozione. Prese posizione, con un articolo su [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]], contro Israele,<ref>{{Cita web|url=https://www.doppiozero.com/materiali/primo-levi-e-israele|titolo=Primo Levi e Israele|autore=a.raimondi|sito=Doppiozero|data=2017-11-30|lingua=it|accesso=2021-07-10}}</ref>, che aveva invaso il Libano. Intraprese la traduzione de ''[[Il processo]]'', su invito di [[Giulio Einaudi]], e poi di due opere di Lévi-Strauss. [[File:Roth e Levi.jpg|miniatura|A destra, assieme a [[Philip Roth]], Torino 1986|324x324px]] Nella raccolta di saggi ''[[I sommersi e i salvati]]'' ([[1986]]), prendendo spunto dai molti dialoghi con i giovani, in incontri pubblici e scambi epistolari, tornò per l'ultima volta sul tema dell'[[Olocausto]], cercando di analizzare con distacco la sua esperienza, chiedendosi perché le persone si siano comportate in quel modo ad Auschwitz e perché alcuni siano sopravvissuti e altri no. In particolare estese la sua analisi alla "zona grigia", come egli la definì, rappresentata da tutti coloro che a vario titolo e con varie mansioni avevano partecipato al progetto concentrazionario nazista.{{citazione|È ingenuo, assurdo e storicamente falso ritenere che un sistema infero, qual era il nazionalsocialismo, santifichi le sue vittime: al contrario, esso le degrada, le assimila a sé, e ciò tanto più quanto più esse sono disponibili, bianche, prive di un’ossatura politica o morale. Da molti segni, pare che sia giunto il tempo di esplorare lo spazio che separa (non solo nei Lager nazisti!) le vittime dai persecutori, e di farlo con mano più leggera, e con spirito meno torbido, di quanto non si sia fatto ad esempio in alcuni film. Solo una retorica schematica può sostenere che quello spazio sia vuoto: non lo è mai, è costellato di figure turpi o patetiche (a volte posseggono le due qualità ad un tempo), che è indispensabile conoscere se vogliamo conoscere la specie umana […].<ref>{{cita libro| Primo | Levi | I sommersi e i salvati | 1991 | Einaudi | Torino | capitolo=La zona grigia }}</ref>}}
 
===La morte===
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== Pensiero e interessi ==
Levi ebbe una molteplicità di interessi, perlopiù riconducibili alle aree della [[scienza]] e della [[letteratura]], come si può constatare da ''[[L'altrui mestiere]]''. La sua cultura scientifica si estendeva anche alla biologia: era attirato in particolare dall'[[etologia]], e dedicò molti racconti<ref>{{Cita web|url=http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/unlibroalgiorno/2014/11/27/racconti-sugli-animali-di-primo-levi_63348ffe-4565-423d-bb33-6d6c3fe99a69.html|titolo=Racconti sugli animali di Primo Levi - Cultura|sito=ANSA.it|data=2014-11-27|lingua=it|accesso=2021-07-10}}</ref> e articoli a vari animali; seguiva con passione la [[fisica]] e commentò molti degli avvenimenti scientifici del suo tempo, come l'[[allunaggio]] e il [[Disastro di Černobyl'|disastro di Chernobyl]], si espresse sulla minaccia nucleare, e {{Senza fonte|dialogò pressoché da pari a pari con }}il noto fisico [[Tullio Regge|Regge]]; alla chimica dedicò un'attenzione divulgativa particolare, con numerosi riferimenti alla sua esperienza lavorativa e alla vita comune. Si confrontò anche con i primi computer, imparando a usarli come [[editor di testo]]. Mostrò nei suoi scritti una cultura scientifica particolarmente profonda, che aveva contaminato anche il suo lessico e stile letterario, in cui si individuano frequenti riferimenti ad aspetti scientifici e uso comune di terminologia scientifica (come ''[[Limite superiore e limite inferiore|limite superiore]]''); si focalizzò sul tentativo (ad esempio ne ''[[La chiave a stella]]'') di rinobilitare la materia, il lavoro manuale e l'uso dei sensi, contrapposti all'erudizione astratta. Tale concretezza, aderenza alla realtà e sobrietà si riflettono nella sua attività di scrittura, che considera procedere su una linea di continuità rispetto al lavoro di chimico.
{{citazione|Lo stesso mio scrivere diventò un’avventura diversa, non più l’itinerario doloroso di un convalescente, non più un
mendicare compassione e visi amici, ma un costruire lucido, ormai non più solitario: un’opera di chimico che pesa e divide, misura e
giudica su prove certe, e s’industrias'industria di rispondere ai perché. Accanto al sollievo liberatorio che è proprio del reduce che racconta,
provavo ora nello scrivere un piacere complesso, intenso e nuovo, simile a quello sperimentato da studente nel penetrare l’ordine
solenne del calcolo differenziale. Era esaltante cercare e trovare, o creare, la parola giusta, cioè commisurata, breve e forte; ricavare le
cose dal ricordo, e descriverle col massimo rigore e il minimo ingombro.|Primo Levi, ''[[Il sistema periodico]]''}}
La sua opera è pertanto considerata un anello di giunzione tra cultura scientifica e cultura umanistica, la separazione tra le quali risultava assurda a Levi.<ref>{{Cita web|url=http://ilbolive.unipd.it/it/news/primo-levi-chimico-dunque-scrittore|titolo=Primo Levi, chimico e dunque scrittore|sito=Il Bo Live UniPD|lingua=it|accesso=2021-07-10}}</ref>. Egli coltivò infatti una passione amatoriale per la [[linguistica]], mentre si cimentò professionalmente nella traduzione dal tedesco e dal francese per [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]]. Leggeva libri classici, di scienza e di fantascienza ([[Charles Darwin|Darwin]], [[Aldous Huxley|Huxley]], [[Thomas Mann|Mann]], [[Laurence Sterne|Sterne]], [[Lev Tolstoj|Tolstoj]], [[Franz Werfel|Werfel]]).
 
Levi non era religioso: «La mia è la vita di un uomo che è vissuto, e vive, senza Dio, nell'indifferenza di Dio»,<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/dossier/cultura/le-parole-di-primo-levi/2019/06/05/news/le_parole_di_primo_levi_dio_e_gli_ebrei-228035246/|titoloname="Le parole di Primo Levi: Dio e gli ebrei|sito=la" Repubblica|data=2019-06-05|lingua=it|accesso=2021-07-10}}</ref>, affermò, intervistato da Giuseppe Grieco, contrapponendosi al credente [[Elie Wiesel]]; «io, il non credente, e ancor meno credente dopo la stagione di Auschwitz»,<ref>''[[I sommersi e i salvati]]''.</ref>, anche se dichiarò di provare invidia per i credenti. Dopo la terribile esperienza del lager radicalizzò il suo [[ateo|ateismo]]: «C'è Auschwitz, dunque non può esserci Dio. Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la trovo»:<ref>{{Cita web|url=https://books.google.it/books?id=RyeXAgAAQBAJ&printsec=frontcover&dq=Ferdinando+Camon,+Conversazione+con+Primo+Levi&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjLo4eeluDjAhXL0aQKHTEYCAAQ6AEIKTAA#v=onepage&q=Ferdinando%20Camon%2C%20Conversazione%20con%20Primo%20Levi&f=false |titolo=Conversazione con Primo Levi: Se c'è Auschwitz, può esserci Dio? (anteprima limitata su Google Book)|autore=[[Ferdinando Camon]]|editore=[[Guanda]]|accesso=31 luglio 2019}}</ref>: parlò di vicinanza alla posizione [[Materialismo|materialistica]] di [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], anche in conseguenza della propria adesione alla scienza. Pur non essendo religioso, fu interessato alla cultura e alla tradizione ebraica: accettava la propria identità ebraica, ma non la fede.
 
==Stile letterario==
Lo stile letterario di Primo Levi, in ''Se questo è un uomo'', si sviluppa in una narrazione asciutta e priva di retorica, sintetica ed esauriente quanto basta per comprendere i sentimenti e lo sfondo sociale dell'ambientazione dell'opera: stile che ben si adatta al vasto pubblico a cui Levi intende rivolgersi, in special modo nella trattazione di un argomento di estrema importanza, come quello della prigionia in un lager. Tuttavia l’opera è nutrita di una profonda conoscenza dei classici, appresa sia inal Liceo sia grazie a moltissime letture personali.
 
Esistono differenze significative tra le varie opere, soprattutto rispetto a ''Se questo è un uomo''. L'opera prima fu infatti composta sotto lo stimolo di testimoniare quanto vissuto, il cui ricordo era ancora molto recente all'epoca dei fatti; per le opere successive, a partire da ''La tregua'', Levi compone i propri libri in modo molto più sistematico, dandosi precise scadenze e scrivendo regolarmente in orari prestabiliti.
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* {{Cita libro|titolo=Opere. Volume II: Romanzi e poesie|edizione=Collana Biblioteca dell'Orsa n. 6|editore=Einaudi|città=Torino|anno=1988|isbn=978-88-06-59973-7}}
* {{Cita libro|titolo=Opere. Volume III: Racconti e saggi|edizione=Collana Biblioteca dell'Orsa n. 8|editore=Einaudi|città=Torino|anno=1990|isbn=978-88-06-11752-8}}
* {{Cita libro|titolo=Opere (due volumi in astuccio)|url=https://archive.org/details/opere0002levi|altri=a cura di Marco Belpoliti, introduzione di Daniele Del Giudice, redazione di Ernesto Franco|edizione=Collana [[Nuova Universale Einaudi|NUE]]|editore=Einaudi|città=Torino|anno=1997|isbn=978-88-06-14637-5|pp=CXLI-3074}}
* {{Cita libro|titolo=Opere|altri=a cura di Marco Belpoliti|edizione=Edizione speciale per la Biblioteca di Repubblica-L'Espresso|città=Roma|anno=2009}}
** ''Opere. Volume 1: Se questo è un uomo, La tregua, Storie naturali''
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==Opere==
=== Romanzi ===
* ''[[Se questo è un uomo]]'', [[Torino]], De Silva, 1947; Torino, [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], 1958; con postfazione di [[Cesare Segre]], Torino, Einaudi, 2005. ISBN 88-06-17655-2.
* ''[[La tregua (Primo Levi)|La tregua]]'', Torino, Einaudi, 1963; con postfazione di [[Ernesto Ferrero]], Torino, Einaudi, 2014. ISBN 978-88-06-21933-8. [[Premio Campiello]]
* ''[[La chiave a stella]]'', Torino, Einaudi, 1978; con postfazione di [[Corrado Stajano]], Torino, Einaudi, 2006. ISBN 88-06-18164-5. [[Premio Strega]]
* ''[[Se non ora, quando?]]'', Torino, Einaudi, 1982; Torino, Einaudi, 2014. ISBN 978-88-06-22140-9. [[Premio Viareggio]], Premio Campiello<ref>{{Cita web|url = http://www.premiocampiello.org/confindustria/campiello/istituzionale.nsf/($linkacross)/A0DA0F82AD480CE0C12573A3004FE715?opendocument&language=IT|titolo = Premio Campiello, opere premiate nelle precedenti edizioni|sito = premiocampiello.org|accesso = 24 febbraio 2019|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20190503121400/http://www.premiocampiello.org/confindustria/campiello/istituzionale.nsf/($linkacross)/A0DA0F82AD480CE0C12573A3004FE715?opendocument&language=IT|dataarchivio = 3 maggio 2019|urlmorto = sì}}</ref>
=== Raccolte di racconti ===
* ''[[Storie naturali (Primo Levi)|Storie naturali]]'', come Damiano Malabaila<ref>{{Cita web|url=https://www.boll900.it/2007-i/W-bol/Zangrandi/Zangrandi_frame.html|titolo=Storie naturali e il futuro futuribile di Primo Levi|autore=Silvia Zangrandi|editore=Bollettino '900 - Electronic Journal of '900 Italian Literature|data=Giugno-dicembre 2007|accesso=31 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190307053956/https://www.boll900.it/2007-i/W-bol/Zangrandi/Zangrandi_frame.html|dataarchivio=7 marzo 2019|urlmorto=sì}}</ref> e dal 1979 con ilcol proprio nome, Torino, Einaudi, 1966; con uno scritto di Italo Calvino, Torino, Einaudi, 2022., ISBN 978-88-06-25486-5.
* ''[[Vizio di forma (raccolta di racconti)|Vizio di forma]]'', Torino, Einaudi, 1971.
* ''[[Il sistema periodico]]'', Torino, Einaudi, 1975; con un'intervista all'autore a cura di [[Philip Roth]], Einaudi, 2005., ISBN 88-06-17501-7.
* ''[[La ricerca delle radici]]. Antologia personale'', Torino, Einaudi, 1981; con uno scritto di [[Italo Calvino]] e introduzione di [[Marco Belpoliti]], 1997. ISBN 88-06-14393-X.
* ''[[Lilìt e altri racconti|Lilít e altri racconti]]'', Torino, Einaudi, 1981.
* ''[[L'ultimo Natale di guerra]]'', [[Milano]], Il triangolo rosso, 1986; Torino, Einaudi, 2000., ISBN 88-06-15393-5.
* ''Tutti i racconti'', Torino, Einaudi, 2005., ISBN 88-06-17917-9. [Contiene: ''L'ultimo Natale di guerra'', due racconti sparsi mai pubblicati in volume singolo, ''Il sistema periodico'', ''Lilit e altri racconti'', ''Vizio di forma'', ''Storie naturali'']
* ''[[Il fabbricante di specchi]]. Racconti e saggi'', Torino, La Stampa, 2007.
* ''Ranocchi sulla luna e altri animali''. A cura di [[Ernesto Ferrero]]'', Collana Supercoralli, EinaudiTorino, TorinoEinaudi, 2014, ISBN 978-88-06-22159-1.
* ''[[Auschwitz]], città tranquilla'', a cura di Fabio Levi e Domenico Scarpa, Collana Super ET, EinaudiTorino, Torino, 2021, ISBN 978-88-06-24923-6.
 
=== Teatro ===
* ''Se questo è un uomo'', versione drammatica di e con [[Pieralberto Marché]], [[Collezione di teatro]] n.99, Torino, Einaudi, 1966.
 
=== Raccolte poetiche ===
* ''L'osteria di Brema'', Milano, All'insegna del pesce d'oro, 1975; poi in ''Ad ora incerta''
* ''[[Ad ora incerta]]'', Milano, [[Garzanti]], 1984; nuova ed. con ''L'osteria di Brema'', Garzanti, 1998., ISBN 88-11-66913-8.
 
=== Saggi e, articoli, interviste ===
* ''[[Dialogo (Primo Levi e Tullio Regge)|Dialogo]]'', con [[Tullio Regge]], Milano, [[Edizioni di Comunità]], 1984; Torino, Einaudi, 2005. ISBN 88-06-17460-6.
* ''[[L'altruiLa mestierericerca delle radici]]. Antologia personale'', Torino, Einaudi, 1985. ISBN 88-06-58024-81981; con ununo articoloscritto di [[Italo Calvino]] e introduzione di [[Marco Belpoliti]], 2006.Einaudi, 1997, ISBN 88-06-1851514393-2X.
* ''[[IDialogo sommersi(Primo Levi e iTullio salvatiRegge)|Dialogo]]'', Torino, Einaudi, 1986. ISBN 88-06-59308-0; con prefazione di [[Cvetan Todorov|TzvetanTullio TodorovRegge]], eMilano, postfazione[[Edizioni di [[Walter BarberisComunità]], 2007.1984; Torino, Einaudi, 2005, ISBN 978-88-06-1865217460-46.
* ''[[L'altrui mestiere]]'', Torino, Einaudi, 1985, ISBN 88-06-58024-8; con un articolo di [[Italo Calvino]], Einaudi, 2006, ISBN 88-06-18515-2
* ''Primo Levi per l'ANED, l'ANED per Primo Levi'', Milano, Franco Angeli, 1997. ISBN 88-464-0197-2.
* ''[[ConversazioniI sommersi e intervistei 1963-1987salvati]]'', Torino, Einaudi, 1997.1986, ISBN 88-06-1434859308-0; con prefazione di [[Cvetan Todorov|Tzvetan Todorov]] e postfazione di [[Walter Barberis]], Einaudi, 2007, ISBN 978-88-06-18652-4.
* ''Autoritratto di Primo Levi. <small>La colpa di essere nati, il diavolo nella storia, lager nazista e lager comunista, la nascita di Israele, perché scrivere.</small> Conversazione critica'', con [[Ferdinando Camon]], Edizioni Nord-Est, 1987; col titolo ''Conversazione con Primo Levi'', Milano, Garzanti, 1991, ISBN 88-11-52070-3; Collana Quaderni della Fenice, Parma, Guanda, 1997, ISBN 978-88-774-6994-6
* ''Le parole di un uomo. Incontro con Primo Levi'', di Milvia Spadi, Roma, Di Renzo, 1997. ISBN 88-86044-64-X.
* ''[[L'asimmetriaPrimo eLevi laper vita]].l'ANED, Articolil'ANED eper saggiPrimo 1955-1987Levi'', TorinoMilano, EinaudiFranco Angeli, 2002.1997, ISBN 88-06464-160500197-82.
* ''Così[[Conversazioni fue Auschwitz.interviste Testimonianze 19451963-1986. Con [[Leonardo De Benedetti1987]]'', a cura di Domenico Scarpa, Collana Super ETTorino, Einaudi, Torino, 20151997, ISBN 978-88-06-2249714348-4.
* ''Le parole di un uomo. Incontro con Primo Levi'', di Milvia Spadi, Roma, Di Renzo, 1997., ISBN 88-86044-64-X.
* ''[[L'asimmetria e la vita]]. Articoli e saggi 1955-1987'', Torino, Einaudi, 2002, ISBN 88-06-16050-8.
* ''Intervista a Primo Levi, ex deportato'', a cura di [[Anna Bravo]] e Federico Cereja, Collana Vele n.61, Torino, Einaudi, 2011, ISBN 978-88-062-0497-6.
* ''Così fu Auschwitz. Testimonianze 1945-1986'', Con [[Leonardo De Benedetti]], a cura di Domenico Scarpa, Collana Super ET, Torino, Einaudi, 2015, ISBN 978-88-06-22497-4.
* ''Io che vi parlo. Conversazione con Giovanni Tesio'', Collana SuperET, Torino, Einaudi, 2016, ISBN 978-88-062-2929-0.
* ''Il veleno di Auschwitz. Il volto e la voce: testimonianze in TV 1963-1986'', con DVD, a cura di [[Frediano Sessi]] e [[Stas' Gawronski]], Collana Gli specchi, Venezia, Marsilio, 2016, ISBN 978-88-317-2201-8.
*in [[Giovanni Tesio]], ''Primo Levi. Ancora qualcosa da dire. Conversazioni e letture tra biografia e invenzione'', Novara, Interlinea, 2018, ISBN 978-88-685-7156-6.
 
=== Epistolari ===
* {{Cita libro|autoretitolo=AldoIl Scibonàcarteggio con Heinz Riedt|titoloaltri=Ila cerchiocura stupidodi Martina Mengoni|edizione=Collana SaggiLetture|editore=Edizioni AnordestEinaudi|città=Torino|anno=20122024|isbn=978-88-96742062-476212-19|p=472}}
 
=== Prefazioni ===
* Prefazione a [[Léon Poliakov]], ''Auschwitz'', Roma, Veutro, 1968.
* Prefazione a [[Joel König]], ''Sfuggito alle reti del nazismo'', Milano, Mursia, 1973.
* Presentazione di [[Edith Bruck]], ''Due stanze vuote'', Padova, Marsilio, 1974.
* Prefazione a [[Jacob Presser]], ''La notte dei girondini'', Milano, Adelphi, 1976.
* Prefazione a [[Luciano Caglioti]], ''I due volti della chimica'', Milano, Edizioni scientifiche e tecniche Mondadori, 1979.
* Prefazione a [[Hermann Langbein]], ''Uomini ad Auschwitz. Storia del più famigerato campo di sterminio nazista'', Milano, Mursia, 1984. ISBN 88-425-1348-2.
* Prefazione a [[Rudolf Höß]], ''Comandante ad Auschwitz. Memoriale autobiografico'', Torino, Einaudi, 1985. ISBN 88-06-58347-6.
* Prefazione a [[Anna Bravo]] e [[Daniele Jalla]] (a cura di), ''La vita offesa. Storia e memoria dei lager nazisti nei racconti di duecento sopravvissuti'', Milano, Franco Angeli, 1986. ISBN 88-204-2393-6.
=== Traduzioni ===
* Traduzione di [[Mary Douglas]], ''I simboli naturali. Esplorazioni in cosmologia'', Torino, Einaudi, 1979.
* [[Franz Kafka]], ''[[Il processo (romanzo)|Il processo]]'' di [[Franz Kafka]] nella traduzione di Primo Levi, Collana [[Scrittori tradotti da scrittori]], Torino, Einaudi, 1983.
*Traduzione di [[Claude Lévi-Strauss]], ''La via delle maschere'', Torino, Einaudi, 1983.
* Traduzione di [[Claude Lévi-Strauss]], ''Lo sguardo da lontano'', Torino, Einaudi, 1984.
 
== Primo Levi nella cultura di massa ==
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Nel 1987 gli è stato conferito il [[premio Feltrinelli]] dell'[[Accademia dei Lincei]] per la Prosa narrativa.<ref>{{Cita web|url = https://www.lincei.it/it/premi-feltrinelli-1950-2011|titolo = Premi Feltrinelli 1950-2011|sito = lincei.it|accesso = 17 novembre 2019|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20200125090241/https://www.lincei.it/it/premi-feltrinelli-1950-2011|dataarchivio = 25 gennaio 2020|urlmorto = sì}}</ref>
 
Nel 2007 l'[[Università degli Studi di Torino]] gli ha dedicato l'Aula magna dell'Istituto Chimico dove aveva studiato e si era laureato. Accanto all'Aula magna, nell'atrio della Biblioteca dedicata a [[Giacomo Ponzio]], è posta una lapide in suo ricordo.<ref>{{Cita web|url=https://moked.it/blog/2013/11/08/qui-torino-raccontare-per-la-storia/ |titolo=Qui Torino – La Storia nell’aula di Primo Levi |autore= |sito=moked.it |data= |lingua= |accesso=12 aprile 2023}}</ref>
Il 12 ottobre 2011, in ricordo dello scrittore torinese, la [[International Astronomical Union]] conferisce il nome di Primo Levi a un pianetino dal diametro di 14 km, scoperto nel 1989 fra [[Giove (astronomia)|Giove]] e [[Marte (astronomia)|Marte]] (identificato inizialmente con il numero "4545").
 
Il 12 ottobre 2011, in ricordo dello scrittore torinese, la [[International Astronomical Union]] conferisce il nome di Primo Levi a [[4545 Primolevi|un pianetino]] dal diametro di 14 &nbsp;km, scoperto nel 1989 fra [[Giove (astronomia)|Giove]] e [[Marte (astronomia)|Marte]] (identificato inizialmente con il numero "4545").
 
Dal 2012 è ricordato con un albero e un cippo al [[Giardino dei Giusti di tutto il mondo|Giardino dei Giusti di Milano]].<ref>{{Cita web|url=https://it.gariwo.net/giardini/giardino-di-milano/il-miracolo-del-giardino-dei-giusti-di-milano-4896.html|titolo=Primo Levi Giusto insieme a tre donne coraggiose|accesso=13 dicembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191213112012/https://it.gariwo.net/giardini/giardino-di-milano/il-miracolo-del-giardino-dei-giusti-di-milano-4896.html|dataarchivio=13 dicembre 2019|urlmorto=sì}}</ref>
 
La sua città natale gli ha dedicato una piazzetta in zona San Salvario nei pressi della sinagoga.
 
== Celebrazioni del centenario ==
Nel 2019 è stato celebrato il centenario di Primo Levi (1919 - 2019). Il [[Centro internazionale di studi Primo Levi]] di [[Torino]]<ref>{{Cita web|url=https://www.primolevi.it/it|titolo=Centro internazionale di studi Primo Levi|accesso=30 settembre 2021}}</ref> insieme ad un comitato organizzativo, ha dedicato allo scrittore un'imponente mostra<ref>{{cita web|url=http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2019/primo_levi/dwd/Dossier_formazione_mostra_itinerante_Centenario.pdf|titolo=I mondi di Primo Levi - Una strenua chiarezza |accesso=5 luglio 2020}}</ref> dal tema ''I mondi di Primo Levi - Una strenua chiarezza''. La mostra composta da pannelli, tavole, video ed una installazione era divisa in sei differenti sezioni: ''Carbonio'', ''Il viaggio verso il nulla'', ''Il cammino verso la casa'', ''Cucire parole'', ''Cucire molecole'', ''Homo faber'' e ''Il giro del mondo del montatore Faussone''.
 
In occasione del centenario, il [http://www.primolevicenter.org Centro Primo Levi New York] ha presentato la [https://primolevicenter.org/printed-matter/primo-levi-at-100-a-multilanguage-reading/ lettura integrale] di ''Se questo è un uomo'' in 30 lingue. Il programma si è svolto presso la [[New York Public Library]]. L'iniziativa è parte del lavoro del CPLNY, che dal 1998 offre uno [https://primolevicenter.org/primolevi/ spazio internazionale e interdisciplinare] dedicato alle riflessioni che il lavoro di Levi continua ad ispirare in contesti culturali e politici diversissimi tra loro.
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==Bibliografia==
* {{Cita libro|autore=Carole Angier|wkautore=Carole Angier|traduttore=V. Ricci|titolo=Il doppio legame. Vita di Primo Levi|editore=Mondadori|città=Milano|p=|anno=2004|isbn=978-88-04-52248-5}}
* Myriam Anissimov, ''Primo Levi o La tragedia di un ottimista'', Baldini & Castoldi, 1999, {{ISBN|8880896210}}
* {{Cita libro|autore=[[Marco Belpoliti]]|titolo=Primo Levi di fronte e di profilo|edizione=Collana Biblioteca della Fenice|editore=Guanda|città=Parma|anno=2015|isbn=978-88-6088-445-9}}
* {{cita libro | titolo = I luoghi di Levi tra letteratura e memoria |curatore = Giorgio Brandone | curatore2 = Tiziana Cerrato | anno = 2007 | editore = Liceo Classico Massimo D'Azeglio | città = Torino| ISBN = 9788890360602|cid= Brandonecerrato}}
* {{Cita libro|autore=[[Ferdinando Camon]]|titolo=Conversazione con Primo Levi|editore=Garzanti|città=Milano|anno=1991|isbn=88-11-52070-3 }}
* {{Cita libro|autore=[[Ernesto Ferrero]]|titolo=Primo Levi. La vita, le opere|edizione=Collana ETascabili.Saggi|editore=Einaudi|città=Torino|anno=2007|isbn=978-88-06-18948-8}}
* {{Cita libro|curatore= Ernesto Ferrero|titolo=Primo Levi: un'antologia della critica|edizione=Collana Piccola Biblioteca|editore=Einaudi|città=Torino|anno=1996|isbn=978-88-06-14545-3}}
* {{Cita libro|autoreautore1=RobertPrimo S. C. GordonLevi|traduttoreautore2=D.[[Leonardo BertucciDe e B. SoraviaBenedetti]]|titolo=PrimoCosì Levi:fu leAuschwitz. virtùTestimonianze dell'uomo normale|edizione=Collana Quality paperbacks1945-1986|editore=CarocciEinaudi|città=RomaTorino|anno=20042015|isbnISBN=978-88-430-3180-19788806224974}}
* {{Cita libro|autore1=Primo Levi|autore2=[[Leonardo De Benedetti]]|titolo=Così fu Auschwitz. testimonianze 1945-1986|editore=Einaudi|città=Torino|anno=2015|ISBN=9788806224974}}
* {{Cita libro|autore=[[Rita Levi-Montalcini]]|titolo=Senz'olio contro vento|editore=Baldini & Castoldi|città=Milano|anno=1996|ISBN=8880891987}}
* {{Cita libro|autore=Philippe Mesnard|altri=prefazione di Frediano Sessi|titolo=Primo Levi. Una vita per immagini|editore=Marsilio|città=Venezia|anno=2008|isbn=978-88-317-9596-8}}
* Sophie Nezri-Dufour, ''Primo Levi: una memoria ebraica del Novecento'', La Giuntina, Firenze 2002, {{ISBN|88-8057-154-0}}
* {{Cita libro|autore=Enrico Palandri|titolo=Primo Levi|editore=Mondadori Education|città=Milano|anno=2011|isbn=978-88-00-74017-3}}
* [[Franco Pappalardo La Rosa]], ''Le mille monadi sigillate nei Lager'', ne "L'Umanità", Roma, 10 luglio 1986.
* {{Cita libro|autore1=[[Gabriella Poli]]|autore2=[[Giorgio Calcagno]]|titolo=Echi di una voce perduta. Incontri, interviste e conversazioni con Primo Levi|url=https://archive.org/details/echidiunavoceper0000poli|edizione=Collana Testimonianze fra cronaca e letteratura|editore=Mursia|città=Milano|anno=1992|isbn= 88-425-1132-3}}
* {{Cita libro|autore=François Rastier|titolo=Ulisse ad Auschwitz. Primo Levi, il superstite|edizione=Collana Teorie e oggetti della letteratura|editore=Liguori Editore|città=Napoli|anno=2008|isbn=978-88-207-4338-3}}
* {{Cita libro|autore=Aldo Scibonà|titolo=Il cerchio stupido|edizione=Collana Saggi|editore=Edizioni Anordest|città=|anno=2012|isbn=978-88-96742-47-1}}
* {{Cita libro|autore=Frediano Sessi|titolo=Il lungo viaggio di Primo Levi. La scelta della resistenza, il tradimento, l'arresto. Una storia taciuta|edizione=Collana Gli specchi|editore=Marsilio|città=Venezia|anno=2013|isbn=978-88-317-1464-8}}
* {{Cita libro|autore=[[Giovanni Tesio]]|url=https://interlinea.mediabiblos.it/pdf_incipit/interlinea/primo-levi-ancora-qualcosa-da-dire-434601.pdf|titolo=Primo Levi: ancora qualcosa da dire. Conversazioni e letture tra biografia e invenzione|edizione=|editore=Interlinea|città=Novara|anno=2018|isbn=978-88-6857-156-6|cid= Tesio}}
Riga 217 ⟶ 230:
* [[Storia degli Ebrei]]
* [[4545 Primolevi]]
* [[Chimica]]
* [[Scienza]]
* [[Letteratura]]
 
==Altri progetti==
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* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|https://www.primolevi.it/it|Centro Internazionale di Studi Primo Levi}}
* {{cita web | 1 = http://www.primolevi.it | 2 = Centro Internazionale di Studi Primo Levi | accesso = 12 febbraio 2020 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20121108141536/http://www.primolevi.it/ | dataarchivio = 8 novembre 2012 | urlmorto = sì }}
* {{cita web|http://www.centroprimolevi.it|Centro culturale Primo Levi Genova}}
* {{cita web|http://www.letteratura.rai.it/categorie/primo-levi/352/1/default.aspx|Speciale Primo Levi sul portale RAI Letteratura}}
* {{cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=Wk1j6BIjBlI|titolo=Un'intervista RAI del 1963 di Luigi Silori a Primo Levi sul romanzo "La tregua"}}
* [https://{{Cita web.archive.org/web/20170709193920/ |url=http://www.rsi.ch/cultura/lettere-e-filosofia/La-parola-necessaria-8561770.html ''|titolo=Speciale Primo Levi sul portale RSI''], su|sito=www.rsi.ch/cultura |accesso=15 settembre 2019 |dataarchivio=9 luglio 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170709193920/http://www.rsi.ch/cultura/lettere-e-filosofia/La-parola-necessaria-8561770.html |urlmorto=sì }}
*[ {{Cita web|url=https://ilbolive.unipd.it/it/news/primo-levi-chimico-dunque-scrittore |titolo=Primo Levi, chimico e dunque scrittore], su|sito= ''ilbolive.unipd.it.''Università di Padova}}
 
{{Olocausto in Italia}}
{{Crimini di guerra nazisti in Italia}}
{{Primo Levi}}
{{Premio Bagutta}}
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{{Portale|biografie|chimica|ebraismo|letteratura|Seconda guerra mondiale|fascismo}}
 
[[Categoria:Primo Levi| ]]
[[Categoria:Superstiti dell'Olocausto italiani]]
[[Categoria:Deportati razziali italiani]]
[[Categoria:Scrittori ebrei italiani]]
[[Categoria:Memorialisti italiani]]
[[Categoria:Personalità impegnateAttivisti contro il razzismo]]
[[Categoria:Persone legate ad Auschwitz]]
[[Categoria:Poeti italiani del XX secolo]]
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[[Categoria:Vincitori del Premio Viareggio per la narrativa]]
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[[Categoria:Prigionieri nel campo di concentramento di Fossoli]]