Valerio Morucci: differenze tra le versioni
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{{vedi anche|Caso Moro|Agguato di via Fani}}
Le prime azioni importanti della nuova colonna romana delle Brigate Rosse furono una serie di attentati contro funzionari dell'apparato burocratico, politici democristiani, magistrati. Valerio Morucci assolse, grazie alla sua esperienza militare, un ruolo di guida e di sostegno dei nuovi militanti che vennero inseriti nella struttura e parteciparono alle azioni; "Matteo" fu presente con funzioni di appoggio al ferimento del direttore del Tg1 [[Emilio Rossi]] il 3 giugno 1977<ref>{{Cita|Morucci 2004|p. 124|Morucci}}.</ref>, a quello di [[Remo Cacciafesta]], preside della facoltà di Economia e Commercio, il 21 giugno 1977<ref>{{Cita|Mazzocchi 1994|pp. 81-82|Mazzocchi}}.</ref>, a quello del dirigente di [[Comunione e Liberazione]] [[Mario Perlini]] l'11 luglio 1977.
[[File:Agguato di via Fani - Roma, 1978 - Domenico Ricci e Oreste Leonardi.jpg|thumb|upright=0.8|I cadaveri dell'[[
Dall'autunno 1977 la colonna romana fu impegnata nella pianificazione del sequestro del presidente della Democrazia Cristiana [[Aldo Moro]]; Morucci e la Faranda svolsero compiti organizzativi di grande importanza durante la fase preparatoria; inizialmente Morucci ipotizzò un rapimento incruento nella Chiesa di Santa Chiara, ma le difficoltà pratiche e il timore di coinvolgere estranei in un possibile conflitto a fuoco indussero i brigatisti a rinunciare a questo piano ed a organizzare un attacco diretto alle auto dell'uomo politico<ref>{{Cita|Morucci 2004|pp. 15-23 e 135|Morucci}}.</ref>. È lui a organizzare nei dettagli l'azione di via Fani, dalla scelta del luogo in cui attaccare la scorta di Moro, a quella delle vie di fuga, individuata nell'accorto utilizzo di strade secondarie e private che più facilmente sfuggono al controllo delle volanti<ref name=":0" />.
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Di fronte all'intransigenza di Moretti, e di gran parte dell'organizzazione, i tentativi di Morucci di evitare la morte del sequestrato non portarono a nulla; nell'ultimo incontro dei dirigenti della colonna il [[3 maggio]] in Piazza Barberini, Moretti, Balzerani e Seghetti imposero la decisione presa dalle Brigate Rosse<ref>{{Cita|Bianconi 2008|pp. 362-364|Bianconi}}.</ref>. La mattina del [[9 maggio]] [[1978]], [[Aldo Moro]] venne ucciso da Moretti, forse con la partecipazione anche di [[Germano Maccari]]. In questa fase finale Morucci, insieme a [[Bruno Seghetti]], si incaricò di scortare fino a [[via Caetani]] la [[Renault 4]] rossa, guidata da Moretti, con il cadavere di Moro nel bagagliaio.
====La telefonata a
Alle 12.30 circa dello stesso giorno, Morucci effettuò la telefonata finale al professor [[Francesco Tritto|Franco Tritto]], allievo, amico e collega di [[Aldo Moro|Moro]], qualificandosi inizialmente come ''dottor Nicolai'', un altro suo soprannome nelle [[Brigate Rosse]], con la quale comunicò l'ubicazione dell'auto contenente il corpo di [[Aldo Moro]] presso via Caetani<ref>{{Cita|Bianconi 2008|pp. 390-394|Bianconi}}.</ref>. In effetti, la voce che chiamò più volte la famiglia durante il lungo sequestro fu sempre la sua, tranne nel caso della drammatica telefonata relativa al [[30 aprile]] [[1978]], effettuata invece da [[Mario Moretti|Moretti]].
{{vedi anche|Caso Moro}}
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I nuovi fatti di sangue ed in particolare l'omicidio di [[Guido Rossa]] del gennaio [[1979]], provocarono un nuovo aspro contrasto tra Morucci e Faranda e l'organizzazione; infine nel febbraio 1979 il Comitato Esecutivo delle Brigate Rosse decise di consentire a Morucci e Faranda di uscire dall'organizzazione; i due avrebbero dovuto temporaneamente trasferirsi in una base a [[Poggio Moiano]], dove avrebbero potuto eventualmente elaborare un loro documento; venne loro offerta la possibilità di espatriare con documenti falsi e denaro. Morucci e la sua compagna rifiutarono polemicamente questa via d'uscita stabilita dall'organizzazione; essi decisero quindi di lasciare immediatamente, senza avvertire gli altri militanti, la loro base portando via con loro il denaro, circa venti milioni di lire provenienti dal sequestro Costa, e tutte le armi a disposizione, compresa la mitraglietta Skorpion che "Matteo" aveva portato nelle Brigate Rosse al momento del suo ingresso e che era sta impiegata per l'[[agguato di salita Santa Brigida]] a Genova e per l'uccisione di Aldo Moro<ref name="MC235">{{Cita|Clementi 2007|p. 235|Clementi}}.</ref><ref>{{Cita|Mazzocchi 1994|pp. 145-147|Mazzocchi}}.</ref>.
Dopo questa brusca rottura con le Brigate Rosse, Morucci e la sua compagna cercarono di organizzare a Roma un nuovo gruppo di lotta armata, il cosiddetto [[Movimento Comunista Rivoluzionario]], e trovarono alloggi provvisori grazie all'aiuto dell'ex esponente di Potere Operaio [[Lanfranco Pace]]<ref>{{Cita|Morucci 2004|p. 205|Morucci}}.</ref>; il 24 marzo 1979 si trasferirono nell'appartamento di viale Giulio Cesare 47 di Giuliana Conforto, un'amica di [[Franco Piperno]], che apparentemente ignorava la loro identità. Il 29 maggio [[1979]] Valerio Morucci, conosciuto ora con il nuovo pseudonimo di "Enrico", e Adriana Faranda, "Gabriella"<ref>{{Cita|Mazzocchi 1994|p. 150|Mazzocchi}}.</ref>, vennero infine arrestati all'interno dell'appartamento di viale Giulio Cesare dalla [[polizia]], che recuperò anche le armi che i due avevano raccolto, tra cui la mitraglietta Skorpion. Sui retroscena dell'arresto permangono aspetti non del tutto chiari,
Dopo l'arresto Morucci venne trasferito in carcere a [[Nuoro]], mentre il 25 luglio venne divulgato pubblicamente da [[Lotta Continua (giornale)|Lotta Continua]] il documento di aspra polemica in cui egli e gli altri dissidenti criticavano le scelte politico-operative delle Brigate Rosse<ref name="MC235"/>. Questo documento suscitò un acceso dibattito all'interno dell'estremismo di sinistra e ricevette una durissima risposta da parte dei brigatisti del gruppo storico detenuti nelle carceri speciali, che ridicolizzarono le tesi di Morucci e i suoi, definiti una "masnada di signorini e provocatori", "fastidiose zanzare" e "fanghiglia e rifiuti", accusandoli di essere al servizio degli ex-dirigenti di Potere Operaio, infiltrati per controllare l'organizzazione<ref>{{Cita|Gallinari 2006|pp. 206-207|Gallinari}}.</ref>. Sembra che Morucci temette per la sua sicurezza personale a causa di minacce dei detenuti del gruppo storico, tra cui Alberto Franceschini, presenti nel carcere di Nuoro; Moretti sarebbe intervenuto dall'esterno presso i detenuti richiedendo di evitare rappresaglie contro il vecchio compagno<ref>{{Cita|Morucci|pp. 213-214}}.</ref>.
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=== Il ''memoriale Morucci'' ===
Il 17 agosto [[1990]], in un articolo dal titolo ''Così rapimmo Moro'', il quotidiano ''[[l'Unità]]'' scrive che esiste un memoriale sul rapimento, la prigionia e l'uccisione di [[Aldo Moro]], scritto nel [[1986]] da Valerio Morucci<ref name=":0" />. Il documento, di circa 300 pagine, con nomi e fatti, viene però in possesso dei giudici che indagano sul caso solo nel maggio del 1990<ref name=":0" />. Sempre secondo ''l'Unità'', non si sa attraverso quali mani sia passato il documento dal [[1986]] al [[1990]]<ref name=":0" />. Il quotidiano afferma comunque che i giudici lo hanno ricevuto dal Presidente della Repubblica [[Francesco Cossiga]], che a sua volta lo
Di fatto, durante i primi interrogatori, Morucci dice che i partecipanti all'azione di via Fani sono almeno dodici, forse di più<ref name=":0" />. Poi scende a nove; in entrambi i casi, coerentemente con la sua posizione di dissociato, si rifiuta di fare nomi<ref name=":0" />. Secondo [[Sergio Flamigni]] su suggerimento della [[Dorotei|destra DC]]<ref name=":2">{{Cita libro|nome=Giovanni|cognome=Fasanella|nome2=Alberto|cognome2=Franceschini|titolo=Che cosa sono le BR|url=https://books.google.com/books?id=TXZOAgAAQBAJ|accesso=18 marzo 2016|editore=Bureau|ISBN=978-88-586-6034-8}}</ref>, in carcere, probabilmente nel [[1986]], Morucci compila insieme con la compagna [[Adriana Faranda]] il cosiddetto ''memoriale''<ref>{{Cita libro|nome=Stefano|cognome=Grassi|titolo=Il caso Moro: un dizionario italiano|url=https://books.google.com/books?id=GXloAAAAMAAJ|accesso=18 marzo 2016|data=1º gennaio 2008|editore=Mondadori|citazione=Comunicato emesso dall’ufficio stampa del Quirinale il 18 agosto 1990: “Il 13 marzo 1990 perveniva al Presidente della Repubblica un plico contenente documenti, accompagnato da una lettera di un giornalista e da un’altra lettera firmata “Suor Teresilla”. La documentazione era costituita da un volume rilegato di 283 pagine scritte a macchina e da 5 fascicoletti allegati. La parte principale della documentazione era costituita dal volume suddiviso in tre parti: I parte: dichiarazione di Valerio Morucci; II parte: dichiarazione di Adriana Faranda; III parte: tavole ed appendice. Il tutto era preceduto da una premessa storico-politica nella quale gli autori dello scritto illustravano i motivi che li avevano indotti a ‘chiarificare secondo tutte le nostre conoscenze gli avvenimenti che hanno portato al sequestro ed alla morte di Aldo Moro, del ruolo da noi svolto in questa vicenda e di quello svolto dagli organi di direzione delle Brigate rosse’. Il 23 marzo 1990 il Presidente Cossiga consegnava al Procuratore della Repubblica di Roma Giudiceandrea la documentazione sopra descritta, concordando che la stessa sarebbe stata trasmessa all’Autorità Giudiziaria, qualora questa l’avesse ritenuta utile ai fini di giustizia. Il Procuratore della Repubblica di Roma, in un successivo incontro con il Presidente della Repubblica avvenuto il 26 aprile 1990, ritenendo utili a fine di giustizia alcune parti della documentazione di cui trattasi, consigliava l’invio della stessa al suo Ufficio tramite il Ministero dell’Interno. Cio’ veniva fatto con nota del Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, nella stessa giornata. Nella nota veniva fatto, tra l’altro, presente che qualora l’Autorità Giudiziaria avesse ritenuto necessario conoscere il nome della persona che aveva inviato la documentazione al Presidente della Repubblica, non ci sarebbero state difficoltà a comunicare ogni circostanza nota riguardo a tale invio. Con lettera in data 6 giugno, infine, il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica autorizzava il Ministro dell’Interno a rendere noti all’Autorità Giudiziaria anche i nomi delle persone che avevano inviato la documentazione al Presidente della Repubblica”.|ISBN=978-88-04-56851-3}}</ref>, che specifica in forma definitiva la sua posizione sull'[[agguato di via Fani]] e il [[Caso Moro|sequestro Moro]]. {{cn|Nel 1990 lo consegna in carcere a suor Barillà, una religiosa assistente dei carcerati che ha già collaborato con i Servizi segreti nel caso [[Ciro Cirillo|Cirillo]]}}.
La suora fa pervenire il memoriale a Cavedon che lo consegna<ref name=":0" /> presso l'abitazione privata<ref name=":2" /> del capo dello Stato Cossiga il 13 marzo del 1990, con un biglietto datato 1986 che riporta: «Solo per lei Signor Presidente, è tutto negli atti processuali, solo che qui ci sono i nomi. Riservato 1986»<ref name=":0" /><ref name=":1" />. Più di un mese dopo, passato di mano tra vari esponenti della DC<ref name=":2" />, Cossiga lo consegna al capo della polizia, e questi a sua volta lo dà ai magistrati. Il documento viene presentato come la ricostruzione completa dell'operazione Moro, con i nomi e i cognomi dei brigatisti partecipanti. Poi nuove indagini lasceranno sospettare che si tratti di una versione parziale<ref name=":2" />. A tale proposito il capo storico brigatista [[Alberto Franceschini]] accusa Morucci, che per la magistratura è un dissociato, di comportarsi da vero e proprio pentito<ref name=":0" />. I nove brigatisti che Morucci identifica nell'[[agguato di via Fani]] sono [[Franco Bonisoli]], arrestato nell'ottobre del 1978, [[Prospero Gallinari]], [[Raffaele Fiore]] e Valerio Morucci, arrestati nel 1979, [[Bruno Seghetti]], arrestato nel 1980, [[Mario Moretti]], arrestato nel 1981, [[Barbara Balzerani]], arrestata nel 1985, [[Alvaro Lojacono]], arrestato nel 1988 e [[Alessio Casimirri]], tuttora latitante in [[Nicaragua]]<ref name=":1" />.
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=== Oggi ===
Morucci scrive per la rivista di geopolitica ''Theorema'', il cui direttore responsabile è Salvatore Santangelo, direttore del centro studi della Fondazione Nuova Italia, presieduta da [[Gianni Alemanno]], mentre il direttore editoriale è Alfredo Mantici, vice-capo di [[Gabinetto (ufficio)|gabinetto]] dell'ex sindaco di Roma.<ref>[http://vecchio.blogautore.repubblica.it/2011/02/08/lex-brigatista-gli-007-e-alemanno/ L'ex brigatista, gli 007 e Alemanno] su [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]</ref>
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* {{Cita libro|autore=Adalberto Baldoni, Sandro Provvisionato|titolo=Anni di piombo|città=Milano|editore=Sperling & Kupfer|anno=2009|isbn=978-88-200-4580-7|cid=BaldoniProvvisionato}}
* {{Cita libro|autore=Romano Bianco, Manlio Castronuovo|titolo=Via Fani ore 9.02|città=Roma|editore=Nutrimenti|anno=2010|isbn=978-88-95842-54-7|cid=BiancoCastronuovo}}
* {{Cita libro|autore=[[Giovanni Bianconi (giornalista)|Giovanni Bianconi]]|titolo=Eseguendo la sentenza|città=Torino|editore=Einaudi|anno=2008|isbn=978-88-06-19004-0|cid=Bianconi}}
* {{Cita libro|autore=Giovanni Bianconi|titolo=Mi dichiaro prigioniero politico|città=Torino|editore=Einaudi|anno=2003|isbn=88-06-15739-6|cid=Bianconi2}}
* {{Cita libro|autore=[[Giorgio Bocca]]|titolo=Noi terroristi|città=Milano|editore=Garzanti|anno=1985|isbn=no|cid=Bocca}}
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* {{Cita libro|autore=Richard Drake|titolo=Il caso Aldo Moro|città=Milano|editore=Marco Tropea editore|anno=1996|isbn=88-438-0164-3|cid=Drake}}
* {{Cita libro|autore=[[Alberto Franceschini]], Pier Vittorio Buffa, Franco Giustolisi|titolo=Mara Renato e io|url=https://archive.org/details/mararenatoeiosto0000fran|città=Milano|editore=Mondadori|anno=1988|isbn=88-04-30567-3|cid=Franceschini}}
* {{Cita libro|autore=[[Giorgio Galli]]|titolo=Il partito armato|url=https://archive.org/details/ilpartitoarmato0000gall|città=Milano|editore=KAOS edizioni|anno=1993|isbn=88-7953-022-4|cid=Galli}}
* {{Cita libro|autore=[[Prospero Gallinari]]|titolo=Un contadino nella metropoli|città=Milano|editore=Bompiani|anno=2006|isbn=88-452-5621-9|cid=Gallinari}}
* {{Cita libro|autore=Aldo Grandi|titolo=L'ultimo brigatista|città=Milano|editore=BUR|anno=2007|isbn=978-88-17-01645-2|cid=Grandi}}
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