Michail Bakunin: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|l'omonimo personaggio televisivo della serie televisiva [[Lost (serie televisiva)|Lost]]|[[Mikhail Bakunin (personaggio)|Mikhail Bakunin]]}}
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{{Bio
|Nome = Michail Aleksandrovič
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|Attività3 = rivoluzionario
|Nazionalità = russo
|PostNazionalità = , considerato uno dei fondatori dell'[[anarchismo]] moderno, assieme a [[Pierre-Joseph Proudhon]], e [[Pëtr Alekseevič Kropotkin]].
Fu autore di molti scritti, tra i quali ''[[Stato e anarchia]]'' e ''L'impero [[disciplinaKnut (frusta)|knout]]o-[[GermaniaImpero tedesco|germanico]]''<ref>{{DSS|I28358|Michail Bakunin}}</ref>
|Immagine = Bakunin Nadar.jpg
|Didascalia = Michail Bakunin
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|M. Bakunin, ''La Comune di Parigi e la nozione dello Stato''}}
[[File:Mikhail Bakunin (signature).svg|thumb|Firma]]
 
== Biografia ==
===La formazione===
Bakunin nacque nel piccolo villaggio di Prjamuchino, presso [[Tver']]. Figlio di nobili proprietari terrieri, frequentò la scuola di artiglieria di [[San Pietroburgo|Pietroburgo]]. Prima a [[Mosca (Russia)|Mosca]] e poi a [[Dresda]], si appassionò alla [[filosofia]] e in particolare agli scritti di [[Friedrich Schelling|Schelling]] e [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Hegel]], e venne a contatto con le concezioni libertarie di [[Pierre-Joseph Proudhon|Proudhon]], anche se in questa fase prevalevano in lui concezioni di stampo [[Panslavismo|panslavista]].
 
L'evento che cambiò la sua vita fu però l'[[Rivolta di maggio a Dresda|insurrezione di Dresda del 1849]], o sollevazione di maggio, un evento afferente alla "[[Primavera dei popoli]]", durante la quale gli fu compagno di lotta il compositore tedesco [[Richard Wagner]]. Catturato dalle truppe [[Regno di Sassonia|sassoni]], il 14 gennaio [[1850]] fu condannato alla pena di morte, commutata in ergastolo. Nel [[1851]] fu trasferito nella [[fortezza di Pietro e Paolo]] a [[San Pietroburgo]]. Ivi, su richiesta del conte [[Aleksej Fëdorovič Orlov|Orlov]], scrisse una confessione allo zar [[Nicola I di Russia|Nicola I]]. Nel [[1857]] la pena fu commutata in esilio a vita in [[Siberia]]. Da qui, nel [[1861]], riuscì a scappare, attraverso il [[Giappone]] e gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]<ref>{{cita|Woodcock, 1966|pp. 126-138}}.</ref>.
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===In Italia===
[[File:Bakunin Pryamukhino.png|thumb|La casa natale di Bakunin a Prjamuchino]]
In un colloquio con [[Karl Marx]] avvenuto a Londra il 3 novembre 1864, i due rivoluzionari concordarono che Bakunin si sarebbe adoperato in Italia per cercare adesioni all'[[Associazione internazionaleInternazionale dei lavoratoriLavoratori]], costituita da poche settimane, e per scalzare l'influenza di [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]], allora predominante nelle società operaie<ref>{{cita|Masini|pp. 15-22}}.</ref>.
Quello stesso anno si stabilì a [[Firenze]] e nel [[1865]] iniziò il suo soggiorno a [[Napoli]], dove fondò il giornale ''Libertà e giustizia'' e organizzò una associazione segreta (di cui poco si sa) denominata ''Fratellanza internazionale''<ref>{{cita|Woodcock, 1966|pp. 139-141}}.</ref>.
 
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Il [[materialismo]] di Bakunin è [[ateo]], [[Monismo|monistico]] e [[deterministico]]; egli ha dell'universo una concezione armonicistica e unitaria, secondo la quale tutto si concatena e progredisce insieme, dove le leggi che governano la materia bruta sono armonizzate con quelle che promuovono lo sviluppo dello spirito umano. E quindi ne deriva che: "Le leggi dell'equilibrio, della combinazione e dell'azione reciproca delle forze e del movimento meccanico; le leggi del peso, del calore, della vibrazione dei corpi, della luce, dell'elettricità, come quelle della composizione e scomposizione chimica dei corpi, sono assolutamente inerenti a tutte le cose che esistono, comprese le diverse manifestazioni del sentimento, della volontà e dello spirito. Queste tre cose, costituenti propriamente il mondo ideale dell'uomo, non sono che funzioni totalmente materiali della materia organizzata e viva, nel corpo dell'animale in generale e in quello dell'animale umano in particolare. Di conseguenza, tutte queste leggi sono leggi generali, a cui sono sottomessi tutti gli ordini conosciuti e ignoti dell'esistenza reale del mondo"<ref>''Considerazioni filosofiche'', pag. 18</ref>.
 
Affermava Bakunin nel 1873: "La vita, in quanto movimento concretamente razionale, è nel mondo della scienza la marcia dal fatto reale all'idea che lo abbraccia, che lo esprime e che di conseguenza lo spiega; e nel mondo pratico è il movimento che va dalla vita sociale verso la sua organizzazione più razionale possibile conformemente alle indicazioni, alle condizioni, alle necessità e alle esigenze più o meno spontanee di quella medesima vita" (''Stato e anarchia'').
 
Questo determinismo radicale contrasta ed è parzialmente incoerente con un'idea di libertà umana che appare simile a quella degli [[Stoici]], una libertà di fare ciò che è già scritto nel [[destino]] delle leggi della materia. Perciò Bakunin incoerentemente "stacca" l'uomo" dalla cieca natura in base al fatto che l'uomo "ha bisogno di conoscere", e allora da questo bisogno nasce un'istanza di libertà. L'uomo nasce e vive nel bisogno, in quanto animale, ma in quanto essere pensante è libero di progredire indipendentemente dalla natura materiale che lo fonda. La spinta intima a voler conoscere sé e il mondo fa dell'uomo, necessitato per natura, un essere che si fa libero di determinare il proprio destino.
 
Il massimo della libertà umana sta nel fare la rivoluzione e cambiare il sistema umano ingiusto che si è determinato nella storia passata. La libertà dalle contingenze e dagli abusi è il bene supremo che il rivoluzionario deve cercare a qualunque costo, e Bakunin dice allora: "l'uomo [...] deve conoscere tutte le cause della propria esistenza e della propria evoluzione, affinché possa comprendere la propria natura e la propria missione...". L'uomo quindi ha una missione da compiere, e tale missione, non potendo per un materialista [[ateo]] essere [[Dio]] ad affidargliela, non può che essere la Natura.
 
La Natura però è a sua volta necessitata dalle leggi fisiche, e perciò non libera. Ma Bakunin sorvola su tutti questi problemi e incoerenze, concludendo che ciò è possibile per l'uomo nuovo e rivoluzionario: "Affinché, in questo mondo di cieca fatalità, egli possa inaugurare il mondo umano, il mondo della libertà". Se sul piano filosofico le manchevolezze sono evidenti, Bakunin trova una certa coerenza spostandosi sul piano sociologico, sulla base del principio di natura e negativo per cui: "Nel mondo naturale i forti vivono e i deboli soccombono, e i primi vivono solo perché gli altri soccombono".<ref>''Considerazioni filosofiche'', pag. 29</ref>
[[File:Alm.jpg|thumb|upright|Alexander M. Bakunin, padre di Michail]]
[[File:Varvara A. Bakunin.jpg|thumb|upright|left|Varvara A. Bakunina, madre di Michail]]
 
Nella guerra crudele dei forti per dominare e per sfruttare i deboli, l'uomo giusto, il rivoluzionario, ha la "missione" inderogabile di cambiare le cose e controbilanciare l'arroganza dei forti e dei potenti. Il mondo della libertà umana è perciò un mondo basato sull'eguaglianza, che è la condizione prima di ogni umanità armonica e giusta. La libertà dal bisogno è infatti irrealizzabile senza l'uguaglianza di fatto (uguaglianza sociale, politica, ma soprattutto economica). I fenomeni che spingono gli uomini all'ineguaglianza e alla [[schiavitù]] sono due: lo [[Stato]] e il [[capitale (economia)|Capitale]]. Abbattuti questi, grazie a una rivoluzione strettamente popolare, si giunge all'Anarchia, ma essa è foriera di un nuovo ordine sociale più avanzato, senza [[classe sociale|classi]].
 
Ma per conseguire la libertà dai ciechi meccanismi della natura bisogna "agire". L'''azione'' diventa perciò per Bakunin il corrispettivo umano del movimento degli enti e dei sistemi fisici e [[biologia|biologici]]. Il produrre progresso e il fare giustizia nel mondo umano è il progetto attivistico che viene proposto anche in queste parole: «La natura intima o la [[sostanza (filosofia)|sostanza]] di una cosa non si conosce soltanto dalla somma o dalla combinazione di tutte le cause che l'hanno prodotta, si conosce ugualmente dalla somma delle sue diverse manifestazioni o da tutte le azioni che essa esercita all'esterno. Ogni cosa è ciò che fa [...] il suo agire e il suo essere sono tutt'uno»<ref>''Considerazioni filosofiche'', pag. 143</ref>.
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La dottrina dello Stato di Bakunin è ciò che differenzia, fin dalla loro formazione, le due correnti del [[socialismo]] [[XIX secolo|ottocentesco]] e [[XX secolo|novecentesco]]. Lo Stato, secondo entrambe le fazioni, è l'insieme degli organi polizieschi, militari, finanziari ed ecclesiastici che permettono alla classe dominante (la [[borghesia]]) di perpetuare i suoi privilegi. La differenza sta nell'utilizzo dello Stato durante il periodo rivoluzionario.
 
Per i [[Marxismo|marxisti]], infatti, prima del [[comunismo]], in cui lo Stato è stato abolito, vi è una fase transitoria di socialismo, la [[dittatura del proletariato]]. In questa fase, il potere dal punto di vista sociale e lo Stato stesso sono nelle mani del [[proletariato]], che se ne serve per sconfiggere il nemico e solo successivamente lo abolisce nel raggiungimento della libertà, che per i marxisti è il [[comunismo]].
Secondo Bakunin e tutti gli [[anarchici]], invece, lo Stato non può che essere usato contro il proletariato, in quanto strumento della borghesia. Gli anarchici sostengono che non sia possibile che l'intera classe proletaria amministri lo Stato, in quanto esso è per definizione gerarchico (ed è la ragione per cui gli anarchici vogliono abolirlo), e verrà quindi a crearsi una classe burocratica che pensando ai propri interessi diventerà una tirannia.
[[File:Mikhail Bakunin and Antonia.jpg|thumb|Bakunin e la moglie Antonia Kwiatkowska (3 giugno [[1861]])]]
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Questo è il testo più noto di Bakunin, in cui egli espone la sua posizione rispetto al mondo a lui contemporaneo: l'[[Europa]] della fine dell'[[Ottocento]], dal punto di vista di un pensatore [[Russia|russo]] e [[anarchismo|anarchico]]. Della Russia traspare l'interesse alle sorti del mondo slavo e la preoccupazione della contrapposizione tra [[pangermanesimo]] e [[panslavismo]]. Ma il suo interesse è rivolto generalmente a tutto il mondo, con particolare attenzione a quella Europa in fermento sociale.
 
I movimenti operai, l'[[Associazione internazionaleInternazionale dei lavoratoriLavoratori|Internazionale]] e la [[Rivoluzione]] sociale incombente sono le condizioni storiche e sociali che fanno da contorno alla sua visione dello [[Stato]]. Il testo in sé non ha una struttura individuabile, ma si presenta come una lunga serie di dissertazioni concatenate tra loro, sui più svariati argomenti di storia, politica, riflessione sociale e [[filosofia]], oltre che di [[polemica]] con i [[Marxismo|marxisti]] e contro tutte le istituzioni esercitanti una qualche autorità.
 
In questo discorso si manifesta l'[[anarchia]] come modello sociale ideale ma, come ogni dottrina politica votata all'azione, considerato veramente realizzabile.<ref>''Stato e anarchia'', Introduzione</ref> In sostanza questo testo può essere visto come una sorta di breviario di “epistemi”, una fonte di [[slogan]] e concetti forti espressi all'interno di un discorso sullo Stato come fonte di oppressione, un manuale del rivoluzionario anarchico che trova buona parte della sua forza persuasiva nella sua struttura anch'essa anarchica, senza divisione in capitoli e ragionata come un flusso di coscienza, di cui l'argomento ricorrente è lo Stato oppressore e la necessità da parte del [[proletariato]] di liberarsene.
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L'antisemitismo di Bakunin potrebbe a sua volta derivare da quello di [[Pierre-Joseph Proudhon|Proudhon]],<ref>[http://www.anu.edu.au/polsci/marx/contemp/pamsetc/socfrombel/sfb_3.htm 3:THE MYTH OF ANARCHIST LIBERTARIANISM<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, considerando la notevole influenza che il pensatore francese esercitò su Bakunin.
 
Allo stesso modo, però, vi è da sottolineare come lo stesso Karl Marx si espresse in tal senso, dove nelle lettere personali parlò di una “Ramsgate piena di pulci e di ebrei” anche se lo stesso teorico era di famiglia ebraica e dedicò un'opera critica sull'antisemitismo, così come moltissimi pensatori fondamentali dell'epoca moderna, quali [[Kant]] (“l'ebraismo non costituisce una confessione ma una Repubblica a parte”, ''Critica della Ragion Pratica''; nell{{'}}''Antropologia'' definì i “palestinesi che vivono tra di noi” come “imbroglioni”), o [[Hegel]], che si limitò a teorizzare “l'inferiorità dell'ebraismo rispetto al cristianesimo” e di [[Arthur Schopenhauer]] (“l'ebraismo e la Bibbia rappresentavano il polo errato”).
Probabilmente tali espressioni sono da inserire in un generale contesto di identificazione fra ebraismo e classi dominanti.
 
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* {{Cita libro|autore= M. Bakunin|anno=1996|titolo=Tre conferenze sull’anarchia (1871)|editore= Ed. it Roma, ilmanifestolibri}}
* {{Cita libro|autore= M. Bakunin, tr. Edy Zarro|anno=2000|titolo=Considerazioni filosofiche|editore=Lugano, La Baronata}}
* {{Cita libro|autore= M. Bakunin|anno=2008|titolo=Dio e lo Stato|editore=Pisa, [[BFS edizioni]]}}
* {{Cita libro|autore= M. Bakunin|anno=2009|titolo=La reazione in Germania|editore=Edizioni Anarchismo}}
* {{Cita libro|autore= M. Bakunin, a cura di G. Berti|anno=2009|titolo=La libertà degli uguali|editore=Milano, [[Elèuthera]]}}
* {{Cita libro|autore= M. Bakunin, a cura di L. Pezzica|anno=2013|titolo=Viaggio in Italia|editore=Milano, Elèuthera}}
* {{Cita libro|autore= M. Bakunin|anno=2013|titolo=Dio e lo Stato|editore=Edizioni Anarchismo}}