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La sua firma è nota solamente in un [[Cratere (vaso)|cratere a campana]] ritrovato a [[Sant'Agata de' Goti]] tuttavia sono numerosi i vasi a lui attribuiti<ref name=":0">{{Cita|de Marinis 1965}}.</ref>.
 
Di particolare interesse in questo vaso (dal 1890 al [[British Museum]]) è la rara rappresentazione nella ceramica del mito di [[Alcmena]] su uno dei due fianchi: la donna seduta su un'[[Altare|ara]] supplica [[Zeus]] mentre ai lati [[Anfitrione]] (a destra) e [[Antenore]] appiccano il fuoco alla pira davanti all'altare; alle spalle della vittima designata l'immagine di un arcobaleno racchiude un miriade di gocce ed è spezzata dalle mezze figure delle [[Iadi (mitologia)|Iadi]] intente a generare la pioggia versando l'acqua delle loro [[Hydria|idrie]]; agli angoli superiori sono rappresentati Zeus che consente il prodigio ed [[Eos (divinità)|Eos]] che osserva con uno specchio in mano. Sull'altro fianco è la più comune rappresentazione di Dioniso danzante con due [[Menadi]] sormonti da mezze figure maschili (un giovane [[satiro]], un umano e [[Pan]])<ref>{{Cita web|titolo= Bell krater (F149)|sito= British Museum |url=https://www.britishmuseum.org/collection/object/G_1890-0210-1 |lingua= en |accesso= 19/06/2020}} </ref>.
 
Alcune altre produzioni a lui sicuramente attribuibili sono sempre al British Musuem (un hydria ed un cratere), un altro cratere è ai [[Musei Vaticani]] o il cosiddetto vaso di [[Cadmo]] del Louvre dove però si avvicina allo stile di [[Assteas]], a cui inizialmente era decisamente influenzato. Pare ci fosse in stretta collaborazione tra i due ceramografi di fatto utilizzavano strutture compositive molto simili, carattere distintivo di Pitone era la fascia di ornato a foglie d'edera, il panneggio pesante era comune ai due anche se meno elaborato in Assteas, mentre soprattutto nel disegno dei volti la resa era molto diversa<ref name=":0" />.
 
== Note ==