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L{{'}}'''obice''' (''òbice'' o '''obizzo''' in forma più arcaica, dal [[Lingua tedesca|tedesco]] ''Haubitze'', a sua volta dal boemo ''houfnice'' «fionda») è [[Artiglieria|un'arma da fuoco di artiglieria]], impiegata prevalentemente per il [[tiro diretto]] sui bersagli. Originariamente l'obice viene pensato come pezzo d'artiglieria intermedio tra il [[cannone]], con la sua traiettoria dritta, e il [[mortaio (arma)|mortaio]], con il suo tiro a parabola. A partire dalla fine del secondo conflitto mondiale, gran parte dei pezzi d'artiglieria adottati dagli eserciti per l'attacco di bersagli terrestri è costituita da obici, i quali tuttavia hanno assimilato molte delle caratteristiche tipiche dei cannoni, come la grande lunghezza della canna e la maggiore [[Velocità alla volata|velocità alla bocca]].
 
La storia della nascita dell'obice come arma d'assedio è controversa. Tradizionalmente la sua invenzione è datata attorno al [[1570]] e attribuita al padovano [[Pio Enea I Obizzi]] (che secondo alcune fonti gli avrebbe anche dato il nome obice)<ref name=":0">''{{Cita libro|titolo=Dizionario delle origini, invenzioni e scoperte nelle arti, nelle scienze, nella geografia, nel commercio, nell'agricoltura'', vol. 3, A. Bonfanti, 1830, [http.|url=https://books.google.it/books?id=HBMwAAAAYAAJ&pg=PA1691&dq=%22obizzo%22+%22obice%22&hl=it&sa=X&ei=eMb3TpOfEMeH4gSarMyNCA&ved|accesso=0CEcQ6AEwBA#v2024-01-06|data=onepage&q&f1830|editore=falseA. voce Obice]Bonfanti|lingua=it}}</ref>, esponente di una importante e antica famiglia di cavalieri mercenari e collezionisti di armi e armature un tempo conservate al [[Castellocastello del Catajo]]. I documenti che descrivono la collezione citano la presenza del primo esemplare dell'obice. In realtà pare fosse già apparso più di un secolo prima durante le [[guerre hussite]]<ref name=":1">Cristopher Gravett, ''Gli eserciti medievali germanici 1300 - 1500'', Osprey Publishing.</ref>.
 
== Storia ==
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[[File:Museu da FEB em Belo Horizonte - Foto antiga.jpg|miniatura|[[Belo Horizonte]], [[Minas Gerais]]]]
 
I primi pezzi di artiglieria utilizzavano [[SferaPalla di cannone|palle]] piene di pietra o di ferro, tuttavia apparve presto chiaro che l'utilizzo di [[esplosivi]] permetteva una maggiore distruttività dei colpi delle armi da fuoco, soprattutto nel caso che i proiettili fossero lanciati oltre ostacoli (mura o ostacoli naturali). Per questo motivo fino dal [[XV secolo]] si parlò di "fochi artifiziati", cioè di proiettili che esplodevano dopo il lancio<ref name=":2">{{cita|Santi Mazzini, op|vol. cit. Vol 1, pagp. 165}}.</ref>- Per questo motivo, a partire dall'epoca delle [[Crociata Hussita|guerre hussite]], furono utilizzate palle cave riempite di polvere che venivano fatte esplodere tramite una [[Spoletta (armamento)|spoletta]], indicate in francese come ''obus''<ref name=":3">{{cita|Santi Mazzini, op|vol. cit. Vol 1, pagp. 174}}.</ref>, da cui il nome di obice per la relativa arma da lancio. I primi pezzi ad utilizzare proiettili esplodenti erano in realtà mortai, in quanto sparavano unicamente nel secondo arco; ma, a partire dal [[XVII secolo]], si svilupparono studi per utilizzare "cannoni" (cioè bocche da fuoco capaci di tirare sia nel primo sia nel secondo arco) per lanciare bombe (granate esplosive)<ref>{{cita|Santi Mazzini, op|vol. cit.2, Vol 2 pagp. 292}}.</ref>. La prima indicazione dell'uso di obici (obus) veri e propri viene dalla cattura nella [[Battaglia di Landen|battaglia di Neerwinden]] del 1693 di "mortai...mortai… costruiti come i cannoni di cui si servono gli inglesi e gli olandesi"<ref>Saint.Rémy, I, p. 280, citato dain {{cita|Santi Mazzini, op|p. cit293}}. pag 293</ref>.
 
Fin dall'origine dell'artiglieria si ebbe una distinzione precisa fra cannoni (a canna lunga) e mortai o bombarde (a canna corta); i mortai trovarono il loro uso principale nell'artiglieria d'assedio e l'ulteriore distinzione, dovuta al diverso impiego tattico, fu che i cannoni tiravano a palla piena, mentre i mortai tiravano bombe esplodenti: con questi ultimi, quindi, il tiro veniva effettuato col metodo "a due fuochi", cioè un primo servente accendeva la miccia della bomba e successivamente, dopo che il primo si era ritirato, un secondo servente accendeva la carica di lancio<ref>{{cita|Santi Mazzini, op|vol. cit. Vol II, pagp. 289}}.</ref>. Dato che praticamente tutti pezzi d'artiglieria erano ad [[avancarica]], solo i mortai potevano essere utilizzati per lanciare bombe, dato che il sistema a due fuochi non era utilizzabile per i cannoni a causa della lunghezza della canna. Tuttavia i mortai presentavano alcune caratteristiche sgradite agli utilizzatori: in particolare, la canna corta portava ad una [[Velocità alla volata|velocità alla bocca]] relativamente bassa ed il calibro elevato portava ad un notevole peso del pezzo di artiglieria. In base a queste considerazioni, furono iniziati studi per l'utilizzo di pezzi più mobili (quindi con calibro ridotto) e più precisi (quindi con la canna più lunga) dei mortai. Questi pezzi, montati su affusti ruotati e non su affusti a slitta come i mortai, furono denominati dagli inglesi ''howitz''<ref> name="Santi Mazzini,">{{cita|Santi opMazzini|vol. cit. Vol II, pagp. 293}}.</ref>.
 
Successivamente le canne degli obici furono allungate, prima da [[Federico II di Prussia|Federico il Grande]] e successivamente dalle altre potenze europee<ref> name="Santi Mazzini," op. cit.Vol II pag 293</ref>. Nel 1765 il [[Jean Baptiste Vaquette de Gribeauval|generale Gribeauval]] introdusse il sistema di calibri e di affusti unificato per l'artiglieria francese, che prevedeva anche due obici (da 6 [[Libbra|libbre]] e da 8 libbre<ref>{{cita|Santi Mazzini, op|vol. cit. Vol II, pagp. 367}} (Notare che lo stesso autore a pagp. 401 dello stesso volume indica come unico obice del sistema Gribeauval il 6 lb).</ref>) e, da quel momento, gli obici entrarono in organico negli eserciti europei, anche se, per tutto il periodo napoleonico, furono molto più diffusi i cannoni. Tuttavia già nel 1816 nell'Esercito Prussiano il rapporto fra cannoni ed obici era circa di 2:1<ref>Taubert, ''Use of field artillery'', tradotto dal tedesco da Henry Hamilton Maxwell, John Weale, London, 1856, pagp. 5.</ref>.
 
=== Sviluppo nel XIX secolo ===
Nel corso del [[XIX secolo]] le armi da fuoco ebbero alcuni sviluppi fondamentali, come la tecnologia della retrocarica, la rigatura della canna e la conseguente adozione della granata ogivale al posto della palla tonda. Tutti e tre questi sviluppi favorirono gli obici, in grado di lanciare proiettili esplodenti rispetto ai cannoni, in particolare la rigatura e la conseguente rotazione del proiettile permisero di migliorare la precisione del tiro, fino ad allora limitata dalla minore lunghezza delle canne degli obici rispetto a quelle dei cannoni.
 
Questo portò ad un utilizzo molto più diffuso per gli obici. Per fare un confronto, nel 1861 erano in servizio nella [[Royal Artillery]] sia obici pesanti (fusi in [[ghisa]]) da 8 e 10&nbsp;[[Pollice (unità di misura)|in]] sia obici leggeri (fusi in [[bronzo]]) da 32&nbsp;[[Libbra|pr]], 24&nbsp;pr, 12&nbsp;pr e 4&nbsp;2/5&nbsp;in<ref>Charlese{{en}} Harry Owen ''et al.'', ''Elementary lectures on artillery'', 3rd editioned., Printed by authority of the Royal Artillery institution, Woollwich, 1861, pagp. 34 e 35.</ref>.
 
=== Nelle guerre mondiali ===
[[File:Great Dictator - The Big Bertha - Cannon in the First World War.JPG|thumb|upright=0.9|Rappresentazione ironica della ''[[Grande Berta]]'', un obice pesante usato dall'Esercito Tedesco durante la prima guerra mondiale, dal film ''[[Il grande dittatore]]'' di [[Charlie Chaplin]]]]
Nel corso delle guerre mondiali gli obici ebbero una maggiore diffusione rispetto ai [[Cannone|cannoni]], che furono utilizzati per compiti specializzati ([[Armi contraerei|tiro contraerei]], [[Armi controcarri|tiro controcarri]] e per tiro a lunga distanza), questo grazie al minore peso degli obici<ref>Per esempio il cannone controcarri tedesco da 88&nbsp;mm ([[8,8 cm Pak|8,8 cm PaK 43]]) pesava, in ordine di marcia 4750&nbsp;kg, mentre l'obice cannone britannico da 87,6&nbsp;mm ([[Ordnance QF 25 lb|25 libbre]]) pesava, sempre in ordine di marcia, 1800&nbsp;kg, AAVVAA.VV., ''War machine'', tradotto in italiano come ''Armi da guerra'', De Agostini, Novara, 1985, Volvol. IV, pagp. 912 e Volvol. V, pagp. 1009.</ref> ed alla loro capacità di tiro indiretto.
 
Nel corso della [[prima guerra mondiale]] il tiro a puntamento diretto (con cannoni) fu considerato un'eccezione<ref>{{cita|Ian Hogg, op|p. cit9}}. pag 9</ref>, e gli obici videro un notevole impiego praticamente in tutti i calibri compresi fra 75 e 420&nbsp;mm<ref>Obici da 420&nbsp;mm furono in servizio in Austria-Ungheria (Skoda) e Germania (Krupp), Nicola Pignato, ''Artiglieria e Motorizzazione 1900-1918'', Curcio edizioni, Roma, 1981, pag 8.</ref>. Per chiarezza di termini: tiro diretto è quello nel quale il tiratore (o la centrale di tiro) vede il bersaglio e il punto di caduta dei propri colpi, (esempi tipici il combattimento navale con le artiglierie e quello dei carri armati). Tiro indiretto è invece quello nel quale i singoli pezzi e le batterie non vedono il punto di caduta dei propri colpi, ma seguono le indicazioni trasmesse da posti di osservatori distaccati sul terreno, anche a parecchi chilometri di distanza. Questa modalità è evidentemente più complessa e richiede una notevole organizzazione per dirigere le operazioni.
 
Nella [[seconda guerra mondiale]] gli obici furono nuovamente usati ampiamente da tutti gli stati partecipanti. Per esempio le [[Divisione (unità militare)|divisioni]] di fanteria tedesche avevano in organico un reggimento su quattro gruppi tre di obici leggeri ([[10,5 cm leFH 18|105&nbsp;mm]]) ed uno di obici pesanti ([[15 cm sFH 18|150&nbsp;mm]]), mentre i cannoni, a parte quelli contraerei e controcarri, erano assegnati solo a livello di [[corpo d'armata]] o di [[armata]]<ref>Samuel W. Mitchell jr., German Order of battle, Stackpole books, Mechanisburg (PA-USA), 2007, Vol 1, pag 5, 6</ref>. Invece l'esercito britannico utilizzava a livello divisionale solamente i cannoni obice ([[Ordnance QF 25 lb|88&nbsp;mm]])<ref>{{cita|Ian Hogg, op|p. cit33}}. pag 33</ref>, utilizzando i medi calibri (140&nbsp;mm) a livello superiore.
 
[[File:4-14 Marines in Fallujah.jpg|thumb|upright=0.9|Un obice [[M198]] da 155mm in azione circondato dagli [[Artiglieria|artiglieri]] del 4º battaglione del 14º reggimento [[United States Marine Corps|Marine]]. L'immagine è stata ripresa l'11 novembre 2004 nel campo militare di [[Falluja]] durante l'operazione ''Phantom Fury''.]]
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Caratteristica distintiva dell'obice rispetto al cannone è la capacità di effettuare tiri sia con il primo che col secondo arco, allorché il cannone è progettato per tirare solo lungo il primo arco. Invece il mortaio di norma spara solo nel secondo arco. In conseguenza di un utilizzo prevalente con il secondo arco, e quindi con [[Velocità alla volata|velocità alla bocca]] minori, gli obici morfologicamente hanno una lunghezza relativa della canna (lunghezza assoluta/calibro) inferiore rispetto ai cannoni.
 
Nel [[tiro (balistica)|tiro]] di [[artiglieria]] le [[Parabola (geometria)|parabole]] descritte dai proietti (prendono il nome di "proietti" quelli di obici e [[cannoni]], in quanto oltre a ruotare su sé stessi durante il loro percorso, non hanno il [[fondello]] come nel munizionamento per armi leggere; mentre si dicono "bombe" quelle da [[mortaio (arma)|mortaio]], che non ruotano) si distinguono in primo e secondo arco. Il primo arco parte dalla linea retta teorica che si otterrebbe per il tiro ad [[alzo]] zero, fino alla parabola che consente al proiettile di raggiungere la distanza (gittata) maggiore, idealmente 45° in realtà un po' di meno a causa della [[Resistenza fluidodinamica|resistenza]] dell'aria.
 
Il secondo arco è ottenuto da alzi (e quindi angoli di tiro rispetto al terreno) superiori, i quali accorciano la [[gittata]], ma consentono di superare ostacoli più elevati. Il tiro col secondo arco è di norma meno [[Precisione|preciso]] rispetto a quello con il primo arco.
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==Bibliografia==
* {{cita libro|autore= Ian Hogg, ''|titolo= The guns 1939-45'', |altri= tradotto da N. Pignato come ''I cannoni 1939-45'', |editore= Albertelli Editore, |città= Parma, |anno= 1971 |cid= Ian Hogg }}
* {{cita libro|autore= Giovanni Santi Mazzini, ''|titolo= La macchina da guerra dal Medioevo al 1914'', |id= 2 vol.,voll |editore= Mondadori Electa, |anno= 2006 |cid= Santi Mazzini }}
 
== Voci correlate ==
*[[Abus (obice)|Abus]]
*[[Artiglieria]]
*[[Armi da fuoco]]
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*[[Calibro (arma)]]
*[[Fortificazione alla moderna]]
*[[Mortaio (arma)|Mortaio]]
 
==Altri progetti==