Svastica: differenze tra le versioni

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[[File:Sauwastika swastika comparison.svg|thumb|Foggia semplice della svastica, in rosso, nei suoi due possibili orientamenti; le due versioni sono state usate intercambiabilmente in varie culture e non esiste interpretazione univoca su quale indichi moto destrorso (di creazione, concrezione) e quale sinistrorso (di dissoluzione, purificazione).<ref name="cita-Guénon-1990-p69-Dimitrova-1996">{{cita|Guénon 1990|p. 69}}; {{cita|Dimitrova 1996}}.</ref>]]
[[File:Spring Temple Buddha picturing Vairocana, in Lushan County, Henan, China.png|thumb|La svastica campeggia sul petto del [[Grande Buddha della Pianura Centrale]], la statua più alta al mondo rappresentante il ''[[buddha]]'' [[Vairocana]], aspetto manifesto personale dell'[[Ādibuddha]], situata in [[Cina]]. Nel [[buddhismo]] la svastica rappresenta il sigillo della mente-cuore dei ''buddha'' (i "risvegliati", o "illuminati"), capace di comprendere tutte le cose.]]
La '''svastica''' (anche '''croce gammata'''<ref>{{cita web|https://it.wiktionary.org/wiki/croce_gammata|croce gammata}}</ref>, '''croce uncinata'''<ref>{{cita web|https://it.wiktionary.org/wiki/croce_uncinata|croce uncinata}}</ref> o '''croce polare'''<ref>{{cita|Campidori}}.</ref>) è un antico [[simbolo]] [[religione|religioso]] originario delle culture dell'[[Eurasia]], specialmente, ma non esclusivamente, quelle di matrice [[popoli indoeuropei|indoeuropea]]. Rimane un simbolo largamente utilizzato nelle religioni dell'[[India]] e della [[Cina]], nonché nello sciamanesimo della [[Mongolia]] e della [[Siberia]], e in vari nuovi movimenti religiosi. Il termine italiano ha origine direttamente dal sostantivo maschile [[sanscrito]] ''swastika'' ([[devanagari]]: स्वास्तिक), che, tra gli altri significati, indica, appunto, in quella lingua, il disegno di una [[croce greca]] con i bracci piegati ad angolo retto. La svastica è presente in Africa, nelle tradizioni ancestrali dell'Etiopia e del Ghana tra i popoli Akan.
 
Come simbolo, generalmente sempre con significato divino e augurale, fu utilizzato da molte culture fin dal [[Neolitico]]. La svastica venne altresì riproposta dai [[teosofia|teosofi]] alla fine del [[XIX secolo]]. La sua odierna notorietà è, infatti, legata alla sua adozione durante il [[primo dopoguerra]] da parte del [[Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori|Partito Nazionalsocialista Tedesco]] e, successivamente, apposizione sulla [[bandieraBandiere della Germania nazista|bandiera]] della [[Germania nazista|Germania]]. Dopo la [[seconda guerra mondiale]] e l'utilizzo che ne fece il [[nazionalsocialismo]] tedesco, il suo uso in [[civiltà occidentale|Occidente]] è oggetto di controversie.
 
Un articolo sulsu ''[[Il Corriere dell'[[UNESCO]]'' del 1996 riconosce la svastica quale simbolo rappresentante l'[[emanatismo|emanazione]] della realtà divinamente ordinata dal Dio supremo.<ref name="cita-Dimitrova-1996">{{cita|Dimitrova 1996}}.</ref> Il 20 febbraio 2008, a coronamento di un solenne incontro a [[Gerusalemme]], il [[Gran Rabbinato d'Israele]] (massimo organo dell'[[ebraismo]]) e la [[Hindu Dharma Acharya Sabha]] (massimo organo dell'[[induismo]], costituito nel 2003) siglarono una dichiarazione comune in cui riconobbero le similarità tra le due tradizioni, innanzitutto la comune fede in un essere supremo sia nel suo aspetto immanifesto che nel suo aspetto manifesto, e al punto 7 diedero atto che la svastica è un antico simbolo religioso il cui utilizzo da parte del [[nazionalsocialismo]] tedesco fu assolutamente improprio.<ref>{{cita web|titolo=Declaration of the Second Hindu-Jewish Leadership Summit|editore=World Council of Religious Leaders, Chief Rabbinate of Israel, Hindu Dharma Acharya Sabha|url=http://www.hafsite.org/sites/default/files/Summit%20Declaration.pdf|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100809191851/http://www.hafsite.org/sites/default/files/Summit%20Declaration.pdf|urlmorto=sì}}</ref>
 
In preparazione alle [[Giochi della XXXII Olimpiade|Olimpiadi di Tokyo 2020]], essendo la svastica molto usata in [[Giappone]] nei [[templi buddhisti in Giappone|templi buddisti]] e sulle mappe per indicare l'ubicazione degli stessi, gli organizzatori dell'evento, preoccupati per eventuali turbamenti che il simbolo avrebbe potuto suscitare in visitatori occidentali, indissero una consultazione pubblica per determinare se sostituire il simbolo su mappe e guide turistiche; la decisione del popolo giapponese fu che la svastica dovesse essere mantenuta, proprio per la sua valenza tradizionale religiosa.<ref>{{cita web|url=https://europa.today.it/attualita/svastica-tokio-olimpiadi.html|titolo="Svastiche? Vi abituerete". Giapponesi dicono 'no' alla censura del simbolo durante Tokio 2020|sito=EuropaToday|data=25 gennaio 2020}}</ref>
 
==Etimologia, significato, attestazioni nella storia==
La parola italiana ''svastica'' deriva dalla resa del termine maschile [[sanscrito]] ''swastika'' ([[devanagari]]: स्वास्तिक), attestato nella nostra lingua a partire dal 1897. Il termine "svastica" viene indicato in italiano, per errore consolidato, come sostantivo di genere femminile. Il termine sanscrito ''swastika'' deriva da ''swastí'' (sostantivo neutro significante "benessere", "successo", "prosperità") a sua volta composto dal [[Prefisso (linguistica)|prefisso]] ''su-'' ("buono", "bene"; linguisticamente affine al [[greco antico|greco]] ευ-, ''eu-'' con lo stesso significato) e da ''asti'' (coniugazione della [[radice (linguistica)|radice verbale]] ''as'', "essere"). Il [[suffisso]] ''-ka'' forma un [[diminutivo]], per cui ''swastika'' è traducibile letteralmente come "è il bene" o "ben-essere".<ref name="Treccani-vocabolario">{{cita web|titolo=svàstica|sito=Treccani|url=https://www.treccani.it/vocabolario/svastica/}}</ref>
 
In sanscrito tale termine possiede numerosi significati indicando, tra gli altri, un "bardo che dà il benvenuto", "un incrocio di quattro strade", "l'incrociare le mani o le braccia sul petto", "un bendaggio a forma di croce", il "gallo", "un oggetto prezioso a forma di corona triangolare" ma, soprattutto, nel significato di "oggetto propizio" o il disegno/simbolo di una [[croce greca]] con i bracci piegati ad angoli retti.
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===Simbolismo polare===
{{vedi anche|Cielo (religione)}}
[[File:Swastika - Arktos - Great Chariot (Ursa Major) and Little Chariot (Ursa Minor) rotating around the Pole Star.svg|thumb|La svastica disegnata dalle sette stelle delle costellazioni del Piccolo e [[Grande Carro]], a loro volta parte dell'[[Orsa Maggiore]] e dell'[[Orsa Minore]], con centro in [[Polaris|α Ursae Minoris]], la [[stella polare]]. Tale configurazione venne a rappresentare il [[Trono di Dio]] e i [[Sette Arcangeli]] della Bibbia e dell'Apocalisse; ovverosia il Dio del Cielo e i Sette Dèi Planetari nelle [[religioni della Mesopotamia|tradizioni mesopotamiche]] e [[popoli indoeuropei|indoeuropee]]. Le sette stelle e i sette pianeti rappresentano, nelle dottrine tradizionali, i Sette Raggi di Dio, associati ai sei colori del ponte [[arcobaleno]], più il settimo che è il bianco,<ref name="cita-Guénon-1990-pp300-304">{{cita|Guénon 1990|pp. 300–304}}.</ref> e a spesso rappresentati anche dalla figura del serpente/drago;<ref>{{cita|Guénon 1990|pp. 334–337}}.</ref> tale ponte, o scala,<ref>{{cita|Guénon 1990|pp. 290–293}}.</ref> è un'altra immagine dell'asse dell'universo, che connette la Terra al Cielo,<ref name="cita-Guénon-1990-pp300-304"/> e al polo che è la "Porta del Cielo" (''Janua Coeli'') per l'uscita dalla morte e l'ingresso nell'eternità,<ref name="cita-Guénon-1990-pp305-308">{{cita|Guénon 1990|pp. 305–308}}.</ref> ossia l'uscita dalla [[mito della caverna|caverna]] dell'[[uovo cosmico]].<ref>{{cita|Guénon 1990|pp. 196–202}}.</ref> Nella tradizione indù la "Porta del Cielo" è composta dalla "porta solare" che dà accesso al ''[[Brahmā]]-[[loka (induismo)|loka]]'' ("Luogo di Brahma"), che è il supremo vertice extracosmico (polo eclittico), e dalla "porta lunare" che dà accesso all{{'}}''[[Indraloka|Indra]]-loka]]'' ("Luogo di [[Indra]]") o ''[[Svarga]]'', che è il cielo visibile, il vertice manifesto intracosmico (polo celeste); nella tradizione occidentale corrispondono rispettivamente all'"[[Empireo]]" e all'"[[Eliso]]",<ref name="cita-Guénon-1990-pp305-308"/> nella tradizione cinese a ''Tianmen'' 天門 ("Porta del Cielo")<ref name="cita-Reiter-2007-p190">{{cita|Reiter 2007|p. 190}}.</ref> e ''Tianshu'' 天樞 ("Perno del Cielo").<ref name="cita-Milburn-2016-p343">{{cita|Milburn 2016|p. 343}}.</ref>]]
Secondo [[René Guénon]], la svastica rappresenta le stelle fisse che ruotano attorno al [[polo nord celeste]], e solo secondariamente il [[Sole]] quale funzione riflessa del polo; essa rappresenta il moto di rotazione intorno a un centro o asse immobile (''[[Axis Mundi]]'').<ref name="cita-Guénon-1990-pp63-71">{{cita|Guénon 1990|pp. 63–71}}.</ref> Guénon sostiene che la svastica sia disegnata dalla rotazione delle sette stelle dell'[[Orsa Minore]] (o Piccolo Carro) e del [[Grande Carro]] (od [[Orsa Maggiore]]) intorno al polo nord celeste, determinando i quattro punti cardinali e le quattro stagioni.<ref>{{cita|Guénon 1990|p. 113}}.</ref> Come tale è simbolo della vita, del ruolo vivificante del principio supremo dell'universo, il [[Dio]] del [[Cielo (religione)|Cielo]], in relazione all'ordine del mondo; rappresenta l'attività (il [[Logos|Verbo]] greco, l'''[[Oṃ]]'' indù) del principio dell'universo nella formazione del mondo, il centro eterno dell'universo che si dispiega temporalmente,<ref name="cita-Guénon-1990-pp63-71"/> l'"Attività del Cielo" del ''Taiyi'' (太一, "Grande Uno") della [[religione tradizionale cinese|tradizione cinese]].<ref name="cita-Guénon-1990-pp110-113">{{cita|Guénon 1990|pp. 110–113}}.</ref>
 
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[[File:Textile (Egypt), 4th–5th century (CH 18130409).jpg|thumb|Svastica su un tessuto dall'[[Egitto]], datato tra il [[IV secolo|IV]] e il [[V secolo]]. Nella [[religione egizia]] antica ''[[Horus]]'' (il "Falco") era simbolo del centro polare celeste, e nelle rappresentazioni quadriformi i suoi [[figli di Horo|quattro figli]] erano disposti ai suoi lati nelle quattro direzioni,<ref name="cita-Guénon-1990-p257">{{cita|Guénon 1990|p. 257}}.</ref> oltre ad essere specificamente associati a quattro delle sette stelle del Grande Carro;<ref>{{cita|Levenda 2008|p. 22}}.</ref> nel tardo Egitto [[Impero romano|romano]] tale simbolismo, come altri affini, fu assimilato nella formulazione del [[cristianesimo]]: Horus fu identificato con [[Cristo]] e i suoi quattro figli con i [[Quattro Evangelisti]].<ref name="cita-Guénon-1990-p257"/>]]
[[File:Rosa camuna e antropomorfi R24 - Foppe - Nadro.jpg|thumb|[[Sciamano]]-guerriero [[Camuni|camuno]], con daga e scudo (o squadra), "illuminato" dalla visione della [[rosa camuna]], in un petroglifo di influenza [[Etruschi|etrusca]] della [[Val Camonica]].<ref>{{cita|Barbella 2018|p. 3}}.</ref> La rosa camuna rappresenta il polo celeste stesso o qui l'asterismo del [[Cigno (costellazione)|Cigno/Croce del Nord]], altro simbolo di rimando al polo supremo (nell'[[antica Grecia]] animale di [[Apollo]] associato all'[[Iperborea]], il polo nord supremo appunto).<ref>{{cita|Barbella 2018|pp. 18–22}}.</ref>]]
L'orientamento del simbolo (con i rebbi a sinistra 卍, o con i rebbi a destra 卐) non ne cambia il significato, e le due forme sono state usate intercambiabilmente in varie culture senza intenzioni di opposizione.<ref name="cita-Guénon-1990-p69">{{cita|Guénon 1990|p. 69}}.</ref> Tuttavia, talvolta nella storia è capitato che nuovi movimenti religiosi in una data cultura adottassero la forma di orientamento opposto a quella più in uso nella religione dominante, in antagonismo rispetto a quest'ultima (è il caso, per esempio, del [[buddhismo]] che usa maggiormente il simbolo con i rebbi a sinistra 卍, ''versus''rispetto lall'[[induismo]] che usa maggiormente quello con i rebbi a destra 卐).<ref name="cita-Guénon-1990-p69"/> Entrambe le versioni del simbolo sono dette ''swastika'' in sanscrito, anche se in taluni contesti il termine ''sauwastika'' (che non è altro che una forma aggettivale di ''swastika'') è stato applicato a una o all'altra variante per distinguerle.<ref name="cita-Guénon-1990-p69"/>
 
Per quanto riguarda il moto rotatorio, entrambe le versioni, sia quella con i rebbi a sinistra 卍, che quella con i rebbi a destra 卐, possono essere interpretate come destrogire (roteanti a destra) o levogire (roteanti a sinistra),<ref name="cita-Guénon-1990-p69"/> a significare l'[[eterno ritorno]] dell'universo;<ref name="cita-Maculotti-2016">{{cita|Maculotti 2016}}.</ref> secondo [[René Guénon]] il senso di rotazione è secondario,<ref name="cita-Guénon-1990-p69"/> ma può nondimeno significare la spirale di ascesa o discesa, generazione o dissoluzione, emanazione o riassorbimento dell'universo da parte del [[Dio]] supremo.<ref name="cita-Maculotti-2016"/>
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La svastica è un simbolo presente in pressoché tutte le culture religiose dell'[[Eurasia]], dall'[[Europa occidentale]] all'[[Estremo Oriente]], passando per il [[Vicino Oriente]], l'[[India]] e la [[Siberia]].<ref name="cita-Guénon-1990-p70">{{cita|Guénon 1990|p. 70}}.</ref> Si trova anche presso alcune culture indigene dell'[[America settentrionale]]<ref name="cita-Guénon-1990-p70"/> e dell'[[America centrale]].<ref name="britannica.com">{{cita web|titolo=swastika|sito=Britannica|url=https://www.britannica.com/topic/swastika}}</ref> Rare apparizioni del simbolo si trovano anche presso qualche cultura dell'[[Africa]] nord-orientale e nord-occidentale ([[Sudan]] occidentale, [[Guinea]] superiore).<ref name="Treccani-enciclopedia">{{cita web|titolo=svastica|sito=Treccani|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/svastica/}}</ref> Nelle raffigurazioni artistiche esiste una continuità formale tra il simbolo della svastica e quelli del [[greca (architettura)|meandro]] e della [[spirale]].<ref name="Treccani-enciclopedia"/>
 
La svastica si trova su reperti risalenti al [[Neolitico]], e in rari casi anche al tardo [[Paleolitico]], per esempio sui manufatti della [[cultura di Cucuteni-Trypillia]] vicino a [[Mezine]], in [[Ucraina]], datata a quindicimila anni fa.<ref name="cita-Campion-2014">{{cita|Campion 2014}}.</ref> Al [[VII millennio a.C.|VII]]-[[VI millennio a.C.]] risalgono attestazioni del simbolo sui manufatti della [[cultura di Vinča]] che si sviluppava nella [[Penisola balcanica|penisola dei [[Balcani]],<ref name="cita-Campion-2014"/> su manufatti "proto-[[traci]]" datati al 6000 a.C. rinvenuti a Devetak, Lovech, in [[Bulgaria]],<ref name="cita-Dimitrova-1996"/> nonché su almeno un manufatto datato al 7000 a.C. rinvenuto a [[Tell es-Sultan]], vicino a [[Gerico]], in [[Cananea]].<ref>{{cita|Keel-Leu & Keel 1989|p. 8}}.</ref> Al VI-V millennio a.C. risalgono successive attestazioni in [[Mesopotamia]] e in Cananea; notevoli sono le ciotole della [[cultura di Samarra]] raffiguranti svastiche attorniate da motivi animali.<ref>{{cita|Eilenstein 2011|p. 321}}.</ref> La svastica era il simbolo che con più frequenza figurava sulle monete delle civiltà mesopotamiche.<ref name="britannica.com"/> Dall'[[età del bronzo]] il simbolo si diffuse in tutta l'[[Eurasia]] con gli [[popoli indoeuropei|Indoeuropei]],<ref name="cita-Campion-2014"/> nella [[cultura di Sintashta]] in [[Russia]],<ref name="cita-Zdanovich-2017"/> nell'area dell'[[Iran]],<ref>{{cita|Heller 2000|p. 32}}.</ref> specialmente l'[[Elam]] (4000 a.C.),<ref name="Treccani-enciclopedia"/> nella civiltà [[civiltà egea|egeo]]-[[Anatolici|anatolica]] (antiche [[Creta (Grecia)|Creta]], [[Troia]], [[Cipro]])<ref name="Treccani-enciclopedia"/> e nella [[civiltà della valle dell'Indo]] (3300 a.C.),<ref name="cita-Dimitrova-1996"/> e in culture della [[Cina]].<ref>{{cita pubblicazione|autore=Maria Paula Armelin|titolo=Jar with swastika design - Majiayao culture, Machang type (Gansu or Qinghai province) - late 3rd millennium BCE|url=http://daghlian.qc.cuny.edu/portfolio-item/jar-with-swastika-design/|pubblicazione=The Daghlian Collection of Chinese Art|accesso=19 luglio 2021|dataarchivio=9 novembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141109165010/http://daghlian.qc.cuny.edu/portfolio-item/jar-with-swastika-design/|urlmorto=sì}}</ref> Dall'[[età del ferro]] è attestata nelle compagini culturali dei [[Celti]], dei [[Germani]], dei [[Balti (popolo europeo)|Balti]], degli [[Slavi]], dei [[Greci]], degli [[Italici]] e degli [[Illiri]].<ref name="cita-Campion-2014"/>
 
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===Cristianesimo===
[[File:St Mary, Bloxham, Oxon - Window - geograph.org.uk - 1606517.jpg|thumb|Volto di Cristo al centro della svastica polare in un rosone della chiesa di Santa Maria a [[Bloxham]], [[Inghilterra]]. I bracci della svastica contengono i simboli dei Quattro Evangelisti e dei Quattro Arcangeli Maggiori delle direzioni e degli elementi: bue (Luca-Raffaele), leone (Marco-Michele), uomo (Matteo-Gabriele), aquila (Giovanni-Uriele). Al centro, al Cristo, è invece associato il serpente, simbolo della vita che può prendere ognuna delle direzioni.<ref>{{cita|Guénon 1990|p. 128}}.</ref>]]
Nel [[cristianesimo]] antico la svastica simboleggia la croce del [[Cristo]] al centro del Cielo, il polo nord, [[Trono di Dio]], contornato dai Quattro Arcangeli Maggiori ([[Arcangelo Michele|Michele]], [[Arcangelo Gabriele|Gabriele]], [[Arcangelo Raffaele|Raffaele]], [[Arcangelo Uriele|Uriele]]) corrispondenti ai [[Quattro Evangelisti]] ([[Marco (evangelista)|Marco]], [[Matteo (apostolo)|Matteo]], [[Luca (evangelista)|Luca]], [[Giovanni (evangelista)|Giovanni]]), a loro volta parte dei [[Sette Arcangeli]], i sette spiriti o occhi di Dio, rappresentati dalle sette stelle della costellazione del [[Grande Carro]].<ref name="cita-Guénon-1990-pp255-258">{{cita|Guénon 1990|pp. 255–258}}.</ref> Tale simbolismo, già presente nelle visioni di [[Ezechiele (profeta)|Ezechiele]] e poi ripreso nell'''[[Apocalisse di Giovanni]]''<ref name="cita-Guénon-1990-p257"/> fu rappresentato dalla svastica nel cristianesimo fino alla fine del [[Medioevo]].<ref name="cita-Guénon-1990-p70"/> La svastica era inoltre un motivo frequente nelle iscrizioni e nell'arte funeraria cristiana tra il [[II secolo|II]] e il [[IV secolo]].<ref name="Treccani-enciclopedia"/>
 
{{citazione|Ed egli teneva nella sua mano destra sette stelle [le sette stelle del Carro dell'Orsa<ref>{{cita|Guénon 1990|p. 167}}.</ref>] ... e il suo volto era come il Sole quando splende nella sua forza. / E dalla bocca gli usciva una spada affilata sui due tagli per colpire con essa le nazioni. / Questo è il senso recondito delle sette stelle che hai visto nella mia destra e dei sette candelabri d'oro, eccolo: le sette stelle sono gli angeli delle sette Chiese e le sette lampade sono le sette Chiese. / Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; sette lampade accese ardevano davanti al trono, simbolo dei sette spiriti di Dio. / Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi un Agnello, come immolato. Egli aveva sette corna e sette occhi, simbolo dei sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra. / Poi vidi nel cielo un altro segno grande e meraviglioso: sette angeli che avevano sette flagelli; gli ultimi, poiché con essi si deve compiere l'ira di Dio.|''Apocalisse di Giovanni'', I, 16 / XIX, 15 / I, 20 / IV, 5 / V, 6 / XV, 1}}
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===Ebraismo e islam===
Il cristianesimo formulato nella [[tarda antichità]] romana ereditò gran parte della sua scrittura sacra dall'[[ebraismo]], nella cui tradizione [[misticismo ebraico|mistico-profetica]], a sua volta derivante dalledalla religionireligione [[religioni della Mesopotamia|mesopotamico]]-[[religione egiziacananea|egiziecananea]], è centrale la visione del polo nord, il Trono di Dio (''[[Merkavah]]'', il "Carro") e i suoi sette Palazzi/Stanze (''[[Heikhalot]]''),<ref>{{cita|Levenda 2008|pp. 1–4}}.</ref> con Quattro Arcangeli che lo reggono, parte dei Sette Arcangeli che ne rappresentano la settuplice manifestazione.<ref name="cita-Guénon-1990-pp110-113"/> I Quattro Arcangeli si riflettono anche nei [[Profeta (ebraismo)|Quattro Grandi Profeti]] ([[Isaia (profeta)|Isaia]], [[Geremia (profeta)|Geremia]], [[Ezechiele (profeta)|Ezechiele]], [[Daniele (profeta)|Daniele]]),<ref>{{cita|Brownell Jameson 1970|p. 133}}.</ref> e nei quattro grandi raggruppamenti direzionali delle [[Dodici Tribù di Israele]] ([[Giuda (tribù)|Giuda]] a est, [[Ruben (tribù)|Ruben]] a sud, [[Efraim (tribù)|Efrem]] a ovest, [[Dan (tribù)|Dan]] a nord), più i [[Leviti]], la casta sacerdotale, posti al centro.<ref>{{cita|Guénon 1990|p. 97}}.</ref> Tale simbolismo è reso nell'esoterismo ebraico anche da quattro lettere ''[[jodh]]'' (lettera associata al principio e all'unità) poste ad angolo retto le une rispetto alle altre, simbolismo poi ripreso dalla [[massoneria]] che ha sostituito la ''jodh'' ebraica con la Γ ([[gamma (lettera)|gamma]]) greca oppure con la I o la G; nella massoneria la svastica rappresenta la stella polare quale "sede effettiva del Sole centrale nascosto dell'Universo, ''[[Yahweh|Iah]]''", il [[Grande Architetto dell'Universo]].<ref name="cita-Guénon-1990-pp110-113"/>
 
Nell'[[islam]], la svastica, usata spesso nelle decorazioni geometriche delle [[moschea|moschee]] oppure nella calligrafia araba, rappresenta la "pietra angolare" o "angolo degli angoli" (''rukh al-arkan'', da cui il termine "arcano"), che ha una dimensione celeste e una terrestre.<ref name="cita-Guénon-1990-pp255-258"/> A livello celeste il centro è il ''[[Ruh (religione)|Ruh]]'' (lo "Spirito", equivalente a ''[[Metatron]]'' nell'ebraismo) e gli angeli ''Jibril'', ''Rufail'', ''Mikail'' e ''Israfil'' sono riflessi particolari del ''Ruh'' nelle quattro direzioni; a livello terrestre il centro fu [[Maometto]] mentre le quattro diramazioni furono i primi quattro [[califfo|califfi]] della storia sacra islamica.<ref name="cita-Guénon-1990-pp255-258"/> Il centro è anche detto la "stazione divina" (''al-maqamul-ilahi''),<ref>{{cita|Guénon 1990|pp. 66–67}}.</ref> che è orientazione (''qibla'') per la tensione (''niyya'') di tutti gli esseri verso il principio divino, ''[[Allah]]'';<ref>{{cita|Guénon 1990|p. 71}}.</ref> il centro del Cielo corrisponde sulla Terra alla ''[[Kaaba]]'' (il "Cubo"), chiamata anche ''Beyt Allah'' ("Casa di Dio"), custodente la [[Pietra Nera]], centro più sacro dell'islam intorno a cui i musulmani compiono sette giri di circumambulazione rituale.<ref>{{cita|Guénon 1990|pp. 266–268}}.</ref>
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File:Jewish swastika.jpg|<small>Svastica ebraica composta da quattro lettere ''jodh'', dall'opera [[cabala ebraica|cabalistica]] ''Parashat Eliezer''.</small>
File:Kufic Muhammad.jpgsvg|<small>''Muhammad'' (in nero) e ''[[ʿAlī ibn Abī Ṭālib|Ali]]'' (in bianco), il sigillo dei profeti e il quarto califfo, scritti quattro volte in grafia [[cufico|cufica]] disposta a svastica.</small>
File:Central mosque (blue) of Yerevan 08.jpg|<small>Svastica tra le geometrie decorative di una moschea a [[YerevanErevan]], in [[Armenia]].</small>
File:Textielschat11.jpg|<small>Borsello in tessuto ricamato con svastiche datato all'[[XI secolo]], [[dinastia fatimide]].</small>
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===Induismo e giainismo===
[[File:हनुमान जयन्ति.png|thumb|Candele disposte a svastica per una cerimonia [[induismo|religiosa indù]].]]
In ambito [[induismo|induista]] la svastica in generale simboleggia al contempo i quattro [[Veda]] e i corrispondenti quattro volti di ''[[Brahmā]]'', il Dio supremo creatore. Come "Porta del Cielo", la svastica rappresenta sia la "porta solare" che dà accesso al ''Brahma[[Brahmā]]-[[loka (induismo)|loka]]'' ("Luogo di Brahma"), che è il supremo vertice extracosmico (polo nord eclittico), sia la "porta lunare" che dà accesso all{{'}}''[[Indraloka|Indra-loka]]'' ("Luogo di [[Indra]]") o ''[[Svarga]]'', che è il vertice manifesto intracosmico (polo nord celeste).<ref name="cita-Guénon-1990-pp305-308"/> Nel mondo sottostante il vertice celeste, il simbolo con i rebbi rivolti a destra (卐) è associato con il [[Sole]] e con la ruota del mondo che gira intorno al centro immobile del polo nord, ed è quindi emblema di ''[[Vishnu]]''-''[[Krishna]]'' e del mondo manifesto (e diurno); invece, il simbolo con i rebbi rivolti a sinistra (卍) è associato con i rituali [[tantra|tantrici]] della dea ''[[Kālī|Kali]]'', e con il mondo immanifesto (e notturno).<ref name="britannica.com"/> Le sette stelle del Grande Carro sono dette ''Saptarikhsha'', che significa "Sette Orse", "Sette Stelle" o "Sette Luci" (''rikhsha'' deriva dalla medesima radice del celtico ''arth'' e del greco ''arktos''), e sono identificate con i ''Saptarishi'', i "Sette Sapienti" che ricevono e ritrasmettono la tradizione sapienziale dopo ogni ciclo cosmico.<ref>{{cita|Guénon 1990|pp. 148–151}}.</ref> La ''[[Bṛhat Saṃhitā]]'' (VI secolo d.C.; al LV,5) sostiene che la svastica debba essere apposto all'ingresso dei templi. Lo ''shostik'' ([[File:Bengali-swastika Swastika Symbol.svg|15px]]) è una versione della svastica tipica dell'induismo popolare [[Bengala|bengalese]] (''shostik'' è l'equivalente in [[lingua bengalese|bengalese]] del sanscrito ''swastika''), nel quale il simbolo ha le fattezze della figura umana stilizzata.
 
In ambito [[giainismo|giainista]] la svastica è simbolo del settimo ''[[tirthamkara]]'' ("creatore del guado", reiteratore della tradizione), Suparśvanātha; la svastica rappresenta altresì i quattro regni nei quali un'anima soggetta al ''[[saṃsāra]]'', il ciclo delle vite e delle morti, può rinascere se non ha raggiunto l'illuminazione e la liberazione: ''Svarga'' (cielo), ''[[Naraka (buddhismo)|Naraka]]'' (inferno), ''Manushya'' (umanità), e ''Tiryancha'' (animali e vegetali).<ref name="britannica.com"/>
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===Tradizione cinese===
[[File:China, Liao dynasty (916-1125), Taiping period - Square Mirror with Wan Symbol - 1995.368 - Cleveland Museum of Art.tif|thumb|Specchio in bronzo con svastica datato 1020, [[dinastia Liao]].]]
[[File:Wufang Shangdi---Five Forms of the Supreme Deity color.svg|thumb|''Wǔfāng Shàngdì'' (五方上帝), le "Cinque Forme del Dio Supremo", con colore, elemento, incarnazione, e pianeta associati a ognuno; diagramma dallo ''[[Huainanzi]]''. Al centro della croce cosmica è ''[[Huangdi]]'' (黄帝, "Divo Giallo"), a est ''Qingdi'' (青帝, "Divo Blu/Verde"), a sud ''[[Chidi]]'' (赤帝, "Divo Rosso"), a ovest ''Baidi'' ("Divo Bianco"), a nord ''Heidi'' (黑帝, "Divo Nero"). Al centro, associato al Divo Giallo, è anche il [[drago cinese|Dragone]], simbolo estremo-orientale del ''[[Logos]]'' vitale.<ref>{{cita|Guénon 1990|p. 131}}.</ref>]]
Nella [[religione tradizionale cinese]] (che include anche [[taoismo]] e [[confucianesimo]]), la svastica (卍/卐/萬, ''wàn'') rappresenta la totalità degli esseri emanata e regolata dal ''Taiyi'' (太一, "Grande Uno"), anche detto ''[[Shangdi]]'' (上帝, "Dio Supremo") o semplicemente ''Di'' 帝 ("[[Dio]]"), o ''Tian'' (天, "[[Cielo]]"),<ref name="Didier 2009, vol. III pp. 256"/> il supremo Dio del polo nord della volta celeste,<ref name="cita-Guénon-1990-pp110-113"/> nelle quattro direzioni o punti cardinali più il centro (''wu fang'' 五方, "conque forme" o "cinque fasi"), cui sono associate le "[[Wu Xing|cinque forze]]" celesti (''wu xing'' 五行: terra, aria, legno, fuoco e metallo).<ref>{{cita|Guénon 1990|p. 256}}.</ref> Essa rappresenta l'"Invariabile Mezzo" da cui si dispiega l'"Attività del Cielo".<ref>{{cita|Guénon 1990|p. 67}}.</ref> ''Tian'' e ''Di'' hanno in ultima analisi la stessa etimologia grafica e fonetica (in [[cinese antico]] rispettivamente [[File:Zhou grapheme for Tiān 天 (Heaven), version 1.svg|20px]] *''Teeŋ'' e [[File:Shang grapheme for Dì 帝 (Deity), version 2.svg|20px]] *''Tees''), condivisa anche con ''Ding'' 口, il "quadrato" polare e la "squadra" del carpentiere (grafema odierno 丁).<ref>{{cita|Didier 2009|passim, in special modo vol. II, p. 111}}.</ref> Connesso al "quadrato" è anche ''[[ding (vaso)|dǐng]]'' (鼎, "calderone", "turibolo", il recipiente terrestre della potenza del perno celeste),<ref>{{cita|Pankenier 2013|pp. 136–142}}.</ref> mentre composti di ''Di'' sono i suoi omofoni 締 ''dì'' ("appropriatamente congiunto", "fare", "formare"), 諦 ''dì'' ("attento", o verbalmente "esaminare attentamente"), e 蒂 ''dì'' ("calice", o "peduncolo" di fiore o frutto).<ref>{{cita|Pankenier 2004|pp. 226–236}}; {{cita|Didier 2009|vol. II, p. 111}}</ref> Secondo alcuni studiosi, ''Di'', in cinese antico *''Tees'', è anche etimologicamente correlato all'[[lingua protoindoeuropea|indoeuropeo]] ''[[Dyeus]]''.<ref>{{cita|Zhou 2005}}.</ref> Connesso a tutti questi termini è anche 巫 ''wu'' ("sciamano") e 方 ''fang'' ("squadra", "forma", "direzione", "modo", "manifestazione"), grafemi che anticamente erano entrambi rappresentati come [[croce potenziata]] (☩).<ref>{{cita|Didier 2009|vol. I, p. 257}}; {{cita|Pankenier 2013|pp. 112–113}}.</ref>
 
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File:2020 澄源堂 (1).jpg|<small>Svastiche su un muro del Tempio di Chengyuan delle religioni ''zhaijiao'', [[Isole Penghu]].</small>
File:Shanrendao.svg|<small>Svastica nei colori dei ''wu xing'', emblema del movimento religioso ''Shanrendao'' della [[Cina]] nord-orientale.</small>
File:Falun Gong Logoemblem.svg|<small>Emblema del nuovo movimento religioso ''[[Falun Gong]]'', che combina svastiche e yinyang.</small>
File:SvasticaLabirinto.jpg|<small>Svastiche sui muri del labirinto del [[Palazzo d'Estate (Pechino)|Palazzo d'Estate]] di [[Pechino]].</small>
File:SvasticaTessuto.jpg|<small>Svastiche su un drappo conservato al Museo di [[Pechino]].</small>
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Nella [[religione tradizionale giapponese]] (''shinto''), il polo nord, il Grande Carro e le sue sette stelle, rappresentano il Dio supremo senza inizio né fine, ''Amenominakanushi'' (アメノミナカヌシ, "Sovrano dell'Augusto Centro dell'Universo"), che dal fulcro immobile dell'universo produce la dualità da cui si generano lo spirito e tutte le cose viventi, si dipanano e si intessono tutte le "linee" di realtà.<ref name="Sasaki_1998">{{cita|Sasaki 1998}}.</ref> Similmente, nella [[religione tradizionale coreana]] (''sindo'' o muismo) il Dio supremo è detto "Dio delle Sette Stelle" (무신도, ''Chilseonsin'') e rappresentato spesso come serpente.<ref>{{cita web|autore=Kim Heonsun|titolo=Origin of the Seven Stars|sito=Encyclopedia of Korean Folk Culture|url=https://folkency.nfm.go.kr/en/topic/detail/5408|editore=National Folk Museum of Korea}}</ref> Il teologo giapponese [[Hirata Atsutane]] lo descrisse come segue nella sua cosmologia:<ref name="Sasaki_1998" />
 
{{citazione|Tutte le cose nell'universo hanno un originale grande ''[[kami]]'' ancestrale. Il suo nome è ''Amenominakanushi-no-kami''. Non ha inizio né fine. Dimora nell'alto dei cieli. Ha il potere di produrre tutte le cose nell'universo, ma non agisce ed è quiescente — risiede nel cosiddetto Altissimo Cielo precedente a ogni inizio —, ed è sovrano di tutta l'esistenza. Da lui procedono ''Takamimusubi-no-kami'' e ''Kamimusubi-no-kami''. A loro sono devolute in porzione le qualità dell{{'}}''Amenominakanushi-no-kami'', ossia produrre tutti gli enti dell'universo, ed esercitare la sovranità su tutti gli enti dell'universo. Essi sono dotati della qualità immensurabilmente meravigliosa detta lo spirito della generazione (''musubi''). Essi sono i ''kami'' ancestrali supremi della natura dell'essere umano. Queste due divinità ancestrali forgiano poi il Cielo e la Terra, generando ''Izanagi-no-mikoto'' e ''Izanami-no-mikoto'', facendo sì che questi stabiliscano la terraferma e diano origine all'uomo. Questi sono i nostri grandi progenitori divini. I grandi progenitori divini poi danno origine all'uomo, benedendolobenedicendolo attraverso la produzione di tutte le cose che esistono, di tutta la moltitudine dei ''kami'' che generano tali cose, inclusi i ''kami'' del vento, del fuoco, del metallo, dell'acqua e del suolo; ad ''Amaterasu-omikami'' con la sua linea gentilizia (''nigimitama'') e al ''kami'' della rettificazione (''Naobi-no-kami'') è dato dominio sul Sole celeste, mentre ''Tsukuyomi-no-mikoto'' ha dominio sulla Luna.|''Honkyô gaihen'', ''Shinshû Hirata Atsutane zenshû'', 7:6}}
 
Nel [[buddhismo esoterico]] giapponese, ''Amenominakanushi'' è identificato nel ''[[bodhisattva]]'' ("essere illuminato") ''Myōken'' (妙見, in cinese pronunciato ''Miàojiàn''; letteralmente "Meravigliosa Visione"), ''bodhisattva'' della stella polare e del Grande Carro, il cui culto è in ultima analisi di origine cinese e giunto in Giappone attraverso la [[Corea]]. Durante lo ''[[shinbutsu bunri]]'', la de-[[sincretismo|sincretizzazione]] tra shinto e buddhismo parte del [[Rinnovamento Meiji]], molti templi buddhisti dedicati a ''Myoken'' furono convertiti in santuari shinto dedicati al Dio supremo, ''Amenominakanushi''.<ref>{{cita web|autore=Mori Mizue|titolo=Amenominakanushi|url=http://eos.kokugakuin.ac.jp/modules/xwords/entry.php?entryID=38|sito=Encyclopedia of Shinto|editore=Università Kokugakuin}}</ref>
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===Tradizioni amerindie===
[[File:Sican-Vessel-in-the-Huaca-Rajada-Site-Museum-001.JPG|thumb|Vaso con svastica della [[cultura di Sican]], [[Perù]].]]
La svastica è in uso anche nelle culture di tribù di [[nativi americani|indigeni]] dell'[[America settentrionale]]<ref name="cita-Guénon-1990-p70"/> come i [[Navajo]], i [[Papago]], gli [[Apache]] e gli [[Hopi]].<ref>{{cita|Aigner 2000}}; {{cita|Indyke 2005}}.</ref> Il simbolo fu censurato da molte tribù nella propria tradizione religiosa durante la [[seconda guerra mondiale]] perché passibile di accostamento con la simbologia nazista.<ref>{{cita|Indyke 2005}}; {{cita|Ronchey 2015}}.</ref> Le più antiche attestazioni sarebbero quelle rinvenute tra le rovine della cultura degli [[Anasazi]] (VII–XIV secolo) negli odierni [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] sud-occidentali,<ref>{{cita|Kapoun & Lohrmann 2006|p. 68}}.</ref> e tra le rovine della cultura di [[Hohokam]] (300–1500) in [[Arizona]].<ref>{{cita|Bostwick & Krocek 2002|pp. 158, 172}}.</ref> Numerose svastiche sono presenti anche su manufatti in ceramica inter-tribali risalenti al XIII secolo ritrovati nella regione del [[Delta del Mississippi]].<ref>{{cita|Rees & Livingood 2007|p. 198}}.</ref>
 
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File:William Neptune, Passamaquoddy chief, 1920.jpg|<small>Capo William Neptune dei [[Passamaquoddy]], adornato con svastiche (1920).</small>
File:Chief Tommy Thompson at Celilo Falls, Oregon (3230030878).jpg|<small>Capo Tommy Thompson di Celilo, [[Oregon]]. Una svastica campeggia sul tamburo in basso a sinistra.</small>
File:Native American basketball team crop.jpg|<small>Squadra di pallacanestro della Chilocco Indian Agricultural School in [[Oklahoma]], sulla cui divisa figurava la svastica (1909).</small>
File:Zionpictographs.jpg|<small>Pittogrammi nativi americani al [[Parco Nazionale di Zion]] in [[Utah]], [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]].</small>
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==Nella Germania del XIX secolo, nell'ariosofia e nel nazionalsocialismo==
[[File:Flag of the Order of the New Templars 2.svg|thumb|Bandiera dell{{'}}''Ordo Novi Templi''.]]
[[File:Flag of the NSDAP (1920–1945).svg|thumb|[[Bandiera della Germania]] dal 1935 al 1945.]]
Il simbolo della svastica conobbe un periodo di grande popolarità come segno beneaugurale in [[Europa]] e in [[America settentrionale]] nella seconda metà del XIX secolo, dopo che l'archeologo tedesco [[Heinrich Schliemann]] ne trovò almeno {{formatnum:1800}} raffigurazioniesemplari raffigurati sui manufatti dei vari strati storici del sito di [[Troia]] da lui scoperto.<ref name="Barbero_2020">{{cita|Barbero 2020}}.</ref> Al contempo, il simbolo fu gradualmente adottato dai circoli del [[nazionalismo tedesco]] e dal movimento etno-nazionalista [[movimento völkisch|''völkisch'']], fino a divenire nella prima metà del XX secolo l'emblema ufficiale del [[Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori]] e della [[Germania]] da esso governata.<ref name="Barbero_2020" />
 
Prima dell'emersione del [[nazismo]], l'interpretazione della svastica come simbolo della "[[razza ariana]]" fu elaborata dalle dottrine [[teosofia|teosofiche]] e [[ariosofia|ariosofiche]]. L'ex [[Ordine cistercense|monaco cistercense]] e ariosofo [[Josef Lanz|Adolf Josef Lanz]] (alias Jörg Lanz von Liebenfels) durante un viaggio in [[India]] acquistò, nei pressi di [[Calcutta]], un anello che recava incisa la svastica.<ref name="cita-Ronchey-2015"/> Lanz formulò una dottrina ariosofica, la teozoologia, e fondò una confraternita ariosofica, l'''[[Ordine dei Nuovi Templari|Ordo Novi Templi]]'', che si ispirava ai [[cavalieri templari]] e propugnava tesi [[antisemitismo|antisemitiche]] e lo [[Olocausto|sterminio degli ebrei]].<ref name="cita-Ronchey-2015"/> Ispirandosi all'anello indiano, nel 1907 Lanz dette all'ordine una bandiera costituita da una svastica rossa attorniata da quattro [[giglio (araldica)|gigli araldici]] dello stesso colore su sfondo giallo.<ref>{{cita|Erbez 2001}}.</ref> Si tratta del primo uso documentato della svastica nell'ariosofia, poi seguito dall'ariosofo [[Guido von List]] che la adottò come simbolo della sua dottrina, l'armanesimo, e poi anche da un'ulteriore organizzazione ariosofica, la [[Società Thule]] (''Thule-Gesellschaft'').<ref name="cita-Ronchey-2015"/>
 
[[Adolf Hitler]] in gioventù studiò presso l'[[Abbazia di Lambach]] in [[Alta Austria]], dove tra le decorazioni fu affascinato da una svastica con i bracci piegati ad angolo acuto presente nello stemma abbaziale posto su di un [[cenotafio]] nella sagrestia. Lo stemma fu voluto nel 1869 dall'abate Theoderich Hagn, forse perché segno dell'incontro tra la croce cristiana e la tradizione religiosa mondiale.<ref>{{cita|Messori 2009|p. 39}}.</ref> I ricercatori francesi [[Louis Pauwels]] e [[Jacques Bergier]] scrissero ne ''[[Il mattino dei maghi]]'' (''Le Matin des magiciens'', 1962) che fu [[Karl Haushofer]] a convincere Hitler a scegliere la croce uncinata come simbolo del Partito Nazionalsocialista quando ne divenne la guida. Haushofer, appassionato di cultura giapponese e indiana, tornato a Berlino nel [[1918]], avrebbe anche fondato la Società del [[Vril]] (''Vril-Gesellschaft''), la cui esistenza non è però sostenuta da alcuna fonte storica. A suggerire a Hitler di porre la svastica all'interno di un cerchio e ruotarla di 45 gradi sarebbe stato invece, nel 1920, il dottor [[Friedrich Krohn]], membro della [[Società Thule]].<ref>{{cita|Schwartzwaller 1988}}.</ref>
 
Il presentare la svastica da parte dei nazisti come simbolo identificativo scandalizzò vari membri del ''[[Collège de sociologie]]'' parigino, tra i quali [[Georges Bataille]] e [[Pierre Prévost (giornalista)|Pierre Prévost]]. Scrisse quest'ultimo: "... tanto più che noi tutti [Prévost si riferisce ai partecipanti alla conferenza ''Hitler et l'ordre teutonique''] provavamo disgusto per tutto ciò che poteva venire dall'hitlerismo. A scandalizzarci in questo movimento era, tra l'altro, l'accaparramento della croce uncinata che evoca l'idea di sacralizzazione. Questo simbolo solare Bataille lo avrebbe adottato volentieri, per il significato [[Eraclito|eracliteo]] che gli riconosceva. Ma il movimento hitleriano nella sua totalità era giudicato da lui e da noi tutti come un mostruoso tentativo [[schiavista]], mirante a una ricomposizione 'monocefala' della società".<ref>{{cita|Prévost 1987|pp. 26 ff}}.</ref>
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==Galleria di usi storici e contemporanei==
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File:لاخ مزار.jpg|<small>Svastica tra [[petroglifo|petroglifi]] [[preistoria|preistorici]] sui monti di [[Birjand]], [[Khorasan]], [[Iran]].</small>
File:Swastika Stone, Ilkley (detail) - geograph.org.uk - 48281.jpg|<small>La cosiddetta "pietra della svastica" dell'[[Ilkley Moor]], [[Inghilterra]], di fattura quasi identica alle [[rosa camuna|rose camune]] che si trovano in [[Lombardia]], [[Italia]].</small>
File:The petroglyph with swastikas, in Geghama mountains, Armenia.jpg|<small>Svastiche tra petroglifi sui [[Monti Gegham]], [[Armenia]].</small>
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File:Robe, dragon, man's (AM 9838-27).jpg|<small>Svastiche su veste imperiale cinese della [[dinastia Qing]] (1644–1912), indossata per le cerimonie sacrificali importanti da membri della famiglia imperiale o alti ufficiali.</small>
File:Brooklyn Museum 74.218.25 Weight.jpg|<small>Svastica (''nkontim'') su peso per l'oro degli [[Ashanti (popolo)|Ashanti]] del [[Ghana]].</small>
File:VologodskayaКонец vyshivkaполотенца. Браное ткачество. Конец XIX века. Великоустюгский район.jpg|<small>Svastiche su tessuto [[Russia|russo]] del [[XIX secolo]].</small>
File:Swastikas on the wedding dress, British colony, 1910.jpg|<small>Svastiche a decorazione di un vestito matrimoniale femminile del periodo coloniale [[Impero britannico|britannico]], del 1910.</small>
File:K.P.C. de Bazel cover Wendingen 1.jpg|<small>Copertina con svastica rappresentante i quattro venti della rivista [[Paesi Bassi|nederlandese]] di [[architettura]] ''[[Wendingen]]'', vol. 2, n. 1, 1919.</small>
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File:Theoderich hagn vaakuna.png|<small>Stemma dell'abate Theoderich Hagn del 1861, che [[Adolf Hitler]] vide all'età di 6 anni all'[[Abbazia di Lambach]], in [[Alta Austria]].</small>
File:The Jungle Book - p8.png|<small>Stemma con svastica di [[Rudyard Kipling]], del 1911.</small>
File:Confederated Republic of Altai (1921-1922).svg|<small>Bandiera della [[Repubblica Confederale dell'Altaj]] (1921–1922), con svastica rossa su sfondo bianco.</small>
File:Flag of Kuna Yala.svg|<small>Bandiera dei [[Cuna]] di [[Panama]], con svastica nera su sfondo giallo, adottata negli anni '20 del [[XX secolo]] e basata sulla simbologia tradizionale di quel popolo amerindio.</small>
File:Roundel of the Latvian Air Force until 1940 border.svg|<small>Coccarda con svastica dell'aeronautica militare [[Lettonia|lettone]], la ''[[Latvijas Gaisa spēki]]'', usata tra il [[1926]] e il [[1940]].</small>
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* {{Cita libro|autore=[[Nicholas Goodrick-Clarke|Goodrick-Clarke, Nicholas]]|titolo=[[The Occult Roots of Nazism]]: The Ariosophists of Austria and Germany 1890-1935|anno=1985|editore=Aquarian Press|isbn=9780850304022|cid=Goodrick-Clarke 1985}}
* {{Cita libro|autore=Heller, Steven|titolo=The Swastika: Symbol Beyond Redemption?|url=https://archive.org/details/swastikasymbolbe0000hell|editore=Allworth Press|città=New York|anno=2000|cid=Heller 2000}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Indyke, Dottie|titolo=The History of an Ancient Human Symbol|url=http://www.collectorsguide.com/fa/fa086.shtml|anno=2005|pubblicazione=The Wingspread Collector's Guide to Santa Fe, Taos and Albuquerque|volume=15|cid=Indyke 2005|accesso=8 ottobre 2007|dataarchivio=5 dicembre 2004|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20041205011620/http://www.collectorsguide.com/fa/fa086.shtml|urlmorto=sì}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Ingram, Alan|titolo=Alexander Dugin: Geopolitics and Neo-Fascism in Post-Soviet Russia|url=https://dx.doi.org/10.1016/S0962-6298(01)00043-9|pubblicazione=Political Geography|volume=20|numero=8|anno=2001|cid=Ingram 2001}}
* {{Cita libro|autore=Ivanits, Linda J.|anno=1989|titolo=Russian Folk Belief|url=https://archive.org/details/russianfolkbelie0000ivan|editore=M. E. Sharpe|isbn=9780765630889|cid=Ivanits 1989}}
* {{Cita libro|autore=Kapoun, Robert W.; Lohrmann, Charles J.|titolo=Language of the Robe: American Indian Trade Blankets|editore=Gibbs Smith|anno=2006|isbn=1423600169|cid=Kapoun & Lohrmann 2006}}
* {{Cita libro|autore=Keel-Leu, Hildi; Keel, Othmar|titolo=Studien zu den Stempelsiegeln aus Palaestina/Israel|url=https://www.academia.edu/4220126|anno=1989|editore=Academic Press|città=Friburgo in Brisgovia|isbn=372780629X|cid=Keel-Leu & Keel 1989}}
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* {{Cita pubblicazione|autore=Laruelle, Marlène|titolo=The Rodnoverie Movement: The Search for Pre-Christian Ancestry and the Occult|curatore=Brigit Menzel; Michael Hagemeister; Bernice Glatzer Rosenthal|pubblicazione=[https://www.academia.edu/17977459/The_New_Age_of_Russia_Occult_and_Esoteric_Dimensions The New Age of Russia: Occult and Esoteric Dimensions]|città=Monaco|editore=Kubon & Sagner|isbn=9783866881976|cid=Laruelle 2012}}
* {{Cita libro|autore=Levenda, Peter|titolo=Stairway to Heaven: Chinese Alchemists, Jewish Kabbalists, and the Art of Spiritual Transformation|editore=Continuum|anno=2008|isbn=9780826428509|cid=Levenda 2008}}
* {{Cita libro|autore=Lynch, Patricia Ann; Roberts, Jeremy|titolo=Native American Mythology A to Z|url=https://archive.org/details/nativeamericanmy0000lync_u2c7|editore=Chelsea House|anno=2010|isbn=978-1604138948|cid=Lynch & Roberts 2010}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Maculotti, Marco|titolo=La dottrina dell'Eterno Ritorno dell'uguale: da Beroso ad Eliade|url=https://axismundi.blog/2016/09/18/la-dottrina-delleterno-ritorno-delluguale-da-beroso-ad-eliade/|sito=Axis Mundi|giorno=18|mese=settembre|anno=2016|cid=Maculotti 2016}}
* {{Cita libro|autore=Mathews, Robert Hamilton|titolo=Mathews' Chinese-English Dictionary|anno=1966|editore=Harvard University Press|cid=Mathews 1966}}
* {{Cita pubblicazione|autore=[[Vittorio Messori|Messori, Vittorio]]|titolo=Ecco la svastica che ispirò Hitler|giornale=[[Corriere della seraSera]]|data=9 luglio 2009|cid=Messori 2009}}
* {{Cita libro|autore=Milburn, Olivia|titolo=The Spring and Autumn Annals of Master Yan|serie=Sinica Leidensia|editore=Brill|anno=2016|isbn=9789004309661|cid=Milburn 2016}}
* {{Cita libro|autore=Müller, Ludvig|titolo=Det saakaldte Hagekors's Anvendelse og Betydning i Oldtiden. Avec un résumé français|editore=Bianco Lunos Bogtrykkeri|città=Kjobenhavn|anno=1877|cid=Müller 1877}}
* {{Cita web|autore=Nad, Boris|titolo=Face to face with God/god|url=http://www.4pt.su/en/content/face-face-godgod|sito=4pt.su|giorno=5|mese=maggio|anno=2014|accesso=17 luglio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180722181925/http://www.4pt.su/en/content/face-face-godgod|urlmorto=sì|cid=Nad 2014}}
* {{Cita libro|autore=Novykh, Anastasia|titolo=Allat-Ra|anno=2014|città=Kiev|url=https://it.scribd.com/document/487898398/allatra-italiano-pdf|cid=Novykh 2014}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Pankenier, David W.|titolo=A Brief History of Beiji 北极 (Northern Culmen), with an Excursus on the Origin of the Character di 帝|anno=2004|rivista=Journal of the American Oriental Society|volume=124|numero=2|url=https://www.researchgate.net/publication/269739961|doi=10.2307/4132212|jstor=4132212|cid=Pankenier 2004 | issn=0003-0279}}
* {{Cita libro|autore=Pankenier, David W.|titolo=Astrology and Cosmology in Early China|editore=Cambridge University Press|anno=2013|isbn=9781107006720|cid=Pankenier 2013}}
* {{Cita libro|autore=[[Pierre Prévost|Prévost, Pierre]]|titolo=Pierre Prévost recontre Georges Bataille|anno=1987|editore=Nouvelles éditions Place|isbn=978-2858930869|cid=Prévost 1987}}
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* {{Cita libro|autore=Rees, Mark A.; Livingood, Patrick C.|titolo=Plaquemine Archaeology|editore=University of Alabama Press|anno=2007|isbn=978-0817353667|cid=Rees & Livingood 2007}}
* {{Cita news|autore=[[Silvia Ronchey|Ronchey, Silvia]]|titolo=Dalla saggezza al male assoluto: il destino della svastica|giornale=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/10/05/dalla-saggezza-al-male-assoluto-il-destino-della-svastica52.html|giorno=5|mese=ottobre|anno=2015|cid=Ronchey 2015}}
* {{Cita libro|autore=Wilson, Thomas|titolo=The Swastika: The Earliest Known Symbol, and Its Migrations; with Observations on the Migration of Certain Industries in Prehistoric Times|url=http://abob.libs.uga.edu/bobk/sw/|anno=1896|città=Washington|pp=757 ÷ 1030757–1030|opera=Annual report of the Board of Regents of the Smithsonian Institution|cid=Wilson 1986|accesso=8 ottobre 2007|dataarchivio=14 gennaio 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100114192422/http://abob.libs.uga.edu/bobk/sw/|urlmorto=sì}}
* {{Cita news|autore=Zdanovich, Gennady|url=http://ru-sled.ru/o-mirovozzrenii-drevnix-zhitelej-strany-gorodov/|titolo=О мировоззрении древних жителей «Страны Городов»|giornale=Русский след|giorno=26|mese=giugno|anno=2017|cid=Zdanovich 2017}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Zhou, Jixu|titolo=Old Chinese "*tees" and Proto-Indo-European "*deus": Similarity in Religious Ideas and a Common Source in Linguistics|pubblicazione=[http://sino-platonic.org/ Sino-Platonic Papers]|numero=167|editore=Victor H. Mair|anno=2005|url=http://www.sino-platonic.org/complete/spp167_old_chinese_proto_indo_european.pdf|cid=Zhou 2005}}