Richard Wagner: differenze tra le versioni

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{{Nota disambiguand}}
{{nota disambiguand||Wagner (disambigua)|Wagner}}
{{Bio
|Nome = Wilhelm RiccardoRichard
|Cognome = Wagner
|PostCognome = <ref>{{Cita pubblicazione|nome=Roger|cognome=Hollinrake|anno=1970|titolo=The Title-Page of Wagner's 'Mein Leben'|rivista=Music & Letters|volume=51|numero=4|pp=415-422|lingua=en|accesso=11 gennaio 2024|url=https://www.jstor.org/stable/731482}}</ref>
|ForzaOrdinamento = Wagner ,Richard
|ForzaOrdinamento = Wagner, Richard
|PreData = in italiano pronunciato {{IPA|/ˈvaɡner/}}<ref>{{Dipi|Wagner}}</ref>; in [[lingua tedesca|tedesco]] {{IPA|['vɪlhɛlm 'ʀɪçaʀt 'va:gnɐ]}}
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|Sesso = M
|LuogoNascita = Lipsia
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|Attività = compositore
|Attività2 = poeta
|AttivitàAltre = , [[regista teatrale]], [[direttore d'orchestra]] e [[saggista]]
|Attività3 = librettista
|AttivitàAltre = [[regista teatrale]], [[direttore d'orchestra]] e [[saggista]]
|Nazionalità = tedesco
|Immagine = RichardWagner.jpg
|Didascalia = Richard Wagner fotografato nel 1871
|Didascalia2 = [[File:Richard Wagner Signature.svg|215px]]
}}
 
Citato a volte nei testi in [[lingua italiana]]<ref>Compresa la [[toponomastica]] delle vie a lui intitolate.</ref> come Riccardo Wagner<ref>Ad esempio vedi ''Lettere di Riccardo Wagner ad Augusto Roeckel'', tradotte da Vittorio Morelli, Palermo: A. Reber, 1899.</ref>, è riconosciutoRiconosciuto come uno dei più importanti musicisti di ogni epoca e, in particolare, come trafra i massimi esponenti del [[romanticismo]]., Wagner è soprattutto noto per la riforma del [[teatro]] musicale. Diversamente dalla maggioranza degli altri compositori di [[opera lirica]], Wagner, autodidatta, scrisse sempre da sé il [[libretto]] e la [[sceneggiatura]] per i suoi lavori<ref>{{Treccani|wilhelm-richard-wagner|Richard Wagner|accesso=7 marzo 2019}}</ref>. Le composizioni di Wagner, in particolare quelle del suo ultimo periodo, sono rilevanti per la loro [[Tessitura (musica)|tessitura]] [[Contrappunto|contrappuntistica]], il ricco [[Scala cromatica|cromatismo]], le [[Armonia|armonie]], l'[[orchestrazione]] e per l'uso della tecnica del ''[[Leitmotiv]]'': temi musicali associati a persone, luoghi o sentimenti. Inoltre fu il principale precursore del linguaggio musicale moderno: l'esasperato cromatismo del ''[[Tristano e Isotta (opera)|Tristano]]'' avrà infatti un effetto fondamentale nello sviluppo della [[musica classica]]. Egli trasformò il pensiero musicale attraverso la sua idea di ''[[Gesamtkunstwerk]]'' (opera d’arte totale), sintesi delle arti poetiche, visive, musicali e drammatiche. Questo concetto trova la sua realizzazione nel [[Festspielhaus di Bayreuth]], il teatro da lui costruito per la rappresentazione dei suoi [[Dramma musicale|drammi]], dove tuttora si svolge il [[Festival di Bayreuth]], dedicato completamente al compositore di Lipsia.
 
Le composizioni di Wagner, in particolare quelle del suo ultimo periodo, sono rilevanti per la loro [[Tessitura (musica)|tessitura]] [[Contrappunto|contrappuntistica]], il ricco [[Scala cromatica|cromatismo]], le [[Armonia|armonie]], l'[[orchestrazione]] e per l'uso della tecnica del ''[[Leitmotiv]]'': temi musicali associati a persone, luoghi o sentimenti. Inoltre fu il principale precursore del linguaggio musicale moderno: l'esasperato cromatismo del ''[[Tristano e Isotta (opera)|Tristano]]'' avrà un effetto fondamentale sullo sviluppo della [[musica classica]]. Egli trasformò il pensiero musicale attraverso la sua idea di ''[[Gesamtkunstwerk]]'' (opera d’arte totale), sintesi delle arti poetiche, visive, musicali e drammatiche. Questo concetto trova la sua realizzazione nel [[Festspielhaus di Bayreuth]], il teatro da lui costruito per la rappresentazione dei suoi [[Dramma musicale|drammi]], dove tuttora si svolge il [[Festival di Bayreuth]], dedicato completamente al compositore di Lipsia.
La sua arte rivoluzionaria, su cui sono presenti, dal punto di vista dei libretti, influenze della tradizione della [[mitologia norrena]], [[Mitologia germanica|germanica]] e dei [[poemi cavallereschi]], nonché quelle della [[filosofia]] di [[Arthur Schopenhauer]], e dal punto di vista musicale influssi dell'intera storia della musica classica, scatenò reazioni contrastanti nel mondo artistico e divise critici e appassionati in "wagneriani" ([[Richard Strauss]], [[Anton Bruckner]] e [[Gustav Mahler]]) e "antiwagneriani" (tra i secondi, [[Johannes Brahms|Brahms]] o [[Robert Schumann|Robert]] e [[Clara Schumann]]): fu anche per questo che il compositore conobbe il successo solo negli ultimi anni della sua vita.
 
La sua arte rivoluzionaria, in cui sono presenti, dal punto di vista dei libretti, influenze della tradizione della [[mitologia norrena]], [[Mitologia germanica|germanica]] e dei [[poemi cavallereschi]], nonché quelle della [[filosofia]] di [[Arthur Schopenhauer]], e dal punto di vista musicale influssi dell'intera storia della musica classica, scatenò reazioni contrastanti nel mondo artistico e divise critici e appassionati in "wagneriani" ([[Richard Strauss]], [[Anton Bruckner]] e [[Gustav Mahler]]) e "antiwagneriani" (tra i secondi, [[Brahms]] e [[Clara Schumann]]): fu anche per questo che il compositore conobbe il successo solo negli ultimi anni della sua vita.

Il filosofo [[Friedrich Nietzsche]], durante il periodo di amicizia con il compositore, considerò la musica delle sue opere fino alla [[tetralogia]] ''[[L'anello del Nibelungo]]'' come la rinascita dell'arte tragica in [[Europa]], rappresentando il massimo esempio dello [[spirito dionisiaco]] nella storia della musica stessa, ossia il suo aspetto istintuale. In seguito, dopo una rottura umana e intellettuale che proseguirà anche dopo la morte di Wagner, lo stesso Nietzsche ritrattò le proprie idee definendo, al contrario, l'opera wagneriana come espressione di una civiltà decadente. Paradossalmente le argomentazioni del filosofo, nei due periodi contrastanti, sono fra le più citate sia dagli ammiratori che dai critici del compositore tedesco.<ref>Friedrich Nietzsche, ''La nascita della tragedia dallo spirito della musica ovvero grecità e pessimismo''. Si noti che nel "tentativo di autocritica" (prefazione scritta da Nietzsche stesso in occasione della riedizione dell'opera) e nel capitolo dedicato a questo libro nell'''Ecce homoHomo'', il filosofo dichiara che tali affermazioni erano dovute a una sua giovanile avventatezza. Nietzsche si allontanò molto da Wagner negli anni della maturità, come si può leggere in ''[[Nietzsche contra Wagner]]'' e ''[[Il caso Wagner]]''.</ref>
 
== Biografia ==
=== Infanzia e giovinezza ===
[[File:Minna Planer.jpg|thumbmin|upright=2verticale|Minna Planer, la prima moglie di Wagner]]
Wagner nacque il 22 maggio 1813 a [[Lipsia]], nono figlio del giurista e [[attore]] dilettante Carl Friedrich Wagner (1770 – 1813) e di Johanna Rosine Wagner (1774 – 1848), nata a [[Pätz]].
Sei mesi dopo la sua nascita suo padre morì di [[Tifo esantematico|tifo]]. La madre sposò allora l'attore e [[poeta]] [[Ludwig Geyer]], secondo alcuni già suo amante e forse vero padre di Wagner, che si era occupato della famiglia dopo la morte di Carl Friedrich.<ref>{{Cita|Treccani.it}}.</ref> Dopo la morte del padre, anche se tristemente, la famiglia si era tristemente trasferita a [[Dresda]].<ref>Robert W. Gutman, ''Wagner: l'uomo, il pensiero, la musica'', Rusconi libri, Milano 1995</ref>
 
Nel 1828 Wagner tornò a Lipsia e completò le scuole superiori, ma tuttavia non si distinse per una particolare dedizione. Era sempre incerto se intraprendere una carriera di [[pittore]], [[Letteratura|letterato]], [[Saggio|saggista]], [[Scultura|scultore]] o [[architetto]] e la [[musica]] era ancora una sorta di sogno lontano. Il giovane Wagner era di temperamento molto esuberante, si entusiasmava facilmente anche per le piccole cose futili e sentiva ardere dentro di sé lo "spirito" della rivoluzione. A 16 anni assistette a una rappresentazione del ''[[Fidelio]]'' di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]] e da quel momento decise di diventare compositore. Inizialmente si formò da autodidatta e si cimentò con delle piccole composizioni molto rudimentali: le prime sonate, un quartetto d'archi e un precoce tentativo mai completato di opera teatrale: ''Le nozze''. Dal 1831 prese per soli sei mesi lezioni di composizione presso [[Christian Theodor Weinlig]] (direttore di un importante coro di Lipsia, il ''Thomanerchor''), al quale dedicò la sua prima composizione, una "[[sonata]] per [[pianoforte]]" in si bemolle maggiore (''Klaviersonate in B-Dur''). Dopodiché sospese gli studi e si dedicò unicamente alla composizione.
 
Nel 1833 cominciò a comporre ''[[Le fate|Die Feen]]'' (''Le fate''), strettamente legata alla tradizione musicale tedesca e seguita negli anni successivi da ''[[Il divieto d'amare]]'' (1835-1837) e dal ''[[Rienzi]]'' (1837-1840). Svolgendo l'attività di direttore musicale del piccolo teatro di [[Magdeburgo]] conobbe la cantante Minna Planer, che sposò nel 1836. In 'Mein Leben', Wagner ricorda che verso la "graziosa signorina Minna Planer" non nutrì mai un vero sentimento amoroso, ma il suo affetto e il suo senso pratico della vita costituivano per lui un rifugio sicuro dove frenare gli eccessivi voli di fantasia. Il temperamento ribelle e dissoluto di Wagner aveva infatti bisogno di un piccolo mondo affettivo in cui rifugiarsi tra le tante battaglie di un'esistenza incompresa. Tuttavia, tali differenze di carattere, oltre alla mancanza di figli e al generale senso di irresponsabilità da parte dell'artista, costituirono ben presto motivo di crisi matrimoniale.
 
Dal 1837 divenne direttore d'orchestra a [[Königsberg]] (l'attuale [[Kaliningrad]]). Poco dopo il teatro fu costretto a chiudere per eccesso d'indebitamento. Wagner venne licenziato, ma riuscì ada ottenere un posto di direttore a [[Riga]]. Qui cominciò a comporre ''Rienzi''.
 
Nel 1839 perse il posto anche a Riga. Per sfuggire ai creditori fuggì in modo rocambolesco, varcando di nascosto il confine fra [[Russia]] e [[Prussia]], e si imbarcò con Minna su un piccolo [[veliero]] alla volta di [[Londra]]. Mentre assisteva ada una tempesta sul mare durante il viaggio, gli venne l'ispirazione per comporre ''[[L'olandese volante (opera)|L'olandese volante]]'', che rappresenta il primo capolavoro autenticamente wagneriano, sebbene ancora compreso nel periodo giovanile che si protrarrà fino al ''[[Lohengrin (opera)|Lohengrin]]''.
 
Trascorse gli anni dal 1839 al 1842 in condizioni di grande povertà a [[Parigi]]. Per sopravvivere dovette rassegnarsi a impegnare le fedi matrimoniali al [[monte di pietà]] e scrivere delle trascrizioni di pezzi per banda, portando a termine ''Rienzi'' e continuando nel contempo la stesura de ''L'olandese volante''. È di questi anni l'incontro con [[Ludwig Andreas Feuerbach|Ludwig Feuerbach]], la sua [[filosofia]] dell'[[ateismo]] e le teorie [[Socialismo|socialiste]] di [[Pierre-Joseph Proudhon]], che influenzarono le prime versioni della ''Tetralogia'' (''[[L'anello del Nibelungo]]''). Tuttavia, lo stile ''Grand-Opéra'' francese del ''Rienzi'' riscosse un grande successo che gli permise di ottenere il posto di direttore d'[[orchestra]] dell'Opera di [[Dresda]], avvenimento che per la moglie Minna costituì l'inizio di una brillante carriera. Fiducioso che questa posizione avrebbe favorito il rapporto del pubblico nei confronti della sua nuova arte, Wagner si aspettava un altro trionfo con ''L'olandese volante'', rappresentato a Dresda il 2 gennaio 1843, ma lo strano impianto del dramma, che aboliva i pezzi a forma chiusa e tratteggiava i personaggi con una sensualità profonda fino ad allora sconosciuta, disorientò il pubblico del teatro. Un esito ancor più tiepido riscosse la prima del ''[[Tannhäuser (opera)|Tannhäuser]]'' (a Dresda, nel 1845), scritto – a detta dell'autore – in uno stato di eccitazione febbrile. In realtà, il giovane Wagner si sentiva prigioniero di un mondo che odiava, specchio di un'arte legata al conformismo dell'epoca, nonostante il compenso annuo di {{TA|1 500}} [[Tallero|talleri]] che facevano la gioia di Minna e della sua pacifica vita borghese. Questa situazione, unita alla freddezza del pubblico nei riguardi dei suoi lavori, lo portò alla creazione di ''Lohengrin'', personaggio in cui Wagner rivide se stesso nel vano desiderio di essere accettato, in un momento di debolezza della sua vita di uomo e di artista.<ref name="Robert E. Gutman, op. cit">Robert E. Gutman, ''op. cit''.</ref> "Mi sentii spinto a chiedere: da dove vieni, perché? E per lungo tempo la mia arte sparì davanti a queste domande".<ref name="Richard Wagner, Mein Leben">Richard Wagner, ''Mein Leben''</ref>
 
Nacquero intanto le sue grandi amicizie: [[Franz Liszt]], già conosciuto in un albergo di [[Berlino]] nel 1842, e [[Hans von Bülow]], il futuro direttore d'orchestra, entrambi ferventi ammiratori della sua musica.
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=== 1850-1859: ''Tristano e Isotta'', Matilde Wesendonck e Venezia ===
[[File:wagnerlaspezia.JPG|thumb|upright=1.4min|Wagner aalla [[La Spezia|Spezia]] nel 1853]]
[[File:Zuerich 1863 sw.jpg|thumbmin|upright=0.7|leftsinistra|Una veduta di [[Zurigo]]]]
[[File:Mathilde Wesendonck by Karl Ferdinand Sohn, 1850.jpg|thumbmin|upright=0.7verticale|leftsinistra|[[Mathilde Wesendonck]]]]
[[File:Villa-Wesendonck-1857.jpg|thumbmin|upright=0.7|leftsinistra|La villa di Otto Wesendonck a [[Zurigo]]. La foto risale al periodo del ''[[Tristano e Isotta (opera)|Tristano]]'']]
A Zurigo incominciò una vita relativamente stabile per Wagner, appoggiato dagli amici di [[Bakunin]] – molti dei quali esuli in [[Svizzera]] – e dalla celebrità che gli derivava dall'esecuzione delle sue musiche. Per quanto osteggiato, il genio del musicista sembrava ormai indiscutibile. Grazie a [[Liszt]], il ''Tannhäuser'' venne rappresentato in molti teatri tedeschi, mentre ''L'olandese volante'' venne diretto a Zurigo dall'autore stesso.

Nel 1852, dopo il primo viaggio in [[Italia]] che lo portò sulle rive del [[lago Maggiore]], Wagner terminò il testo de ''L'anello del Nibelungo''.
<br>Proprio in Italia trovò ispirazione per il preludio musicale de ''[[L'oro del Reno]]'' – prologo della ''Tetralogia'' – poco dopo lo sbarco dalla nave che da [[Genova]] lo portò a [[La Spezia]]<ref> A La Spezia ebbe l'ispirazione una sera alloggiando nella [[Palazzo Doria (La Spezia)|Locanda Universo]]</ref>.
 
Appassionato anche di [[montagna]] (la quale ricorre spesso – insieme al [[mare]] – nell'ambientazione dei suoi drammi), intraprese avventurose passeggiate sui monti della Svizzera centrale.<ref name="Robert E. Gutman, op. cit.">Robert E. Gutman, ''op. cit.''</ref> Tuttavia, accanto al tema della natura, l'evento che segnò una svolta nella sua vita fu l'incontro con la filosofia di [[Schopenhauer]], che ebbe l'effetto di modificare i passati ideali della rivoluzione. Leggendo ''[[Il mondo come volontà e rappresentazione]]'', Wagner trovò la conferma di ciò ch'egli stesso andava lentamente maturando. Le significative frasi finali de ''L'anello del Nibelungo'' furono più volte modificate e improntate a queste nuove teorie, che tratteggiavano già i [[Dramma musicale|drammi]] di ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'' e di ''Tristano''. ''Tristano'', per la cui concezione fu fondamentale un altro evento di assoluta importanza nella vita del compositore: l'amicizia con la famiglia Wesendonck. Otto Wesendonck era socio in affari di un'industria tessile di [[New York]] e conobbe il musicista durante un concerto di musiche di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]]. Sua moglie Matilde, poetessa dilettante, sembrava fatta apposta per condividere il genio dell'artista. Del resto, erano anni di fervente attività creativa. Entro il 1856, ''L'oro del Reno'' e ''[[La Valchiria|Die Walküre]]'' furono terminati. ''Sigfrido'' seguì d'appresso, così che l'immenso lavoro della ''Tetralogia'' sembrò quasi concluso; s'interruppe però a metà del secondo atto del ''Sigfrido'', quando i rapporti tra Richard e Matilde divennero sempre più intimi. Otto aveva infatti affittato all'amico un'ala della sua villa di Zurigo, il cosiddetto "asilo", un'oasi di pace dove vivere in tutta tranquillità. Richard vi si stabilì con Minna, i [[Canis lupus familiaris|cani]] e i [[pappagalli]]. La moglie non tardò ad accorgersi di questo nuovo amore che cresceva mese dopo mese, una passione travolgente che interruppe la stesura dell<nowiki>{{'</nowiki>}}''anello'' per intraprendere ''Tristano''. A Matilde si devono inoltre le cinque poesie dei ''[[Wesendonck-Lieder]]'', che Wagner musicò nell'intimità della loro relazione, rarissimi saggi del Maestro al di fuori dell'orbita del dramma.
 
«Un anno fa, oggi, terminai il poema del Tristano e ti portai l'ultimo atto. Tu mi abbracciasti e mi dicesti: ora non ho più desideri! In quel momento, io rinacqui una seconda volta. Mi ero andato sempre più staccando dal mondo con dolore. Tutto in me era diventato negazione, rifiuto e desiderio di opporre un'affermazione. Una donna dolce si è gettata in un mare di sofferenze per offrirmi quell'istante adorabile e per dirmi che mi ama…».<ref>Barbara Spadini, articolo su Matilde e Wagner.</ref>
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=== 1861: il ''Tannhäuser'' a Parigi ===
[[File:Portrait of Richard Wagner, composer (1813-1883) - Archivio Storico Ricordi ICON010608 B.jpg|thumbmin|verticale|Ritratto di Richard Wagner, compositore (1813-1883). <br> [[Archivio storico Ricordi|Archivio Storico Ricordi]].]]
Per la seconda volta Wagner tentò la fortuna nella città che odiava, simbolo di un'arte "viziata e corrotta", ma indispensabile per aggiudicarsi la vittoria sul mondo. Nel 1860, senza troppa fortuna, vi aveva già portato ''L'olandese volante'' in forma di concerto (modificato con l'aggiunta del tema finale della ''Redenzione''), mentre l'anno seguente vi portò il ''[[Tannhäuser]]'', pure modificato e memore delle innovazioni stilistiche post-tristaniane. Di tutti i suoi drammi, ''Tannhäuser'' gli sembrò il più appropriato a sostenere quest'atto di prostituzione che identificava il successo artistico con il successo finanziario. Il denaro di Wesendonck era infatti già svanito nel pagamento anticipato di tre anni di pigione in un [[appartamento]] di lusso vicino all'[[Arco di Trionfo (Parigi)|Arco di Trionfo]]. Minna lo raggiunse poco dopo, ancora una volta, momentaneamente riappacificata: sala da pranzo in comune, camere da letto separate. Da parte sua, [[Napoleone III di Francia]] concesse le rappresentazioni pensando ada un evento artistico come un altro, ma quel che in realtà avvenne superò qualsiasi immaginazione. Venne accolto come un genio esuberante, invasato e senza scrupoli, che osava stravolgere il gusto francese per la musica tutta arie e balletti, sostituendola con una concezione assolutamente nuova. Mentre il direttore dirigeva l'orchestra secondo la sua interpretazione, Wagner batteva un altro tempo con le mani e con i piedi, facendo un gran fracasso e abbandonandosi a violenti alterchi con gli orchestrali, esprimendosi oltretutto in un pessimo francese. In particolare il divieto d'introdurre il tradizionale [[balletto]] nel secondo atto – previsto dalla moda del teatro parigino – colpì l'orgoglio dei membri del ''Jockey Club'', che usavano presentarsi in [[platea]] non prima del secondo atto.
 
«Ai ripetuti timori espressi sulla lunghezza del lavoro, replicai che non comprendevo tale inquietudine. Non era possibile, infatti, annoiare un pubblico abituato a divertirsi nell'ascoltare la [[Semiramide]] di [[Gioachino Rossini|Rossini]]. Tuttavia, io dimenticavo che in queste rappresentazioni il pubblico non si cura né dell'azione né della musica, e che la sua attenzione si rivolge solo ai virtuosismi dei cantanti. Ora, il Tannhäuser non era stato composto per le esibizioni dei cantanti…».<ref name="Richard Wagner, Mein Leben"/>
 
Si disse che mai musica e mai autore furono più impopolari di Wagner e del ''Tannhäuser'', la sera del 13 marzo 1861. Urla, fischi e risate condannarono l'esecuzione di un capolavoro che era costato la bellezza di 164 prove. Wagner ritirò l'opera dopo la terza recita, ma il tumulto lo rese celebre. [[Charles Baudelaire]] gli manifestò tutta la sua ammirazione, mentre la critica giornalistica non parlava d'altro.<ref name="Robert E. Gutman, op. cit." />
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=== 1861-1864: Mosca, Vienna e Stoccarda ===
[[File:Richard Wagner,Wien,1862.jpg|thumbmin|leftverticale|Wagner fotografato a [[Vienna]] nel 1862<ref>Fotografia Angerer, Vienna.</ref>]]
[[File:Wagner Richard von Ludwig Angerer.jpg|thumbmin|verticale|Una rara immagine del musicista nel 1863]]
Wagner lasciò [[Parigi]] il 15 aprile. Tenne un festino d'addio, in un caffè di rue Laffitte – presenti [[Charles Baudelaire|Baudelaire]] e [[Gustave Doré]] – salutò e partì. Avanti a sé aveva un futuro sempre più incerto. Il mandato d'arresto che gl'imponeva l'[[esilio]] dalla Germania era stato revocato, ma non sapeva dove andare. Come dice [[Aldo Oberdorfer]] nella sua eccellente [[biografia]], si trattava di una "pezzenteria grandiosa, di un accattonaggio magnifico che abitava nei palazzi e negli alberghi di lusso". Questo Wagner ormai cinquantenne, senza fissa dimora, agitato da eccessi d'entusiasmo e crisi di depressione, osteggiato ma anche vezzeggiato da nobildonne sedotte dalla sua musica, ricominciò a chiedere prestiti a destra e a sinistra. Per esempio, all'amico comune Hornstein: «Sento che lei è diventato ricco… Per tirarmi fuori dai guai mi occorre un anticipo di diecimila franchi. Il suo aiuto la renderà a me molto caro. In questo caso dovrebbe gradire di accogliermi l'estate prossima per circa tre mesi in uno dei suoi poderi, possibilmente in riva al [[Reno]]».<ref>[[Aldo Oberdorfer]], ''Riccardo Wagner''.</ref>
 
La signora Kalergis gli aveva già prestato 10.050 franchi per coprire il buco dei concerti di Vantadour e ora contattò invano gli editori e i teatri di tutta Europa.
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"Non ho nulla in vista e non sono atteso da nessuna parte. Sono libero come un uomo fuori dalla legge. Tutto è fondato sul caso".<ref name="Richard Wagner, Mein Leben"/>
 
Questa situazione fu interrotta da [[Hans von Bülow]], che riuscì ad accordarsi per la prima rappresentazione del ''Tristano'', a [[Vienna]]. Dopo incertezze di vario genere, Wagner partì in treno per l'[[Austria]] e durante il viaggio abbozzò l<nowiki>{{'</nowiki>}}''ouverture'' di ''[[I maestri cantori di Norimberga]]'', la grande commedia di cui aveva già scritto il testo. Tuttavia, le recite del ''Tristano'' incontrarono difficoltà enormi: l'opera fu ritenuta indecifrabile, difficile, astrusa e le prove vennero ben presto sospese. Wagner si stabilì momentaneamente a [[Biebrich (Wiesbaden)|Biebrich]] sul [[Reno]], quindi a [[Magonza]], dove era necessaria una visita all'[[editore]] Schott, che era un uomo d'affari e che non ritenne sufficiente la vaga promessa di completare ''I maestri cantori'' entro breve tempo. Wagner gli cedette allora i diritti dei ''Wesendonk-Lieder'', ovvero la profanazione della sua vita privata sull'altare della sopravvivenza. A Matilde scriveva lettere blande, gli ultimi strascichi di un amore ormai passato, mentre con Minna – rientrata definitivamente a [[Dresda]] – il ciclo era già concluso. Di certo le due donne avevano giocato un ruolo importante nella sua arte: Minna aveva impersonato Fricka, che nella ''Walküre'' rimprovera a [[Odino|Wotan]] la sua irresponsabilità e la dura realtà del mondo;<ref name="Robert E. Gutman, op. cit."/> Matilde era stata la sua Isotta. Adesso la nuova amica Matilde Maier gli appariva sotto le banali sembianze di "una libera unione che escludesse gli obblighi della convivenza" (la strada più comoda che era sempre solito ricercare) e non influì per nulla sulla sua attività creativa. Anzi, la composizione de ''I maestri cantori'' era ferma del tutto. Il cane Leo l'aveva morso alla mano destra e per alcuni mesi non gli fu possibile scrivere una sola nota. Riprese allora la peregrinazione dei concerti, che culminarono con la fortunata ''[[tournée]]'' russa di [[Mosca (Russia)|Mosca]] e di [[San Pietroburgo|Pietroburgo]], ai primi giorni del 1863. Con il denaro finalmente guadagnato poté stabilirsi a Vienna, la città che in quel momento gli sembrava meno ostile: gli [[Organetto (strumento musicale)|organetti]] per le strade suonavano i motivi del ''Tannhäuser'' e l'insegna di un [[negozio]] aveva la scritta "Al Lohengrin". Tuttavia, i {{TA|7 000}} talleri finirono nell'arredo principesco della nuova casa, firmando [[Cambiale|cambiali]] ancor prima di sapere se i russi gli avrebbero accordato una seconda ''tournée'' (che non vi fu): sete, velluti, tappeti, tendaggi, ghirlande e barocchismi, che forse tentavano di riempire un senso di vuoto sempre più profondo. In questa casa ebbe luogo la fastosa festa di Natale del 1863, organizzata per gli amici che l'avevano sostenuto tra doni e prestiti mai ripagati. Ricorda [[Peter Cornelius (compositore)|Peter Cornelius]], alla sorella: «Quel pazzo di Wagner ha acceso un grande albero e vi ha messo sotto un tavolo pieno di doni per me, addirittura regale! Pensa: un magnifico cappotto, un'elegante veste da camera grigia, un accendisigari, sei fazzoletti di seta, bottoni d'oro, belle cravatte e un bocchino di spuma. Tutto ciò che può immaginare una fantasia orientale».
 
[[File:Wagner Munich 1864.jpg|thumbmin|leftverticale|sinistra|Wagner nel 1864]]
Era l'assurdo che preludeva al periodo più nero, dove non c'era più posto per alcuna attività creativa. In effetti Wagner era stanco, inaridito di fronte ai tronconi della ''Tetralogia'' e di ''I maestri cantori'', che non aveva più ripreso. Era solo di fronte alla fuga degli amici, come un [[mago]] che aveva perduto i suoi poteri.
 
{{Citazione|A cinquant'anni devo sapere di che vivrò. Guardo innanzi a me e sono profondamente stanco di vivere. Una lieve spinta e tutto è finito!….<ref name="Epistolario di Wagner"/>}}
 
Non gli rimase che la fuga in [[Svizzera]], per evitare l'arresto per indebitamento. Per calmare i creditori, lo zio di [[Franz Liszt|Liszt]] – noto [[avvocato]] – vendette i mobili della casa di Vienna a sua insaputa, così che si ritrovò di colpo senza alloggio. Scrisse a Wesendonck sperando che lo accogliesse ancora a [[Zurigo]], ma ricevette risposta negativa. Si presentò allora a casa di un amico di Marafield, disperato e senza essere atteso, ma poco dopo fu invitato a ripartire. Erano i primi mesi del 1864: [[Ludovico II di Baviera|Ludovico II]] era appena salito sul trono di [[Baviera]]. Di passaggio a [[Monaco di Baviera|Monaco]] Wagner osservò in un ritratto il volto del sovrano, mentre correva a [[Stoccarda]] per convincere il direttore d'orchestra Eckert a rappresentargli il ''Tristano'': era il suo capolavoro che ammuffiva nel cassetto da cinque anni. Stavano dunque decidendo la questione quando, la sera del 3 maggio, il segretario del re di Baviera si presentò chiedendo di parlare con Wagner; questi, credendosi ricercato dalla polizia, fece rispondere di non essere in casa. L'indomani mattina, il misterioso personaggio raggiunse il musicista in albergo, dove gli consegnò un anello e una foto del giovane re: Ludwig, follemente innamorato, lo chiamava a Monaco presso di sé.<ref>{{Cita web|url=http://rictornorton.co.uk/ludwig.htm|titolo=Gay Love Letters through the Centuries: Ludwig II to Richard Wagner|sito=rictornorton.co.uk|accesso=2024-07-17}}</ref>
 
[[File:Fritz Luckhardt - Richard y Cosima Wagner (9 de mayo de 1872, Viena).jpg|thumbmin|verticale|Richard e [[Cosima Wagner]]]]
Il 5 ottobre 1864 avviene la prima assoluta di ''Huldigungsmarsch'' al [[Teatro Cuvilliés]] di Monaco.
 
=== Gli anni dal 1864 al 1883 ===
[[File:wagnercomo.jpg|thumbmin|Cosima nacqueTarga a [[Como]], dove nacque Cosima]]
Sotto la protezione del sovrano, ebbe finalmente luogo la rappresentazione del ''Tristano'' (1865) e de ''[[I maestri cantori di Norimberga]]'' (1868, direttore [[Hans von Bülow]]), l'unica commedia composta da Wagner, in cui viene esaltato il significato della nuova arte tedesca. Alla fine della prima del ''Tristano'', Ludovico II uscì dal teatro, salì sul suo treno per tornare al palazzo, ma lo fece fermare in aperta campagna e in preda ada una fortissima emozione, cavalcò da solo nei boschi per tutta la notte, rientrando alle prime luci dell'alba.<ref>Guy de Portalès, ''Wagner, nuova accademia'', 1958.</ref> Costretto ad allontanarsi anche da Monaco, a seguito dell'antipatia dimostrata dai monacensi e dagli stessi cortigiani, Wagner si stabilì sul lago di [[Lucerna]], dove portò a termine il lavoro della ''Tetralogia'' e dove conobbe il filosofo [[Friedrich Nietzsche]]. Nel 1866 muore la moglie Minna. La sua seconda moglie fu [[Cosima Liszt]], figlia del [[Franz Liszt|pianista]], sposata nel 1870. Wagner la strappò dal matrimonio con Hans von Bülow, che da quel momento ruppe l'amicizia con il compositore. Da lei ebbe tre figli: Isolde (1865 – 1919, nata quando la madre era ancora sposata con von Bulow), Eva (1867 – 1942, che sposò un filosofo precursore del [[nazismo]], [[Houston Stewart Chamberlain]]) e [[Siegfried Wagner|Siegfried]] (1869 – 1930).
====Il Festival di Bayreuth====
Tuttavia, ilIl re non aveva troncato i rapporti con il suo amico e per anni finanziò con una cospicua rendita lo stile di vita dispendioso del compositore e supportò la realizzazione del [[Festival di Bayreuth]], inaugurato con la prima rappresentazione de ''[[L'anello del Nibelungo]]'' nel 1876. Nonostante il successo artistico delle recite, fu ancora il re che salvò il festival dal fallimento. Durante una rappresentazione della ''Tetralogia'', la testa di cartapesta del drago Fàfnir del ''Sigfrido'' fu spedita per errore a [[Beirut]], nell'attuale [[Libano]], anziché a Bayreuth. Tornò indietro appena in tempo per la recita.<ref>{{Cita web |lingua=de |url=http://www.vsnrweb-publications.org.uk/Wagner.pdf |titolo=Wagner and the Volsungs}}</ref>
 
Wagner si stabilì definitivamente a [[Bayreuth]], godendo solo in tarda età del successo e della fama dalla sua nuova arte. Per problemi di salute soggiornò a lungo nel sud Italia, in [[Sicilia]], a [[Palermo]], e a [[Napoli]], tra il novembre 1881 e il marzo 1882, dove terminò l'orchestrazione del ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]''<ref>{{Cita pubblicazione |url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/04/17/quando-richard-abitava-posillipo-frequentava-le-aule.html |titolo=Quando Richard abitava a Posillipo e frequentava le aule del tribunale |pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]] |data=17 aprile 2013 |accesso=7 marzo 2019}}</ref>, opera che causò la rottura dei rapporti di Wagner con Nietzsche. I luoghi e le circostanze che hanno dato luogo a quest'opera tanto straordinaria quanto dibattuta hanno ispirato numerosi scrittori e registi cinematografici.<ref>{{Cita testo |autore=Miriam Cipriani |titolo=In Viaggio con Wagner; sulle Orme del Parsifal |città=Roma |editore=Absolutely Free Editore |anno=2012}}</ref>
Da allora, anche se continuò ad avere alcuni rapporti con Cosima (per cui provava molta ammirazione), il filosofo comincerà, e continuerà dopo la morte di Wagner, ad attaccare quella che secondo lui era la decadenza della musica del compositore.<ref>Friedrich Nietzsche, ''Nietzsche contra Wagner. Documenti processuali di uno psicologo''.</ref> Per molti anni, a causa del carattere religioso del [[Dramma musicale|dramma]], era consuetudine non applaudire al termine della rappresentazione. Ancora oggi il pubblico spesso non applaude alla fine del primo atto (scena della comunione). Durante una delle prime rappresentazioni a Bayreuth, Wagner si levò in piedi per zittire un applauso; ma quando, alla fine del secondo atto, egli stesso si alzò per applaudire, venne zittito dal pubblico.<ref name="Robert E. Gutman, op. cit."/>
[[File:Wagner Lapide Canal Grande.png|sinistra|min|Lapide posta in Canal Grande sul palazzo dove morì]]
 
=== La morte ===
Nel 1882 la famiglia si trasferì a Venezia. Il 13 febbraio 1883 Wagner morì in seguito a un attacco cardiaco nella città lagunare, mentre era intento a scrivere un saggio, ''Sull'elemento femminile nella specie umana''. La notte prima di morire, Wagner suonò per l'ultima volta, al pianoforte, il tema della scena IV de ''L'oro del Reno'', il lamento delle ondine.<ref>{{Cita libro |lingua=en |autore=Robert Gutman |titolo=Richard Wagner: The Man, His Mind, and His Music |url=https://archive.org/details/richardwagnerman0000gutm_b2e4 |città=Londra |editore=Penguin Books |anno=1971 |ISBN=0-14-021168-3}}</ref> Dopo il trasporto da [[Ca' Vendramin Calergi]] ai binari del treno, il corpo fu portato in [[Baviera]], dov'è sepolto. La tomba di Wagner si trova a Bayreuth nel giardino della sua villa, Haus [[Wahnfried]], non lontano dal teatro a lui dedicato e costruito per la rappresentazione delle sue opere. La scena dei funerali veneziani di Wagner è descritta da [[Gabriele D'Annunzio]] nel romanzo ''[[Il fuoco (D'Annunzio)|Il fuoco]]'', in cui il suo ''alter ego'' letterario è uno dei portatori della bara del musicista: in realtà è quasi certo che questo ruolo non fu ricoperto dal giovane ventenne D'Annunzio, che non si trovava neanche a Venezia in quei giorni.<ref>{{Cita pubblicazione |url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/giugno/17/Annunzio_porto_bara_Wagner_Con_co_0_95061712994.shtml |titolo=D'Annunzio portò la bara di Wagner? Con la fantasia |pubblicazione=[[Corriere della Sera]] |data=17 giugno 1995 |accesso=7 marzo 2019}}</ref>
Nel 1882 Wagner si trasferì a Venezia. Il 13 febbraio 1883 il maestro morì in seguito a un attacco cardiaco nella città lagunare, mentre era intento a scrivere un saggio, ''Sull'elemento femminile nella specie umana''. La notte prima di morire, Wagner suonò per l'ultima volta, al pianoforte, il tema della scena IV de ''L'oro del Reno'', il lamento delle ondine.<ref>{{Cita libro |lingua=en |autore=Robert Gutman |titolo=Richard Wagner: The Man, His Mind, and His Music |url=https://archive.org/details/richardwagnerman0000gutm_b2e4 |città=Londra |editore=Penguin Books |anno=1971 |ISBN=0-14-021168-3}}</ref> <br>Dopo il trasporto da [[Ca' Vendramin Calergi]] ai binari del treno, il corpo fu portato in [[Baviera]], dov'è sepolto. La tomba di Wagner si trova a Bayreuth nel giardino della sua villa, Haus [[Wahnfried]], non lontano dal teatro a lui dedicato e costruito per la rappresentazione delle sue opere. La scena dei funerali veneziani di Wagner è descritta da [[Gabriele D'Annunzio]] nel romanzo ''[[Il fuoco (D'Annunzio)|Il fuoco]]'', in cui il suo ''alter ego'' letterario è uno dei portatori della bara del musicista: in realtà è quasi certo che questo ruolo non fu ricoperto dal giovane ventenne D'Annunzio, che non si trovava neanche a Venezia in quei giorni.<ref>{{Cita pubblicazione |url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/giugno/17/Annunzio_porto_bara_Wagner_Con_co_0_95061712994.shtml |titolo=D'Annunzio portò la bara di Wagner? Con la fantasia |pubblicazione=[[Corriere della Sera]] |data=17 giugno 1995 |accesso=7 marzo 2019}}</ref> Liszt gli sopravviverà due anni.
 
Il teatro della [[Festspielhaus di Bayreuth|Festspielhaus]] divenne la sede fissa dell'annuale [[Festival di Bayreuth]], diretto dalla [[famiglia Wagner]].
Il teatro della [[Festspielhaus di Bayreuth|Festspielhaus]] divenne la sede fissa dell'annuale [[Festival di Bayreuth]], diretto dalla [[famiglia Wagner]]. Alla fine della [[seconda guerra mondiale]], l'[[United States Army|esercito americano]] occupò provocatoriamente il teatro, parzialmente danneggiato, di Bayreuth organizzandovi ''[[music-hall]]'' e concerti di [[musica afroamericana]], portando via, in spregio alla Germania e al teatro amato da Hitler (in cui, paradossalmente, durante il nazismo, vi furono le uniche esibizioni di cantanti di origine ebraica), i particolari e lunghi [[Corno alpino|corni da caccia]] del ''Crepuscolo'', che furono poi sostituiti da nuovi, vent'anni dopo (quando [[Georg Solti]] diresse il ''Götterdämmerung'', ultima parte della prima incisione discografica completa in assoluto de ''L'Anello del Nibelungo''), e altri oggetti di scena, utilizzati come "ricordo" dai militari; essi però non distrussero, come spesso è stato detto, le campane che Wagner stesso aveva fatto fondere per le rappresentazioni del ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'', ancora presenti.<ref>{{en}} Frederic Spotts, ''A History of the Wagner Festival'', Yale University Press, 1996</ref> Poco tempo prima, il generale [[George Smith Patton|Patton]] fece urinare proprio nel Reno un intero battaglione, come gesto provocatorio verso il fiume della mitologia wagneriana.<ref>[http://www.novefebbraio.it/dibattiti/elezioni-presidenziali-usa-la-destra-americana-contro-obama ''La destra americana contro Obama''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140222051359/http://www.novefebbraio.it/dibattiti/elezioni-presidenziali-usa-la-destra-americana-contro-obama |data=22 febbraio 2014 }}</ref> Questi atti vandalici e iconoclasti, nonché i danni bellici, però nulla hanno tolto al mito di Bayreuth; infatti esistono in commercio le registrazioni precedenti che ci permettono di godere del suono originale del teatro e di apprezzarne la peculiarità.<ref>Frederic Spotts, ''op. cit.''</ref>
 
Alla fine della [[seconda guerra mondiale]], l'[[esercito statunitense]] occupò provocatoriamente il teatro, parzialmente danneggiato, di Bayreuth organizzandovi ''[[music-hall]]'' e concerti di [[musica afrostatunitense]], portando via, in spregio alla Germania e al teatro amato da Hitler (in cui, paradossalmente, durante il nazismo, vi furono le uniche esibizioni di cantanti di origine ebraica), i particolari e lunghi [[Corno alpino|corni da caccia]] del ''Crepuscolo'', che furono poi sostituiti da nuovi, vent'anni dopo (quando [[Georg Solti]] diresse il ''Götterdämmerung'', ultima parte della prima incisione discografica completa in assoluto de ''L'Anello del Nibelungo''), e altri oggetti di scena, utilizzati come "ricordo" dai militari; essi però non distrussero, come spesso è stato detto, le campane che Wagner stesso aveva fatto fondere per le rappresentazioni del ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'', ancora presenti.<ref>{{en}} Frederic Spotts, ''A History of the Wagner Festival'', Yale University Press, 1996</ref> Poco tempo prima, il generale [[George Smith Patton|Patton]] fece urinare proprio nel Reno un intero battaglione, come gesto provocatorio verso il fiume della mitologia wagneriana.<ref>[http://www.novefebbraio.it/dibattiti/elezioni-presidenziali-usa-la-destra-americana-contro-obama ''La destra americana contro Obama''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140222051359/http://www.novefebbraio.it/dibattiti/elezioni-presidenziali-usa-la-destra-americana-contro-obama |data=22 febbraio 2014 }}</ref> Questi atti vandalici e iconoclasti, nonché i danni bellici, però nulla hanno tolto al mito di Bayreuth; esistono in commercio le registrazioni precedenti che ci permettono di godere del suono originale del teatro e di apprezzarne la peculiarità.<ref>Frederic Spotts, ''op. cit.''</ref>
 
== Vita privata di Wagner ==
Wagner adorava i cani e tutti gli altri animali, ma una volta dovette restare due mesi senza comporre ''I maestri cantori'' a causa di un morso alla mano destra: questo fu causato dal cane Leo, che Wagner stava accuratamente lavando e pettinando.<ref name="Robert E. Gutman, op. cit"/> In quanto grande [[Animalismo|amante degli animali]], insorse pubblicamente contro la [[vivisezione]] e sostenne i [[diritti degli animali]].<ref>Richard Wagner, ''Sulla vivisezione''</ref>
 
Aveva un fisico allenato: a cinquantasette anni era ancora capace di arrampicarsi agilmente fino al primo piano di una casa aggrappandosi agli sporti, con grande paura di sua moglie [[Cosima Wagner|Cosima]]. Wagner notoriamente soffriva di [[insonnia]] e di [[depressione (malattia)|malinconia]] notturna, nonché di [[erisipela]] facciale.<ref name="Robert E. Gutman, op. cit"/> Secondo Giovanni Cassano, direttore del dipartimento di psichiatria dell'[[università di Pisa]], Wagner soffriva di un [[disturbo bipolare]] e sostiene che ciò sia rilevabile, oltre chesia dalla biografia, anche confrontandosia ledalle musiche cupe del ''[[Tristano e Isotta (opera)|Tristano e Isotta]]'' con la sfavillanza di ''[[I maestri cantori di Norimberga]]''<ref>{{cita libro|titolo= Lo spettro dell'umore. Psicopatologia e clinica, volume 7 pagina 19|autore= Giovanni B. Cassano, Antonio Tundo|editore= Elsevier srl, 2008|url= http://books.google.it/books?id=Kj0OptIXQkIC&lpg=PA20&dq=bipolarismo%20genio%20creativo&hl=it&pg=PA19#v=onepage&q=bipolarismo%20genio%20creativo&f=false}}</ref>.
 
===Wagner e l'Italia===
[[File:Wagner Campiello Vendramin Venezia.png|min|Venezia, Campiello Vendramin Cannaregio, 2040]]
Il compositore amava molto l'[[Italia]]: in diverse città trovò ispirazione e pace per comporre. A [[Venezia]] (dove morirà) scrisse parte del ''Tristano'', a [[La Spezia]] ebbe in sogno l'ispirazione per il [[preludio]] della ''Tetralogia'', a [[Ravello]] e nel [[Duomo di Siena]] immaginò la scena del ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'', che portò a termine a [[Palermo]]. Nel 1859 simpatizzò per il [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Piemonte]] contro l'[[Impero austriaco|Austria]], in vista della [[Seconda guerra d'indipendenza italiana|seconda guerra d'indipendenza]]. Cosima era nata a [[Como]], da cui il nome "Cosima".<ref name="Robert E. Gutman, op. cit"/>
Il compositore amava molto l'[[Italia]]: in diverse città trovò ispirazione e pace per comporre. A [[Venezia]] (dove morirà) scrisse parte del ''Tristano'', a [[La Spezia]] ebbe in sogno l'ispirazione per il [[preludio]] della ''Tetralogia'', a [[Ravello]] e nel [[Duomo di Siena]] immaginò scene del ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'', che portò a termine a [[Palermo]]. Nel 1859 simpatizzò per il [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Piemonte]] contro l'[[Impero austriaco|Austria]], in vista della [[seconda guerra d'indipendenza]].
 
Il 1º novembre 1871 viene eseguita la prima del ''[[Lohengrin (opera)|Lohengrin]]'' al [[Teatro comunale (Bologna)|Teatro Comunale]] di [[Bologna]], prima rappresentazione in assoluto di un'opera di Wagner in [[Italia]]. L'arrivo a Bologna dell'opera del compositore tedesco è frutto dell'interessamento del sindaco [[Camillo Casarini]] e avviene su pressione della stampa cittadina, dominata dalla figura del giovane assessore [[Enrico Panzacchi]]. Le "stramberie della musica dell'avvenire" trovano opposizione tra gli influenti soci della Società Felsinea, che considerano Wagner "incomprensibile come un geroglifico egiziano", tra i liberali moderati e soprattutto tra i clericali, che si scagliano con aspri articoli contro il "framassone[[frammassone]]" Wagner. Sotto la guida del maestro [[Angelo Mariani (direttore d'orchestra)|Angelo Mariani]], cantano il tenore [[Italo Campanini (tenore)|Italo Campanini]] (Lohengrin), Bianca Blume (Elsa), Maria Löwe Destin (Ortruda), Elisa Stefanini Donzelli e Pietro Silenzi. Il Teatro Comunale è gremito in ogni ordine e accoglie i più bei nomi dell'aristocrazia bolognese, fra cui Enrico Panzacchi e [[Alfredo Oriani]]. Il successo è fin dalla prima straordinario: gli artisti e il direttore vengono più volte richiamati alla ribalta. A una delle quattordici repliche presenzierà anche [[Giuseppe Verdi]], accompagnato da [[Arrigo Boito]]. Il 31 maggio 1872 il Consiglio municipale assegnerà a Wagner la cittadinanza onoraria. Il Teatro Comunale diverrà il tempio del culto wagneriano in Italia: a Bologna si terranno anche le prime italiane di ''[[Tannhäuser (opera)|Tannhäuser]]'' (1872), ''[[L'olandese volante (opera)|L'olandese volante]]'' (1877), ''[[Tristano e Isotta]]'' (1888) e ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'' (1914, prima assoluta europea, fino ad allora esclusiva di Bayreuth). Al ''Lohengrin'' sarà intitolato anche un profumo: un doppio "estratto olezzante", che un avviso a pagamento definirà indispensabile a "chiunque aspiri all'eleganza".
 
== La concezione wagneriana ==
{{vedi anche|Gesamtkunstwerk|Musikdrama}}
[[File:Festspielhaus Bayreuth Innen.JPG|min|sinistra|Il teatro di Bayreuth]]
Caratteristica fondamentale di Wagner è la rappresentazione del "dramma" come elemento di introspezione. Le opere di Wagner non possono essere considerate [[opere liriche]] o spettacoli musicali nel senso tradizionale del termine, bensì sono grandiose architetture in cui musica, canto, poesia, recitazione e psicologia si fondono secondo la logica del ''Wort-Ton-Drama'' (l'opera d'arte totale). Egli stesso definiva le sue opere "azioni" o anche "gesta della musica divenute visibili". Queste "azioni" pretendono un'attenzione quasi religiosa, a cui lo spettatore deve assistere senza la minima distrazione. Nel teatro di [[Festspielhaus di Bayreuth|Bayreuth]] per la prima volta le luci venivano spente e l'orchestra era totalmente nascosta sotto il palcoscenico, come se la musica sorgesse magicamente dall'immaginazione dello spettatore.<ref>Theodor Adorno, ''Wagner''</ref> Il termine "immaginazione" non è casuale, tant'è che la musica di questi drammi è composta da un mosaico di temi conduttori (''[[Leitmotiv]]'') che delineano un'attività psichica in continuo rinnovamento. Scrive [[Giulio Confalonieri (musicologo)|Giulio Confalonieri]] nella sua monumentale ''Storia della musica'':
{{Citazione|Il sistema dei Leitmotiv sta in rapporto di reciprocità con il dramma. C'è un fluido, un ondeggiamento, una maniera di increspare sempre linee verticali, così da toglier loro ogni staticità accordale, ogni qualvolta un complesso di collegamenti psicologici che dobbiamo, senz'altro, proclamare freudiani. Le infinite ombreggiature corrispondono a un'attività della nostra coscienza, ossia "sono" nella nostra coscienza prima di essere nella musica.<ref>Giulio Confalonieri, ''Storia della musica''</ref>}}
 
Di conseguenza nessun pezzo a forma chiusa, nessuna [[Aria (musica)|aria]] ostacola il libero fluire della narrazione, che scorre senza soluzione di continuità dall'inizio alla fine di ogni atto, sottoponendo il canto al commento di un'orchestra smisurata per numero di strumenti e ampiezza sonora. Rilevante in Wagner è l'uso del cromatismo, quell'onda incessante di spirali cromatiche che, specie nel ''[[Tristano e Isotta (opera)|Tristano]]'', si esaspera al punto da abbandonare la struttura tonale. Tali prerogative, unite alla spropositata lunghezza delle partiture, portarono Wagner a essere accusato di oscurità e pesantezza, un giudizio che si trascina fino ad oggi tra gli ammiratori dell'opera di stampo convenzionale. Osserva ancora Confalonieri:
{{Citazione|Nell'opera del maestro lipsiense avvertiamo un qualcosa che va accettato come un servaggio, come un'imposizione magica e, in certo senso, violenta. Ciò disturba.<ref name="Giulio Confalonieri, op. cit.">Giulio Confalonieri, ''op. cit.''</ref>}}
 
Di Wagner si distinguono tre periodi: il primo, ancora legato alla tradizione ereditata da [[Bach]], [[Mozart]], [[Beethoven]] e [[Vincenzo Bellini|Bellini]], comprendente le prime opere giovanili: ''Le fate'', ''Il divieto d'amare'' e ''Rienzi''. Il secondo, il momento di transizione, che riguarda ''L'olandese volante'', ''Tannhäuser'' e ''Lohengrin''. Il terzo, il periodo che coincide con l'autentico wagnerismo: la ''Tetralogia'' (ossia ''L'anello del Nibelungo'', comprendente ''L'oro del Reno'', ''La Valchiria'', ''Sigfrido'' e ''Il crepuscolo degli dei''), ''Tristano e Isotta'', ''I maestri cantori di Norimberga'' e ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]''. I soggetti di questi drammi sono tratti dall'antica mitologia nordica e l'idea centrale è impostata sulla nostalgia romantica di un mondo remoto in cui trovare la felicità, felicità che si esprime attraverso il mito della redenzione e dell'eterno femminino. Vi ruota intorno un complesso apparato ideologico che nel corso dei decenni è stato oggetto di molteplici interpretazioni,<ref>{{cita libro|[[Giorgio Locchi]]|Wagner, Nietzsche e il mito sovrumanista|1985|Akropolis|}} vedi la Prefazione di [[Paolo Isotta]]</ref> caricandolo di significati talvolta contraddittori e oltrepassando le intenzioni dell'autore stesso. Lo scrive anche Confalonieri nel capitolo dedicato alla ''Tetralogia'': {{Citazione|Ci è qui impedito accennare a tutti i significati simbolici che Wagner volontariamente, i suoi commentatori forse oltrepassando le sue intenzioni, ha attribuito ai cento episodi della saga nibelungica. Che in essa, pur ingombra di eccessive dilatazioni, di oscurità, di elementi contraddittori, si agitino quasi tutte le forze dell'esistere umano, è cosa che noi sentiamo efficiente e presente.<ref>Giulio Confalonieri, ''op. cit''</ref>}}
 
=== Wagner, la psicoanalisi e i temi politici ===
È ormai unanimemente riconosciuto che il 2º atto del ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'' e il 3º atto del ''Sigfrido'' abbiano inciso sullo sviluppo della [[psicoanalisi]] da parte di [[Sigmund Freud]] e [[Carl Gustav Jung]], quando [[Parsifal]] e Sigfrido credono di scorgere rispettivamente in Kundry e Brunnhilde la loro madre.<ref>Giuseppe Sinopoli, ''Wagner o la musica degli affetti, Individuazione e nascita della coscienza nelle trasformazioni simboliche del personaggio di Kundry nel [[Parsifal (opera)|Parsifal]] di Wagner'' e interventi vari a cura di Pietro Bria e Sandro Cappelletto, ed. Franco Angeli</ref> È soprattutto al campo della politica che Wagner dedica i suoi pensieri, cambiandone continuamente il senso a seconda della teoria che più lo influenza: [[Ludwig Feuerbach|Feuerbach]], [[Marx]], [[Schopenhauer]]. In ''Opera d'arte dell'avvenire'' – il più importante dei suoi libri teorici, scritto durante la rivoluzione che lo vide fisicamente al fianco di [[Bakunin]] – a proposito del [[comunismo]] si legge: {{Citazione|Il popolo è qualcosa di particolare o di differente. Nell'opera d'arte saremo un solo essere, saremo coloro che recano la necessità, coloro che conoscono l'incosciente: saremo i testimoni della natura, cioè degli uomini felici.}}
{{Citazione|Il bisogno della natura è vario e complesso, e la natura riesce a soddisfare tale bisogno dissolvendo l'unità nella pluralità. Ciò che è esclusivo, isolato, egoista, può solo prendere, mai donare; può farsi solo generare, ma di per sé è impotente: per generare sono infatti necessari l'io e il tu, il disciogliersi dell'egoismo nel comunismo}}
{{Citazione|Chi è isolato non è libero perché è limitato e suddito in seno all'indifferenza altrui}}
{{Citazione|Il popolo è l'insieme di tutti coloro che provano una necessità comune. Dove non esiste necessità non esiste vero bisogno. Dove non esiste vero bisogno pullulano tutti i vizi, tutti i delitti contro la natura, ossia il bisogno immaginario. Ora, la soddisfazione di tale fittizio bisogno è il "lusso". Il lusso non può mai essere soddisfatto perché, essendo qualcosa di falso, non esiste per esso un contrario vero e reale in grado di soddisfarlo e assorbirlo. Esso consuma, tortura, prostra la vita di milioni di poveri, costringe un intero mondo nelle ferree catene del dispotismo, senza riuscire a spezzare le catene d'oro del tiranno. È l'anima dell'industria che uccide l'uomo per usarlo come una macchina.<ref name="ReferenceB">Richard Wagner, ''Opera d'arte dell'avvenire''</ref>}}
 
[[File:Bakunin.png|min|sinistra|[[Bakunin]]]]
[[File:Richard Wagner Das Kunstwerk der Zukunft 1850.jpg|min|L'edizione originale de ''Opera d'arte dell'avvenire'']]
Queste parole trovano il loro corrispettivo artistico ne ''L'oro del Reno'', quando il malvagio Alberich schiavizza il popolo dei Nibelunghi dopo essersi forgiato l'anello fatato che lo rende il signore del mondo. Analogamente, nel testo del ''Tristano'', dopo che il filtro magico ha rivelato ai due amanti la verità del loro amore, si legge:
{{Citazione|Chi amoroso osserva la notte della morte, a chi essa confida il suo profondo mistero, la menzogna del giorno, fama e onore, forza e ricchezza, come vana polvere di stelle innanzi a lui svanisce.}}
 
[[File:Feuerbach Ludwig.jpg|min|verticale|sinistra|[[Ludwig Feuerbach]]]]
Figura emblematica per eccellenza è l'eroe Sigfrido, nel cui omonimo dramma è stata vista la vittoria del positivismo secondo gli ideali filosofici di Feuerbach. Osserva il critico Lichtenberger:
{{Citazione|È una sorta di redentore socialista venuto per abolire il regno del capitale.<ref>Henri Lichtenberger, ''Wagner'', 1909</ref>}}
 
Anche il personaggio di Wotan, inizialmente, viene visto nella medesima ottica. Uno degli esegeti di Feuerbach, Lévy, annota:
{{Citazione|L'agire di Wotan non ha senso se non si suppone in lui il rimorso del passato e la speranza di un avvenire migliore.<ref>{{fr}} A. Lévy, ''La philosophie de Feuerbach'', Paris 1904</ref>}}
 
Tuttavia, tale visione è solo apparente: nella ''Tetralogia'', a causa del desiderio di potenza anelato da gran parte dei personaggi, anche un animo nobile come Wotan dovrà morire nel grande incendio del Walhalla, mentre Sigfrido ne resta coinvolto perché vittima della propria stessa innocenza. La ''Tetralogia'', che si chiude con la distruzione del mondo e il ritorno cosmico alla natura, pur condannando radicalmente il [[capitalismo]], non determina nemmeno la vittoria del comunismo: anzi, essa esprime il fallimento dell'idea positivista che Wagner nel 1849 aveva esaltato in ''Opera d'arte dell'avvenire'' e alla quale aveva inizialmente pensato di dedicare il suo lavoro, lasciando posto a una diversa interpretazione di stampo Schopenhaueriano.<ref>F.Bolognesi, ''La vera dottrina dell'amore di Schopenhauer. Il pensiero schopenhaueriano nell'interpretazione di Wagner'', Bologna, Barghigiani, 1980</ref> Tale pessimismo – abbracciato a partire dal 1854 – caratterizza il personaggio di Wotan quando, nel 2º atto della ''Valchiria'', egli esprime la cessazione della volontà di vivere: {{Citazione|Rinuncio alla mia opera; solo una cosa bramo ancora: la fine! La fine!}}
 
[[File:Arthur Schopenhauer by J Schäfer, 1859b.jpg|min|verticale|sinistra|[[Schopenhauer]]]]
Con questa diversa decisione si lasciano aperte altre strade. Sempre in ''Opera d'arte dell'avvenire'', il musicista spiega come la distinzione del singolo può avere senso solo se vista in funzione del popolo e che "l'egoismo non può soddisfarsi pienamente che nel comunismo". In altre parole, solo la comunità può dare senso all'individuo e "solo in relazione alla comunità il diverso può definirsi come tale".
 
{{Citazione|L'uomo non può appagare il suo bisogno d'amore che donando l'amore, il che significa donare se stesso ad altri uomini.}}
{{Citazione|Il bisogno più urgente e più forte dell'uomo perfetto e artista è di comunicare se stesso – in tutta la pienezza della sua natura – all'intera comunità. E non può arrivare a tanto se non nel dramma.<ref name="ReferenceB"/>}}
Wagner non condanna le singole doti individuali e il loro distinguersi dalla massa, ma le sostiene se queste hanno come fine l'amore e l'accrescimento spirituale del popolo. Egli parla di uno spirito artistico, dove l'arte è il fine supremo a cui tutto dovrebbe mirare. Secondo il critico Nattiez, l'enigmatico tema della redenzione d'amore che chiude la ''Tetralogia'' (che Wagner però chiamava tema della ''Glorificazione di Brunilde'') simboleggia la redenzione del mondo attraverso la musica, incarnata dal mito dell'eterno femminino.<ref>Jean-Jacques Nattiez, ''Wagner androgino''</ref> Nel saggio su [[Beethoven]], quando Wagner cita [[Goethe]], si legge: {{Citazione|Con i versi "l'eterno femminino ci rapisce in cielo", comprendiamo lo spirito della musica che, sorta dalla coscienza più intima del poeta, si libra sopra di lui e lo guida sulla strada della redenzione.<ref>Richard Wagner, ''Beethoven''</ref>}}
 
In questo modo si può parlare di una "terza" ''Tetralogia'', che dopo quella di Feuerbach e di Schopenhauer aggiunge un ideale di speranza essenzialmente nella musica. Scrive l'autore all'amico Roeckel:
{{Citazione|Quante cose mi potevano diventare chiare solamente attraverso la musica!<ref name="Epistolario di Wagner"/>}}
 
=== Wagner e l'antisemitismo ===
[[File:Wagner Das Judenthum in der Musik 1869.jpg|min|verticale|''[[Il giudaismo nella musica]]'', edizione del 1869]]
La critica non ha ancora chiarito che cosa Wagner intendesse per redenzione del mondo, se cioè simboleggiasse la fratellanza universale o, piuttosto, la fratellanza esclusiva del popolo tedesco.
 
Wagner contribuì allo sviluppo del [[razzismo]] diffondendo le opere e le idee del filosofo francese [[Joseph Arthur de Gobineau]], che fu accolto nel suo circolo di Bayreuth. Il musicista fondò in onore di detto filosofo la Società Gobineau.<ref>[[George L. Mosse]], ''Il razzismo in Europa. Dalle origini all'olocausto'', Laterza, 2003, p. 63</ref> Il filosofo britannico razzista [[Houston Stewart Chamberlain]], seguace di Gobineau, frequentava la famiglia e nel 1908 sposò la figlia Eva von Bülow-Wagner.
 
[[Giulio Confalonieri (musicologo)|Giulio Confalonieri]] parlò di "richiamo dell'amore patriottico e desiderio di rispondervi in termini universali", un ambizioso sogno di redimere l'umanità sotto la sacra fiamma dello spirito germanico.<ref name="Giulio Confalonieri, op. cit."/>
 
La miccia di tale ambizione, storicamente parlando, si sarebbe incendiata dopo l'avvilente sconfitta della Germania durante la [[prima guerra mondiale]] e la fortissima bramosia di rivalsa nutrita da tutte le categorie sociali del popolo, contro il [[Ebrei|giudaismo]], contro il [[comunismo]] e contro la tirannia del [[capitalismo]] (la cosiddetta "demo[[plutocrazia]]"). Il mito, fino a quel momento rinchiuso nel pacifico mondo dell'arte, si sarebbe realizzato proprio in funzione di tale desiderio. Confalonieri nota anche come Wagner, "offrendo materia ad eccessivi entusiasmi, diventò anche materia di eccessivi sospetti".
 
Non c'è dubbio che Wagner fosse un [[antisemita]] e un [[Antigiudaismo|antigiudaico]] (anche dal punto di vista religioso, specie dopo il riavvicinamento alla fede [[cristianesimo|cristiana]] [[luterana]] avvenuto negli ultimi anni di vita): i suoi scritti, specie il ''pamphlet'' ''[[Il giudaismo nella musica]]'' (diretto in generale contro gli ebrei e particolarmente contro la musica "ebraica" rappresentata dal suo rivale [[Felix Mendelssohn]]) sono espliciti. Ancora il 12 febbraio 1883, il giorno prima della morte, [[Cosima Wagner|Cosima]] annotò nel suo diario un'affermazione del marito:
{{Citazione|Il musicista è di pessimo umore. Dice che non si dovrebbe avere nulla a che fare con gli israeliti.<ref>''Diario veneziano: Lettere a Matilde Wesendonck e dal Diario di Cosima Wagner''</ref>}}
 
Nel suo libello antisemita scrisse:
{{citazione|Il giudeo – che, come tutti sanno, ha un dio a proprio uso e consumo – nella vita ordinaria ci colpisce innanzitutto per il suo aspetto esteriore: difatti, qualunque sia la nazione europea alla quale egli appartenga, il suo aspetto ha un qualcosa di spiacevolmente estraneo a quella nazione. Istintivamente, noi non vogliamo avere nulla in comune con un uomo che si presenta a quel modo.<ref>Richard Wagner, ''Il giudaismo nella musica''</ref>}}
In pubblico Wagner diede il suo appoggio a posizioni anti-ebraiche: definì «la razza giudaica» come «nemica, sin dalla nascita, dell'intera umanità e di tutto ciò che vi è di nobile in essa». Affermò anche «ci stanno umiliando, noi tedeschi, e forse sono io l'ultimo tedesco che sa tenere la schiena dritta davanti al giudaismo, che già domina ogni cosa».<ref>[[Daniel Barenboim]], [http://archiviostorico.corriere.it/2010/dicembre/03/Wagner_Israele_Palestinesi_co_9_101203103.shtml Wagner, Israele e i Palestinesi]</ref>
 
Tuttavia, egli non voleva l'eliminazione fisica degli ebrei o una segregazione permanente e non aderiva in maniera completa al [[razzismo scientifico]] (per cui l'ebreo che abbandonasse la sua cultura poteva anche essere integrato nel popolo tedesco), ma aveva delle idee che saranno quasi le stesse di [[Theodor Herzl]], il fondatore del [[sionismo]], pur partendo Wagner da una posizione di disprezzo: i giudei avrebbero dovuto scegliere tra emigrare in [[Palestina]], oppure fondersi con l'etnia maggioritaria e dissolvere gran parte della loro cultura con quella dei Paesi che li ospitavano, ossia l'[[Assimilazione culturale|assimilazione]] (la prima teoria adottata da Herzl); difatti parlava dell{{'}}''Untergang'', l'immersione: «C'è un solo modo per sfuggire alla maledizione che vi pesa addosso: il giudeo errante troverà la sua salvezza – immergendosi!». In un commento rivolto alla moglie Cosima, negli ultimi anni, espresse un parziale ripensamento sulla pubblicazione del testo antigiudaico: «Se dovessi scrivere di nuovo sui giudei, direi che non ho nulla contro di loro. È solo che ci sono piombati addosso, tra noi tedeschi, troppo in fretta, e non eravamo ancora pronti ad assorbirli».<ref>Daniel Barenboim, ''La musica è un tutto: Etica ed estetica'', Feltrinelli, [https://books.google.it/books?id=p2s6BAAAQBAJ&pg=PT30&lpg=PT30&dq=wagner+emigrazione+ebraica&source=bl&ots=JwWh74hb7e&sig=EzqaEcBSn8eLkey3Ky-2AMBlCyk&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiciv7Y0fLVAhXF6RQKHUPXD8gQ6AEIJzAA#v=onepage&q=wagner%20emigrazione%20ebraica&f=false estratto]</ref>
 
Lo storico ebreo [[George Mosse]] fa notare come Wagner non fu però affatto coerente con il mondo israelita: talvolta accolse nel circolo di Bayreuth personaggi di origine ebrea come [[Anton Rubinstein]] o [[Karl Tausig]] o ancora, come [[Hermann Levi]], scelto come direttore del ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'', il quale fu uno dei direttori d'orchestra da lui preferiti. L'utilità di una persona di famiglia giudaica poteva talvolta placare la sua intolleranza: si può dire che l'antisemitismo del compositore finiva laddove cominciava l'adesione alla sua arte.<ref>Rubens Tedeschi, ''Invito all'ascolto di Wagner''</ref><ref>[[George L. Mosse]], ''Il razzismo in Europa. Dalle origini all'olocausto'', Laterza, 2003, p. 112</ref>
 
A causa delle idee dell'autore, la musica di Wagner subisce ancora un duro ostracismo da parte del pubblico israeliano: il primo concerto ufficiale con musica di Wagner in [[Israele]] è avvenuto solo nel 2001 per opera del direttore d'orchestra [[argentino]]-israeliano [[Daniel Barenboim]], ebreo e wagneriano, che è stato direttore al festival di Bayreuth.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2001/luglio/09/note_Wagner_scuotono_Israele_co_0_0107094232.shtml Le note di Wagner scuotono Israele]</ref> Queste concezioni razziste – sempre per via del tutto ipotetica – dovrebbero ritrovarsi ne ''L'anello del Nibelungo'', dove l'amore incestuoso tra Siegmund e Sieglinde rappresenterebbe la nascita di una razza superiore (i figli del dio Wotan) e dove lo stesso fallimento della "grande idea" di Wotan rappresenterebbe il supremo sacrificio dello spirito germanico di fronte all'avversità del mondo; e poi: ''I maestri cantori di Norimberga'', dove esplicito è il riferimento alla nuova arte tedesca (la nuova Germania) e magniloquente è la grande parata popolare del 3º atto; e poi ancora: ''Tristano e Isotta'', in cui la forza del filtro magico rivela ai protagonisti la vera natura del loro inconsapevole amore, fino ad allora confuso dalla falsità del mondo esteriore (dove per "natura dell'inconsapevole amore" si dovrebbe intendere la purezza della loro anima, la purezza dello spirito tedesco in opposizione alla menzogna di tutto ciò che è straniero); infine ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'', il dramma sacro per eccellenza, che [[Adolf Hitler]] stesso – grande ammiratore di Wagner – considerava come uno dei fondamenti dell'ideologia nazista: la casta confraternita dei custodi del Santo Graal incarnerebbe il popolo ariano, minacciato dalla corruzione e dal desiderio impuro (il regno arabeggiante di Klingsor).
 
[[File:Bundesarchiv Bild 183-R15883, Thomas Mann.jpg|min|sinistra|[[Thomas Mann]]]]
Naturalmente si tratta unicamente di supposizioni, poiché riguardo al ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'' andrebbe ricordata la frase: ''Durch Mitleid wissend, der reine Tor'' ("Il puro folle si fa sapiente attraverso la compassione"), come specificato da Gurnemanz proprio nell'"Incantesimo del venerdì santo". Già il sacrificio di Brunnhilde assume una valenza universale e redentrice. In altre parole, il panismo del ''Waldweben'' (''Sigfrido'', atto secondo) viene in ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'' proiettato in un'ottica metafisica proprio con il già citato "Incantesimo" (''Karfreitagszauber''). Dal canto loro, Tristano e Isotta, pur richiudendosi nel loro indubbio egoismo, abiurano ogni ambizione di gloria e di potenza, mentre la "grande idea" di Wotan potrebbe essere benissimo scaricata da ogni allusione alla Germania e ribaltata in chiave universale, laddove egli dice, a Fricka: "Solo la tradizione riesci a comprendere. Il mio pensiero mira a tutto ciò che ancora non è avvenuto". A questo proposito, così si legge nel libro di [[Thomas Mann]] ''Dolore e grandezza di Richard Wagner'', in cui lo scrittore, wagneriano e antinazista, riporta ciò che ammise nella sua conferenza ''Richard Wagner und Der Ring des Nibelungen'' tenuta a Zurigo il 16 novembre 1937, ovvero che il [[nazionalsocialismo]] sarebbe una sua naturale derivazione: «Il ritorno al mondo romantico e leggendario si lega alla conquista di elementi puramente umani. Questo rivolgersi al passato significa il distacco dal mondo borghese di una corrotta cultura, dominata dal capitalismo, per far ritorno al popolo come forza etnica, elemento redentore e purificatore. Oggi, nell'esperimento politico che si tenta in Germania, non è difficile trovare tali impronte, ma le fiabe, nel campo della politica, diventano altre cose e prendono altro nome: menzogne. L'autore della ''Tetralogia'', con la sua arte ebbra di passato e di futuro, non si staccò dalla cultura borghese per scambiarla con uno stato totalitario che annulla lo spirito. Lo spirito tedesco era per lui tutto, lo stato tedesco nulla, come egli scrive nel testo dei ''Maestri Cantori'': "Se anche andasse in polvere il [[Sacro Romano Impero]], ci resterebbe la Sacra Arte Tedesca!».<ref>Thomas Mann, ''Dolore e grandezza di Richard Wagner''</ref>
 
=== Wagner, Nietzsche e altre interpretazioni ===
[[File:Portrait of Friedrich Nietzsche.jpg|min|verticale=.8|[[Nietzsche]]]]
Sono le stesse parole che [[Friedrich Nietzsche]] fa dire a [[Zaratustra]] a proposito del [[Oltreuomo|superuomo]], con Wagner additato spesso a precursore del [[nazismo]],<ref>Massimo Ferrari Zumbini, ''Nietzsche: il processo politico. Dal nazismo alla globalizzazione''</ref> che separano l'ideologia wagneriana e nietzschiana dal nazismo e dalla concezione dello stato [[Totalitarismo|totalitario]]:
{{Citazione|"Stato" si chiama il più freddo di tutti i mostri freddi (''aller kalten Ungeheuer'').<ref>''Also sprach Zaratustra'' Goldmann Klassiker 1979, p.41.</ref> È freddo anche nel mentire, e la menzogna che esce dalla sua bocca è questa: "Io, lo Stato, sono il popolo". ''Così parlò Zaratustra'' (Del nuovo idolo)}}
 
Ne ''[[Il crepuscolo degli idoli]]'' si legge:
{{Citazione|La cultura e lo Stato sono antagonisti.}}
 
I capovolgimenti di fronte confermano l'ambiguità dell'opera wagneriana, che basandosi principalmente sull'arte destabilizza il senso della filosofia. Si può anche dire che il compositore "mette bocca in tutto", attingendo ovunque con la disinvoltura del genio. Per questo motivo il nome di Wagner è stato sempre sbandierato dalle più opposte ideologie: [[anarchia]], comunismo e nazismo. Andrebbe così condannato l'eccessivo fervore nutrito da alcuni wagneriani (i cosiddetti "bidelli del Walhalla") che nel loro desiderio di immortalare le orme del maestro ne trasformano il genio in un monolite. È stato osservato che – come prevedeva il critico Hanslick – i "Beckmesser adoranti" e inchiodati alla meccanica dei ''Leitmotiv'' non riescono più ad apprezzare la rivoluzione e il geniale disordine dell'artista. Perfino Hitler aprì al rinnovamento il teatro di Bayreuth contro il duro conservatorismo della famiglia Wagner, che [[Cosima Wagner|Cosima]] difese strenuamente fin nei minimi particolari (si trattò di rinnovare il materiale scenico che per cinquanta anni era rimasto lo stesso).<ref>Rubens Tedeschi, ''op. cit.''</ref>
 
Forse, a costo di suscitare sorprese, l'ambiguità del senso filosofico è data dalla caratteristica fondamentale del suo autore, ossia la sensualità: «La caratteristica del pensiero wagneriano è la sensualità. I problemi politici e sociali lo appassionavano solo quando offrivano qualche rapporto con l'avvenire dell'arte. Due soli filosofi esercitarono un'influenza su di lui: Feuerbach e Schopenhauer, e tutti e due perché abbandonarono il dominio della filosofia pura, cioè di una teoria logica e matematica del mondo. Wagner ci dice: "Ciò che mi attirò verso Feuerbach fu che questo scrittore rinnega la filosofia e dà della natura umana una spiegazione nella quale credetti di riconoscere l'uomo artista come io lo intendevo"».<ref>Gualtiero Petrucci, ''Manuale wagneriano''</ref>
 
In ''Opera e dramma'', un altro dei libri teorici di Wagner, si legge:
{{Citazione|La musica, invece di esprimere – al pari della parola – ciò che viene solo pensato, esprime la realtà.}}
 
Osserva ancora Giulio Confalonieri: «In Wagner il desiderio conobbe la sua meta: la libertà assoluta di essere ancora più importante che non la libertà di risolversi. È questo desiderio continuo che frantuma i ritmi e le frasi melodiche, librandosi al di sopra di ogni soggezione, e che poi li ricompone, li distrugge di nuovo, li rievoca, attraverso un'ebbrezza inesausta di provarsi. È questo desiderio che può farci eliminare nella natura, come avviene a Sigfrido nella scena del bosco, o che può toglierci da ogni circostanza come avviene a Tristano e Isotta nell'ora della morte. Per Wagner la natura è l'ultima logica, l'ultima cattura, l'ultimo e più dolce assorbimento cui l'uomo possa aspirare. I boschi di [[Robert Schumann|Schumann]], le pianure di [[Fryderyk Chopin]] sono abitati da loro, come sono, o come il desiderio vorrebbe che fossero. Ma le foreste di Wagner, i dirupi e il mare di Wagner non ammettono di venire né abitati né posseduti, perché essi sono la matrice degli uomini e gli uomini ancor portano, dopo averli generati, come una placenta ineliminabile».<ref name="Giulio Confalonieri, op. cit."/>
 
=== Wagner come sintesi della musica precedente ===
Secondo alcuni critici, da un punto di vista puramente musicale, il wagnerismo si configura come la grandiosa sintesi dell'esperienza di quattro secoli di musica: da [[Giovanni Pierluigi da Palestrina|Palestrina]] – il cui stile corale polifonico riecheggia in ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]''<ref>vedi: Enciclopedia Rizzoli-Larousse, alla voce ''Wagner''</ref> – a [[Claudio Monteverdi]] – il cui cromatismo armonico è ravvisabile nel ''Tristano e Isotta''<ref>Lionello Cammarota, ''Breve storia della musica'', Editori Laterza, Roma-Bari 1990</ref> – da [[Bach]] – il cui magistero contrappuntistico è avvertibile ne ''I maestri cantori di Norimberga'' – a [[Mozart]] – per la raffinatezza dello strumentale e l'estrema perfezione formale<ref name="ReferenceA">Enciclopedia Rizzoli-Larousse, alla voce ''Wagner''</ref> – da [[Luigi Cherubini]] – la cui concezione drammaturgica è presente nel ''Wort Ton Drama'' wagneriano<ref>per l'influenza di Cherubini vedi: Marco Ravera, ''Invito all'ascolto di Cherubini'', Gruppo Editoriale Mursia, Milano 1996;</ref> – a [[Beethoven]] – per la tecnica di elaborazione e sviluppo dei ''[[Leitmotiv]]'' e la variazione del materiale tematico, oltre che per il "[[titanismo]]" e il sentimento eroico di cui è intrisa l'intera produzione wagneriana<ref name="ReferenceA"/> – da [[Felix Mendelssohn|Mendelssohn]] – per la ricca tavolozza orchestrale e timbrica – a [[Hector Berlioz]] – delle cui conquiste e innovazioni nel campo dell'orchestrazione e della strumentazione si avvale l'opera wagneriana – da [[Bizet]] – per la profonda e acuta introspezione psicologica che scandaglia l'animo umano – a [[Liszt]] – per la sconcertante audacia e arditezza degli accordi.<ref><!-- Per la ricezione e la sintesi dei più grandi compositori di tutti i tempi nell'opera di Wagner, vedi: per l'influenza di Palestrina, Bach, Mozart, Beethoven e dell'opéra-comique francese (ovvero Bizet) vedi: Enciclopedia Rizzoli-Larousse, alla voce ''Wagner''; per l'influenza di Monteverdi vedi: Lionello Cammarota, ''Breve storia della musica'', Editori Laterza, Roma-Bari 1990; per l'influenza di Cherubini vedi: Marco Ravera, ''Invito all'ascolto di Cherubini'', Gruppo Editoriale Mursia, Milano 1996; --> per l'influenza di Mendelssohn (che incide soprattutto nelle opere di transizione ''Tannhäuser'' e ''Lohengrin''), di Berlioz (dal quale Wagner mutua la concezione della compagine orchestrale estremamente dilatata nell'organico), di Liszt (che con Wagner stringe un vero e proprio sodalizio musicale), si vedano: ''Grande Storia della musica'' a cura di Eduardo Rescigno; ''Storia della musica'' di Giulio Confalonieri; ''Breve storia della musica'' di Massimo Mila; ''Corso di storia della musica'' di Rino Maione; ''Storia della musica occidentale'' di Donald Jay Grout. Di D. J. Grout si veda anche ''Breve storia dell'opera'', dove Grout paragona Wagner a Palestrina e a Bach, affermando che, come Palestrina nella sua opera sintetizza tutta la musica del Rinascimento e Bach tutta la musica del Barocco, Wagner nella sua opera attua una sintesi di tutta la musica precedente.</ref>
 
== Composizioni ==
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* ''[[Le fate]]'' (''Die Feen'') (1834, Prima: 29 giugno 1888 [[Monaco di Baviera]])
* ''[[Il divieto d'amare|Il divieto d'amare o La novizia di Palermo]]'' (''Das Liebesverbot oder Die Novize von Palermo'') (1834-1836, Prima: 29 marzo 1836 [[Magdeburgo]])
* ''[[Rienzi|Rienzi, l'ultimo dei tribuni]]'' (''Rienzi, der letzte der Tribunen'') (1837-1840, Prima: 20 ottobre 1842 [[Dresda]])
 
Wagner riteneva solo le seguenti dieci opere meritorie di essere rappresentate a [[Bayreuth]]:
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=== Altre composizioni ===
[[File:Anton Werner Enthuellung Wagner Denkmal.jpg|upright=1.4|thumbmin|''Lo Scoprimento del Memorialemonumento dia Richard Wagner a Berlino'', di [[Anton von Werner]] (1908)]]
Oltre alle [[Opera|opere]], Wagner compose un esiguo numero di brani per via della riluttanza a concepire musiche che non appartenessero alla sacralità del [[dramma musicale]], fondamentale espressione del suo pensiero. Le uniche celebri composizioni eseguite al di fuori dei ''musik-dramen'' sono due, entrambi di carattere privato: l<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[Idillio di Sigfrido]]'' – un brano per piccola orchestra scritto in occasione del compleanno della moglie Cosima e di suo figlio Siegfried – e i ''[[Wesendonck-Lieder]]'', cinque poesie scritte da Mathilde Wesendonck e musicate da Wagner contemporaneamente alla stesura del ''Tristano''.
 
A diciannove anni compose una prima opera sinfonica: la [[Sinfonia in do maggiore (Wagner)|Sinfonia in do maggiore]]; successivamente una sinfonia denominata ''Faust'' della quale completò solo il primo movimento, che divenne successivamente la ''[[Faust Ouverture]]''; poi ancora alcune ''[[ouverture]]'' e una riorchestrazione dell<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[Ifigenia in Aulide]]'' di [[Christoph Willibald Gluck|Gluck]]. Da ricordare anche una ''Marcia per il centenario americano'', composta nel 1876 su commissione della città di [[Filadelfia]], oggi pressoché sconosciuta. Dopo il completamento del ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'', Wagner si propose di riprendere a scrivere sinfonie, ma non scrisse più nulla di importante.
 
Le 113 composizioni di Wagner sono [[Opus (musica)|catalogate]] con la sigla [[WWV]] (acronimo di ''Wagner Werke Verzeichnis'', ossia "Catalogo delle opere di Wagner"); l'elenco comprende anche testi senza parte strumentale. Wagner non scrisse composizioni per organo e i brani per tale strumento sono trascrizioni di terze parti la cui esecuzione, tuttavia, mantiene una notevole solennità.
 
=== Poemi e abbozzi non musicati ===
* ''[[L'astuzia maschile è più grande di quella femminile|L'astuzia maschile è più grande di quella femminile, ovvero La felice famiglia degli orsi]]'' (''Männerlist größer als Frauenlist oder Die glückliche Bärenfamilie'') (1836)
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Le ''ouverture'' e i passaggi orchestrali delle opere di Wagner sono spesso eseguite come brani a sé da eseguirsi in concerto: per la maggior parte di questi Wagner scrisse personalmente dei finali che permettessero una conclusione compiuta. Due esempi sono dati dal preludio del ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'' e dalla marcia funebre di ''[[Sigfrido (opera)|Sigfrido]]''. I finali di Wagner non sempre però migliorano l'esecuzione concertistica: il preludio del ''Tristano'' viene infatti più spesso eseguito nella sua versione originale (direttamente tratta dall'opera) che nella versione da concerto.
 
Da sottolineare che vi sono brani composti da Wagner talmente famosi che sono noti anche a chi non ha familiarità con la musica classica; per citarne solo i più celebri: l<nowiki>{{'</nowiki>}}''Ouverture'' e il ''Coro delle filatrici'' da ''L'olandese volante'', la ''Musica del monte di Venere'', l<nowiki>{{'</nowiki>}}''Entrata degli ospiti'' e il ''Coro dei Pellegrini'' dal ''Tannhäuser'', il Preludio al 1º e al 3º Atto e il ''[[Coro nuziale]]'' dal ''[[Lohengrin (opera)|Lohengrin]]'', il Preludio al 1º Atto e il ''Coro delle figlie del Reno'' da ''L'oro del Reno'', la ''[[Cavalcata delle Valchirie]]'' e l<nowiki>{{'</nowiki>}}''Incantesimo del fuoco'' da ''La Valchiria'', il Preludio al 1º e al 3º Atto e la ''[[Liebestod|Morte e Trasfigurazione di Isotta]]'' dal ''Tristano e Isotta'', l<nowiki>{{'</nowiki>}}''Ouverture'' e il ''Coro della Corporazione'' da ''[[I maestri cantori di Norimberga]]'', la ''Forgiatura della spada Notung'' e il ''Mormorio della foresta'' dal ''Sigfrido'', il ''Viaggio di Sigfrido sul Reno'', la ''Marcia funebre'' e l<nowiki>{{'</nowiki>}}''Immolazione degli Dei'' dal ''Crepuscolo degli Dei'', il Preludio al 1º e al 3º Atto e l<nowiki>{{'</nowiki>}}''Incantesimo del venerdì Santo'' dal ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'', figurano tra i motivi e i temi musicali più popolari al mondo.
 
== Scritti ==
[[File:Wahnfried05b.JPG|thumbmin|verticale|Tomba di Richard e [[Cosima Wagner]] nel giardino di Villa Wahnfried, a [[Bayreuth]]]]
=== Opere in prosa ===
Di Wagner è stato detto che ha scritto più libri che musica, tant'è che la sua produzione letteraria è imponente e spazia dagli articoli di giornaligiornale alla novellistica, dagli scritti autobiografici (fra cui spicca ''Mein Leben'', tuttora reperibile in qualsiasi biblioteca) ai saggi, dalle opere teoriche più impegnative a interventi su temi pratici come la direzione d'orchestra o la proposta di riforma della cappella reale di Dresda e la politica.
 
[[Paolo Isotta]], nel suo saggio introduttivo a ''L'opera d'arte dell'avvenire'', ha scritto che per comprendere Wagner sono indispensabili gli scritti del periodo di Zurigo. «Sono opere tra il filosofico, il politico e l'estetico, che rappresentano il nerbo dei tredici volumi delle sue prose» tra le quali le quattro maggiori, ''Arte e rivoluzione'', ''L'opera d'arte dell'avvenire'', ''Opera e dramma'', ''Il giudaismo nella musica''. «Per capire Wagner, i quattro scritti zurighesi sono indispensabili. (...) Se considerati separatamente dalla produzione artistica del loro autore, acquisiscono un senso ben diverso da quello che posseggono in realtà».<ref>{{cita libro|autore = Paolo Isotta | titolo = Richard Wagner. L'opera d'arte dell'avvenire | anno= 1983 | editore = Rizzoli Editore | città=Milano | pagine = 35-37}}</ref>
 
Famoso è il saggio ''[[Il giudaismo nella musica]]'' (''Das Judentum in der Musik''), libello antisemita concepito come un attacco a [[Giacomo Meyerbeer]] e [[Felix Mendelssohn]] e pubblicato con lo pseudonimo di "K. Freigedanken" ("K. Liberopensiero") nella rivista ''Neue Zeitschrift für Musik'' nel 1850 e ristampato in una versione ampliata con il suo nome nel 1869.
 
Lista delle opere principali:
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* ''L'opera d'arte dell'avvenire'' (''Das Kunstwerk der Zukunft'') (1849)
* ''Arte e clima'' (''Kunst und Klima'') (articolo apparso sulla rivista ''Deutsche Monatsschrift'', febbraio 1850)
* ''[[Il giudaismo nella musica]]'' (''Das Judentum in der Musik'') (articolo apparso sulla rivista ''Neue Zeitschrift für Musik'', 3 e 6 settembre 1850)
* ''Opera e dramma'' (''Oper und Drama'') (1850-1851)
* ''Un teatro a Zurigo'' (''Ein Theater in Zürich'') (1851)
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* ''Una capitolazione. Commedia alla maniera classica'' (''Eine Kapitulation'') (1870)
* ''All'esercito tedesco davanti a Parigi'' (''An das deutsche Heer vor Paris'') (1871)
== La concezione wagneriana ==
{{vedi anche|Gesamtkunstwerk|Musikdrama}}
[[File:Festspielhaus Bayreuth Innen.JPG|thumb|upright=1.3|left|Il teatro di Bayreuth]]
Caratteristica fondamentale di Wagner è la rappresentazione del "dramma" come elemento di introspezione. Le opere di Wagner non possono essere considerate [[Opera|opere liriche]] o spettacoli musicali nel senso tradizionale del termine, bensì sono grandiose architetture in cui musica, canto, poesia, recitazione e psicologia si fondono secondo la logica del ''Wort-Ton-Drama'' (l'opera d'arte totale). Egli stesso definiva le sue opere "azioni" o anche "gesta della musica divenute visibili". Queste "azioni" pretendono un'attenzione quasi religiosa, a cui lo spettatore deve assistere senza la minima distrazione. Nel teatro di [[Festspielhaus di Bayreuth|Bayreuth]] per la prima volta le luci venivano spente e l'orchestra era totalmente nascosta sotto il palcoscenico, come se la musica sorgesse magicamente dall'immaginazione dello spettatore.<ref>Theodor Adorno, ''Wagner''</ref> Il termine "immaginazione" non è casuale, tant'è che la musica di questi drammi è composta da un mosaico di temi conduttori (''[[Leitmotiv]]'') che delineano un'attività psichica in continuo rinnovamento. Scrive [[Giulio Confalonieri (musicologo)|Giulio Confalonieri]] nella sua monumentale ''Storia della musica'':
{{Citazione|Il sistema dei Leitmotiv sta in rapporto di reciprocità con il dramma. C'è un fluido, un ondeggiamento, una maniera di increspare sempre linee verticali, così da toglier loro ogni staticità accordale, ogni qualvolta un complesso di collegamenti psicologici che dobbiamo, senz'altro, proclamare freudiani. Le infinite ombreggiature corrispondono a un'attività della nostra coscienza, ossia "sono" nella nostra coscienza prima di essere nella musica.<ref>Giulio Confalonieri, ''Storia della musica''</ref>}}
 
Di conseguenza nessun pezzo a forma chiusa, nessuna [[Aria (musica)|aria]] ostacola il libero fluire della narrazione, che scorre senza soluzione di continuità dall'inizio alla fine di ogni atto, sottoponendo il canto al commento di un'orchestra smisurata per numero di strumenti e ampiezza sonora. Rilevante in Wagner è l'uso del cromatismo, quell'onda incessante di spirali cromatiche che, specie nel ''[[Tristano e Isotta (opera)|Tristano]]'', si esaspera al punto da abbandonare la struttura tonale. Tali prerogative, unite alla spropositata lunghezza delle partiture, portarono Wagner ad essere accusato di oscurità e pesantezza, un giudizio che si trascina fino ad oggi tra gli ammiratori dell'opera di stampo convenzionale. Osserva ancora Confalonieri:
{{Citazione|Nell'opera del maestro lipsiense avvertiamo un qualcosa che va accettato come un servaggio, come un'imposizione magica e, in certo senso, violenta. Ciò disturba.<ref name="Giulio Confalonieri, op. cit.">Giulio Confalonieri, ''op. cit.''</ref>}}
 
Di Wagner si distinguono tre periodi: il primo, ancora legato alla tradizione ereditata da [[Johann Sebastian Bach|Bach]], [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]], [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]] e [[Vincenzo Bellini|Bellini]], comprendente le prime opere giovanili: ''Le fate'', ''Il divieto d'amare'' e ''Rienzi''. Il secondo, il momento di transizione, che riguarda ''L'olandese volante'', ''Tannhäuser'' e ''Lohengrin''. Il terzo, il periodo che coincide con l'autentico wagnerismo: la ''Tetralogia'' (ossia ''L'anello del Nibelungo'', comprendente ''L'oro del Reno'', ''La Valchiria'', ''Sigfrido'' e ''Il crepuscolo degli dei''), ''Tristano e Isotta'', ''I maestri cantori di Norimberga'' e ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]''. I soggetti di questi drammi sono tratti dall'antica mitologia nordica e l'idea centrale è impostata sulla nostalgia romantica di un mondo remoto in cui trovare la felicità, felicità che si esprime attraverso il mito della redenzione e dell'eterno femminino. Vi ruota intorno un complesso apparato ideologico che nel corso dei decenni è stato oggetto di molteplici interpretazioni,<ref>{{cita libro|[[Giorgio Locchi]]|Wagner, Nietzsche e il mito sovrumanista|1985|Akropolis|}} vedi la Prefazione di [[Paolo Isotta]]</ref> caricandolo di significati talvolta contraddittori e oltrepassando le intenzioni dell'autore stesso. Lo scrive anche Confalonieri nel capitolo dedicato alla ''Tetralogia'': {{Citazione|Ci è qui impedito accennare a tutti i significati simbolici che Wagner volontariamente, i suoi commentatori forse oltrepassando le sue intenzioni, ha attribuito ai cento episodi della saga nibelungica. Che in essa, pur ingombra di eccessive dilatazioni, di oscurità, di elementi contraddittori, si agitino quasi tutte le forze dell'esistere umano, è cosa che noi sentiamo efficiente e presente.<ref>Giulio Confalonieri, ''op. cit''</ref>}}
 
=== Wagner, la psicoanalisi e i temi politici ===
È ormai unanimemente riconosciuto che il 2º atto del ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'' e il 3º atto del ''Sigfrido'' abbiano inciso sullo sviluppo della [[psicoanalisi]] da parte di [[Sigmund Freud]] e [[Carl Gustav Jung]], quando [[Parsifal]] e Sigfrido credono di scorgere rispettivamente in Kundry e Brunnhilde la loro madre.<ref>Giuseppe Sinopoli, ''Wagner o la musica degli affetti, Individuazione e nascita della coscienza nelle trasformazioni simboliche del personaggio di Kundry nel [[Parsifal (opera)|Parsifal]] di Wagner'' e interventi vari a cura di Pietro Bria e Sandro Cappelletto, ed. Franco Angeli</ref> È soprattutto al campo della politica che Wagner dedica i suoi pensieri, cambiandone continuamente il senso a seconda della teoria che più lo influenza: [[Ludwig Feuerbach|Feuerbach]], [[Karl Marx|Marx]], [[Arthur Schopenhauer|Schopenhauer]]. In ''Opera d'arte dell'avvenire'' – il più importante dei suoi libri teorici, scritto durante la rivoluzione che lo vide fisicamente al fianco di [[Michail Bakunin|Bakunin]] – a proposito del [[comunismo]] si legge: {{Citazione|Il popolo è qualcosa di particolare o di differente. Nell'opera d'arte saremo un solo essere, saremo coloro che recano la necessità, coloro che conoscono l'incosciente: saremo i testimoni della natura, cioè degli uomini felici.}}
{{Citazione|Il bisogno della natura è vario e complesso, e la natura riesce a soddisfare tale bisogno dissolvendo l'unità nella pluralità. Ciò che è esclusivo, isolato, egoista, può solo prendere, mai donare; può farsi solo generare, ma di per sé è impotente: per generare sono infatti necessari l'io e il tu, il disciogliersi dell'egoismo nel comunismo}}
{{Citazione|Chi è isolato non è libero perché è limitato e suddito in seno all'indifferenza altrui}}
{{Citazione|Il popolo è l'insieme di tutti coloro che provano una necessità comune. Dove non esiste necessità non esiste vero bisogno. Dove non esiste vero bisogno pullulano tutti i vizi, tutti i delitti contro la natura, ossia il bisogno immaginario. Ora, la soddisfazione di tale fittizio bisogno è il "lusso". Il lusso non può mai essere soddisfatto perché, essendo qualcosa di falso, non esiste per esso un contrario vero e reale in grado di soddisfarlo e assorbirlo. Esso consuma, tortura, prostra la vita di milioni di poveri, costringe un intero mondo nelle ferree catene del dispotismo, senza riuscire a spezzare le catene d'oro del tiranno. È l'anima dell'industria che uccide l'uomo per usarlo come una macchina.<ref name="ReferenceB">Richard Wagner, ''Opera d'arte dell'avvenire''</ref>}}
 
[[File:Bakunin.png|thumb|upright=0.6|left|Bakunin]]
[[File:Richard Wagner Das Kunstwerk der Zukunft 1850.jpg|thumb|L'edizione originale de ''Opera d'arte dell'avvenire'']]
Queste parole trovano il loro corrispettivo artistico ne ''L'oro del Reno'', quando il malvagio Alberich schiavizza il popolo dei Nibelunghi dopo essersi forgiato l'anello fatato che lo rende il signore del mondo. Analogamente, nel testo del ''Tristano'', dopo che il filtro magico ha rivelato ai due amanti la verità del loro amore, si legge:
{{Citazione|Chi amoroso osserva la notte della morte, a chi essa confida il suo profondo mistero, la menzogna del giorno, fama e onore, forza e ricchezza, come vana polvere di stelle innanzi a lui svanisce.}}
 
[[File:Feuerbach Ludwig.jpg|thumb|upright=0.6|left|Ludwig Feuerbach]]
Figura emblematica per eccellenza è l'eroe Sigfrido, nel cui omonimo dramma è stata vista la vittoria del positivismo secondo gli ideali filosofici di Feuerbach. Osserva il critico Lichtenberger:
{{Citazione|È una sorta di redentore socialista venuto per abolire il regno del capitale.<ref>Henri Lichtenberger, ''Wagner'', 1909</ref>}}
 
Anche il personaggio di Wotan, inizialmente, viene visto nella medesima ottica. Uno degli esegeti di Feuerbach, Lévy, annota:
{{Citazione|L'agire di Wotan non ha senso se non si suppone in lui il rimorso del passato e la speranza di un avvenire migliore.<ref>{{fr}} A. Lévy, ''La philosophie de Feuerbach'', Paris 1904</ref>}}
 
Tuttavia, tale visione è solo apparente: nella ''Tetralogia'', a causa del desiderio di potenza anelato da gran parte dei personaggi, anche un animo nobile come Wotan dovrà morire nel grande incendio del Walhalla, mentre Sigfrido ne resta coinvolto perché vittima della propria stessa innocenza. La ''Tetralogia'', che si chiude con la distruzione del mondo e il ritorno cosmico alla natura, pur condannando radicalmente il [[capitalismo]], non determina nemmeno la vittoria del comunismo: anzi, essa esprime il fallimento dell'idea positivista che Wagner nel 1849 aveva esaltato in ''Opera d'arte dell'avvenire'' e alla quale aveva inizialmente pensato di dedicare il suo lavoro, lasciando posto ad una diversa interpretazione di stampo Schopenhaueriano.<ref>F.Bolognesi, ''La vera dottrina dell'amore di Schopenhauer. Il pensiero schopenhaueriano nell'interpretazione di Wagner'', Bologna, Barghigiani, 1980</ref> Tale pessimismo – abbracciato a partire dal 1854 – caratterizza il personaggio di Wotan quando, nel 2º atto della ''Valchiria'', egli esprime la cessazione della volontà di vivere: {{Citazione|Rinuncio alla mia opera; solo una cosa bramo ancora: la fine! La fine!}}
 
[[File:Arthur Schopenhauer by J Schäfer, 1859b.jpg|thumb|upright=0.6|left|Schopenhauer]]
Con questa diversa decisione si lasciano aperte altre strade. Sempre in ''Opera d'arte dell'avvenire'', il musicista spiega come la distinzione del singolo può avere senso solo se vista in funzione del popolo e che "l'egoismo non può soddisfarsi pienamente che nel comunismo". In altre parole, solo la comunità può dare senso all'individuo e "solo in relazione alla comunità il diverso può definirsi come tale".
 
{{Citazione|L'uomo non può appagare il suo bisogno d'amore che donando l'amore, il che significa donare se stesso ad altri uomini.}}
{{Citazione|Il bisogno più urgente e più forte dell'uomo perfetto e artista è di comunicare se stesso – in tutta la pienezza della sua natura – all'intera comunità. E non può arrivare a tanto se non nel dramma.<ref name="ReferenceB"/>}}
Wagner non condanna le singole doti individuali e il loro distinguersi dalla massa, ma le sostiene se queste hanno come fine l'amore e l'accrescimento spirituale del popolo. Egli parla di uno spirito artistico, dove l'arte è il fine supremo a cui tutto dovrebbe mirare. Secondo il critico Nattiez, l'enigmatico tema della redenzione d'amore che chiude la ''Tetralogia'' (che Wagner però chiamava tema della ''Glorificazione di Brunilde'') simboleggia la redenzione del mondo attraverso la musica, incarnata dal mito dell'eterno femminino.<ref>Jean-Jacques Nattiez, ''Wagner androgino''</ref> Nel saggio su [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]], quando Wagner cita [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]], si legge: {{Citazione|Con i versi "l'eterno femminino ci rapisce in cielo", comprendiamo lo spirito della musica che, sorta dalla coscienza più intima del poeta, si libra sopra di lui e lo guida sulla strada della redenzione.<ref>Richard Wagner, ''Beethoven''</ref>}}
 
In questo modo si può parlare di una "terza" ''Tetralogia'', che dopo quella di Feuerbach e di Schopenhauer aggiunge un ideale di speranza essenzialmente nella musica. Scrive l'autore all'amico Roeckel:
{{Citazione|Quante cose mi potevano diventare chiare solamente attraverso la musica!<ref name="Epistolario di Wagner"/>}}
=== Wagner e l'antisemitismo ===
[[File:Wagner Das Judenthum in der Musik 1869.jpg|thumb|upright=0.7|''Il giudaismo nella musica'', edizione del 1869]]
La critica non ha però ancora chiarito che cosa Wagner intendesse per redenzione del mondo, se cioè simboleggiasse la fratellanza universale o, piuttosto, la fratellanza esclusiva del popolo tedesco.
 
Wagner contribuì allo sviluppo del [[razzismo]] diffondendo le opere e le idee del filosofo francese [[Joseph Arthur de Gobineau]], che fu accolto nel suo circolo di Bayreuth. Il musicista fondò in onore di detto filosofo la Società Gobineau.<ref>[[George L. Mosse]], ''Il razzismo in Europa. Dalle origini all'olocausto'', Laterza, 2003, p. 63</ref> Il filosofo britannico razzista [[Houston Stewart Chamberlain]], seguace di Gobineau, frequentava la famiglia e nel 1908 sposò la figlia Eva von Bülow-Wagner.
 
Giulio Confalonieri parlò di "richiamo dell'amore patriottico e desiderio di rispondervi in termini universali", un ambizioso sogno di redimere l'umanità sotto la sacra fiamma dello spirito germanico.<ref name="Giulio Confalonieri, op. cit."/>
 
La miccia di tale ambizione, storicamente parlando, si sarebbe incendiata dopo l'avvilente sconfitta della Germania durante la [[prima guerra mondiale]] e la fortissima bramosia di rivalsa nutrita da tutte le categorie sociali del popolo, contro il [[Ebrei|giudaismo]], contro il [[comunismo]] e contro la tirannia del [[capitalismo]] (la cosiddetta "demo[[plutocrazia]]"). Il mito, fino a quel momento rinchiuso nel pacifico mondo dell'arte, si sarebbe realizzato proprio in funzione di tale desiderio. Confalonieri nota anche come Wagner, "offrendo materia ad eccessivi entusiasmi, diventò anche materia di eccessivi sospetti".
 
Non c'è dubbio che Wagner fosse un [[Antisemitismo|antisemita]] e un [[Antigiudaismo|antigiudaico]] (anche dal punto di vista religioso, specie dopo il riavvicinamento alla fede [[cristianesimo|cristiana]] [[Luteranesimo|luterana]] avvenuto negli ultimi anni di vita): i suoi scritti, specie il ''pamphlet'' ''Il giudaismo nella musica'' (diretto in generale contro gli ebrei e particolarmente contro la musica "ebraica" rappresentata dal suo rivale [[Felix Mendelssohn]]) sono espliciti. Ancora il 12 febbraio 1883, il giorno prima della morte, [[Cosima Wagner|Cosima]] annotò nel suo diario un'affermazione del marito:
{{Citazione|Il musicista è di pessimo umore. Dice che non si dovrebbe avere nulla a che fare con gli israeliti.<ref>''Diario veneziano: Lettere a Matilde Wesendonck e dal Diario di Cosima Wagner''</ref>}}
 
Nel suo libello antisemita scrisse:
{{citazione|Il giudeo – che, come tutti sanno, ha un dio a proprio uso e consumo – nella vita ordinaria ci colpisce innanzitutto per il suo aspetto esteriore: difatti, qualunque sia la nazione europea alla quale egli appartenga, il suo aspetto ha un qualcosa di spiacevolmente estraneo a quella nazione. Istintivamente, noi non vogliamo avere nulla in comune con un uomo che si presenta a quel modo.<ref>Richard Wagner, ''Il giudaismo nella musica''</ref>}}
In pubblico Wagner diede il suo appoggio a posizioni anti-ebraiche: definì «la razza giudaica» come «nemica, sin dalla nascita, dell'intera umanità e di tutto ciò che vi è di nobile in essa». Affermò anche «ci stanno umiliando, noi tedeschi, e forse sono io l'ultimo tedesco che sa tenere la schiena dritta davanti al giudaismo, che già domina ogni cosa».<ref>[[Daniel Barenboim]], [http://archiviostorico.corriere.it/2010/dicembre/03/Wagner_Israele_Palestinesi_co_9_101203103.shtml Wagner, Israele e i Palestinesi]</ref>
 
Tuttavia, egli non voleva l'eliminazione fisica degli ebrei o una segregazione permanente e non aderiva in maniera completa al [[razzismo scientifico]] (per cui l'ebreo che abbandonasse la sua cultura poteva anche essere integrato nel popolo tedesco), ma aveva delle idee che saranno quasi le stesse di [[Theodor Herzl]], il fondatore del [[sionismo]], pur partendo Wagner da una posizione di disprezzo: i giudei avrebbero dovuto scegliere tra emigrare in [[Palestina]], oppure fondersi con l'etnia maggioritaria e dissolvere gran parte della loro cultura con quella dei Paesi che li ospitavano, ossia l'[[Assimilazione culturale|assimilazione]] (la prima teoria adottata da Herzl); difatti parlava dell<nowiki>'</nowiki>''Untergang'', l'immersione: «C'è un solo modo per sfuggire alla maledizione che vi pesa addosso: il giudeo errante troverà la sua salvezza – immergendosi!». In un commento rivolto alla moglie Cosima, negli ultimi anni, espresse un parziale ripensamento sulla pubblicazione del testo antigiudaico: «Se dovessi scrivere di nuovo sui giudei, direi che non ho nulla contro di loro. È solo che ci sono piombati addosso, tra noi tedeschi, troppo in fretta, e non eravamo ancora pronti ad assorbirli».<ref>Daniel Barenboim, ''La musica è un tutto: Etica ed estetica'', Feltrinelli, [https://books.google.it/books?id=p2s6BAAAQBAJ&pg=PT30&lpg=PT30&dq=wagner+emigrazione+ebraica&source=bl&ots=JwWh74hb7e&sig=EzqaEcBSn8eLkey3Ky-2AMBlCyk&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiciv7Y0fLVAhXF6RQKHUPXD8gQ6AEIJzAA#v=onepage&q=wagner%20emigrazione%20ebraica&f=false estratto]</ref>
 
Lo storico ebreo [[George Mosse]] fa notare come Wagner non fu però affatto coerente con il mondo israelita: talvolta accolse nel circolo di Bayreuth personaggi di origine ebrea come [[Anton Rubinstein]] o [[Karl Tausig]] o ancora, come [[Hermann Levi]], scelto come direttore del ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'', il quale fu uno dei direttori d'orchestra da lui preferiti. L'utilità di una persona di famiglia giudaica poteva talvolta placare la sua intolleranza: si può dire che l'antisemitismo del compositore finiva laddove cominciava l'adesione alla sua arte.<ref>Rubens Tedeschi, ''Invito all'ascolto di Wagner''</ref><ref>[[George L. Mosse]], ''Il razzismo in Europa. Dalle origini all'olocausto'', Laterza, 2003, p. 112</ref>
 
A causa delle idee dell'autore, la musica di Wagner subisce ancora un duro ostracismo da parte del pubblico israeliano: il primo concerto ufficiale con musica di Wagner in [[Israele]] è avvenuto solo nel 2001 per opera del direttore d'orchestra [[argentino]]-israeliano [[Daniel Barenboim]], ebreo e wagneriano, che è stato direttore al festival di Bayreuth.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2001/luglio/09/note_Wagner_scuotono_Israele_co_0_0107094232.shtml Le note di Wagner scuotono Israele]</ref> Queste concezioni razziste – sempre per via del tutto ipotetica – dovrebbero ritrovarsi ne ''L'anello del Nibelungo'', dove l'amore incestuoso tra Siegmund e Sieglinde rappresenterebbe la nascita di una razza superiore (i figli del dio Wotan) e dove lo stesso fallimento della "grande idea" di Wotan rappresenterebbe il supremo sacrificio dello spirito germanico di fronte all'avversità del mondo; e poi: ''I maestri cantori di Norimberga'', dove esplicito è il riferimento alla nuova arte tedesca (la nuova Germania) e magniloquente è la grande parata popolare del 3º atto; e poi ancora: ''Tristano e Isotta'', in cui la forza del filtro magico rivela ai protagonisti la vera natura del loro inconsapevole amore, fino ad allora confuso dalla falsità del mondo esteriore (dove per "natura dell'inconsapevole amore" si dovrebbe intendere la purezza della loro anima, la purezza dello spirito tedesco in opposizione alla menzogna di tutto ciò che è straniero); infine ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'', il dramma sacro per eccellenza, che [[Adolf Hitler]] stesso – grande ammiratore di Wagner – considerava come uno dei fondamenti dell'ideologia nazista: la casta confraternita dei custodi del Santo Graal incarnerebbe il popolo ariano, minacciato dalla corruzione e dal desiderio impuro (il regno arabeggiante di Klingsor).
 
[[File:Bundesarchiv Bild 183-R15883, Thomas Mann.jpg|thumb|left|Thomas Mann]]
Naturalmente si tratta unicamente di supposizioni, poiché riguardo al ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'' andrebbe ricordata la frase: ''Durch Mitleid wissend, der reine Tor'' ("Il puro folle si fa sapiente attraverso la compassione"), come specificato da Gurnemanz proprio nell'"Incantesimo del venerdì santo". Già il sacrificio di Brunnhilde assume una valenza universale e redentrice. In altre parole, il panismo del ''Waldweben'' (''Sigfrido'', atto secondo) viene in ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'' proiettato in un'ottica metafisica proprio con il già citato "Incantesimo" (''Karfreitagszauber''). Dal canto loro, Tristano e Isotta, pur richiudendosi nel loro indubbio egoismo, abiurano ogni ambizione di gloria e di potenza, mentre la "grande idea" di Wotan potrebbe essere benissimo scaricata da ogni allusione alla Germania e ribaltata in chiave universale, laddove egli dice, a Fricka: "Solo la tradizione riesci a comprendere. Il mio pensiero mira a tutto ciò che ancora non è avvenuto". A questo proposito, così si legge nel libro di [[Thomas Mann]] ''Dolore e grandezza di Richard Wagner'', in cui lo scrittore, wagneriano e antinazista, riporta ciò che ammise nella sua conferenza ''Richard Wagner und Der Ring des Nibelungen'' tenuta a Zurigo il 16 novembre 1937, ovvero che il [[nazionalsocialismo]] sarebbe una sua naturale derivazione: «Il ritorno al mondo romantico e leggendario si lega alla conquista di elementi puramente umani. Questo rivolgersi al passato significa il distacco dal mondo borghese di una corrotta cultura, dominata dal capitalismo, per far ritorno al popolo come forza etnica, elemento redentore e purificatore. Oggi, nell'esperimento politico che si tenta in Germania, non è difficile trovare tali impronte, ma le fiabe, nel campo della politica, diventano altre cose e prendono altro nome: menzogne. L'autore della ''Tetralogia'', con la sua arte ebbra di passato e di futuro, non si staccò dalla cultura borghese per scambiarla con uno stato totalitario che annulla lo spirito. Lo spirito tedesco era per lui tutto, lo stato tedesco nulla, come egli scrive nel testo dei ''Maestri Cantori'': "Se anche andasse in polvere il [[Sacro Romano Impero]], ci resterebbe la Sacra Arte Tedesca!».<ref>Thomas Mann, ''Dolore e grandezza di Richard Wagner''</ref>
=== Wagner, Nietzsche e altre interpretazioni ===
[[File:Portrait of Friedrich Nietzsche.jpg|thumb|Nietzsche]]
Sono le stesse parole che [[Friedrich Nietzsche]] fa dire a [[Zarathustra]] a proposito del [[Oltreuomo|superuomo]], con Wagner additato spesso a precursore del Nazismo,<ref>Massimo Ferrari Zumbini, ''Nietzsche: il processo politico. Dal nazismo alla globalizzazione''</ref> che separano l'ideologia wagneriana e nietzschiana dal nazismo e dalla concezione dello stato [[Totalitarismo|totalitario]]:
{{Citazione|"Stato" si chiama il più freddo di tutti i mostri freddi (''aller kalten Ungeheuer'').<ref>''Also sprach Zarathustra'' Goldmann Klassiker 1979, p.41.</ref> È freddo anche nel mentire, e la menzogna che esce dalla sua bocca è questa: "Io, lo Stato, sono il popolo". ''Così parlò Zarathustra'' (Del nuovo idolo)}}
 
Ne ''[[Il crepuscolo degli idoli]]'' si legge:
{{Citazione|La cultura e lo Stato sono antagonisti.}}
 
I capovolgimenti di fronte confermano l'ambiguità dell'opera wagneriana, che basandosi principalmente sull'arte destabilizza il senso della filosofia. Si può anche dire che il compositore "mette bocca in tutto", attingendo ovunque con la disinvoltura del genio. Per questo motivo il nome di Wagner è stato sempre sbandierato dalle più opposte ideologie: [[anarchia]], comunismo e nazismo. Andrebbe così condannato l'eccessivo fervore nutrito da alcuni wagneriani (i cosiddetti "bidelli del Walhalla") che nel loro desiderio di immortalare le orme del maestro ne trasformano il genio in un monolite. È stato osservato che – come prevedeva il critico Hanslick – i "Beckmesser adoranti" e inchiodati alla meccanica dei ''Leitmotiv'' non riescono più ad apprezzare la rivoluzione e il geniale disordine dell'artista. Perfino Hitler aprì al rinnovamento il teatro di Bayreuth contro il duro conservatorismo della famiglia Wagner, che [[Cosima Wagner|Cosima]] difese strenuamente fin nei minimi particolari (si trattò di rinnovare il materiale scenico che per cinquanta anni era rimasto lo stesso).<ref>Rubens Tedeschi, ''op. cit.''</ref>
 
Forse, a costo di suscitare sorprese, l'ambiguità del senso filosofico è data dalla caratteristica fondamentale del suo autore, ossia la sensualità: «La caratteristica del pensiero wagneriano è la sensualità. I problemi politici e sociali lo appassionavano solo quando offrivano qualche rapporto con l'avvenire dell'arte. Due soli filosofi esercitarono un'influenza su di lui: Feuerbach e Schopenhauer, e tutti e due perché abbandonarono il dominio della filosofia pura, cioè di una teoria logica e matematica del mondo. Wagner ci dice: "Ciò che mi attirò verso Feuerbach fu che questo scrittore rinnega la filosofia e dà della natura umana una spiegazione nella quale credetti di riconoscere l'uomo artista come io lo intendevo"».<ref>Gualtiero Petrucci, ''Manuale wagneriano''</ref>
 
In ''Opera e dramma'', un altro dei libri teorici di Wagner, si legge:
{{Citazione|La musica, invece di esprimere – al pari della parola – ciò che viene solo pensato, esprime la realtà.}}
 
Osserva ancora Giulio Confalonieri: «In Wagner il desiderio conobbe la sua meta: la libertà assoluta di essere ancora più importante che non la libertà di risolversi. È questo desiderio continuo che frantuma i ritmi e le frasi melodiche, librandosi al di sopra di ogni soggezione, e che poi li ricompone, li distrugge di nuovo, li rievoca, attraverso un'ebbrezza inesausta di provarsi. È questo desiderio che può farci eliminare nella natura, come avviene a Sigfrido nella scena del bosco, o che può toglierci da ogni circostanza come avviene a Tristano e Isotta nell'ora della morte. Per Wagner la natura è l'ultima logica, l'ultima cattura, l'ultimo e più dolce assorbimento cui l'uomo possa aspirare. I boschi di [[Robert Schumann|Schumann]], le pianure di [[Fryderyk Chopin]] sono abitati da loro, come sono, o come il desiderio vorrebbe che fossero. Ma le foreste di Wagner, i dirupi e il mare di Wagner non ammettono di venire né abitati né posseduti, perché essi sono la matrice degli uomini e gli uomini ancor portano, dopo averli generati, come una placenta ineliminabile».<ref name="Giulio Confalonieri, op. cit."/>
 
=== Wagner come sintesi della musica precedente ===
Secondo alcuni critici, da un punto di vista puramente musicale, il wagnerismo si configura come la grandiosa sintesi dell'esperienza di quattro secoli di musica: da [[Giovanni Pierluigi da Palestrina|Palestrina]] – il cui stile corale polifonico riecheggia in ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]''<ref>vedi: Enciclopedia Rizzoli-Larousse, alla voce ''Wagner''</ref> – a [[Claudio Monteverdi]] – il cui cromatismo armonico è ravvisabile nel ''Tristano e Isotta''<ref>Lionello Cammarota, ''Breve storia della musica'', Editori Laterza, Roma-Bari 1990</ref> – da [[Johann Sebastian Bach|Bach]] – il cui magistero contrappuntistico è avvertibile ne ''I maestri cantori di Norimberga'' – a [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]] – per la raffinatezza dello strumentale e l'estrema perfezione formale<ref name="ReferenceA">Enciclopedia Rizzoli-Larousse, alla voce ''Wagner''</ref> – da [[Luigi Cherubini]] – la cui concezione drammaturgica è presente nel ''Wort Ton Drama'' wagneriano<ref>per l'influenza di Cherubini vedi: Marco Ravera, ''Invito all'ascolto di Cherubini'', Gruppo Editoriale Mursia, Milano 1996;</ref> – a [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]] – per la tecnica di elaborazione e sviluppo dei ''[[Leitmotiv]]'' e la variazione del materiale tematico, oltre che per il "[[titanismo]]" e il sentimento eroico di cui è intrisa l'intera produzione wagneriana<ref name="ReferenceA"/> – da [[Felix Mendelssohn|Mendelssohn]] – per la ricca tavolozza orchestrale e timbrica – a [[Hector Berlioz]] – delle cui conquiste e innovazioni nel campo dell'orchestrazione e della strumentazione si avvale l'opera wagneriana – da [[Georges Bizet|Bizet]] – per la profonda e acuta introspezione psicologica che scandaglia l'animo umano – a [[Franz Liszt|Liszt]] – per la sconcertante audacia e arditezza degli accordi.<ref><!-- Per la ricezione e la sintesi dei più grandi compositori di tutti i tempi nell'opera di Wagner, vedi: per l'influenza di Palestrina, Bach, Mozart, Beethoven e dell'opéra-comique francese (ovvero Bizet) vedi: Enciclopedia Rizzoli-Larousse, alla voce ''Wagner''; per l'influenza di Monteverdi vedi: Lionello Cammarota, ''Breve storia della musica'', Editori Laterza, Roma-Bari 1990; per l'influenza di Cherubini vedi: Marco Ravera, ''Invito all'ascolto di Cherubini'', Gruppo Editoriale Mursia, Milano 1996; --> per l'influenza di Mendelssohn (che incide soprattutto nelle opere di transizione ''Tannhäuser'' e ''Lohengrin''), di Berlioz (dal quale Wagner mutua la concezione della compagine orchestrale estremamente dilatata nell'organico), di Liszt (che con Wagner stringe un vero e proprio sodalizio musicale), si vedano: ''Grande Storia della musica'' a cura di Eduardo Rescigno; ''Storia della musica'' di Giulio Confalonieri; ''Breve storia della musica'' di Massimo Mila; ''Corso di storia della musica'' di Rino Maione; ''Storia della musica occidentale'' di Donald Jay Grout. Di D. J. Grout si veda anche ''Breve storia dell'opera'', dove Grout paragona Wagner a Palestrina e a Bach, affermando che, come Palestrina nella sua opera sintetizza tutta la musica del Rinascimento e Bach tutta la musica del Barocco, Wagner nella sua opera attua una sintesi di tutta la musica precedente.</ref>
 
== Influenza sulla musica leggera e sul rock ==
Un'altra influenza è presente nel cosiddetto "[[rock]] wagneriano", il cui maggior esponente è [[Jim Steinman]].
=== Influenza sulla musica metal ===
Secondo [[Joey DeMaio]], bassista della ''band [[heavy metal]]/[[epic metal]]'' [[Manowar]], Wagner è il maggior ispiratore della musica metal, in particolare dell<nowiki>{{'</nowiki>}}''epic metal''.<ref>[{{Cita web |url=http://www.spaziorock.it/recensione.php?&id=2351 |titolo=Articolo su Spaziorock.it] |accesso=31 luglio 2012 |dataarchivio=16 ottobre 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171016014546/http://www.spaziorock.it/recensione.php?&id=2351 |urlmorto=sì }}</ref> Wagner è anche uno dei molti musicisti romantici che ispirarono il [[Neoclassical metal|metal neoclassico]].<ref>[http://rockciclopedia.com/wiki/index.php?title=Neoclassical_Metal Neoclassical metal su Rockciclopedia]</ref>
 
== Wagner nella cultura di massa ==
[[File:Wagner Karikatur 01.jpg|thumbmin|Caricatura del 1875 di Wagner a [[Vienna]] con alcuni collaboratori]]
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* La musica di Wagner è decisamente presente anche a livello popolare: in particolare il ''leitmotiv'' della ''[[Cavalcata delle Valchirie]]'', tratto da ''[[La Valchiria]]'', è uno dei temi musicali più utilizzati a livello televisivo, cinematografico e pubblicitario. Compare, ad esempio in ''[[Apocalypse Now]]'', ''[[8½]]'', ''[[Superfantozzi]]'', ''[[The Blues Brothers (film)|The Blues Brothers]]'' e ''[[Operazione Valchiria (film)|Operazione Valchiria]]''; è presente inoltre nella missione finale del videogioco ''[[Far Cry 3]]''. La cavalcata è, anche se riarrangiata in una versione rock, la musica di ingresso del ''[[Wrestling|wrestler]]'' [[Daniel Bryan]].
*Nel 1983 fu girato lo sceneggiato ''[[Wagner (miniserie televisiva)|Wagner]]'', con [[Richard Burton]] nella parte del compositore e con un cast stellare, nel quale figurava anche il compositore [[William Turner Walton|William Walton]].
* Il brano del ''Funerale di Sigfrido'', tratto da ''[[Il crepuscolo degli dei]]'' è altrettanto popolare nel cinema. Viene usato, per esempio, in ''[[Excalibur (film)|Excalibur]]'' e persino in una breve sequenza de ''[[L'armata Brancaleone]]'' (la prima comparsa di Brancaleone, uscendo dalla tenda).
* [[Woody Allen]] cita il musicista, ironizzando sul fatto che fosse uno dei compositori preferiti da [[Adolf Hitler]], nel film ''[[Misterioso omicidio a Manhattan]]'' (1993): "Lo sai che non posso ascoltare troppo Wagner... sento già l'impulso a occupare la Polonia!".
* Su [[Topolino (libretto)|Topolino]] del 1989 è apparsa la [[parodia]] del poema ''[[La canzone dei Nibelunghi|I Nibelunghi]]'' e, insieme della stessa tetralogia wagneriana, ''[[La Trilogia di Paperin Sigfrido e l'oro del Reno]]'', disegnato da [[Guido Scala]], in cui i personaggi [[Disney]] interpretano quelli della leggenda nordica. Sempre dello stesso disegnatore è anche la parodia de ''[[L'olandese volante]]''.
* Il leitmotiv di Sigfrido compare nell'episodio 50 della stagione 1 di [[Bugs Bunny]].
* Nel romanzo ''[[Il codice da Vinci]]'' di [[Dan Brown]], Wagner è descritto come un iniziato che, come altri, tenta di trasmettere quella che secondo il libro è la vera storia del [[Graal]] attraverso il ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'', che sarebbe un'allegoria della ricerca della verità e della tomba di [[Maria Maddalena]], come [[Sposa di Gesù|sposa di Cristo]] e madre della sua discendenza, intento anche del [[ciclo arturiano]] dal quale la storia è tratta. Si riporta anche un collegamento con gli interessi di Wagner riguardo al femminino sacro.
* Una delle stazioni della [[Linea M1 (metropolitana di Milano)|linea 1]] della [[metropolitana di Milano]] prende il nome dal [[Wagner (metropolitana di Milano)|piazzale]] soprastante intitolato all'omonimo compositore.
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=== Monumenti dedicati a Richard Wagner ===
* [[Monumento a Richard Wagner (Monaco di Baviera)|Monumento a Richard Wagner]] a [[Monaco di Baviera]]
* [[Monumento a Richard Wagner (Berlino)|Monumento a Richard Wagner]] a [[Berlino]]
* [[Richard-Wagner-Stätten Graupa]] a [[Dresda]]
* Richard-Wagner-Hain, parco a [[Lipsia]]
* Busto[[Monumento dia Richard Wagner (Lipsia)|Monumento a Richard Wagner]] a BayreuthLipsia
* Busto di Richard Wagner a [[Bayreuth]]
* Busto di Richard Wagner a [[Venezia]] nei [[giardini Napoleonici]] (o della [[Esposizione internazionale d'arte di Venezia|Biennale]]), ubicati nel [[Sestiere (Venezia)|sestiere]] di [[Castello (sestiere di Venezia)|Castello]]
* Statua bronzea di Richard Wagner a [[La Spezia]] nella Piazza Sant'Agostino
 
== Onorificenze ==
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== Bibliografia ==
* [https://www.francescoiuliano.it Francesco Iuliano], ''Il racconto dei racconti. Der Ring des Nibelungen'' di Richard Wagner, Lecce, Youcanprint, 2023, pp.&nbsp;724, ISBN 979-12-22703-50-3
* ''Wagner'', Enciclopedia Rizzoli-Larousse
* ''Wagner'', Enciclopedia Rizzoli-Larousse.
* Robert W. Gutman, ''Wagner: l'uomo, il pensiero, la musica'', Milano, Rusconi libri, 1995.
* Lionello Cammarota, ''Breve storia della musica'', Roma-Bari, [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]], 1990.
* [[Eduardo Rescigno]] (a cura di), ''Grande Storia della musica'', Milano, Gruppo Editoriale Fabbri, Bompiani, Sonzogno, Etas S.p.A., 1993.
* Giulio Confalonieri, ''Storia della musica'', Milano, Edizioni Accademia, 1975.
* Rubens Tedeschi, ''Invito all'ascolto di Richard Wagner'', Milano, Mursia, 1985.
* Rino Maione, ''Corso di storia della musica'', Bergamo, Carrara, 1996.
* Donald Jay Grout, ''Storia della musica occidentale'', Milano, [[Feltrinelli]], 1984.
* Donald Jay Grout, ''Breve storia dell'opera'', Milano, Rusconi, 1985.
* Maurizio Giani, ''Un tessuto di motivi'', Torino, Paravia-De Sono, 1999.
* Mario Bortolotto, ''Wagner l'oscuro'', Milano, Adelphi, 2003 (2ª ed. 2008);
* Giuseppe Sinopoli, ''Il mio Wagner. Il racconto della tetralogia'' (a cura di Sandro Cappelletto), Venezia, Marsilio, 2006.
* Laura Abbatino, ''Nietzsche tra Wagner e Bizet'', Lecce, PensaMultimedia, 2007.
* Luca Sala (éd.), ''The Legacy of Richard Wagner. Convergences and Dissonances in Aesthetics and Reception'', Turnhout, Brepols Publishers, 2012, pp. xiii+452, ISBN 978-2-503-54613-1.
* Francesco Ceraolo, ''Verso un'estetica della totalità. Una lettura critico-filosofica del pensiero di Richard Wagner'', Milano, Mimesis, 2013, ISBN 978-88-575-1833-6.
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* [[Anacleto Verrecchia]], ''Il cantore filosofo. Scritti su Wagner'' (a cura di Marco Lanterna), Firenze, Clinamen, 2016. ISBN 978-88-8410-236-2.
*{{cita libro|titolo=Appunti su Richard Wagner|autore= [[Giancarlo Landini]]|editore=Centro Culturale Antonianum|anno=1972}}
*Quirino Principe, ''Tannhäuser. Opera romantica in tre atti. L'umano atterrito dal soprannaturale'', Milano, Jaca Book, 2014.
*Richard Wagner, ''Scritti teorici e polemici. Musikdrama, Del dirigere e altri saggi'', a cura di Maurizio Giani, Torino, EDT, 2016.
*Giangiorgio Satragni, ''Il Parsifal di Wagner. Testo, Musica, Teologia'', Torino, EDT, 2017.
*Adele Boghetich, ''Tristan e Isolde. Il canto della notte'', [[Zecchini Editore]], Varese, 2016, ISBN 978-88-6540-158-3.
*Adele Boghetich, ''Parsifal e il segreto del Graal'', [[Zecchini Editore]], Varese, 2017, ISBN 978-88-6540-184-2.
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*{{cita libro|autore=Richard Wagner|titolo=L’opera d’arte del futuro. Alle origini della multimedialità: Con i saggi di [[Paolo Bolpagni]], [[Andrea Balzola]] e [[Annamaria Monteverdi]]|anno=2017|editore=goWare}}
*{{Cita libro|autore=Richard Wagner|traduttore=Leonardo V. Distaso|titolo=Il giudaismo nella musica|anno=2016|editore=Mimesis|città=Milano|ISBN=978-88-5753-298-1}}
*''Mettere in scena Wagner. Opera e regia tra Ottocento e contemporaneità'', a cura di Marco Targa e Marco Brighenti, Lucca, LIM, 2019. ISBN 978-88-7096-979-5
 
== Voci correlate ==
* [[Wagner (famiglia)|Famiglia Wagner]]
* [[Villa Rufolo]]
* [[Nazionalismo tedesco]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
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[[Categoria:Pianisti tedeschi]]
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