Pietro Fumel: differenze tra le versioni
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|GiornoMeseNascita = 1º gennaio
|AnnoNascita = 1821
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte = 11 agosto
|AnnoMorte = 1886
|Attività = militare
|Nazionalità = italiano
}} Piemontese di nascita, Fumel è bisnonno materno di [[Carlo De Benedetti]] e ad oggi è ritenuto il più feroce macellaio in divisa nella guerra che, tra il 1861 e il 1870, l’esercito piemontese combatte nel meridione contro il brigantaggio. <ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/millennium/2025/03/08/i-sabaudi-contro-i-briganti-il-macellaio-fumel/7907654/|titolo=I sabaudi contro “i briganti”: il macellaio Fumel|sito=Il Fatto Quotidiano|accesso=2025-06-03}}</ref>
==Biografia==
Compiuti gli studi militari, nel [[1848]]-[[1849]] col grado di [[Tenente]] d'[[Artiglieria]] prese parte alla [[Prima
Successivamente all'unità d'Italia, dopo l'arrivo della [[Spedizione di Borjes|spedizione]] di [[José Borjes]] fu mandato in [[Calabria]] (precisamente nel [[provincia di Cosenza|Cosentino]]) con il Grado di Colonnello per domare il [[brigantaggio postunitario|brigantaggio]]. La repressione attuata da Fumel fu spietata e sanguinaria, usando i metodi più estremi per eliminare i briganti e colpire anche persone inermi e innocenti, ricorrendo alla tortura e al terrore, senza distinzioni tra briganti e manutengoli o presunti tali e a prescindere dall'osservanza di qualsiasi garanzia legale.<ref>Franco Molfese, ''Storia del brigantaggio dopo l'Unità'', Feltrinelli, 1966, p.152</ref> Egli decimò le bande di Palma, Schipani, Ferrigno, Morrone, Franzese, Rosacozza, Molinari, Bellusci e Pinnolo.
Le esecuzioni
L'episodio più noto della sua attività antibrigantaggio avvenne a [[Fagnano Castello]], quando ordinò la fucilazione di cento contadini A [[Cirò]] il 12 febbraio del [[1862]], Fumel scrisse un proclama sulla risoluzione del problema del Brigantaggio:
{{Citazione|Io sottoscritto, avendo avuto la missione di distruggere il Brigantaggio, prometto una ricompensa di cento lire per ogni brigante, vivo o morto, che mi sarà portato. Questa ricompensa sarà data ad ogni brigante che ucciderà un suo Camerata; gli sarà inoltre risparmiata la vita. Coloro che in onta degli ordini, dessero rifugio o qualunque altro mezzo di sussistenza o di aiuto ai briganti, o vedendoli o conoscendo il luogo ove si trovano nascosti, non ne informassero le truppe e la civile e militare autorità, verranno immediatamente fucilati. Tutte le capanne di campagna che non sono abitate dovranno essere, nello spazio di tre giorni, scoperchiate e i loro ingressi murati. È proibito di trasportare pane o altra specie di provvigione oltre le abitazioni dei Comuni, e chiunque disubbidirà a questo ordine sarà considerato come complice dei briganti<ref>{{cita web|url=http://www.eleaml.org/sud/briganti/pulizia_etnica.html|titolo= Inserto speciale: 1862, un anno di pulizia etnica piemontese|accesso=31 dicembre 2010}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.sanmarcoargentano.it/ottocento/DEL5062.htm|titolo= Trascrizione integrale dell'editto del 30 marzo 1862 diretto al sindaco di San Marco Argentano}}</ref>}}
L'eco di questo bando arrivò anche a [[Londra]], dove il parlamentare lord [[Alexander Baillie-Cochrane]] affermò nella ''House of Commons'' che «un proclama più infame non aveva mai disonorato i giorni peggiori del regno del terrore in Francia».<ref>{{cita libro|nome=Patrick|cognome= Keyes O'Clery
==Note==
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