Catalogna: differenze tra le versioni
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{{Divisione amministrativa
|Nome = Catalogna
|Nome ufficiale = {{ca}} ''Catalunya''<br />{{
|Panorama = E.U-Catalonia.png
|Voce bandiera = Bandiera della Catalogna
|Stemma = Coat of Arms of Catalonia.svg
|Voce stemma =
|Stato = ESP
|Grado amministrativo = 1
|Capoluogo = {{
|Amministratore locale = [[
|Partito =
|Data elezione =
|Lingue ufficiali = [[Lingua catalana|
|Data istituzione = [[1931]] <small>(restaurazione della Generalitat)</small><br />[[1977]] <small>(ritorno della Generalitat dall'esilio)</small><ref name="ReferenceA">L'ultimo statuto di autonomia, promulgato nel [[2006]], è stato pesantemente ridimensionato nel [[2010]] dal Tribunale costituzionale spagnolo (sent. n. 31/2010)</ref>
|Latitudine decimale = 41.388
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|Sottodivisioni = [[:Categoria:Province della Catalogna|4]]
|Sottosottodivisioni = [[:categoria:Comuni della comunità della Catalogna|947]]
|Divisioni confinanti =
|Lingue =
|Codice postale =
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|Codice statistico =
|Targa =
|Nome abitanti = catalano, -a<br />{{ca}} ''català, -ana''<br />{{
|Parlamentari = 48 [[Congresso dei Deputati|deputati]], 16 [[Senato del Regno di Spagna|senatori]]
|Patrono = [[san Giorgio]] ([[23 aprile]])<br />[[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] di [[Monastero di Montserrat|Montserrat]] ([[27 aprile]])
|Festivo = [[Diada Nacional de Catalunya|11 settembre]]
|Inno = [[Els segadors
|Immagine localizzazione = Cataluna in Spain (including Canarias).svg
|Mappa = Catalonia ___location map 2023 vegueries.svg
|PIL procapite = 33 580 $ (2012)
|PIL = 255 204 milioni di $ (2012)
}}
La '''Catalogna''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|/kataˈloɲɲa/|it}}<ref>[http://dop.netadcom.com/p.aspx?nID=lemma&rID=28147&lID=1013841 Lemma ''Catalogna''] nel ''DOP'', 2016.</ref>; in [[lingua catalana|catalano]]: ''Catalunya'', {{IPA|/kətəˈɫuɲə/}}; in [[lingua spagnola|spagnolo]]: ''Cataluña'', {{IPA|/kataˈluɲa/}}; in [[lingua occitana|occitano]]: ''Catalonha'', {{IPA|/kataˈluɲɔ/}}) è una [[comunità autonome della Spagna|comunità autonoma spagnola]] situata all'estremità nord-orientale della [[Penisola iberica]], tra i [[Pirenei]] e il [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]]. Copre un'area di {{formatnum:32108.2}} km² e ha una popolazione di {{formatnum:7543825}} abitanti. È composta da quattro [[province della Spagna|province]], [[Provincia di Barcellona|Barcellona]], [[Provincia di Gerona|Gerona]], [[Provincia di Lleida|Lleida]] e [[Provincia di Tarragona|Tarragona]], e il suo [[capoluogo]] è la città di [[Barcellona]]. Confina a nord con la [[Francia]] (regione [[Occitania (regione
Si dichiara [[nazione]] nel preambolo del proprio [[Statuto di Autonomia della Catalogna|statuto di autonomia]] del 2006, di cui successivamente vari articoli furono dichiarati incostituzionali dalla Corte costituzionale con sentenza motivata del 2010<ref>[http://www.parlament.cat/document/cataleg/48089.pdf {{ca}} Estatut d’autonomia de Catalunya - Edizione 2016]</ref>, ed è costituzionalmente riconosciuta come nazionalità; una parte dei votanti catalani<ref name="Resultados Elecciones Cataluña 2021 | EL PAÍS">{{Cita web|url=https://resultados.elpais.com/elecciones/cataluna.html|titolo=Resultados Elecciones Cataluña 2021|autore=Ediciones EL PAÍS|sito=EL PAÍS|lingua=es|accesso=2021-02-17}}</ref> esprime rivendicazioni [[indipendentismo catalano|indipendentistiche]] derivanti da proprie peculiarità linguistiche, culturali ed economiche.<ref>Leprêtre, Marc; Sáez Mateu, Ferran. ''Cultura catalana, cultura europea'', In: IDEES. Revista de temes contemporanis; Núm. 40 (2014): Una Europa sense Gaudí, sense Casals, sense Dalí?; p. 53-59.</ref> Costituisce inoltre il più esteso e popolato dei territori [[lingua catalana|catalanofoni]] noti, anche in virtù di connotazioni politiche, come [[paesi catalani]].
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Il nome "Catalogna", in quanto tale, cominciò a essere utilizzato alla metà del [[XII secolo]] per designare l'insieme di [[contado|contee]] che formavano la [[Marca di Spagna|Marca Ispanica]] e che si erano svincolate, gradualmente, dalla tutela [[Franchi|franca]] fino a divenire sovrane. L'origine della parola "Catalogna" è ancora incerta e aperta a diverse interpretazioni.
* Una teoria afferma che essa significhi "terra di castelli", in riferimento ai numerosi [[castello|castelli]] eretti nell'[[Alto Medioevo]].<ref> La stessa ''Generalitat de Catalunya'' sembra avere avvalorato questa seconda ipotesi nel suo [http://www.gencat.cat/catalunya/cat/historia/historia2.htm sito ufficiale] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080303102843/http://www.gencat.cat/catalunya/cat/historia/historia2.htm |data=3 marzo 2008 }}</ref> In particolare, la parola "catalano" si sarebbe sviluppata da ''castlà'' ([[Castellano (storia)|castellano]], il governatore di un castello).<ref>[http://dialnet.unirioja.es/servlet/fichero_articulo?codigo=1342520&orden=0 Etimología de Cataluña]</ref> Secondo questa teoria, i termini "catalano" e "[[castiglia]]no" sarebbero fondamentalmente omologhi.
* Un'altra teoria suggerisce che la parola derivi da ''Gothland'', la "terra dei [[Goti]]", in riferimento alle popolazioni [[Visigoti|visigote]] che si stabilirono in quest'area nell'[[Alto Medioevo]]. Di fatto, i Franchi spesso chiamavano "[[Gotia]]" il territorio catalano (o addirittura tutta la [[penisola iberica]]). Addirittura vi fu chi propose di trovare un'[[etimologia]] del nome Catalogna a partire da una falsa parola [[lingua latina|latina]] ''Gothalaunia'', in cui sarebbero riconoscibili i nomi di due delle etnie che si succedettero nella zona, gli [[Alani]] e, appunto, i Goti. Tuttavia che si tratti di una [[paraetimologia]] lo dimostrano gli studi specialistici riguardanti l'espressione in [[lingua gotica]] ''Landahlauts'' ('lotti<ref>Non a caso da tale parola proviene il sostantivo italiano "lotto".</ref> terrieri', cioè i "[[feudo|feudi]]" attribuiti a discrezione dal sovrano visigoto ai suoi nobili).<ref>Heinz Halm, "al-Andalus und Gothica Sors", in: ''Die Welt des Orients'', 66 (1989), pp. 252 e sgg.</ref> Gli [[Arabi]] avrebbero aggiunto al termine che avevano ascoltato il loro articolo determinativo "al" all'aggettivo dell'espressione "bilād al-landahlautsiyya" (paese dei feudi gotici) che si semplificò rapidamente in "bilād al-andalusiyya", dando infine origine al [[toponimo]] "al-Andalus".
* L'arabista catalano [[Juan Vernet Ginés|Joan Vernet]] identificò come primo possibile testimone del nome della Catalogna il cronista e geografo musulmano [[al-'Udrī]], che nella sua opera ''Tarsi al-akhbār'' parla di ''Qa Talunya'', contrazione di ''Qal'at Talunya'' ("il castello di Talunya", una località situata a metà strada da [[Lleida]] a [[Huesca]], nei pressi dell'attuale [[Monzón (Spagna)|Monzón]]). Secondo questa ipotesi, gli [[arabi]] avrebbero designato gli abitanti della Marca Ispanica come «quelli che vivono al di là di Qa Talunya». L'origine araba, forse a partire da un toponimo [[Iberi|ibero]], potrebbe spiegare la mancanza di corrispondenza esatta tra il gentilizio ''català'' e il toponimo ''Catalunya''.<ref>Miquel Coll i Alentorn, ''Textos i Estudis de Cultura Catalana: Història'', Barcelona, Curial, 1992. P. 185.</ref>
* Altre teorie suggeriscono che la parola provenga da un mitico principe [[Alemanni|alemanno]], [[Otgero Cataló]], oppure dalla parola [[Lacetani]], il nome di una tribù che abitava le terre che oggi sono il [[Vallès Occidental]]e e l'[[Vallès Oriental|Orientale]] e il [[Barcelonès]], che per una [[metatesi (linguistica)|metatesi]] abbastanza frequente nelle [[lingue romanze]] si sarebbe evoluta in ''katelani'' e da qui a ''catalans''.<ref>{{cita web|url=http://www.racocatala.cat/forums/fil/61606/misteri-de-paraula-catalunya|titolo=El Misteri de la Paraula Cathalunya}}</ref>
Il [[Principato di Catalogna]] (in catalano: ''Principat de Catalunya'') è un termine giuridico che apparve soltanto nel [[XIV secolo]] per indicare
Il nome ufficiale
== Catalogna e Paesi catalani ==
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[[File:Cortes Catalanas.jpg|miniatura|Miniatura all'incirca del [[XV secolo]] delle [[Corti catalane]]]]
[[File:Els segadors.jpg|miniatura|Corpus di sangue (1640)]]
Abitata fin dal [[Paleolitico]], la Catalogna fu occupata da colonie
La Catalogna fu occupata dai [[Franchi]] e fu durante la dominazione [[carolingia]] che si sviluppò una cultura catalana, sotto l'egemonia della [[Contea di Barcellona]], di fatto indipendente dal X secolo. Con il matrimonio tra [[Raimondo Berengario IV di Barcellona]] e [[Petronilla di Aragona]] la contea di Barcellona si unì dinasticamente al [[Regno di Aragona]], per cui la Catalogna divenne la base navale della [[Corona d'Aragona]], mentre la Contea di Barcellona e le altre contee catalane adottarono un'entità politica comune conosciuta come [[Principato di Catalogna]], che sviluppò un sistema istituzionale ([[Corts Catalanes|Corts]], Costituzioni, [[Generalitat]]) che limitava il potere reale. L'espansione della Corona d'Aragona raggiunse il suo massimo tra il XIII e il XIV, quando divenne uno degli stati più potenti d'Europa estendendo il suo dominio fino alle isole italiane.
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Il secondo quarto del XIV secolo vide cambiamenti cruciali per la Catalogna, segnati da una successione di catastrofi naturali, crisi demografiche, stagnazione e declino dell'economia catalana e l'aumento delle tensioni sociali.
Attraverso matrimoni, il principato di Catalogna si unificò alla Corona d'Aragona e poi a quella di [[Regno di Castiglia e León|Castiglia]].<ref name="ReferenceB"/> La Spagna cominciò la politica coloniale con la [[scoperta dell'America]] e il potere politico si spostò verso la Castiglia. Le tensioni tra le istituzioni catalane e la monarchia, insieme alla crisi economica e alle rivolte dei contadini
Nel corso del XVIII secolo, la Catalogna sperimentò una crescita economica significativa, aiutata alla fine del secolo dalla fine del commercio monopolistico tra Castiglia e colonie americane. L'[[Guerre napoleoniche|occupazione napoleonica]], come in buona parte d'Europa, portò un periodo turbolento, sia dal punto di vista politico
Fino alla [[Seconda Repubblica spagnola]], la Catalogna recuperò e riperse vari gradi di autonomia dal potere centrale, tra cui il recupero dell'uso ufficiale della sua lingua. La [[Guerra civile spagnola|guerra civile]] del 1936-1939, che portò alla fine della Repubblica e all'avvento di [[Francisco Franco]], cancellò nuovamente l'autonomia della Catalogna, al punto che il catalano fu dichiarato illegale. Dopo la morte di Franco, la Catalogna votò favorevolmente per la nuova Costituzione e divenne una delle Comunità Autonome all'interno della Spagna.<ref name=":0" />
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{{Vedi anche|Indipendentismo catalano}}
[[File:2012 Catalan independence protest (75).JPG|miniatura|Proteste indipendentiste nel 2012]]
Dalla fine del XIX secolo si è organizzato un movimento politico di autodeterminazione catalano, inizialmente rivendicando una semplice autonomia per la regione per poi passare ad una più radicale posizione indipendentista.<ref>
Un tentativo di proclamazione della [[Repubblica Catalana]] indipendente ebbe luogo negli [[anni venti]], ma fu prontamente stroncato dal regime di destra condotto dal dittatore spagnolo [[Miguel Primo de Rivera]]. Alla caduta della monarchia nel [[1931]], anche se vi fu un notevole indebolimento del potere centrale le manifestazioni furono pressoché nulle, si osservò infatti un riavvicinamento al governo nazionale. Durante la [[guerra civile spagnola|guerra civile]], la Catalogna sostenne fino allo sfinimento le forze repubblicane, per paura di un altro regime totalitario. La sconfitta fu pesantissima, con
Uscita nel [[1975]] dalla dittatura, la Catalogna attuò una politica di forte collaborazione con il governo per poter cogliere ogni occasione di ripresa dopo il franchismo: per oltre trent'anni non si parlò quasi più di indipendenza. Nei primi [[anni 2000]] risorsero alcuni partiti indipendentisti che crebbero sempre di più, arrivando a conquistare la maggioranza assoluta dei seggi regionali nel [[2015]], ma non dei voti<ref>{{Cita news|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/27/elezioni-catalogna-exit-poll-vittoria-degli-indipendentisti-hanno-maggioranza-assoluta/2073269/|titolo=Elezioni Catalogna 2015, i risultati: vittoria degli Indipendentisti: hanno la maggioranza dei seggi, ma non dei voti - Il Fatto Quotidiano|pubblicazione=Il Fatto Quotidiano|data=27 settembre 2015|accesso=1º ottobre 2017}}</ref>. Nel novembre del [[2014]] si è poi tenuta una "consultazione non referendaria" sull'indipendenza della Catalogna. A tale consultazione, patrocinata dal governo regionale catalano, non è stata riconosciuta alcuna validità dal governo centrale spagnolo, forte della [[Costituzione della Spagna|Costituzione]] del [[1978]] che ribadisce l'unità ed indivisibilità della Spagna. Il risultato della consultazione
Il 1º ottobre [[2017]] si è tenuto un [[Referendum sull'indipendenza della Catalogna del 2017|referendum per l'indipendenza]], preventivamente dichiarato illegale con sentenza unanime dalla Corte Costituzionale spagnola<ref>{{cita news|url=http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2017/09/20/referendum-catalogna-i-no-di-costituzione-e-corte-suprema_43602433-080c-4404-a3e2-5ee857a089f7.html|titolo=Catalogna, i 'no' di Costituzione e Corte Suprema al referendum per l'indipendenza|data=20 settembre 2017|pubblicazione=[[ANSA]]}}</ref> e come tale non è stato riconosciuto dal [[Governo della Spagna|Governo centrale]], che ha ordinato l'intervento delle forze di polizia per impedirne lo svolgimento<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/esteri/2017/10/01/news/ore_di_attesa_e_tensione_a_barcellona_i_poliziotti_lasciano_il_porto_verso_i_seggi-177000380/|titolo=Catalogna, il giorno del voto. La polizia nazionale sgombera i seggi, cariche e violenza|pubblicazione=Repubblica.it|data=1º ottobre 2017|accesso=1º ottobre 2017}}</ref>. Con un'affluenza di circa il 43%, il "sì" ha ottenuto oltre il 90% dei voti (
Il 21 dicembre 2017, in seguito alle elezioni regionali per il [[Parlamento della Catalogna|Parlamento catalano]], l'insieme dei partiti indipendentisti
Il 14 febbraio 2021, nelle elezioni anticipate per il Parlamento regionale, l'insieme dei partiti indipendentisti raggiunge nella storia spagnola post-franchista il maggior numero di seggi in parlamento (74 su 135) e di voti in percentuale ({{formatnum:50.9}}%), arrivando per la prima volta alla maggioranza assoluta dei votanti<ref name="Resultados Elecciones Cataluña 2021 | EL PAÍS" />.
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== Economia ==
La Catalogna è un territorio di tradizione industriale fin dal
Il [[tasso di disoccupazione]] in Catalogna, alla fine del [[2014]], era del 19,9%: 20,2 negli uomini e 19,6 nelle donne.
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L'alloggio è la più grande ragione di [[indebitamento]] dei catalani. A questo proposito, va notato che la Catalogna è, dopo Madrid, la seconda comunità della Spagna dove i prezzi delle case sono più elevati: sono pagati in media {{formatnum:3397}} euro al [[Metro quadrato|metro quadro]], secondo la società di valutazione al 31 dicembre 2005. Per le città, tuttavia, Barcellona è la città più cara della Spagna, con un prezzo medio di {{formatnum:3700}} euro al metro quadrato.
Dal punto di vista finanziario, vale la pena ricordare il grande impianto e la tradizione delle casse di risparmio in Catalogna, ancora più grandi delle banche private.
La [[Borsa di Barcellona]], che nel 2014 ha negoziato quasi {{formatnum:212825}} milioni di euro, è la seconda più importante in Spagna dopo la [[Borsa di Madrid]].
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Da parte sua, la [[Fira de Barcelona|Fiera di Barcellona]] organizza tutti i tipi di mostre e congressi internazionali in vari settori dell'[[economia]].
La Catalogna è considerata uno dei "[[quattro motori dell'Europa]]" insieme a [[Baden-Württemberg]], [[Lombardia]] e [[Alvernia-Rodano-Alpi]]. Il [[PIL pro capite]] a prezzi di mercato della Catalogna nel 2009, era di {{formatnum:26500}} €/abitante, superiore a quello della [[Spagna]] ({{formatnum:22800}} €/abitante).<ref>[http://appsso.eurostat.ec.europa.eu/nui/show.do?dataset=nama_r_e2gdp&lang=en Tabella per gli anni 2000-2009] dal sito di [[Eurostat]]. L'agenzia europea di statistica non ha ancora fornito dati ufficiali per gli anni più recenti.</ref><ref>
== Arte ==
=== Architettura ===
[[File:
Dal punto di vista [[arte|artistico]] la Catalogna seguì uno sviluppo diverso da quello della Spagna, visto che scarsa fu la presenza sia dell'arte [[visigoti|visigota]], limitata pressoché alla struttura di [[Terrassa]] ([[V secolo|V]]-[[VII secolo]]), sia di quella [[arte araba|mozarabica]], ristretta a poche [[Chiesa (architettura)|chiese]] a [[pianta (architettura)|pianta]] [[Basilica (architettura cristiana)|basilicale]] ben rappresentate da quelle di [[Boada]] e [[Olèrdola]] ([[X secolo|X]]-[[XI secolo]]).<ref name="M">''Le muse'', De Agostini, Novara, 1965, Vol. III, pagg. 154-156</ref>
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== Letteratura ==
La [[letteratura]] in [[lingua catalana]] ebbe due periodi di fioritura: il primo coincise con la carriera di [[Ramon Llull]] ([[1235]]-[[1315]]) ai tempi della poesia trobadorica. Llull scrisse trattati [[filosofia|filosofici]], di [[mistica]], composizione [[elegia]]che e [[romanzo|romanzi]] allegorici.<ref name="U">''Universo, De Agostini, Novara, Vol. III, pag.188''</ref> Il secondo momento rigoglioso corrispose alle opere del cosiddetto [[Petrarca]] catalano, ossia [[Ausiàs March]] ([[1397]]-[[1459]]), che influenzò notevolmente anche il [[Rinascimento]] castigliano. La decadenza politica catalana unita alla espansione della cultura castigliana provocò quasi tre secoli di aridità letteraria, che solo verso la fine del [[Settecento]] venne interrotta dalla rinascenza catalana. Nell'[[Ottocento]] si annoverarono l{{'}}''Ode alla Patria'' scritta nel [[1833]] da [[Bonaventura Carlos Aribau|Bonaventura Carles Aribau]] ([[1798]]-[[1862]]) e le liriche di [[Rubió i Ors]] ([[1818]]-[[1899]]) che diedero l'inizio al [[Romanticismo]] catalano.
La letteratura catalana moderna si sviluppò sulla scia del [[Naturalismo (letteratura)|naturalismo]] europeo, contribuendo con [[Joan Maragall]] ([[1860]]-[[1911]]) anche al rinnovamento della lingua catalana. Dopo le tendenze [[Simbolismo|simboliste]], [[Parnassianesimo|parnassiane]] l'evoluzione della letteratura autonoma catalana subì una brusca frenata a causa della dittatura franchista che proibì l'uso della stessa lingua catalana. Quindi una seconda rinascenza si ebbe solo verso gli anni Sessanta, quando vennero concesse maggiori libertà espressive ai catalani.<ref name="U" />
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=== Tradizioni e folclore ===
[[File:3d10 fm de vilafranca.jpg|miniatura|[[Castell]], [[Vilafranca del Penedès]]]][[File:Catalan folk costume.jpg|miniatura|destra|Costume tipico dell'area catalana con il caratteristico berretto rosso]]
I festival e le tradizioni della Catalogna uniscono la società catalana, e aiutano a darle il suo carattere particolare. Tra gli eventi più impressionanti troviamo i ''[[correfocs]]'', nei quali i "[[diavolo|diavoli]]" giocano con il [[fuoco]] e con la gente. Questi diavoli non sono l'incarnazione del male; sono vivaci e festosi, ballano al suono dei [[Tamburello (strumento musicale)|tamburelli]] e del tradizionale [[oboe]], mentre preparano i loro [[fuoco d'artificio|fuochi d'artificio]].
Ma forse le più spettacolari delle feste catalane sono quelle dei ''[[Castell|colles castelleres]]'', gruppi di entusiasti che formano impressionanti torri umane (fino a undici strati). Questa è una vecchia tradizione della regione di Tarragona, che si è ora diffusa in molte parti della Catalogna, ed è diventata un vero spettacolo, o sport, che attrae migliaia di catalani. Tra le altre feste importanti citiamo il carnevale di [[Vilanova i la Geltrú]] e il ''Patum'' di [[Berga (Barcellona)|Berga]].
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Come in altri contesti esiste la tradizione di [[Babbo Natale]], in Catalogna è molto popolare la figura di [[Tió de Nadal]], mentre in un angolo riposto del [[presepe]] trova posto il caratteristico ''[[caganer]]''.
L'[[inno nazionale]] della Catalogna è
La [[Diada Nacional de Catalunya|Festa nazionale]]<ref>Nel suo statuto di autonomia la Catalogna si definisce una ''nazionalità''</ref> è l'11 settembre, data della sconfitta (nel 1714) e resa di [[Barcellona]] all'esercito franco-castigliano di Filippo V di Spagna.
== Politica ==
[[File:
La regione gode di un'[[autonomia (politica)|autonomia]] abbastanza estesa nell'ambito dello Stato Spagnolo: per esempio, ha la sua forza di polizia ([[Mossos d'Esquadra]]), che coesiste con la [[Guardia Civil]] e la [[Cuerpo Nacional de Policía|Policía Nacional]], dirette dal governo centrale. L'autonomia della ''nazionalità'' catalana è stata rafforzata con il nuovo [[Statuto (diritto)|Statuto]] approvato in referendum dai catalani il 18 giugno [[2006]] e entrato in vigore il 9 agosto [[2006]]. Questo nuovo Statuto, che andava a sostituire quello anteriore in vigore dal [[1979]], ha subito successivamente nel 2010 delle sostanziali modifiche da parte del Tribunale costituzionale spagnolo su iniziativa del Partito Popolare guidato da [[Mariano Rajoy|Rajoy]] che vedeva nel nuovo statuto una minaccia all'unità del regno di Spagna<ref name="rainews.it">{{Cita news|url=http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Spagna-le-tappe-della-sfida-indipendentista-catalana-224e1333-0535-4cb3-ad91-899017312303.html?refresh_ce|titolo=Spagna: le tappe della sfida indipendentista catalana|pubblicazione=rainews|accesso=19 novembre 2017}}</ref>. Il Tribunale Costituzionale spagnolo dichiarò l'incostituzionalità di diversi articoli del nuovo statuto, tra cui quello in cui la Catalogna veniva definita una “nazione” e negando l'uso della lingua catalana come prima lingua nelle amministrazioni catalane e sui mezzi di comunicazione<ref name="rainews.it"/> dando avvio ai movimenti indipendentisti degli anni successivi.<ref name=":1">{{Cita news|url=https://24ilmagazine.ilsole24ore.com/2017/10/la-catalunya-repubblica-regione-sospesa/?refresh_ce=1|titolo=La Catalunya è una Repubblica o una regione sospesa?|pubblicazione=IL Magazine|data=27 ottobre 2017|accesso=1º ottobre 2018|dataarchivio=4 agosto 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200804091019/https://24ilmagazine.ilsole24ore.com/2017/10/la-catalunya-repubblica-regione-sospesa/?refresh_ce=1|urlmorto=sì}}</ref>
[[File:Palau de la Generalitat de Catalunya 1.jpg|miniatura|[[Palau de la Generalitat de Catalunya|Palazzo della Generalitat de Catalunya]], Barcellona. Sede del governo e della presidenza della Catalogna]]
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Una particolarità della situazione politica in Catalogna è il fatto che - tra gli anni Cinquanta e gli anni Novanta del XX secolo - il capoluogo Barcellona, attraendo immigrati dall'[[Andalusia]] prima e dall'[[America Latina]] poi, divenne rapidamente una città con maggioranza di lingua spagnola, soprattutto nelle zone abitate dalla classe operaia. Le regioni rurali, invece, così come gran parte della borghesia e degli intellettuali, sono rimasti solidamente di lingua catalana. Il Partito Socialista Catalano divenne così il partito di coloro che non credevano di ricevere benefici dal predominio di una classe media nazionalista catalana su Barcellona.{{Senza fonte}} La proposta politica socialista, comunque, ha cominciato ad attraversare un momento di crisi anche in Catalogna negli ultimi anni (2010-2012), e ciò ha coinciso con un certo spostamento dei voto degli spagnoli non catalani in Catalogna (ormai anche molti pensionati) verso la destra nazionalista spagnola e anticatalana del Partito Popolare.{{Senza fonte}}
Alle elezioni regionali tenutesi il 16 novembre [[2003]], nelle quali Jordi Pujol rinunciò a candidarsi, i partiti coalizzati della sinistra sconfissero CiU per la prima volta, e [[Pasqual Maragall i Mira]] divenne Presidente della [[Generalitat de Catalunya|Generalitat]]. I Socialisti di Maragall, comunque, persero dei seggi: il grande vincitore fu la ERC, fermo sostenitore di una piena indipendenza catalana, e i Verdi. Mentre il PSC mantenne il posto di Presidente della Generalitat (Maragall), l'ERC nominò il "conseller primer" (primo consigliere), Bargalló. Il governo di Maragall fu quindi una scomoda alleanza tra PSC ed ERC, poiché l'ERC favoriva politiche più di sinistra e il progresso verso l'indipendenza catalana, in contrapposizione con le idee politiche del PSC, il governo cadde con un anno di anticipo per divergenze tra socialisti e repubblicani sulla forma del nuovo Statuto autonomo.<ref name=":2">{{Cita news|url=
Le elezioni si tennero di nuovo a fine [[2006]] (1º novembre). Questo appuntamento vide un'astensione record: poco più del 56% dei catalani si recò alle urne. I risultati premiarono con una lieve crescita CiU, diventato primo partito (31,5%) con 11 seggi in più del PSC; i socialisti a loro volta non riuscirono a invertire il decennale trend negativo che li vedeva perdere l'11% dei voti dal 1999 - in termini assoluti ben {{formatnum:400000}} suffragi. Nelle ore immediatamente successive al voto era [[Artur Mas]], leader del partito vincitore CiU, la persona che tutti accreditavano come nuovo presidente della Generalitat, ma fu [[José Montilla]], capo del PSC, a ottenere l'incarico. Anche se sconfitti i socialisti infatti riuscirono a costruire una nuova alleanza con le forze di sinistra di ERC (in leggera flessione rispetto al 2003) e ICV-EUiA (un partito al contrario in ottima salute). PSC, ERC e ICV-EUiA insieme infatti raccoglievano 70 seggi, e avevano la maggioranza assoluta al ''Parlament'' per tre voti. CiU reagì annunciando il ritiro di ogni appoggio al governo nazionale socialista di Zapatero, e votando contro la fiducia a Montilla insieme ai popolari e al movimento ''Ciutadans-Partit de la Ciutadania''. Il nuovo governo della Generalitat iniziò la sua attività il 25 novembre sulla base della promessa di Montilla di "dare priorità alle politiche sociali rispetto a quelle identitarie".<ref name=":2" />
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=== Partiti ===
Elenco dei partiti che fanno o hanno fatto parte del [[Parlamento della Catalogna]]:
** [[Convergenza Democratica di Catalogna]] (Convergència Democràtica de Catalunya, CDC)▼
* [[Partito dei Socialisti di Catalogna]] - (Partit dels Socialistes de Catalunya, PSC-PSOE)
* [[Junts per Catalunya (partito politico)]] (Junts per Catalunya, JxCat)
▲
* [[Partito Popolare (Spagna)|Partito Popolare]] (Partit Popular, PP)
* [[Iniziativa per la Catalogna Verdi]] (Iniciativa per Catalunya Verds) e [[Sinistra Unita e Alternativa]] (Esquerra Unida i Alternativa)
* [[Candidatura di Unità Popolare]] (Candidatura d'Unitat Popular)
* [[Podemos]] (Catalunya Sì Que Es Pot)
== Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO in Catalogna ==
* [[Opere di Antoni Gaudí]]
* [[Chiese romaniche catalane della Vall de Boí]], [[La Vall de Boí]]▼
* [[Monastero di Santa Maria di Poblet]], [[Vimbodí i Poblet]]
*
* [[Palau de la Música Catalana]] e [[Hospital de la Santa Creu i Sant Pau]], [[Barcellona]]▼
* [[Pitture rupestri del bacino del Mediterraneo nella penisola iberica|Arte rupestre del bacino del Mediterraneo nella penisola iberica]].
▲* [[Hospital de la Santa Creu i Sant Pau]], Barcellona
== Amministrazione ==
Il governo, o Giunta, è l'organo esecutivo della Comunità autonoma (diretto da un [[Presidente della Generalitat de Catalunya|Presidente]]), mentre un [[Parlamento della Catalogna|parlamento autonomo]] legifera nelle materie trasferite dal governo centrale a quello regionale.
=== Suddivisioni amministrative ===▼
▲=== Suddivisioni amministrative ===
La Catalogna è divisa in quattro province ([[Provincia di Barcellona|Barcelona]], [[Provincia di Gerona|Gerona]], [[Provincia di Lleida|Lleida]] e [[Provincia di Tarragona|Tarragona]]); le stesse sono suddivise rispettivamente in 11, 8, 12 e 10 [[Comarche della Catalogna|comarche]].
=== Gemellaggi ===
* {{Bandiera|MEX}} {{Bandiera|Nuevo León}} [[Nuevo León]], [[Messico]]<ref>{{Cita web|url= http://www.info7.com.mx/a/noticia/56275 |titolo=Firman acuerdo de colaboración gobierno de NL y Cataluña, España | Info7 | Nuevo León |editore=Info7 |accesso=13 settembre 2013}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://info7.mx/a/noticia/56329 |titolo=Firman NL y Cataluña intercambio estratégico | Info7 | Nuevo León |editore=Info7.mx |accesso=13 settembre 2013}}</ref><ref>{{Cita web|autore=José Lebeña Acebo |url= http://www.publimetro.com.mx/noticias/video-nuevo-leon-y-cataluna-tierras-hermanas/mler!BroAapUDlwndo/ |titolo=VIDEO: Nuevo León y Cataluña, ¿tierras hermanas? – Publimetro |editore=Publimetro.com.mx |accesso=13 settembre 2013}}</ref>
* {{Bandiera|USA}} {{Bandiera|California}} [[California]], [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]<ref>{{Cita web|url=http://soir.senate.ca.gov/scr71|titolo=Senate Concurrent Resolution No. 71 {{!}} Senate Office of International Relations|sito=soir.senate.ca.gov|accesso=13 settembre 2016}}</ref>
* {{Bandiera|CAN}} {{Bandiera|Quebec}} [[Québec (provincia)|Quebec]], [[Canada]]
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