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| Didascalia = Il centro LOFAR ("superterp") vicino [[Exloo]], Paesi Bassi
| Organizzazione = ASTRON
| Stato = NLD
| Locazione =
| Fondazione = 2006-2012
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}}
 
'''LOFAR''' (Low Frequency Array) è un grande [[radiotelescopio]] europeo situato nei [[Paesi Bassi]], completato nel 2012 e gestito da [[ASTRON]], l'Istituto olandese per la [[radioastronomia]] e la ricerca scientifica dei Paesi Bassi, e dai suoi collaboratori internazionali.
 
LOFAR consta di una rete di 51 [[Antenna omnidirezionale|antenne omnidirezionali]] con lo scopo di studiare alcune delle frequenze più basse osservabili dalla Terra<ref>{{Cita web|url=http://www.esa.int/Our_Activities/Navigation/Radio_astronomers_focus_on_ionosphere_for_sharper_satellite_navigation|titolo=Radio astronomers focus on ionosphere for sharper satellite navigation|sito=esa.int|data=13 aprile 2018|lingua=en}}</ref>, in cui i segnali provenienti dalle singole antenne separate non sono combinati in tempo reale, come avviene nella maggior parte delle [[Rete di telecomunicazioni|reti riceventi]]. I segnali elettronici provenienti dalle singole antenne sono digitalizzati, trasportati ad un elaboratore centrale e combinati mediante software per emulare un'antenna convenzionale. Il progetto si basa su una rete [[Interferometro|interferometrica]] di radiotelescopi che utilizza circa 20.000 piccole antenne concentrate in una cinquantina di stazioni distribuite nei Paesi Bassi, [[Germania]], [[Gran Bretagna]], [[Francia]] e [[Svezia]] e finanziate dai rispettivi paesi. L'[[Italia]], con l'[[istituto nazionale di astrofisica]], ha aderito al progetto nel 2018 con la collaborazione della stazione situata presso l'[[Stazione radioastronomica di Medicina|osservatorio di Medicina]], Bologna.<ref>{{Cita web|url=http://www.media.inaf.it/wp-content/uploads/2018/04/l-italia-fa-ancor-piu-grande-lofar.pdf|titolo=L'Italia fa ancor più grande LOFAR|sito=media.inaf.it|data=16 aprile 2018|formato=pdf}}</ref> Ulteriori stazioni possono essere collocate in altri paesi europei. La superficie totale di raccolta utile è di circa 300000 metri quadrati, a seconda della frequenza operativa e della configurazione delle antenne.<ref>{{Cita web|url=http://www.astron.nl/radio-observatory/astronomers/technical-information/lofar-technical-information|titolo=ASTRON: specifiche tecniche|lingua=en|accesso=8 ottobre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171010211516/http://www.astron.nl/radio-observatory/astronomers/technical-information/lofar-technical-information|dataarchivio=10 ottobre 2017|urlmorto=sì}}</ref> Il trattamento dei dati viene eseguito da un [[supercomputer]] [[Blue Gene#Blue Gene.2FP|Blue Gene / P]] situato presso l'[[Università di Groninga|università di Groningen]], Paesi Bassi. LOFAR è anche un precursore della tecnologia utilizzata nello sviluppo dello [[Square Kilometre Array]].
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LOFAR è stato concepito per condurre ad una svolta migliorativa nella sensibilità per le [[Astronomia osservativa|osservazioni astronomiche]] a [[Radiofrequenza|frequenze radio]] inferiori a 250 [[Hertz|MHz]].
 
La radio [[interferometria]] astronomica consiste solitamente in reti di dischi paraboloidi (quali l'[[One-Mile Telescope]] o il [[Very Large Array]]), reti di antenne monodimensionali (come il [[Molonglo Observatory Synthesis Telescope|Molonglo]]) o matrici bidimensionali di antenne omnidirezionali ([[Interplanetary Scintillation Array|IPS]]). LOFAR combina aspetti di molti di questi telescopi; in particolare, esso utilizza [[Antenna a dipolo|antenne a dipolo]] omnidirezionali come elementi di una [[Phased array|rete in fase]] di stazioni singole e combina tali reti ''fasate'' utilizzando la tecnica di [[sintesi d'apertura]] sviluppata nel 1950.
 
La progettazione di LOFAR si è concentrata sull'utilizzo di un gran numero di antenne relativamente a buon mercato senza parti mobili, concentrate nelle stazioni, effettuando la [[Mappatura UV|mappatura]] mediante la ''sintesi di apertura'' in modalità software. La [[Antenna direzionale|direzione di osservazione]] ("beam") delle stazioni viene scelta elettronicamente mediante [[Fase (segnali)|sfasamenti]] tra le antenne. LOFAR può osservare in più direzioni contemporaneamente, purché la velocità dei dati aggregati rimanga sotto il limite di trasferimento. Questo principio permette un funzionamento multi-utente.
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=== Fenomeni transitori a onde radio e pulsar ===
L'utilizzo di antenne omnidirezionali a basse frequenze, il trasporto dei dati ad alta velocità e la potenza di calcolo di LOFAR consentono traguardi mai raggiunti nel monitoraggio del cielo tramite radioonde. È possibile mappare in onde radio tutto il cielo visibile dai Paesi Bassi (corrispondente al 60% della volta celeste) per singola notte. [[Evento astronomico transiente|Eventi transitori]] ad onde radio possono venire localizzati automaticamente con precisione per compararli successivamente con indagini in altre [[Lunghezza d'onda|lunghezze d'onda]] ([[raggi gamma]], [[Telescopio ottico|osservatori ottici]], [[raggi X]]). Inoltre, LOFAR approfondirà lo studio delle radio pulsar a basse frequenze cercando di rilevare segnali [[Lampo gamma|burst]] provenienti da [[Stella di neutroni|stelle di neutroni]] in rapida rotazione in lontane galassie.
 
=== Raggi cosmici ad altissima energia ===
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Il Sole è una sorgente radio intensa. Le forti radiazioni termiche della [[corona solare]] si sovrappongono agli intensi lampi radio associati ai fenomeni dell'attività solare, come [[Brillamento|brillamenti]] (''flares'') ed [[Espulsione di massa coronale|espulsioni di massa coronale]] (CME). LOFAR è uno strumento ideale per gli studi sulle CME dirette verso lo spazio interplanetario. Le possibilità di visualizzazione (''imaging'') di LOFAR consentono di studiare le probabilità di impatto delle CME con la Terra.
 
La flessibilità di LOFAR consente di effettuare rapidamente osservazioni in [[Follow-up (astronomia)|follow-up]] a seguito di brillamenti solari. LOFAR può effettuare campagne osservative congiunte con altri osservatori spaziali e a terra, quali [[RHESSI]], [[Hinode]], il [[Solar Dynamics Observatory]] (SDO), l'[[Advanced Technology Solar Telescope]] (DKIST) ed il [[Solar Orbiter]].
 
== Ricerca e risultati scientifici ==