Everest: differenze tra le versioni

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{{nd}}
{{nd}}{{F|montagne|ottobre 2022|arg2=}}sono adam{{Montagna
{{F|montagne del Nepal|arg2=montagne della Cina|ottobre 2022}}
{{Montagna
|nomemontagna = Everest
|immagine = Mt. Everest North Face towardfrom BaseGokyo CampRi TibetNovember Luca5, Galuzzi2012 2006Cropped.jpg
|image_text = Il monte Everest,La parete sud-ovest dell'Everest (lato nepalese) e al centro la cresta ovest che la separa dalla parete nord in ombra
|sigla_paese = NPL
|sigla_paese_2 = CHN
|isolamento = n/a<ref group=N>Essendo la vetta del monte Everest il rilievo più alto del mondo sul livello del mare non ha senso, nel suo caso, di parlare d'isolamento topografico in quanto non esiste alcun rilievo alla sua stessa altitudine.</ref>
|catenamontuosa = [[Himalaya]]
|altrinomi = ''Chomolungma'' (tibetano, "madre dell'universo")<br />''珠穆朗瑪峰'' ''Zhūmùlǎngmǎ Fēng'' (cinese)<br />''सगरमाथा'' ''Sagaramāthā'' (nepalese, "Dio del cielo")
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|alpinistaprimasalita = [[Edmund Hillary]] e [[Tenzing Norgay]]
}}
Il '''monte Everest''' è la [[vetta]] più alta del continente [[asia]]tico e della [[Terra]] con la sua [[altitudine]]altezza di {{Mm|8848,86 |ul=m slm}}<ref>{{en}} {{citaCita web|lingua=en|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/south_asia/8608913.stm|data=8-4-2010|accesso=2-6-2020|titolo=Nepal and China agree on Mount Everest's height}}</ref>. Assieme ad altri [[ottomila|"ottomila"]] è situato nella [[catena montuosa|catena]] dell'[[Himalaya]], al confine fra [[Cina]]Nepal e [[Nepal]]Cina, e rientra nelle cosiddette [[Seven Summits|Sette vette]] del pianeta.
 
L'Everest attrae molti scalatori da tutto il mondo, inclusi alpinisti di grande esperienza. Alla cima si ascende per due principali vie di arrampicata: una che si avvicina alla vetta [[Via per la Cresta Sud-Est dell'Everest|da sud-est in Nepal]] (conosciuta come "[[Via normale|via standard]]") e l'altra da nord in [[Tibet]].
 
Pur non ponendo sostanziali sfide tecniche di arrampicata sulla via standard, l'Everest presenta pericoli come il [[mal di montagna]], condizioni meteorologiche estreme e vento, nonché insidie come [[AvalancheValanga|valanghe]] e le [[cascate Khumbu]].<ref>{{Cita pubblicazione|data=1º dicembre 2019|titolo=Climbers of Mount Everest|rivista=Who's Who|editore=Oxford University Press|accesso=3 luglio 2022|url=http://dx.doi.org/10.1093/ww/9780199540884.013.90004}}</ref> Molti corpi degli alpinisti che muoiono durante la salita rimangono sulla montagna.<ref>{{cita news|url=http://www.bbc.com/future/story/20151008-the-graveyard-in-the-clouds-everests-200-dead-bodies|opera=BBC Future|titolo=La morte tra le nuvole: il problema con gli oltre 200 corpi dell'Everest|autore=Nuwer, Rachel}}</ref>
 
== Toponimo ==
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Nel [[1852]] venne chiamato "Cima XV".
 
Il nome comunemente usato oggi fu introdotto nel [[1865]] dall'inglese [[Andrew Scott Waugh|Andrew Waugh]], topografo generale dell'India, in onore del suo predecessore sirSir [[George Everest]], che al servizio della [[Corona Britannica|corona britannica]] lavorò per molti anni come supervisore dei geografi britannici in India.
 
== Descrizione orografica ==
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* La parete est (cinese) si affaccia sul [[ghiacciaio Kangshung]].
* La parete sud-ovest (nepalese) si affaccia sul [[ghiacciaio Khumbu]].
* La cresta nord-est: divide le pareti nord ed est e inizia dal passo di Rapiu La {{TA|(6 548 m).}} A metà cresta si diparte la cresta nord che procede verso settentrione fino al [[Colle Nord]] {{TA|(7 066 m)}} che la congiunge al [[Changtse]] {{TA|(7 543 m).}} La cresta nord divide così il ghiacciaio Rongbuk in una parte orientale e in una occidentale.
 
* La cresta nord-est:divide le pareti nord ed est e inizia dal passo di Rapiu La {{TA|(6 548 m).}} A metà cresta si diparte la cresta nord che procede verso settentrione fino al [[Colle Nord]] {{TA|(7 066 m)}} che la congiunge al [[Changtse]] {{TA|(7 543 m).}} La cresta nord divide così il ghiacciaio Rongbuk in una parte orientale e in una occidentale.
* La cresta sud-est divide le pareti sud-ovest ed est e inizia dal [[Colle Sud]] {{TA|(7 906 m)}} che congiunge l'Everest con il [[Lhotse]] {{TA|(8 516 m);}}
* La cresta ovest divide le pareti nord e sud-ovest e inizia dal passo di Lho La {{TA|(6 026 m)}} che congiunge l'Everest con il [[Khumbutse]] {{TA|(6 636 m).}}
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=== Altezza ===
[[File:Everest 3D.gif|miniatura|upright=1.1|Modello [[Tridimensionalità|3D]] dell'Everest]]
La storia della misurazione della quota altimetrica dell'Everest (e di altre grandi montagne dell'[[Himalaya]] e del [[Karakorum]]) parte nel 1816 da un articolo di [[Alexander von Humboldt]] su "''Annales de Chemie et de Physique''", che per primo si interessa dell'altezza delle montagne himalayane.
 
Nel frattempo si era già avviata la ciclopica campagna di misurazioni e livellazioni topografiche che sarebbe durata oltre 60 anni (dal 1802 al 1866), nota con il nome di GTS (''Great Trigonometrical Survey''), effettuata dagli inglesi del Survey of India, che rilevarono (per finalità non solo conoscitive ma anche di controllo dei territori occupati) tutta la penisola indiana fino alle lontane montagne. Nel 1852 un operatore indiano del Survey, Radhanath Sikdar, nel verificare i complessi calcoli sulle osservazioni strumentali eseguite dall’osservatorio nei pressi di Kathmandu, individuò per la prima volta tra le lontane vette dell'Himalaya una cima, che fu denominata Peak XV, come la più elevata e con incredibile precisione per la grande distanza le attribuì la quota di 29.002&nbsp;ft (8.840&nbsp;m). La misura fu ufficializzata nel 1856, e nel 1865 il Peak XV fu intitolato a [[George Everest|G. Everest]], British Surveyor General del GTS dal 1830 al 1843.
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[[File:IMG 2124 Everest.jpg|thumb|upright=1.1|Versante nord cinese dell'Everest]]
 
Nelle misurazioni storiche della quota dell'Everest fino al 1992 erano generalmente impiegati strumenti ottici ([[teodolite]], livello) che, partendo dal livello del mare sulla costa (o meglio da capisaldi fissi realizzati in occasione delle varie campagne di misurazioni), considerata la [[Sfericità della Terra|curvatura della Terra]] e (non sempre) i possibili fenomeni di rifrazione della luce nell'attraversare gli strati d'aria, con la misurazione di distanze e angoli permettevano il calcolo delle quote. Queste misurazioni differivano tra loro, oltre che per la precisione degli strumenti impiegati, anche a seconda del [[mareografo]] di riferimento e della considerazione o meni dei fenomeni di rifrazione. Ai rilievi del Survey of India seguirono le misurazioni del 1904 di S. G. Burrard, sempre del Survey of India (con 8.882 m), di De Graaf Hunter nel 1930 (8.854 ± 5 m), di B.L. Gulatee nel 1952 (29.028 ± 10&nbsp;ft, 8.848 m). Un'importante spedizione cinese nel 1975 confermò un'altezza di 8.848 m (29.029 ± 1 &nbsp;ft, 8.848,13 ± 0,35 m) e per la prima volta fu effettuata una misurazione speditiva dello spessore della neve in cima ({{M|92|ul=cm}}).
 
==== Everest e K2 ====
Nel [[1987]] lo studioso italiano [[Ardito Desio]] rimase incuriosito dalla notizia apparsa l'anno prima, secondo cui lo statunitense George Wallenstein aveva rimisurato l'elevazione del [[K2]] con la nuova tecnologia satellitare, che stava sviluppandosi in quegli anni, e le elaborazioni dell'Università di Washington presumevano una quota compresa tra 29.064 &nbsp;ft (8.859 m) e 29.228 &nbsp;ft (8.909 m), superiore a quella dell'Everest. Organizzò una spedizione per verificare l'altezza di entrambe le montagne, una nel [[Karakorum]], l'altra in [[Himalaya]]. Utilizzando la tecnologia satellitare per le quote dei campi base e la tecnologia ottico-elettronica tradizionale per i rilevamenti delle cime, confermò il primato dell'Everest. Restava però la necessità di verificare con tecniche moderne le quote effettive delle due vette.
 
==== Misurazioni recenti ====
[[File:KhumbuIcefall.jpg|thumb|upright=1.1|[[Cascate Khumbu]]]]
Il livello del mare resta la superficie di riferimento per le misurazioni della quota altimetrica. Tuttavia, osservazioni aeree e terrestri dimostrano che la superficie del mare e la sua estensione teorica sotto le terre emerse vengono influenzate dalla vicinanza di grandi masse rocciose e di diversa densità delle rocce stesse. Viene adottato quindi il [[geoide]], una superficie matematica di riferimento, “perpendicolare in ogni punto alla direzione della verticale, cioè alla direzione della forza di [[gravità]]” che, oltre a essere più costante nel tempo, tiene conto dell'influenza delle masse delle montagne e della distribuzione delle rocce nella crosta terrestre. La superficie del geoide va tuttavia "costruita" in base ai valori e anomalie di gravità e presenta tuttora un dettaglio talvolta insufficiente, soprattutto in certe aree montuose. Perciò il geoide cambia nel tempo e necessita di nuove misurazioni e di aggiornamenti annuali, a causa dei movimenti continui delle masse rocciose della crosta terrestre e della redistribuzione di rocce, ghiacci e acque sulla superficie.
 
Negli anni settanta dagli americani vengono messi in orbita i primi [[satellite artificiale|satelliti]] per scopi militari. Negli anni ottanta si hanno i primi esperimenti di posizionamento geografico per usi civili, che portano gradualmente all'attuale sistema [[GPS]], che utilizza una rete dedicata di satelliti per il posizionamento geografico di un punto della superficie terrestre. Il GPS usa un suo modello matematico dell'andamento del livello del mare sotto le terre emerse che approssima in modo semplificato il geoide e che si chiama [[ellissoide di riferimento]]. Questa superficie teorica, utilizzata per definire la latitudine, longitudine ed elevazione sull'ellissoide di un qualsiasi punto, non considera tuttavia le variazioni locali di densità della crosta terrestre, per cui tra il geoide e l'ellissoide in un dato punto esisterà uno scostamento, definito valore N di "separazione".
[[File:Hillary_Step_near_Everest_top.jpg|thumb|upright=1.1|[[Gradino Hillary|Hillary step]] (prima del crollo del 2015)]]
 
Nel [[1992]] l'alpinista francese [[Benoît Chamoux]], della spedizione scientifica italo-cinese Ev-K2-[[CNR]]/NNSM di [[Agostino Da Polenza]], allievo di [[Ardito Desio]], misura per la prima volta l'altezza dell'Everest anche con il GPS e tenta la verifica dello spessore della neve con una sondina da valanga.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Giorgio Poretti, Roberto Mandler|rivista=MontagnaNews|numero=1|anno=2012|titolo=160 anni di misure|url=http://www.montagna.tv/cms/wp-content/uploads/2012/04/MN-Everest-Ita_-bassa-def.pdf|p=2|accesso=11 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150925105642/http://www.montagna.tv/cms/wp-content/uploads/2012/04/MN-Everest-Ita_-bassa-def.pdf|urlmorto=sì}}</ref> Con un valore N di separazione geoide-ellissoide pari a −25,14&nbsp;m, la quota della cima nevosa elaborata dal professor Giorgio Poretti risulta essere di 8.848,65 ± 0,35&nbsp;m. Lo spessore della neve è incerto per la possibile presenza di ghiaccio, ma vengono comunque attraversati oltre 2 metri di neve. Una nuova misurazione con GPS viene eseguita nel maggio [[1999]] da un gruppo di nove alpinisti della American Everest Expedition del [[National Geographic]] organizzata da [[Bradford Washburn]], noto esploratore e cartografo, fondatore del Boston Museum of Science. Le elaborazioni forniscono un valore di 29.035,2 &nbsp;ft (8.850 m). Falliscono i tentativi fatti nel 1998 e 1999 di far arrivare in cima un nuovo strumento, [[georadar]], in grado di individuare la cima rocciosa sepolta dalla neve.
 
Nel [[2004]], in occasione delle spedizioni scientifico-alpinistiche italiane all'Everest e al K2 per celebrare il cinquantenario della [[Spedizione al K2 del 1954|prima salita del K2]] (capospedizione nuovamente Agostino Da Polenza), viene effettuata tra l'altro una complessa rimisurazione della quota di vetta dell'Everest con GPS, accoppiato per la prima volta con un georadar sperimentale (un prototipo messo a punto dalla IDS di Pisa in collaborazione con l’Università di Trieste) che permette di rilevare sia la quota della copertura nevosa (con il GPS), sia la presenza della roccia sottostante. La mattina del 24 maggio gli alpinisti Claudio Bastrentaz, Alex Busca e [[Karl Unterkircher]] (tutti senza impiego dell'ossigeno), nonché [[Mario Merelli]], collaborando con i [[sherpa]] Serap Jangbu e Lhapka Tshering, raggiungono la cima dal versante nord<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews4.lasso?l=1&keyid=34557|titolo=Cima dell'Everest per la spedizione K2-2004|editore=planetmountain.com|autore=Serafino Ripamonti|data=24 maggio 2004|accesso=9 marzo 2013}}</ref> e con la supervisione via radio dal campo base del prof. Giorgio Poretti e del geologo Roberto Mandler effettuano senza ossigeno e per oltre 2 ore un impegnativo rilievo con profili georadar sulla cresta, rilievo che comprende il contributo di un secondo GPS "master" fisso posizionato nei pressi della cima, un terzo strumento posizionato in precedenza al caposaldo cinese presso il [[campo base]] in Tibet e un collegamento alla stazione GPS permanente presso il laboratorio "Piramide Ev-K2-CNR" sul versante [[Nepal]]. Le elaborazioni successive, effettuate da G. Poretti, R. Mandler e M. Lipizer, che considerano un valore N di separazione geoide-ellissoide aggiornato di −28,74 m, forniscono per la roccia sepolta una quota di 8.848,82 ± 0,23 m e uno spessore massimo della neve di {{TA|3,70 m}}, con una quota di 8.852,12 ± 0,12 m per la cresta nevosa sommitale.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Giorgio Poretti, Roberto Mandler, Marco Lipizer|data=24 maggio 2004|titolo=L'altezza delle montagne: una nuova misura di quota del Monte Everest|url=http://www.sogestgeo.it/Ev-elevation/AltezzaEverest.pdf|accesso=8 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120901060344/http://www.sogestgeo.it/Ev-elevation/AltezzaEverest.pdf#|urlmorto=sì}}</ref>
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Nel [[2005]] i cinesi effettuano un'ulteriore campagna di rilevamento con GPS, fissando l'altezza della montagna a 8.844,43 [[Livello del mare|s.l.m.]], con un margine d'errore calcolato di ± 0.21 m. Questa misurazione, riferita alla massima elevazione della roccia sepolta dalla neve, viene effettuata con la stessa strumentazione GPS/georadar utilizzata dalla spedizione italiana dell'anno precedente, ma applicando un nuovo valore N di separazione geoide-ellissoide di –25,199 m. Misura quindi lo spessore della neve e ricava la quota della massima elevazione in roccia per differenza. La copertura nevosa risulta di circa 3,5 m, portando la quota della vetta nevosa nuovamente a circa 8.848.
(Cap. “Altezza” a cura di Roberto Mandler e Giorgio Poretti, 2004-2022, UniTs)
(Cap. “Altezza” a cura di Roberto Mandler e Giorgio Poretti, 2004-2022, UniTs)<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/2005/j/sezioni/scienza_e_tecnologia/altezever/altezever/altezever.html|titolo=Corretta dai cinesi l'altezza dell'Everest la montagna è più bassa di 3,7 metri|editore=repubblica.it|data=9 ottobre 2005|accesso=8 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.montagna.tv/cms/?p=24393|titolo=Everest, quando l'altezza è un'opinione|editore=montagna.tv|data=11 ottobre 2005|accesso=8 marzo 2013}}</ref>
 
== Storia alpinistica ==
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{{vedi anche|Spedizione britannica all'Everest del 1921|Spedizione britannica all'Everest del 1922|Spedizione britannica all'Everest del 1924}}
{{doppia immagine|right|George mallory.jpg|100|AndrewIrvine.jpg|133|[[George Mallory]] e [[Andrew Irvine]]}}
I primi tentativi di raggiungere la vetta dell'Everest risalgono al 1921, quando furono organizzate alcune spedizioni britanniche. Durante la [[spedizione britannica all'Everest del 1924|spedizione del 1924]], [[George Mallory]] e [[Andrew Irvine]] scomparvero provando a conquistare la vetta dalla cresta nord e nord-est. Mallory morì durante la discesa. Il suo cadavere fu ritrovato 75 anni dopo: il 1º maggio 1999 il gruppo di ricerca dello statunitense Eric Simonson lo identificò su uno spuntone a {{TA|8 290 m}} di quota sulla parete nord, poco sotto il punto dove nel 1933 era stata rinvenuta una piccozza che si presume appartenesse ad Andrew Irvine.<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/English/news/2001/04/himalaya.html|titolo=Himalayan expedition news 2001|autore=Manuel Lugli|editore=planetmountain.com|data=1º aprile 2001|lingua=en|accesso=11 marzo 2013|dataarchivio=4 settembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140904175035/http://www.planetmountain.com/English/news/2001/04/himalaya.html|urlmorto=sì}}</ref>
 
Non è appurato se i due siano caduti dopo aver raggiunto la cima o, più probabilmente, dopo aver rinunciato al tentativo. Altri indizi potrebbero derivare dalla macchina fotografica presumibilmente in possesso di Irvine, il cui corpo però è ancora disperso. Ad alimentare ulteriori dubbi furono le dichiarazioni di Mallory: disse che nel caso fosse riuscito a raggiungere la cima, vi avrebbe lasciato una foto della moglie, foto non trovata sul suo cadavere.
 
La prima ascensione filmata fu fatta nel 1952, un anno prima di Edmund Hillary, dalla spedizione svizzera diretta dal medico ginevrino Edouard Wyss-Dunant con René Dittert come capo guida, che inaugurò la via all'Everest dal Nepal. I membri erano quasi tutti del Club Alpin l'Androsace e del cantone di Ginevra che, assieme all'Università di Ginevra, finanziarono in gran parte la spedizione. Lo svizzero Raymond Lambert e Tenzing Norgay ingaggiati come capi dei portatori (circa 150 che portarono 30 &nbsp;kg ciascuno a piedi per circa un mese) arrivarono alla quota di 8.595 metri, a soli 200 metri dalla vetta, massima altezza mai raggiunta fino ad allora da una persona. Ai 7.000 rimasero circa una settimana ed il loro fisico si deteriorò. In un solo giorno salirono a 8.000, ma la stanchezza, i pochi viveri e la scarsa qualità dei respiratori impedirono ai due di raggiungere la vetta. Tenzing disse che, se anche fossero riusciti a salire in cima, non sarebbero tornati vivi. Nel 2002 il figlio e nipote di Raymond Lambert e Tenzing Norgay, in occasione del cinquantenario della spedizione "ginevrina", raggiunsero gli 8.848 metri.
 
Il 26 maggio 1953 i britannici Charles Evans e Tom Bourdillon riuscirono a raggiungere la [[Cima sud]] (8749&nbsp;m).
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=== Prima ascensione ===
[[File:Edmund Hillary and Tenzing Norgay.jpg|thumb|upright=1.1|[[Edmund Hillary]] e [[Tenzing Norgay]]]]
La [[prima ascensione]] certa fu compiuta il 29 maggio 1953 dal [[Nuova Zelanda|neozelandese]] [[Edmund Hillary]] e dallo [[sherpa]] [[Tenzing Norgay]], che scalarono il monte dal Colle Sud e dalla cresta sud-est.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilpost.it/2023/05/29/scalata-everest-edmund-hillary-tenzing-norgay/|titolo=In cima all'Everest per la prima volta, 70 anni fa|autore=Emanuele Menietti|sito=Il Post|data=29 maggio 2023|lingua=it|accesso=30 maggio 2023}}</ref> La spedizione fu organizzata nei minimi dettagli dal Joint Himalayan Committee, con sede a Londra, e aveva anche motivazioni politiche: il Regno Unito desiderava fregiarsi dell'onore di aver raggiunto per primo il tetto del mondo. Il comando fu affidato al colonnello John Hunt. La scelta del versante sud fu obbligata poiché il versante nord era chiuso per questioni politiche da anni. Gli alpinisti fissarono il campo per l'assalto finale a circa 7.000 metri di altitudine. Per decisione di Hunt, i tentativi di raggiungere la cima sarebbero stati effettuati da due alpinisti alla volta. Il primo, compiuto il 26 maggio, fallì. Riuscì l'assalto tentato tre giorni più tardi: verso le undici e mezzo Hillary e Norgay raggiunsero il tetto del mondo, un traguardo che fino a pochi decenni prima appariva impossibile. Stando alle dichiarazioni successive di Tenzing, divenuto celebre in patria e nel mondo, il neozelandese arrivò qualche secondo prima perché in quel momento stava battendo la traccia. Giunti sulla cima, in segno di gratitudine Hillary pose nella neve una croce, mentre Tenzing dei biscotti e cioccolato per ringraziare gli dei. Rimasero sulla vetta un quarto d'ora<ref>{{Cita web|url=https://www.geopop.it/29-maggio-1953-la-conquista-ufficiale-delleverest-avvenne-69-anni-fa/|titolo=29 maggio 1953: la conquista ufficiale dell’Everest avvenne 69 anni fa|sito=Geopop|lingua=it|accesso=27 maggio 2022}}</ref>. Hillary morì a 88 anni l'11 gennaio 2008, Tenzing mancò nel 1986, a 72 anni di età.
 
=== Prima ascensione femminile ===
La prima ascensione femminile fu compiuta il 16 maggio 1975 dalla giapponese [[Junko Tabei]], la seconda dalla tibetana Phantog, la terza e prima europea dalla polacca [[Wanda Rutkiewicz]] nel 1978.<ref>{{Cita|Scandellari|pp. 34-36|a250sc}}.</ref>
[[File:Mount Everest North Face.jpg|miniatura|Il monte Everest nel 2005]]
 
=== Prima ascensione invernale ===
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La prima ascensione invernale fu compiuta il 17 febbraio 1980 dai polacchi [[Krzysztof Wielicki]] e [[Leszek Cichy]] per il Colle Sud e la cresta sud-est. La spedizione era guidata da [[Andrzej Zawada]] e l'Everest divenne il primo ottomila ad essere scalato d'inverno.
 
I polacchi avevano ottenuto l'autorizzazione per una doppia spedizione: una nella stagione invernale e una in quella primaverile. Per questo costruirono un grande e comodo campo base capace di ospitarle entrambe, completato a fine dicembre 1979. La spedizione era composta di 25 alpinisti, di cui solo cinque portatori sherpa d'alta quota, per motivi di budget ridotto, e il materiale (5 tonnellate arrivate dalla Polonia con un aereo) fu portato da un campo all'altro in gran parte dagli alpinisti stessi.
 
All'inizio procedettero molto spediti. In soli undici giorni allestirono tre campi: il 5 gennaio il campo 1 a {{TA|6 050 m,}} il 9 gennaio il campo 2 a {{TA|6 500 m}} e il 15 gennaio il campo 3 a {{TA|7 150 m,}} sulla parete del Lhotse. A questo punto si trovarono di fronte a {{TA|850 m}} di parete particolarmente ghiacciata che li separava dal Colle Sud e il meteo peggiorò con la presenza di forti venti. Ci volle quasi un mese per superare questa zona, e solo l'11 febbraio Fiut, Holnicki e Wielicki riuscirono a raggiungere il Colle Sud. Qui i soli Fiut e Wielicki bivaccarono per una notte con una temperatura esterna di {{M|−40|ul=°C}}, utilizzando bombole di ossigeno. Il giorno dopo rientrarono ai campi inferiori, e diedero loro il cambio il capo spedizione Zawada e Szafirski, che montarono la tenda del campo 4 al Colle Sud, prepararono materiale e bombole d'ossigeno per i successivi tentativi e rientrarono anch'essi ai campi più bassi.
 
Il 16 febbraio, a un solo giorno dallo scadere dei permessi per la spedizione invernale, Wielicki e Cichy partirono per un ultimo tentativo. La sera raggiunsero il campo 4 al Colle Sud e passarono la notte in tenda con una temperatura esterna di {{M|−42|ul=°C}}. Il 17 febbraio partirono alle 6:30 con una bombola di ossigeno a testa e raggiunsero la vetta alle 14:25. Scesero al campo base il 19 febbraio.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Andrzej Zawada|rivista=Alpine Journal|anno=1984|titolo=Mount Everest The First Winter Ascent|url=http://www.alpinejournal.org.uk/Contents/Contents_1984_files/AJ%201984%2050-59%20Zawada%20Everest.pdf|lingua=ingleseen|accesso=12 marzo 2013}}</ref><ref>{{Cita|Scandellari|p. 211|a250sc}}.</ref>
 
=== Altre prime ascensioni ===
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L'8 maggio 1978 [[Reinhold Messner]] e [[Peter Habeler]] compirono la prima salita senza l'ausilio di ossigeno supplementare. Facevano parte di una spedizione austriaca guidata da Wolfgang Nairz. Si trattava della quattordicesima salita dell'Everest. Sei alpinisti raggiunsero la cima, tra cui Reinhard Karl, il primo tedesco in vetta all'Everest.<ref>{{Cita|Messner, Sopravvissuto|pp. 73-76|sm14o}}.</ref>
 
Tra il 18 e il 20 agosto 1980 Messner compì la prima solitaria, per il versante nord, sempre senza ossigeno. Durante la salita aprì inoltre una variante che collega la cresta nord al ''couloir Norton''.<ref name="sm14o7679">{{Cita|Messner, Sopravvissuto|pp. 76-79|sm14o}}.</ref>
 
Il 27 maggio 1998 Tom Whittaker fu il primo alpinista disabile,<ref>{{cita web|url=http://classic.mountainzone.com/features/whittaker/|titolo=Tom Whittaker & Everest: A Disabled Climber Reflects|lingua=en|editore=mountainzone.com|autore=Mark Moran|accesso=9 marzo 2013}}</ref> mentre Il 25 maggio 2001 il trentaduenne [[Erik Weihenmayer]] di [[Boulder (Colorado)|Boulder]] il primo non vedente a raggiungere la cima.<ref>{{cita web|url=http://climb.mountainzone.com/2002/story/weihenmayer/html/photo02.asp|titolo=Erik Weihenmayer, Interview, Blind Man Climbs Seven Summits|lingua=en|editore=mountainzone.com|accesso=9 marzo 2013}}</ref>
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La prima traversata dell'Everest fu compiuta nel 1963 dagli statunitensi [[Tom Hornbein]] e [[Willi Unsoeld]] che salirono dalla cresta ovest, ancora inviolata, e discesero per la cresta sud-est e il Colle Sud. Durante la salita percorsero parte della parete nord, lungo il ''couloir Hornbein'', da allora dedicato a Tom.<ref>{{cita web|url=http://www.everesthistory.com/climbers/hornbein.htm|titolo=Tom Hornbein|lingua=en|editore=everesthistory.com|accesso=9 marzo 2013}}</ref> Nel 2006 [[Simone Moro]] compì la prima solitaria della traversata sud-nord dell'Everest, salendo dal Nepal e scendendo poi in Tibet.<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews4.lasso?l=1&keyid=35135|titolo=Himalaya: Simone Moro compie la traversata dell'Everest da Sud a Nord|editore=planetmountain.com|data=20 maggio 2006|accesso=9 marzo 2013}}</ref> Il concatenamento dell'Everest più ambito è quello con il [[Lhotse]], dal quale è separato dal Colle Sud. Fu realizzato dallo statunitense Michael Horst in 21 ore il 14 e 15 maggio 2011. Tuttavia l'alpinista fece uso di bombole di ossigeno durante la pausa del 14 pomeriggio al Colle Sud e usufruì di corde fisse sul Lhotse, preparate dagli sherpa mentre saliva l'Everest.<ref>{{cita web|url=http://www.alpinist.com/doc/web11s/newswire-speed-everest-lhotse|titolo=Everest and Lhotse in 21 Hours|lingua=en|editore=alpinist.com|autore=Dan Schwartz|data=19 maggio 2011|accesso=10 marzo 2013}}</ref>
 
Il concatenamento Everest-Lhotse fu tentato più volte, tra gli altri, da Simone Moro. Nel 1997 ci provò con [[Anatolij Bukreev]], nel 2000 e 2001 fu insieme a [[Denis Urubko]]. Nel 2000 dovette abbandonare per la troppa neve presente lungo la salita verso il Lhotse<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews.lasso?l=1&keyid=33024|titolo=Simone Moro e Denis Urubku in cima all'Everest|editore=planetmountain.com|data=26 maggio 2000|accesso=9 marzo 2013}}</ref> e nel 2001 in seguito alle troppe fatiche spese per salvare un alpinista nella notte, fatto per il quale fu decorato con la [[medaglia d'oro al valor civile]].<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews4.lasso?l=1&keyid=33506|titolo=Traversata Lhotse-Everest|editore=planetmountain.com|data=24 maggio 2001|accesso=9 marzo 2013}}</ref> Nel 2012 abbandonò l'impresa per l'affollamento lungo la via che conduce al Colle Sud.<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=39595|titolo=Everest come Gardaland, intervista a Simone Moro dopo la rinuncia al progetto di salire Everest e Lhotse|editore=planetmountain.com|autore=Vinicio Stefanello|data=24 maggio 2012|accesso=9 marzo 2013}}</ref>
 
Tra il 18 e il 20 maggio 2013 il britannico [[Kenton Cool]] riuscì nel primo concatenamento di [[Nuptse]], Everest e Lhotse senza passare dal campo base. Partito la mattina del 18 maggio, salì prima il Nuptse e quindi l'Everest e il Lhotse, dopo due soste al Colle Sud. Utilizzò ossigeno supplementare e corde fisse su tutte e tre le montagne. Sull'Everest e sul Lhotse era accompagnato dallo sherpa Dorje Gylgen.<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=40882|titolo=Nuptse, Everest e Lhotse per Kenton Cool e Dorje Gylgen Sherpa|editore=planetmountain.com|data=21 maggio 2013|accesso=3 giugno 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=40960|titolo=Kenton Cool, l'intervista sul suo concatenamento di Nuptse, Everest e Lhotse|editore=planetmountain.com|data=12 giugno 2013|accesso=13 giugno 2013}}</ref>
 
=== Statistiche e record ===
Al 2010 risultano 5105 le persone che sono riuscite a raggiungere con successo la vetta dell'Everest<ref>{{cita web|url=http://www.8000ers.com/cms/en/download.html?func=fileinfo&id=215|titolo=Routes - Everest|editore=8000ers.com|data=24 settembre 2011|lingua=en|accesso=8 marzo 2013}}</ref> e 219 quelle che vi hanno perso la vita.<ref>{{cita web|url=http://www.8000ers.com/cms/en/download.html?func=fileinfo&id=171|titolo=Fatalities - Everest|editore=8000ers.com|data=6 maggio 2011|lingua=en|accesso=8 marzo 2013}}</ref>
 
La prima persona ad avere scalato due volte la cima è stato lo sherpa [[Nawang Gombu]]: il 1º maggio 1963, insieme a [[Jim Whittaker]], primo statunitense in vetta, e il 10 maggio 1965, con una spedizione indiana.<ref>{{cita web|url=http://www.everesthistory.com/sherpas/nawanggombu.htm|titolo=The Sherpas of Everest Series: Nawang Gombu Sherpa|editore=everesthistory.com|lingua=en|accesso=11 marzo 2013}}</ref> Il record di salite è detenuto a pari merito dagli alpinisti e portatori [[sherpa]] [[nepal]]esi [[Apa Sherpa]] e [[Phurba Tashi]] con ventuno ascensioni, rispettivamente nel 2011<ref>{{cita web|url=http://www.alpinist.com/doc/web11s/newswire-apa-sherpa|titolo=Apa Sherpa Summits Everest 21 Times|autore=Keese Lane|editore=alpinist.com|data=11 maggio 2011|lingua=en|accesso=8 marzo 2013}}</ref> e 2013.<ref>{{cita web|url=http://timesofindia.indiatimes.com/world/south-asia/Phurba-Tashi-climbs-Everest-for-21st-time-equals-record/articleshow/20237259.cms|titolo=Phurba Tashi climbs Everest for 21st time, equals record|autore=Manesh Shrestha|editore=Bennett, Coleman & Co. Ltd|data=24 maggio 2013|lingua=en|accesso=8 maggio 2016}}</ref>
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L'alpinista più giovane ad aver raggiunto la vetta è [[Jordan Romero]], all'età di 13 anni, il 22 maggio 2010 insieme al padre Paul, la compagna del padre Karen Lundgren e tre portatori: Ang Pasang Sherpa, Lama Dawa Sherpa e Lama Karma Sherpa. Sono saliti per la cresta nord-est, sul versante cinese, in [[stile himalayano]] e con utilizzo di bombole di ossigeno.<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/2010/05/22/news/tredicenne_everest-4253904/|titolo=A 13 anni sul tetto del mondo Il più giovane a scalare l'Everest|editore=repubblica.it|data=22 maggio 2010|accesso=8 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.himalayandatabase.com/2010%20Season%20Lists/2010%20Spring%20A3.html|titolo=Himalayan Database Expedition Archives|editore=himalayandatabase.com|lingua=en|accesso=8 marzo 2013}}</ref> Prima di Romero il record era detenuto dallo sherpa Temba Tsheri (il 24 maggio 2001 a 15 anni) e dal britannico Edward Michael Grylls, meglio noto come [[Bear Grylls]] (nel 1998 a 23 anni). La più giovane alpinista donna a raggiungere la vetta è la [[sherpa]] [[nepal]]ese [[Ming Kipa]], il 24 maggio 2003 a 15 anni.<ref>{{cita web|url=http://www.guardian.co.uk/world/2003/may/25/everest.nepal|titolo=Teenage girl conquers Everest, 50 years on|autore=Luke Harding|editore=guardian.co.uk|data=25 maggio 2003|lingua=en|accesso=9 marzo 2013}}</ref> La più giovane non nepalese è la statunitense [[Samantha Larson]], che ha salito l'Everest il 16 maggio 2007 a 18 anni.<ref>{{cita web|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/05_Maggio/21/scalatrice_montagne_everest_samantha.shtml|titolo=A 18 anni sulle vette dei sette continenti|autore=Francesco Tortora|editore=corriere.it|data=21 maggio 2007|accesso=9 marzo 2013}}</ref>
 
L'alpinista più anziano ad aver raggiunto la vetta è il giapponese [[Yūichirō Miura]], il 23 maggio 2013, all'età di 80 anni.<ref>{{cita web|url=http://www.guinnessworldrecords.com/world-records/1/oldest-person-to-climb-mt-everest-%28male%29|titolo=Oldest person to climb Mt Everest (male)|editore=guinnessworldrecords.com|lingua=en|accesso=20 agosto 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.montagna.tv/cms/?p=47794|titolo=È record: Mr. Miura in vetta all'Everest a 80 anni|autore=Sara Sottocornola|editore=montagna.tv|data=23 maggio 2013|accesso=19 agosto 2013}}</ref> Prima il record era detenuto dal nepalese Min Bahadur Sherchan (il 25 maggio 2008 a 76 anni).<ref>{{cita web|url=https://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/asia/nepal/6639933/Oldest-Mt-Everest-climber-Nepalese-man-76-conquers-worlds-highest-peak.html|titolo=Oldest Mt Everest climber: Nepalese man, 76, conquers world's highest peak|editore=telegraph.co.uk|data=24 novembre 2009|lingua=en|accesso=8 marzo 2013}}</ref>
 
Il record di velocità di salita con ossigeno è stato stabilito il 21 maggio 2004 da Pemba Dorjie Sherpa in 8 ore e 10 minuti. I record precedenti, sempre con utilizzo di ossigeno, erano di Lhakpa Gelu Sherpa (il 25 maggio 2003 in 10 ore e 56 minuti) e dello stesso Pemba Dorjie (il 22 maggio 2003 in 12 ore e 45 minuti).<ref>{{cita libro|autore=[[Silvio Mondinelli]]|titolo=Alpinismo d'alta quota|url=http://books.google.it/books?id=ETXF6jtHgQ8C|anno=2009|editore=[[Hoepli (casa editrice)|Hoepli]]|p=100|isbn=978-88-203-4395-8}}</ref> Il record di permanenza in vetta è di 21 ore, stabilito nel 1999 da [[Babu Chiri Sherpa]].<ref>{{cita web|url=http://www.everestnews.com/sherpa.htm|titolo=Babu Chiri Sherpa|editore=everestnews.com|lingua=en|accesso=9 marzo 2013}}</ref> Nel 1990 l'australiano [[Tim Macartney-Snape]], già autore di una nuova via sulla parete nord dell'Everest nel 1984, ha salito l'Everest partendo a piedi dal livello del mare, in tre mesi.<ref>{{cita web|url=http://www.seatosummit.com.au/sponsorship/tim-maccartney-snape/|titolo=Tim Macartney-Snape|editore=seatosummit.com.au|lingua=en|accesso=11 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130924001408/http://www.seatosummit.com.au/sponsorship/tim-maccartney-snape/|urlmorto=sì}}</ref>
 
Nel 1996 lo svedese [[Göran Kropp]] è divenuto la prima persona a raggiungere l'Everest dopo un avvicinamento in bicicletta partendo da casa sua in Svezia sino al campo base, scalarlo a piedi senza ossigeno e tornare con la bicicletta lasciata precedentemente al campo base.<ref>{{cita web|url=http://community.seattletimes.nwsource.com/archive/?date=20021002&slug=swede02m0|titolo=Adventurer is killed in fall: Göran Kropp was elite climber, skier, cyclist|autore=Dave Birkland and Craig Welch|editore=seattletimes.nwsource.com|lingua=en|accesso=11 marzo 2013}}</ref>
 
=== Primati italiani ===
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La prima donna italiana a salire l'Everest è stata la campionessa di [[sci di fondo]] [[Manuela Di Centa]] (il 23 maggio 2003).<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews4.lasso?l=1&keyid=34284|titolo=Everest: top per Manuela Di Centa!|editore=planetmountain.com|data=23 maggio 2003|accesso=8 marzo 2013}}</ref>
 
L'atleta [[Andrea Lanfri]], il 13 maggio 2022 è diventato il primo atleta paralimpico pluriamputato a raggiungere la vetta in autonomia.<ref>{{Cita web|url=https://www.gazzetta.it/festival-sport-trento/14-10-2023/andrea-lanfri-everest-sole-tre-dita-limiti-sono-nostra-mente-4701295356107.shtml|titolo=Andrea Lanfri, sull'Everest senza gambe e con sole tre dita: "I limiti sono soltanto nella nostra mente"|sito=La Gazzetta dello Sport|data=14 ottobre 2023|lingua=it|accesso=13 novembre 2023}}</ref> Validato anche dal [[Guinness dei primati|Guinness World Record]].<ref>{{Cita web|url=https://guinnessworldrecords.com/world-records/717284-first-multiple-amputee-to-climb-everest-la4-multiple-finger-amputations|titolo=}}</ref>
 
=== Incidenti mortali ===
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==== Colle Sud e cresta sud-est ====
{{vedi anche|Via per la Cresta Sud-Est dell'Everest}}
[[File:Kathmandu , Nepal , Himalayas, ,Everest 2.jpg|thumb|upright=1.1|left|Il campo base nepalese]]
Le spedizioni che pianificano un'ascesa dal [[Colle Sud]], per la cresta sud-est, solitamente atterrano a Lukla {{TA|(2860 m)}} provenienti da [[Kathmandu]] e poi marciano fino al campo base che si trova in Nepal sul versante sud dell'Everest a quota {{TA|5380 m}}. Il tempo di marcia varia dai sei agli otto giorni, necessari per acclimatarsi in modo da evitare il [[mal di montagna]].
Trascorsi un paio di settimane al campo base per abituarsi all'[[altitudine]] e superato il tratto di [[seracco|seracchi]] denominato ''[[Cascata Khumbu|Khumbu Icefalls]]'', raggiungono il campo I, detto anche ''advanced base camp'' (ABC), a quota {{TA|6065 m}} e da esso salgono sulla Western Cwm (una valle glaciale delimitata dai versanti di Everest, Lhotse e Nuptse), relativamente piana, con una pendenza molto dolce sino al campo II da cui gli alpinisti salgono la parete del Lhotse fino al campo IV situato sul [[Colle Sud]].
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==== Colle Nord e cresta nord-est ====
[[File:Everest Peace Project - Climbing ladder northcol everest.jpg|thumb|upright=1.1|Alpinisti verso il Colle Nord]]
La prima salita completa della via dal [[Colle Nord]] e dalla cresta nord-est fu compiuta da una spedizione cinese nel 1960. Il 25 maggio giunsero in vetta Wang Fu-Chou, Chu Yin-hua e Gongbu (Tibet).<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Shih Chan-Chun|rivista=Alpine Journal|anno=1961|titolo=The conquest of Mount Everest by the chinese mountaineering team|url=http://www.alpinejournal.org.uk/Contents/Contents_1961_files/AJ%201961%2028-41%20Chan-Chun%20Chinese%20on%20Everest.pdf|lingua=ingleseen|accesso=12 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.himalayanclub.org/hj/23/16/the-conquest-of-mount-everest-by-the-chinese-mountaineering-team/|autore=Shih Chan-Chun|titolo=The conquest of Mount Everest by the chinese mountaineering team|lingua=en|editore=himalayanclub.prg|accesso=12 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.everestnews.com/mallory2005/mallory2005update04112005.htm|titolo=Mallory and Irvine The Final Chapter Everest 2005|lingua=en|editore=everestnews.com|accesso=12 marzo 2013}}</ref>
 
Le ascese per questa via prevedono l'accesso all'Everest passando dal [[Tibet]] (Cina). Le spedizioni raggiungono il ghiacciaio Rongbuck e stabiliscono il campo base a quota {{TA|5 150 m}} su una piana di ghiaia ai piedi del [[ghiacciaio]]. Per affrontare la via normale da nord, risalgono dapprima la morena a est del ghiacciaio e poi deviano nella valle fino ai piedi del Changtse a quota {{TA|5 800 m}} (campo II, noto oggi come Intermediate Camp, IC). Il campo III (oggi Advanced Base Camp, ABC) è più sopra, sotto il Colle Nord a {{TA|6 500 m.}} Per raggiungere il campo IV (oggi Camp 1), è necessario risalire tramite corde fisse il ghiacciaio fino al Colle Nord a {{TA|7 050 m.}} Dal Colle Nord un pendio nevoso conduce alla parete rocciosa che si risale fino al campo V (oggi Camp 2) a {{TA|7 775 m.}} Poi si attraversa una serie di ripidi pendii prima di raggiungere il campo VI (oggi Camp 3) a {{TA|8 230-8 350 m,}} ormai quasi in cresta. Da qui si percorrono i {{TA|2 km}} della lunga cresta nord-est, interrotta da alcuni impegnativi gradoni rocciosi (steps), superati i quali (anche con l'aiuto di una famosa scaletta metallica) un'ultima ripida salita porta alla cima.
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==== Parete sud-ovest ====
* ''Parete sud-ovest'' - 24 settembre 1975 - prima salita dei britannici [[Doug Scott]] e [[Dougal Haston]] e anche prima salita assoluta dei britannici in cima all'Everest. La spedizione era guidata da [[Chris Bonington]], contava 18 membri e trasportava 20 tonnellate di equipaggiamento. I primi alpinisti raggiunsero il campo base il 21 agosto e solo 33 giorni dopo, il 24 settembre, fu raggiunta la vetta per la nuova via sulla inviolata parete sud-ovest. Il 26 settembre raggiunsero la cima [[Peter Boardman]] e il sirdar Pertemba Sherpa; durante la discesa incontrarono il cameraman Mick Burke che, dopo l'abbandono del suo compagno, voleva tentare di salire in cima da solo, ma da allora fu dato per disperso.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Peter Boardman e Ronnie Richards|rivista=Alpine Journal|anno=1976|titolo=British Everest expedition SW face 1975|url=http://www.alpinejournal.org.uk/Contents/Contents_1976_files/AJ%201976%203-14%20Boardman%20Everest.pdf|lingua=ingleseen|accesso=12 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/september/24/newsid_2538000/2538093.stm|titolo=1975: First Britons conquer Everest|lingua=en|editore=bbc.co.uk|accesso=12 marzo 2013}}</ref>
[[File:Mount Everest - Kukuczka Czok.jpg|thumb|upright=0.8|[[Jerzy Kukuczka]] e [[Andrzej Czok]]]]
* ''Pilastro sud'' - 19 maggio 1980 - prima salita dei polacchi [[Jerzy Kukuczka]] e [[Andrzej Czok]]. La via sale tra la quella dei britannici del 1975 e la cresta sud-est. La spedizione era guidata da [[Andrzej Zawada]].<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Roberto Mantovani|rivista=Rivista della Montagna|numero=41|anno=1980|mese=ottobre|titolo=Alpinismo in Himalaya|p=171}}</ref>
* ''Pilastro sud-ovest'' - 4 maggio 1982 - prima salita dei russi EduardĖduard MyslovskiMyslovskij e Vladìmir (VolodyaVolodja) Balyberdin. La via supera una parete rocciosa di {{TA|1 800 m,}} che costituisce il principale pilastro della parete sud-ovest. La spedizione era costituita da 27 alpinisti guidati da A. OvchinnikovOvčinnikov, B. Romanov ed E. Tamm. Gli alpinisti fecero uso di ossigeno supplementare ma non di portatori d'alta quota. Furono installati cinque campi, di cui l'ultimo a {{TA|8 500 m}}, dove la via si congiunge con la cresta ovest. Nei giorni seguenti 11 alpinisti raggiunsero la vetta.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Roberto Mantovani|rivista=Rivista della Montagna|numero=53|anno=1982|mese=novembre-dicembre|titolo=Cronaca extraeuropea|p=339}}</ref>
* ''Parete sud-ovest di sinistra'' - 20 maggio 2009 - prima salita dei coreani [[Park Young-Seok]], Jin Jae-Chang, Kang Ki-Seok e Shin Dong-Min. La via si trova a sinistra della via russa del 1982. Dal campo 4, a {{TA|7 800 m,}} sale parallelamente alla cresta ovest per poi congiungersi a {{TA|8 350 m.}}<ref>{{cita web|url=http://aaj.americanalpineclub.org/climbs-and-expeditions/asia/nepal/central-nepal/2009-everest-sw-face-by-c-pae/|titolo=2009: Everest SW face, by C. Pae|lingua=en|editore=americanalpineclub.org|accesso=12 marzo 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130202233144/http://aaj.americanalpineclub.org/climbs-and-expeditions/asia/nepal/central-nepal/2009-everest-sw-face-by-c-pae/}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.montagna.tv/cms/?p=10347|titolo=Mr. Park vince la sudovest dell'Everest|editore=montagna.tv|data=25 maggio 2009|accesso=12 marzo 2013}}</ref>
 
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[[File:Everest Peace Project - Everest summit.jpg|thumb|upright=1.1|La parte nord, particolare della parte centrale]]
[[File:Western Cwm - 14th May 2011.jpg|thumb|upright=1.1|La parete sud-ovest vista dal basso, sullo sfondo il Colle Sud e a destra il [[Lhotse]]]]
[[File:Mt. Everest from Gokyo Ri November 5, 2012 CroppedEverestfromspace.jpg|thumb|upright=1.1|La parete sud-ovestest, eo aldel centroKangshung, la cresta ovest che la separafotografata dalla parete nord[[Stazione inspaziale ombrainternazionale]]]]
[[File:Everestfromspace.jpg|thumb|upright=1.1|La parete est, o del Kangshung, fotografata dalla [[Stazione Spaziale Internazionale|Stazione spaziale internazionale]]]]
[[File:Animation of Mount Everest HD.ogv|thumb|upright=1.1|Animazione del monte Everest con evidenziate le vie per la cima e i campi intermedi]]
* ''Cresta ovest e couloir Hornbein'' - 22 maggio 1963 - prima salita degli statunitensi [[Tom Hornbein]] e [[Willi Unsoeld]], la prima ascensione assoluta dell'Everest degli americani. La spedizione contava 19 americani e 32 sherpa, guidati dallo svizzero [[Norman Dyhrenfurth]]. Furono impiegate 27 tonnellate di materiale, trasportato al campo base da 909 portatori. Salì l'Everest da due vie: la via dal ''Colle Sud'' e la cresta sud-est e la nuova via per la cresta ovest. Passando dalla cresta sud-est, la vetta fu raggiunta il 1º maggio dallo sherpa [[Nawang Gombu]] e da [[Jim Whittaker]], che divenne così il primo statunitense a salire in cima all'Everest. Il 22 maggio fu la volta di [[Barry Bishop]] e [[Lute Jerstad]], che avevano programmato di incontrarsi con Hornbein e Unsoeld, che giungevano dalla nuova via dalla cresta ovest. Ma non avendo notizie dei due compagni, dopo 45 minuti in vetta Bishop e Jerstad ripresero la discesa. Hornbein e Unsoeld raggiunsero la cima solo alle 18:15. Durante la discesa dalla cresta sud-est si ricongiunsero a Bishop e Jerstad. Proseguirono assieme fino alle 00:30 di notte, quando furono costretti a bivaccare a {{TA|8 500 m}} fino alle 4 del giorno dopo. Il freddo causò loro gravi congelamenti, in particolare ad Unsoeld e Bishop, ai quali furono poi amputate le dita dei piedi.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Norman Dyhrenfurth|rivista=Alpine Journal|anno=1963|titolo=Americans on Everest, 1963|url=http://www.alpinejournal.org.uk/Contents/Contents_1964_files/AJ%201964%201-22%20Dyhrenfurth%20Everest.pdf |lingua=ingleseen|accesso=12 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=https://news.nationalgeographic.com/news/2003/04/0415_030415_everest63.html|titolo=1963 Flashback: First Everest Summit by Americans|lingua=ingleseen|editore=nationalgeographic.com |autore=Cathy Hunter|data=15 aprile 2003|accesso=12 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://explore.americanalpineclub.org/index.php/Detail/Object/Show/object_id/558|titolo=The empty night|lingua=ingleseen|editore=americanalpineclub.org|autore=Barry Bishop|accesso=12 marzo 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130313050803/http://explore.americanalpineclub.org/index.php/Detail/Object/Show/object_id/558}}</ref>
* ''Cresta ovest integrale o via slovena'' - 13 maggio 1979 - prima salita degli jugoslavi [[Nejc Zaplotnik]] e [[Andrej Stremfelj]]. La spedizione era composta da 25 membri e guidata da [[Tone Škarja]]. Ang Phu era al comando di 19 sherpa e altri addetti. Dalla Jugoslavia furono portate 18 tonnellate di materiale, e 700 portatori si occuparono di trasportarlo al campo base. Il 15 maggio, due giorni dopo l'arrivo in vetta di Zaplotnik e Stremfelj, la cima fu raggiunta anche da [[Stipe Božić]], Stane Belak e Ang Phu. Quest'ultimo perse la vita in seguito a una caduta durante la discesa.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Ugo Manera|rivista=Rivista della Montagna|numero=38|anno=1980|mese=febbraio|titolo=Informazioni alpinistiche|p=236}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Tone Škarja|anno=1980|titolo=The complete west ridge of Everest|rivista=[[The American Alpine Journal]]|volume=54|pp=429-436|lingua=ingleseen|accesso=12 marzo 2013|url=http://books.google.it/books?id=52b0vijuhGEC|isbn=978-1-933056-33-3}}</ref>
 
==== Parete nord ====
* ''Couloir Hornbein diretta'' - 10 maggio 1980 - prima salita dei giapponesi Tsuneo Shigehiro e Takashi Ozaki. Si tratta di una delle prime spedizioni sul versante tibetano dopo la riapertura del versante nel 1979 ai paesi non comunisti consentita dalla Cina. È la prima a percorrere interamente la parete nord, effetuataeffettuata in stile himalayano e con utilizzo di ossigeno. La via supera un primo couloir, da allora detto ''couloir giapponese'', che si ricollega al superiore ''couloir Hornbein'', fatto per la prima volta dagli statunitensi Hornbein e Unsoeld nel 1963, che lo raggiunsero traversando dalla cresta ovest.<ref>{{cita libro|autore=Kenneth Pletcher|titolo=The Britannica Guide to Explorers and Explorations That Changed the Modern World|editore=The Rosen Publishing Group|anno=2009|lingua=ingleseen|url=http://books.google.it/books?id=AqxzV0zeiNUC|p=256|isbn=978-1-61530-028-0}}</ref> La via ha poche ripetizioni; una delle più famose, per via della velocità, fu quella degli svizzeri [[Erhard Loretan]] e [[Jean Troillet]] del 1986. L'ascensione avvenne tra il 28 al 30 agosto 1986, in una rapidissima salita durata meno di 48 ore, in [[stile alpino]], senza far uso di ossigeno, slegati e senza tende. Partiti alle 22:00 del 28 agosto, insieme a [[Pierre Béghin]] e Sandro Godio, che abbandonarono durante la salita, giunsero in vetta 39 ore dopo, alle 13:00 del 30 agosto. Dopo una pausa di novanta minuti in vetta ridiscesero in cinque ore, scivolando in modo controllato lungo il pendio dove possibile.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Roberto Mantovani|rivista=Rivista della Montagna|numero=83|anno=1987|mese=febbraio|titolo=Carnet d'alpinismo|p=15}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.telegraph.co.uk/news/obituaries/sport-obituaries/8484065/Erhard-Loretan.html|titolo=Erhard Loretan|lingua=en|editore=telegraph.co.uk|data=29 aprile 2011|accesso=12 marzo 2013}}</ref>
* ''Cresta nord e couloir Norton'' - 20 agosto 1980 - prima salita di [[Reinhold Messner]] in solitaria e senza uso di ossigeno. Rappresenta anche la prima ascensione in solitaria assoluta dell'Everest. Messner partì il 29 giugno da [[Lhasa]] con l'amica fotografa Nena Hòlguin e con l'aiuto di una spedizione minima giunsero al campo base. Le condizioni della neve non erano adatte alla scalata, quindi si spostò nel Tibet occidentale. Il 18 agosto, partendo dal campo base avanzato, salì fino a circa {{TA|7 800 m.}} Qui trovò troppa neve per proseguire sulla cresta nord e raggiungere la cresta nord-est. Il 19 agosto allora intraprese una traversata della parete fino al ''couloir Norton'', secondo una nuova via che aveva studiato dal campo base. Il 20 agosto raggiunse la vetta alle 15:00.<ref name="sm14o7679" />
* ''Great Couloir'' - 3 ottobre 1984 - prima salita degli australiani [[Tim Macartney-Snape]] e [[Greg Mortimer]].<ref>{{cita libro|autore=William L. Steffen|titolo=Himalayan Dreaming: Australian Mountaineering in the Great Ranges of Asia 1922-1990|editore=ANU E Press|anno=2010|lingua=ingleseen|url=http://books.google.it/books?id=RS0K3RxgECUC|pp=171-181|capitolo=An unforgettable face|isbn=978-1-921666-17-9}}</ref>
* ''Great Couloir'' - 17 maggio 1991 - prima salita dell'italiano [[Battistino Bonali]] e del ceco [[Leopold Sulovský]] senza portatori e senza uso di ossigeno, modificando la via degli australiani. La via seguita si sviluppa lungo il Great Couloir (Norton), superato per la prima volta integralmente in quella occasione (fascia rocciosa di 80 metri a 8400&nbsp;m con difficoltà di 5º grado).<ref name="everestsummiteersassociation.org"/><ref>{{Cita libro|autore = Oreste Forno|titolo = grazie montagna|anno = 1994|editore = Grafica Sovico|città = }}</ref><ref>{{Cita web|autore = Todo Vertical|url = http://www.todovertical.com/?opt=not&Noticia=1540|titolo = 1991: Ruta Parcial del Corredor Norton o Ruta debajo del Collado Norte - Corredor Norton|accesso = |data = }}</ref><ref>{{Cita web|autore = Oreste Forno|url = http://publications.americanalpineclub.org/articles/12199225903/Asia-Tibet-Everest-Great-Couloir|titolo = Asia, Tibet, Everest, Great Couloir|accesso = |data = }}</ref>
* ''Couloir nord-nordest'' - 20 maggio 1996 - prima salita dei russi ValèriValèrij KokhànovKochànov, PiòtrPëtr KuznetsòvKuznecòv e GrigòriGrigòrij Semikolènov.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Vladimir Shataev|volume=71|anno=1997|titolo=Mount Everest, North-Northeast Face, New Route|url=http://books.google.it/books?id=FattUWiYu80C|lingua=ingleseen|p=344|isbn=978-1-933056-44-9|accesso=12 marzo 2013}}</ref>
* ''Parete nord diretta'' - 30 maggio 2004 - Prima salita dei russi Pàvel (PashaPaša) ShabalìnŠabalìn, IlyàIl'jà TuhvatùllinTuchvatùllin e AndrèyAndrèj Mariev.<ref>{{cita web|url=http://www.alpinist.com/doc/ALP08/climbing-note-everest|titolo=Mount Everest, North Face direct|lingua=en|editore=alpinist.com|data=1º settembre 2004|accesso=12 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews4.lasso?l=1&keyid=34563|titolo=Parete nord dell'Everest: vetta e via nuova per i russi|editore=planetmountain.com|data=1º giugno 2004|accesso=12 marzo 2013}}</ref>
 
==== Parete est ====
* ''American Buttress'' - 8 ottobre 1983 - prima salita degli statunitensi [[Louis Reichardt]], Kim Momb e [[Carlos Buhler]].
* ''Neverest Buttress'' - 10 maggio 1988 - prima salita di una spedizione internazionale su una nuova via che conduce al Colle Sud dal versante est.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Stephen Venables|rivista=Alpine Journal|anno=1989|titolo=Everest Kangshung Face - First Ascent of the Neverest Buttress|url=http://www.alpinejournal.org.uk/Contents/Contents_1989-90_files/AJ%201989%201-8%20Venables%20Kangshung.pdf|lingua=ingleseen|accesso=12 marzo 2013}}</ref>
 
=== Discese in sci e snowboard ===
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=== Filmografia ===
{{C|Elenco privo di fonti e potenzialmente immane, qui presentato in maniera parziale|storia del cinema|ottobre 2022|argomento2arg2=montagna}}
* ''[[Wings over Mt. Everest]] Wings Over Everest'' - 1935 - Diretto da Geoffrey Barkas, Ivor Montagu - 40'
* ''Mount Everest'' - 1953 - di André Roch e Norman Dyhrenfurth - Premio Genziana d'oro al [[Trento Filmfestival]] del 1953<ref name="halloffame">{{cita web|url=http://www.trentofestival.it/en/film_festival/festival/Hall%20of%20fame.htm|titolo=Hall of fame|editore=trentofestival.it|accesso=13 marzo 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081115183848/http://www.trentofestival.it/en/film_festival/festival/Hall%20of%20fame.htm}}</ref>
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== Note ==
 
=== Esplicative ===
<references group="N" />
 
=== Bibliografiche ===
{{Note strette}}
 
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* {{cita libro|autore=Reinhold Messner|titolo=Sopravvissuto: i miei 14 ottomila|editore=Istituto Geografico De Agostini|città=Novara|anno=1987|pp=64-79|capitolo=Everest|cid=sm14o|isbn=978-88-402-4322-1}}
* {{cita libro|autore=[[Anatolij Bukreev]], G. Weston De Walt|titolo=Everest 1996. Cronaca di un salvataggio impossibile|editore=CDA & Vivalda|anno=1997|isbn=978-88-85504-51-6}}
* {{cita libro|autore=Walt Unsworth|titolo=Everest: The Mountaineering History|url=https://archive.org/details/bwb_w8-ajz-271|editore=Mountaineers Books|anno=2000|lingua=ingleseen|isbn=978-0-89886-670-4}}
* {{cita libro|autore=Walt Unsworth|titolo=Everest (edizione italiana)|editore=Mursia|anno=|isbn=978-88-425-1102-1}}
* {{cita libro|autore=Mohan Singh Kohli|titolo=Nine Atop Everest: Spectacular Indian Ascent|editore=Indus Publishing|anno=2000|lingua=ingleseen|url=http://books.google.it/books?id=KHkwqaXLmooC|isbn=978-81-7387-111-5}}
* {{cita libro|autore=Thomas Hornbein|titolo=Everest, cresta ovest|editore=CDA & Vivalda|anno=2003|isbn=978-88-7480-023-0}}
* {{cita libro|autore=[[Jon Krakauer]]|titolo=Aria sottile|editore=[[TEA (editore)|TEA]]|anno=2007|isbn=978-88-502-1460-0}}
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* {{cita libro|cognome=Scandellari|nome=Armando|titolo=Alpinismo, 250 anni di storia e di cronache|anno=2009|cid=a250sc|isbn=978-88-7982-026-4}}
* {{cita pubblicazione|titolo=Everest, edizione speciale|rivista=Montagna News|anno=2012|numero=1|editore=montagna.tv|url=http://www.montagna.tv/cms/wp-content/uploads/2012/04/MN-Everest-Ita_-bassa-def.pdf|accesso=11 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150925105642/http://www.montagna.tv/cms/wp-content/uploads/2012/04/MN-Everest-Ita_-bassa-def.pdf|urlmorto=sì}}
* {{cita libro|autore=Kev Reynolds|titolo=Everest: A Trekker's Guide: Trekking Routes in Nepal and Tibet|editore=Cicerone Press Limited|anno=2012|lingua=ingleseen|url=http://books.google.it/books?id=RnMcmgkDoEgC|cid=eatg|isbn=978-1-85284-680-0}}
 
== Voci correlate ==
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* {{cita web|url=https://www.nationalgeographic.com/adventure/everest/|titolo=Everest|lingua=en}}
* {{cita web|url=http://www.everestnews.com/|titolo=Everest|lingua=en}}
* {{cita web|url=http://www.everesthistory.com/|titolo=Storia ascensioni|lingua=en}}
* {{cita web|url=http://www.evk2cnr.org/WebCams/PyramidOne/everest-webcam.html|titolo=Webcam|accesso=18 gennaio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110521043455/http://www.evk2cnr.org/WebCams/PyramidOne/everest-webcam.html|urlmorto=sì}}