Vespasiano: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua|il figlio con lo stesso nome, noto semplicemente come Tito|Tito (imperatore)|Tito Flavio Vespasiano}}
{{Magistrato romano
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|nome completo = ''Titus Flavius Vespasianus'' alla nascita; ''Imperator Caesar Vespasianus Augustus'' dopo l'ascesa al potere imperiale
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|coniuge 2 =
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|luogo di sepoltura = [[Tempio dei Flavi]] o [[mausoleo di Augusto]]
|tribuno militare = [[
|questura = nella provincia di [[Creta e Cirene]],<ref name="SvetonioVesp2"/> nel [[34]]
|edilità = nel [[39]]<ref name="
|tribunato della plebe =
|pretura =
|legatus_legionis = della ''[[legio II Augusta]]'' (ad ''[[Argentoratae]]''<ref name="Campbell16"/> e poi in [[
|consolato = 9 volte:<ref name="SvetonioVesp8"/> nel [[51]] (I),<ref name="TPSulp17">Giuseppe Camodeca, ''Tabulae Pompeianae Sulpiciorum. Edizione critica dell'archivio puteolano dei Sulpicii'', Roma, Quasar, 1999, nº 17. ISBN 88-7140-145-X</ref> [[70]] (II),<ref>{{AE|1955|198}}.</ref> [[71]] (III),<ref name="AE1934,261"/><ref>{{CIL|10|4734}}.</ref> [[72]] (IV),<ref name="AE1934,261"/><ref name="CIL11,3605">{{CIL|11|3605}}.</ref
|proconsolato = nel [[63]] in [[Africa (provincia romana)|Africa proconsolare]]<ref name="SvetonioVesp4"/>
|legatus_augusti = nel [[66]] in [[Siria (provincia romana)|Siria]]<ref name="LegatoAugusti"/>
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|PreData = {{latino|Caesar Vespasianus Augustus}}
|Sesso = M
|LuogoNascita =
|LuogoNascitaLink = Cittareale
|GiornoMeseNascita = 17 novembre
|AnnoNascita = 9
|LuogoMorte = Aquae
|GiornoMeseMorte = 23 giugno
|AnnoMorte = 79
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|Attività = imperatore
|Nazionalità = romano
}}
}} Fondatore della [[dinastia flavia]], nono Imperatore, fu il quarto a salire al trono nel 69 (l'[[guerra civile romana (68-69)|anno dei quattro imperatori]]), ponendo fine a un periodo d'instabilità seguito alla morte di [[Nerone]] e definito dallo storico [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]] "lungo anno". Comandante delle truppe che erano impegnate fin dal 66 nella [[prima guerra giudaica|repressione in Giudea]], venne acclamato imperatore dalle legioni d'Egitto, Giudea, Siria e Danubio. All'arrivo dell'imperatore a Roma il senato lo riconobbe e lo nominò console per l'anno 70, insieme a suo figlio [[Tito (imperatore)|Tito]]. ▼
▲
La guerra civile rappresentò una decisa rottura con il passato, sia perché s'interruppe la continuità dinastica nella successione imperiale, sia perché per la prima volta un imperatore venne nominato lontano da Roma. Al nuovo sovrano vennero riconosciuti con un decreto del
== Biografia ==
=== Origini familiari (9-25) ===
{{Vedi anche|Gens Flavia}}
Nacque in [[Sabina]] presso l'antico ''[[Cittareale|Vicus Phalacrinae]]'',<ref name="SvetonioVesp2"/> corrispondente all'odierna cittadina di [[Cittareale]] (nell'attuale [[provincia di Rieti]]) da [[Tito Flavio Sabino (padre di Vespasiano)|Tito Flavio Sabino]],<ref name="SvetonioVesp1"/> appartenente a una famiglia dell'[[ordine equestre]] di ''Reate'' (odierna [[Rieti]]),
Venne educato in campagna, vicino al ''vicus'' di ''[[Cosa (colonia romana)|Cosa]]'' (oggi nei pressi di [[Ansedonia]]), sotto la guida della nonna paterna, tanto che anche quando divenne ''princeps'' tornò spesso nei luoghi della sua infanzia, avendo lasciato la villa esattamente come era stata.<ref name="SvetonioVesp2"/>
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=== Carriera militare e politica (25-68) ===
{{vedi anche|Cursus honorum}}
Dopo aver preso la ''[[toga#Toga romana|toga virilis]]'' (all'età di sedici anni durante i ''[[Liberalia]]'' che si celebrarono il 17 marzo del
* inizialmente nell'esercito, in [[Tracia (provincia romana)|Tracia]],<ref>In questo caso si trattava della [[Mesia]], che a quel tempo disponeva di un paio di legioni: la ''[[legio IIII Scythica|legio IV Scythica]]'' e la ''[[legio V Macedonica]]''.</ref> come laticlavio<ref name="SvetonioVesp2"/> per almeno 3 o 4 anni (attorno all'anno
* più tardi divenne [[Questore (storia romana)|questore]] nella [[provincia romana|provincia]] di [[Creta e Cirene]]<ref name="SvetonioVesp2"/> (nel
* in seguito ricoprì la carica di [[Edile (storia romana)|edile]], classificandosi al sesto posto, dopo essere stato respinto la prima volta (nel
{{Citazione|In séguito, quando Vespasiano rivestiva la carica di edile e [[Caligola|C. Cesare]
* infine [[Pretore (storia romana)|pretore]] (nel
{{Citazione|Da pretore, per non trascurare alcun mezzo di ingraziarsi [[Caligola|Gaio]
Frattanto in questi anni sposò [[Flavia Domitilla maggiore|Domitilla]], figlia di un [[Ordine equestre|cavaliere]] di [[Ferento]],<ref name="SvetonioVesp3"/> da cui ebbe due figli: [[Tito (imperatore)|Tito]] e [[Domiziano]],<ref name="SvetonioVesp3"/> in seguito imperatori, e una figlia, [[Flavia Domitilla minore|Flavia Domitilla]].<ref name="SvetonioVesp3"/> La moglie e la figlia morirono entrambe prima che diventasse ''[[principato (storia romana)|princeps]]''.<ref name="SvetonioVesp3"/>
{{Citazione|Dopo la morte della moglie, si rimise in casa [[Antonia Caenis|Cenide]], liberta e segretaria di Antonia, un tempo sua amante e, anche quando fu imperatore, la tenne quasi in conto di legittima moglie.|[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 3}}
[[File:Roman.Britain.campaigns.43.to.60.jpg|thumb|La [[conquista della Britannia]] (dal
La carriera militare e senatoriale proseguì prima, servendo nel [[Germania superiore|distretto militare germanico]] della [[Gallia Lugdunense|Gallia Lugdunensis]] come ''[[legatus legionis]]'' della ''[[legio II Augusta]]'' (che a quel tempo era di stanza ad ''[[Argentoratae]]''<ref name="Campbell16">{{Cita|Campbell 2006|p. 16}}.</ref>) grazie al favore esercitato da [[Narciso (liberto)|Narciso]] presso l'imperatore.<ref name="SvetonioVesp4">[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 4.</ref> In seguito partecipò all'[[conquista della Britannia|invasione romana della Britannia]] sotto l'
{{Citazione|[...] ebbe trenta scontri
[[Cassio Dione|Cassio Dione Cocceiano]] aggiunge di un episodio curioso ed eroico in Britannia (poco credibile per l'età che Tito avrebbe avuto a quell'epoca, di soli otto anni):
{{Citazione|
Nel
{{Citazione|Il periodo di tempo fino al consolato, lo passò in appartato riposo, temendo [[Agrippina minore|Agrippina]], che aveva ancora molto potere presso il figlio e odiava l'amico del pur defunto Narciso.|[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 4}}
Nel
{{Citazione|Non ritornò di certo più ricco, giacché, compromesso ormai il suo credito, ipotecò tutte le proprietà al fratello e, di necessità, per sostenere le spese del [[senato romano|suo rango]], dovette abbassarsi a traffici da mercante di bestiame; perciò era comunemente soprannominato «il mulattiere».|[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 4}}
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==== Inizio della guerra giudaica (66-68) ====
{{Vedi anche|Prima guerra giudaica}}
[[File:1865 Spruner Map Israel or Palestine ante 70 AD.jpg|thumb|upright=1.4|L'antica [[giudea romana|provincia romana di Giudea]] al tempo della [[prima guerra giudaica|guerra contro i Romani]] (
{{Prima guerra giudaica}}
Nel
{{Citazione|[
{{Citazione|Poiché erano necessari, per domare quella rivolta, un esercito più consistente e un valente comandante al quale affidare, ma senza rischi, una sì ardua impresa, fu prescelto Vespasiano, soprattutto perché uomo di provato valore e tale da non dare ombra in alcun modo, per la modestia delle sue origini e del suo nome.|[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 4}}
E così Vespasiano fu incaricato della conduzione della [[prima guerra giudaica|guerra in Giudea]],<ref name="Dione63.22.1a">[[Cassio Dione|Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', LXIII, 22.1a.</ref> che minacciava di espandersi a tutto l'Oriente. Vespasiano, che si trovava in [[Acaia (provincia romana)|Grecia]] al seguito di Nerone, inviò il figlio Tito ad [[Alessandria d'Egitto]] per rilevare la ''[[legio XV Apollinaris]]'', mentre egli stesso attraversava l'[[Dardanelli|Ellesponto]], raggiungendo la Siria via terra, dove concentrò le forze romane e numerosi contingenti ausiliari di [[regno cliente (storia romana)|re clienti]] (tra cui quelli di [[Erode Agrippa II]]).<ref name="GFlavioIII.2.4"/><ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 1.3.</ref>
Ad [[Antiochia di Siria]],<ref name="GFlavioIII.2.4">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 2.4.</ref> Vespasiano
Intanto i Giudei, esaltati dal successo conseguito su Cestio Gallo, raccolsero con grande rapidità tutte le loro forze meglio equipaggiate e [[Assedio di Ascalona|mossero contro Ascalona]], città distante circa 90 km da [[Gerusalemme]]. La spedizione era guidata da tre uomini di valore: [[Niger della Perea]], [[Sila di Babilonia]] e [[Giovanni l'Esseno]].<ref name="GFlavioIII.2.1">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 2.1.</ref> [[Ascalona]] era circondata da possenti mura, ma con poche truppe: si trattava di una sola [[cohors peditata|coorte di fanteria]] e un'[[ala (esercito romano)|ala di cavalleria]].<ref name="GFlavioIII.2.1"/> Ma ciò risultò sufficiente, poiché il comandante romano, Antonio, riuscì a mettere in fuga i nemici
{{Citazione|In tutto l'Oriente si era diffusa un'antica e persistente credenza secondo cui era scritto nei fati che quanti in quel tempo fossero venuti dalla Giudea si sarebbero impadroniti del [[Imperatore romano|sommo potere]].|[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 4}}
{{Citazione|
Applicando a sé stessi questa profezia, i Giudei si erano ribellati al governatore romano e lo avevano ucciso, sconfiggendo poi il governatore di Siria [[Gaio Cestio Gallo]], giunto in soccorso del primo, e riuscendo anche a prendergli un'[[aquila (storia romana)|aquila legionaria]].<ref name="SvetonioVesp4"/>
[[Flavio Giuseppe|Giuseppe Flavio]] racconta che, dopo aver radunato le truppe, Vespasiano (inizi del
Svetonio aggiunge un episodio curioso di questi anni di guerra:
{{Citazione|In Giudea, quando consultò l'oracolo di Giove [[Monte Carmelo|Carmelo]], le sorti gli confermarono la promessa che si sarebbe avverato tutto ciò che di più grandioso egli concepisse e desiderasse. E uno dei notabili prigionieri, [[Flavio Giuseppe|Giuseppe]], mentre veniva costretto in catene, tenacemente assicurava che presto sarebbe stato liberato dallo stesso Vespasiano, una volta divenuto imperatore.|[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 5}}
{{Doppia immagine|left|Vespasian, from Naples, c. AD 70, Ny Carlsberg Glyptotek, Copenhagen (13646730625).jpg|148|Portret van Flavius Josephus, RP-P-1906-2507.jpg|145|Busto di Vespasiano|
Lo stesso Giuseppe afferma nella sua ''Guerra giudaica'' che, quando Vespasiano dispose di metterlo sotto custodia con ogni attenzione, volendo inviarlo subito dopo a [[Nerone]],<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 8.8.</ref> Giuseppe dichiarò che aveva da fare un annuncio
{{Citazione|
Sul momento Vespasiano rimase incredulo, pensando che Giuseppe lo stesse adulando per aver salva la vita, ma poi, sapendo che anche in altre circostanze Giuseppe aveva fatto predizioni esatte, fu indotto a ritenere che ciò che gli aveva annunciato fosse vero, avendo egli stesso in passato pensato al potere imperiale e ricevendo altri segnali che gli presagivano il ''[[Imperatore romano|principato]]''. Alla fine non mise in libertà Giuseppe, ma gli donò una veste
▲Lo stesso Giuseppe afferma nella sua ''Guerra giudaica'' che, quando Vespasiano dispose di metterlo sotto custodia con ogni attenzione, volendo inviarlo subito dopo a [[Nerone]],<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 8.8.</ref> Giuseppe dichiarò che aveva da fare un annuncio importate allo stesso Vespasiano, di persona ed a quattr'occhi. Quando il comandante romano ebbe allontanato tutti gli altri tranne il figlio Tito e due amici, Giuseppe gli parlò:<ref name="GFlavioIII.8.9">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 8.9.</ref>
▲{{Citazione|''Tu credi, Vespasiano, di aver catturato soltanto un prigioniero, mentre io sono qui per annunciarti un grandioso futuro. Se non avessi avuto l'incarico da Dio, conoscevo bene quale sorte spettava a me in qualità di comandante, secondo la legge dei Giudei: la morte. Tu vorresti inviarmi da Nerone? Per quale motivo? Quanto dureranno ancora Nerone ed i suoi successori, prima di te? Tu, o Vespasiano, sarai Cesare e imperatore, tu e tuo figlio. Fammi pure legare ancor più forte, ma custodiscimi per te stesso. [...] e ti chiedo di essere punito con una prigionia ancor più rigorosa se sto mentendo, davanti a Dio''.|Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 8.9.400-402}}
Dopo un primo
▲Sul momento Vespasiano rimase incredulo, pensando che Giuseppe lo stesse adulando per aver salva la vita, ma poi, sapendo che anche in altre circostanze Giuseppe aveva fatto predizioni esatte, fu indotto a ritenere che ciò che gli aveva annunciato fosse vero, avendo egli stesso in passato pensato al potere imperiale e ricevendo altri segnali che gli presagivano il ''[[Imperatore romano|principato]]''. Alla fine non mise in libertà Giuseppe, ma gli donò una veste ed altri oggetti di pregio, trattandolo con ogni riguardo anche per le simpatie del figlio Tito.<ref name="GFlavioIII.8.9"/>
▲Dopo un primo ed intenso anno di [[prima guerra giudaica|guerra in Giudea]], che aveva visto Vespasiano sottomettere tutti i territori giudaici a parte quelli intorno alla capitale Gerusalemme, dove peraltro era in corso una guerra civile tra la fazione degli Zeloti e coloro che stavano dalla parte dei sommi sacerdoti, il comandante romano si stava preparando ad attaccare Gerusalemme da ogni parte.<ref name="GFlavioIV.9.1">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', IV, 9.1.</ref> Quando, però, giunse la notizia che [[Nerone]] si era tolto la vita, dopo un regno di tredici anni, otto mesi e otto giorni,<ref name="GFlavioIV.9.2">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', IV, 9.2.</ref> Vespasiano preferì rinviare la marcia su Gerusalemme, aspettando di sapere chi fosse stato acclamato imperatore. Appreso che era stato eletto [[Galba]], preferì rimanere a Cesarea, in attesa di ricevere istruzioni sulla guerra.
Decise così di inviare il proprio figlio, Tito, per rendergli omaggio e per farsi dare disposizioni sulla guerra in Giudea. Accompagnava Tito, il re Agrippa. E mentre questi stavano attraversando per via di terra l'[[Acaia (provincia romana)|Acaia]], giunse la notizia dell'uccisione di Galba (dopo soli sette mesi e sette giorni di regno), e dell'acclamazione a imperatore del suo rivale [[Otone]]. E se Agrippa decise di proseguire per [[Roma (città antica)|Roma]], senza preoccuparsi del cambiamento intervenuto, Tito, per una divina ispirazione, tornò in [[Siria (provincia romana)|Siria]], raggiungendo il padre a Cesarea. Non sapendo come comportarsi, visto lo scoppio della [[guerra civile romana (68-69)|guerra civile]], preferirono sospendere le operazioni militari contro i Giudei, in attesa di conoscere quali sarebbero stati gli sviluppi a Roma.<ref name="GFlavioIV.9.2"/>
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{{vedi anche|Guerra civile romana (68-69)}}
{{Doppia immagine|right|Stockholm - Antikengalerie 4 - Büste Kaiser Galba.jpg|135|Otone scontornato png.png|195|Busto di [[Galba]]|Busto di [[Otone]]}}
Lo [[guerra civile romana (68-69)|scoppio della guerra civile]] in seguito alla morte di Nerone (giugno del
==== Nomina ad ''Imperator'' ====
;Svetonio
Secondo Svetonio, Vespasiano, impegnato dal
[[File:Aureus à l'effigie de Vespasien.jpg|left|thumb|Tito Flavio Vespasiano]]
{{Citazione|Tuttavia, sebbene i suoi fossero molto risoluti e insistenti, non prese alcuna iniziativa prima di esservi spinto da manifestazioni di simpatia che occasionalmente gli furono tributate anche da soldati sconosciuti e lontani. I duemila soldati delle tre legioni appartenenti all'esercito della Mesia, che erano stati mandati in aiuto di [[Otone]], appena intrapresa la marcia, ricevettero la notizia della sconfitta e del suicidio di costui. Ciononostante proseguirono fino ad [[Aquileia (città antica)|Aquileia]], quasi senza tener conto di quelle voci. Lì, approfittando dell'occasione e dell'assenza di controllo, si erano dati ad ogni sorta di rapine. Temendo di doverne, al ritorno, rendere ragione e subire una condanna, decisero allora di scegliere e di nominare anche loro un imperatore, giacché ritenevano di non essere inferiori né all'esercito di Spagna che aveva eletto Galba, né a quello di Germania che aveva eletto Vitellio. Così furono presentati i nominativi dei [[Legatus Augusti pro praetore|luogotenenti]] di [[console (storia romana)|rango consolare]], dovunque allora si trovassero. Tutti venivano scartati per i più diversi motivi; finché alcuni soldati della [[Legio III Gallica|terza legione]], quella che verso la fine dell'impero di Nerone dalla [[Siria (provincia romana)|Siria]] era stata trasferita in Mesia, esaltarono con grandi lodi Vespasiano. Ci fu un accordo generale e scrissero immediatamente il nome di Vespasiano su tutti i loro vessilli.|Svetonio, ''Vita di Vespasiano'', 6}}
[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]] aggiunge che, se questa prima insurrezione venne inizialmente placata e le truppe ricondotte al loro dovere, generò grande fermento in tutto l'Impero, tanto che il [[prefetto d'Egitto]], [[Tiberio Giulio Alessandro|Tiberio Alessandro]], per primo, indusse le sue legioni a prestare giuramento nei confronti di Vespasiano il 1º luglio (mentre quest'ultimo si trovava a [[Cesarea marittima|Cesarea]]),<ref name="SvetonioVesp6"/> che in seguito venne considerato come il primo giorno del suo [[principato (storia romana)|principato]]. L'11 luglio era la volta dell'esercito di Giudea a prestare giuramento davanti allo stesso Vespasiano.<ref name="SvetonioVesp6"/> Trovò, inoltre, un valido aiuto militare da parte di [[Gaio Licinio Muciano]], governatore della [[Siria (provincia romana)|Siria]]
{{Citazione|Molto giovò all'impresa la diffusione di una lettera indirizzata a Vespasiano, autentica o falsa che fosse, del defunto Otone che, in un'estrema supplica, lo pregava di vendicarlo e lo esortava a soccorrere lo Stato.|Svetonio, ''Vita di Vespasiano'', 6.}}
;Tacito
[[Publio Cornelio Tacito|Tacito]] scrive che Vespasiano, sebbene avesse già giurato con l'esercito per Vitellio, stesse considerando le proprie forze. Rifletteva sul fatto che aveva ben 60 anni e due giovani figli, e che gli eserciti che avrebbe dovuto affrontare erano vittoriosi, mentre i propri erano estranei alla guerra civile o perdenti; inoltre immischiandosi in quei giochi di potere c'era da temere un assassinio, come era successo di recente con [[Scriboniano]]. Muciano invece lo incitava pubblicamente ricordandogli di avere
L'iniziativa di nominarlo imperatore partì da Alessandria d'Egitto per la fretta di [[Tiberio Giulio Alessandro|Tiberio Alessandro]], [[prefetto d'Egitto]], il primo di luglio (mentre quest'ultimo si trovava a [[Cesarea marittima|Cesarea]]).<ref name="SvetonioVesp6"/> Questa data venne consacrata come il primo giorno del principato di Vespasiano<ref name="GFlavioIV.10.6">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', IV, 10.6.</ref> sebbene le legioni che comandava in [[Giudea]] avessero prestato giuramento solo due giorni dopo (secondo Svetonio invece questo avvenne l'11 luglio,<ref name="SvetonioVesp6"/> forse perché vi fu confusione fra l'esercito di Siria e quello di Giudea<ref>{{cita libro|titolo=[[Historiae (Tacito)|Historiae]]|autore=Tacito|pagina=226|ISBN=88-02-01848-0|curatore=Azelia Arici}}</ref>), quando pochi soldati, mentre gli altri aspettavano che qualcuno facesse la prima mossa, lo attesero fuori dalla sua tenda come di consueto, ma invece di salutarlo come legato lo acclamarono imperatore. Così tutti gli altri soldati si unirono ad adularlo, ma da parte sua non vi fu vanagloria o arroganza, e dopo che ebbero prestato giuramento, tenne un discorso nel teatro di [[Antiochia di Siria|Antiochia]]. Giurarono per Vespasiano tutta la Siria, il re Soemio, il re Antioco, il re Erode Agrippa II, sua sorella, le province bagnate dal mare dall'Asia all'Acaia e quelle che si estendevano all'interno verso il Ponto e l'Armenia.<ref>{{cita libro|titolo=[[Historiae (Tacito)|Historiae]]|autore=Tacito|volume=II|capitolo=LXXIX-LXXXI}}</ref>
;Giuseppe Flavio
[[Flavio Giuseppe|Giuseppe Flavio]] spiega che
{{Citazione|Se per governare
I soldati si radunarono tutti insieme e, facendosi coraggio l'un l'altro, acclamarono Vespasiano loro [[Imperatore romano|imperatore]], pregandolo di salvare la ''
{{Citazione|
Vespasiano decise così di scrivere a [[Tiberio Giulio Alessandro|Tiberio Alessandro]], [[prefetto d'Egitto|governatore dell'Egitto e di Alessandria]], informandolo di essere stato acclamato ''imperator'' dalle truppe in Giudea e che contava sulla sua collaborazione
Ancora Giuseppe Flavio racconta che quando Vespasiano si trasferì a [[Beirut|Berito]] da [[Cesarea marittima|Cesarea Marittima]], venne raggiunto da numerose ambascerie provenienti dalla [[Siria (provincia romana)|provincia di Siria]] e dalle altre province orientali che gli recavano doni e decreti gratulatori. Giunse anche [[Gaio Licinio Muciano|Muciano]], governatore di Siria, a tributargli il suo appoggio e giuramento di fedeltà, insieme a quello dell'intera popolazione provinciale.<ref name="GFlavioIV.10.6"/> Anche le legioni di [[Mesia]] e [[Pannonia (provincia romana)|Pannonia]], che già da tempo avevano dato segni di insofferenza al potere di Vitellio, giurarono con grande entusiasmo la loro fedeltà a Vespasiano.<ref name="GFlavioIV.10.6"/>
[[File:Roman Empire 69.svg|upright=1.4|left|thumb|L'[[Impero romano]] al tempo della [[guerra civile romana (68-69)]]
==== Guerra contro Vitellio ====
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Iniziata dunque la [[guerra civile romana (68-69)|guerra civile]], si trasferì da Antiochia ad [[Alessandria d'Egitto]], per controllare anche questa provincia.<ref name="SvetonioVesp7">[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 7.</ref> Raccontano [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]] e [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]] che durante il suo soggiorno in [[Egitto (provincia romana)|Egitto]] si rese protagonista di due "miracoli", ovvero di aver curato gli occhi di un cieco sputandoci sopra e la gamba di uno zoppo toccandogliela con il proprio calcagno (entrambi avevano supplicato il "tocco divino" dell'imperatore come [[Serapide]] aveva loro suggerito in sogno). In realtà i suoi medici gli avevano già suggerito che le piaghe potevano essere guarite, quindi il suo gesto, in caso di successo, gli avrebbe portato molta notorietà in quelle terre, e che in caso di insuccesso nulla sarebbe cambiato.<ref name="SvetonioVesp7"/>
Le sue truppe entrarono in [[Regio X Venetia et Histria|Italia nord orientale]] sotto il comando di [[Marco Antonio Primo|Antonio Primo]] e sconfissero l'esercito di Vitellio nella [[seconda battaglia di Bedriaco]],<ref name="SvetonioVesp7"/> saccheggiando quindi [[assedio di Cremona|Cremona]]<ref>[[Publio Cornelio Tacito|Tacito]], ''[[Historiae (Tacito)|Historiae]]'', III, 19-35.</ref>
{{Citazione|Ma, [[seconda battaglia di Bedriaco|sconfitto dovunque]] o sul campo o per tradimento, venne a patti con il fratello di Vespasiano, [[Tito Flavio Sabino (console 47)|Flavio Sabino]], per aver salva la vita e un appannaggio di cento milioni di [[sesterzio|sesterzi]]. Subito dopo, sui gradini del [[Palazzi imperiali del Palatino|palazzo]], davanti a una folla di soldati dichiarò di voler abbandonare quel potere che aveva assunto suo malgrado. Ma, di fronte alle generali proteste, differì la questione e, fatta passare una notte, si ripresentò ai [[Rostri]] alle prime luci del giorno: in veste dimessa e tra i singhiozzi ripeté le stesse dichiarazioni, questa volta leggendole da un testo scritto.|Svetonio, ''Vita di Vitellio'', 15}}
[[File:Aulus Vitellius (MRABASF Matritum) 01.jpg|thumb|upright=0.7|Ritratto di [[Vitellio]], rivale di Vespasiano per la [[Imperatore romano|porpora imperiale]]
Poiché gran parte dei soldati (quelli delle [[Germania superiore|legioni germaniche]]<ref name="GFlavioIV.11.4">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', IV, 11.4.</ref>) e del popolo si opponevano a che abbandonasse il potere, esortandolo a non perdersi d'animo, si riprese
{{Citazione|Con un improvviso colpo di mano sospinse sul Campidoglio Sabino e gli altri Flaviani che se ne stavano senza più timori e, appiccato il fuoco al tempio di Giove Ottimo Massimo, li annientò. Intanto lui banchettando assisteva alla battaglia e all'incendio dal [[Domus Tiberiana|palazzo di Tiberio]].|Svetonio, ''vita di Vitellio'', 15.}}
Il giovane figlio di Vespasiano, [[Domiziano]], che era con lo zio, riuscì a scampare alla strage, travestendosi da sacerdote di [[Iside]], e si nascose nella casa al [[Velabro]] di Cornelio Primo, un cliente di suo padre.<ref>Tacito, ''Historiae'', III, 74. Secondo Svetonio (''Vita di Domiziano'', 1), invece, Domiziano si sarebbe rifugiato presso la madre di un suo amico.</ref> Poco dopo, Vitellio, pentito di quanto aveva commesso e dandone la colpa ad altri<ref name="SvetonioVitellio15"/>, convinse il Senato
{{Citazione|Vi trovò ogni cosa in abbandono, perché anche quelli del suo seguito si stavano dileguando. Si cinse allora ai fianchi una fascia piena di monete d'oro e si rifugiò nella guardiola del portiere, dopo aver legato il cane davanti alla porta ed essersi barricato con il letto e un materasso.|[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vitellio'', 16}}
Riga 182 ⟶ 183:
=== Principato (69-79) ===
E mentre Tito [[assedio di Gerusalemme (70)|stringeva d'assedio Gerusalemme]], Vespasiano si imbarcò ad Alessandria su una nave da carico, per poi approdare all'isola di [[Rodi]]; da qui continuò il viaggio su [[trireme|triremi]] ricevendo accoglienze festose in qualunque città egli decidesse di fermarsi lungo il percorso. Dalla Ionia, infine, passò in Grecia, poi all'isola di ''[[Corfù|Corcira]]'' e da qui al [[santa Maria di Leuca|promontorio Iapigio]], da dove proseguì via terra per la capitale.<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', VII, 2.1.</ref> [[Flavio Giuseppe|Giuseppe Flavio]] racconta che Vespasiano fu accolto festosamente in tutte le città d'[[Italia romana|Italia]], ma soprattutto a [[Roma (città antica)|Roma]] dove ricevette accoglienze entusiastiche sia da parte del popolo
{{Citazione|
{{Citazione|Quando
Giunto così a Roma<ref name="SvetonioVesp8">[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 8.</ref> nella primavera del
{{Citazione|I soldati, chi per baldanza di vittoria chi per il bruciore della sconfitta, si erano spinti a ogni sfrenata audacia; ma anche province e città libere, nonché alcuni [[regno cliente (storia romana)|regni]], avevano tra loro rapporti piuttosto burrascosi. Perciò dei soldati di Vitellio egli congedò la maggior parte e li tenne a freno; quanto a quelli che avevano contribuito alla vittoria, non accordò alcun favore straordinario: anzi, ritardò perfino il pagamento delle legittime ricompense.|[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 8}}
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{{Citazione|E, affinché fosse ben chiaro che i due ordini differivano tra loro non tanto per i diritti quanto per il rango, in una lite sorta tra un senatore e un cavaliere romano sentenziò che «non si dovevano ingiuriare i senatori, ma che, comunque, ricambiare gli insulti era un diritto civile e morale».|Svetonio, ''Vita di Vespasiano'', 9}}
Cambiò lo statuto della [[guardia pretoriana]], formata da nove [[coorte|coorti]]
;Riforma giudiziaria
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==== Politica sociale e opere pubbliche ====
{{Vedi anche|Arte flavia|Colosseo|Tempio della Pace}}
[[File:Colosseo sbiancato P1070304.JPG|thumb|upright=1.4|Il [[Colosseo]] a [[Roma]]: iniziato da Vespasiano nel 72, fu ultimato da Tito nell'80
[[File:2016 Temple of Peace (Rome) 02.jpg|thumb|upright=1.4|Resti del [[Tempio della Pace]], eretto tra il 71 e il 75
Spesso Vespasiano offriva banchetti sontuosi (''epulae'') per far guadagnare i macellai. In occasione dei ''[[Saturnali]]a'' offriva doni agli uomini, alle calende di marzo alle donne (1º marzo, vedi [[festività romane]]).<ref name="SvetonioVesp19">Svetonio, ''Vita di Vespasiano'', 19.</ref> Nel
{{Citazione|Roma era deturpata dai segni di crolli e di passati incendi; e Vespasiano permise a chiunque di occupare le aree vuote e di costruirvi sopra se i proprietari non prendevano iniziative.|[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 8}}
Molto danaro fu speso in lavori pubblici e in restauri e abbellimenti di [[Roma (città antica)|Roma]]:
* ricostruì il [[Campidoglio]], dando lui stesso una mano a rimuovere le macerie e trasportandole personalmente in spalla; in questa circostanza fece rifare tremila tavole in bronzo, andate completamente distrutte nel recente incendio, dove erano conservati i [[senatoconsulto|senatoconsulti]] fin quasi dalla [[fondazione di Roma|fondazione della città]], i ''[[plebiscito|plebiscita]]'', i trattati e le alleanze;<ref name="SvetonioVesp8"/>
* iniziò la costruzione di un nuovo e funzionale [[Foro (urbanistica)|foro]], il terzo dopo quelli di [[foro di Cesare|Cesare]] e [[foro di Augusto|Augusto]], con annesso un [[Tempio della Pace|tempio dedicato alla Pace]].<ref name="SvetonioVesp9">[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 9.</ref> Il grandioso complesso fu decorato con le statue raccolte da Nerone in [[Acaia (provincia romana)|Grecia]] e in [[Anatolia|Asia Minore]], antichi capolavori di pittura e di scultura, oltre che con la suppellettile d'oro presa nel [[Secondo tempio di Gerusalemme|tempio dei Giudei]], di cui Vespasiano andava fiero.<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', VII, 5.7.</ref> Si trovava accanto al [[foro di Augusto]], separato solo dall'[[Argileto]], antica strada tra [[Foro Romano]] ed [[Esquilino]] risistemata poco dopo sotto [[Domiziano]] con la costruzione del [[Foro di Nerva|Foro Transitorio]]. Definito dai contemporanei come una delle meraviglie del mondo,<ref>[[Plinio il Vecchio]], ''[[Naturalis historia|Naturalis Historia]]'' XXXVI 102.</ref> venne iniziato da Vespasiano (nel
* portò a termine sul [[Celio]] il [[tempio del Divo Claudio]], iniziato da [[Agrippina minore|Agrippina]] ma quasi interamente demolito da [[Nerone]] fino alle fondamenta;<ref name="SvetonioVesp9"/>
* dispose la costruzione nonché la tassazione di numerosi [[orinatoio|orinatoi]], che presero il nome di "vespasiani";
* realizzò, infine, un grandioso [[anfiteatro]], il [[Colosseo]], simbolo ancora oggi dell'antica Roma, nell'area che sapeva essere stata a ciò destinata da [[Augusto]].<ref name="SvetonioVesp9"/><ref>{{AE|1995|111}}.</ref>
* fece inoltre ampliare un altro grande anfiteatro, l'[[arena di Pola]], che fu costruita nella prima metà del I
Vespasiano, infine, fece potenziare e manutenere i più importanti tratti viari della penisola e in particolare le vie [[Via Appia|Appia]], [[Via Salaria|Salaria]] e [[Via Flaminia|Flaminia]]. Ci è noto anche che la statua colossale di Nerone, che era situata nel vestibolo della ''[[Domus Aurea]]'', ''in summa sacra via''.<ref>[[Marco Valerio Marziale|Marziale]], ''Spettacoli'', II, 1; ''Epistole'', I, 71, 7; [[Cassio Dione]], LXVI, 15</ref>
==== Impulsi culturali ====
{{Vedi anche|Storia della letteratura latina (69 - 117)}}
[[File:Ritratto di vespasiano da ostia, 69-79 dc., 01.JPG|thumb|left|upright=0.7|[[ritratti di Vespasiano|Ritratto di Vespasiano]], ritratto onorario dopo la morte ([[Museo Nazionale Romano|Museo delle Terme]], Roma)
Vespasiano fu generoso verso senatori e cavalieri impoveriti,<ref name="SvetonioVesp17"/> verso moltissime città devastate da terremoti o incendi,<ref name="SvetonioVesp17"/> favorendo anche gli ingegni e le arti.<ref name="SvetonioVesp17"/> Egli fu, infatti, il primo imperatore a stanziare una somma di centomila sesterzi all'anno a favore di [[retorica|retori]] greci e latini, a spese del ''[[Fiscus Caesaris|fiscus]]''.<ref name="SvetonioVesp18">Svetonio, ''Vita di Vespasiano'', 18.</ref> Versò numerosi ''[[congiarium|congiaria]]'' ai poeti più importanti, ai migliori artigiani, come quello che restaurò la Venere di [[Coo]] e il [[Colosso di Nerone]].<ref name="SvetonioVesp18"/> Altri ricevettero un [[vitalizio]] di più di mille pezzi d'oro all'anno. Si dice che [[Marco Fabio Quintiliano]] fosse il primo pubblico insegnante a godere del favore imperiale. Svetonio racconta che:
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==== Organizzazione dell'esercito ====
{{Vedi anche|Esercito romano|dislocazione delle legioni romane}}
[[File:Exercitus romanus 80AD png.png|thumb|upright=1.4|Il mondo romano dopo la morte di Vespasiano e la relativa [[dislocazione delle legioni romane]]
Con Vespasiano
* al termine della [[guerra civile romana (68-69)|guerra civile]] e della [[rivolta batava|rivolta dei Batavi]], sciolse ben quattro [[legione romana|legioni]] che avevano trascinato nel fango le proprie insegne macchiandosi di disonore ([[Legio I Germanica|I ''Germanica'']], [[Legio IIII Macedonica|IV ''Macedonica'']], [[Legio XV Primigenia|XV ''Primigenia'']] e [[Legio XVI Gallica|XVI ''Gallica'']]<ref name="Keppie214">{{Cita|Keppie 1984|p. 214}}.</ref>) e ne riformò tre nuove ([[Legio II Adiutrix|II ''Adiutrix Pia Fidelis'']],<ref name="Keppie213">{{Cita|Keppie 1984|p. 213}}.</ref> [[Legio IIII Flavia Felix|IV ''Flavia Felix'']],<ref name="Keppie214"/> e [[legio XVI Flavia Firma|XVI ''Flavia Firma'']]<ref name="Keppie214"/>) dando la possibilità ad alcuni di fare pubblica ammenda;
* avendo trovato le casse dell'[[aerarium militare]] pressoché vuote, mise in atto tutta una serie di azioni per ripristinare la precedente situazione finanziaria alla guerra civile;
* data inoltre la crescente scarsità di reclute (cosa che da tempo rappresentava un problema insanabile) decise di aumentare l'impiego di [[truppe ausiliarie dell'esercito romano|truppe ausiliarie]] [[provincia romana|provinciali]] (raddoppiando in molte unità il numero degli effettivi, passando da 500 a {{formatnum:1000}} armati, ovvero trasformandole da ''quingenariae'' a ''milliariae''), facendo in modo che le generazioni future avessero un numero maggiore di potenziali [[cittadinanza romana|cittadini romani]] da arruolare nelle [[legione romana|legioni]].<ref>Cambridge University Press, ''Storia del mondo antico'', ''L'impero romano da Augusto agli Antonini'', vol. VIII, Milano 1975, p. 574.</ref> Di contro si andava a creare una vera e propria rarefazione dell'elemento italico a vantaggio di quello provinciale, pur non producendo mutamenti sostanziali nel valore militare complessivo;<ref>Anna Maria Liberati e Francesco Silverio, ''Organizzazione militare: esercito'', collana Vita e costumi dei romani antichi 5, Roma, Quasar, 1988, p. 18.</ref>
* al fine di aumentare la capacità difensiva dei [[limes romano|confini imperiali]] per tutta la loro lunghezza (oltre 9
* non trascurò il fatto che le truppe di confine, quando rimanevano inattive per troppo tempo, in un ambiente ospitale (soprattutto in Oriente), perdevano la loro capacità di combattere. Queste truppe, non avendo infatti una prospettiva immediata di guerra o di bottino, rischiavano di perdere la proverbiale disciplina e deteriorarsi. Solo un allenamento costante poteva preservare le capacità di combattimento, anche in tempo di pace, ben sapendo che dai primi [[castrum|accampamenti]] "rurali" (circondati dalle sole campagne) si era ormai passati a fortezze che andavano sempre più acquisendo una tipica atmosfera urbana (''[[canabae]]'');<ref>{{Cita|Luttwak 1981|pp. 159-162}}.</ref>
* tornò all'ordinamento augusteo, riducendo le coorti pretoriane a
* La riforma della prima [[coorte]] potrebbe essere avvenuta all'epoca di [[Augusto]] o forse al tempo dei [[Dinastia flavia|Flavi]].<ref name="Keppie176">{{Cita|Keppie 1984|p. 176}}.</ref> Si trattava di una coorte ''milliare'', vale a dire di dimensioni doppie rispetto alle altre nove coorti, con
==== Politica estera e provinciale ====
{{vedi anche|Limes romano|province romane|regno cliente (storia romana)}}
Ridusse nuovamente a
===== In Oriente =====
{{Vedi anche|Limes orientale|prima guerra giudaica}}
[[File:The Triumph of Titus Alma Tadema.jpg|thumb|left|upright=0.7|Vespasiano e Tito durante la cerimonia del trionfo ([[Lawrence Alma-Tadema|Alma Tadema]],
La [[prima guerra giudaica]]
Vespasiano guidò le sue forze in una pulizia etnica delle aree in rivolta. Con l'anno
[[File:(Venice) La distruzione del tempio di Gerusalemme -Francesco Hayez
In seguito a questi eventi due legioni furono trasferite lungo il fiume [[Eufrate]] in [[Cappadocia (provincia romana)|Cappadocia]] (la [[legio XII Fulminata|XII ''Fulminata'']] e la [[Legio XVI Flavia Firma|XVI ''Flavia Firma'']]).<ref name="SvetonioVesp8"/> Le ultime resistenze si opposero a Roma ancora per qualche anno, prima di cadere, portando all'[[assedio di Masada]] del
Il figlio Tito, dopo aver portato a termine il difficile assedio di Gerusalemme, si imbarcò per l'Italia (inizi del
Negli anni seguenti, dopo il [[trionfo]] congiunto di Vespasiano e Tito sui Giudei,<ref name="SvetonioVesp8"/> memorabile come prima occasione in cui padre e figlio furono associati nel trionfo,<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', VII, 5.4-6.</ref> il Tempio di [[Giano]] fu chiuso, e il mondo romano fu in pace per i restanti nove anni del regno di Vespasiano. La pace di Vespasiano divenne proverbiale. Distrutto, quindi, il [[tempio di Gerusalemme]] e dispersa la popolazione, gli ebrei non furono altrimenti perseguitati sotto Vespasiano e Tito. Lo stesso re [[Erode Agrippa II|Agrippa II]] e le sorelle [[Berenice di Cilicia|Berenice]] e [[Drusilla (figlia di Agrippa I)|Drusilla]] vivevano a Roma, intimi dei Flavi,<ref>Svetonio, ''Tito'', 7.</ref> e una colonia di ebrei viveva nella capitale libera di praticare la propria religione, salvo essere tenuti a pagare il ''[[fiscus iudaicus]]''.<ref name="GFlavioVII.6.6"/>
A partire dal
Nel quarto anno di regno di Vespasiano (dal luglio del
[[File:Roman East 50-it.svg|thumb|left|upright=1.4|Il [[regno di Commagene]] al momento dell'annessione all'
Giuntagli una simile denuncia, l'imperatore non poté non tenerne conto, tanto più che la città di ''[[Samosata]]'', la maggiore della Commagene, si trova sull'[[Eufrate]], da dove i Parti avrebbero potuto passare il fiume ed entrare facilmente entro i [[limes orientale|confini imperiali]]. Così Peto venne autorizzato ad agire nel modo più opportuno. Il comandante romano allora, senza che Antioco e i suoi se l'aspettassero, invase la Commagene alla testa della ''[[legio VI Ferrata]]'' e di alcune [[coorte|coorti]] e [[ala (esercito romano)|''ali'' di cavalleria]] [[truppe ausiliarie dell'esercito romano|ausiliaria]], oltre
L'invasione avvenne senza colpo ferire, poiché nessuno si oppose all'avanzata romana o provò a resistere. Una volta venuto a conoscenza di questi fatti, Antioco, non ritenendo opportuno muovere guerra ai Romani, preferì abbandonare il regno, allontanandosi di nascosto su un carro con moglie e figli. Giunto a centoventi [[stadio (unità di misura)|stadi]] dalla città verso la pianura, qui si accampò.<ref name="GFlavioVII.7.1"/> Frattanto Peto inviò un [[vessillazione|distaccamento]] a occupare ''Samosata'' con un presidio, mentre con il resto dell'esercito si diresse alla ricerca di Antioco.
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I figli del re, [[Gaio Giulio Archelao Antioco Epifane|Epifane]] e [[Callinico (principe di Commagene)|Callinico]], che non si rassegnavano a perdere il regno, preferirono impugnare le armi e tentarono di fermare l'armata romana. La battaglia divampò violenta per un'intera giornata; ma anche dopo questo scontro dall'esito incerto Antioco preferì fuggire con la moglie e le figlie in [[Cilicia]]. L'avere abbandonato figli e sudditi al loro destino generò nel morale delle sue truppe un tale sconcerto che alla fine i soldati commageni preferirono consegnarsi ai Romani. Al contrario il figlio Epifane, accompagnato da una decina di soldati a cavallo, attraversò l'Eufrate e si rifugiò presso il re dei Parti [[Vologase I|Vologase]], il quale lo accolse con tutti gli onori.<ref name="GFlavioVII.7.2">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', VII, 7.2.</ref>
Antioco giunse a [[Tarso (Turchia)|Tarso]] in [[Cilicia]], ma qui venne catturato da un centurione inviato da Peto a cercarlo. Arrestato, fu mandato a Roma in catene. Vespasiano però, rispettoso dell'antica amicizia, ordinò che durante il viaggio fosse liberato dalle catene e lo fece fermare a [[Sparta]]. Qui gli concesse cospicue rendite, al fine di poter mantenere un tenore di vita da re.<ref name="GFlavioVII.7.3">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', VII, 7.3.</ref> Quando queste informazioni giunsero al figlio
Chiesero pertanto a Vologase di potergli scrivere per perorare la loro causa. Essi, pur venendo trattati bene, non riuscivano ad adattarsi a vivere al di fuori dell'
===== In Europa =====
{{Vedi anche|Limes renano|rivolta batava|limes danubiano|campagne in Britannia di Agricola}}
[[File:Wales.Roman.Conquest.jpg|thumb|La conquista del [[Galles]] da parte dei Romani (
Rimasto unico imperatore, Vespasiano, al termine della [[guerra civile romana (68-69)|guerra civile]] (
Contemporaneamente alla rivolta batava si verificò un'invasione da parte delle popolazioni [[sarmati]]che dei [[Roxolani]] (nel
Vespasiano allora, informato dell'accaduto e di quanto fosse stata devastata la Mesia, inviò a punire i Sarmati
Nuove turbolenze in [[Britannia (provincia romana)|Britannia]] iniziarono nel
L'obiettivo era quello di occupare anche la [[Caledonia]], nella parte settentrionale dell'isola (l'attuale [[Scozia]]). L'anno seguente Vespasiano morì e non poté assistere ai successi di Agricola. In [[Germania Magna|Germania]] fu Vespasiano a cominciare l'avanzata in quei territori poi denominati ''[[Agri Decumates]]'' (posizionati tra [[Germania superiore]] e [[Rezia (provincia romana)|Rezia]]), grazie alle campagne del ''[[Legatus Augusti pro praetore]]'' della [[Gallia Lugdunense|Gallia Lugdunensis]], un certo [[Gneo Pinario Cornelio Clemente]] nel
=== Morte ===
Fu capace di scherzare anche nei suoi ultimi momenti di vita, quando esclamò: «''Purtroppo temo che mi stia trasformando in un Dio''» (in [[Lingua latina|latino]]: "''Vae, puto deus fio"''
=== Successione ===
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Svetonio riferisce che Vespasiano era tanto sicuro del proprio oroscopo e dei suoi figli, dopo tante congiure contro di lui sventate, da affermare in Senato:<ref name="SvetonioVesp25">Svetonio, ''Vita di Vespasiano'', 25.</ref>
{{Citazione|''A me succederanno i miei figli o nessuno!''|Svetonio, ''Vita di Vespasiano'', 25}}
Si dice anche che abbia avuto in sogno una visione, nella quale nel vestibolo del palazzo imperiale vi fosse una bilancia, dove da una parte si trovavano gli imperatori [[Claudio]] e [[Nerone]], e dall'altra lui stesso e i suoi figli. Il significato di questa visione era che i due gruppi di imperatori avrebbero regnato per un identico periodo di 27 anni: Claudio e Nerone dal
Alla morte di Vespasiano (23 giugno del
Domiziano rifiutò tuttavia di separarsi da Domizia ma Giulia, dopo avere sposato il cugino [[Tito Flavio Sabino (console 82)|Tito Flavio Sabino]], divenne sua amante.<ref name="Svetonio, Domiziano, 22"/> Tito fu considerato un buon imperatore dallo storico [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]] e da altri contemporanei; è noto per il suo programma di opere pubbliche a Roma e per la sua generosità nel soccorrere la popolazione in seguito a due eventi disastrosi, l'eruzione del [[Vesuvio]] del
{{Citazione|Amore e delizia del genere umano|[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Tito'', 1|''Amor ac deliciae generis humani''||lingua=la}}▼
▲{{Citazione|Amore e delizia del genere umano.|[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Tito'', 1|''Amor ac deliciae generis humani''.||lingua=la}}
Tito morì di febbri malariche ad ''[[Aquae Cutiliae]]'' il 13 settembre [[81]], quando con lui si trovava Domiziano:<ref>Molti storici non mancano di insinuare che Domiziano lo avesse fatto avvelenare: Cassio Dione, LXVI, 26, Filostrato, ''Vita di Apollonio di Tiana'', VI, 32; Erodiano, IV, 5, 6; Aurelio Vittore, ''I Cesari'', 10 e 11.</ref> partito subito per Roma, si fece acclamare imperatore dai [[Guardia pretoriana|pretoriani]], ai quali distribuì, come tradizione, la stessa somma che essi avevano ricevuto da Tito. Il giorno dopo il Senato gli concesse i titoli di ''[[Augusto]]'' e di ''padre della patria'', e poi vennero il pontificato, la ''potestas tribunicia'' e il consolato.▼
▲Tito morì di febbri malariche ad ''[[Aquae Cutiliae]]'' il 13 settembre
{{Albero genealogico/inizio}}
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{{Albero genealogico | | | | | | | | | | | VES | | | | DOM | | | | | | | | |VES=Vespasiano|DOM=Domiziano }}
{{Albero genealogico/fine}}
== Famiglia ==
Vespasiano sposò [[Flavia Domitilla maggiore|Flavia Domitilla]], figlia di [[Flavio Liberale]] e nota amante di [[Statilio Capella]], un ''[[Ordine equestre|equestrus]]'' di [[Sabratha (sito archeologico)|Sabratha]]. Domitilla morì prima del 69, dopo aver dato a Vespasiano due figli e una figlia:<ref name="SvetonioVesp3"/>
* [[Tito (imperatore)|Tito Flavio Vespasiano]] (39 - 81), imperatore dopo suo padre;
* [[Flavia Domitilla minore]] (45 - 66), sposò [[Quinto Petilio Ceriale]] ed ebbe tre figli, fra cui [[Flavia Domitilla (figlia di Domitilla minore)|Flavia Petilia Domitilla]];
* [[Domiziano|Tito Flavio Domiziano]] (51 - 96), imperatore dopo suo fratello.
Dopo essere rimasto vedovo, Vespasiano visse apertamente con la sua concubina [[Antonia Caenis|Antonia Cenide]], con cui aveva una relazione da diversi anni già durante il matrimonio e che proseguì fino alla morte di lei nel 75.<ref name="SvetonioVesp3"/>
== Monetazione imperiale del periodo ==
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|style="font-size: 90%;"| '''Vita di Vespasiano'''
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| 17 novembre del
|style="font-size: 90%;"| Nasce a ''[[Cittareale|Vicus Phalacrinae]]'',<ref name="SvetonioVesp2"/> in un villaggio non molto distante da [[Rieti]].
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| 17 marzo del
|style="font-size: 90%;"| Prende la ''[[toga#Toga romana|toga virilis]]'' (all'età di sedici anni) durante i ''[[liberalismo|liberalia]]'', avversando però per molto tempo il [[tribuno laticlavio|tribunato laticlavio]].<ref name="SvetonioVesp2"/>
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"|
|style="font-size: 90%;"| Diventa [[Edile (storia romana)|edile]].<ref name="SvetonioVesp2"/><ref name="Dione59.12.3"/>
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| gennaio del
|style="font-size: 90%;"| Ottiene la [[Pretore (storia romana)|pretura]].<ref name="SvetonioVesp2"/>
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"|
|style="font-size: 90%;"| Partecipa all'[[conquista della Britannia|invasione romana della Britannia]] sotto l'Imperatore [[Claudio]], dove si distingue come comandante (''[[legatus legionis]]'') della ''[[legio II Augusta]]''.<ref name="SvetonioVesp4"/><ref name="TacitoAgricola13.5"/>
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| novembre del
|style="font-size: 90%;"| Ottiene il [[Console (storia romana)|consolato]].<ref name="TPSulp17"/>
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| novembre del
|style="font-size: 90%;"| Fa ampliare l'Arena di Pola
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| primavera del
|style="font-size: 90%;"| Ottiene la conduzione della [[prima guerra giudaica|guerra in Giudea]].<ref name="SvetonioVesp4"/>
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| 1º luglio del
|style="font-size: 90%;"| Le legioni di stanza in Egitto proclamano Vespasiano, ''[[imperator]]''<ref name="SvetonioVesp6"/> (considerato più tardi come il primo giorno del suo [[principato (storia romana)|principato]]).
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| 11 luglio del
|style="font-size: 90%;"| Anche l'esercito di Giudea proclama Vespasiano come ''imperator''.
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| 20 dicembre del
|style="font-size: 90%;"| Le truppe di Antonio Primo (''pro-Vespasiano'') entrano a [[Roma (città antica)|Roma]], impadronendosene e mettendo a morte Vitellio.
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| 21 dicembre del
|style="font-size: 90%;"| Il Senato proclama Vespasiano imperatore e console, insieme al figlio [[Tito (imperatore)|Tito]].
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"|
|style="font-size: 90%;"| Vespasiano fa ritorno a [[Roma (città antica)|Roma]]. Viene, infine, sedata la [[rivolta batava]], iniziata l'anno precedente.<ref name="GFlavioVII.4.2"/>
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"|
|style="font-size: 90%;"| Iniziano i lavori di costruzione dell'[[colosseo|Anfiteatro Flavio]] ([[Colosseo]]) a Roma.
|-
|style="font-size: 90%;" align=center width="25%"| 23 giugno del
|style="font-size: 90%;"| Muore a Roma, lasciando come suo erede il figlio Tito.
|}
Il grande storico [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]]
{{Citazione|[...]
[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]] lo descrive come un uomo giusto, onesto, molto legato alle sue origini famigliari, con la sola pecca di essere avido di denaro:<ref name="SvetonioVesp16">Svetonio, ''Vita di Vespasiano'', 16.</ref>
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Tutto sommato godette di buona salute, accontentandosi di mantenerla con massaggi regolari a tutto il corpo, stando a digiuno un giorno al mese.<ref name="SvetonioVesp20"/> Era poi sua abitudine svegliarsi molto presto, leggere lettere e rapporti di tutti i suoi funzionari, ricevere amici (come spesso accadeva con [[Gaio Plinio Secondo]]<ref>[[Gaio Plinio Cecilio Secondo]], ''Epistolario'', III, 5.9.</ref>), vestirsi da solo, fare una passeggiata in lettiga, riposare con una delle tante concubine, che dopo la morte di Cenide, ne avevano preso il posto.<ref name="SvetonioVesp21">Svetonio, ''Vita di Vespasiano'', 21.</ref>
{{Citazione|[...] dalla sua camera passava poi nel bagno e nel [[triclinio]]. Dicono che in nessun momento fosse più disponibile e più indulgente; e i domestici cercavano di cogliere particolarmente quelle occasioni per rivolgergli qualche richiesta.|Svetonio, ''Vita di Vespasiano'', 21}}
Durante la cena, come in ogni altra occasione, era molto socievole
{{Citazione|Avendo ceduto agli attacchi di una che sembrava morire d'amore per lui, le diede quattrocentomila sesterzi per una notte d'amplessi e, quando il tesoriere gli chiese come volesse registrare quella somma nei suoi conti, rispose: «Per Vespasiano appassionatamente amato».|Svetonio, ''Vita di Vespasiano'', 22}}
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{{Citazione|[...] si dedicò apertamente a speculazioni disonorevoli anche per un privato cittadino, facendo incetta di certe merci soltanto per poi rivenderle a più caro prezzo. E non esitò nemmeno a vendere le cariche ai candidati e le assoluzioni agli imputati sia innocenti sia colpevoli. Si sospetta pure che fosse solito promuovere di proposito ad incarichi particolarmente importanti gli amministratori più rapaci, allo scopo di condannarli poi, una volta arricchiti: li usava - si diceva in giro - come spugne, perché, quando erano asciutti, li inzuppava, e, quando erano bagnati, li spremeva.|Svetonio, ''vita di Vespasiano'', 16}}
Militare di carriera, dimostrò di avere notevoli doti tattico-strategiche, evitando di esporre il proprio esercito
{{Citazione|«Se qualcuno
=== Autori moderni ===
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* [[Filippo Coarelli]] (a cura di), ''Divus Vespasianus: il bimillenario dei Flavi'', catalogo della mostra (Roma, 27 marzo 2009-10 gennaio 2010), Milano, Electa, 2009. ISBN 88-370-7069-1
* [[Albino Garzetti]], ''L'Impero da Tiberio agli Antonini'', Bologna, Cappelli, 1960.
* {{Cita libro|autore=[[Adrian Keith Goldsworthy]]|titolo=In the Name of Rome: the Men Who Won the Roman Empire|url=https://archive.org/details/innameofromemenw0000gold_e3z8|lingua=inglese|editore=Weidenfeld & Nicolson|anno=2003|città=London|isbn=0-297-84666-3|cid=Goldsworthy 2003}}
* [[Michael Grant]], ''Gli imperatori romani'', Roma, Newton Compton, 2008. ISBN 978-88-8289-400-9
* [[Stéphane Gsell]], [http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k74956g ''Essai sur le règne de l'empereur Domitien''], Paris, Thorin & Fils, 1894 (rist. anastatica: Roma, L'Erma di Bretschneider, 1967. ISBN 88-7062-294-0)
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