Licinio: differenze tra le versioni

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{{Monarca
|nome = Licinio
|titolo = [[Augusto (titolo)|Augusto d'Oriente]] dell'[[Impero Romanoromano]]
|immagine = Cammeo “Trionfo di Licinio”.jpg
|regno = *11 novembre [[308]] - [[311]] (come [[Augusto (titolo)|Augusto]] d'Occidente, con [[Galerio]] Augusto d'Oriente)
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|successore = [[Costantino I]]
|consorte = [[Flavia Giulia Costanza]]
|figli = [[Valerio Liciniano Licinio]]<br>Liciniano (illegittimo)
|data di nascita = [[265]] circa
|data di morte = [[325]]
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|Grado =[[Imperatore romano|Augusto d'Oriente]]
|Guerre =
* [[Guerre romano-persiane]]
* [[Guerra civile romana (306-324)]]
|Campagne =
* [[Campagne sasanidi di Galerio]]
* [[Campagne siriano-mesopotamiche di Sapore II]]
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|Morto_a = [[Tessalonica]]
|Luogo_di_sepoltura =
|Religione = [[religione romana]], poi [[cristianesimo]] (ufficialmente)
|Religione =
}}
{{Bio
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|Epoca = 300
|Attività = imperatore
 
|Attività2 = condottieromilitare
|Nazionalità = romano
|PostNazionalità = dal [[308]] al [[324]]
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Licinio nacque in [[Mesia|Moesia]]<ref>Eutropio, x.4.1; Anonimo valesiano, 5 13. Socrate Scolastico parla (i 2) di ''Nova Dacia'', ossia nome più recente della Mesia.</ref> da una famiglia di umili contadini [[daci]]<ref>Aurelio Vittore, ''Epitome'', 41.9; Anonimo valesiano, 5 13.</ref><ref name=Jones509>{{Cita libro|cognome1=Jones |nome1=A.H.M. |cognome2=Martindale |nome2=J.R. |titolo=The Prosopography of the Later Roman Empire, Vol. I: AD260-395 |editore=Cambridge University Press |anno=1971 |p=509}}</ref><ref name=DiMaio>{{Cita web|url=http://www.roman-emperors.org/licinius.htm |cognome=DiMaio |nome=Michael, Jr. |titolo=Licinius (308–324 A.D.) |sito=De Imperatoribus Romanis |data=23 febbraio 1997}}</ref>, probabilmente attorno al [[265]].<ref>Aurelio Vittore, ''Epitome'', 41.8 lo dice morto a circa sessant'anni.</ref> Fu commilitone e amico di vecchia data di [[Galerio]],<ref>Lattanzio, ''Morte dei persecutori'', 20 3; Eutropio, x.4.1; Aurelio Vittore, ''Cesari'', 40.8; Zosimo ii 11; Socrate i 2.</ref> sotto il quale servì durante la [[Campagne sasanidi di Galerio|campagna persiana]].<ref>Eutropio, x.4.1.</ref>
 
Nel [[307]] fu inviato come ambasciatore di Galerio, assieme a [[Pompeo Probo]], presso [[Massenzio]],<ref>Anonimo valesiano 3,7.</ref> ildopo qualeche avevaquesti interrottosi ilera principio della [[tetrarchia]] facendosifatto proclamare imperatore dalle proprie truppe il 28 ottobre 306, einterrompendo il principio della [[tetrarchia]], per poi resistendoresistere alle campagne condotte per deporlo da [[Flavio Valerio Severo]] (fine 306/-inizi 307) e Galerio (estate 307). per deporlo; lL'ambasciata non sortì però effetti.
 
Morto Severo, in occasione del [[Guerra civile romana (306-324)|convegno di Carnunto]], tenutosi nell'ottobre/novembre [[308]], fu deciso che Galerio elevasse Licinio al rango di [[augusto (titolo)|augusto]], cosa che avvenne l'11 novembre [[308]];<ref>''Consolaria costantinopolitana'', ''s.a.'' 308; Lattanzio, ''Morte dei persecutori'', 29 3, 32 1; Anonimo valesiano, 3 8, 5 13; Eutropio, x.4.1; Aurelio Vittore, ''Cesari'', 40.8; Aurelio Vittore, ''Epitome'', 40.2; Zosimo ii 11; Socrate i 2; Orosio, vii 28.11.</ref> oltre al titolo, Licinio ricevette anche il comando delle [[Provincia Romana(storia romana)|province]] dell'[[Illiria|Illirico]], [[Tracia]] e [[Pannonia (provincia romana)|Pannonia]].<ref name="dimaio"> DiMaio, Michael, [http://www.roman-emperors.org/licinius.htm "Licinius (308-324 A.D.)"], ''De imperatoribus romanis''.</ref>
 
=== Regno ===
{{Vedi anche|Guerra civile romana (306-324)}}
Licinio iniziò il proprio regno come tetrarca, con Galerio come augusto collega, mentre [[Costantino I]] e [[Massimino Daia]] ricoprivano il ruolo di [[cesare (titolo)|cesare]], rispettivamente in Occidente e Oriente; al di fuori di questo quadro però si trovavano [[Massenzio]], che deteneva effettivamente il potere su parte dell'Occidente, e suo padre [[Massimiano]], che aveva abdicato, ma sperava di riottenere il potere che aveva perduto.
 
Alla morte di Galerio, nel maggio del [[311]], Licinio divise l'intero impero con [[Massimino Daia]], definendo come confine l'[[Ellesponto]] e il [[Bosforo]]. Nel febbraio del [[313]] si recò a [[Milano]], per incontrare [[Costantino I]], divenuto l'unico imperatore della parte occidentale dopo aver sconfitto [[Massenzio]]: i due strinsero un'alleanza, rafforzata dal matrimonio di Licinio con la sorellastra di Costantino, [[Flavia Giulia Costanza|Costanza]]<ref>Lattanzio, ''Morte dei persecutori'', 43.2, 45.1; Anonimo valesiano, 5.13.28; Zosimo ii 17.2; Eutropio, x.5; Aurelio Vittore, ''Cesari'', 41.2; Aurelio Vittore, ''Epitome'', 41.4; Socrate i 2.25; Orosio, vii 28.19.</ref> (da cui ebbe nel 315 il figlio [[Valerio Liciniano Licinio]]), e promulgarono assieme l'[[Editto di Milano]].
 
Alla morte di Galerio, nel maggio del [[311]], dalla Pannonia Licinio contende la parte orientale dell'impero con [[Massimino Daia]], definendo come confine l'[[Ellesponto]] e il [[Bosforo]].
L'alleanza tra Licinio e Costantino escludeva chiaramente il terzo imperatore, Massimino, che si fece proclamare unico imperatore dalle truppe e mosse dalla [[Siria (provincia romana)|Siria]] verso occidente, conquistando [[Bisanzio]]: Licinio lo affrontò e sconfisse nella [[battaglia di Tzirallum]] il 30 aprile 313.
 
=== L'accordo con Costantino nel 313 ===
Alla morte di Galerio, nel maggio del [[311]], Licinio divise l'intero impero con [[Massimino Daia]], definendo come confine l'[[Ellesponto]] e il [[Bosforo]]. Nel febbraio del [[313]] Licinio si recòreca a [[Milano]], per incontrare [[Costantino I]], divenuto l'unico imperatore della parte occidentale dopo aver sconfitto [[Massenzio]]: i due strinserostringono un'alleanza, rafforzata dal matrimonio di Licinio con la sorellastra di Costantino, [[Flavia Giulia Costanza|Costanza]]<ref>Lattanzio, ''Morte dei persecutori'', 43.2, 45.1; Anonimo valesiano, 5.13.28; Zosimo ii 17.2; Eutropio, x.5; Aurelio Vittore, ''Cesari'', 41.2; Aurelio Vittore, ''Epitome'', 41.4; Socrate i 2.25; Orosio, vii 28.19.</ref> (da cui ebbe nel 315 il figlio [[Valerio Liciniano Licinio]]), e promulgarono assieme l'[[Editto di Milano]].
L'alleanza tra Licinio e Costantino escludeva chiaramente il terzo"Cesare" imperatore,Massimino MassiminoDaia, che si fece proclamare unico imperatore dalle truppe e mosse dalla [[Siria (provincia romana)|Siria]] verso occidente, conquistando [[Bisanzio]]: Licinio lo affrontò e sconfisse nella [[battaglia di Tzirallum]] il 30 aprile 313.
Divenuto unico signore della parte orientale dell'impero, si rese colpevole della purga che colpì le famiglie dei tetrarchi: per suo ordine vennero uccisi [[Candidiano]], figlio di [[Galerio]], Severiano, figlio di [[Flavio Severo]], il figlio e la figlia di Massimino, di otto e sette anni, ed anche [[Prisca]] e [[Galeria Valeria]], rispettivamente moglie e figlia di [[Diocleziano]].
Dichiaratosi cristiano per mossa politica sin dal periodo della sua rivalità con [[Massimino Daia]], cominciò progressivamente ad inimicarsi i seguaci di quella religione, adottando politiche insensatamente ostili a questi, ritenendo, probabilmente non in maniera del tutto infondata, che costoro appoggiassero il suo rivale Costantino. Avviò pertanto una serie di attività persecutorie nei confronti dei cristiani, che lo abbandonarono nella fase decisiva del suo conflitto con Costantino.
 
=== Il primo scontro con Costantino ===
Dichiaratosi cristiano per mossa politica sin dal periodo della sua rivalità con [[Massimino Daia]], cominciò progressivamente ad inimicarsi i seguaci di quella religione, adottando politiche insensatamente ostili a questi, ritenendo, probabilmente non in maniera del tutto infondata che costoro appoggiassero il suo rivale Costantino. Avviò pertanto una serie di attività persecutorie nei confronti dei cristiani, che lo abbandonarono nella fase decisiva del suo conflitto con Costantino.
Nel [[316]] Costantino e Licinio rompono gli accordi e si scontròscontrano conin [[Costantinouna I]]nuova guerra civile: il ''casus belli'' funon è chiaro: forse uno sconfinamento delle truppe di Costantino nelle province orientali, forse la nomina di Licinio a collega di [[Aurelio Valerio Valente]], che di fatto mostrava come Licinio non considerasse più Costantino il legittimo signore d'occidente. Costantino vinse però Licinio nella [[battaglia di Mardia]] e, con la pace firmata il 1º marzo [[317]] lo costrinse a cedergli l'[[Illiria]] e a condannare a morte Valente.
 
=== Il secondo scontro con Costantino ===
Nel [[316]] si scontrò con [[Costantino I]]: il ''casus belli'' fu la nomina a collega di [[Aurelio Valerio Valente]], che di fatto mostrava come Licinio non considerasse più Costantino il legittimo signore d'occidente. Costantino vinse però Licinio nella [[battaglia di Mardia]] e, con la pace firmata il 1º marzo [[317]] lo costrinse a cedergli l'[[Illiria]] e a condannare a morte Valente.
La pace del 317 durò sette anni: nel [[324]], scontratosi una prima volta in [[Mesia]] ad [[Battaglia di Adrianopoli (324)|Adrianopoli]] con Costantino, Licinio non riuscì ad approfittare della sua netta superiorità numerica, venendo di lì a poco sconfitto da [[Crispo]] in una [[battaglia dell'Ellesponto|battaglia navale nell'Ellesponto]]. Perse le sue migliori unità di soldati, reclutò schiavi e contadini delle terre [[Bitinia|bitiniche]], con i quali ingaggiò un'ultima, disperata battaglia contro le truppe veterane di Costantino (la cosiddetta [[battaglia di Crisopoli]], svoltasi presso l'odierna [[Scutari (Turchia)|Scutari]]), venendo disastrosamente sconfitto. Tratto prigioniero dinanzi a Costantino venne graziato da questi e inviato a vivere come privato cittadino a [[Tessalonica]]; l'anno seguente, però, fu giustiziato per avere complottato una rivolta con l'aiuto di tribù barbare danubiane (325).<ref>''Consolaria costantinopolitana'', ''s.a.'' 325; Anonimo valesiano, 5.28-29; Zosimo ii 28; Eutropio, x 6.1; Aurelio Vittore, ''Cesari'', 41.8-9; Aurelio Vittore, ''Epitome'', 41.7-8; Socrate i 4; Sozomeno, i 7.5; Giordane, ''Getica'' iii.</ref>
 
=== La morte ===
La pace del 317 durò sette anni: nel [[324]], scontratosi una prima volta in [[Mesia]] ad [[Battaglia di Adrianopoli (324)|Adrianopoli]] con Costantino, Licinio non riuscì ad approfittare della sua netta superiorità numerica, venendo di lì a poco sconfitto da [[Crispo]] in una [[battaglia dell'Ellesponto|battaglia navale nell'Ellesponto]]. Perse le sue migliori unità di soldati, reclutò schiavi e contadini delle terre [[Bitinia|bitiniche]], con i quali ingaggiò un'ultima, disperata battaglia contro le truppe veterane di Costantino (la cosiddetta [[battaglia di Crisopoli]], svoltasi presso l'odierna [[Scutari (Turchia)|Scutari]]), venendo disastrosamente sconfitto. Tratto prigioniero dinanzi a Costantino venne graziato da questi e inviato a vivere come privato cittadino a [[Tessalonica]]; l'anno seguente, però, fu giustiziato per avere complottato una rivolta con l'aiuto di tribù barbare danubiane (325).<ref>''Consolaria costantinopolitana'', ''s.a.'' 325; Anonimo valesiano, 5.28-29; Zosimo ii 28; Eutropio, x 6.1; Aurelio Vittore, ''Cesari'', 41.8-9; Aurelio Vittore, ''Epitome'', 41.7-8; Socrate i 4; Sozomeno, i 7.5; Giordane, ''Getica'' iii.</ref>
Sconfitto e tratto prigioniero dinanzi a Costantino venne graziato da questi, grazie alla mediazione della moglie Costanza, sorellastra di Costantino. Licinio fu invitato a ritirarsi a vivere come privato cittadino a [[Tessalonica]], mentre la moglie Costanza e il figlio [[Valerio Liciniano Licinio]] rimasero a corte, dove Liciniano diverrà "Cesare" con incarichi pari ai figli di Costantino.
L'anno seguente, però, Licinio fu giustiziato da Costantino, per il sospetto che stesse organizzando un complotto per prendere il potere, con l'aiuto di tribù barbare danubiane (325).<ref>''Consolaria costantinopolitana'', ''s.a.'' 325; Anonimo valesiano, 5.28-29; Zosimo ii 28; Eutropio, x 6.1; Aurelio Vittore, ''Cesari'', 41.8-9; Aurelio Vittore, ''Epitome'', 41.7-8; Socrate i 4; Sozomeno, i 7.5; Giordane, ''Getica'' iii.</ref>
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* [[Arnold Hugh Martin Jones|Jones, Arnold Hugh Martin]], John Robert Martindale, [[John Morris (storico)|John Morris]], "Val. Licinianus Licinius 3", ''[[The Prosopography of the Later Roman Empire]]'', volume 1, Cambridge University Press, 1971, ISBN 0-521-07233-6, p. &nbsp;509.
 
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