Leonardo Sinisgalli: differenze tra le versioni
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Nel 1918, Sinisgalli parte per [[Caserta]], alla volta del Collegio Salesiano<ref>Leonardo Sinisgalli, Prose di memoria e d'invenzione - Leonardo da Vinci, Bari 1964, p. 19</ref>, passando in seguito al Collegio di [[Benevento]], ottenendo ottimi risultati, soprattutto nelle materie scientifiche,<ref>Sulla votazione conseguita negli scrutini finali, nel volumetto biografico ''Un poeta come Sinisgalli'', op. cit., si legge a p. 111: “10 in matematica, 10 in disegno e dieci nelle altre materie”</ref> e infine a [[Napoli]] nel 1925. Si iscrive a [[Roma]] alla facoltà di Matematica, dove segue i corsi di geometria, analisi, matematica di [[Levi-Civita]], [[Francesco Severi|Severi]], [[Guido Castelnuovo|Castelnuovo]] e [[Luigi Fantappié|Fantappiè]]<ref>Leonardo Sinisgalli, Furor mathematicus - Mondadori, Verona 1950 (edizione ampliata contenente anche L'indovino e Horror vacui, p. 51</ref>. Sinisgalli sosterrà, in seguito, che la matematica ebbe un'enorme influenza sulla sua poetica<ref>“Furor mathematicus” in L. Sinisgalli, Furor mathematicus, Ponte alle grazie, Firenze 1992, pp.65-67</ref>. Ultimato il biennio passa alla facoltà d'ingegneria, dove sviluppa una passione per l’opera di [[Sergio Corazzini]], poeta crepuscolare, a cui si ispirerà per la stesura dei suoi primi versi, pubblicati in autoedizione nel 1927 con il titolo di ''Cuore''.
Rinuncia all'invito di [[Enrico Fermi]], nel 1929, di entrare nell'Istituto di Fisica di via [[Ragazzi di via Panisperna|Panisperna]]<ref>"Tra i ragazzi di via Panisperna e gli artisti e i letterati che si riunivano al Caffè Aragno, sceglierà questi ultimi. Ma la passione per la cultura umanistica continuerà a bruciare in parallelo con quella scientifica": Lauretta Colonnelli, ''Disegni e colori dell'ingegner Leonardo Sinisgalli'', Corriere della Sera, 18 dicembre 2015.</ref>, preferendo focalizzarsi sull'attività letteraria
Durante il soggiorno romano frequenta [[Libero de Libero]], [[Arnaldo Beccaria]], [[Gino Bonichi|Scipione]] e [[Mario Mafai]]<ref>"Studenti poeti" in Leonardo Sinisgalli, Un disegno di Scipione e altri racconti - Mondadori, Milano 1975</ref> e collabora a ''[[L'Italia Letteraria]]''.
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=== La guerra ===
Scoppiata la guerra, Sinisgalli, con il grado di ufficiale, viene richiamato alle armi: in Sardegna, prima, e a Roma, poi, dove pubblica nel 1942 alcuni racconti di ''Fiori pari, fiori dispari'', alcuni saggi di ''Furor mathematicus'' e una parte di ''Horror vacui''. Conosce la baronessa Giorgia de Cousandier<ref>Già vice-direttrice de "La voce dell'America", era stata collaboratrice de "Il Tempo" di Milano</ref>, poetessa amante di [[Trilussa]], nonché pubblicista e narratrice, che diventerà la sua compagna e che sposerà nel 1969. Ad agosto 1943, un mese prima della morte della madre, esce per [[Arnoldo Mondadori Editore]] ''Vidi le Muse'', con prefazione di Gianfranco Contini, nella collana dello “Specchio”, che raccoglierà tutta la produzione compresa negli anni 1931-1942. Ignaro della morte della madre, in una Roma ancora frastornata dalla firma di [[Armistizio di Cassibile|Cassibile]] dell'8 settembre, inizia la convivenza con Giorgia e con il più piccolo dei suoi figli, Filippo. Il 13 maggio del 1944 è tratto in arresto dalle [[Schutzstaffel|SS]] che vogliono informazioni su un amico scrittore e viene trasferito in [[Via Tasso]]. Solo la prontezza di Giorgia, e la sua conoscenza del tedesco, lo salvano dopo 24 ore<ref>cfr. "Puskin a via Tasso" in Leonardo Sinisgalli, Belliboschi - Mondadori, Milano 1948</ref>.
La liberazione dell'Italia lo vede partire per Montemurro dove gli viene comunicata la notizia della morte della madre e dove si ferma per qualche mese. Rientra a Roma pubblicando ''Furor Mathematicus'', ''Fiori pari, fiori dispari'', 28 capitoli di prosa confidenziale, e ''Horror Vacui''. Si cimenta in traduzioni e collaborazioni giornalistiche; fa parte della redazione de “[[Il costume politico e letterario]]”. Tuttavia, gli editori romani gli rifiutano molte delle sue proposte scientifiche e letterarie, ad esempio l'idea di una collana di classici scientifici elaborati con [[Sebastiano Timpanaro]], direttore della [[Domus Galilaeana]] di [[Pisa]]. La sua passione lo porterà a creare, con [[Giandomenico Giagni]], una rubrica culturale radiofonica: il “Teatro dell'usignolo”, che ospita musicisti e poeti. Nel 1947 pubblica ''I nuovi Campi Elisi''.
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=== L'ultimo periodo ===
[[File:Sinisgalli a Montemurro.jpg|thumb|Sinisgalli negli anni 1970]]
Molte difficoltà lo accompagneranno nel 1963, non ultime le problematiche di salute del figlio Filippo. Abbandona l'[[
Il 1967 è l'anno della pensione ed anche del sopraggiungere di un infarto che però non lo induce, nonostante il parere dei medici, a ridurre il ritmo delle sue attività: infatti cura con il fratello Vincenzo un programma monotematico per la radio dal titolo “La Lanterna” che andrà avanti per circa due anni, raggiungendo 98 puntate.
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Il dolore per la perdita di Giorgia (1978) e i riconoscimenti letterari sono il filo conduttore degli anni settanta: vince il premio Gubbio-Inghirami nel 1971, il [[Premio Viareggio]] nel 1975<ref>{{Cita web|url = http://www.premioletterarioviareggiorepaci.it/premi/vincitori/1-Premio%20Letterario%20Viareggio-R%C3%A8paci|titolo = Premio letterario Viareggio-Rèpaci|sito = premioletterarioviareggiorepaci.it|accesso = 9 agosto 2019|dataarchivio = 19 luglio 2014|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140719121618/http://www.premioletterarioviareggiorepaci.it/premi/vincitori/1-Premio%20Letterario%20Viareggio-R%C3%A8paci|urlmorto = sì}}</ref> e il premio Vallombrosa nel 1978 con “Dimenticatoio”.
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È proprio durante la seconda personale presso la sua Galleria che il 31 gennaio 1981 Sinisgalli muore per infarto. Fu sepolto nella sua città natale di Montemurro. Per volontà di Rodolfo Borra (l'esecutore testamentario di Leonardo), sulla lapide del poeta, campeggia la sua ultima poesia: "Risorgerò fra tre anni o tre secoli tra raffiche di grandine nel mese di giugno".
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*[[Vanni Scheiwiller]] (a cura di), ''Civiltà delle Macchine, antologia di una rivista, 1953-1957'', Ed. [[Libri Scheiwiller]] per Finmeccanica, Milano, 1989;
*Giuseppe Tortora (a cura di), ''Le vespe d'oro, saggi e testimonianze su Leonardo Sinisgalli'', Avagliano editore, Cava dei Tirreni, 1995;
*Giuseppe Lupo,
*Marino Faggella, ''Leonardo Sinisgalli, un poeta nella civiltà delle macchine'', Edizioni Ermes, Potenza, 1996;
*Gianni Lacorazza, ''Meccanima, Civiltà delle Macchine negli anni di Leonardo Sinisgalli (1953 - 1958)'', Consiglio Regionale della Basilicata, Potenza, 2005;
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*Gian Italo Bischi, Liliana Curcio, Pietro Nastasi P. (a cura di), ''Civiltà del Miracolo'', EGEA, Milano, 2014.
*Biagio Lorusso (a cura di), ''Conversazioni Sinisgalliane'', Fondazione Leonardo Sinisgalli, 02 - Quaderni, Villa d'Agri (PZ), 2017.
*Luigi Fontanella, in ''Raccontare la poesia (1970-2020). Saggi, ricordi, testimonianze critiche'', Bergamo, Moretti & Vitali Editori, 2020, pp. 65-68. ISBN 978-88-7186-828-8.
==Voci correlate==
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