Codex diplomaticus cajetanus: differenze tra le versioni

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Il ''Codex'' nasce all'interno delle mura dell'[[abbazia di Montecassino]], per secoli il massimo centro monastico d'[[Civiltà occidentale|Occidente]], con rapporti con le maggiori potenze. Nonostante le distruzioni subite dal monastero, ci sono giunti 648 antichi documenti concernenti la città di Gaeta ed il vasto territorio politicamente e amministrativamente ad essa legato.
 
Le ''[[charta]]echartae'' descrivono un periodo che va dall'anno [[830]], antecedente la formazione del Ducato (anno [[840]]), al [[1399]], cioè ben oltre la fine del ducato stesso ([[1140]]). Si tratta di documenti di varia origine, per la maggior parte apografi, e trascrizioni di documenti precedenti alla redazione del ''Codex'' stesso.
 
Il codice è stato allestito da una lunga opera di studi iniziata dal gaetano [[Erasmo Gattola]], storico ed archivista del monastero, nel [[XVIII secolo]]. Fu lo stesso Gattola a scoprire il celebre ''[[Placito capuano]]''. Altri illustri studiosi che contribuirono alla redazione e alla pubblicazione del codice furono [[Giovanni Battista Federici]], [[Giuseppe Quandel]], [[Pietro Fedele]] e [[Tommaso Leccisotti]].
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== Bibliografia ==
*Salvatore Riciniello, ''Codice Diplomatico Gaetano, Vol. I, II, III, IV, V, VI'', La Poligrafica 1987
 
==Voci correlate==
* [[Codice diplomatico]]
 
{{portale|medioevo}}
[[Categoria:Storia di Gaeta]]
[[Categoria:Ducato di Gaeta]]