Decimo Giunio Bruto Callaico: differenze tra le versioni

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Nel [[138 a.C.]] divenne console assieme a [[Publio Cornelio Scipione Nasica]]. Deciso sostenitore della causa degli ''[[optimates]]'', fu in contrasto con i [[tribuni della plebe]]; quando il senato propose di acquistare del grano per il popolo, egli rifiutò ma, allorché non concesse di congedare dieci soldati che ne avevano il diritto, il tribuno Gaio Curiazio lo fece imprigionare assieme al collega.<ref>Valerio Massimo, III, 7 Cicerone, ''de Legibus'' III, 9</ref>
 
Più tardi ricevette la provincia dell'[[Hispania Ulterior]], dove stroncò la rivolta di Tantalo; in seguito fondò nell{{'}}''[[Hispania Citerior]]'' la città di ''Valentia Edetanorum'', l'odierna [[Valencia]], nella quale trasferì i soldati di [[Viriato]], sconfitto nel [[139 a.C.]]<ref>Livio, ''Epitome'' 55</ref>
 
== Campagna militare in Lusitania e nella Gallaecia meridionale ==
[[File:Iberia 156BC.svg|thumb|upright=1.4|left|L'Iberia alcuni anni prima della spedizione di Decimo Giunio Bruto.]]
 
Bruto condusse le legioni romane nella sua campagna di pacificazione della Lusitania e del sud della [[Gallaecia]] ([[Galizia (Spagna)|Galizia]]) dopo l'assassinio di [[Viriato]], il capo dei [[Lusitani]] che condusse la [[guerra lusitana]] contro i romani (154-139 a.c). La [[Lusitania]] era tra i fiumi [[Tago]] (che sfocia a [[Lisbona]]) e [[Duero|Douro]] (che sfocia a [[Porto (Portogallo)|Porto]]) e quindi copriva parte del Portogallo centrale e parte del Portogallo settentrionale. L'unico racconto di questa campagna che è sopravvissuto è di [[Appiano di Alessandria|Appiano]]. Buto fu posto al comando della provincia della [[Spagna Ulteriore]] per via di attacchi da parte di molte bande di guerriglieri che emulavano Viriato. Siccome queste bande operavano in un'area troppo ampia e inseguirli era troppo difficile, Bruto decise di attaccare le città per vendetta, per distruggere le loro case e per ottenere bottino per i soldati.<ref>Appiano, Storia Romana, Libro 6, Le Guerre Spagnole, 71</ref>
 
Appiano non cita nessuna attraversata del Tago. Dunque Bruto deve aver cominciato la sua campagna a nord di questo fiume. L'L'archeologia mostra che conquistò la città di Olissipo (ora Lisbona) e la fortificò, probabilmente per usarla come avamposto per l'esercito, e stabilì un centro a Vissaium ([[Viseu (Portogallo)|Viseu]]). Nella sua l'avanzata verso nord distrusse gli insediamenti che incontrava sulla sua strada e devastò la campagna. Nel 137 a.C. attraversò i fiumi Dusius (Douro), Lethe ([[Limia (fiume)|Limia]]) e Nimis (che non è stato identificato, ma che forse era il [[Minho (provincia)|Minho]], nella Galizia meridionale). Appiano scrisse che Bruto fu il primo romano che pensò di attraversare il Lethe. Questo era anche il nome di un fiume mitico dell'oltretomba. I superstiziosi soldati si rifiutarono di attraversarlo fino a quando Buto lo attraversò. Bruto attaccò i Bracari (una tribù della Gallaecia meridionale) perché saccheggiarono i bagagli del suo esercito. Alcuna gente fuggì sulle montagne con le proprie cose, ma quando si arresero, Bruto le prese come multa. C'erano donne che combattevano con gli uomini. Le donne combattenti si uccisero quando vennero catturate. Alcune città che si arresero si ribellarono di nuovo e vennero riprese.<ref>Appiano, Storia Romana, Libro 6, Le Guerre Spagnole, 71-73</ref>
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Nel 129 a.C. servì di nuovo nell'esercito sotto il console [[Gaio Sempronio Tuditano]]<ref>Livio, ''Epitome'', 59</ref><ref>Appian, Illyrica 10</ref>
 
Lucio Accio, scrisse una tragedia sulla tirannia di Lucio Tarquinio Superbo (l'ultimo re di Roma) e la sua espulsione da Lucio Gunio Bruto (il fondatore della republica e avo di Callaico) in onore al suo magnate.<ref>Mastrocinque, A., La cacciata di Tarquinio il Superbo. Tradizione romana e letteratura greca (prima parte), Athenaeum 61 ( 1 Gen, 1983): 457.</ref>
 
Sappiamo da [[Cicerone]] che egli fu un brillante oratore e che era versato nella letteratura greca e latina<ref>Cicerone, ''Brutus'', 28</ref>; fu inoltre un [[augure]].<ref>Cicerone, ''Laelius de Amicitia'', 2</ref>
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|successivo = [[Marco Emilio Lepido Porcina]]<br/>e<br/>[[Gaio Ostilio Mancino]]
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