SMS Goeben: differenze tra le versioni

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La '''[[Seiner Majestät Schiff|SMS]] ''Goeben''''' ("Nave di Sua Maestà ''Goeben''") fu il secondo [[incrociatore da battaglia]] della [[classe Moltke]] della [[Kaiserliche Marine|marina imperiale tedesca]], varato nel [[1911]], deve il suo nome al generale [[August Karl von Goeben]] (1816–1880). Insieme al suo gemello {{nave|SMS|Moltke}}, il ''Goeben'' aveva una configurazione simile alla classe precedente [[SMS Von der Tann|Von der Tann]], ma più grande e con una corazzatura più spessa e con l'aggiunta di due cannoni in una nuova torre. In confronto con le pari classe della Royal Navy ([[classe Indefatigable]]), erano più grandi e meglio corazzati.<ref>La classe Indefatigable dislocava 22.616&nbsp;t a pieno carico, rispetto alle 25.400&nbsp;t delle navi della classe Moltke. La classe Indefatigable aveva una corazza di murata compresa tra 100–150&nbsp;mm, mentre la Moltke presentava una corazza di 280–76&nbsp;mm. Vedi: {{cita|Gardiner e Gray|pp. 26, 152}}.</ref>
 
Quattro mesi dopo la sua entrata in servizio del 2 luglio [[1912]], la ''Goeben'', con l'incrociatore leggero {{nave|SMS|Breslau|}}, costituì la ''[[Mittelmeerdivision]]'' (Divisione del Mediterraneo) della [[Kaiserliche Marine|Marina tedesca]] che operò durante le [[guerre balcaniche]]. Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, il 28 luglio 1914, la ''Goeben'' e la ''Breslau'' sfuggirono alle forze navali britanniche e raggiunsero [[Costantinopoli]]. Le due navi furono cedute all'Impero Ottomano il 16 agosto 1914 e la ''Goeben'' divenne l'ammiraglia della [[Osmanlı Donanması|flottaMarina ottomana]] con il nome di ''Yavuz Sultan Selim'', abbreviato in ''Yavuz''. Nel 1936 fu ribattezzata '''TCG ''Yavuz''''' (Türkiye Cumhuriyeti Gemisi ''Yavuz'', "Nave della Repubblica Turca ''Yavuz''"); trasportò le spoglie mortali di [[Mustafa Kemal Atatürk]] da [[Istanbul]] a [[İzmit]] nel [[1938]]. La ''Yavuz'' rimase l'ammiraglia della Marina Turca fino al suo ritiro dal servizio nel [[1950]].
 
La nave fu demolita nel [[1973]], dopo che il governo tedesco rifiutò l'invito a ricomprare la nave dalla Turchia. È stata l'ultima nave sopravvissuta della marina imperiale tedesca e la corazzata tipo ''[[dreadnought]]'' con il più lungo servizio attivo del mondo.<ref name=Hough91>{{cita|Hough|p. 91}}.</ref>
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[[File:Bundesarchiv DVM 10 Bild-23-61-22, Kleiner Kreuzer "SMS Breslau".jpg|thumb|L'incrociatore leggero SMS ''Breslau'', scorta della ''Goeben''.|alt=Una lunga nave da guerra, ferma in banchina; una linea di fumo nero esce da due dei quattro alti fumaioli.]]
 
Allo scoppio della prima [[guerre balcaniche|guerra balcanica]], ottobre [[1912]], lo stato maggiore tedesco stabilì che era necessario, per proteggere gli interessi tedeschi nell'area, creare una divisione navale mediterranea (''Mittelmeer-Division[[Mittelmeerdivision]]''), perciò la ''Goeben'' e l'incrociatore leggero SMS ''Breslau'' vennero inviati a [[Costantinopoli]]. Le due navi lasciarono [[Kiel]] il 4 novembre ed arrivarono il 15 novembre 1912. Dall'aprile 1913 la ''Goeben'' visitò molti porti del Mediterraneo, tra cui [[Venezia]], [[Pola]] e [[Napoli]], prima di salpare per le acque [[Albania|albanesi]]. Dopo questo viaggio, la ''Goeben'' ritornò a Pola e ci rimase dal 21 agosto al 16 ottobre per manutenzione.<ref name=Staff18>{{cita|Staff|p. 18}}.</ref>
 
Il 29 giugno 1913, iniziò la seconda guerra balcanica e la divisione del mediterraneo fu trattenuta nell'area. Il 23 ottobre 1913, il contrammiraglio [[Wilhelm Souchon]] prese il comando della squadra. La ''Goeben'' e la ''Breslau'' continuarono le loro crociere nel Mediterraneo, visitando più di 80 porti prima dell'inizio della prima guerra mondiale.<ref name=Staff18/> La Marina tedesca programmava di sostituire la ''Goeben'' con la sua gemella SMS ''Moltke'', ma l'[[Attentato di Sarajevo|assassinio del Principe Ferdinando]] a Sarajevo, il 28 giugno del 1914, e la conseguente crescita della tensione fra le grandi potenze, lo rese impossibile.<ref>{{cita|Staff|p. 15}}.</ref>
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[[File:Bundesarchiv Bild 134-B0024, Stenia, Bosporus, Kreuzer Goeben.jpg|thumb|La ''Yavuz'' nel Bosforo.|alt=Una baia su di un stretto, all'orizzonte l'altra riva dello stretto. Nella baia, ormeggiata ad un pontile una grande nave da guerra spicca sulle piccole case che coronano la baia. Alla sinistra della grande nave, due più piccole sono ormeggiate accostate l'una all'altra.]]
 
Il 29 ottobre la ''Yavuz'' bombardò [[Sebastopoli]] nella prima operazione contro l'Impero Russo, nonostante l'Impero Ottomano non fosse ancora in guerra con la Triplice Intesa. Un proiettile da 254&nbsp;mm delle batterie costiere, colpì la nave nel fumaiolo di prora, ma non esplose facendo danni trascurabili.<ref name="Staff19"/> Altri due colpi fecero danni minimi. La nave, con la sua scorta, passò attraverso un campo di mine inattivo, durante l'azione.<ref>{{cita|McLaughlin|p. 122}}.</ref> Tornando verso acque turche, la ''Yavuz'' incontrò il [[posamine]] russo ''Prut'' che si autoaffondò<ref>{{cita|Langensiepen e Güleryüz|p. 44}}.</ref> con il suo carico di 700 mine. Durante l'ingaggio il cacciatorpediniere di scorta ''Leitenant Pushchin'' (Лейтенант Пущин) fu danneggiato da due proietti da 150&nbsp;mm delle batterie secondarie della ''Yavuz''. In risposta ai bombardamenti, la Russia dichiarò guerra il primo novembre, trascinando l'Impero Ottomano in guerra. La Francia e la Gran Bretagna bombardarono le fortezze di guardia ai Dardanelli il 3 novembre e consegnarono la formale dichiarazione di guerra due giorni dopo.<ref name="Staff19">{{cita|Staff|p. 19}}.</ref> Da questo scontro, la Marina Russa concluse che la [[Flotta del Mar Nero]] avrebbe dovuto rimanere unita per evitare di essere annientata, una nave per volta, dalla ''Yavuz''.<ref>{{cita|Halpern|p. 227}}.</ref>
 
La ''Yavuz'', scortata dalla ''Midilli'', [[Battaglia di Capo Saryč|intercettò la Flotta del Mar Nero]] 17 miglia al largo della costa della [[Penisola di Crimea|Crimea]], il 18 novembre, mentre tornava dal bombardamento della città turca di [[Trebisonda]]. Nonostante fosse mezzogiorno era presente la nebbia e, dopo l'avvistamento reciproco da parte degli incrociatori, passò mezz'ora prima che le navi da battaglia si individuassero, quando, ormai erano a 8.000&nbsp;m di distanza.<ref>{{cita web|url=http://www.gwpda.org/naval/csayrch1.htm|titolo=Action off Cape Sarych|lingua=en|accesso=8 maggio 2011}}</ref> La Flotta del Mar Nero aveva sperimentato il coordinamento del fuoco da parte di una nave ''comando'' prima della guerra e la ''Evstafi'' ({{russo|Евстафий}}, eponima della [[classe Evstafij|classe omonima]]) non aprì il fuoco finché la nave comando, la ''Ioann Zlatoust'' (in russo: Иоанн Златоуст), non fu in grado di rilevare la ''Yavuz''. Quando fu ricevuta la [[soluzione di tiro]], eccedeva di 3.700&nbsp;m quella rilevata dalla ''Evstafi'', che era di 7.000&nbsp;m, quindi la ''Evstafi'' aprì il fuoco con i propri dati di tiro prima che la ''Yavuz'' manovrasse per fare fuoco di [[bordata (guerra)|bordata]].<ref>{{cita|McLaughlin|pp. 127-128}}.</ref> Riuscì a colpire la ''Yavuz'' con uno dei suoi proiettili da 305&nbsp;mm che penetrò parzialmente una delle casematte dei cannoni secondari da 150&nbsp;mm. Il colpo fece detonare le munizioni presenti nella camera di manovra, uccidendo tutti i membri dell'equipaggio del cannone.<ref name=m1/> In totale morirono 13 uomini e tre rimasero feriti.<ref name="Staff19"/>
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Il 28 luglio la ''Midilli'' urtò una mina, imbarcando 610&nbsp;t di acqua e non fu più in grado di scortare i convogli di carbone da [[Provincia di Zonguldak|Zonguldak]] al Bosforo. Così la ''Yavuz'' fu assegnata a questo compito strategico e il 10 agosto scortava un convoglio di cinque carboniere, insieme alla ''Hamidiye'' e a tre [[torpediniera|torpediniere]]. Durante il tragitto vennero attaccati da un sottomarino russo, il ''Tyulen'' (Тюлень, "foca"), che affondò una delle carboniere. Il giorno successivo il ''Tyulen'' e un altro sottomarino cercarono di attaccare la stessa ''Yavuz'' ma non riuscirono a trovare un'occasione per poter colpire il bersaglio.<ref name=Halpern234>{{cita|Halpern|p. 234}}.</ref>
 
Due cacciatorpediniere russe, il ''Bystry'' e il ''Pronzitelny'', attaccarono un convoglio di due carboniere scortato dalla ''Hamidiye'' e da due torpediniere il cinque settembre. I cannoni da 150&nbsp;mm dell<nowiki>{{'</nowiki>}}''Hamidiye'' andarono in avaria, così la ''Yavuz'' fu inviata in soccorso, ma giunse troppo tardi: le due carboniere si erano già gettate in secca per evitare la cattura.<ref name=Halpern234/>
 
Il 21 settembre la ''Yavuz'' fu inviata di nuovo in soccorso di un convoglio attaccato da cacciatorpediniere russe. Le missioni di scorta continuarono fino al 14 novembre, quando la ''Yavuz'' fu attaccata dal sottomarino russo ''Morzh'' (Морж, "leone marino") fuori dal Bosforo, che la mancò di poco con i suoi due siluri. L'ammiraglio Souchon decise che il rischio per la sua ammiraglia era troppo grande e sospese la scorta ai convogli. Solo le navi che erano in grado di effettuare il trasporto da Zonguldak a Costantinopoli in una notte erano autorizzate. Al di fuori del Bosforo, venivano scortate dalle torpediniere per difenderle dai sottomarini russi in agguato.<ref>{{cita|Halpern|p. 235}}.</ref> Verso la fine dell'estate, il completamento di due nuove navi da battaglia russe, l{{'}}''[[Imperatrica Marija]]'' (in russo: Императрица Мария, "Maria Imperatrice") e l{{'}}''[[Imperatrica Ekaterina Velikaja]]'' (in russo: Императрица Екатерина Великая, "Imperatrice Caterina la Grande") ulteriormente ridussero le attività della ''Yavuz''.<ref>{{cita|Halpern|p. 236}}.</ref>
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[[File:Sms goeben beached.jpg|thumb|left|La ''Yavuz'' arenata, gennaio 1918]]
 
I britannici la attaccarono con i bombardieri del secondo gruppo dell'aviazione navale ([[Royal Naval Air Service]]) e la colpirono solo due volte, su 180 bombe lanciate, senza fare danni rilevanti.<ref name=Poggi53>{{cita|Poggi|p. 53}}.</ref> Il monitore HMS ''M17'' cercò di colpire la nave arenata ma dovette ritirarsi dopo solo 10 salve per la reazione dell'artiglieria costiera turca.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Hownam-Meek|nome=R. S. S.|coautori=''et al.''|anno=2000|titolo=Question 3/99: The Loss of the German Light Cruiser Breslau|rivista=Warship International|editore=International Naval Research Organization|città=Toledo, OH|volume=XXXVII|numero=1|pp=92–9592-95|issn=0043-0374}}</ref> Il sottomarino HMS ''E14'' fu inviato per distruggere la nave danneggiata, ma troppo tardi;<ref name=H255-6>{{cita|Halpern|pp. 255-256}}.</ref> la vecchia corazzata ''[[SMS Weissenburg|Turgut Reis]]'' aveva già trainato la ''Yavuz'' a Costantinopoli.<ref name=Staff20>{{cita|Staff|p. 20}}.</ref> La ''Yavuz'' non era in grado di operare a causa degli estesi danni; le riparazioni andarono avanti dal 7 agosto al 19 ottobre.<ref name=Staff20/>
La ''Yavuz'' scortò la commissione dell'Impero Ottomano ad [[Odessa]] per partecipare ai negoziati successivi al trattato di Brest-Litovsk, il 30 marzo 1918. Dopo essere tornata da Costantinopoli salpò in maggio verso Sebastopoli dove effettuò la pulizia della carena e alcune piccole riparazioni. Il 28 giugno la ''Yavuz'' insieme ad alcuni cacciatorpediniere si diressero a [[Novorossijsk]] per sequestrare le rimanenti navi sovietiche, che però si autaffondarono prima dell'arrivo delle navi turche. I cacciatorpediniere rimasero a Novorossijsk, mentre la ''Yavuz'' ritornò a Sebastopoli. Il 14 luglio la nave fu messa in disarmo per il resto della guerra.<ref>{{cita|Langensiepen e Güleryüz|p. 54}}.</ref> Dopo aver effettuato i lavori precedentemente iniziati la ''Yavuz'' tornò a Costantinopoli, dove dal 7 agosto al 19 ottobre, fu installata, intorno alla nave in secca, una diga di palancole per poter effettuare delle riparazioni dei danni inflitti alla nave dalle mine.<ref name=C26/>
 
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Nei lavori di aggiornamento fu riparato il danno fatto dalle mine,<ref name=Conways/> fu aumentato il dislocamento fino a 23.100&nbsp;t e lo scafo fu leggermente modificato. La lunghezza fu ridotta di mezzo metro ma la larghezza fu aumentata di 10&nbsp;cm. La ''Yavuz'' fu equipaggiata con nuove caldaie e un nuovo sistema di controllo del tiro di origine francese. Due dei cannoni da 150&nbsp;mm furono tolti dalla casamatta.<ref name=Conways391/>
 
La ''Yavuz'' fu rimessa in servizio nel 1930, riprendendo il ruolo di nave ammiraglia della flotta turca,<ref name=b8>{{cita|Brice|p. 278}}.</ref> e, nelle prove di velocità, mostrò prestazioni superiori a quelle previste di progetto; anche le prove di tiro furono soddisfacenti. I quattro cacciatorpediniere che dovevano costituire la sua scorta furono completati fra il 1931 ed il 1932; le loro prestazioni non raggiunsero mai quelle previste.<ref>{{cita|Güvenç e Barlas|pp. 19–2019-20}}.</ref> Per rispondere all'entrata in servizio della ''Yavuz'', l'Unione Sovietica trasferì, verso la fine del 1929, la corazzata ''[[Sevastopol' (nave da battaglia 1911)|Parižskaja Kommuna]]'' ({{russo|Парижская коммуна}}, ''[[Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]]'') della [[Classe Gangut (nave da battaglia)|classe Gangut]] e l'incrociatore leggero ''Profintern'' dal Mar Baltico per mantenere la parità tra la Flotta del Mar Nero e quella turca.<ref name="Rohwer_30" /> Il governo greco rispose ordinando due cacciatorpediniere.<ref>{{cita|Barlas e Güvenç|p. 155}}.</ref>
 
Nel 1933, portò il Primo Ministro [[İsmet İnönü]] da [[Varna (Bulgaria)|Varna]] ad [[Istanbul]] e lo [[Scià dell' Iran]] da [[Trebisonda]] a [[Samsun]] l'anno seguente.<ref name=b8/> La ''Sultano Yavuz Selim'' fu ribattezzata sinteticamente ''Yavuz'' nel 1936. Una breve revisione fu condotta nel 1938, e nel novembre dello stesso anno trasportò la salma di [[Mustafa Kemal Atatürk]] da Istanbul a İzmit.<ref name=Conways391/><ref name="Whitley241"/> Nel 1937 fu considerata, insieme alle altre navi della flotta turca, obsoleta dal ''British Naval Attache'' (L'ufficiale della marina britannica assegnato all'ambasciata di Istanbul), in parte perché priva di un armamento antiaereo adeguato, comunque nel 1938 il governo turco iniziò a programmare un incremento della forza navale.<ref>{{cita|Deringil|p. 35}}.</ref> I piani di costruzioni navali, basati su acquisti da cantieri esteri, furono fermati dall'inizio della [[seconda guerra mondiale]].<ref>{{cita|Güvenç e Barlas|pp. 27–2827-28}}.</ref>
[[File:Propeller of TCG Yavuz (SMS Goeben).jpg|miniatura|Una delle eliche della ''Yavuz'', in mostra presso la città portuale turca di Gölcük, sul Mar di Marmara.]]
La ''Yavuz'' rimase in servizio per tutta la durata del conflitto. Nel novembre [[1939]], insieme alla ''Parižskaja Kommuna'', erano le uniche navi da battaglia presenti nel Mar Nero. Secondo fonti dell'epoca la ''Yavuz'' era superiore alla nave sovietica poiché quest'ultima era in cattive condizioni generali.<ref>{{Cita news|url=http://books.google.com.au/books?id=9kEEAAAAMBAJ&printsec=frontcover&dq=Yavuz+life+magazine&lr=&cd=3#v=onepage&q=Yavuz%20&f=false|titolo=Turkey Bestrides the Dardanelles|pubblicazione=Life|cognome=Eliot|nome=George Fielding|data=6 novembre 1939|editore=Time Inc|issn=00243019|accesso=17 febbraio 2010}}</ref> Nel [[1941]], le batterie antiaeree furono potenziate a quattro cannoni da 88&nbsp;mm, dieci da 40&nbsp;mm, e quattro da 20&nbsp;mm. Quest'ultima dotazione fu aumentata successivamente a 22 cannoni da 40&nbsp;mm e 24 da 20&nbsp;mm.<ref name=Conways391/>
Dopo la guerra, il 5 aprile [[1946]], la corazzata statunitense ''[[USS Missouri (BB-63)|USS Missouri]]'', l'incrociatore leggero ''USS Providence'', ed il cacciatorpediniere USS ''Power'' arrivarono ad Istanbul per riportare le spoglie dell'ambasciatore turco [[Münir Ertegün]].<ref>{{cita|Stillwell|pp. 99–10199-101}}.</ref> La ''Yavuz'' salutò le navi nel Bosforo, con 19 salve a cui rispose la ''Missouri''.<ref>{{cita|Stillwell|p. 102}}.</ref>
Dopo il 1948, la nave fu basata a İzmit<ref name=Conways391/> o a [[Gölcük]].<ref name="Whitley241"/> fu ritirata dal servizio il 20 dicembre [[1950]] e radiata il 14 novembre 1954.<ref name=Conways391/><ref name="Whitley241"/> Quanto la Turchia aderì alla [[NATO]], nel 1952, alla nave fu assegnato il numero di scafo ''B70''.<ref name="Sturton, p. 147"/> Il governo turco propose alla [[Germania Occidentale]] di acquistare la nave nel 1963, ma l'offerta fu rifiutata.<ref name=Conways391/> La Turchia vendette la nave alla ditta di demolizioni ''M.K.E. Seyman'' nel [[1971]].<ref name="Whitley241"/> Fu rimorchiata verso il cantiere di demolizione il 7 giugno 1973, e il lavoro fu completato nel febbraio [[1976]].<ref name=Conways391/><ref name="Whitley241"/>
 
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== Bibliografia ==
* {{Cita pubblicazione|cognome=Barlas|nome=Dilek|coautore= Serhat Güvenç |data=ottobre 2002|titolo=To Build a Navy with the Help of Adversary: Italian-Turkish Naval Arms Trade, 1929–32|rivista=Middle Eastern Studies|editore=Taylor & Francis|città=Londra|volume=38|numero=4|issn=17437881|pp= 143–168143-168 |cid=Barlas e Güvenç |url= https://www.researchgate.net/publication/248950692_To_Build_a_Navy_with_the_Help_of_Adversary_Italian-Turkish_Naval_Arms_Trade_1929-32|lingua=en}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Brice|nome=Martin H.|anno=1969|titolo=S.M.S. Goeben/T.N.S. Yavuz: The Oldest Dreadnought in Existence—Her History and Technical Details|rivista=Warship International|editore=Naval Records Club|città=Toldedo, OH|volume=VI|numero=4|pp=272–279272-279|cid=Brice|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=Buxton|nome=Ian|titolo=Big Gun Monitors: Design, Construction and Operations 1914–1945|editore=Naval Institute Press|città=Annapolis, MD|anno=2008|edizione=2|isbn=978-1-59114-045-0|cid=Buxton|lingua=en}}
* {{Cita libro |cognome=Bennett|nome=Geoffrey |wkautore=Geoffrey Bennett|titolo=Naval Battles of the First World War|url=https://archive.org/details/navalbattlesofww00unse|anno=2005|città=Londra|editore=Pen & Sword Military Classics|isbn=1-84415-300-2|cid=Bennett|lingua=en}}
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* {{Cita libro|cognome=Deringil|nome=Selim|titolo=Turkish Foreign Policy During the Second World War: An 'Active' Neutrality|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|anno=2004|serie=LSE Monographs in International Studies|url=http://books.google.com.au/books?id=XEMaQZjfAOoC&dq=battlecruiser+Yavuz&lr=&source=gbs_navlinks_s|isbn=978-0-521-52329-5|cid=Deringil|lingua=en}}
* {{cita libro | cognome= Friedman | nome= Norman | anno=2008 | titolo=Naval Firepower: Battleship Guns and Gunnery in the Dreadnought Era | url= https://archive.org/details/navalfirepowerba0000frie | editore=Naval Institute Press | isbn=978-1-59114-555-4 |cid= Friedman |lingua=en}}
* {{Cita libro|curatore=R. Gardiner |autore= R. Gardiner, R. Gray, P. Budzbon|titolo=Conway's All the World's Fighting Ships: 1906–1922|url=https://archive.org/details/conwaysallworlds0000unse_z3o0 |anno=1984|città=Annapolis|editore=Naval Institute Press|isbn=0-87021-907-3|cid=Gardiner e Gray|lingua=en}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Güvenç|nome=Serhat|coautori= Dilek Barlas |data=marzo 2003|titolo=Atatürk's Navy: Determinants of Turkish Naval Policy, 1923–38 |rivista=Journal of Strategic Studies|editore=Routledge |città=Londra|volume=26|numero=1|issn=1743937X |cid=Güvenç e Barlas |url= https://www.researchgate.net/publication/233363795_Ataturk%27s_Navy_Determinants_of_Turkish_Naval_Policy_1923-38 |pp= 1–351-35|lingua=en}}
* {{Cita libro |cognome=Halpern|nome=Paul G.|titolo=A Naval History of World War I|anno=1995|città=Annapolis|editore=Naval Institute Press|isbn=1-55750-352-4|cid=Halpern|lingua=en}}
* {{Cita libro |cognome=Herwig|nome=Holger|titolo="Luxury" Fleet: The Imperial German Navy 1888–1918|anno=1980|città=Amherst, New York|editore=Humanity Books|isbn=978-1-57392-286-9|cid=Herwig|lingua=en}}
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* {{Cita libro|cognome=Langensiepen|nome=Bernd|cognome2=Güleryüz|nome2=Ahmet|titolo=The Ottoman Steam Navy 1828–1923|anno=1995|editore=Conway Maritime Press|città=Londra|isbn=0-85177-610-8|cid= Langensiepen e Güleryüz|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=Massie|nome=Robert K.|titolo=Castles of steel|editore=Pimlico|anno=2005|città=Londra|isbn=1-84413-411-3|cid=Massie|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=McLaughlin|nome=Stephen|curatore=Preston, Antony|titolo=Warship 2001–2002|anno=2001|editore=Conway Maritime Press|città=Londra|pp=117–40117-40|capitolo=Predreadnoughts vs a Dreadnought: The Action off Cape Sarych, 18 November 1914|isbn=0-85177-901-8|cid=McLaughlin|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=Nekrasov|nome=George|titolo=North of Gallipoli: The Black Sea Fleet at War 1914–1917|serie=East European monographs|volume=CCCXLIII|anno=1992|editore=East European Monographs|città=Boulder, Colorado|isbn=0-88033-240-9|cid=Nekrasov|lingua=en}}
* {{Cita libro |cognome=Poggi|nome=Marco|titolo=Le navi fantasma|anno=1960|città=Roma|editore=Vito Bianco|cid=Poggi}}
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* {{Cita libro|nome = Gary|cognome = Staff|titolo = German Battlecruisers of World War One: Their Design, Construction and Operations|url = https://books.google.it/books?id=3Xg7CQAAQBAJ|anno=2014|editore = Seaforth Publishing|isbn= 978-1-84832-307-0|cid=Staff 2014|lingua = en}}
* {{Cita libro |titolo=Battleship Missouri: An Illustrated History |url=https://archive.org/details/battleshipmissou0000stil |cognome=Stillwell|nome=Paul|anno=1996 |editore=Naval Institute Press |città=Annapolis, Maryland |isbn=1-55750-780-5|cid=Stillwell|lingua=en}}
* {{Cita libro|curatore-cognome=Sturton|curatore-nome=Ian|titolo=Conway's All the World's Battleships: 1906 to the Present|url=https://archive.org/details/conwaysallworlds0000unse_n1m0|anno=1987|città=Londra|editore=Conway Maritime Press|isbn=0-85177-448-2|cid=Sturton|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=Whitley|nome= M. J.|titolo= Battleships of World War Two: An International Encyclopedia|città=Annapolis, Maryland|editore= Naval Institute Press|anno=1998|isbn=1-55750-184-X|cid=Whitley|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=Worth|nome=Richard|titolo=Fleets of World War II|editore=Da Capo Press|anno=2001|città=Cambridge, MA|isbn=0-306-81116-2|cid=Worth|lingua=en}}
 
== Voci correlate ==
* [[Battaglia del mar Mediterraneo (1914-1918)]]
* [[Inseguimento della Goeben e della Breslau]]
* [[Operazioni navali nella prima guerra mondiale]]
 
== Altri progetti ==
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[[Categoria:Incrociatori da battaglia della Kaiserliche Marine|Goeben]]
[[Categoria:Naviglio militare della prima guerra mondiale|Goeben]]
[[Categoria:Navi costruite a Amburgo|Goeben]]