Il Messaggero: differenze tra le versioni
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|vicedirettore = <div>
Alvaro Moretti<ref>{{cita web|url=http://www.primaonline.it/2018/03/19/268692/|titolo=Alvaro Moretti nuovo vicedirettore del Messaggero|accesso=5 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180405153644/http://www.primaonline.it/2018/03/19/268692/|dataarchivio=5 aprile 2018|urlmorto=no}}</ref><br/>
|redattore capo = Marco Gorra (centrale)<ref name="Boffo"/>
|cartacea = singola copia/<br />abbonamento
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A partire dal [[1918]], per far fronte alla riduzione della foliazione a 4 pagine (a causa della guerra in corso), il quotidiano lancia numerosi supplementi settimanali: ''Il Messaggero dello sport'', ''Il Messaggero commerciale'', ''Il Messaggero giudiziario'' e ''Il Messaggero della domenica''. Nel [[1920]] il quotidiano si trasferisce nell'attuale sede di [[via del Tritone]] 152 (tra [[piazza Barberini]] e il [[Via del Corso (Roma)|Corso]]) prendendo il posto dell'Hotel Select.
[[File:Il Messaggero, Rome.JPG|thumb|Il palazzo del ''Messaggero'' in via del Tritone.]]
[[File:Il Messaggero,
Durante gli [[Anni 1920|anni venti]] ''Il Messaggero'' subisce un calo di vendite. Nel novembre [[1932]] viene chiamato a risollevare il giornale [[Francesco Malgeri]]. In soli due anni di lavoro il nuovo direttore modernizza il quotidiano e ne fa una testata di rango nazionale. Malgeri chiama a collaborare col quotidiano giornalisti affermati come [[Mario Missiroli (giornalista)|Mario Missiroli]], [[Vittorio Gorresio]], [[Ermanno Contini]], [[Sandro De Feo]], [[Renzo Rossellini]], [[Diego Calcagno]], [[Vincenzo Talarico]], [[Giuseppe Longo]]. Inoltre, invita a collaborare alla [[Terza pagina]] personalità del calibro di [[Alberto Moravia]], [[Ugo Betti]], [[Gaetano Volpe]], [[Guido Mazzoni]], [[Luigi Salvatorelli]], [[Ruggero Orlando]], [[Arturo Tofanelli]], [[Renzo Sereno]], [[Giovanni Comisso]], [[Diego Valeri]]. Mario Missiroli, collaboratore principe del giornale, era l'autore di quasi tutti gli [[articolo di fondo|articoli di fondo]] ma, essendo egli inviso al [[regime fascista]], gli articoli venivano pubblicati in forma anonima.
Nel [[1940]] ''Il Messaggero'' ha una tiratura media di 240 000 copie e si attesta al quinto posto tra i maggiori quotidiani italiani<ref>Manterrà questa posizione fino alla metà degli [[Anni 1980|anni ottanta]].</ref>. Guidato autorevolmente da Malgeri, è insieme un giornale popolare e attendibile.
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Nei giorni immediatamente successivi al [[Proclama Badoglio]] (8 settembre), Roma subisce l'[[Occupazione tedesca di Roma|occupazione tedesca]]. I nazisti comunque consentono l'uscita del quotidiano nelle edicole.
Il 4 giugno [[1944]] Roma [[Liberazione di Roma|viene liberata]] dagli Americani. Il primo direttore dopo la Liberazione è [[Tomaso Smith]], personaggio non compromesso col regime.<ref>Una nota editoriale pubblicata il 6 giugno recitava: «Tomaso Smith riassume oggi la direzione del Messaggero. "Dopo vent'anni di volontaria assenza egli tornò al giornalismo il 25 luglio 1943. Il 10 settembre se ne allontanò. Arrestato e sfuggito dopo 3 mesi alla sicura deportazione egli ritorna fra noi che lo abbiamo sempre considerato il nostro Direttore».</ref> Il Messaggero «indipendente» guidato da Smith esce per tre giorni. Il 9 giugno le autorità vietano tutti i quotidiani romani, «per la passata attività» di fiancheggiamento della [[Repubblica Sociale Italiana]] e dell'occupante tedesco, oltre che per ridurre il grande consumo di carta.
Il giornale torna in edicola il 21 aprile ([[Natale di Roma]]) del [[1946]] con il nuovo nome di ''Messaggero di Roma''.
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{{Citazione|Il primo volto del "Messaggero" fu per me quello di un usciere. Imponente, aulico, solenne, non sembrava un usciere, così come il grande palazzo al centro di Roma in cui ero appena entrato, specchiandomi per un attimo nella vetrata girevole, non sembrava un giornale.|Nino Longobardi<ref name=usciere>Nino Longobardi, ''Bontà mia (e... di mio zio Amedeo)'', Giovanni Volpe editore, Roma, 1977, p. 23</ref>}}
Nel 1967 il quotidiano pubblica a puntate l'anticipazione delle memorie di [[Luigi Federzoni]], gerarca del [[regime fascista]]. La pubblicazione inizia in febbraio, un mese dopo la morte di Federzoni, e si conclude in marzo<ref>{{Treccani|luigi-federzoni_(Dizionario-Biografico)|Luigi Federzoni}}</ref>. Nel [[1968]] Alessandro Perrone avvia un nuovo corso tecnologico al giornale. Istituisce, primo in Italia, l'
Tra il 1973 e il 1974 cambia l'assetto proprietario del ''Messaggero''. Nel 1973, infatti, nasce una vertenza tra Alessandro e Ferdinando Perrone, cugini e proprietari alla pari del quotidiano, sulla linea politica del giornale molto vicina alla sinistra
La redazione non accetta il passaggio ad un'azienda pubblica (cioè governativa) ed entra in sciopero. Il 12 maggio [[1974]] il comitato di redazione fa pubblicare un'intera pagina di protesta sul giornale. La trattativa per la cessione comunque va in porto. Dopo un mese e mezzo di braccio di ferro viene trovata una soluzione di compromesso: la Montedison accetta alla direzione un uomo proveniente dalla sinistra come [[Italo Pietra]]. Pietra, già direttore del ''[[Il Giorno|Giorno]]'' arriva a Roma portando tre firme importanti dal quotidiano milanese: [[Sergio Turone]], [[Luigi Fossati]] (insediatosi come vice-capo redattore e poi nominato condirettore) e [[Vittorio Emiliani]].
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In occasione del [[Referendum abrogativo in Italia del 1974|referendum sul divorzio]] (12-13 maggio [[1974]]) il quotidiano si schiera per il "No", confermando la propria linea politica<ref>[[Eugenio Santoro (medico)|Eugenio Santoro]], ''PSI 1992: dirsi addio?'', Soveria Mannelli, [[Rubbettino Editore]], 2006.</ref>. Dopo Pietra seguono alla direzione Luigi Fossati ([[1975]]) e, nel [[1980]], Vittorio Emiliani. Con la sua conduzione (1980-1987) si espande la ''Cronaca di Roma'', che passa da 4 a 6 pagine e viene collocata a partire da pagina 6, cioè dopo la cultura e prima delle sezioni di [[politica interna]] ed [[Politica estera|estera]]. Nel 1977 il governo sopprime alcune festività, tra cui la [[Befana]]. «Il Messaggero» lancia una appassionata campagna di stampa in favore del suo ripristino. Con la sua rubrica ''Aridatece la Befana'', curata da Aldo De Luca, il quotidiano romano raccoglie migliaia di firme. L'iter burocratico fu piuttosto lungo, ma si concluse felicemente nel 1985 con il ripristino della ricorrenza come festa nazionale<ref>{{Cita web|url=https://www.ilmessaggero.it/rubriche/accadde_oggi/accadde_oggi_6_gennaio_1985_befana_festa-1457653.html?refresh_ce|titolo=6 gennaio 1985 La Befana torna a essere festa grazie alla campagna del Messaggero|accesso=28 febbraio 2023}}</ref>.
Nel [[1982]] il quotidiano romano, pur surclassato dalla ''Repubblica'' in campo nazionale, era comunque il sesto quotidiano italiano con {{formatnum:290863}} copie di [[tiratura]] media<ref>''Quanto si legge in Italia?'', in «La Civiltà Cattolica», 1º ottobre 1983, n. 3199, p. 77 ([https://books.google.it/books?id=tQM5AQAAMAAJ&printsec=frontcover versione digitalizzata] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20171116185253/https://books.google.it/books?id=tQM5AQAAMAAJ&printsec=frontcover |data=16 novembre 2017 }}).</ref> (il quarto se si escludono i quotidiani sportivi). Nello stesso periodo iniziano a svilupparsi le edizioni provinciali, in linea con il progressivo sviluppo della stampa locale in tutto il Paese. Aprono le redazioni regionali di [[Abruzzo]], [[Umbria]] e [[Marche]]. Qui ''Il Messaggero'' esce in un formato [[tabloid]] {{
=== Dai Ferruzzi a Caltagirone ===
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Nel [[1987]] il nuovo proprietario del quotidiano, il gruppo [[Ferruzzi]], chiama alla direzione [[Mario Pendinelli]]. Dopo tre anni ''Il Messaggero'' sfonda quota {{formatnum:300000}} copie, il massimo risultato del [[dopoguerra]], ma i costi sostenuti per raggiungere il risultato sono elevati. Il quotidiano ha effettuato costosi investimenti: è stata migliorata la veste grafica, sono stati messi sotto contratto prestigiosi commentatori stranieri.
Alla fine degli [[Anni 1980|anni ottanta]], il quotidiano apre una redazione a [[Ravenna]], città di provenienza di [[Raul Gardini]], ''patron'' della Ferruzzi, e altre a [[Rimini]], [[Forlì]] e [[Cesena]]. Con il numero del 2 gennaio 1990 la testata viene accorciata da «Il Messaggero di Roma» (che durava dal 1946) a «Il Messaggero».
A fine [[1993]], dopo la fine del gruppo Ferruzzi e l'allontanamento di Gardini, e un periodo in cui editore era Carlo Sama, Mario Pendinelli lascia ''Il Messaggero'' e fonda un suo quotidiano, ''[[L'Informazione (quotidiano)|L'Informazione]]'', che esce nel [[1994]] ma avrà vita breve. Il suo successore alla testata romana è, dal dicembre 1993, [[Giulio Anselmi]], condirettore del ''[[Corriere della Sera]]''. Nel suo fondo d'esordio, Anselmi descrive con queste parole il momento che la nazione sta attraversando (siamo in piena ''[[tangentopoli]]'' e si sono appena svolte le [[Elezioni amministrative in Italia del 1993|elezioni]] per il [[sindaco di Roma]]):
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[[File:Francesco-Gaetano-Caltagirone,-Alberto-Nagel-(Mediobanca-S.p.A.),-Gabriele-Galateri-(Generali)-e-Federico-Ghizzoni-(Unicredit).jpg|thumb|Il presidente Francesco Gaetano Caltagirone con Alberto Nagel, Gabriele Galateri e Federico Ghizzoni all'evento di ''restyling'' del quotidiano.]]
Anselmi, alla prese con il problema del contenimento dei costi, riduce la redazione e chiude le edizioni romagnole del quotidiano. Quando, nel giugno [[1996]], il costruttore romano [[Francesco Gaetano Caltagirone]] compra ''Il Messaggero'', Anselmi viene licenziato; [[Pietro Calabrese]] viene promosso da vice direttore a direttore. Calabrese rimarrà alla guida del giornale per tre anni e mezzo. Durante la sua direzione il quotidiano romano riesce a sfondare quota {{formatnum:300000}} copie, ritornando ai suoi massimi livelli di vendita. L'editore Caltagirone è il primo in Italia a nominare una donna, [[Rita Pinci]], prima redattore capo centrale e poi vicedirettore di un quotidiano. Sulla scia dei giornali nazionali, anche il quotidiano romano comincia ad offrire inserti e ''[[gadget]]'' ai propri lettori.
Dopo Calabrese è la volta di [[Paolo Graldi]], proveniente da ''[[Il Mattino (quotidiano)|Il Mattino]]'', altro quotidiano del gruppo Caltagirone. Con Graldi l'editore trova una notevole identità di vedute<ref>Costanzo Costantini, ''op. cit''.</ref>. Infatti, dopo soli due anni, viene nominato direttore editoriale. Al suo posto viene chiamato nel [[2002]] [[Paolo Gambescia]], direttore del quotidiano [[Napoli|partenopeo]]. Gambescia rinnova le pagine cultura e spettacoli chiamando a dirigerle Piero Mei e Piero Santonastaso.
L'avvicendamento del direttore si ripete quattro anni dopo con [[Roberto Napoletano]] - già capo della redazione romana e vicedirettore de ''[[Il Sole 24 Ore]]'' - che entra in via del Tritone con la carica di condirettore (settembre [[2004]]) e dal febbraio [[2006]] passa al ruolo di direttore.
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Nell'autunno del [[2012]] il quotidiano romano effettua un deciso restyling della veste grafica e del sito web, ad opera dello spagnolo Sergio Juan. Al rinnovo dell'immagine si accompagna l'avvicendamento alla direzione. Al posto di Mario Orfeo, nominato alla guida del [[TG1]], subentra [[Virman Cusenza]], proveniente anch'egli, come Gambescia ed Orfeo, dalla direzione de ''Il'' ''Mattino''.
Dal 2016 il famoso blog per la risoluzione di generici problemi informatici e tecnologici ''[[Aranzulla.it]]'' entra a far parte della rete web del gruppo del Messaggero, contribuendo al suo traffico e ai relativi introiti pubblicitari.<ref>{{Cita web|url=https://www.lafeltrinelli.it/libri/autori/salvatore-aranzulla|titolo=Salvatore Aranzulla: Libri e opere in offerta {{!}} Feltrinelli|sito=www.lafeltrinelli.it|lingua=it|accesso=29 gennaio 2024}}</ref>
Nel settembre [[2018]] ''Il Messaggero'' rinnova il proprio sito internet ed introduce un sistema di accesso a pagamento denominato ''metered [[paywall]]'', che consente la lettura di 10 articoli gratuiti, dopo i quali diventa necessario l'abbonamento.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/messaggero_festa_140_anni_diretta_20_settembre_2018-3986478.html|titolo=Il Messaggero compie 140 anni, festa a Cinecittà con Mattarella. Cusenza: libertà di stampa va difesa|lingua=it|accesso=2019-05-09|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20190417202621/https://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/messaggero_festa_140_anni_diretta_20_settembre_2018-3986478.html|dataarchivio=17 aprile 2019|urlmorto=no}}</ref>▼
▲Nel settembre [[2018]] ''Il Messaggero'' rinnova il proprio sito internet ed introduce un sistema di accesso a pagamento denominato ''metered [[paywall]]'', che consente la lettura di 10 articoli gratuiti, dopo i quali diventa necessario l'abbonamento.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/messaggero_festa_140_anni_diretta_20_settembre_2018-3986478.html|titolo=Il Messaggero compie 140 anni, festa a Cinecittà con Mattarella. Cusenza: libertà di stampa va difesa|lingua=it|accesso=9 maggio 2019
Il 6 luglio 2020 Cusenza lascia la direzione e viene sostituito da Massimo Martinelli.<ref>{{Cita web|url=https://www.primaonline.it/2020/07/06/309555/virman-cusenza-lascia-la-direzione-del-messaggero-al-suo-posto-il-vice-massimo-martinelli/|titolo=Cusenza lascia la direzione del Messaggero, al suo posto il vice Martinelli|sito=[[Prima Comunicazione]]|data=2020-07-06|lingua=it-IT|autore=Roberto Borghi|accesso=1º settembre 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200706205727/https://www.primaonline.it/2020/07/06/309555/virman-cusenza-lascia-la-direzione-del-messaggero-al-suo-posto-il-vice-massimo-martinelli/|dataarchivio=6 luglio 2020|urlmorto=sì}}</ref>▼
== Variazioni dell'assetto proprietario ==
* 1878. [[Baldassarre Avanzini]], [[La Spezia|spezzino]], e [[Luigi Cesana]], milanese, fondano la testata. Il capitale iniziale è di {{formatnum:20000}} lire: una metà sono di Cesana (che è anche proprietario del quotidiano) e l'altra metà sono in prestito<ref>Costanzo Costantini, ''La storia del Messaggero'', Gremese, 2008, pag. 23.</ref>. La prima sede del giornale è in via del Seminario; la tipografia è a fianco della redazione. L'anno dopo si trasferisce in via del Bufalo 125, dove resterà per 40 anni.
* 1911. In dicembre Luigi Cesana cede ''Il Messaggero'' per due milioni di lire<ref>Valerio Castronovo et alii, ''La stampa italiana nell'età liberale'', Laterza, 1979, pag. 223</ref> a [[Giuseppe Pontremoli]] che, insieme a [[Luigi Della Torre]], gerente della banca milanese [[banca Zaccaria Pisa]], conclude l'acquisto del giornale romano. L'ingegner Pontremoli è consocio e gerente della «Società Editoriale Italiana» (S.E.I.), attraverso la quale gestisce anche il milanese ''[[Il Secolo (quotidiano)|Il Secolo]]'' e il napoletano ''[[Il Mattino (quotidiano)|Il Mattino]]''.
* 1917. L'8 luglio la famiglia di imprenditori [[siderurgia|siderurgici]] Perrone, che controlla il gruppo industriale [[Ansaldo]], assume il controllo del ''Messaggero'' cedutogli da Pontremoli e Della Torre. [[Ferdinando Maria Perrone]] affida ai due figli, Mario e Pio Perrone, la gestione del ''Messaggero''.
* 1920. La sede del giornale si trasferisce, da via del Bufalo, nell'ex albergo Select, in Via del Tritone 152<ref>Sergio Turone cita un'informativa della polizia del 12 settembre 1917 secondo cui il denaro per comprare il palazzo sia provenuto dalla Francia, che ricompensò il giornale romano per la campagna francofila che condusse sin dall'inizio della [[prima guerra mondiale]]. Cfr, Sergio turone, ''Corrotti e corruttori dall'unità d'Italia alla P2'', Roma, 1984, pp. 139-140.</ref>.
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* 1974. [[Eugenio Cefis]], presidente di [[Montedison]], convince Vittoria Perrone (figlia di Mario) a cedergli la sua quota sociale<ref>Costanzo Costantini, ''La storia del Messaggero'', Gremese, 2008, pag. 115.</ref>. Questa volta l'operazione va in porto: il 50% appartenente agli eredi di Mario passa alla Montedison. Con la fine della direzione di Alessandro Perrone si conclude l'era della famiglia genovese alla guida del ''Messaggero''<ref>Il ramo di Alessandro mantiene però la proprietà del ''Secolo XIX'' di Genova.</ref>. Il 13 maggio vengono rinnovati i vertici della società editrice del quotidiano: Raffaele Stracquadanio, manager di fiducia di Eugenio Cefis, viene nominato presidente. In settembre l'operazione si conclude con l'acquisizione, da parte di Montedison, della quota di Rusconi<ref>Secondo Giampaolo Pansa, i Perrone ricevettero 4 miliardi e 700 milioni; Rusconi incassò una cifra in franchi svizzeri equivalente a 20 miliardi di lire.</ref>.
* 1987. Si compie la scalata del gruppo alimentare [[ravenna]]te [[Ferruzzi]] alla Montedison. La nuova gestione fa ingenti investimenti. Ma l'amministratore delegato [[Carlo Sama]] crea un buco di 30 miliardi, che porta la società editrice sull'orlo del fallimento. Nel novembre 1994 si dimette il direttore Mario Pendinelli, oltre a Sama (poi indagato). Viene proclamato lo stato di crisi aziendale, che porta il giornale ad una pesante cura dimagrante (tra cui la chiusura di tutte le quattro edizioni locali romagnole, create da Ferruzzi e Gardini, e la messa in mobilità di tutti i giornalisti di quella regione)<ref>Parte di essi saranno riassorbiti anni dopo.</ref>. Lo stato di crisi viene gestito da [[Mediobanca]], principale creditore del Gruppo Ferruzzi che, dopo un risanamento dei conti del giornale durato tre anni, lo mette in vendita.
* 1996. Dopo le elezioni politiche, in giugno Mediobanca e Ferruzzi cedono il quotidiano a [[Francesco Gaetano Caltagirone]] per la cifra di 356 miliardi di lire; il gruppo Caltagirone crea una propria società editoriale, la [[Caltagirone Editore]] che ingloba anche ''[[Il Mattino (quotidiano)|Il Mattino]]'' di [[Napoli]]. Successivamente aprirà un portale Internet, darà vita al giornale a distribuzione gratuita ''[[Leggo]]'' e acquisterà anche ''[[Il Gazzettino]]'' di [[Venezia]], ''Il Nuovo quotidiano di Puglia'' di [[Lecce]] e il ''[[Corriere Adriatico]]'' di [[Ancona]].
== Direttori ==
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''Dopo la caduta del fascismo: nomina approvata dal [[Minculpop]] defascistizzato''<ref>Decreto 9 agosto [[1943]], n. 727.</ref>
* [[Pio Perrone]] (28 luglio - 3 agosto 1943)
* [[Tomaso Smith]] (4 agosto -
''Graditi al regime della R.S.I.''
* [[Alfonso Novara]] (
* [[Bruno Spampanato]] (16 dicembre 1943 - 4 giugno 1944)
''Dopo la Liberazione di Roma''
* [[Tomaso Smith]], 2ª volta (6, 7 e 8 giugno 1944)
Sospeso per deliberazione dell'«Allied Publication Board» anglo-americano il 9 giugno 1944, le pubblicazioni riprendono il 21 aprile 1946 con la testata ''Messaggero di Roma''
* [[Arrigo Jacchia]] (21 aprile 1946 - 14 settembre 1946)
''Scelti dalla famiglia Perrone''
* [[Mario Missiroli (giornalista)|Mario Missiroli]] (15 settembre 1946 - 15 settembre 1952)
* [[Alessandro Perrone]] (16 settembre 1952 - giugno 1973; 23 luglio 1973 -
''Scelti dalla Montedison''
* [[Italo Pietra]] (
* [[Luigi Fossati]] (24 giugno 1975 - 31 dicembre 1979)
* [[Vittorio Emiliani]] (
''Scelti dal gruppo Ferruzzi''
* [[Mario Pendinelli]] (27 gennaio 1987 - 24 novembre 1993)
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* [[Roberto Napoletano]] (1º febbraio 2006 - 27 marzo 2011)
* [[Mario Orfeo]] (28 marzo 2011 - 9 dicembre 2012)
▲
* [[Massimo Martinelli]] (7 luglio 2020 - 1º maggio 2024)<ref>{{Cita web|url=https://www.primaonline.it/2024/04/09/405609/alessandro-barbano-e-il-nuovo-direttore-de-il-messaggero/|titolo=Azzurra Caltagirone punta su Alessandro Barbano per il rilancio del Messaggero|accesso=7 maggio 2024}}</ref>
* [[Alessandro Barbano]] (3 maggio 2024 - 3 giugno 2024)<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfoglio.it/politica/2024/06/03/news/barbano-rimosso-a-sorpresa-dalla-direzione-del-messaggero-dopo-un-mese-6609046/|titolo=Barbano rimosso a sorpresa dalla direzione del Messaggero dopo un mese|accesso=10 giugno 2024}}</ref>
* [[Guido Boffo]] (4 giugno 2024 - 3 giugno 2025)
* Massimo Martinelli, 2ª volta (4 giugno 2025 - ''in carica'')
== Firme ==
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* Simona Antonucci
* Niki Barbati
*
* Raffaele Genah
* [[Ruggero Guarini]], per diversi anni capo dei servizi culturali.▼
* [[Franca Giansoldati]], vaticanista
* [[Fabio Isman]]▼
▲* [[Fabio Isman]]
* [[Mario Mariani (scrittore)|Mario Mariani]], [[corrispondente di guerra]] durante la IGM
* Vincenzo Martucci
* [[Fabrizio Menghini]], per diversi anni capo dei servizi giudiziari
* [[Giovanni Merloni]]
* Marco Molendini (caporedattore e critico musicale)▼
* Jacopo Orsini
* Marida Lombardo Pijola
*
* [[Lino Cascioli]]
* [[Luca Ricolfi]]
* [[Rosso di San Secondo]]
*
* Gloria Satta
*
* [[Aldo Valori]]
* [[Orio Vergani]]
▲* Marco Molendini (caporedattore e critico musicale)
* Paolo Zaccagnini, [[critico musicale]] negli anni ottanta, novanta e duemila
* Fabrizio Zampa
▲* Andrea Bulleri
== Edizioni ==
''Il Messaggero'' ha una foliazione media di 60 pagine; viene distribuito con un'edizione nazionale ed undici edizioni locali, di cui otto nel [[Lazio]] ([[Roma]], Metropoli, [[Ostia (Roma)|Ostia]]-[[Litorale laziale|litorale]], [[Viterbo]], [[Civitavecchia]], [[Frosinone]], [[Latina]], [[Rieti]]).<br/>
Le altre sono realizzate in [[Abruzzo]], in [[Umbria]] e [[Marche]]<ref>Le tre redazioni esistenti nella regione sono state accorpate ad [[Ancona]]. Il 31 luglio [[2015]] hanno chiuso le redazioni di Pesaro e Ascoli Piceno.</ref>. == Diffusione ==
[[File:"Il Messaggero" - diffusione media del quotidiano - avarage daily newspaper circulation (1976-).png|miniatura|300x300px|Diffusione media giornaliera de "''Il Messaggero''" dal 1976 ad oggi (dati [[Accertamenti diffusione stampa|ADS]]).]]
<small>La [[diffusione (editoria)|diffusione]] di un quotidiano si ottiene, secondo i criteri
Dal 2021 ADS ha abbandonato la distinzione tra copia cartacea e copia digitale, che è stata sostituita dalla distinzione tra «vendite individuali» (copie pagate dall’acquirente) e «vendite multiple» (copie pagate da terzi).</small>
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! Anno
! Diffusione
! Totale diffusione<br /><small>(cartacea + digitale)</small> || Diffusione cartacea|| Tiratura▼
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| 2022 || {{formatnum:70021}}
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| 2021 || {{formatnum:74542}}
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! Anno
▲! Totale diffusione<br /><small>(cartacea + digitale)</small> || Diffusione cartacea|| Tiratura
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| 2020 || {{formatnum:75227}} || {{formatnum:60808}}|| {{formatnum:94701}}
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* Biblioteca Nazionale Centrale di Roma:
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[[Categoria:Periodici fondati nel 1878]]
[[Categoria:Periodici italiani in lingua italiana]]
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