Carrè (Italia): differenze tra le versioni

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{{nota disambigua||Carre}}
{{Divisione amministrativa
|Nome=Carrè
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|Data istituzione=
|Altitudine=
|Abitanti=3535
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens/index.php?anno=2020&lingua=ita Dato Istat] - Popolazione residente al 30 novembre 2020 (dato provvisorio).
|Aggiornamento abitanti=30-11-2020
|Sottodivisioni=
|Divisioni confinanti=[[Chiuppano]], [[Lugo di Vicenza]], [[Piovene Rocchette]], [[Zanè]], [[Zugliano]]
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}}
 
'''Carrè''' (''Carè'' in [[lingua veneta|veneto]]<ref>{{cita libro|AA. |VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani |1990 |UTET |Torino}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:3535Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Vicenza]] in [[Veneto]].
Gli abitanti e i lavoratori di Carrè sono detti "carradiensi"<ref>Anche {{senza fonte|''roversi''}} in dialetto veneto</ref>.
 
== Geografia fisica ==
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Le origini dell'abitato sono incerte. Il rinvenimento di tombe preromane, di bronzi, di ceramiche e di alcuni mosaici di epoca romana fa pensare a origini molto antiche.
 
Carrade (Carrè) risulta in un elenco di località oggetto di controversia (pergamena, placito del 12 novembre 1046 Borgo San Donnino Parma, alla presenza di Anselmo, messo di re Enrico III) ove il vescovo[[Diocesi di Parma|vescovo di Parma]] ([[Antipapa Onorio II|Onorio II antipapa]]) rivendicava dei beni nel comitato Vicentino oggetto di investiture precedenti a favore di Ambrogio del fu Rodolfo Da Vivaro. (Preistoria di Onorio II antipapa di Andrea Castagnetti 2014, interpretazione Fabris Ignazio). Placiti III/1, n. 369, 1046 novembre 12, Borgo San Donnino
 
Il territorio di Carrè, fin dai primi decenni del XII secolo, fu feudo della [[Capra (famiglia)|famiglia Capra]] (o ''Capella''), spesso in lotta con i vicini signori di [[Piovene Rocchette|Piovene]] e di [[Thiene]] per il controllo della zona. I Capra mantennero questo feudo, salvo poche parentesi (sotto [[Ezzelino III da Romano|Ezzelino III]] dal 1236 al 1259 e sotto gli [[Scaligeri]] dal 1344 al 1363) fino ai tempi della Serenissima.
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Lo statuto citava espressamente il castello che sorgeva sul colle elevantesi a nord-est in prossimità del centro: era certamente antico e, fatto assai raro per l'epoca, gentilizio, di proprietà cioè dei Capra. Di esso, tuttavia, si sa ben poco ed è soprattutto ignota l'epoca della sua costruzione: escluso in questo caso l'incastellamento di una chiesa, essa potrebbe risalire agli inizi del secolo XI ed essere perciò attribuibile ad uno di quei capitani imperiali che erano scesi in Italia con [[Corrado II il Salico|Corrado II]] nel 1026 e vi si erano poi fermati perché infeudati di ricchi beni<ref>Questa ipotesi consentirebbe di retrodatare di almeno due secoli l'origine dei Capra e darebbe altresì una spiegazione alla giurisdizione che risulta essi abbiano sempre esercitato su questo castello.</ref>.
 
Il castello rimase gentilizio anche successivamente; il Comunecomune non vi ebbe mai giurisdizione e lo conferma il fatto che nel secolo XVI le "[[Vicinia|vicinie"]] si radunarono in luoghi diversi.
 
Non è noto quando e perché il castello di Carrè sia andato in rovina, ma è certo che ciò accadde piuttosto tardi, presumibilmente nel secolo XVII; esso passò indenne il periodo delle ritorsioni padovane successive al passaggio di Vicenza in mano degli Scaligeri, nel secondo decennio del Trecento, e fu risparmiato anche dalle distruzioni messe in opera da [[Bartolomeo d'Alviano]] durante la [[guerra della Lega di Cambrai]] nel 1514<ref>Il che è indirettamente confermato da un privilegio del 25 marzo 1552 con il quale il doge Francesco Donato ordinava "«''Ut in posterum ipsa villa de Carrade cum castro et universo territorio Comitatus Carrade nuncupatur.''".»</ref>. Alla fine del Cinquecento [[Filippo Pigafetta]] annotava che "«l'Astico… bagna le radici de' monti… et prima di Carrè nella cima del quale s'alza il castello degli Conti Capra (cognominati etiandio Carradii per quella giurisditione)…"». Visitando il luogo nei primi anni dell'Ottocento, il [[Gaetano Maccà|Maccà]]<ref>Gaetano Maccà, ''Storia del territorio vicentino'', XI, parte II, p. 141.</ref> affermava che "ivi adunque esistono alcuni avanzi delle sue mura, e sono di pietre del monte di Carrè. Osservai un pezzo lungo di esse mura, il quale è grosso piedi sei, e onice cinque"<ref>A. Canova e G. Mantese, ‘'I castelli medievali ...'’, p. 218.</ref>.
 
Nel 1337, durante la dominazione [[scaligeri|scaligera]], il territorio di Carrè fu sottoposto, sotto l'aspetto amministrativo, al [[Storia del territorio vicentino#I Vicariati civili|Vicariato civile]] di [[Thiene]] e tale rimase sino alla fine del XVIII secolo<ref>{{Cita| Canova, 1979|p. 25}}.</ref>.
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* '''L'eremo Camaldolese di Rua nelle Bregonze'''
:Sorse nel 1602 ai confini fra il comune di Centrale e quello di Carrè, per iniziativa di alcuni "gentiluomini divoti" e così chiamato perché nei primi anni della sua fondazione dipese dal convento padovano della Rua; venne soppresso agli inizi dell'Ottocento con decreto napoleonico. Al tempo della sua piena attività accolse alcune decine di monaci che vivevano in clausura; le donne vi potevano accedere solo tre volte l'anno. Fu per due secoli oggetto di grande devozione e richiamo, tanto che alcuni parroci di Centrale e di Zugliano ottennero di essere sepolti nella chiesa.
:Alla chiusura del monastero ne seguì rapidamente la rovina: di esso, in piccola parte trasformato in casa colonica dove vivono alcune famiglie, rimane intatto il pozzo e qualche tratto di soffitto e di muro. Scomparsa è anche la chiesa dedicata a san Giovanni Battista, che accoglieva diverse opere d'intaglio del bassanese [[OrazioFrancesco Marinali senior]], una ''Flagellazione'' del Tiziano e due tele del Maganza: prezioso e ricco era anche il reliquiario, oggi custodito presso la parrocchiale di Centrale. Di notevole valore era la biblioteca dell'eremo, che custodiva, fra i numerosi libri di carattere religioso, anche "[[I quattro libri dell'architettura]]" del [[Andrea Palladio|Palladio]]<ref>{{cita|Brazzale, 1992|p. 18}}.</ref><ref>{{cita|Leonardi, 1990}}.</ref>.
*'''[[Chiesa di Santa Maria Assunta (Carrè)|Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta]]'''
:Fu costruita tra il 1874 e il 1878, su progetto dell’architetto Gio.Batta Dalla Vecchia di Vicenza; i lavori in marmo sono di Francesco Cavallini e figli di [[Pove del Grappa|Pove]], l’organo dei fratelli Zordan di [[Caltrano]], le campane della ditta De Poli di [[Vittorio Veneto]], le pitture di Domenico Capuzzo e fratelli di [[Legnago]], allievi del pittore don Demetrio Alpago. Gran parte del lavoro per realizzarla fu gratuito.
:La facciata è in stile rinascimentale, armoniosa e caratterizzata da due celle campanarie che architettonicamente le danno movimento. Nei piloni laterali inferiori vi sono due statue in marmo: ''San Lorenzo'' e ''Santa Lucia''; nella lunetta in mosaico sovrastante la porta è rappresentata ''Maria Assunta''.