Carlo Rosselli: differenze tra le versioni

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|GiornoMeseNascita = 16 novembre
|AnnoNascita = 1899
|NoteNascita = <ref>L'atto di nascita è presente sul [https://antenati.cultura.gov.it/ark:/12657/an_ua19790853/5V6lW11 Portale Antenati].</ref>
|LuogoMorte = Bagnoles-de-l'Orne
|GiornoMeseMorte = 9 giugno
|AnnoMorte = 1937
|Epoca = 1900
|Attività = attivistaantifascista
|Attività2 = giornalista
|Attività3 = filosofo
|AttivitàAltre = , [[storico]] ed [[antifascismo|antifascista]]
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Carlo Rosselli 3.jpg
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Rosselli nacque a [[Roma]] il 16 novembre del [[1899]] da un'agiata famiglia [[Ebrei|ebraica]], secondogenito dei tre figli del [[Livorno|livornese]] Giuseppe Emanuele "Joe" Rosselli (10 agosto [[1867]] - [[Firenze]], 9 settembre [[1911]])<ref>Nato a Livorno il 10 agosto 1867 e morto a Firenze, 9 settembre 1911)</ref> e della [[venezia]]na [[Amelia Pincherle Rosselli|Amelia Pincherle]], sorella di Carlo Pincherle, [[architetto]] e [[pittore]], oltreché padre dello scrittore [[Alberto Moravia]]. Tanto la famiglia paterna quanto quella materna, fermamente legate agli ideali [[Repubblicanesimo|repubblicani]] e [[Mazzinianesimo|mazziniani]], erano state politicamente molto attive, avendo partecipato alle vicende del [[Risorgimento]] italiano: Pellegrino Rosselli, tra l'altro zio della futura moglie di [[Ernesto Nathan]]<ref>[[Sindaci di Roma|Sindaco di Roma]] dal novembre del [[1907]] al dicembre del [[1913]]</ref>, fu un seguace e stretto collaboratore di [[Giuseppe Mazzini]] nei suoi ultimi anni di vita (quest'ultimo morì di fatto in clandestinità nella sua casa [[pisa]]na) ed un Pincherle fu nominato ministro durante la breve esperienza della [[Repubblica di San Marco]], instauratasi nel [[Triveneto]] a seguito d'una massiccia insurrezione [[Asburgo|anti-asburgica]] guidata da [[Daniele Manin]] e [[Niccolò Tommaseo]].
 
I Rosselli avevano abitato per un considerevole periodo a [[Vienna]], dove Giuseppe Emanuele aveva studiato composizione musicale e dove, nel [[1895]], era nato il primogenito [[Aldo Rosselli|Aldo Sabatino]]. In seguito, si trasferirono a [[Roma]], dove il padre, rinunciando alle sue aspirazioni artistiche, si dedicò alla vita mondana, mentre la madre ottenne dei discreti successi come autrice di drammi teatrali. Qui, dopo Carlo, venne alla luce, l'anno seguente, il terzogenito [[Nello Rosselli|Sabatino Enrico "Nello"]].
 
[[File:Nello Rosselli.jpg|thumb|[[Nello Rosselli]]]]
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Tornato in Italia in ottobre, grazie anche ai buoni uffici di Salvemini, si impiegò come assistente volontario nella Facoltà di economia dell'[[Università commerciale Luigi Bocconi|Università Bocconi]] a [[Milano]], dove trasferì il suo domicilio. Proseguì la sua collaborazione alla «''Critica Sociale''» di Turati: in novembre vi pubblicò un articolo, invitando il Partito socialista a rompere con il marxismo, che egli giudicava espressione di «cieco e tortuoso dogmatismo», per mettersi piuttosto sulla linea di un «sano empirismo all'inglese».
 
Nel febbraio del [[1924]], inaugurò la sua collaborazione con la rivista della Federazione giovanile del PSU, «Libertà», scrivendo proprio un articolo sul movimento laburista inglese. Pochi mesi dopo il [[Giacomo Matteotti#Il rapimento e l'omicidio|delitto Matteotti]] s'iscrisse al P.S.U.
 
Rosselli sperava invano che in Italia si costituisse una seria opposizione antifascista moderata in grado di offrire un'alternativa politica alla borghesia che guarda con simpatia al fascismo: una di queste avrebbe potuto essere l'[[Unione Nazionale (Italia)|Unione democratica nazionale]] di [[Giovanni Amendola]], alla quale aderì il fratello Nello.
In settembre Carlo era in Inghilterra, da dove inviava al giornale del PSU, la «''Giustizia''», le corrispondenze sull'evolversi della situazione politica inglese, successiva alla vittoria elettorale dei conservatori e alla rottura dell'alleanza tra laburisti e liberali.
[[File:Pierocalamandrei.gif|thumb|upright|[[Piero Calamandrei]]]]
Era pessimista sulle condizioni politiche dell'Italia: la [[secessione dell'Aventino|secessione aventiniana]] non produceva effetti, con i suoi sterili tentativi di accordo con il re, con i generali e i fascisti dissidenti. Del resto i fascisti stavano reagendo e lo dimostrarono anche devastando, il 31 dicembre [[1924]], il «Circolo di Cultura» di Salvemini che, come non bastasse, venne chiuso dal prefetto con una singolare motivazione: «''la sua attività provoca il giusto risentimento del partito dominante''»<ref>Il Circolo di Cultura fu rifondato nel settembre 1944, a liberazione di Firenze appena avvenuta, per iniziativa del [[Partito d'Azione]] e dei soci superstiti e intitolato ai Fratelli Rosselli. Assunse così il nome di [[Circolo di Cultura Politica Fratelli Rosselli]]. La sua prima manifestazione fu presieduta da [[Piero Calamandrei]]. Con questo nome è tuttora operante a Firenze. Nel 1990 con decreto del Presidente della Repubblica è stata costituita ed eretta in Ente Morale la {{cita testo|titolo=Fondazione Circolo Rosselli|url=https://www.rosselli.org/|titolourlmorto=Fondazione Circolo Rosselli}} per sostenerne l'attività.</ref>.
 
Lasciato l'incarico alla Bocconi, Rosselli passò a insegnare Istituzioni di economia politica a Genova. Fu un periodo di grande impegno intellettuale, che portò Rosselli a scontrarsi con personaggi del calibro di [[Luigi Einaudi]] su temi economici (libero mercato, concorrenza) e ad approfondire le sue elaborazioni sul mondo lavorativo (disoccupazione, organizzazione sindacale) e sulle teorie politiche.
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=== Il confino e la fuga da Lipari ===
[[File:1926 - lorenzo de bova turati carlo rosselli pertini parri a calvi.jpg|thumb|left|12 dicembre [[1926]] - Lorenzo De Bova, [[Filippo Turati]], Carlo Rosselli, [[Sandro Pertini]] e [[Ferruccio Parri]] a [[Calvi (Francia)|Calvi]] in [[Corsica]] dopo la fuga in motoscafo da [[Savona]].]]
[[File:Fturati.jpg|thumb|upright=0.7|[[Filippo Turati]]]]
Alla fine del [[1926]] organizzò con [[Italo Oxilia]]<ref>Antonio Martino: ''Fuorusciti e confinati dopo l'espatrio clandestino di Filippo Turati nelle carte della R. Questura di Savona'' in Atti e Memorie della Società Savonese di Storia Patria, n.s., vol. XLIII, Savona 2007, pp. 453-516. e ''Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R. Questura'', Gruppo editoriale L'espresso, Roma, 2009.</ref>, [[Sandro Pertini]] e [[Ferruccio Parri]] l'espatrio di [[Filippo Turati]] a [[Calvi (Francia)|Calvi]] in [[Corsica]], con un [[motoscafo]] partito da [[Savona]].
Mentre Turati, Pertini e Oxilia proseguirono per [[Nizza]], Parri e Rosselli, ritornati con il motoscafo a [[Marina di Carrara]], furono arrestati, nonostante tentassero di sostenere di essere reduci da una gita di piacere.<ref>Antonio Martino: Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R. Questura, Lulu.com, 2013; Giuseppe Milazzo: Sandro Pertini. Gli anni giovanili, L'Ornitorinco, Milano, 2020.</ref>
 
Rosselli fu accusato anche di aver favorito la fuga in [[Svizzera]] di [[Giovanni Ansaldo (giornalista)|Giovanni Ansaldo]], di Claudio Silvestri, di [[Claudio Treves]] e di [[Giuseppe Saragat]].
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Venne detenuto nelle carceri di [[Como]] fino al maggio del [[1927]] e poi inviato al confino<ref>Cfr. Commissione di Milano, ordinanza del 15.12.1926 contro Carlo Rosselli (“Intensa attività antifascista; tra gli ideatori del giornale clandestino ''[[Non Mollare]]'' uscito a Firenze nel 1925; favoreggiamento nell'espatrio di Turati e Pertini”). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, ''L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943'', Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra), vol. III, p. 238</ref> di [[Isola di Lipari|Lipari]] in attesa del processo.
 
L'8 giugno nacque suo figlio [[John Rosselli|Giovanni Andrea "John"]]. Quando Carlo fu ricondotto da Lipari a [[Savona]] per essere processato, nell'isola siciliana di Ustica giungeva il fratello [[Nello Rosselli|Nello]], condannato a 5 anni di confino.<ref>Cfr. Commissione di Firenze, ordinanza del 3.6.1927 contro Nello Rosselli (“Attività antifascista”). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, ''L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943'', Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra), vol. III, p. 1051</ref>
 
Al processo, che si aprì il 9 settembre, Rosselli si difese attaccando il regime: «''il responsabile primo e unico, che la coscienza degli uomini liberi incrimina è il fascismo [...] che con la legge del bastone, strumento della sua potenza e della sua Nemesi, ha inchiodato in servitù milioni di cittadini, gettandoli nella tragica alternativa della supina acquiescenza o della fame o dell'esilio''».
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[[File:Flag of Giustizia e Liberta.svg|thumb|left|Bandiera della ''[[Colonna Italiana]]'', nota anche come ''Centuria Giustizia e Libertà'', che sostenne i repubblicani nella [[guerra civile spagnola]].]]
Nel [[1936]] scoppiò in [[Spagna]] la [[Guerra civile spagnola|guerra civile]] tra i [[Giunta di difesa nazionale|rivoltosi dell'esercito filo-monarchico]], che effettuarono un [[colpo di Stato]], e il legittimo governo repubblicano del [[Fronte Popolare (Spagna)|Fronte Popolare]] di ispirazione [[Marxismo|marxista]].
Rosselli fu subito attivo nel sostegno alle forze repubblicane, criticando l'immobilismo di [[Francia]] e [[InghilterraRegno Unito]], mentre l'[[Italia]] e la [[Germania]] aiutavano [[Francisco Franco]] con uomini e armi agli insorti.
 
Nell'agosto combatté la sua prima battaglia in Spagna, nei dintorni di [[Huesca]] sul fronte di [[Aragona]]; cercò poi di costituire un vero e proprio battaglione (intitolato a [[Giacomo Matteotti]]).
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Nel giugno [[1937]] soggiornò a [[Bagnoles-de-l'Orne]] per delle cure termali, località dove fu raggiunto dal fratello Nello.
 
Il 9 giugno i due furono uccisi da una squadra di "cagoulards", miliziani della "[[Cagoule]]", formazione eversiva di destra francese, su mandato, forse, dei [[servizio segretoOVRA|servizi segreti fascisti]] fascisti e di [[Galeazzo Ciano]]; con un pretesto vennero fatti scendere dall'automobile, poi colpiti da raffiche di pistola: Carlo morì sul colpo, Nello (colpito per primo) venne finito con un'arma da taglio.<ref>Giuseppe Fiori, ''Casa Rosselli'', Einaudi, 1999, pp. 202 e segg.</ref><ref>Mimmo Franzinelli, ''Il delitto Rosselli. 9 giugno 1937. Anatomia di un omicidio politico'', Mondadori, Milano 2007.</ref>. I corpi vennero trovati due giorni dopo; i colpevoli, dopo numerosi processi, riusciranno quasi tutti a essere prosciolti.
 
I fratelli Rosselli furono sepolti nel cimitero monumentale parigino del [[cimitero di Père-Lachaise|Père Lachaise]], ma nel [[1951]] i familiari ne traslarono le salme in Italia, nel [[Cimitero di Trespiano|Cimitero Monumentale di Trespiano]], nel piccolo borgo omonimo, comune di Firenze, sulla via Bolognese.
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Il medesimo sacrario include le tombe di [[Gaetano Salvemini]], [[Ernesto Rossi]], [[Enrico Bocci]] e [[Nello Traquandi]], in quello che è denominato il "Quadrato del ''[[Non Mollare]]''".
 
NelloNel cimitero di Trespiano sono sepolti anche [[Piero Calamandrei]] e [[Spartaco Lavagnini]].
 
== Il pensiero ==
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* Pier Giorgio Zunino, "''Giustizia e Libertà e i cattolici''".
* [[Aldo Garosci]], "''Le diverse fasi dell'intervento di Giustizia e Libertà nella guerra civile di Spagna. Parte III- Oggi in Spagna, domani in Italia''".
* [[Umberto Marzocchi]], "''Carlo Rosselli e gli anarchici''"; citazione {{cita testo|url=http://www.mimmofranzinelli.it/tool/home.php?l=it&s=0,1,4,12,21,22|titolo=sottostante da un articolo di Ugo Finetti|accesso=29 settembre 2007|dataarchivio=9 ottobre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071009163016/http://www.mimmofranzinelli.it/tool/home.php?l=it&s=0,1,4,12,21,22|urlmorto=sì}}
{{Citazione|''Infatti Rosselli considerava una barbarie le stragi di anarchici in [[Catalogna]], tra cui l'uccisione di [[Camillo Berneri]], l'anarchico che lo affiancava nella guida della [[Colonna Italiana|Prima colonna italiana]] formata da tremila antifascisti, i primi accorsi in Spagna.''}} e si ricorda, nel prosieguo, anche la ferma presa di posizione delle Brigate partigiane di [[Giustizia e Libertà]] quando [[Emilio Canzi]] fu rimosso da comandante unico della XIII zona operante nel piacentino e grazie a questa presa di posizione fu reintegrato dopo un breve arresto. Le Brigate partigiane di [[Giustizia e Libertà]] erano in gran parte influenzate dal pensiero di Rosselli.
* Umberto Tommasini, "''Testimonianza su Carlo Rosselli; Parte IV- L'eredità di Giustizia e Libertà''".
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== Collegamenti esterni ==
* ''[https://www.sie-asee.it/autore.php?id_autore=147 Rosselli, Carlo]'', su [https://www.sie-asee.it/ sie-asee.it], ''Archivio Storico delle Economiste e degli Economisti.''{{Collegamenti esterni}}
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web |url=http://www.romacivica.net/anpiroma/antifascismo/biografie%20antifascisti7.html |titolo=Biografia di Rosselli |accesso=30 agosto 2006 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060830142936/http://www.romacivica.net/anpiroma/antifascismo/biografie%20antifascisti7.html |urlmorto=sì }}
* {{cita web |url=http://www.geocities.com/spartaco552000/matteotti_aventino-Roselli.doc |titolo=Carlo Rosselli e l'Aventino |urlmorto=sì }}
* Giancarlo Iacchini,''{{cita testo|url=http://www.radicalsocialismo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=83&Itemid=83|titolo=*Rosselli: socialismo liberale ma... vero!}}'', dal sito del Movimento Radical Socialista
* {{cita web|url=http://www.55rosselli.it/documenti/55rosselli.htm|titolo=55ª brigata Garibaldi Carlo Rosselli}}
* {{cita web|url=http://www.archiviorosselli.it/User.it/|titolo=Archivio della famiglia Rosselli|autore=Fondazione Rosselli|accesso=6 agosto 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150101214845/http://www.archiviorosselli.it/User.it/|urlmorto=sì}}
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