Ferdinando Bosio: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Sacerdote ed insegnante presso il [[Seminario|seminario vescovile]] di Mantova, fu tra i congiurati antiaustrici che portò ai [[Martiri di Belfiore]].
Il 1º gennaio [[1852]], durante una perquisizione per scoprire delle banconote false, nell'abitazione di [[Luigi Pesci]] a [[Castiglione delle Stiviere]] il commissario di polizia [[Filippo Rossi (commissario)|Filippo Rossi]] rinvenne casualmente in un portapenne una cartella del prestito nazionale di [[Mazzini]]. Confessò di avere avuto la cartella da don Ferdinando Bosio che venne arrestato, mentre altri congiurati tra cui [[Giovanni Acerbi]], [[Giovanni Chiassi]] e [[Benedetto Cairoli]] riuscirono a fuggire. Dopo venticinque giorni di dura detenzione fece il nome di don [[Enrico Tazzoli (presbitero)|Enrico Tazzoli]], coordinatore del movimento antiaustriaco e rivelò i nomi di altri capi della congiura, che vennero giustiziati.
Si salvò la vita, ma uscì moralmente disfatto dalle carceri di Mantova e di [[
Finì [[Pastore (religione)|pastore evangelico]] a Milano, dove morì nel [[1879]].
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Controllo di autorità}}
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