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{{Nota disambigua|la diciottesima porzione settimanale della Torah|Mishpatim (parashah)|Mishpatim}}
[[File:Decalogue0001 parchment by Jekuthiel Sofer 1768FL9694984.jpg|thumb|Il [[Dieci comandamenti|decalogo]] emulato in una pergamena del 1768 di Jekuthiel Sofer]]
 
Per '''Choq''' o '''Khok''' ([[ebraico|ebr.]]:''' חָקֿ''', sing. - "Decreto/Statuto"), e '''Chuqqim''' o '''Khukkim''' ([[ebraico|ebr.]]: '''חֻקִּים''', plur. - "Decreti/Statuti")<ref>Come per tutte le translitterazioni dall'[[alfabeto ebraico]], anche questi due termini (singolare e plurale) possono essere trascritti in diversi modi: ''chok, choq, ḥok'' e ''chukim, ḥukhim, ḥukkim,'' - la '''ḥ''' è molto aspirata, uvulare.</ref> al plurale, in [[ebraico]] si intendono gli '''statuti''' normativi della ''[[TorahTōrāh]]'' della [[religione ebraica]], e formano parte di quella legge biblica per la quale non esiste logica apparente e quindi considerata di assoluta origine divina: fanno parte delle [[mitzvot]] che trascendono motivazioni razionali, a differenza dei '''[[mishpatim]]''' ([[ebraico|ebr.]] '''מִּשְׁפָּטִים''' - "leggi/giudizi"), che regolano il comportamento sociale e il cui beneficio per la società è evidente. Il khok quintessenziale è la [[mitzvah]] della ''giovenca rossa'' (''parah adumah''), un'offerta fatta all'epoca del [[Tempio di Gerusalemme]] come parte di un procedimento di purificazione rituale (discusso in {{passo biblico2biblico| Numeri|19.1-22}})<ref>La '''giovenca rossa''' o '''vacca rossa''' ([[ebraico]]: פרה אדומה - ''parah adumah'') era un sacrificio citato nella [[Tanakh|Bibbia ebraica]], le cui ceneri erano usate per un rituale di purificazione di antichi israeliti che erano venuti in contatto con un cadavere. L'esistenza di una giovenca rossa che sia conforme a tutte le rigide regole e requisiti imposti dalla [[Halakhah]], è un'anomalia biologica: l'animale deve essere interamente di un solo colore ed i rabbini eseguivano una serie di test per assicurarsi, tra l'altro, che il pelo della vacca fosse completamente liscio (per accertarsi con non fosse stata sottoposta al giogo, il che l'avrebbe squalificata). [[Mosè]], il maggiore dei [[Neviìm|profeti]], conobbe il mistero del significato della giovenca rossa. Secondo una tradizione ebraica, solo nove giovenche furono macellate dal periodo che inizia da Mosè e finisce alla distruzione del [[Secondo Tempio]]. L'assoluta rarità dell'animale, insieme al rispettivo rituale, attribuisce alla giovenca rossa un'importanza particolare nella tradizione ebraica: è infatti citata come esempio basilare di un '''''[[khok]]''''', o come già definito ''supra'', una legge biblica per la quale non esiste logica apparente e quindi è considerata di assoluta origine divina. Poiché lo stato di purezza rituale ottenuto attraverso la cenere di una giovenca rossa è un prerequisito necessario per la partecipazione al servizio del Tempio, in tempi moderni sono stati compiuti sforzi da parte di ebrei, che desiderano una purezza rituale biblica e in previsione della costruzione del futuro [[Terzo Tempio]], per individuare una giovenca rossa e ricreare il citato rituale.</ref>
[[File:Decalogue parchment by Jekuthiel Sofer 1768.jpg|thumb|Il [[Dieci comandamenti|decalogo]] emulato in una pergamena del 1768 di Jekuthiel Sofer]]
Per '''Choq''' o '''Khok''' ([[ebraico|ebr.]]:''' חָקֿ''', sing. - "Decreto/Statuto"), e '''Chuqqim''' o '''Khukkim''' ([[ebraico|ebr.]]: '''חֻקִּים''', plur. - "Decreti/Statuti")<ref>Come per tutte le translitterazioni dall'[[alfabeto ebraico]], anche questi due termini (singolare e plurale) possono essere trascritti in diversi modi: ''chok, choq, ḥok'' e ''chukim, ḥukhim, ḥukkim,'' - la '''ḥ''' è molto aspirata, uvulare.</ref> al plurale, in [[ebraico]] si intendono gli '''statuti''' normativi della [[Torah]] della [[religione ebraica]], e formano parte di quella legge biblica per la quale non esiste logica apparente e quindi considerata di assoluta origine divina: fanno parte delle [[mitzvot]] che trascendono motivazioni razionali, a differenza dei '''[[mishpatim]]''' ([[ebraico|ebr.]] '''מִּשְׁפָּטִים''' - "leggi/giudizi"), che regolano il comportamento sociale e il cui beneficio per la società è evidente. Il khok quintessenziale è la [[mitzvah]] della ''giovenca rossa'' (''parah adumah''), un'offerta fatta all'epoca del [[Tempio di Gerusalemme]] come parte di un procedimento di purificazione rituale (discusso in {{passo biblico2| Numeri|19.1-22}})<ref>La '''giovenca rossa''' o '''vacca rossa''' ([[ebraico]]: פרה אדומה - ''parah adumah'') era un sacrificio citato nella [[Tanakh|Bibbia ebraica]], le cui ceneri erano usate per un rituale di purificazione di antichi israeliti che erano venuti in contatto con un cadavere. L'esistenza di una giovenca rossa che sia conforme a tutte le rigide regole e requisiti imposti dalla [[Halakhah]], è un'anomalia biologica: l'animale deve essere interamente di un solo colore ed i rabbini eseguivano una serie di test per assicurarsi, tra l'altro, che il pelo della vacca fosse completamente liscio (per accertarsi con non fosse stata sottoposta al giogo, il che l'avrebbe squalificata). [[Mosè]], il maggiore dei [[Neviìm|profeti]], conobbe il mistero del significato della giovenca rossa. Secondo una tradizione ebraica, solo nove giovenche furono macellate dal periodo che inizia da Mosè e finisce alla distruzione del [[Secondo Tempio]]. L'assoluta rarità dell'animale, insieme al rispettivo rituale, attribuisce alla giovenca rossa un'importanza particolare nella tradizione ebraica: è infatti citata come esempio basilare di un '''''[[khok]]''''', o come già definito ''supra'', una legge biblica per la quale non esiste logica apparente e quindi è considerata di assoluta origine divina. Poiché lo stato di purezza rituale ottenuto attraverso la cenere di una giovenca rossa è un prerequisito necessario per la partecipazione al servizio del Tempio, in tempi moderni sono stati compiuti sforzi da parte di ebrei, che desiderano una purezza rituale biblica e in previsione della costruzione del futuro [[Terzo Tempio]], per individuare una giovenca rossa e ricreare il citato rituale.</ref>
 
== Significato non conosciuto ==
I significati di questi statuti ''supra-razionali'' non possono essere approfonditi né compresi nella loro completezza ed essenza, differentemente dalle altre regole per le quali vi sono numerose spiegazioni anche secondo livelli esegetici diversi. Essi vengono accettati dal [[popolo ebraico]] per [[fede]] assoluta in Dio e nella rivelazione della ''[[TorahTōrāh]]'' di [[Mosè]].
 
Una società che ha i ''mishpatim'' ma non ha ''khukkim'', può sviluppare metodi meravigliosi per migliorare la "qualità della vita", mentre lascia i suoi cittadini completamente all'oscuro in merito allo scopo della vita stessa. Si tratta di una situazione paradossale che [[Einstein]] ha giustamente descritto come una "perfezione di mezzi" accoppiata con una "confusione di fini."
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==Khukkim e Mishpatim: gradi e livelli?==
[[File:Brockhaus and Efron Jewish Encyclopedia e10 513-0.jpg|thumb|[[Moshe ben Maimon]], detto ''Rambam'', rabbino e filosofo tra i più importanti esegeti delle [[mitzvot]]. Illustrazione della ''[[Jewish Encyclopedia]]'' (1906).]]
I comandamenti ("[[Mitzvot]]") della ''[[TorahTōrāh]]'' sono tradizionalmente divisi in due categorie, "Khukkim" e "Mishpatim". Quelle mitzvot che regolano il comportamento sociale e il cui beneficio per la società è evidente sono definiti "Mishpatim": ne sono esempi le leggi contro il furto e l'omicidio. Al contrario, "Khukkim" sono mitzvot il cui scopo non è così facile da esplicare, si vedano per esempio le leggi sulla proibizione di indossare lana insieme al lino, o mangiare alimenti [[casher|non-casher]].<ref>''Chukas'' su [http://www.sichosinenglish.org/books/likkutei-sichot-9/39.htm ''Likkutei Sichot'' - Volume IX: "Bamidbar"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130827135521/http://www.sichosinenglish.org/books/likkutei-sichot-9/39.htm |data=27 agosto 2013 }}.</ref>
 
In superficie, è difficile comprendere perché questo metodo di classificazione sia giustificato. Si potrebbe pensare che non abbia senso categorizzare i comandamenti semplicemente sul fatto che si possa essere in grado di fornire o meno una spiegazione logica per la loro esistenza. Possibile che non ci sia un criterio più significativo da utilizzare per raggruppare le mitzvot?
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Qui sta il collegamento tra khukkim e i sacrifici in generale. Secondo l'[[Ebraismo]], il concetto di consacrazione è, per sua stessa definizione, una contraddizione alla sensibilità materialistica - è un fenomeno [[astrazione (filosofia)|astratto]], [[metafisica|metafisico]], che esercita comunque una grande influenza sul comportamento umano. La semplice designazione di un animale come sacrificio rimuove improvvisamente una fonte perfettamente utile di alimenti o di lavoro dal dominio del controllo umano, relegandola all'uso del [[Tempio di Gerusalemme|Tempio]]. Similmente, la stessa istituzione delle leggi sacrificali richiede all'ebreo di riconoscere l'esistenza reale di un regno di valori e principi che trascende i suoi interessi personali e gli impone anche di frenarli - "una volta che hanno il nome del Padrone del Mondo imposto su di loro ... chiunque li tratti come mondani commette sacrilegio ..."<ref>Rambam, ''Moreh Nevuchim'' chelek gimmel perek 26, ''et al.''</ref>
 
Secondo l'interpretazione del [[Rambam]], e la corrente visione ebraica, salvaguardare il benessere fisico della società è lo scopo più basilare di ogni ordinamento legale, anzi, per la maggior parte dei sistemi giuridici, è l'unico obiettivo. La ''[[TorahTōrāh]]'' condivide questo obiettivo e di conseguenza promulga i mishpatim. Tuttavia, con l'introduzione dei khukkim, la Torah dimostra la sua unicità come guida della vita umana.<ref>Da'as Torah (sez. bi'urim) parshas Chukas; Rambam, ''Moreh Nevuchim'', chelek gimmel perek 26, e hilchos Me'ilah 8.8.</ref> I khukkim non migliorano la nostra padronanza o il nostro godimento del mondo fisico di per sé, al contrario, sono di ostacolo alla continua ricerca di gratificazioni e ricchezze materiali: la loro funzione è in tutta contraddizione con l'inclinazione naturale umana di misurare la bontà e la sostanza in termini fisici. I khukkim richiedono di ritirare le energie via dal concreto e convogliarle invece nell'intellettuale, nel metafisico e nel trascendente.<ref name="Vort"/>
 
== Logica delle Mitzvot ==
{{Citazione|''Mishpat'' e ''chok'' ti insegnano la giustizia, ''mitzvah'' ti insegna l'amore. ''Mishpat'' e ''chok'' ti insegnano come evitare di diventare una maledizione per chi ti circonda, ma ''mitzvah'' ti chiama a diventare una benedizione. ''Mishpat'' e ''chok'' ti mostrano come evitare di scendere oltre il livello del resto della creazione, come sottometterti volontariamente a quei requisiti che gli altri obbediscono per obbligo, ma ''mitzvah'' ti mostra come mediante l'amore trasformato in azione tu possa elevarti oltre il livello della creazione fino a Dio. Poiché l'amore è quell'attività che cerca senza che le sia richiesto il benessere e la serenità degli altri. È stato l'amore che Dio ha desiderato fosse la tua più alta missione, il tuo segno di perfezione, e come esempio che ti debba costantemente incitare a progredire Egli non ti ha messo davanti un altro essere umano, fosse anche il più santo, dato che tale non potrebbe mai essere di statura perfetta, non potrebbe mai trascendere i limiti dello spazio e del tempo, non potrebbe essere onnipresente mentre in vita, e con la sua morte cesserebbe di essere un esempio vivente. Dio stesso ti sta dinanzi come modello e dice: "SeguiMi in amore"|[[Samson Raphael Hirsch]], ''Horeb'', p. 359}}
 
Sia i khukkim che i mishpatim sono anche usati dalla Tora come sinonimi di "[[mitzvah]]" e riferimento a tutti i comandamenti della Torah. Un relativo esempio è la sezione della Torah sui Mishpatim ({{passo biblico2biblico|Esodo|21-24}}), che iniziano con le parole di [[Dio]] a [[Mosè]]: "Questi sono i mishpatim che tu esporrai loro." Le 53 [[mitzvot]] che seguono sono infatti principalmente leggi logiche, ma includono anche una serie di "testimonianze" (''eidot'')<ref>Le '''''eidot''''' ("testimonianze") occupano una categoria mediana tra i decreti e le leggi. Una testimonianza è una mitzvah che commemora o rappresenta qualcosa – per es., i comandamenti di indossare i [[tefillin]], riposare lo [[Shabbat]], o consumare [[matzah]] durante la [[Pesach]]. Sono leggi che gli ebrei non avrebbero mai creato per conto loro, certamente non nella maniera esatta in cui la Torah li comanda; ciò nonostante, sono atti "razionali". Una volta che il loro significato viene spiegato dai [[maestri ebrei]], gli osservanti sono in grado di apprezzare la loro importanza ed utilità.</ref> e almeno un "decreto" suprarazionale khok - l'ultima mitzvah della serie, che è il divieto di mescolare carne con latte ({{passo biblico|Esodo|34.26|nome="Non cuocerai un capretto nel latte di sua madre"|libro=no}}).<ref name="Vort"/>
 
Secondo la prospettiva ebraica, Dio ha creato la mente umana e la logica con cui opera - sarebbe quindi ridicolo supporre che Dio desideri qualcosa perché è ''logico''. Piuttosto, l'incontrario: qualcosa è logico perché Dio lo desidera. Questo è il ragionamento alla base interpretativa delle [[mitzvot]].
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La [[Pesach]], così chiamata dopo che Dio è ''passato attraverso'' tutte le norme per redimere il Suo popolo, rappresenta la trascendenza del naturale e del ragionevole nel nostro rapporto con Dio. Ma anche la Pesach ha le sue "procedure". Le più alte verità suprarazionali devono essere incorporate nella nostra esistenza naturale - un'esistenza caratterizzata da leggi logiche e processi razionali. Infatti - si continua a spiegare al Figlio Saggio - la legge afferma che "dopo aver mangiato il sacrificio pasquale, non si può concludere il pasto con un dessert", in modo che il gusto dell'offerta pasquale possa rimanere in bocca. Inoltre il motivo pasquale trascendentale del nostro rapporto con Dio deve conferire un sapore - un gusto intellettuale ed emotivo - al palato dell'anima.<ref name="Rebbe">[http://www.chabad.org/parshah/article_cdo/aid/2797/jewish/The-Logic-of-the-Mitzvot.htm "The Logic of Mitzvot"], basato sugli insegnamenti del [[Lubavitcher Rebbe]], su ''[[chabad.org]]''.</ref>
 
Per questo la ''[[TorahTōrāh]]'' comprende decreti, testimonianze e leggi. L'ebreo considera il decreto come essenzialmente divino, ma lo deve vivere come un programma di vita che riguarda ogni dimensione dell'essere, dai suoi aspetti tecno-logici fino alla capacità umana di rinunciare alla ragione in sottomissione alla volontà divina. È quindi imperativo che la maggior parte dei decreti suprarazionali, i khukkim, vengano, e debbano, essere assimilati dal modo [[ebraismo|ebraico]] di pensare e sentire come fonte di illuminazione e di emozione.<ref name="Rebbe"/>
 
==Interpretazioni==
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Un'altra espressione degli elementi khok e mishpat all'interno delle [[mitzvot]] è la distinzione tra comandamenti biblici (''mitzvot d'oraita'') e [[letteratura rabbinica|comandamenti rabbinici]] (''mitzvot d'rabbanan''). I comandamenti della Bibbia sono i [[613 mitzvot|613 precetti]] esplicitamente o implicitamente contenuti nei [[Pentateuco|cinque libri di Mosè]]. I comandamenti rabbinici sono le leggi istituite dai [[maestri ebrei|saggi ebrei]] attraverso le generazioni. (Ad esempio, [[preghiera ebraica|pregare]] tre volte al giorno, recitare il [[Kaddish]] per i defunti, recitare una benedizione prima di mangiare, accendere le candele dello [[Shabbat]], e le [[festività ebraiche|feste]] di [[Chanukah]] e [[Purim]] – sono tutte istituzioni rabbiniche. Effettivamente, una parte importante di ciò che chiamiamo "[[Ebraismo]]" è di origine rabbinica.)
 
Entrambi sono ugualmente vincolanti per l'ebreo. I saggi istituirono le loro leggi in base all'autorità divina espressa nel versetto: "Tu agirai in base a quello che essi ti indicheranno ... e avrai cura di fare quanto ti avranno insegnato." ({{passo biblico2biblico|Deuteronomio|17.10}}). Quindi la benedizione recitata prima dell'osservanza di una mitzvah - "Benedetto sia il Signore nostro Dio, Re dell'Universo, che ci ha santificato con i Suoi comandamenti e ci ha comandato di ..." - viene recitato anche per le mitzvot rabbiniche. Dio è il solo istitutore della mitzvah, che sia scritta o accennata nella Sua Torah, o istituita da esseri umani ai quali Egli ha impartito l'autorità di interpretare e salvaguardare le Sue leggi e guidarli con leggi, espresse poi nella vita ebraica. Pur tuttavia, la [[Halakhah]] (La legge della Torah) distingue tra leggi bibliche e leggi rabbiniche, applicando una diversa serie di standard per ciascuna delle due categorie. Una di queste differenze è che, secondo molte autorità halakhiche, le leggi bibliche definiscono la natura del loro oggetto, mentre quelle rabbiniche sono solo i divieti nei confronti della [[Persona (filosofia)|persona]]. Ad esempio, se la legge biblica vieta un dato cibo, ciò indica che la sostanza stessa del cibo è intrinsecamente negativa e profana; invece la prescrizione rabbinica di un certo alimento è un divieto strettamente legato alla persona, alla quale viene proibito di consumarlo.<ref name="Rebbe"/>
 
Di primo acchito, ciò sembra indicare che le mitzvot rabbiniche sono meno "reali" di quelle bibliche e che, mentre la legge biblica riguarda la natura stessa del suo oggetto, la legge rabbinica si sovrappone sulla vita umana, con l'autorità di comandare e istruire, ma non di definire la realtà. Ad un livello più profondo, però, l'ortodossia afferma che la legge rabbinica è l'espressione più elevata dell'essenza della mitzvah come volontà divina. La [[fede ebraica]] sostiene che le mitzvot bibliche definiscono la natura del nostro mondo, esprimendo il fatto che il loro elemento predominante è il ruolo della mitzvah come modellatrice e illuminatrice della realtà creata. Ciò non accade per il comandamento rabbinico, che si occupa solo di ciò che l'uomo deve o non deve fare, e non con come questo influenzi lui o il suo mondo. Afferma quindi l'elemento di "decreto" della mitzvah: la mitzvah che trascende qualsiasi relazione con la vita fisica, avente lo scopo esclusivo di realizzare un desiderio divino.