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{{nota disambigua|il centro abitato|Castra (Capraia e Limite)}}
{{C|Perché il titolo è al plurale, contrariamente agli standard? Da spostare a Castrum (che attualmente è un redirect a qui)?|architettura|arg2=guerra|aprile 2024}}
{{Castra romana
| nome = ''Castra''
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====Servizi nell'accampamento====
{{Vedi anche|Vita del legionario romano}}
{{non chiaro|Una volta completato l'accampamento, i [[tribunus militum|tribuni]] siraccomandavano facevanoa tutti gli uomini che si trovavano nel campo, uno ad uno, che fossero uomini liberi o schiavi, di non rubare all'interno dell'accampamento e di consegnare loro tutto ciò che avessero trovato.}} Poi i tribuni assegnavano i rispettivi incarichi sia ai [[manipolo (storia romana)|manipoli]] dei ''[[principes]]'', sia a quelli degli ''[[hastati]]'' di ciascuna legione. A due di questi era dato l'incarico di avere cura della via di fronte alle tende dei tribuni (innaffiandola e ripulendola), proprio perché la gran parte dei soldati si ritrova in questo ampio spazio.<ref>{{cita|Polibio|VI, 33.1-4}}.</ref>
 
Gli altri diciotto manipoli, invece, erano assegnati con sorteggio, tre per ciascun tribuno. A turno poi prestavano i seguenti servizi:
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All'alba, tutti quelli che avevano effettuato il servizio di ronda riportavano al tribuno le ''tesserae''. Nel caso le stesse fossero state consegnate tutte, essi potevano ritirarsi senza che venisse promossa alcuna inchiesta. In caso contrario, qualora qualcuno ne avesse riportate in numero inferiore rispetto a quello dei corpi di guardia ispezionati, si provvedeva ad indagare attraverso il contrassegno inciso sulle ''tesserae'', quali fossero quelle mancanti. Il tribuno allora mandava a chiamare il centurione del manipolo che non aveva consegnato la ''tessera''. Gli uomini del servizio di guardia erano, pertanto, interrogati e messi a confronto con il cavaliere di ronda per capire se le responsabilità fossero delle sentinelle oppure del cavaliere di ronda.<ref>{{cita|Polibio|VI, 36.6-9}}.</ref> Il consiglio dei tribuni si riuniva e dava inizio al processo. Qualora l'accusato fosse riconosciuto colpevole, [[Punizioni militari romane|veniva punito]] con la bastonatura (''[[fustuarium]]''), che spesso portava alla morte o comunque all'esilio.<ref>{{cita|Polibio|VI, 37.1-4}}.</ref> Questa identica punizione era normalmente inflitta anche all{{'}}''optio'' e al comandante della ''turma'', qualora non avessero trasmesso al momento opportuno i dovuti ordini al primo dei cavalieri di ronda, oppure al comandante della successiva ''turma''. Il fatto poi che la punizione fosse tanto dura e inesorabile, faceva sì che il servizio notturno di guardia nell'[[esercito romano]] fosse perfetto.<ref>{{cita|Polibio|VI, 37.5-6}}.</ref>
 
 
====Fortificazioni esterne====
[[File:Pilum murale 01.jpg|thumb|upright=1.4|Ipotesi ricostruttiva della fortificazione di unaun palizzata''castra'': romanail fossato, il terrapieno con la palizzata formata dai ''[[sudis (storia)|sudis]]'' ed alle spalle alcunele tende dell'accampamento dadei marcialegionari.]]
Riguardo poi alla realizzazione del [[fossato]] e della [[palizzata]] di recinzione dell'accampamento (''[[vallum]]''), alle due legioni era affidato il compito di eseguire i lavori dove si trovava la ''porta Praetoria'' e la ''porta Decumana'', mentre agli alleati quello lungo i due lati dove erano accampate le due ''[[ala (esercito romano)|ali]]'' e dove si trovavano la ''porta principalis sinistra'' e ''dextradestra''. Dopo che ciascun lato era stato diviso sulla base del numero di manipoli, i centurioni provvedevano a controllare che il lavoro venisse eseguito in maniera adeguata, ciascuno occupandosi del proprio settore, mentre due tribuni controllavano l'intero lato.<ref>{{cita|Polibio|VI, 34.1-2}}.</ref>
 
Riguardo poi alla realizzazione del [[fossato]] e della [[palizzata]] di recinzione dell'accampamento (''[[vallum]]''), alle due legioni era affidato il compito di eseguire i lavori dove si trovava la ''porta Praetoria'' e la ''porta Decumana'', mentre agli alleati quello lungo i due lati dove erano accampate le due ''[[ala (esercito romano)|ali]]'' e dove si trovavano la ''porta principalis sinistra'' e ''dextra''. Dopo che ciascun lato era stato diviso sulla base del numero di manipoli, i centurioni provvedevano a controllare che il lavoro venisse eseguito in maniera adeguata, ciascuno occupandosi del proprio settore, mentre due tribuni controllavano l'intero lato.<ref>{{cita|Polibio|VI, 34.1-2}}.</ref>
 
==== Levare il campo e mettersi in marcia ====
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Quando si deve togliere l'accampamento, le ''buccine'' danno il segnale. Nessuno resta inoperoso, tanto che, appena udito il primo squillo, tolgono le tende e si preparano per mettersi in marcia. Ancora le ''buccine'' danno un secondo segnale, che prevede che ciascuno carichi rapidamente i bagagli sui muli e sugli altri animali da soma. Si schierano, quindi, pronti a partire. Nel caso poi di accampamenti semi-permanenti, costruiti in legno, danno fuoco alle strutture principali, sia perché è sufficientemente facile costruirne uno nuovo, sia per impedire che il nemico possa utilizzarlo, rifugiandosi al suo interno.<ref name="GFlavioIII.5.4">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 5.4.</ref>
 
Le ''buccine'' danno un terzo squillo, per spronare quelli che per qualche ragione siano in ritardo, in modo che nessuno si attardi. Un ufficiale, poi, alla destra del comandante, per tre volte rivolge loro in [[lingua latina|latino]] la domanda se siano pronti a combattere, e quelli per tre volte rispondono con un grido assordante, dicendo di esser pronti e, come invasati da una grande esaltazione guerresca, accompagnano le grida, [[salutoal romano]]saluto.<ref name="GFlavioIII.5.4"/>
 
====Al tempo delle guerre marcomanniche (166-188)====
[[File:Marschlager des Pseudo-Hygin.png|thumb|L'accampamento da marcia secondo [[Pseudo-Igino]] della fine del [[II secolo]], all'epoca delle [[guerre marcomanniche]] di [[Marco Aurelio]]. In questo caso le aperture delle porte sono a forma di ''titulum'' (vedi sotto).]]
{{Vedi anche|guerre marcomanniche}}
[[File:Marschlager des Pseudo-Hygin.png|thumb|L'accampamento da marcia secondo [[Pseudo-Igino]] della fine del [[II secolo]], all'epoca delle [[guerre marcomanniche]] di [[Marco Aurelio]]. In questo caso le aperture delle porte sono a forma di ''titulum'' (vedi sotto).]]
 
Qui viene invece rappresentato un accampamento da marcia al tempo delle [[guerre marcomanniche]] (166-188), che di viene descritto nel ''[[De Munitionibusmunitionibus Castrorumcastrorum]]''. Si tratta della più particolareggiata descrizione di un accampamento romano e della sua costruzione della fine del [[II secolo]]. Fu scritta, ormai lo si sa con certezza, al tempo di [[Marco Aurelio]].<ref>J.M. Carriè, ''Eserciti e strategie'', vol.18, in "Storia Einaudi dei Greci e dei Romani", Milano, Einaudi, 2008, pp.104-105.</ref>
{{Citazione|Conteremo quindi le unità (''presenti nel campo'') come segue<nowiki>:</nowiki> 3 [[legione romana|legioni]] (pari a 15.000-18.000 legionari), 1.600 ''[[vexillationes|vexillarii]]'', 4 [[guardia pretoriana|coorti praetorie]] (pari a 2.000 pretoriani), 400 cavalieri pretoriani, 450 [[equites singulares|cavalieri ''singulares'']] dell'imperatore, 4 [[ala (esercito romano)|ali ''milliarie'']] (pari a 3.000 cavalieri) e 5 ''quingenarie'' (pari a 2.500 cavalieri), 600 cavalieri mauri, 800 cavalieri pannonici, 500 ''[[classiarii]]'' della ''[[classis Misenensis]]'' e 800 della ''[[classis Ravennatis]]'', 200 [[exploratores|esploratori]], 2 [[coorte equitata|coorti equitate ''milliarie'']] (pari a 2.000 ausiliari) e 4 ''quingenarie'' (pari a 2.000 ausiliari), 3 [[cohors peditata|coorti ''peditatae milliariae'']] (2.400 ausiliari) e 3 ''quingenariae'' (1.500 ausiliari), 500 [[Regno di Palmira|Palmireni]],<ref>Troviamo numerose iscrizioni di unità militari di ''Palmyreni'' in [[Dacia (provincia romana)|Dacia romana]] prima e durante le [[guerre marcomanniche]]: {{AE|1914|102}}, {{AE|1974|565}}b, {{AE|2006|1129}}, {{AE|1971|404}}d, {{AE|1971|405}}, {{AE|1977|695}}, {{AE|2006|1175}}, {{AE|1983|795}}, {{AE|1983|797}}, {{AE|1999|1295}}, {{AE|1980|755}}, {{AE|1960|219}}, {{AE|2003|1468}}, {{AE|1971|389}}, {{AE|1972|466}}, {{AE|1956|217}}, {{CIL|3|14216}}.</ref> 900 [[Getuli]],<ref>Troviamo numerose iscrizioni di unità militari di ''Gaetuli'' in [[Mesia inferiore]] prima e durante le [[guerre marcomanniche]]: {{CIL|16|58}}, {{AE|2003|1548}}, {{AE|1998|1148}}, {{AE|1999|+01318}}, {{AE|2004|1256}}, {{AE|1994|1528}}, {{AE|2008|1195}}.</ref> 700 [[Daci]], 500 [[Britanni]], 700 [[Cantabria|Cantabri]] e due centurie di ''[[stator]]es''.|''De munitionibus Castrorum'', 30.}}
 
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===Accampamenti permanenti (''castra stativa'' e ''hiberna'')===
[[File:Incensiere in forma di accampamento romano 13S9732.tif|thumb|[[Incensiere]] in terraccotta in forma di accampamento romano, tra il 30 a.C. e il 395, [[Egitto (provincia romana)|Periodo romano dell'Egitto]]. [[Museo egizio (Torino)|Museo Egizio, Torino]].]]
{{Vedi anche|Limes romano}}
[[File:Incensiere in forma di accampamento romano 13S9732.tif|thumb|[[Incensiere]] in terraccotta in forma di accampamento romano, tra il 30 a.C. e il 395, [[Egitto (provincia romana)|Periodo romano dell'Egitto]]. [[Museo egizio (Torino)|Museo Egizio, Torino]].]]
 
Fu solo grazie ad [[Augusto]] ([[30 a.C.|30]]-[[29 a.C.]]) che si ottenne una prima e vera riorganizzazione del sistema di difese dell'[[Impero romano]], acquartierando in modo permanente [[legione romana|legioni]] ed ''[[truppe ausiliarie dell'esercito romano|auxilia]]'' in [[Lista di fortezze legionarie romane|fortezze]] e forti permanenti (''stativa''<ref name="Le Bohec208"/><ref name="TacitoStorieAnnali"/>), non solo quindi per l'inverno (''hiberna''<ref name="Le Bohec208"/><ref name="TacitoStorieAnnali"/>) lungo l'intero ''[[Limes romano|limes]]''.
 
====Fortezze legionarie==== <!-- sezione oggetto di redirect -->
[[File:Pianta di Carnutum.png|thumb|left|Pianta della fortezza legionaria permanente di ''[[Carnuntum]]'', lungo il [[limes romano|''limes'' danubiano]].]]
{{Vedi anche|Legione romana|Fortezze legionarie romane}}
[[File:Pianta di Carnutum.png|thumb|left|Pianta della fortezza legionaria permanente di ''[[Carnuntum]]'', lungo il [[limes romano|''limes'' danubiano]].]]
 
Le fortezze legionarie permanenti derivavano la loro struttura dagli accampamenti di marcia o «da campagna». La loro struttura era pertanto simile, pur avendo rispetto ai ''castra'' mobili dimensioni ridotte, pari normalmente a 16-20 [[ettari]].<ref name="Le Bohec215">{{Cita|Le Bohec 1992|p. 215}}.</ref><ref name="Le Bohec216"/> È vero anche che, almeno fino a [[Domiziano]] ([[89]]), erano presenti lungo il ''[[limes romano|limes]]'' alcune fortezze legionarie doppie, dove erano acquartierate insieme due [[legione romana|legioni]], come ad esempio a ''[[Castra Vetera]]'' in 50 ettari e a ''[[Mogontiacum]]'' in 36 ettari,<ref name="Le Bohec216">{{Cita|Le Bohec 1992|p. 216}}.</ref> con dimensioni che si avvicinarono ai 40-50 ettari.<ref name="Le Bohec216"/> A partire però da [[Diocleziano]] e dalla sua riforma [[tetrarchia|tetrarchica]], le dimensioni delle fortezze andarono sempre più diminuendo, poiché le legioni romane erano state ridotte alla metà degli effettivi.
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=====Edifici interni alla fortezza=====
[[File:DevaMinervaPlan(bq).jpg|thumb|left|Modellino della fortezza legionaria di [[Deva Victrix|Deva]] in [[Britannia (provincia romana)|Britannia]].]]
{{Vedi anche|Principia (esercito romano)|Praetorium|Valetudinarium|Horrea}}
[[File:DevaMinervaPlan(bq).jpg|thumb|left|Modellino della fortezza legionaria di [[Deva Victrix|Deva]] in [[Britannia (provincia romana)|Britannia]].]]
 
Vale la pena ricordare tra gli edifici principali delle fortezze legionarie i ''[[Principia (esercito romano)|Principia]]'', ovvero quegli edifici che ne rappresentavano il centro amministrativo, di fronte agli edifici dove era alloggiato il comandante della legione (''[[legatus legionis]]''), il ''[[Praetorium]]''. Le dimensioni di questi primi due edifici variavano da fortezza a fortezza, anche se normalmente presentavano misure pari a 70x100 metri circa.<ref>{{Cita|Webster 1998|pp. 193-197}}.</ref> Accanto a questi edifici c'erano poi quelli dei [[tribunus militum|tribuni militari]] e i [[baraccamenti (storia romana)|baraccamenti]] dei [[legionario romano|legionari]] e dei loro [[centurione romano|centurioni]]. I baraccamenti era strutture atte ad alloggiare ciascuna [[centuria]] di legionari, pari a circa 80 uomini. Il centurione disponeva di una sua propria abitazione "in testa" alla struttura, mentre ogni ''[[contubernium]]''
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====Forti di truppe ausiliarie: i ''castella''====
[[File:Kastell Theilenhofen - Iciniacum (italiano).png|thumb|Pianta del ''castellum'' di Theilenhofen (''Iciniacum''), struttura tipica del periodo alto imperiale.]]
{{Vedi anche|Truppe ausiliarie dell'esercito romano|Elenco delle truppe ausiliarie romane|limes germanico-retico}}
[[File:Kastell Theilenhofen - Iciniacum (italiano).png|thumb|Pianta del ''castellum'' di Theilenhofen (''Iciniacum''), struttura tipica del periodo alto imperiale.]]
 
I forti delle unità ausiliarie (normalmente nominati ''castellum''<ref name="Le Bohec208"/><ref>[[Tacito]], ''[[De vita et moribus Iulii Agricolae|Agricola]]'', XIV, 3; XVI, 1; XX, 3; XXV, 3.</ref>), che ricordiamo potevano contenere ''[[coorte|cohortes]]'' di fanteria o ''[[ala (esercito romano)|alae]]'' di [[cavalleria (storia romana)|cavalleria]] o ''[[cohors equitata|cohortes equitatae]]'' (unità miste), avevano misure molto diverse le une dalle altre, a seconda anche che contenessero unità ''quingenariae'' (di 500 armati circa) o ''milliariae'' (di 1.000 armati circa). Ad esempio una ''[[cohors peditata]] quingenaria'' (500 fanti circa) veniva alloggiata in 1,2-1,5 [[ettari]], mentre un{{'}}''ala milliaria'' poteva necessitare di uno spazio molto ampio per alloggiare 1.000 armati e altrettanti cavalli (3,5-7 ettari, come a [[Porolissum]]).<ref>{{Cita|Webster 1998|pp. 213-223}}.</ref><ref name="Le Bohec217">{{Cita|Le Bohec 1992|p. 217}}.</ref>
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==Campo tardo imperiale==
{{vedi anche|Riforma dioclezianea dell'esercito romano|riforma costantiniana dell'esercito romano}}
[[File:Kastell Nag el-Hagar.svg|thumb|left|grande forte della tarda antichità]]
[[File:Kastell Visegrád-Gizellamajor.png|thumb|left|tipica struttura di forte ausiliario di epoca tardo imperiale.]]
{{vedi anche|Riforma dioclezianea dell'esercito romano|riforma costantiniana dell'esercito romano}}
 
Anche il [[limes romano|sistema difensivo dei confini]] venne reso più elastico e "profondo": alla rigida difesa del ''[[vallum]]'' venne aggiunta una rete sempre più fitta di ''castella'' interni, collegati tra di loro da un più complesso sistema viario (un esempio su tutti: la ''[[strata Diocletiana]]'' in Oriente). In sostanza si passò da un sistema difensivo di tipo "lineare"<ref>E.N. Luttwak, ''La grande strategia dell'Impero romano'', Milano 1981, pp.75-170.</ref> ad uno "più profondo" (sebbene non nelle proporzioni generate dalla [[crisi del III secolo]], quando [[Gallieno]] e gli imperatori illirici erano stati costretti dai continui "sfondamenti" del ''limes'' a far ricorso a "riserve" strategiche molto "interne" rispetto alle frontiere imperiali), che vide un notevole ampliamento dello "spessore" del ''[[limes romano|limes]]'', il quale fu esteso da una fascia interna del territorio imperiale ad una esterna, ''[[barbari|in Barbaricum]]'', attraverso la costruzione di numerose "teste di ponte" fortificate (anche oltre i grandi fiumi [[Reno (Germania)|Reno]], [[limes danubiano|Danubio]] ed [[Eufrate]]), avamposti con relative vie di comunicazione e strutture logistiche.<ref name="CascarinoIII,46-48">G. Cascarino, ''L'esercito romano. Armamento e organizzazione'', Vol. III - ''Dal III secolo alla fine dell'Impero d'Occidente'', pp. 46-48.</ref>
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Il «''castra'' bizantino» è identificato come un gruppo di case oppure torri affiancate l'una all'altra in modo da formare una corona fortificata; le mura esterne in pratica sono di fatto le pareti delle case. Si trattava di centri piccoli e razionali, concepiti soprattutto per avvistare il pericolo e per resistere temporaneamente ai raid dei nemici in attesa di aiuto (l’esercito bizantino era ancora legato alle strategie romane dove il grosso delle forze viveva nelle città e si spostava all’occorrenza)<ref>{{Cita web|url=http://www.latlantide.it/storia/fortezze_bizantine.htm|titolo=Fortezze bizantine e crociate|accesso=2019-10-07}}</ref>.
 
Le fonti latine del VI secolo distinguono i centri fortificati dalle città definendoli ''castra'', ''castella'', ''burgi'' e ''turres''. Procopio utilizza il termine [[Phrourion|φρούριον]] (phrourion/frurion), corrispondente a ''castellum'', ma usato per indicare sia i ''castra'' sia i ''castella'', mentre si è soliti ritrovare nelle fonti greche termini come Κάστρον e Kαστέλλιον<ref>{{Cita libro|autore=Federica Siano|titolo=Le Fortificazioni Bizantine. Pratica e Teoria|url=https://core.ac.uk/download/pdf/19204243.pdf|dataoriginale=2013|p=23}}</ref>.
 
=== Il ''castrum'' normanno ===
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*{{Cita libro|autore=[[Tito Livio|Livio]]|titolo=[[Ab Urbe condita libri]]|cid=Livio|lingua=latino}} ([[Wikisource:la:Ab Urbe Condita|testo latino]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} e [https://en.wikisource.org/wiki/From_the_Founding_of_the_City versione inglese] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}).
*{{Cita libro|autore=[[Polibio]]|titolo=[[Storie (Polibio)|Storie (Ἰστορίαι)]]|cid=Polibio|lingua=grc}} ([http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Polybius/home.html traduzione in inglese qui] e [http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.01.0234%3Abook%3D1%3Achapter%3D1 qui]).
*{{cita libro|autore=[[Pseudo-Igino]]|titolo=[[De Munitionibusmunitionibus Castrorumcastrorum]]|cid=De munitionibus castrorum|lingua=latino}} ([http://www.thelatinlibrary.com/hyginus/hyginus6.shtml testo latino]).
*{{Cita libro|autore=[[Publio Cornelio Tacito|Tacito]]|titolo=[[Annales (Tacito)|Annales]]|cid=Tacito, ''Annales''|lingua=latino}} ([[Wikisource:la:Ab excessu divi Augusti (Annales)|testo latino]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}, [http://www.progettovidio.it/tacitoopere.asp traduzione italiana] del Progetto Ovidio e [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Tacitus/home.html?tw_p=twt traduzione inglese]).
*{{Cita libro|autore=[[Tacito]]|titolo=[[Historiae (Tacito)|Historiae]]|cid=Tacito, ''Historiae''|lingua=latino}} ([[Wikisource:la:Historiae (Tacitus)|testo latino]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}; [https://it.wikisource.org/wiki/Storie_(Tacito) traduzione italiana] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}; [[Wikisource:en:The Histories (Tacitus)|traduzione inglese qui]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} e [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Tacitus/home.html qui]).
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*{{cita libro|autore=Peter Connolly|titolo=L'esercito romano|città=Milano|anno=1976}}
 
*{{cita libro|autore=Peter Connolly|titolo=Greece and Rome at war |url=https://archive.org/details/isbn_9781853673030|città=Londra |anno=1998|isbn=1-85367-303-X | lingua=inglese}}
 
*{{cita libro|autore=Adrian Goldsworthy|titolo=Storia completa dell'esercito romano |editore=Logos |città=Modena |anno=2007 |isbn=978-88-7940-306-1}}