Certificato verde: differenze tra le versioni
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Un '''certificato verde''' è una forma di incentivazione di [[energia elettrica]] da [[fonti rinnovabili]]
==Descrizione==
Si tratta di certificati che corrispondono ad una certa quantità di emissioni di CO<sub>2</sub>: se un impianto produce energia emettendo meno CO<sub>2</sub> di quanto avrebbe fatto un impianto alimentato con [[fonti fossili]] ([[petrolio]], [[gas naturale]], [[carbone]] ecc.) perché "da fonti rinnovabili", il gestore ottiene dei certificati verdi che può rivendere (a prezzi di mercato) a industrie o attività che sono obbligate a produrre una quota di energia mediante fonti rinnovabili, ma non lo fanno o non possono farlo autonomamente.
In Italia i certificati verdi sono emessi dal [[Gestore dei Servizi Energetici]] (GSE) su richiesta dei produttori di energia da fonti rinnovabili.
I Certificati Verdi sono introdotti dal decreto di liberalizzazione del settore elettrico
L'impresa produttrice di energia acquista, presso la borsa gestita
Il prezzo dei certificati verdi è stato pari a circa 125 €/MWh nel 2006, valore a cui va aggiunto il prezzo di cessione dell'energia elettrica sul mercato (oltre 70 €/MWh), per un totale di circa 200 €/MWh.▼
▲Il prezzo dei certificati verdi è stato pari a circa 125 €/MWh nel 2006, valore a cui va aggiunto il prezzo di cessione dell'energia elettrica sul mercato (oltre 70 €/MWh), per un totale di circa 200 €/MWh. Dal 2009 il prezzo del certificato sommato a quello dell'energia elettrica ceduta sul mercato sarà al massimo 180 €/MWh.
Il risultato di questa politica è la creazione di un mercato in cui alcuni possono vendere l'energia con maggiori margini di profitto rispetto ad altri, in modo da incentivare, almeno in teoria, modi di produzione dell'energia che dovrebbero ridurre la quantità di gas-serra (anidride carbonica ed altri).▼
▲Il risultato di questa politica è la creazione di un [[mercato]] in cui alcuni possono vendere l'energia con maggiori margini di profitto rispetto ad altri, in modo da incentivare, almeno in teoria, modi di produzione dell'energia che dovrebbero contribuire a ridurre la quantità di [[effetto serra|gas-serra]] ([[anidride carbonica]] ed altri).
Purtroppo alcune distorsioni si erano manifestate, vanificando in parte lo scopo primario di riduzione dei gas-serra. Infatti a causa della normativa italiana che concedeva questi sussidi anche alle fonti cosiddette ''assimilate alle rinnovabili'' (definizione tutta italiana e senza riscontri in Europa) parte dei fondi erano andati a fonti tutt'altro che rinnovabili e molto inquinanti quali la combustione di scorie di raffineria, sanse ed all'incenerimento dei rifiuti. Successivamente un secondo decreto Bersani ha corretto questo errore eliminando le "assimilate" e mantenendo unicamente il termine "rinnovabili".▼
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Nel caso dell'energia eolica, garantire dei margini di profitto più alti comporta direttamente l'ampliamento delle aree del territorio nazionale dove è conveniente installare un impianto eolico; l'incentivazione deve quindi essere calibrata sulla base del territorio che si vuole assegnare a questo settore, della produzione che si vuole raggiungere, dei costi che si vogliono sostenere, per evitare conseguenze indesiderabili, a partire dalla degradazione di territori o paesaggi di grande valore (molto diffusi in Italia), a danno del settore culturale e turistico.▼
Poiché tale incentivazione durerà ancora molti anni, attualmente ci si trova nella situazione paradossale in cui ad esempio scarti di raffineria, per il cui smaltimento in tutto il mondo i produttori erano costretti ad accollarsi dei costi, in Italia vengono bruciati ricevendo anche dei finanziamenti. Successivamente un secondo decreto Bersani ha corretto (per il futuro) questo errore eliminando le "assimilate" e mantenendo unicamente il termine "rinnovabili".<ref>{{Cita web |url=http://www.certificativerdi.it/ |titolo=certificativerdi.it |accesso=22 novembre 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100216022509/http://www.certificativerdi.it/ |dataarchivio=16 febbraio 2010 |urlmorto=sì }}</ref>
D'altro canto, il meccanismo dei certificati verdi può non essere sufficiente per incentivare fonti rinnovabili meno mature industrialmente, come il solare fotovoltaico; è perciò solo uno dei metodi da considerare per una politica di incentivazione equilibrata.▼
▲L'incentivazione, se diventa eccessiva – ad esempio perché nel frattempo il costo della tecnologia cala molto – può provocare altre distorsioni, ad esempio nel caso dell'eolico. Nel caso dell'[[energia eolica]], garantire dei margini di profitto più alti comporta direttamente l'ampliamento delle aree del territorio nazionale dove è conveniente installare un impianto eolico; l'incentivazione deve quindi essere calibrata sulla base del territorio che si vuole assegnare a questo settore, della produzione che si vuole raggiungere, dei costi che si vogliono sostenere, per evitare conseguenze indesiderabili, a partire dalla degradazione di territori o paesaggi di grande valore (molto diffusi in Italia), a danno del settore culturale e turistico, fino a vere e proprie forme di [[speculazione]]<ref>{{cita web|url=http://livesicilia.it/2010/05/08/la-truffa-siciliana-delleolico-senza-vento/|titolo=La truffa siciliana dell'eolico senza vento|editore=livesicilia.it}}</ref>.
▲D'altro canto, il meccanismo dei certificati verdi può non essere sufficiente per incentivare fonti rinnovabili meno mature industrialmente, come il [[solare
==Note==
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==Voci correlate==
*[[Protocollo di Kyoto]]
*[[Mercato delle emissioni]]
*[[Certificato bianco]]
*[[Quota emissioni gas serra]]
{{Portale|energia}}
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[[Categoria:Diritto ambientale]]
[[Categoria:Fonti energetiche rinnovabili]]
[[Categoria:Economia ambientale]]
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