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|Nome=Controne
|Panorama=Zampillo.jpg
|Didascalia=Veduta della
|Bandiera=Controne-Gonfalone.png
|Voce bandiera=
|Stato=ITA
|Grado amministrativo=3
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|Divisione amm grado 2=Salerno
|Amministratore locale=Ettore Poti
|Partito=[[lista civica]] "Nuovi
|Data elezione=6-6-2016
|Data rielezione=4-10-2021
|Data istituzione=
|Altitudine=200
|Sottodivisioni=
|Divisioni confinanti=[[Altavilla Silentina]], [[Castelcivita]], [[Postiglione (Italia)|Postiglione]]
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|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of Controne (Province of Salerno, region Campania, Italy 2024).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Controne all'interno della provincia di Salerno
}}
'''Controne''' è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di
▲'''Controne''' è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di 779 abitanti della [[provincia di Salerno]] in Campania.
== Geografia fisica ==
Controne è situato alle falde dei [[Monti Alburni]] e immediatamente al di sopra del fiume [[Calore Lucano|Calore]]. Rientra nel territorio del [[Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano]].
* [[Classificazione sismica]]: zona 2 (sismicità media), Ordinanza PCM. 3274 del 20/03/2003.
==Storia==
Situato ai piedi dei [[monti Alburni]], deve le sue origini ad un gruppo di "esuli pestani", rifugiatisi nel [[IX secolo]] d.C., dopo che l'allora [[Poseidonia]],
Le monete raffiguranti il [[Nettuno (divinità)|dio Nettuno]] rinvenute sul sito archeologico e i resti ancora visibili di un tempio con pavimenti mosaicati nella località "Pezza", testimoniano una presenza nel periodo ellenico.
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L'erudito spiega che ''Genestrosola'' significa ''Gens extra solem,'' con riferimento al fatto che il monte (gli Alburni), ostacolando la luce del mattino, ''rende l'aere meno sana''. Dalla ''corruzione'' di ''Genestrosola'' deriverebbe il nome ''Controne,'' da intendersi etimologicamente nel senso di ''contra solem.''<ref name=":1">{{Cita libro|autore=A. Capano| titolo=Controne. Note storiche | editore = Alburnia-3| città= Arci Postiglione| anno = 1993| p = 43}}</ref>
Il "''contra solem*,'' tradizionalmente considerato, su calco greco o latino, l'etimo del toponimo ''Controne'', potrebbe, dunque, non indicare la piena esposizione del paese alla luce del sole, quanto il ritardo con cui esso ne riceve al mattino i primi raggi a causa della sua collocazione geografica. Resta aperto, rispetto a questa proposta interpretativa, il problema della difficile individuazione della collocazione del Monastero nel territorio attuale di Controne o della vicina [[Postiglione (Italia)|Postiglione]].<ref>{{Cita libro|autore=A. Capano| titolo=Controne. Note storiche | editore = Alburnia-3| città= Arci Postiglione| anno = 1993| p = 44}}</ref>▼
▲Il "''contra solem*,'' tradizionalmente considerato, su calco greco o latino, l'etimo del toponimo ''Controne'', potrebbe, dunque, non indicare la piena esposizione del paese alla luce del sole, quanto il ritardo con cui esso ne riceve al mattino i primi raggi a causa della sua collocazione geografica. Resta aperto, rispetto a questa proposta interpretativa, il problema della difficile individuazione della collocazione del
Il Monastero fu fondato dal normanno Guglielmo di Postiglione. Questi ebbe due figli: Tancredi e Guglielmo II. Il feudo andò in eredità al primogenito Tancredi e successivamente ad Alessandrina, figlia di Tancredi, la quale aveva sposato Pandolfo Fasanella, anch’egli di stirpe normanna e appartenente alla famiglia dei Sanseverino.▼
▲Il
Pandolfo di Fasanella nel 1246 partecipa alla congiura dei ''Baroni'' contro [[Federico II di Svevia|Federico II]], i quali, in accordo con [[papa Innocenzo IV]], avevano progettato di assassinare l’imperatore e suo figlio Enzo, in modo da eliminare la presenza degli Svevi nel Sud Italia.▼
▲Pandolfo di Fasanella nel 1246 partecipa alla congiura dei
Scoperta la trama, Federico si mosse da Grosseto e accorse immediatamente nel Regno, mentre i suoi sostenitori avevano già iniziato ad assalire nel [[Cilento]] le rocche dei traditori: [[Sala Consilina]] fu occupata, [[Altavilla Silentina]] rasa al suolo. Le truppe passarono anche per Controne e, se ebbero rispetto dei monaci, non esitarono a razziare e ad appropriarsi di qualsiasi cosa potesse loro servire. I congiurati si rifugiarono così nel castello di [[Capaccio Paestum|Capaccio]], sperando nell'aiuto del Pontefice, ma nel torrido luglio, rimasti privi di acqua, furono alla fine costretti ad arrendersi. Federico fece ben centocinquanta prigionieri.<ref>Un agile resoconto della congiura e della conquista del Castello di Capaccio si può leggere in {{Cita pubblicazione|autore=S. Manzi | titolo=Trasferimento dei benedettini da Controne a Castelcivita nel XIII secolo|rivista= "Il Postiglione"| anno = VI| numero = 7 | data = giugno 1994 | pp = 7-8}}</ref>
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Dopo lo scempio, con l'allontanarsi delle truppe imperiali, immediatamente il Vescovo di Capaccio, Benvenuto, uomo ''“provvidus”'' si diede alla ricostruzione della sua diocesi.
Gravemente danneggiata era stata anche la Badia di San Nicola, tanto da costringere i monaci a disperdersi in cerca di nuovi alloggi. Il Presule Capaccese, nel 1258, volle provvedere alla sistemazione di quel cenobio benedettino, risolvendo una vecchia questione feudale sorta con il
Nel mese di settembre dello stesso anno, davanti ai pubblici notai Guglielmo di Capaccio e
Innanzitutto fu trovata una sistemazione decorosa per i monaci benedettini, che momentaneamente si trasferirono nel convento di San Filippo martire e confessore della ''Castelluccia'', nella cui chiesa si trovavano anche le reliquie del Santo.
Sulle proprietà del
Con la battaglia di Benevento nel 1266 [[Carlo I d'Angiò|Carlo I d’Angiò]] (guelfo) sconfigge le truppe (ghibelline) di [[Manfredi di Sicilia|Re Manfredi]]. Pandolfo di Fasanella, approfitta della situazione, scende in aiuto degli [[Angioini]] e con la vittoria rientra in possesso di tutti i suoi beni, tra cui anche la Terra di Controne.
Nel 1283
Fra i beni assegnati al Conte, però, non vi rientra Controne. Infatti, tra il 1275 e il 1286 l'abbazia di San Nicola è sotto la giurisdizione del vescovo di Capaccio: Pietro, che è anche abate di Controne.<ref name="Capano A 1993, p.22" />
La chiesa di San Nicola è di matrice Benedettina, ha fatto parte del complesso ''Badiale Nullius''<ref name="ReferenceA">{{Cita libro|nome=Marco|cognome=Ambrogi|titolo=In commendam: la Badia Nullius di San Nicola di Bari a Controne: con un saggio sul restauro del fonte battesimale barocco|data=2021|editore=ARCI Postiglione|ISBN=978-88-97581-53-6}}</ref> e come tale ha costituito un ente religioso autonomo, non soggetto ad alcuna autorità vescovile. Gli Abati Mitrati infatti, erano di nomina esclusiva del Pontefice. Il Vescovo di Capaccio aveva la prerogativa soltanto di: “''esaminare e conferire gli Ordini Sacri a coloro che vi ascendono”''<ref>{{Cita libro|autore=A. Capano| titolo=Controne. Note storiche | editore = Alburnia-3| città= Arci Postiglione| anno = 1993| p = 20}}</ref>. Testimone ne è una lastra di marmo del 1727 ubicata in sagrestia, in cui a seguito di un contenzioso tra il Vescovo di Capaccio e l’abate Fabrizio di Capua, [[papa Benedetto XIII]] con una bolla interviene a favore di quest’ultimo. (Foto:1)
Nel 1298 Tommaso Sanseverino, Conte di Marsico e Contestabile del Regno, cede al nuovo Abate di San Nicola un territorio denominato ''Lanzo'' "''che frammezza tra gli confini di Castelluccia e Controne col jus di formare un cannezzo per uso di pesca alla parte del Ponte, ch'è sul fiume Calore"''<ref name="Capano A 1993, p.22" />.
I benedettini ressero la Badia fino al 1477. Da questa data il monastero mantenne tutte le prerogative e i titoli, ma spesso sarà governato da un [[abate commendatario]], al quale spetta solo la rendita che il convento produce, mentre l'autorità sui monaci è esercitata dal [[priore]]. L'abate commendatario generalmente non risiede nel monastero.[[File:Lapide chiesa Nicolaiana.jpg|miniatura|Foto: 1.Iscrizione della Bolla di Papa Benedetto XIII del 1727, apposta nella sagrestia della chiesa Nicolaiana.]]L'abbazia di San Nicola ne annovera parecchi, alcuni indossarono anche la berretta vescovile o cardinalizia come il cardinale [[Antonio Carafa (cardinale)|Antonio Carafa]]; il cardinale [[Bernardino Scotti]]; il cardinale [[Pier Luigi Carafa (1677-1755)|Pier Luigi Carafa]]; mons. Fabrizio de Capua arcivescovo di [[Arcidiocesi di Taranto|Taranto]] e poi di [[Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno|Salerno]] e il cardinale [[Scipione Borghese (1734-1782)|Scipione Borghese]].
Nel 1433 il re di Napoli [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso I d’Aragona]] concede i Contadi di Capaccio, Castelluccia, Controne ed altri ad Americo Sanseverino, signore di [[Montesano sulla Marcellana|Montesano]], [[Padula]], [[Laurino]] e di altri Feudi.<ref>{{Cita libro|autore=A. Capano| titolo=Controne. Note storiche | editore = Alburnia-3| città= Arci Postiglione| anno = 1993| p = 25}}</ref>
I suddetti feudi passarono successivamente a Guglielmo Sanseverino terzogenito di Americo, ma ne fu privato in quanto ribelle al re di Napoli [[Ferdinando I di Napoli|Ferrante I d’Aragona]] per aver partecipato alla nuova congiura dei
La definitiva conclusione di questo movimento si ebbe nel 1487 nel [[Maschio Angioino|Castel Nuovo]] di [[Napoli]], precisamente nella sala dei
Successivamente divenne signore di Controne e di Castelcivita Francesco D’Alitto, il quale appoggiò la politica francese di [[Francesco I di Francia|Francesco I]] e di [[papa Clemente VII]], in contrasto con gli interessi e le mire espansionistiche dell’imperatore [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V d’Asburgo]].<ref>{{Cita libro|autore=A. Capano| titolo=Controne. Note storiche | editore = Alburnia-3| città= Arci Postiglione| anno = 1993| pp = 25-26}}</ref>
Papa Clemente VII, infatti, nel 1527, per sfuggire al [[Sacco di Roma (1527)|Sacco di Roma]] ad opera dei Lanzichenecchi si era rifugiato in [[Castel Sant'Angelo|Castel Sant’Angelo]]; il D’Alitto insieme ad altri si spese per liberare il Sommo Pontefice. A causa di ciò, però, perse il feudo di Controne, il quale il 20 giugno 1527 andò a Ferdinando Vitelli, capitano di leva della ''Castelluccia, ''per ricompensarlo delle
Per questo passaggio di potere molto si prodigò il [[principe di Orange]], viceré dell’Imperatore a Napoli: l’investitura comprendeva la concessione della ''bagliva'' (dazi e bolli per bilance, stadere) ''dogana'' (dazio di passaggio) ''fida'' (tassa di pascolo) ecc.
La famiglia Vitelli si tramanderà il feudo in eredità con Camilla, Diego, Gerolamo, fino a Biagio Vitelli (1694); successivamente passa al cavaliere Ruggiero Cavaselice, il quale riceve il feudo dalla dote della moglie, Maddalena Manganaro, erede della famiglia Vitelli.[[File:Stemma Duca di Postiglione Marcantonio Garofalo.jpg|miniatura|Foto:2.Stemma del Duca Marcantonio Garofalo di Postiglione (Ubicato nel palazzo comunale)]]Dal 1700 in poi Controne passa al Duca di Postiglione Marcantonio Garofalo: la sua presenza è attestata anche da uno stemma di famiglia inciso su pietra, raffigurante due leoni rampanti che reggono tra le zampe due garofani. Lo stemma è ubicato nel palazzo baronale, ora palazzo comunale. (Foto:2)
Nel 1752 [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]] faceva realizzare a [[Persano (Serre)|Persano]] il Real Casino di Caccia. Il re negli anni successivi pensò di ampliare la tenuta, per avere più spazio per la sua attività venatoria. I feudi di Controne e Postiglione furono scelti per assolvere a questo scopo(1759).[[File:Bolla Papale 1727.jpg|miniatura|Foto:3.Lapide in pietra che attesta l'annullamento dei privilegi dell'Abbazia sul popolo contronese. Datata 9 Aprile 1763 (Ubicata nel palazzo comunale)]]Il 20 settembre 1759 l{{'}}''Università'' di Controne venne apprezzata, cioè stimata, da uomini illustri fedeli al Re e al Duca. Quest’ultimo cedeva i suddetti feudi e riceveva in cambio quelli di [[Bonito (Italia)|Bonito]], [[Teverola]] e Isola di Morrone, tutti facenti parte del [[Principato Ultra]].<ref>Apprezzo Controne nell'atto del notaio Giovanni Ranucci di Napoli, in A. Capano, ''Controne. Note storiche'', Alburnia-3, Arci Postiglione, 1993, p. 83</ref>▼
▲Il 20 settembre 1759 l{{'}}''Università'' di Controne venne apprezzata, cioè stimata, da uomini illustri fedeli al Re e al Duca. Quest’ultimo cedeva i suddetti feudi e riceveva in cambio quelli di [[Bonito (Italia)|Bonito]], [[Teverola]] e Isola di Morrone, tutti facenti parte del [[Principato Ultra]].<ref>Apprezzo Controne nell'atto del notaio Giovanni Ranucci di Napoli, in A. Capano, ''Controne. Note storiche'', Alburnia-3, Arci Postiglione, 1993, p. 83</ref>
Il 20 gennaio 1760 Controne diventa Regia Terra. Intanto il Re nel 1759 lascia Napoli per il trono di Spagna, con il nome di Carlo III, e cede a suo figlio Ferdinando di 8 anni il sud Italia.
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Nel 1763, il notaio Gerardo Farsetti di Controne riporta l’esistenza di due dispacci reali, datati uno 1761, l’altro 1762, in cui il Re [[Ferdinando IV di Borbone|Ferdinando IV]], per mezzo del segretario di Stato [[Bernardo Tanucci]], comunicava e stabiliva in via definitiva i diritti e i doveri spettanti all’[[abate commendatario]] e al signore dell{{'}}''Università.''
Veniva stabilito che dal 22 maggio del 1763 "il popolo era esentato nei confronti della badia ''nullius'' dal pagamento ''delle decime di grani, di lino, dal pagamento di un barile di vino per ogni persona che faceva vendemmia''; la popolazione veniva esentata, inoltre, dal pagare ''la quarta parte del prezzo della casa in caso di vendita'' e dalla tassa ''per tutti coloro che usufruivano delle canne situate vicino al fiume Calore
L’Abate a sua volta si impegnava a somministrare a fine anno, la carne dei maiali ai poveri (i porci sacri, liberi al pascolo) e di dare una candela ad anima nel giorno della [[Candelora]] (2 febbraio di ogni anno). Si stabiliva, in ultimo, che l’Abate ricevesse ogni anno ducati 80 da parte dell’Università da recuperare fra la popolazione.<ref>Archivio di Stato di Salerno. Notaio Gerardo Garsetti; Busta: 2430</ref>
Gli accordi, stipulati tra il cardinale Scipione Borghese, abate commendatario e il [[barone]] di Controne, vennero suggellati a perenne ricordo, con iscrizione su pietra. La lapide è conservata nel palazzo comunale ed è datata 9 aprile 1763.
La [[Rivoluzione Francese]], al grido di “liberté, égalité, fraternité” segna una svolta decisiva, per la Francia e non solo. Il 1789 è l’inizio della fine dell’[[Ancien Régime]] e dell’ascesa definitiva della borghesia. Al di là dei differenti ed opinabili punti di vista, la Rivoluzione, ha smosso qualcosa di secolare oltre ogni limite interpretativo. Libertà ed uguaglianza sono le parole chiave del cambiamento, queste nuove idee fecero nascere anche in Italia numerose repubbliche filofrancesi e giacobine, quali, la [[Repubblica Ligure]] e la [[Repubblica Cisalpina]] nel [[1797]], la [[Repubblica Romana (1798-1799)|Repubblica Romana]] nel [[1798]] e successivamente nel 1799 [[Repubblica Napoletana (1799)|la Repubblica Napoletana]].
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Il re [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV]] avvertiva tra il popolo questa voglia di innovazione; per questo motivo, cercò in tutti i modi di ostacolarne le idee e respingere eventuali attacchi da parte dell’esercito francese.
Testimone ne è un dispaccio del 24 maggio 1796 in cui il Sovrano invita la popolazione della Regia Terra di Controne ''ad essere pronti a correre contri li nemici per la difesa della religione, del Trono e delle proprie vite e sostanze.'' L’Università risponde al Dispaccio reale l’8 luglio 1796 con questa dichiarazione: ''essendosi convocato pubblico parlamento precedenti i debiti banni per i luoghi soliti e consueti, propriamente nella pubblica piazza [...] alla presenza del Regio Governatore, il Clero, Galantuomini e tutti i fedeli sudditi […] incoraggiati a prender l’armi, o arruolarsi volontariamente per la difesa della religione, Trono e Patria non vi è stata persona alcuna disposta a tale
Controne, con cautela e forse ancora in modo celato, accoglieva un sogno di libertà, si dimostrava ricettivo al cambiamento, desideroso di un'innovazione non ben delineata, ma sicuramente pronto a ricevere qualcosa di nuovo e di diverso.
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Il Cilento tradizionalmente fu un territorio particolarmente temuto dai sovrani borbonici (nel 1820 lo definivano “focolaio di tutte le rivolte”). Le ribellioni, infatti, coinvolgevano fasce della popolazione non esigue e, per la loro insistenza, minacciavano la stabilità degli istituti monarchici territoriali.
La situazione peggiorò nel 1861, dopo l’Unità d’Italia: bande spesso guidate da ex militari dell’esercito borbonico si coalizzarono e intensificarono i loro crimini, sperando di sovvertire l’ordine costituito o di indurre un sostanziale cambiamento sociale. Si sviluppò, così, il fenomeno del cosiddetto ''[[Brigantaggio postunitario italiano|Brigantaggio.]]''<ref>{{Cita libro|autore = G. D'Ambrosio |titolo= Il brigantaggio nella provincia di Salerno dopo l’Unità, Vol. I (Circondario di Campagna) | editore = Palladio editrice |città = Salerno | anno = 1991 |
Gli Alburni non furono immuni da queste scorrerie, se si considera l'attività criminale di personaggi come Gaetano Tranchella, di Serre, che era stato sottufficiale dell’esercito borbonico, la cui banda raggiunse la trentina di componenti; ben noti anche i suoi luogotenenti, Vitantonio D’Errico, detto Scarapecchia, e Raffaele D’Ambrosio', i quali, assoldarono un cospicuo numero di briganti.
Alcuni contronesi furono coinvolti nelle azioni criminali di queste bande (in particolare quella di Scarapecchia), macchiandosi di soprusi, furti, omicidi, stupri e misfatti di ogni genere, documentati dai verbali della Gran Corte Criminale.<ref>Archivio di Stato di Salerno, Gran Corte Criminale; (processi politici) busta 280 fascicolo B. ed altri.</ref>
[[File:Madonna dello spirito santo.jpg|miniatura|Foto 4.Pala d’altare della Madonna del Rosario, detta anche dei Quindici Misteri.Opera di Giovanni De Luca di Eboli, datata 1577.
(Ubicata: Museo Diocesano Teggiano)]]
Il [[referendum istituzionale del 1946|''referendum'']] sulla forma istituzionale dello stato del 2-3 giugno 1946 vide prevalere a Controne la Repubblica con 486 voti, rispetto ai 241 della Monarchia.<ref>{{Cita web|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=F&dtel=02/06/1946&tpa=I&tpe=C&lev0=0&levsut0=0&lev1=24&levsut1=1&lev2=72&levsut2=2&levsut3=3&ne1=24&ne2=72&es0=S&es1=S&es2=S&es3=N&ms=S&ne3=720450&lev3=450|titolo=Eligendo, Archivio, Referendum 2 giugno 1946, comune di Controne}}</ref> Il risultato di Controne risultò in assoluta controtendenza rispetto agli esiti referendari nell'intera provincia di Salerno, dove la Monarchia stravinse con il 75,17% dei consensi (264.721 voti) sulla Repubblica, che conquistò solo il 24,83% dei suffragi (87.453 voti).<ref>{{Cita web|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=F&dtel=02/06/1946&tpa=I&tpe=P&lev0=0&levsut0=0&lev1=24&levsut1=1&lev2=72&levsut2=2&ne1=24&ne2=72&es0=S&es1=S&es2=S&es3=N&ms=S&ne3=0|titolo=Eligendo, Archivio, Referendum 2 giugno 1946, Provincia di Salerno}}</ref> L'orientamento repubblicano della popolazione contronese, documentato dall'adesione alla Repubblica Napoletana del 1799, risultò ancora una volta confermato alle origini della democrazia italiana.
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L’aquila doveva essere l'emblema del feudo già in tempi antichi, infatti, nella chiesa intitolata alla Vergine Santissima, patronato dell’Università, vi era collocata una pala d’altare ad opera di Giovanni Luca De Luca, originario di Eboli, datata 1577.
Il dipinto ad olio, di dimensioni ragguardevoli, (conservato presso il museo diocesano di Teggiano) oltre a raffigurare la Madonna del Rosario, seduta in trono con bambino, riporta in basso, il nome dell’Università e due aquile reali di color nero. (Foto: 4)
Con l’opera, commissionata dalla
Non va trascurato il fatto, (ma questa è solo un’ipotesi) che l’aquila nera è anche l’emblema dell’imperatore Carlo V, il quale, donò il feudo, nel 1527, alla famiglia Vitelli.
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=== I fagioli di Controne ===
{{vedi anche|Fagiolo di Controne}}
== Infrastrutture e trasporti ==
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== Sport ==
Gli sport più praticati a Controne sono
Esiste anche una squadra di calcio a 5,
== Note ==
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{{Comuni del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano}}
{{Comuni della provincia di Salerno}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Cilento}}
[[Categoria:
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