L'erede fortunata: differenze tra le versioni
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'''''L'erede fortunata''''' è un'opera [[teatro (rappresentazione)|teatrale]] in prosa in tre atti di [[Carlo Goldoni]] composta nel [[1748]]. Rappresentata per la prima volta due anni dopo, nel [[1750]], nel [[Teatro Sant'Angelo]] di [[Venezia]], fu un clamoroso, ma non inaspettato, insuccesso<ref>''Cadde, come io avevo previsto'', Carlo Goldoni, ''Mémoires''</ref>.
Nota più alla critica e alla [[storia del teatro]] che al grande [[spettatore|pubblico]], la commedia segnò un punto di svolta nella carriera del
== Trama ==
Rosaura è destinata, per decisione testamentaria paterna, a sposare il suo vecchio tutore Pancrazio, pena la perdita della doviziosa eredità. L'amore, corrisposto, che ella nutre per Ottavio, figlio di Pancrazio, è perciò condannato dall'obbedienza e dall'interesse. Ma l'intrigo ordito ai danni del tutore dagli immediati rivali all'eredità (lo zio, dottor Balanzoni, e il cugino, Florindo) vengono sventati da Trastullo, servitore saggio e fedele, che contribuirà in tal modo alla felice soluzione finale dello scioglimento del vincolo economico e matrimoniale a vantaggio della fortunata erede.
Fanno da contrappunto al sospirato innamoramento di Ottavio e Rosaura, le ardenti gelosie di Beatrice per il marito Lelio, e all'onesta scaltrezza del servitore onorato, le ingenuità grossolane del secondo [[zanni]] (Arlecchino), funzionali sia agli equivoci dell'intreccio che al mantenimento [[farsa (teatro)|
== Poetica ==
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==Note==
<references/>
== Altri progetti ==
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