Operazione Cyclone: differenze tra le versioni

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[[File:Reagan sitting with people from the Afghanistan-Pakistan region in February 1983.jpg|thumb|Incontro del Presidentepresidente [[Ronald Reagan|Reagan]] con i leader dei [[mujahidin]] [[Afghanistan|afghani]] nello [[Studio Ovale]] nel 1983]]
'''Operazione ''Cyclone''''' è il nome in codice del programma della [[CIA]] degli [[Stati Uniti d'America]] per armare e finanziare i [[mujaheddin]] in [[Afghanistan]] dal 1979 al 1989, prima e durante l'[[Guerra in Afghanistan (1979-1989)|intervento militare]] dell'[[Unione Sovietica]] a sostegno della [[Repubblica Democratica dell'Afghanistan]]. I mujaheddin furono anche sostenuti dall'[[Secret Intelligence Service|MI6]] britannico, che condusse azioni segrete separate. Il programma puntava fortemente a sostenere gruppi islamici militanti, compresi gruppi [[Jihādismo|jihadisti]], che erano favoriti dal regime di [[Muhammad Zia-ul-Haq]] nel vicino [[Pakistan]], piuttosto che altri gruppi di resistenza afghani meno ideologici che avevano anche combattuto contro il regime pro-sovietico della [[Repubblica Democratica dell'Afghanistan]] sin da prima dell'intervento sovietico.<ref name="bergen68">Bergen, Peter, ''Holy War Inc''., Free Press, (2001), p.68</ref>
 
L'Operazione ''Cyclone'' è stata una delle operazioni segrete della CIA più lunghe e costose mai intraprese.<ref name="Oily">{{Cita news|nome=Donald L.|cognome=Barlett|nome2=James B.|cognome2=Steele|url=http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,450997-92,00.html|titolo=The Oily Americans|pubblicazione=[[Time (periodico)|Time]]|data=13 maggio 2003|accesso=8 luglio 2008|dataarchivio=24 dicembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181224192953/http://content.time.com/time/magazine/article/0,9171,450997-92,00.html%20|urlmorto=sì}}</ref> Il finanziamento è iniziato ufficialmente con $ 695 mila nel 1979,<ref name="history.state.gov">{{Cita web|url=https://history.state.gov/historicaldocuments/frus1977-80v12/d76|sito=history.state.gov|accesso=24 novembre 2019}}</ref><ref name="Gates">{{Cita libro|autore=Gates|nome=Robert|wkautore=Robert Gates|titolo=From the Shadows: The Ultimate Insider's Story of Five Presidents and How They Won the Cold War|anno=2007|editore=[[Simon & Schuster]]|pp=142, 144–145|ISBN=9781416543367}}</ref> ed è stato aumentato drammaticamente a $ 20-30 milioni all'anno nel 1980, salito poi a $ 630 milioni all'anno nel 1987,<ref name="bergen68" /><ref name="Riedel">{{Cita libro|autore=Riedel|nome=Bruce|wkautore=Bruce Riedel|titolo=What We Won: America's Secret War in Afghanistan, 1979–1989|url=https://archive.org/details/whatwewonamerica0000ried|anno=2014|editore=[[Brookings Institution]] Press|pp=ix-xi, 21–22, 93, 98–99, 105|ISBN=978-0815725954}}</ref><ref name="Coll">{{Cita libro|autore=Coll|nome=Steve|wkautore=Steve Coll|titolo=Ghost Wars: The Secret History of the CIA, Afghanistan, and Bin Laden, from the Soviet Invasion to September 10, 2001|url=https://archive.org/details/ghostwarssecreth00coll/page/46|anno=2004|editore=[[Penguin Group]]|pp=[https://archive.org/details/ghostwarssecreth00coll/page/46 46, 581]|ISBN=9781594200076}} cf. {{Cita web|url=http://nsarchive.gwu.edu/NSAEBB/NSAEBB396/docs/1979-12-26%20Brzezinski%20to%20Carter%20on%20Afghanistan.pdf|accesso=16 febbraio 2017}}</ref> descritto come il "più grande lascito a qualsiasi insurrezione del [[Terzo mondo|Terzo Mondo]]".<ref>https://elibrary.law.psu.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=1081&context=psilr</ref> I finanziamenti continuarono (sebbene ridotti) dopo il ritiro sovietico del 1989, poiché i mujaheddin continuarono a combattere le forze dell'esercito del presidente [[Mohammad Najibullah]] durante la [[Guerra civile in Afghanistan (1989-1992)|guerra civile afgana]] (1989-1992).<ref>Crile, p 519 & elsewhere</ref>
 
== Storia ==
I comunisti sotto la guida di [[Nur Mohammad Taraki]] presero il potere in Afghanistan il 27 aprile 1978 con la [[Rivoluzione di Saur]].<ref name="Kaplan">{{Cita libro|autore=Kaplan|nome=Robert D.|titolo=Soldiers of God: With Islamic Warriors in Afghanistan and Pakistan|anno=2008|editore=Knopf Doubleday|pp=115–117115-117|ISBN=9780307546982}}</ref> Il nuovo regime, diviso tra due fazioni [[marxismo-leninismo|marxiste-leniniste]], quella più estremista Khalq guidata da Taraki e la più moderata Parcham, firmò un trattato di amicizia con l'Unione Sovietica nel dicembre di quell'anno.<ref name="Kepel">{{Cita libro|autore=Kepel|nome=Gilles|titolo=Jihad: The Trail of Political Islam|anno=2006|editore=I.B. Tauris|pp=138–139, 142–144|ISBN=9781845112578}}</ref> Gli sforzi di Taraki per migliorare l'istruzione laica e ridistribuire la terra sono stati accompagnati da esecuzioni e repressione politica nei confronti di gruppi e leader integralisti islamici, i quali innescarono una rivolta dei [[mujaheddin]].
 
A seguito di una rivolta generale nell'aprile 1979, la guida del Khalq passò da Taraki al suo rivale [[Hafizullah Amin]], a settembre.<ref name="Kaplan"/><ref name="Kepel"/> I sovietici erano particolarmente allarmati dalla brutalità del defunto regime di Khalq e sospettavano che Amin fosse un agente della CIA.<ref name="Blight">{{Cita libro|autore=Blight|nome=James G.|titolo=Becoming Enemies: U.S.-Iran Relations and the Iran-Iraq War, 1979-1988|anno=2012|editore=Rowman & Littlefield Publishers|pp=69–7069-70|ISBN=978-1-4422-0830-8}}</ref>
 
A metà degli [[anni '70]], i funzionari dei servizi segreti pakistani iniziarono a fare pressioni private sugli Stati Uniti e sui loro alleati per inviare assistenza materiale agli insorti islamisti. I legami del presidente pakistano [[Muhammad Zia-ul-Haq]] con gli Stati Uniti erano stati tesi durante la presidenza di [[Jimmy Carter]] a causa del programma nucleare del Pakistan e dell'esecuzione di [[Zulfiqar Ali Bhutto]] nell'aprile 1979, ma Carter disse al consigliere per la sicurezza nazionale [[Zbigniew Brzezinski]] e al segretario di statoStato [[Cyrus Vance]] già nel gennaio 1979 che era vitale "riparare le nostre relazioni con il Pakistan" alla luce dei disordini in Iran con la [[Rivoluzione iraniana]].<ref name="Riedel"/>
 
Secondo l'ex funzionario della CIA [[Robert Gates]], "l'amministrazione Carter si è rivolta alla CIA... per contrastare l'aggressione sovietica e cubana nel Terzo mondo, in particolare a partire dalla metà del 1979." Nel marzo 1979, "la CIA ha inviato diverse opzioni di azioni segrete relative all'Afghanistan all'SCC <nowiki>[</nowiki>[[NSC 5412/2]]<nowiki>]</nowiki> " del [[Consiglio per la sicurezza nazionale]] degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. In una riunione del 30 marzo, il rappresentante del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti Walter B. Slocombe "ha chiesto se fosse utile mantenere in vita l'insurrezione afgana, 'risucchiando i sovietici in un pantano vietnamita?'"<ref name="Gates"/> Quando gli è stato chiesto di chiarire questa osservazione, Slocombe ha spiegato: "Beh, l'idea era che se i sovietici avessero deciso di colpire questo bambino di catrame [l'Afghanistan] avremmo avuto tutto l'interesse ad assicurarci che rimanessero bloccati".<ref name="White">{{Cita web|url=http://digitalcommons.lsu.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=4790&context=gradschool_theses|accesso=10 ottobre 2017}}</ref> Ma un memorandum del 5 aprile dell'ufficiale dell'intelligence nazionale Arnold Horelick avvertiva: "Un'azione segreta aumenterebbe i costi per i sovietici e infiammerebbe l'opinione musulmana contro di loro in molti paesi. Il rischio era che un sostanziale programma di aiuti segreti degli Stati Uniti potesse aumentare la posta in gioco e indurre i sovietici a intervenire in modo più diretto e vigoroso di quanto altrimenti previsto."
 
Nel maggio 1979, i funzionari statunitensi iniziarono aad incontrare segretamente i leader ribelli attraverso i contatti del governo pakistano. Un ex ufficiale militare pakistano ha affermato di aver presentato personalmente un funzionario della CIA a [[Gulbuddin Hekmatyar]] quel mese (le richieste del Freedom of Information Act per i documenti che descrivono questi incontri sono state negate).<ref name="nsarchive.gwu.edu">{{Cita web|url=http://nsarchive.gwu.edu/NSAEBB/NSAEBB57/essay.html|sito=nsarchive.gwu.edu|accesso=11 marzo 2018}}</ref> Ulteriori riunioni si sono svolte il 6 aprile e il 3 luglio, e lo stesso giorno della seconda riunione, Carter ha firmato una "rilevazione presidenziale" che "autorizzava la CIA a spendere poco più di $ 500.000" in aiuti non letali ai mujaheddin, che "sembrava all'epoca un piccolo inizio".<ref name="Riedel"/><ref name="Gates"/><ref name="Coll"/>
 
Alla fine del 1979, la situazione nel paesePaese si era drasticamente deteriorata anche a causa della situazione di contrasto socio politico tra fazioni dovuto al rovesciamento della monarchia nel 1973. A questo proposito, il governo della Repubblica Democratica dell'Afghanistan (DRA) aveva più volte fatto appello all'URSS con richieste di assistenza militare diretta dell'[[Armata Rossa]]. L'Unione Sovietica inizialmente respinse questa forma di intervento, ma, nell'aggravarsi della crisi afgana, il 12 dicembre 1979, la leadership dell'URSS, temendo il trasferimento delle ostilità nel territorio delle repubbliche dell'Asia centrale, decise di inviare truppe per fornire assistenza militare al governo afghano. La decisione è stata presa in una riunione del Politburo del Comitato centrale del PCUS ai sensi dell'articolo 4 del Trattato di amicizia tra la Repubblica Democratica dell'Afghanistan e l'Unione Sovietica. Il 16 dicembre fu' emesso l'ordine di distaccare dall'amministrazione del Distretto Militare del Turkestan (TurkVO) la 40ª Armata e di prepararla a svolgere i compiti assegnati. Il primo vice comandante delle truppe del TurkVO, Yuri Tukharinov, fu nominato comandante dell'[[Armata Rossa]] esercito sovietico in Afghanistan.<ref>{{Cita web|url=https://ria.ru/20180515/1520504670.html|titolo=Участие Советского Союза в войне в Афганистане в 1979-1989 годах|sito=РИА Новости|data=20180515T0403|lingua=ru|accesso=2021-08-31}}</ref>
 
Brzezinski in seguito ha affermato che "non abbiamo spinto i russi a intervenire, ma abbiamo consapevolmente aumentato la probabilità che lo facessero".<ref>[http://dgibbs.faculty.arizona.edu/sites/dgibbs.faculty.arizona.edu/files/afghan-ip.pdf David N. Gibbs, "Afghanistan: The Soviet Invasion in Retrospect" ''International Politics'' 37:233 - 246, June 2000]</ref><ref>{{Cita libro|autore=Braithwaite|nome=Rodric|titolo=Afgantsy: The Russians in Afghanistan 1979-89|url=https://books.google.com/books?id=13cTDAAAQBAJ&q=knowingly+increased+the+probability&pg=PP5|data=11 settembre 2013|editore=Oxford University Press|ISBN=9780199322480}}</ref><ref>cf. {{Cita web|url=http://therealnews.com/t2/story:4716:The-Afghan-war-and-the-'Grand-Chessboard'-Pt2|accesso=16 febbraio 2017|titolo=Copia archiviata|dataarchivio=8 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180408142851/http://therealnews.com/t2/story%3A4716%3AThe-Afghan-war-and-the-%27Grand-Chessboard%27-Pt2|urlmorto=sì}}</ref> Secondo Brzezinski, a metà del 1979 si convinse che i sovietici avrebbero invaso l'Afghanistan indipendentemente dalla politica degli Stati Uniti a causa dell'incapacità dell'amministrazione Carter di rispondere in modo aggressivo all'attività sovietica in [[Africa]], ma, nonostante il rischio di conseguenze indesiderate, il sostegno ai mujahideen avrebbe potuto essere un modo efficace per prevenire l'aggressione sovietica oltre all'Afghanistan (in particolare nella nativa [[Polonia]] di Brzezinski).<ref name="White"/> Le reali ragioni dell'invio di aiuti da parte degli Stati Uniti ai mujaheddin prima dell'invasione è dibattuto tra gli studiosi. Alcuni affermano che ciò abbia provocato direttamente, e anche deliberatamente, l'invio di truppe da parte dei sovietici.<ref>{{Cita libro|autore=Worley|nome=Worley, Duane Robert|titolo=Orchestrating the Instruments of Power: A Critical Examination of the U. S. National Security System|url=https://books.google.com/books?id=pHDfCQAAQBAJ&q=us+induce,+afghanistan,+1979&pg=PT159|data=15 luglio 2015|editore=U of Nebraska Press|ISBN=9781612347523}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Riaz|nome=Ali|titolo=Faithful Education: Madrassahs in South Asia|url=https://books.google.com/books?id=HxOOwy-4J4UC&q=induce,+afghanistan,+1979,+carter&pg=PA243|data=11 marzo 2018|editore=Rutgers University Press|ISBN=9780813543451}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Bacevich|nome=Andrew J.|titolo=America's War for the Greater Middle East: A Military History|url=https://books.google.com/books?id=_TnOCgAAQBAJ&q=%22sucking+the+soviets+into+a+vietnamese+quagmire%22&pg=PT39|data=5 aprile 2016|editore=Random House Publishing Group|ISBN=9780553393941}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Shipley|nome=Tyler|anno=2014|titolo=Empire's Ally: Canada and the War in Afghanistan, Jerome Klassen and Greg Albo, eds., Toronto: University of Toronto Press, 2012, pp. 432.|rivista=Canadian Journal of Political Science|volume=47|numero=1|pp=201–202201-202|doi=10.1017/S0008423914000055}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://archive.org/details/jihad00gill_0|accesso=4 luglio 2020}}</ref>
 
In Occidente, l'intervento militare sovietico in Afghanistan era considerato una minaccia alla sicurezza globale e alle forniture di petrolio del [[Golfo Persico]].<ref name="Kepel"/> Inoltre, l'incapacità di prevedere con precisione le intenzioni sovietiche ha indotto i funzionari statunitensi a rivalutare la minaccia sovietica sia per l'Iran che per il Pakistan, anche se poi fu noto che quei timori erano esagerati.
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All'indomani dell'intervento sovietico, Carter era determinato a rispondere con vigore. In un discorso televisivo, ha annunciato sanzioni contro l'Unione Sovietica, ha promesso nuovi aiuti al Pakistan e ha [[Dottrina Carter|impegnato gli Stati Uniti nella difesa del Golfo Persico]].<ref name="Riedel"/><ref name="Gates"/> Carter ha anche chiesto il boicottaggio dei [[Giochi della XXII Olimpiade]] del 1980 a Mosca, che ha sollevato un'aspra polemica.<ref>{{Cita libro|autore=Toohey|nome=Kristine|titolo=The Olympic Games: A Social Science Perspective|url=https://books.google.com/books?id=ywy9aslk3M8C&pg=PA100|data=8 novembre 2007|editore=CABI|p=100|ISBN=978-1-84593-355-5}}</ref> Il primo ministro britannico [[Margaret Thatcher]] sostenne con entusiasmo la posizione dura di Carter, sebbene l'intelligence britannica ritenesse che "la CIA fosse troppo allarmista riguardo alla minaccia sovietica in Pakistan".
 
Sebbene Gates abbia descritto il direttore della Central Intelligence (DCI) Stansfield Turner e la [[National Clandestine Service]] della CIA come contemplanti "diverse opzioni di miglioramento" - fino alla fornitura diretta di armi dagli Stati Uniti ai mujaheddin attraverso l'[[Inter-Services Intelligence|ISI]] pachistano - già alla fine dell'agosto 1979,<ref>{{Cita libro|autore=Gates|nome=Robert|wkautore=Robert Gates|titolo=From the Shadows: The Ultimate Insider's Story of Five Presidents and How They Won the Cold War|anno=2007|editore=[[Simon & Schuster]]|pp=146–147146-147|citazione=By the end of August, Pakistani President Muhammad Zia-ul-Haq was pressuring the United States for arms and equipment for the insurgents in Afghanistan.&nbsp;... Separately, the Pakistani intelligence service was pressing us to provide military equipment to support an expanding insurgency. When Turner heard this, he urged the DO to get moving in providing more help to the insurgents. They responded with several enhancement options, including communications equipment for the insurgents via the Pakistanis or Saudis, funds for the Pakistanis to purchase lethal military equipment for the insurgents, and providing a like amount of lethal equipment ourselves for the Pakistanis to distribute to the insurgents. On Christmas Eve and Christmas Day, 1979, the Soviets intervened massively in Afghanistan. A covert action that began six months earlier funded at just over half a million dollars would, within a year, grow to tens of millions, and most assuredly included the provision of weapons.|ISBN=9781416543367}}</ref> e un anonimo collaboratore di Brzezinski riconobbe in una conversazione con Selig S. Harrison che l'assistenza nominalmente "non letale" degli Stati Uniti ai mujaheddin includeva la facilitazione delle spedizioni di armi da parte di terzi,<ref>{{Cita libro|autore=Harrison|nome=Selig S.|wkautore=Selig S. Harrison|titolo=Out of Afghanistan: The Inside Story of the Soviet Withdrawal|url=https://archive.org/details/outafghanistanin00cord|anno=1995|editore=[[Oxford University Press]]|pp=[https://archive.org/details/outafghanistanin00cord/page/n49 37]–38|capitolo=How The Soviet Union Stumbled into Afghanistan|citazione=Herat strengthened Brzezinski's argument that the rebels enjoyed indigenous support and merited American help. In April, he relates in his memoirs, 'I pushed a decision through the SCC to be more sympathetic to those Afghans who were determined to preserve their country's independence. [Walter] [[Walter Mondale|Mondale]] was especially helpful in this, giving a forceful pep talk, mercilessly squelching the rather timid opposition of [[David D. Newsom|David Newsom]].' Brzezinski deliberately avoided saying whether the upgraded program included weapons, since Moscow has long sought to justify its invasion by accusing Washington of destabilizing Afghanistan during 1978 and 1979. Strictly speaking, one of his aides later told me, it was not an American weapons program, but it was designed to help finance, orchestrate, and facilitate weapons purchases and related assistance by others.|ISBN=9780195362688}}</ref> Coll, Harrison, Riedel, e l'allora capo della divisione Vicino Oriente-Asia meridionale del DO, Charles Cogan, affermano tutti che nessuna arma fornita dagli USA destinata ai mujaheddin raggiunse il Pakistan fino al gennaio 1980, dopo che Carter emendò la sua decisione presidenziale per includere disposizioni letali in fine dicembre 1979.<ref>{{Cita libro|autore=Coll|nome=Steve|wkautore=Steve Coll|titolo=Ghost Wars: The Secret History of the CIA, Afghanistan, and Bin Laden, from the Soviet Invasion to September 10, 2001|anno=2004|editore=[[Penguin Group]]|p=[https://archive.org/details/ghostwarssecreth00coll/page/58 58]|citazione=The CIA's mission was spelled out in an amended Top Secret presidential finding signed by Carter in late December 1979 and reauthorized by President [[Ronald Reagan|Reagan]] in 1981. The finding permitted the CIA to ship weapons secretly to the mujahedin.|ISBN=9781594200076}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Harrison|nome=Selig S.|wkautore=Selig S. Harrison|titolo=Out of Afghanistan: The Inside Story of the Soviet Withdrawal|url=https://archive.org/details/outafghanistanin00cord|anno=1995|editore=[[Oxford University Press]]|p=[https://archive.org/details/outafghanistanin00cord/page/n65 53]|capitolo=Soviet Occupation, Afghan Resistance, and the American Response|citazione=Within days of the invasion, President Carter made a series of symbolic gestures to invoke American outrage&nbsp;... No longer skittish about a direct American role in providing weapons support to the Afghan resistance, Carter also gave the CIA the green light for an American–orchestrated covert assistance program to be financed in part by congressional appropriations and in part with Saudi Arabian help.|ISBN=9780195362688}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Riedel|nome=Bruce|wkautore=Bruce Riedel|titolo=What We Won: America's Secret War in Afghanistan, 1979–1989|url=https://archive.org/details/whatwewonamerica0000ried|anno=2014|editore=[[Brookings Institution]] Press|p=[https://archive.org/details/whatwewonamerica0000ried/page/106 106]|citazione=As the president was jogging on February 12, 1980, his press secretary, [[Jody Powell]], interrupted his run to tell him that the ''Washington Post'' had a story in the works about the CIA's operation to feed arms to the mujahideen rebels through Pakistan. In short, less than a month after the first arms arrived in [[Karachi]], the secret was about to be published by the media. As Carter noted, the Pakistanis 'would be highly embarrassed.' Secretary Vance appealed to the ''Post'' to hold the story, but it ran a few days later, watered down a bit.|ISBN=978-0815725954}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Blight|nome=James G.|titolo=Becoming Enemies: U.S.-Iran Relations and the Iran-Iraq War, 1979-1988|anno=2012|editore=[[Rowman & Littlefield]] Publishers|pp=19, 66|citazione='''[[Charles Cogan]]''': There were no lethal provisions given to the Afghans before the Soviet invasion. There was a little propaganda, communication assistance, and so on at the instigation of the ISI. But after the Soviet invasion, everything changed. The first weapons for the Afghans arrived in Pakistan on the tenth of January, fourteen days after the invasion. Shortly after the invasion, we got into the discussions with the Saudis that you just mentioned. And then when [William J.] [[William J. Casey|Casey]] became DCI under Reagan at the beginning of 1981, the price tag went through the ceiling.|ISBN=978-1-4422-0830-8}}</ref>
 
La spinta della politica statunitense per tutta la durata della guerra fu determinata da Carter all'inizio del 1980: Carter avviò un programma per armare i mujaheddin attraverso l'ISI e si assicurò un impegno dall'Arabia Saudita per eguagliare i finanziamenti statunitensi a questo scopo. Il sostegno degli Stati Uniti ai mujaheddin accelerò sotto il successore di Carter, [[Ronald Reagan]], con un costo finale per i contribuenti statunitensi di circa 3 miliardi di dollari. La decisione di indirizzare gli aiuti statunitensi attraverso il Pakistan ha portato a massicce frodi, poiché le armi inviate a [[Karachi]] venivano spesso vendute sul mercato locale piuttosto che consegnate ai ribelli afghani; Karachi presto "diventò una delle città più violente del mondo". Il Pakistan controllava anche quali ribelli ricevevano assistenza: dei sette gruppi di mujaheddin supportati dal governo di Zia, quattro erano di matrice fondamentalista islamica e questi fondamentalisti hanno ricevuto la maggior parte dei finanziamenti.<ref name="Kepel"/> Nonostante ciò, Carter non ha espresso alcun rimpianto per la sua decisione di sostenere quelli che ancora considera i "combattenti per la libertà" in Afghanistan.<ref name="Riedel"/>
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== Programma ==
[[File:Mujahid-MANPAD.JPEG|destra|thumb| Un mujaheddin spara con uno [[Strela-2|SA-7]], 1988.]]
I principali sostenitori del programma iniziale furono il membro del Congresso del Texas [[Charlie Wilson (politico)|Charlie Wilson]]; Michael G. Vickers, un giovane ufficiale paramilitare della CIA; e [[Gust Avrakotos]], il capo regionale della CIA, che sviluppò uno stretto rapporto con Wilson. La loro strategia era quella di fornire un ampio mix di armi, tattiche e logistica, insieme a programmi di addestramento, per migliorare la capacità dei ribelli di combattere una guerriglia contro i sovietici. Inizialmente, per evitare il rilevamento del coinvolgimento degli Stati Uniti, il programma forniva ai ribelli solo armi di fabbricazione sovietica. Questo piano è stato reso possibile dal tacito sostegno di [[Israele]], che aveva catturato grandi scorte di armi di fabbricazione sovietica durante la [[guerra del Kippur]] e ha accettato di venderle clandestinamente alla CIA, così come l'[[Egitto]], che aveva recentemente modernizzato il suo esercito con armi acquistate dalle nazioni occidentali, incanalando le vecchie armi di fabbricazione sovietica verso i mujaheddin.<ref>Crile, George (2003). [[Charlie Wilson's War: The Extraordinary Story of the Largest Covert Operation in History]]. Atlantic Monthly Press, page 246, 285 and 302</ref><ref>"Sorry Charlie this is Michael Vickers's War", Washington Post, 27 December 2007</ref> Dopo il 1985, quando l'amministrazione Reagan annunciò che avrebbe sostenuto i movimenti di resistenza antisovietici a livello globale (in quella che oggi è conosciuta come la [[Dottrina Reagan]]), non c'era più bisogno di offuscare l'origine delle armi; L'alto funzionario del Pentagono, Michael Pillsbury, ha sostenuto con successo la fornitura di armi di fabbricazione statunitense, tra cui un gran numero di missili [[FIM-92 Stinger]], alla resistenza afgana.<ref name="heymann">{{Cita libro|autore=Heymann|nome=Philip|wkautore=Philip Heymann|titolo=Living the Policy Process|url=https://archive.org/details/livingpolicyproc0000heym|anno=2008|editore=Oxford University Press|ISBN=978-0-19-533539-2}}</ref>
 
La distribuzione delle armi dipendeva molto dal presidente pakistano [[Muhammad Zia-ul-Haq]], che aveva una relazione personale con il membro del Congresso Wilson. La sua [[Inter-Services Intelligence]] (ISI) era un intermediario per la distribuzione di fondi, il passaggio di armi, l'addestramento militare e il sostegno finanziario ai gruppi di resistenza afghani. Insieme al finanziamento di programmi simili dall'[[Secret Intelligence Service|MI6]] e dal [[Special Air Service|SAS]] britannici e dall'Arabia Saudita<ref>[http://www.gwu.edu/~nsarchiv/coldwar/interviews/episode-17/brzezinski2.html Interview with Dr. Zbigniew Brzezinski-(13/6/97). Part 2.] Episode 17. Good Guys, Bad Guys. 13 June 1997.</ref> l'ISI ha armato e addestrato oltre 100.000 insorti tra il 1978 e il 1992. Hanno incoraggiato i volontari degli stati arabi a unirsi alla resistenza afgana nella sua lotta contro le truppe sovietiche in Afghanistan.
 
L'MI6 ha sostenuto uno dei gruppi islamici più estremisti comandati da [[Aḥmad Shāh Masʿūd|Ahmad Shah Massoud]], che vedevano come un combattente efficace. Nonostante i dubbi della CIA su Massoud, divenne un alleato chiave dell'MI6; L'MI6 ha inviato una missione annuale di due dei loro ufficiali e istruttori militari a Massoud e ai suoi combattenti.<ref>{{Cita libro|autore=Davies|nome=Philip|titolo=MI6 and the Machinery of Spying: Structure and Process in Britain's Secret Intelligence Studies in Intelligence|url=https://books.google.com/books?id=TTW2h5GHlWkC&pg=PA289|data=2004|editore=Routledge|pp=290–91290-91|ISBN=9781135760014}}</ref> Delle armi date di nascosto, la maggior parte erano [[Lee-Enfield]] del vecchio esercito britannico, alcune delle quali furono acquistate da scorte dell'[[esercito dell'India]], che diventarono popolari tra i gruppi di resistenza afghani. Mine, esplosivi, radio, intelligence, e una cinquantina di lanciatori [[Shorts Blowpipe]] con 300 missili sono stati inviati alla resistenza afgana.<ref>{{Cita web|url=http://www.cmyk.info/markcurtis/print1b.html|accesso=13 marzo 2020|titolo=Copia archiviata|dataarchivio=15 maggio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110515030601/http://www.cmyk.info/markcurtis/print1b.html|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Riedel|nome=Bruce|wkautore=Bruce Riedel|titolo=What We Won: America's Secret War in Afghanistan, 1979–1989|url=https://archive.org/details/whatwewonamerica0000ried|anno=2014|editore=[[Brookings Institution]] Press|pp=[https://archive.org/details/whatwewonamerica0000ried/page/48 48]–50|ISBN=978-0815725954}}</ref> Lo [[Special Air Service]] nel frattempo ha dato alla resistenza un addestramento vitale all'interno e all'esterno dell'Afghanistan.<ref>{{Cita libro|autore=Smith|nome=Michael|titolo=The Spying Game: The Secret History of British Espionage|anno=2003|url=https://archive.org/details/spyinggamesecret0000smit|data=2003|editore=Politico's|p=[https://archive.org/details/spyinggamesecret0000smit/page/233 233]|ISBN=9781842750049}}</ref>
 
I rapporti mostrano che il personale civile del [[Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America|Dipartimento di Stato]] degli Stati Uniti e della CIA ha visitato frequentemente l'area di confine Afghanistan-Pakistan durante questo periodo e gli Stati Uniti hanno contribuito generosamente ad aiutare i rifugiati afghani. Il direttore della CIA William Casey ha visitato segretamente il Pakistan numerose volte per incontrare gli ufficiali dell'ISI che gestivano i mujaheddin<ref>{{Cita libro|autore=Schaffer|nome=Howard B.|autore2=Schaffer|nome2=Teresita C.|titolo=How Pakistan Negotiates with the United States: Riding the Roller Coaster|url=https://books.google.com/books?id=axT9i-FhO0UC&q=william+casey%2C+pakistan&pg=PA131|data=4 luglio 2011|editore=US Institute of Peace Press|ISBN=9781601270757}}</ref> e ha osservato personalmente l'addestramento dei guerriglieri in almeno un'occasione.<ref name="washingtonpost.com">{{Cita web|url=https://www.washingtonpost.com/archive/politics/1992/07/19/anatomy-of-a-victory-cias-covert-afghan-war/1bd10b14-a0cc-441c-99cc-d2b5d1ba6e2d/|accesso=4 luglio 2020}}</ref> Coll riferisce che:
{{citazione|Casey ha sorpreso i suoi ospiti pakistani proponendo loro di portare la guerra afghana in territorio nemico, nella stessa Unione Sovietica. Casey voleva inviare propaganda sovversiva attraverso l'Afghanistan alle repubbliche meridionali a maggioranza musulmana dell'Unione Sovietica. I pakistani acconsentirono e la CIA presto fornì migliaia di Corani, oltre a libri sulle atrocità sovietiche in Uzbekistan e opuscoli sugli eroi storici del nazionalismo uzbeko, secondo funzionari pakistani e occidentali.<ref name="washingtonpost.com"/>}}
 
Altri punti di contatto diretto tra il governo degli Stati Uniti e i mujaheddin includono il volo Hekmatyar della CIA negli Stati Uniti,<ref name="usnews.com">[https://www.usnews.com/news/world/articles/2008/07/11/afghan-warlords-formerly-backed-by-the-cia-now-turn-their-guns-on-us-troops Anna Mulrine, "Afghan Warlords, Formerly Backed By the CIA, Now Turn Their Guns On U.S. Troops" ''U.S. News & World Report'', July 11, 2008]</ref> dove è stato ospitato dal funzionario del Dipartimento di Stato Zalmay Khalizad.<ref name="aljazeera.com">{{Cita web|url=http://www.aljazeera.com/indepth/features/2012/01/201212614551208744.html|accesso=11 marzo 2018}}</ref> Hekmatyar è stato invitato a incontrare il presidente Reagan, ma ha rifiutato, ed è stato sostituito alla conferenza della Casa Bianca nell'ottobre 1985 con mujaheddin da Younis Khalis, che ha invitato pubblicamente Reagan a convertirsi all'Islam.<ref>{{Cita libro|autore=Khalilzad|nome=Zalmay|titolo=The Envoy: From Kabul to the White House, My Journey Through a Turbulent World|url=https://books.google.com/books?id=-R13CgAAQBAJ&q=zalmay%2C+gulbuddin%2C+us+tour&pg=PT52|data=22 marzo 2016|editore=St. Martin's Publishing Group|ISBN=9781250083012}}</ref> Il capo della stazione della CIA di Islamabad, Howard Hart, sviluppò una relazione personale con Abdul Haq, che fu proseguita dal successore di Hart, William Piekney,<ref>{{Cita libro|autore=Coll|nome=Steve|titolo=Ghost Wars: The Secret History of the CIA, Afghanistan and Bin Laden|url=https://books.google.com/books?id=N8Qxf-33dxMC&q=howard+hart%2C+abdul+haq&pg=PT69|data=3 marzo 2005|editore=Penguin UK|pp=101, 130|ISBN=9780141935799}}</ref> e portò all'incontro afghano sia con Reagan che con Margaret Thatcher.<ref>{{Cita libro|autore=Kaplan|nome=Robert D.|titolo=Soldiers of God: With Islamic Warriors in Afghanistan and Pakistan|url=https://books.google.com/books?id=r3TLByMXsJkC&q=thatcher,+hekmatyar&pg=PA169|data=24 dicembre 2008|editore=Knopf Doubleday Publishing Group|ISBN=9780307546982}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Tomsen|nome=Peter|titolo=The Wars of Afghanistan: Messianic Terrorism, Tribal Conflicts, and the Failures of Great Powers|url=https://books.google.com/books?id=kdfIAQAAQBAJ&q=abdul+haq%2C+reagan&pg=PA16|data=10 dicembre 2013|editore=[[PublicAffairs]]|ISBN=9781610394123}}</ref> Il vicesegretario alla Difesa Richard Armitage si incontrava regolarmente con i mujaheddin, in particolare [[Burhanuddin Rabbani]].<ref>{{Cita libro|autore=Mann|nome=James|autore2=Mann|nome2=Jim|titolo=Rise of the Vulcans: The History of Bush's War Cabinet|url=https://books.google.com/books?id=wcljXYTZVnUC&q=rABBANI,+reagan|data=11 marzo 2018|editore=Penguin|ISBN=9780143034896}}</ref> È noto anche che gli agenti della CIA hanno fornito pagamenti diretti in contanti a Jalaluddin Haqqani.<ref name="books.google.com">{{Cita libro|autore=Brown|nome=Vahid|autore2=Rassler|nome2=Don|titolo=Fountainhead of Jihad: The Haqqani Nexus, 1973-2012|url=https://books.google.com/books?id=b95MAgAAQBAJ&q=cia%2C+bin+laden&pg=PA289|data=4 luglio 2013|editore=Oxford University Press|ISBN=9780199327980}}</ref>
 
Il missile antiaereo [[FIM-92 Stinger]] costruito dagli Stati Uniti, fornito ai mujaheddin in gran numero a partire dal 1986, ha dato un colpo decisivo allo sforzo bellico sovietico in quanto ha permesso agli afgani leggermente armati di difendersi efficacemente dagli atterraggi di elicotteri sovietici in aree strategiche. Gli Stinger erano così famosi e mortali che, negli anni '90, gli Stati Uniti condussero un programma di "riacquisto" per impedire che i missili inutilizzati cadessero nelle mani di terroristi anti-statunitensi. Questo programma potrebbe essere stato rinnovato di nascosto dopo l'[[Guerra in Afghanistan (2001-2021)|intervento degli Stati Uniti]] in Afghanistan alla fine del 2001, per paura che gli Stinger rimasti potessero essere usati contro le forze statunitensi nel paese.<ref name="Afghanistan: Kabul Confirms New Effort To Buy Back U.S.-Built Stinger Missiles">{{Cita web|url=https://www.rferl.org/a/1057196.html|sito=RadioFreeEurope/RadioLiberty|accesso=4 luglio 2020}}</ref>
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=== Finanziamento ===
[[File:Reagan_sitting_with_people_from_the_Afghanistan-Pakistan_region_in_February_1983.jpg|miniatura| Il presidente Reagan incontra i leader dei [[Mujaheddin|mujaheddin afgani]] nello [[Studio Ovale]] nel 1983]]
Gli Stati Uniti hanno offerto due pacchetti di assistenza economica e vendite militari per sostenere il ruolo del Pakistan nella guerra contro le truppe sovietiche in Afghanistan. Il primo pacchetto di assistenza di sei anni (1981-1987) ammontava a 3,2 miliardi di dollari, equamente divisi tra assistenza economica e vendite militari. Gli Stati Uniti hanno anche venduto 40 velivoli [[General Dynamics F-16 Fighting Falcon|F-16]] al Pakistan durante il 1983-1987 ad un costo di $ 1,2 miliardi al di fuori del pacchetto di assistenza. Il secondo pacchetto di assistenza di sei anni (1987-1993) ammontava a 4,2 miliardi di dollari. Di questi, 2,28 miliardi di dollari sono stati stanziati per l'assistenza economica sotto forma di sovvenzioni o prestiti al tasso di interesse del 2-3 per cento. Il resto dello stanziamento (1,74 miliardi di dollari) era sotto forma di credito per acquisti militari.<ref>{{Cita libro|titolo=The Oxford Encyclopedia of American Military and Diplomatic History|anno=1997|url=https://archive.org/details/oxford0000hopk|editore=Oxford University Press|isbn=978-0199759255}}</ref> In totale, l'aiuto combinato di Stati Uniti, Arabia e Cina ai mujaheddin è valutato tra i 6 ei 12 miliardi di dollari.<ref>{{Cita libro|autore=Coll|nome=Steve|wkautore=Steve Coll|titolo=[[Ghost Wars|Ghost Wars: The Secret History of the CIA, Afghanistan, and Bin Laden, from the Soviet Invasion to September 10, 2001]]|anno=2004|editore=[[Penguin Group]]|p=[https://archive.org/details/ghostwarssecreth00coll/page/238 238]|ISBN=9781594200076}}</ref>
 
Il finanziamento del programma è stato aumentato ogni anno a causa delle pressioni di importanti politici e funzionari governativi statunitensi, come [[Charlie Wilson (politico)|Charles Wilson]], Gordon Humphrey, Fred Ikle e William Casey. Sotto l'amministrazione [[Ronald Reagan|Reagan]], il sostegno degli Stati Uniti ai mujaheddin afghani si è evoluto in un fulcro della politica estera degli Stati Uniti, chiamata [[Dottrina Reagan]], in cui gli Stati Uniti hanno fornito supporto militare e di altro tipo ai movimenti di resistenza anticomunista in Afghanistan, Angola e Nicaragua.
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== Accuse di assistenza della CIA a bin Laden ==
Alcuni hanno affermato che bin Laden e al Qaeda erano beneficiari dell'assistenza della CIA. [[Ranghi reali e nobiliari|Sir]] [[Martin Evans|Martin Ewans]] ha osservato che gli arabi afgani "hanno beneficiato indirettamente del finanziamento della CIA, attraverso l'ISI e le organizzazioni di resistenza"<ref>{{Cita libro|autore=Ewans|nome=Martin|titolo=Conflict in Afghanistan: Studies in Asymmetric Warfare|url=https://books.google.com/books?id=c9V-AgAAQBAJ&q=afghan+arabs,+cia,+ewans&pg=PA128|data=1º dicembre 2004|editore=Routledge|ISBN=9781134294817}}</ref> e che "è stato calcolato che fino a 35.000 "arabi-afgani" potrebbero aver ricevuto formazione militare in Pakistan ad un costo stimato di 800 milioni di dollari negli anni fino al 1988 compreso."<ref>{{Cita libro|autore=Ewans|nome=Sir Martin|autore2=Ewans|nome2=Martin|titolo=Afghanistan - A New History|url=https://books.google.com/books?id=BREUv91DebIC&q=Ewans,+%22Afghanistan+--+A+New+History.%22&pg=PP1|data=5 settembre 2013|editore=Routledge|ISBN=9781136803390}}</ref> Alcuni dei maggiori beneficiari afgani della CIA furono comandanti arabi come Haqqani e Hekmatyar che furono alleati chiave di bin Laden per molti anni.<ref>{{Cita libro|autore=Bergen|nome=Peter|autore2=Tiedemann|nome2=Katherine|titolo=Talibanistan: Negotiating the Borders Between Terror, Politics, and Religion|url=https://books.google.com/books?id=dvtQI1aANTIC&q=jalaluddin%2C+cia%2C+bin+laden&pg=PA142|data=14 febbraio 2013|editore=OUP USA|ISBN=9780199893096}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://nsarchive.gwu.edu/NSAEBB/NSAEBB389/|sito=nsarchive.gwu.edu|accesso=11 marzo 2018}}</ref> Haqqani, uno dei più stretti collaboratori di bin Laden negli anni '80, ricevette pagamenti diretti in contanti da agenti della CIA, senza la mediazione dell'ISI. Questa fonte indipendente di finanziamento ha dato ad Haqqani un'influenza sproporzionata sui mujaheddin.<ref name="books.google.com"/> [[Rete Haqqani|Haqqani e la sua rete]] hanno svolto un ruolo importante nella formazione e nella crescita di Al-Qaida, con Jalalhuddin Haqqani che ha permesso a bin Laden di addestrare volontari mujaheddin nel territorio di Haqqani e di costruirvi ampie infrastrutture.<ref>{{Cita web|url=https://web.stanford.edu/group/mappingmilitants/cgi-bin/groups/view/363|sito=web.stanford.edu|accesso=11 marzo 2018}}</ref> [[Milton Bearden]], capo della stazione di Islamabad della CIA dalla metà del 1986 fino alla metà del 1989, all'epoca ammirava bin Laden.<ref>{{Cita libro|autore=Coll|nome=Steve|wkautore=Steve Coll|titolo=[[Ghost Wars|Ghost Wars: The Secret History of the CIA, Afghanistan, and Bin Laden, from the Soviet Invasion to September 10, 2001]]|anno=2004|editore=[[Penguin Group]]|pp=[https://archive.org/details/ghostwarssecreth00coll/page/147 147], 155, 208|ISBN=9781594200076}}</ref>
 
Alcuni esperti come Coll hanno contestato questa ipotesi, il quale osserva che i documenti e le interviste della CIA declassificati con gli ufficiali della CIA non avallano tali affermazioni - e [[Peter Bergen]], che sostiene: "La teoria che bin Laden sia stato creato dalla CIA è invariabilmente avanzata come un assioma senza prove a sostegno".<ref>{{Cita libro|autore=Coll|nome=Steve|titolo=Ghost Wars: The Secret History of the CIA, Afghanistan, and Bin Laden, from the Soviet Invasion to September 10, 2001|url=https://archive.org/details/ghostwarssecreth00coll|anno=2004|editore=Penguin|p=[https://archive.org/details/ghostwarssecreth00coll/page/87 87]|citazione=If the CIA did have contact with bin Laden during the 1980s and subsequently covered it up, it has so far done an excellent job.|ISBN=9781594200076}}</ref><ref name="Bergen">{{Cita libro|autore=Bergen|nome=Peter|titolo=The Osama bin Laden I Know: An Oral History of al Qaeda's Leader|url=https://archive.org/details/osamabinladenikn00berg_0|anno=2006|editore=Simon and Schuster|pp=[https://archive.org/details/osamabinladenikn00berg_0/page/60 60]–61|ISBN=9780743295925}}</ref> Bergen insiste sul fatto che i fondi statunitensi sono andati ai mujaheddin afghani, non ai volontari arabi che sono arrivati per assisterli.
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[[Categoria:Al-Qa'ida]]
[[Categoria:Pagine con traduzioni non revisionate]]
[[Categoria:Operazioni CIA]]