San Vincenzo (Genova): differenze tra le versioni
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|superficie = 0.685
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|anno = 2022
|nomeAbitanti =
|patrono =
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== Demografia ==
L'"unità urbanistica" di San Vincenzo, che come detto comprende anche l'antico sestiere di [[Portoria]], ha una popolazione di
I dati storici disponibili riguardano la ex circoscrizione di Portoria nel suo complesso, con le due unità urbanistiche di S.Vincenzo e [[Carignano (Genova)|Carignano]]. La storia demografica della ex circoscrizione risente delle vicissitudini urbanistiche della zona. La popolazione,
== Storia ==
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==== Piazza Colombo ====
{{vedi anche|Piazza Colombo}}
[[File:Genova, piazza colombo di notte.JPG|thumb|left|Piazza Colombo, veduta notturna]]Fu progettata intorno al 1830 dal Barabino e realizzata intorno al 1840 dal Resasco, su terreni in precedenza adibiti ad orti. La piazza, situata all'incrocio tra via Colombo e via Galata, ha forma quadrata ed è circondata da quattro edifici a portici, oggi animati da bancarelle di libri e negozi di antica tradizione.
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Al centro della piazza nel 1861 fu collocata la [[fontana]] seicentesca del "Genio Marino", già a Ponte Reale.<ref name="sagep"/><ref name="itinerari_portoria"/>
==== Via Galata ====
[[File:2005 1017-Genova0026.JPG|thumb|L'antica pasticceria ''Panarello'', all'angolo tra via Galata e via S. Vincenzo]]In origine questa via, conosciuta come ''[[Crêuza|Crosa]] Larga'', andava dal convento delle Brignoline fino al colle di Carignano e comprendeva anche parte della strada attualmente corrispondente a via [[Cesarea di Antiochia|Cesarea]]. Rettilinea, taglia perpendicolarmente via S. Vincenzo e via Colombo e termina oggi in via XX Settembre.
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La '''Torre San Vincenzo''', conosciuta come "Torre Telecom" o anche "Palazzo della [[SIP - Società Italiana per l'Esercizio Telefonico|SIP]]"<ref>Dal nome che aveva negli [[anni 1960|anni sessanta]] la compagnia telefonica nazionale.</ref>, è un [[grattacielo]] di [[Genova]] che ha ospitato fino agli [[anni 1990|anni novanta]] gli uffici della [[Telecom Italia]]. Costruito tra il 1966 ed il 1968 su progetto dell'architetto [[Piero Gambacciani]], sorge in via S. Vincenzo all'angolo con via Fiume, di fronte alla [[Stazione di Genova Brignole]].<ref>[http://www.genovapress.com/Associazioni/il-grattacielo-degli-industriali.html La Torre Telecom su www.genovapress.com.]</ref>
Dal 2005 ospita la sede genovese di [[Confindustria]], oltre a varie associazioni ed imprese.
Con i suoi 21 piani raggiunge un'altezza di {{M|105
==== Ponte Monumentale ====
[[File:Genova-Ponte Monumentale-DSCF7000.JPG|thumb|left|Il Ponte Monumentale]]Il Ponte Monumentale, che collega le mura dell'Acquasola con quelle di S. Chiara, fu costruito su progetto di [[Cesare Gamba]]<ref>[http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=53376 Biografia di Cesare Gamba sul sito del SIUSA]</ref> e Riccardo Haupt tra il 1893 e il 1895, in sostituzione della porta degli Archi, smontata e ricostruita sulle Mura del Prato. Sul ponte, che scavalca via XX Settembre, passa corso [[Andrea Podestà]], che correndo sui bastioni delle mura cinquecentesche e collega piazza Corvetto con la zona di [[Carignano (Genova)|Carignano]]. Divenuto uno dei luoghi simbolo della città moderna, divide l'area di Portoria da quella di S. Vincenzo ed offre un'ottima vista sulla sottostante via XX Settembre. Il ponte, alto 21 metri sul livello stradale di via XX Settembre, è costruito in pietra e mattoni, secondo la tipologia delle arcate ferroviarie in uso a quel tempo, ma è stato poi rivestito esternamente in pietra bianca di [[Mazzano]].
Nel 1949 le due arcate laterali, decorate con statue di Nino Servettaz, vennero dedicate ai [[Resistenza italiana#I caduti della Resistenza e le vittime della repressione nazifascista|caduti per la libertà]]: alcune [[epigrafe|epigrafi]] ricordano i nomi dei caduti della [[Resistenza italiana|Resistenza]], l'atto di resa delle truppe tedesche del generale Meinhold al [[Comitato di Liberazione Nazionale|CLN]] ligure (25 aprile 1945) e il testo della motivazione con cui nel 1947 venne concessa a Genova la [[medaglia d'oro della Resistenza]].<ref name="vie_di_portoria"/><ref name="lepietremare">{{cita web|url=http://www.liguri.net/lepietremare/via-XX-Settembre/index.htm|titolo=Via XX Settembre|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110517115356/http://www.liguri.net/lepietremare/via-XX-Settembre/index.htm}}</ref><ref name="TCI">Touring Club Italiano, Guida d'Italia - Liguria, 2009</ref><ref>{{cita web|url=https://fosca.unige.it/Ponte%20Monumentale|titolo=Ponte Monumentale|sito=Fonti per la ricerca della critica d'arte|editore=[[Università di Genova]]
==== Palazzi di via XX Settembre ====
[[File:Genova-Via XX Settembre.JPG|thumb|Via XX Settembre da via [[Luigi Cadorna|Cadorna]]; in primo piano il “Palazzo delle Cupole“]]
La lunga arteria aperta nell'ultimo scorcio dell'Ottocento è divisa in due dal Ponte Monumentale: gli edifici della parte superiore sono dotati di portici ed architettonicamente più eleganti, mentre nella parte di levante prevalgono strutture in [[Calcestruzzo armato|cemento armato]], innovative per l'epoca, arricchite dalle decorazioni tipiche del [[Art Nouveau|liberty]], che caratterizza gran parte delle nuove aree centrali della città, oppure da elementi tradizionali, ispirati all'[[architettura manierista]] o al [[gotico]] fiorentino. Gli edifici più interessanti sono quelli sul lato sud della strada.<ref name="lepietremare"
* '''Palazzo delle Cupole''', civ. 2. Situato all'angolo di via Brigata Liguria, lato sud, fu costruito tra il 1905 e il 1909 su disegno di [[
* '''Palazzo Bianco''', civ. 4. Progettato da [[Cesare Gamba]], è ispirato ad uno stile non ben definibile, databile tra il [[XVI secolo|XVI]] e il [[XVII secolo]].<ref name="itinerari_portoria"/>
* '''Palazzo Boggio-Rosazza''', civ. 6. Anche questo realizzato su disegno di [[Cesare Gamba]]. Ispirato al fiorentino [[palazzo Medici Riccardi]], ha il basamento rifinito a [[bugnato]].<ref name="lepietremare"/><ref name="TCI"/>
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Al centro di piazza Colombo si trova la [[fontana]] seicentesca del "Genio Marino", qui trasportata dal Ponte Reale. Il "barchile" barocco, realizzato nel 1643 da [[Giovanni Battista Orsolino|G. B. Orsolino]] su disegno di Ottavio e [[Pietro Antonio Corradi]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-antonio-corradi_%28Dizionario-Biografico%29/ Biografia di Pietro Antonio Corradi, con cenni al "barchile" di Ponte Reale, sul sito dell'Enciclopedia Treccani]</ref> per incarico dei protettori del [[Banco di San Giorgio]], aveva la funzione di rifornire d'acqua le navi in porto.
Inaugurato nel 1646, fu successivamente abbellito con la statua di [[Jacopo Garvo]], raffigurante una [[
Il monumento nel 1861 fu trasferito con delibera municipale in piazza Colombo, con funzione di [[abbeveratoio]] per le bestie da soma dei venditori di frutta e verdura e per i [[Equus caballus|cavalli]] dei [[tram]] in servizio per la Val Bisagno.<ref name="sagep"/><ref name="itinerari_portoria"/><ref>[http://www.acquedottogenova.altervista.org/126-link%20fontana%20piazza%20colombo.htm La fontana di piazza Colombo sul sito www.acquedottogenova.altervista.org]</ref>
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==== Mercato Orientale ====
{{Vedi anche|Mercato Orientale}}
[[File:
Il "Mercato Orientale", che prende il nome dalla sua posizione, a levante della città, anche se oggi si trova in pieno centro cittadino, si trova tra via XX Settembre, via Galata e via Colombo, con accessi da tutte queste strade. Progettato dagli ingegneri comunali Verroggio, Bisagno e Cordoni per dare una sede stabile al [[mercato]] dei prodotti agricoli che arrivavano dalla Val Bisagno, che fino ad allora si teneva in Piazza De Ferrari, fu inaugurato nel 1899.
Il mercato occupa l'area del [[chiostro]] del convento degli Agostiniani annesso alla chiesa della Consolazione.
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L'istituto fu fondato all'inizio dell'Ottocento da padre [[Ottavio Assarotti]] (1753-1829), dell'ordine degli [[Chierici regolari poveri della Madre di Dio delle scuole pie|Scolopi]]. Il religioso, rimasto colpito da un giovane [[Sordomutismo|sordomuto]], che nonostante la sua menomazione e la mancanza di istruzione mostrava una vivace intelligenza, volle insegnargli a comunicare con l'ausilio di gesti ed in seguito anche con la scrittura. In poco tempo, egli accolse altri cinque sordomuti, aprendo così a Genova, nel 1802, la prima scuola dedicata a loro, la terza in Italia dopo quelle di Roma e di Napoli. L'istituto nel 1805 ottenne, grazie ad un decreto dell'imperatore [[Napoleone Bonaparte]]<ref>All'epoca la Liguria era stata annessa all'[[Primo Impero francese|Impero Francese]].</ref>, il riconoscimento pubblico e nel 1811 gli fu assegnata una sede nell'ex monastero delle suore [[Ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida|Brigidine]] che, ristrutturato da [[Gaetano Cantone]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/gaetano-cantoni_res-b8c351b4-87e9-11dc-8e9d-0016357eee51_%28Dizionario-Biografico%29/ Biografia di Gaetano Cantone sul sito dell'Enciclopedia Treccani]</ref>, iniziò a funzionare nel dicembre dell'anno seguente. In questa sede furono installati laboratori e officine per insegnare ai giovani sordomuti i mestieri allora più richiesti:[[calzolaio|calzolai]], [[fabbro|fabbri]] e [[falegname|falegnami]] per i maschi, [[sarto|sarte]] e [[ricamatrice|ricamatrici]] per le femmine.
L'istituto era all'epoca all'avanguardia e numerosi studiosi venivano da tutta Italia per apprendere i metodi di insegnamento dell'Assarotti. L'attività didattica proseguì anche dopo la morte del fondatore con i suoi successori, seguendo l'evoluzione delle metodologie di insegnamento.<ref name="itinerari_portoria" /><ref>[http://www.storiadeisordi.it/2007/06/14/istituto-nazionale-dei-sordo-muti-e-chiesa-della-nostra-signora-della-misericordia-di-genova-newsletter-della-storia-dei-sordi-n-266-del-12-giugno-2007/ L'Istituto Nazionale dei Sordo Muti e la chiesa della Nostra Signora della Misericordia di Genova] sul sito www.storiadeisordi.it</ref><ref name="assarotti">[http://www.fondazioneassarotti.it Sito della Fondazione Padre Assarotti]</ref>
Nel 1927, l'istituto ottenne il riconoscimento di scuola pubblica statale, con nuovi programmi didattici. Il complesso fu gravemente danneggiato durante la [[seconda guerra mondiale]] e ricostruito nel 1946. Nel 2003 lo storico istituto ha cambiato il proprio stato giuridico e la denominazione in "Fondazione Padre Assarotti - Istituto Sordomuti ONLUS Genova".<ref name="assarotti"/>
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==== Monastero dei santi Giacomo e Filippo ====
Il complesso monastico, che si trova nelle vicinanze di via Assarotti, fu fondato nel 1266 (1253 secondo l'[[Francesco Maria Accinelli|Accinelli]]) da un gruppo di [[monache domenicane]] sul sito di una primitiva chiesa dedicata a San Pellegrino, che era stata edificata nel 1224 da un certo Giovanni da Promontorio.<ref>[[Giovanni Battista Spotorno]], [https://books.google.it/books?id=2CSE3x4a3X4C&pg=PA12&lpg=PA12&dq=Giovanni+da+Promontorio&source=bl&ots=7plibleuCr&sig=ACfU3U2VvqCUxGpthtO69_ICH0ZLEGGQ8A&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiR3p24o97oAhVKxKYKHXPbApUQ6AEwB3oECA0QNQ#v=onepage&q=%22Giovanni%20da%20Promontorio%22&f=false Notizie storico-critiche del b. Giacomo da Varazze arcivescovo di Genova], Tipografia arciv. di Luca Carniglia, 1823, Genova</ref> Fu fiorente fino al [[XV secolo]], quando subì un lento declino a causa del comportamento delle monache, che aveva provocato diversi interventi delle autorità religiose del tempo. Tra il [[XVI secolo|XVI]] e il [[XVIII secolo]] si ebbe un rifiorire della comunità, che visse momenti di grande floridezza, evidenziati da nuove decorazioni e continue migliorie a edifici e arredi. Rimasto indenne dalle leggi di soppressione napoleoniche, anche se vi confluirono religiose di altri ordini soppressi, il complesso fu parzialmente espropriato dal governo sabaudo nel 1851 ed alcuni edifici furono demoliti per l'apertura di via Assarotti. Nel 1859 le religiose abbandonarono il convento, trasformato in edificio scolastico, mentre la chiesa divenne sede della [[Corte d'assise]]. Il complesso fu gravemente danneggiato dai bombardamenti durante la [[seconda guerra mondiale]]. Una targa nella sala capitolare ricorda che il [[papa Pio VII]] nel 1815 celebrò una [[messa]] nella chiesa interna al convento. Il complesso è stato completamente ristrutturato tra il 2010 e il 2015 e destinato ad uso di uffici e abitazioni.<ref name="itinerari_portoria"/><ref>[http://www.primocanale.it/news.php?id=69559 "Monastero SS. Giacomo e Filippo, al via la ristrutturazione"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100612023320/http://www.primocanale.it/news.php?id=69559 |date=12 giugno 2010 }}, articolo del 12 maggio 2010 sul sito di [[Primocanale]].</ref><ref>[http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2015/07/17/AR8b4a9E-bartolomeo_riconquista_monastero.shtml Articolo] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160507045044/http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2015/07/17/AR8b4a9E-bartolomeo_riconquista_monastero.shtml |date=7 maggio 2016 }} su [[Il Secolo XIX]] del 17 luglio 2015 relativo al completamento dei lavori di ristrutturazione dell'ex monastero dei SS. Giacomo e Filippo</ref>
=== Architetture militari ===
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=== Autostrade ===
Il casello autostradale più vicino è quello di ''Genova-Est'' sull'[[Autostrada A12 (Italia)|Autostrada A12]], Genova - Livorno, che si trova nel quartiere di [[Staglieno]], a {{M|5
=== Ferrovie ===
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* '''Metropolitana'''. Il quartiere è servito dalla stazione ''[[Brignole (metropolitana di Genova)|Brignole]]'', capolinea a levante della [[metropolitana di Genova]]. Adiacente all'omonima stazione ferroviaria, questa stazione è entrata in servizio il 22 dicembre 2012, con l'apertura della tratta [[De Ferrari (metropolitana di Genova)|De Ferrari]]-Brignole.
* '''Autobus'''. Numerose linee di autobus urbani dell'[[AMT (Genova)|AMT]] attraversano il quartiere collegando il centro cittadino con [[Sampierdarena]], il levante, la Val Bisagno e le zone collinari.
* '''Ascensori pubblici'''. È in funzione dal 1959 l'[[Ascensori pubblici di Genova#Ascensore Ponte Monumentale|ascensore pubblico del Ponte Monumentale]] che, con un dislivello di {{M|23
=== Aeroporti ===
*{{simbolo|Italian traffic signs - icona aeroporto.svg}} [[Aeroporto di Genova-Cristoforo Colombo]] - {{M|12
=== Ospedali ===
*{{simbolo|Italian traffic signs - icona ospedale.svg}} [[Ente Ospedaliero Ospedali Galliera|Ospedale Galliera]] - meno di {{M|1
*{{simbolo|Italian traffic signs - icona ospedale.svg}} [[Ospedale San Martino]] - {{M|3
== Note ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://www.comune.genova.it/servlets/resources?contentId=495043&resourceName=Allegato%202|titolo=Dati statistici del Comune sui Municipi e le ex-Circoscrizioni|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120111092225/http://www2.comune.genova.it/servlets/resources?contentId=495043&resourceName=Allegato%202}}
* {{cita
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* {{cita web|url=https://fosca.unige.it/Ponte%20Monumentale|titolo=Ponte Monumentale|sito=Fonti per la ricerca della critica d'arte|editore=[[Università di Genova]]}}
* {{cita web|url=https://fosca.unige.it/Mercato%20Orientale|titolo=Mercato Orientale|sito=Fonti per la ricerca della critica d'arte|editore=Università di Genova}}
* {{cita web|url=https://fosca.unige.it/Nostra%20Signora%20della%20consolazione%20e%20San%20Vincenzo|titolo=Nostra Signora della consolazione e San Vincenzo|sito=Fonti per la storia della critica d'arte|editore=Università di Genova}}
* {{cita web|url=https://fosca.unige.it/Museo%20di%20Storia%20Naturale|titolo=Museo di storia naturale|sito=Fonti per la storia della critica d'arte|editore=Università di Genova}}
* {{cita web|url=http://www.diocesi.genova.it/documenti.php?idd=203&parrocchia=182|titolo=La chiesa di N.S. della Consolazione sul sito dell'arcidiocesi di Genova|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070928063036/http://www.diocesi.genova.it/documenti.php?idd=203&parrocchia=182}}
* {{cita web
{{Grande Genova}}
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