Dialetto napoletano: differenze tra le versioni

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| colore = #ABCDEF
| nome = Napoletano
| nomenativo = ''Napulitano''
| stati = {{ITA}}
| regione = [[Campania]], [[Lazio]]{{IT-CAM}}
| persone =
| classifica =
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| glotto = napo1241
| linguasphere = 51-AAA-rb
| mappa = [[File:Neapolitan languages-it.svg|250px|center]]
| didascalia = [[Giovan Battista Pellegrini]], ''La Carta dei Dialetti d'Italia'': il dialetto napoletano è indicato come ''IVb''.
| estratto = Tutt'e cristiane nascene libbere e ch'e stisse dignità e deritte; tenene cerevielle e cuscienza e hann'a faticà ll'uno cu ll'ate comme si fossere frate.
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| codice = nap
}}
Il '''dialetto napoletano''' (''napulitano'') è una variante [[Diatopia|diatopica]] del [[Dialetti italiani meridionali|gruppo italiano meridionale]] delle [[lingue romanze]] parlata a [[Napoli]] e in aree della [[Campania]] non molto distanti dal capoluogo, corrispondenti approssimativamente all'attuale [[città metropolitana di Napoli]] e ai contigui [[agroAgro aversano]] e [[agroAgro nocerino-sarnese]], rispettivamente parte delle province [[Provincia di Caserta|di Caserta]] e [[Provincia di Salerno|di Salerno]].
 
Il termine ''dialetto napoletano'' non è sinonimo di [[lingua napoletana]] (individuata dalla classificazione [[ISO 639-3]] attraverso il codice ''nap'' e che [[Ethnologue]] definisce "''lingua napoletano-calabrese''"<ref>{{cita web|url=https://www.ethnologue.com/language/nap|titolo=Napoletano-Calabrese|accesso=12 agosto 2014}}</ref>), la quale costituisce invece uno storico idioma sovraregionale basato essenzialmente sull'antica forma vernacolare napoletana (o, più in generale, meridionale) in uso all'interno del [[Regno di Napoli]], ove, inper una certabreve fase del XV secolo, ha avuto anche valore ufficiale.<ref>{{Cita web|url=https://romanistik.uni-freiburg.de/pusch/zfk/22/15_Venetz.pdf|titolo=Il Codice Aragonese (1458–1460): la distribuzione delle tre lingue napoletana, catalana e latina|sito=Universität Göttingen|data=|accesso=24 marzo 2023}}</ref> Tuttavia, alcuni studiosi moderni ne mettono in dubbio l'esistenza,<ref>{{Cita libro|autore=Pietro Maturi|titolo=Napoli e la Campania|collana=Dialetti d'Italia|data=2023|città=Bologna|editore=Il Mulino|ISBN=978-88-15-29887-4}}</ref><ref>{{Cita libro|pagine=16-17|titolo=Napolitiamo|autore=Angelo Forgione|città=Milano|editore=Magenes|anno=2025|isbn=9788866491422}} "l’[[UNESCO]], come tutti gli enti linguistici internazionali, classifica geograficamente le varie lingue, e lo fa pure in modo assai semplificato e fuorviante se è vero che indica per napoletano una lingua macroregionale anche detta “italiano del Sud”, insieme dei dialetti alto-meridionali, quelli del territorio appartenuto al Regno di Napoli, dalle Marche meridionali in giù, esclusi il Lazio centro-settentrionale, la bassa Calabria e il Salento. Insomma, più che lingua napoletana, lingua napolitana, come era detta la nazionalità degli abitanti dell’estinto [[Regno di Napoli]] o, se vogliamo, della parte statuale del [[Regno delle Due Sicilie]] al di qua del faro di Messina. Lingua che, con tale estensione, non esiste, perché nel Sud peninsulare si parlano alcune varietà locali tra loro diverse che non possono essere considerate come variazioni del napoletano. D’altronde, la stessa [[Campania]] è una regione storicamente complessa i cui territori, tra il VI e l’XI secolo, si presentavano divisi tra [[bizantini]] e [[longobardi]], quindi tra elemento grecizzato da una parte e latinizzato dall’altro, oggi rispecchiati nella presenza più significativa di grecismi nelle zone costiere, da [[Napoli]] al [[Cilento]], e di longobardismi nelle zone appenniniche più interne. Uscendo dalle classificazioni grossolane, comprese quelle di tutti gli stranieri che considerano napoletani finanche i calabresi e i lucani, un concetto dev’essere chiaro: il vero napoletano è parlato solo nella popolosa area metropolitana partenopea, e persino in tale ambito emergono particolari differenze tra i vari quartieri."</ref> pur rivendicando per il napoletano uno status di lingua letteraria e attribuendo alla città di Napoli un'influenza o contaminazione esercitata sui dialetti meridionali.<ref>{{Cita libro|p=19|titolo=Napolitiamo|autore=Angelo Forgione|città=Milano|editore=Magenes|anno=2025|isbn=9788866491422}} "Il ruolo di Napoli, in quanto capitale del regno napolitano che fu, ha piantato i suoi lasciti anche in altri territori dell’Italia meridionale, là dove alcune parole napoletane si sono diffuse e fissate nei dialetti autoctoni."</ref>
 
Comunque il ''volgare pugliese'',<ref>Ove per ''pugliese'' si intende tutto ciò che è relativo all'[[Italia meridionale]] (o Mezzogiorno peninsulare).</ref><ref name=Z-O>{{cita|Zuccagni-Orlandini}}.</ref> altro nome con cui sono storicamente conosciuti il napoletano e i [[dialetti meridionali]],<ref>In tal senso anche [[Dante]]: «''Sed quamvis terrigene Apuli loquantur obscene communiter, frelingentes eorum quidam polite locuti sunt, vocabula curialiora in suis cantionibus compilantes, ut manifeste apparet eorucm dicta perspicientibus, ut puta'' Madonna, die vi voglio, ''et'' Per fino amore vo sì letamente.». Dante, ''De vulgari eloquentia'', I, XII 8-9.</ref> nella sua forma letteraria (e alternandosi in tale ruolo con l'il [[lingua italiana|italianovolgare toscano]]),<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/storia-della-lingua_(Enciclopedia-dell'Italiano)/|titolo=Enciclopedia Treccani: ''Storia della lingua italiana''}}</ref> finì col sostituire parzialmente il [[lingua latina|latino]] nei documenti ufficiali e nelle assemblee di corte a [[Napoli]],<ref>{{cita web|url=http://www.maas.ccr.it/PDF/Napoli.pdf|titolo=Documentazioni saggistiche e di raccolta espositiva dall'Archivio di Stato di Napoli}}</ref> dall'unificazione delle [[Due Sicilie]], per decreto di [[Alfonso I di Napoli|Alfonso I]], nel [[1442]]; e continuò ad evolvere parallelamente all'ambito letterario nella sua forma parlata.<ref>Esempio Aldi principionapoletano letterario in uso alla corte di Napoli nella seconda metà del [[XVIXV secolo]], repervenutoci attraverso i saggi di [[Ferdinando ilGiovanni CattolicoBrancati]], aggiunseumanista alladi suddettacorte variantedi [[LingueFerdinando italo-romanze|italoromanza]]-[[DialettiI italianidi meridionaliNapoli|meridionaleFerdinando I]]: autoctona«''Ben giàso presenteio esserno multe cose in latino dicte quale in vulgaro nostro o vero non se ponno per niente o ver non assai propriamente exprimere, anchequale ilson [[linguamulti spagnola|castigliano]]de animali quali noi havemo, mamolti solamentede comearbori nuovaquali linguafi’ dial cortepresente nonsono amministrativacomo dal principio foron chiamati; mentrechosì de herbe, de medicine, de infirmitate, de metalle, de pietre et de gioie, essendono o ver per loro rarità o vero per sorte chon li primi lor nomi ad noi pervenute.''[…]». In quest'epoca, il napoletano (oletterario volgarein pugliese)uso alla cancelleria di corte, venivasi parlatopresenta epurato di alcuni dei tratti più marcatamente locali, alleggeriti con l'ingresso di elementi assunti dalla popolazionetradizione letteraria toscana, considerata più prestigiosa. <br />{{CNcita web|usatourl=http://www.rivistamathera.it/wp-content/uploads/2020/03/Giordano-L-apporto-dell-umanista-materano-Giovanni-Brancati_compressed.pdf|titolo=La nellepolitica udienzeculturale regie,e nellelinguistica scuole,del negliRegno ufficidi dellaNapoli diplomazianel eQuattrocento|autore=Emanuele deiGiordano|editore=Associazione funzionariCulturale pubblici.ANTROS|pp=69-70|anno=2018}}</ref>
 
Nel medesimo periodoPosteriormente però, già a partire dal [[1501]],<ref>{{cita web|url=http://italiansky.narod.ru/download/storia2.pdf|titolo=Università Statale di Milano, Massimo Prada: ''Profilo di storia linguistica italiana II. Unificazione, norma ed espansione dell'Italiano.''}}</ref> per volere degli stessi letterati locali dell'[[Accademia Pontaniana]], quest'ultimoil suddetto idioma cominciavacominciò ad essere, in ambiti amministrativi e diplomatici, progressivamente sostituito — e dal [[1554]], per volontà del cardinale [[Girolamo Seripando]], lo fu in maniera definitiva — dall'[[Lingua italiana|italiano]], basato sul volgare toscano,<ref name=Z-O/> (presente già da tempo in contesti letterari, di studio e relativi alla cancelleria, insieme al latino),<ref>{{citaCita weblibro|nome=Giovanni Antonio|cognome=Summonte|titolo=Dell'historia della città, e regno di Napoli|url=https://books.google.it/books?id=xxjjaM6iUZgC&printsec=titlepage&source=gbs_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false|titoloaccesso=Documentazioni2025-04-08|data=1675|editore=a linguistichespese da:di ''StoriaAntonio della città e regno di Napoli''Bulifon|lingua=it}}</ref> il quale, dalla metà del [[XVI secolo]], è usato come lingua ufficiale e amministrativa di tutti igli [[Antichi Stati italiani|Regni e gli Stati italiani preunitari]] (con l'unica eccezione del [[Regno di Sardegna|Regno di Sardegna insulare]], dove l'italiano standard assunse tale posizione a partire dal [[XVIII secolo]]), finoe aisuccessivamente giornidell'[[Italia]] nostristessa, fino all'attualità.<ref>{{cita web|url=https://www.docsity.com/it/storia-della-lingua-italiana-il-primo-cinquecento-di-paolo-trovato/5071463/|titolo=Università degli Studi di Milano, Paolo Trovato: ''Storia della lingua italiana. Il primo Cinquecento.''}}</ref>
 
Il volgare napoletano, nella sua forma letteraria (intesa come varietà colta ed esclusivamente scritta, ad esempio, quella utilizzata da [[Giambattista Basile]] ne ''[[Lo cunto de li cunti|Lo cunto de li cunti, overo lo trattenemiento de peccerille]]'', da non confondersi dunque con il dialetto napoletano) ha,<ref>{{Treccani|giambattista-basile_(Dizionario-Biografico)|Giambattista Basile|volume=7|anno=1970|accesso=8 settembre 2018}}</ref> in alcune epoche, fatto da ponte fra il pensiero dell'[[antichità classica]] e quello [[Storia moderna|moderno]], [[Rinascimento|rinascimentale]] e [[barocco]], fra le culture dell'[[Europa meridionale]] e dell'[[Impero bizantino|oriente bizantino]] e quelle dell'[[Europa settentrionale]], spaziando dall'«[[amor cortese]]» — che con la [[Scuola siciliana]] diffuse il [[platonismo]] nella poesia occidentale — al [[tragicomico]] ([[Vaiasseide]], [[Pulcinella]])<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/giulio-cesare-cortese_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=Enciclopedia Treccani: ''Giulio Cesare Cortese, biografia ed operato''}}</ref> e alla tradizione popolare; in napoletano sono state inoltre raccolte, per la prima volta, le [[Fiaba|fiabe]] più celebri della cultura europea moderna, da [[Cenerentola]] alla [[La bella addormentata|Bella addormentata]], nonché storie in cui compare la figura del [[Gatto mammone]].<ref>{{Cita web|url=https://www.britannica.com/biography/Giambattista-Basile#ref188608|titolo=Encyclopædia Britannica: ''Lo cunto de li cunti, 50 zestful tales written in Neapolitan, was one of the earliest such collections based on folktales and served as an important source both for the later fairy-tale writers Charles Perrault in France in the 17th century and the brothers Grimm in Germany in the 19th century, and for the Italian commedia dell’arte dramatist Carlo Gozzi in the 18th century''}}</ref>
 
== Origini e storia ==
Il napoletano, come l'[[Lingua italiana|italiano]], è un idioma derivato dal [[lingua latina|latino]]. È stato ipotizzato quale possibile [[Sostrato (linguistica)|substrato]], al pari degli altri [[dialetti meridionali|dialetti alto-meridionali]], l'antica [[lingua osca]] (un [[Lingue italiche|idioma italico]] facente parte del ramo [[Lingue osco-umbre|osco-umbro]]), parlata da tempo immemore dalle popolazioni autoctone dell'Italia centro-meridionale e meridionale (iscrizioni in osco rinvenute a [[Pompei (città antica)|Pompei]] indicano che la lingua fosse ancora ampiamente parlata nel 79 d.C., a romanizzazione della regione già pienamente avvenuta da tempo), sebbene la città di ''Neapolis'' fosse nota per la sua grecità e la [[diglossia]] tra [[greco antico]] e latino. Ad ogni modo, prove chiare e inequivoche di carattere linguistico non sono facilmente formulabili.
 
Il napoletano, così come qualsiasi altro idioma, ha inoltre assorbito, nel corso della sua storia, influenze e "prestiti" di [[adstrato]] dai vari popoli che hanno governato la [[Campania]] e l'Italia centro-meridionale a partire dal [[Medioevo]]: dai funzionari e i mercanti [[Impero bizantino|bizantini]] nell'epoca del [[Ducato di Napoli]], passando per i [[Duca (Longobardi)|duchi]] e i [[Duchi e principi di Benevento|principi]] [[longobardi]] di [[Ducato di Benevento|Benevento]], giungendo infine ai sovrani [[Altavilla|normanni]], [[Angioini|francesi]] e [[Impero spagnolo|spagnoli]]
 
Tuttavia, per quanto riguarda lo spagnolo, è errato attribuire all'influenza spagnola (Napoli e tutto il Mezzogiorno d'Italia furono governati per oltre due secoli, dal [[1503]] al [[1707]], da viceré spagnoli) qualsiasi somiglianza tra il napoletano e quest'idioma: essendo ambedue lingue romanze o neolatine, la maggior parte degli elementi comuni o somiglianti vanno infatti fatti risalire esclusivamente al latino volgare (in particolare la costruzione dell'accusativo personale indiretto e l'uso di ''tenere'' e di ''stare'' in luogo di ''avere'' ed ''essere'', e così via).<ref name="linkabile.it">{{Cita web|url=http://www.linkabile.it/sostrati-napoletani-influenza-sul-dialetto-attuale-i-parte/|titolo=Carlo Fedele: ''Sostrati napoletani e influenze sul dialetto attuale''}}</ref>
 
Sotto glila dinastia degli [[CoronaTrastámara d'Aragona di Napoli|Aragona di Napoli]] si propose che il napoletano continuasse a persistere come lingua dell'amministrazione, senza mai imporre l'[[Lingua aragonese|aragonese]] o il [[Lingua catalana|catalano]],<ref>{{Cita web|url=https://books.google.it/books?id=FV-93XOMmeAC&pg=PA44#v=onepage&q&f=false|titolo=Pietro Giannone: ''Storia civile del Regno di Napoli''}}</ref> ma il tentativo abortì con la deposizione di [[Federico I di Napoli|Federico I]] e l'inizio del [[Napoli#Il_Viceregno_spagnoloIl Viceregno spagnolo|viceregno spagnolo]], agli inizi [[XVI secolo]], quando il suddetto idioma venne sostituito (per volere degli stessi letterati napoletani) dall'italiano,<ref>{{Cita web|url=https://www.docsity.com/it/storia-della-lingua-italiana-il-primo-cinquecento-di-paolo-trovato/5071463/|titolo=Paolo Trovato, Università degli Studi di Milano: ''Storia della lingua italiana. Il primo Cinquecento''}}</ref> così come in tutti gli altri Stati e regni dell'Italia di quell'epoca. Nella prima metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]], il [[Regno delle Due Sicilie]], allo stesso modo dell'anteriore [[Regno di Napoli]], usava infatti, ''[[de iure]]'', come lingua amministrativa e letteraria, il solo l'italiano (così come oggi), e, quindi, il napoletano non ebbe mai condizione di lingua ufficiale, se non per un breve periodo, dal 1442 al 1501.<ref>{{Cita web|url=https://books.google.it/books?id=xxjjaM6iUZgC&printsec=titlepage&source=gbs_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false|titolo=Giovanni Antonio Summonte: ''Storia della città e del Regno di Napoli''}}</ref>
 
== Fonetica e sintassi ==
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* le parole che terminano per [[consonante]] (in genere prestiti stranieri) portano l'[[Accento (fonologia)|accento]] sull'ultima [[sillaba]].
* la /{{IPA|i}}/ diacritica presente nei gruppi ''-cia'' /{{IPA|-ʧa}}/ e ''-gia'' /{{IPA|-ʤa}}/ dell'italiano, viene talvolta pronunciata: per es. ''na cruciéra'' <nowiki>[</nowiki>{{IPA|nɑkru'ʧjerə}}].
* è frequente il [[rotacismo]] della /{{IPA|d}}/, cioè il suo passaggio a /{{IPA|r}}/ (realizzata più esattamente come <nowiki>[</nowiki>{{IPA|ɾ}}]), come in ''[[Maria (madre di Gesù)|Maronna]]''.
* la [[consonante occlusiva]] bilabiale sonora /{{IPA|b}}/ a inizio di parola è pronunciata come la [[consonante fricativa]] labiodentale sonora /{{IPA|v}}/ ([[betacismo]]): per es. "''báscio''" <nowiki>[</nowiki>{{IPA|vɑʃə}}].
 
== Controversie sull'ortografia ==
Dal tardo Settecento a oggi, stante l'assenza di uno standard di scrittura per un sistema linguistico neolatino che ha comunque delle norme ineludibili, i diversi modi di scrivere il napoletano danno vita ad accese discussioni.
 
La prima diatriba si aprì dopo la pubblicazione, nel 1779, di ''Del Dialetto napoletano'' dell'economista [[Ferdinando Galiani]], trattato ricco di riflessioni sulla qualità della letteratura napoletana, cui si oppose il letterato [[Luigi Serio]] con la pubblicazione nel 1780 de ''Lo Vernacchio - Resposta a lo Dialetto napoletano''.
 
Una più violenta polemica esplose nel secondo Ottocento, avendo come protagoniste due schiere contrapposte, una guidata dallo scrittore [[Vittorio Imbriani]], che cercò di innovare il napoletano scritto, e un’altra capeggiata dal filologo [[Emmanuele Rocco]], che si oppose difendendo le norme grafiche derivate dai classici scritti nei secoli precedenti.
 
== Letteratura in napoletano ==
{{C|Molti dei contenuti di questa sezione paiono riferibili non al dialetto, bensì alla [[lingua napoletana]]|linguistica|novembre 2019}}
=== Prime testimonianze ===
Il napoletano (come il [[Dialetti italiani meridionali estremi|siciliano]] e altre varietà [[Lingue italo-romanze|italoromanze]]) possiede una ricchissima tradizione letteraria. Si hanno testimonianze scritte di napoletano già nel [[960]] con il famoso [[Placito di Capua]] (considerato spesso il primo documento in lingua italiana, ma trattandosi più precisamente del primo documento in un volgare italo-romanzoitaloromanzo di cui si ha testimonianza, corrispondente, per l'appunto, al volgare italo-romanzoitaloromanzo utilizzato all'epoca in [[Campania]] e conosciuto come ''volgare pugliese''), e poi all'inizio del [[XIV secolo|Trecento]], con una ''volgarizzazione'' dal latino della ''Storia della distruzione di Troia'' di [[Guido delle Colonne]].<ref>{{Cita webpubblicazione|urlnome=https://www.academia.edu/38298704/Ernesto_Monaci_il_Placito_di_Capua_e_lIscrizione_di_San_Clemente_Versione_aggiornata_aprile_2019_Pietro|cognome=Trifone|titolo=Ernesto Monaci:, ''Ilil Placito di Capua e l'&#39;Iscrizione di San Clemente - Versione aggiornata (aprile 2019)''|accesso=2025-04-08|url=https://www.academia.edu/38298704/Ernesto_Monaci_il_Placito_di_Capua_e_lIscrizione_di_San_Clemente_Versione_aggiornata_aprile_2019_}}</ref> La prima opera in prosa è considerata comunemente quella dei ''[[Diurnali]]'', un ''[[cronaca (genere letterario)|Chronicon]]'' degli avvenimenti più importanti del [[Regno di Sicilia]] dell'[[XI secolo]], che si arresta al [[1268]], probabilmente opera di [[Matteo Spinelli]] di [[Giovinazzo]].<ref name="TreccaniMatteo">{{Cita web|lingua=it|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/spinelli-matteo-detto-anche-matteo-da-giovinazzo/|titolo=Spinèlli, Matteo, detto anche Matteo da Giovinazzo - Enciclopedia|sito=Treccani|accesso=2025-04-08}}</ref>
 
=== Gli inizi ===
Il napoletano sostituì il [[lingua latina|latino]] nei documenti ufficiali e nelle assemblee di corte a Napoli, dall'unificazione delle [[Due Sicilie]] per decreto di [[Alfonso I di Napoli|Alfonso I]], nel 1442. Alla corte dei suoi discendenti, a partire dal figlio [[Ferdinando I di Napoli]], gli interessi [[Umanesimo|umanistici]] assunsero però un carattere molto più politico; i nuovi sovrani incentivarono l'adozione definitiva del [[Dialetti toscani|toscano]] come lingua letteraria anche a [[Napoli]]: è della seconda metà del [[XV secolo]] l'antologia di rime nota come ''[[Raccolta aragonese]]'', che [[Lorenzo de' Medici]] inviò al [[re di Napoli]] [[Federico I di Napoli|Federico I]], in cui si proponeva alla corte partenopea il fiorentino come modello di volgare illustre, di pari dignità letteraria con il [[lingua latina|latino]]. Un lungo periodo di crisi seguì questi provvedimenti, per il napoletano, finché le incertezze politiche che sorsero con la fine del dominio aragonese portarono un rinnovato interesse culturale per il volgare cittadino, per poi optare, nel corso del [[XVI secolo]], per l'adozione definitiva del volgare toscano.<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/storia-della-lingua_(Enciclopedia-dell'Italiano)/|titolo=Enciclopedia Treccani: ''Storia della lingua italiana.''}}</ref>
[[Umanesimo|umanistici]] assunsero però un carattere molto più politico; i nuovi sovrani incentivarono l'adozione definitiva del [[Dialetti toscani|toscano]] come lingua letteraria anche a [[Napoli]]: è della seconda metà del [[XV secolo]] l'antologia di rime nota come ''[[Raccolta aragonese]]'', che [[Lorenzo de' Medici]] inviò al [[re di Napoli]] [[Federico I di Napoli|Federico I]], in cui si proponeva alla corte partenopea il fiorentino come modello di volgare illustre, di pari dignità letteraria con il [[lingua latina|latino]]. Un lungo periodo di crisi seguì questi provvedimenti, per il napoletano, finché le incertezze politiche che sorsero con la fine del dominio aragonese portarono un rinnovato interesse culturale per il volgare cittadino, per poi optare, nel corso del [[XVI secolo]], per l'adozione definitiva del volgare toscano.<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/storia-della-lingua_(Enciclopedia-dell'Italiano)/|titolo=Enciclopedia Treccani: ''Storia della lingua italiana.''}}</ref>
 
[[File:Cinderella 1865 (6).png|thumb|Illustrazione di un'edizione della fiaba di [[Cenerentola]] del [[XIX secolo]]. Ne ''Lo cunto de li cunti'' esiste la prima trascrizione della favola della letteratura occidentale]]
Il più celebre poeta in napoletano dell'età moderna è [[Giulio Cesare Cortese]].<ref name=:01>{{Cita pubblicazione|autore = Vincenzo Palmisciano|titolo = Corrigenda per la biografia di Giulio Cesare Cortese|rivista = Studi secenteschi|volume = vol. LX (2019)|numero = pp. 189-199}}</ref> Egli è molto importante per la letteratura dialettale e barocca, in quanto, con Basile, pone le basi per la dignità letteraria ed artistica del napoletano moderno. Di costui si ricorda la [[Vaiasseide]], un'opera [[eroicomica]] in cinque canti, dove il [[metro lirico]] e la tematica eroica sono abbassati a quello che è il livello effettivo delle protagoniste: un gruppo di ''[[vaiasse]]'', donne popolane napoletane, che s'esprimono in lingua. È scritto comico e trasgressivo, dove molta importanza ha la partecipazione corale della plebe ai meccanismi dell'azione.<ref>{{Cita web|url=https://www.academia.edu/33374972/Letteratura_Napoletana_Giulio_Cesare_Cortese_La_Vaiasseide_Canto_Secondo|titolo=Salvatore Argenziano: ''Letteratura Napoletana. Giulio Cesare Cortese. La Vaiasseide''}}</ref>
 
=== Prosa ===
La prosa in volgare napoletananapoletano diviene celebre grazie a [[Giambattista Basile]], vissuto nella prima metà del [[XVII secolo|Seicento]]. Basile è autore di un'opera famosa come ''[[Lo cunto de li cunti|Lo Cunto de li Cunti, ovvero lo trattenimiento de le piccerille]]'', tradotta in italiano da [[Benedetto Croce]], che ha regalato al mondo la realtà popolare e fantasiosa delle fiabe, inaugurando una tradizione ben ripresa da [[Charles Perrault|Perrault]] e dai [[Jacob Grimm|fratelli Grimm]].<ref>{{Cita web|url=https://online.scuola.zanichelli.it/letterautori-files/volume-2/pdf-online/autore-giambattista_basile.pdf|titolo=La prosa narrativa: ''Giambattista Basile''}}</ref>
 
=== Età contemporanea ===
Negli ultimi tre secoli è sorta una fiorente letteratura in napoletano, in settori anche diversissimi tra loro, che in alcuni casi è giunta anche a punte di grandissimo livello, come ad esempio nelle opere di [[Salvatore Di Giacomo]], [[Raffaele Viviani]], [[Ferdinando Russo]], [[Eduardo Scarpetta]], [[Eduardo De Filippo]], [[Antonio De CurtisTotò]].
 
Sarebbero inoltre da menzionare nel corpo letterario anche le [[canzone napoletana|canzoni napoletane]], eredi di una lunga tradizione musicale, caratterizzate da grande lirismo e melodicità, i cui pezzi più famosi (come, ad esempio, ''[['O sole mio]]'') sono noti in diverse zone del mondo. Esiste inoltre un fitto repertorio di canti popolari alcuni dei quali sono oggi considerati dei classici.
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Va infine aggiunto che a cavallo del [[XVII secolo|XVII]] e [[XVIII secolo]], nel periodo di maggior fulgore della cosiddetta ''[[scuola musicale napoletana]]'', questa lingua è stata utilizzata per la produzione di interi libretti di opere liriche, come ''Lo frate 'nnammurato'' del [[Giovanni Battista Pergolesi|Pergolesi]] hanno avuto una diffusione ben al di fuori dei confini partenopei.
 
Va segnalata infine la ripresa dell'uso del napoletano nell'ambito della musica pop, [[Rock progressivo|musica progressiva]], e dell'[[hip hop]] e negli ultimi decenni anche il [[rap]], almeno a partire dalla fine degli anni settanta ([[Pino Daniele]], [[Nuova Compagnia di Canto Popolare]], [[Napoli Centrale (gruppo musicale)|Napoli Centrale]], poi ripresa anche negli anni novanta/duemila con [[99 Posse]], [[Almamegretta]], [[24 Grana]], [[Co'Sang]], [[La Famiglia (gruppo musicale)|La Famiglia]], 13 Bastardi e nell'ultimo decennio con [[Rocco Hunt]], il collettivo SLF e i rapper [[Clementino (rapper)|Clementino]] e [[Geolier]]) in nuove modalità di ibridazione e di commistione con l'italiano, l'inglese, lo spagnolo e altre lingue, e alla fine degli anni '70 nacque un nuovo genere della canzone napoletana, cioè la musica [[neomelodica]] inventatoinventata da [[Gigi Finizio]], da [[Patrizio (cantante)|Patrizio]] e da [[Nino D'Angelo]] e poi usata anche da [[Gigi D'Alessio]]. Anche nel cinema e nel teatro d'avanguardia la presenza del napoletano è andata intensificandosi negli ultimi decenni del Novecento e nei primi anni del [[XXI secolo]].
 
La documentazione sul napoletano è ampia ma non sempre a un livello scientifico. Vocabolari rigorosi sono quello di [[Raffaele D'Ambra]] (un erudito [[XIX secolo|ottocentesco]]) e quello di [[Antonio Altamura]] (studioso [[XX secolo|novecentesco]]). Interessante è anche la grammatica del Capozzoli ([[1889]]). [[Raffaele Andreoli]] redasse il ''Vocabolario napoletano-italiano'', edito da G.B. Paravia (1887). Infine, il ''Vocabolario del dialetto napolitano'', grandioso lavoro di [[Emmanuele Rocco]], frutto dello spoglio della letteratura dialettale napoletana dal Cinquecento all’Ottocento, pubblicato a fascicoli fino all'interruzione del 1891 e stampato in versione completa nel 2018 per iniziativa dell’Accademia della Crusca.
 
Anche negli ultimi anni sono stati pubblicati dizionari e grammatiche del napoletano, ma non si è mai pervenuti a una normativa concorde dell'ortografia, della grammatica e della sintassi, sebbene si possa comunque ricavare deduttivamente, dai testi classici a noi giunti, una serie di regole convenzionali abbastanza diffuse.
 
=== Linguistica ===
Gli studi più recenti hanno dedicato al napoletano e ai dialetti campani una certa attenzione.
Gli studi più recenti hanno dedicato al napoletano e ai dialetti campani una certa attenzione. Per il napoletano antico si segnalano i lavori di [[Vittorio Formentin]] sui ''Ricordi'' di [[Luigi de Rosa]], di [[Rosario Coluccia]] sulla ''[[Cronaca del Ferraiolo|Cronaca figurata del Ferraiolo]]'', di [[Nicola De Blasi]] sulla traduzione del ''[[Libro de la destructione de Troya]]'', di [[Marcello Barbato]] e [[Marcello Aprile]] sull'umanista Giovanni Brancati. Sui dialetti moderni, tra gli altri, si segnalano i lavori di [[Rosanna Sornicola]], di [[Nicola De Blasi]], di [[Patricia Bianchi]] e di [[Pietro Maturi]] dell'[[Università degli Studi di Napoli Federico II|Università di Napoli Federico II]], di [[Edgar Radtke]] dell'[[Università di Heidelberg]], di [[Francesco Avolio]] sui confini dei dialetti campani e di [[Michela Russo]], dell'Università di Paris VIII, su aspetti della fonetica come la metafonia. Una rivista, diretta da Rosanna Sornicola, il [[Bollettino Linguistico Campano]], si occupa prevalentemente del napoletano. Per alcuni anni è stato attivo un insegnamento universitario di [[Dialettologia campana]] presso la [[Facoltà universitaria|facoltà]] di [[Sociologia]] della Federico II, affidato a [[Pietro Maturi]].
 
Per il napoletano antico si segnalano i lavori di [[Vittorio Formentin]] sui ''Ricordi'' di [[Luigi de Rosa]], di [[Rosario Coluccia]] sulla ''[[Cronaca del Ferraiolo|Cronaca figurata del Ferraiolo]]'', di [[Nicola De Blasi]] sulla traduzione del ''[[Libro de la destructione de Troya]]'', di [[Marcello Barbato]] e [[Marcello Aprile]] sull'umanista Giovanni Brancati.
 
Sui dialetti moderni, tra gli altri, si segnalano i lavori di [[Rosanna Sornicola]], di [[Nicola De Blasi]], di [[Patricia Bianchi]] e di [[Pietro Maturi]] dell'[[Università degli Studi di Napoli Federico II|Università di Napoli Federico II]], di [[Edgar Radtke]] dell'[[Università di Heidelberg]], di [[Francesco Avolio]] sui confini dei dialetti campani, di [[Michela Russo]], dell'Università di Paris VIII, su aspetti della fonetica come la metafonia, e di [[Angelo Forgione]] su storia e ortografia.
 
Una rivista, diretta da Rosanna Sornicola, il [[Bollettino Linguistico Campano]], si occupa prevalentemente del napoletano. Per alcuni anni è stato attivo un insegnamento universitario di [[Dialettologia campana]] presso la [[Facoltà universitaria|facoltà]] di [[Sociologia]] della Federico II, affidato a [[Pietro Maturi]].
== Lessico ==
 
== Dizionari e Vocabolari ==
*''Dizionario storico etimologico del napoletano'' di Nicola De Blasi<ref>{{cita web | url = http://www.treccani.it/lingua_italiana/speciali/dialetto/De_Blasi.html | titolo = Il Dizionario etimologico storico napoletano |pubblicazione = treccani.it|accesso = 17 gennaio 2017}}</ref>
*''Vocabolario del dialetto napolitano'' di Emmanuele Rocco<ref>{{cita web | url = https://edizionidicrusca.it/catalogo/vocabolario-del-dialetto-napolitano/1600#:~:text=Il%20Vocabolario%20del%20dialetto%20napolitano,napoletana%20dal%20Cinquecento%20all'Ottocento. | titolo = Vocabolario del dialetto napolitano |pubblicazione = Accademia della Crusca|accesso = 01 gennaio 2019}}</ref>
 
== Testi didattici ==
*''Napolitiamo. Conosciamo e impariamo a scrivere la bella lingua napoletana'' di Angelo Forgione (prefazione di Maurizio de Giovanni)<ref>{{cita web|url=https://www.ilmattino.it/schede/napolitiamo_angelo_forgione_libro_conoscere_scrivere_lingua_napoletana-8944437.html|titolo=Il Mattino: ''"Napolitiamo" di Angelo Forgione: un libro per conoscere e imparare a scrivere la lingua napoletana''}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=nHuzwexXsYk|titolo=Youtube: ''"NAPOLITIAMO di Angelo Forgione – servizio del TG di OttoChannel''}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=DBK-6iETCFY|titolo=Youtube: ''Maurizio de Giovanni parla di "Napolitiamo" di Angelo Forgione''}}</ref><ref>{{cita web | url = https://www.espressonapoletano.it/napolitiamo-il-nuovo-libro-di-angelo-forgione/ | titolo = Napolitiamo. Il libro di Angelo Forgione per conoscere (e imparare a scrivere) la lingua napoletana |pubblicazione = espressonapoletano.it|accesso = 24 luglio 2025}}</ref>
*''Una lingua gentile. Storia e grafia del napoletano'' di Nicola De Blasi e Francesco Montuori<ref>{{cita web | url = http://www.cronopio.it/edizioni/2020/02/una-lingua-gentile-storia-e-grafia-del-napoletano/ | titolo = Una lingua gentile. Storia e grafia del napoletano |pubblicazione = cronoprio.it|accesso = 28 febbraio 2020}}</ref>
 
== Lessico ==
Il vernacolo napoletano ha avuto una propria evoluzione nel corso dei secoli, prendendo a prestito lemmi provenienti da varie lingue: oltre che dall'italiano, dalla [[lingua spagnola]], dalla [[lingua francese]], dalla [[lingua araba]], dalla [[lingua inglese]], ma anche dal [[greco antico]] e ovviamente dal [[lingua latina|latino]], idioma da cui deriva.
 
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| Alluccà || urlare / gridare / alzare la voce || adloquere || [[Lingua latina|latino]]
|-
| Ammazzaruto || non lievitato / azzimo || μάζαρος || [[Lingua greca|greco antico]]
|-
| Appriésso || appresso / dopo / seguente ||ad pressum / après || [[Lingua latina|latino]] / [[Lingua francese| francese]]
|-
| Ammuina || chiasso / casino / fracasso / ammoina || amohinar / amoïnar || [[Lingua spagnola|spagnolo]] / [[lingua catalana|catalano]]
|-
| rowspan="2" | Arrassusia<ref>{{Cita news|url=http://www.identitainsorgenti.com/dizionario-napulitano-parole-e-detti-della-settimana-da-arrassusia-a-sfruculia-dedicato-a-chi-non-sa-stare-al-posto-suo/|titolo=DIZIONARIO NAPULITANO / Parole e detti della settimana: Da Arrassusia a Sfruculià (dedicato a chi non sa stare al posto suo)|pubblicazione=Identità Insorgenti|accesso=17 novembre 2016}}</ref> || rowspan="2" | lontano sia! / non sia mai!|| 1* arah/arasa = lontano + sit = sia
(più probabile)
|| [[Lingua araba|arabo]] + [[lingua latina|latino]]
|-
| rowspan="2" | Arrassusia<ref>{{Cita news|url=http://www.identitainsorgenti.com/dizionario-napulitano-parole-e-detti-della-settimana-da-arrassusia-a-sfruculia-dedicato-a-chi-non-sa-stare-al-posto-suo/|titolo=DIZIONARIO NAPULITANO / Parole e detti della settimana: Da Arrassusia a Sfruculià (dedicato a chi non sa stare al posto suo)|pubblicazione=Identità Insorgenti|accesso=17 novembre 2016}}</ref> || rowspan="2" | lontano sia! / non sia mai!|| 1* arah/arasa = lontano + sit = sia
|lontano sia! / non sia mai!
|2* abrasum sit = sia cancellato (meno probabile)
|[[lingua latina|latino]]
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|-
| Capa || testa || caput || [[Lingua latina|latino]]
|- Capaddozio || caposquadra || capataz || [[Lingua spagnola|spagnolo]]
|-
| Cape 'e zì Viciénzo || nullatenente || caput sine censu || [[Lingua latina|latino]]
Riga 167 ⟶ 179:
| Crianza || educazione / creanza (variante letteraria in disuso) || crianza / criança / créance ||[[Lingua spagnola|spagnolo]] / [[Lingua portoghese|portoghese]] / [[Lingua francese|francese]]
|-
| Crisommola (cresommola) || albicocca || χρυσοῦν μῆλον (chrysoûn mêlon = frutto d'oro) || [[Lingua greca|greco antico]]
|-
| Cucchiàra || cucchiaio || cochlearia / cuchara|| [[lingua latina|latino]] / [[Lingua spagnola|spagnolo]]
|-
| CurrejaDrincà o trincà || cintabere alcolici / ubriacarsi || corrigiatrinquer / correatrinkan || [[linguaLingua latinafrancese|latinofrancese]] / [[Linguaantico spagnola|spagnoloalto tedesco]]
|-
| Drincà o Trincà || bere alcolici / ubriacarsi || trinquer / trinkan || [[Lingua francese|francese]] / [[antico alto tedesco]]
|-
| Femmena || donna / femmina || femina / femme || [[Lingua latina|latino]] / [[Lingua francese|francese]]
Riga 187 ⟶ 197:
| Ginzo || adattamento di "jeans" || jeans || [[inglese americano]]
|-
| Gglì/Ìì' || Andareandare || ire / ir / ir || [[Lingua latina|latino]] / [[Lingua spagnola|spagnolo]] / [[Lingua portoghese|portoghese]]
|-
| Guallara || ernia / sacca scrotale|| wadara || [[Lingua araba|arabo]]
Riga 201 ⟶ 211:
| Luà || togliere || levare / a lua || [[Lingua latina|latino]] / [[Lingua rumena|rumeno]]
|-
| Mariuólo || ladro / furfante / truffatore / mariolo (variante letteraria in disuso)|| mariol (furbacchione) / μαργιόλος (furbo, astuto) / marullero (imbroglione, monello) / marevolum (malvagio) || [[lingua francese|francese]] / [[greco Lingua greca|grecobizantino]] / [[Lingua spagnola|spagnolo]] / [[Lingua latina|latino]] tardo
| Mammá || mamma || mamá || [[Lingua spagnola|spagnolo]]
|-
| Mariuólo || ladro / furfante / truffatore / mariolo (variante letteraria in disuso)|| mariol (furbacchione) / μαργιόλος (furbo, astuto) / marullero (imbroglione, monello) / marevolum (malvagio) || [[lingua francese|francese]] / [[ Lingua greca|greco]] / [[Lingua spagnola|spagnolo]] / [[Lingua latina|latino]] tardo
|-
| 'Mbonnere || bagnare || imber o nimbus (entrambi "pioggia, tempesta") || [[Lingua latina|latino]]
|-
| Mesàle || tovaglia da tavolo || μησάλιον (mesálion) / mesa (tavolo) / mensa (tavolo, pasto, altare) || [[greco antico]] / [[Lingua spagnola|spagnolo]] / [[lingua latina|latino]]
|-
| Micciariéllo || fiammifero / miccetta (come diminutivo di miccia)|| mechero (con significato di accendino o fornelletto)|| [[Lingua spagnola|spagnolo]]
|-
| Mola || dente (molare)|| mola || [[lingua latina|latino]]
|-
| Mórra || mucchio / gran numero / morra (in riferimento all'estensione di tutte le dita nel gioco omonimo) || morra<sup>†</sup> || [[Lingua spagnola|spagnolo]]
|-
| Muccaturo (moccaturo, maccaturo) || fazzoletto ||muccare (col significato di soffiarsi il naso) / mocador / mouchoir ||[[Lingua latina|latino]] / [[Lingua catalana|catalano]] / [[Lingua francese|francese]]
|-
| Mustacce || baffi || μουστάκιον / moustache || [[lingua greca bizantina|greco bizantino]]<ref>[http://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=mustacchio Ricerca | Garzanti Linguistica]</ref> / [[Lingua francese|francese]]
|-
| Naca || culla || νάκη || [[Lingua greca|greco antico]]
|-
| Nenna || bambina / nina (arcaico) || ninnus (evolutosi al femminile in ninna, nina e nenna) / nena || [[lingua latina|latino]] tardo / [[Lingua spagnola|spagnolo]]
Riga 229 ⟶ 233:
| Pàccaro || schiaffo || πᾶς (pâs) "tutto" e χείρ (chéir) "mano" || [[greco antico]]
|-
| Papéle Papélepapéle|| lentamente oppure chiaramente || πάπος (pápos) con raddoppiamento del sintagma (lento lento, sciolto sciolto)||[[greco antico]]
|-
| Papóscia || pantofola || bābūsh || [[Lingua araba|arabo]]
Riga 235 ⟶ 239:
| Pastenaca || carota || pastinaca || [[Lingua latina|latino]]
|-
| Pate || padre || pater || [[ Lingua latina|latino]]
|-
| Pazzià || giocare / scherzare / pazzia (col significato di disturbo mentale)||pactiare / παίζω (paízō) ||[[Lingua latina|latino]] / [[Lingua greca|greco]]
|-
| Pazzià || giocare / scherzare / pazzia (col significato di disturbo mentale)||pactiare / παίζω (paízō) ||[[Lingua latina|latino]] / [[Lingua greca|greco antico]]
| Peliénto|| sciatto || peliento || [[Lingua spagnola|spagnolo]]
|-
| Pesóne || affitto, pigione|| pesionem / pension || [[latino volgare]] / [[Lingua francese|francese]]
Riga 246 ⟶ 248:
|-
| Petrusino (petrosino) || prezzemolo|| πετροσέλινον (petrosélinon) || [[greco antico]]
|-
| Pica || pene ||picam / picha || [[lingua latina|latino]] / [[Lingua spagnola|spagnolo]]
|-
| Piglià père || prendere fuoco ||πῦρ (pyr) "fuoco" || [[greco antico]]
Riga 253:
| Pressa || fretta || pressare || [[lingua latina|latino]]
|-
| Purtuallo || arancia || πορτοκάλι / البرتقالي (burtuqaliu) ||[[Lingua greca|greco bizantino]] / [[lingua araba|arabo]]
|-
| Puteca (poteca) || bottega / negozio || apotheca / ἀποθήκη (apothéke) / boutique || [[lingua latina|latino]] / [[Lingua greca|greco antico]] / [[Lingua francese|francese]]
|-
| Ràggia || rabbia || rage || [[Lingua francese|francese]]
Riga 261:
| Rammàggio || danno || dommage || [[Lingua francese|francese]]
|-
| Rastrà || Trascinaretrascinare || arrastrar || [[Lingua spagnola|spagnolo]]
|-
| Rilòrgio || orologio || horologium / reloj / rellotge / ὡρολόγιον (horológion) || [[Lingua latina|latino]] / [[Lingua spagnola|spagnolo]] / [[Lingua catalana|catalano]] / [[Lingua greca|greco]]
Riga 273:
| Semmàna || settimana || semana / semaine || [[Lingua spagnola|spagnolo]] / [[Lingua francese|francese]]
|-
| Sorice || topo || sorex soricis / șoarece || [[Lingua latina|latino]] / [[Lingua rumena|rumeno]]
|-
| Socra || suocera || socrus / sogra / suegra / sogra / soacră || [[Lingua latina|latino]] / [[Lingua catalana|catalano]] / [[Lingua spagnola|spagnolo]] / [[Lingua portoghese|portoghese]] / [[Lingua rumena|rumeno]]
| Sguarràre (sguarrà) || divaricare, squarciare || desgarrar || [[Lingua spagnola|spagnolo]]
|-
| Socra || suocera || socrus / sogra / suegra / sogra || [[Lingua latina|latino]] / [[Lingua catalana|catalano]] / [[Lingua spagnola|spagnolo]] / [[Lingua portoghese|portoghese]]
|-
| Sparadrappo || cerotto || esparadrapo /<br />sparadrap /<br />esparadrap || [[Lingua spagnola|spagnolo]] / [[Lingua francese|francese]] /<br />[[Lingua catalana|catalano]]
Riga 289 ⟶ 287:
| Tècchete || prendi, eccoti || te eccu(m) te || [[Lingua latina|latino]]
|-
| Tené (Ténere) || avere || tenere / tener || [[ Lingua latina|latino]] / [[Lingua spagnola|spagnolo]]
|-
| Tèsta || vaso (da fiori) || testa || [[lingua latina|latino]]
Riga 295 ⟶ 293:
| Tirabbusció || cavatappi || tire-bouchon || [[Lingua francese|francese]]
|-
| Trasì || Entrareentrare || Transiretransire (oltrepassare, recarsi) || [[Lingua latina|latino]]
|-
| Zéngaro || zingaro || ἀθίγγανοι (athínganoi) || [[lingua greca bizantina|greco bizantino]]<ref>[http://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=zingaro Ricerca | Garzanti Linguistica]</ref>
|-
| Zimmaro || caprone || χιμμάρος (chimmáros) || [[Lingua greca|greco antico]]
|-
| Zoccola || topo / ratto di fogna || sorcŭla || [[Lingua latina|latino]]
|-
|}
 
== Dizionari ==
*''Dizionario storico etimologico del napoletano'' di Nicola De Blasi<ref>{{cita web | url = http://www.treccani.it/lingua_italiana/speciali/dialetto/De_Blasi.html | titolo = Il Dizionario etimologico storico napoletano |pubblicazione = treccani.it|accesso = 17 gennaio 2017}}</ref>
 
== Note ==
Riga 313 ⟶ 308:
== Bibliografia ==
* [[Dante Alighieri]], ''[[De vulgari eloquentia]]''.
* Valeria Bertolucci Pizzorusso, ''La supplica di Guiraut Riquier e la risposta di Alfonso X di Castiglia'' in ''Studi mediolatini e volgari'', vol. XIV, 1966, pp. 11-132&nbsp;11–132.
* P. Bronzini, ''La poesia popolare'', Edizioni dell'Ateneo, Roma 1956.
* De Bartholomaeis (a cura di), ''Rime giullaresche e popolari d'Italia'', Zanichelli, Bologna 1926, pp. 12-20&nbsp;12–20.
* Achille della Ragione, ''Il napoletano è una lingua non un dialetto'', in ''Napoletanità: arte, miti e riti a Napoli'', pp. 132-136&nbsp;132–136, 1º tomo, Napoli 2012.
* Renato De Falco, ''Alfabeto napoletano'', Colonnese Editore, Napoli 2002.
* {{cita libro|autore = Angelo Forgione|titolo = Napolitiamo - conosciamo e impariamo a scrivere la bella lingua napoletana|anno = 2025|editore = Magenes|città = Milano|altri = Prefazione di Maurizio de Giovanni}}
* F. De Sanctis, ''[[Storia della letteratura italiana (De Sanctis)|Storia della letteratura italiana]]''.
* {{cita libro|autore = Aurelio Fierro|titolo = Grammatica della lingua napoletana|anno = 1989|editore = Rusconi|città = Milano|altri = Prefazione di Antonio Ghirelli}}
Riga 325 ⟶ 321:
* P. Maturi, ''Napoli e la Campania'',Bologna: il Mulino, 2022 ISBN 9788815298874
* G. B. Pellegrini, ''La carta dei dialetti d'Italia'', Pisa: Pacini editore, 1977.
* Rabanus Maurus (arcivescovo di Magonza), ''De Universo: Codex Casinensis'', Archivio dell'Abbazia di Montecassino, pp. &nbsp;1, 321, 457, 520, 629.
* Radtke, Edgar, ''I dialetti della Campania'', Roma: Il Càlamo, 1997.
* {{en}} M. Paul Lewis, Gary F. Simons e Charles D. Fennig (a cura di). ''Ethnologue: Languages of the World'', SIL International, Dallas 2016.
* Giovanni Vitale, ''Dialetto napoletano. Manuale di scrittura e di dizione,'' Edizioni Scientifiche Italiane, 2009.
Riga 349 ⟶ 346:
* Alessia Mignone, ''[http://www.openstarts.units.it/dspace/handle/10077/5148 Francesismi nel dialetto napoletano]'', Marcello Marinucci (a cura di), Università degli studi di Trieste, Edizioni Università di Trieste, 2005, ISBN 9788883033360.
* {{cita web | 1 = http://www.coe.int/t/e/legal_affairs/local_and_regional_democracy/regional_or_minority_languages/ | 2 = Carta Europea delle Lingue Regionali o minoritarie | accesso = 19 aprile 2022 | dataarchivio = 26 aprile 2006 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20060426072808/http://www.coe.int/t/e/legal_affairs/local_and_regional_democracy/regional_or_minority_languages/ | urlmorto = sì }}
* {{cita web |1=http://www.torreomnia.com/Testi/argenziano/dizionario/presentazione.htm |2=Introduzione al dialetto di Torre del Greco |accesso=3 giugno 2005 |urlarchivio=https://archive.todayis/20121205043117/http://www.torreomnia.com/Testi/argenziano/dizionario/presentazione.htm |dataarchivio=5 dicembre 2012 |urlmorto=sì }}
* {{cita web|http://www.napoletanita.it/etimologia.htm|Etimologia di alcuni vocaboli napoletani}}
* {{cita web|http://www.homolaicus.com/linguaggi/lingue_italiane.htm|Le lingue parlate nel territorio dello Stato italiano}}
* {{cita web | 1 = http://poesianapoletana.poetionline.com | 2 = Poesie Napoletane - Traduzione in Italiano - Multimedia | accesso = 7 aprile 2019 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160314103643/http://poesianapoletana.poetionline.com/ | dataarchivio = 14 marzo 2016 | urlmorto = sì }}
* {{cita web|https://www.frasimania.it/proverbi-napoletani/|Proverbi Napoletani: i 100 più belli e divertenti (con traduzione)}}
 
{{Napoli}}