Guido d'Arezzo: differenze tra le versioni
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|note = Monaco ed eremita
|nato = [[Ravenna]] o [[Arezzo]], [[991]]/[[992]] circa
|morto =
|venerato da = Chiesa cattolica
|beatificazione = ignota
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{{Bio
|Nome = Guido Monaco
|PostCognomeVirgola = o '''Guido Pomposiano''',<ref>''Guido d'Arezzo monaco pomposiano. Atti dei Convegni di studio (Codigoro, 3 ottobre 1997; Arezzo, 29-30 maggio 1998)'' a cura di A. Rusconi, Quaderni Rivista italiana di musicologia, (2000)</ref> meglio noto come '''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Ravenna
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|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|NoteMorte = <ref>{{cita|Palisca||grove}}</ref>
|Epoca = 1000
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|Nazionalità = italiano
}}
Fu un importante teorico musicale ed è considerato l'ideatore della moderna [[notazione musicale]], con la sistematica adozione del [[Tetragramma (musica)|tetragramma]], che sostituì la precedente [[Neuma#La notazione adiastematica|notazione adiastematica]].
== Biografia ==
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Fu [[Congregazione camaldolese|monaco benedettino camaldolese]] sin dal 1013, quando iniziò il percorso nell'[[abbazia di Pomposa]], sulla costa Adriatica vicino a [[Ferrara]], quando priore era il monaco Martino ed abate era Guido degli Strambiati, diventato poi [[San Guido di Pomposa|San Guido]], che governò il monastero dal 1008 al 1046.
Notizie sulla sua permanenza a Pomposa si ricavano dalla lettera che Guido
Proprio a Pomposa iniziò la sua vocazione per la [[musica]], quando gli venne dato l'incarico di curare l'insegnamento della musica ai più giovani. Con questo ruolo si rese conto delle difficoltà che il metodo in atto aveva nell'apprendere e ricordare i canti della tradizione [[canto gregoriano|gregoriana]] e la ritmica della [[musica]]. Prima della riforma di Guido era necessario che il maestro facesse udire la melodia e gli allievi l’apprendessero con continue e laboriose ripetizioni. I [[Neuma|neumi]] erano indicati sulle singole sillabe del testo come semplici segni convenzionali, senza alcuna indicazione di grado e di intervallo tra una nota e l'altra.
Per risolvere questo problema, ideò e adottò un metodo d'insegnamento completamente nuovo, che lo rese presto famoso in tutta [[Italia]].
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{{Citazione|Affinché i servi possano cantare a corde distese
le meraviglie delle tue gesta
sciogli il difetto del labbro debole, San Giovanni|Paolo Diacono, ''Versus in laudem sancti Iohannis Baptistae'', 1-4<ref>{{Cita libro|autore-capitolo=Paulus et Petrus Diaconi|capitolo=Carmina|url_capitolo=https://archive.org/details/monumen01gese/page/82/mode/2up|curatore=[[Ernst Dümmler|Ernestus Duemmler]]|titolo=Poetae Latini aevi Carolini|città=Berolini|editore=apud Weidmannos|anno=1881|volume=1|p=83|lingua=la}}</ref>|'''[[Ut (nota)|Ut]]''' queant laxis ‖ '''[[Re (nota)|Re]]'''sonare fibris<br />'''[[Mi (nota)|Mi]]'''ra gestorum ‖ '''[[Fa (nota)|Fa]]'''muli tuorum,<br />'''[[Sol (nota)|Sol]]'''ve polluti ‖ '''[[La (nota)|La]]'''bii reatum,<br />
Da qui vennero i nomi delle note Ut - Re - Mi - Fa - Sol - La.
[[File:Mano guidoniana.jpg|thumb|La [[mano guidoniana]]|left]]
In questo modo Guido pose le basi del sistema teorico detto [[solmisazione]] (la prima forma di [[solfeggio]]). Il suo sistema non era usato per indicare l'altezza assoluta dei suoni, che erano indicati con il [[Oddone di Cluny#Oddone e la musica|sistema alfabetico già esistente]], ma per collocare al posto giusto il semitono tra il mi e il fa nella melodia; ciò significa, ad esempio, che il nome "ut" era assegnato non solo alla nota che oggi chiamiamo "do" (anzi, l'ut più grave della scala in uso fino al Rinascimento era in realtà un sol). Solo nel [[XVII secolo]] i nomi del sistema guidoniano furono associati alle altezze assolute, dopo che alla fine del XVI secolo era stato aggiunto un nome per il settimo grado della scala, "Si", dalle iniziali di "Sancte Iohannes". Si decise anche, per [[eufonia]], di sostituire "ut" con "do"; tale decisione è in genere attribuita al teorico [[Giovanni Battista Doni]], che avrebbe
[[File:Statue of Guido of Arezzo.jpg|thumb|upright=0.8|[[Statua a Guido Monaco]], di [[Salvino Salvini (scultore)|Salvino Salvini]], nella piazza omonima ad [[Arezzo]]]]
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La notorietà che la diffusione del ''Micrologus'' gli diede fece sì che Guido fosse invitato a Roma da [[papa Giovanni XIX]]. Pare che il monaco vi si recasse nel [[1028]], soggiornando al [[Laterano]] e illustrando alla [[Curia romana|curia papale]] le novità che aveva introdotto; tornò però presto ad Arezzo a causa della sua salute cagionevole. Dopo questa data si hanno meno notizie certe di Guido, tra cui quella del completamento del suo [[antifonario]] attorno al [[1030]], che però è andato perduto. Inoltre, le cronache dell'ordine camaldolese e alcuni documenti presso l'[[Archivio Segreto Vaticano]] lo indicano come priore presso il [[monastero di Fonte Avellana]] tra il [[1035]] e il [[1040]], anni in cui [[Pier Damiani]] indossava l'abito monastico e di cui Guido divenne amico. In questo celebre monastero, Guido portò a compimento il suo Codice Musicale, poi denominato ''NN'' o ''Codice di Fonte Avellana'', ancora oggi conservato nella vasta biblioteca di quell'importante monastero. Dal [[1040]] al [[1050]] Guido fu poi priore del monastero di [[Abbazia di Pomposa|Pomposa]], dove aveva maturato la sua vocazione monastica ed aveva vissuto i primi anni come monaco. Dal [[1040]] al [[1042]], Guido volle con sé a Pomposa l'amico [[Pier Damiani]] (oggi santo), affidandogli la mansione di maestro dei monaci e dei novizi.
La data della sua morte si colloca
==Opere==
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* una sua statua, scolpita da [[Lorenzo Nencini]], è in una nicchia del [[Piazzale degli Uffizi]] a [[Firenze]];
* una piazza di [[Bruxelles]];
* In diverse località italiane, come [[Roma]] e [[Milano]], gli è stata intitolata una via;
* un conservatorio musicale a [[La Norville]] e un coro nell'[[Abbazia di Solesmes]];
* ad Arezzo, dal [[1809]] la banda cittadina si chiama "Filarmonica Guido Monaco"<ref>{{cita web|http://www.arezzoweb.it/2014/un-successo-del-concerto-filarmonica-guido-monaco-al-circolo-artistico-138102.html|Un successo del concerto filarmonica Guido Monaco|14 febbraio 2016}}</ref>;
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