Apamea: differenze tra le versioni
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'''Apamea''' (
== Storia ==
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Il centro può probabilmente essere identificato con ''Nija'', località menzionata in testi egizi ed [[ittiti]] del [[XVI secolo a.C.]] e del [[XV secolo a.C.]] Nel corso degli scavi è stata scoperta una stele ittita che affermava che la città era "''stata fondata dal re Orhilina di Hamath''" (l'odierna [[Hama (città)|Hama]]).
Successivamente, assieme a tutta la Siria, fu occupata dai [[Persiani]], che la rinominarono ''Pharnake''.
Nel [[300 a.C.]], dopo la [[Battaglia di Ipso]] ([[301 a.C.]]) sulla cima della collina, dominante la valle del fiume [[Oronte]], [[Seleuco I]] Nicatore fece costruire verso il [[300 a.C.]] l'[[acropoli]] e fondò una nuova città, a cui diede il nome della moglie, [[Apama I]].<br />Sotto i [[Seleucidi]] la città è utilizzata come appoggio dell'esercito, per la presenza dell'acropoli fortificata e per l'abbondanza di risorse per l'approvvigionamento<ref>Vi sono alcune fonti che sostengono che, nella piana sottostante fossero allevati 40.000 cavalli e vi erano custoditi circa 500 elefanti.</ref> delle truppe.
Mantenne integra la sua importanza, sia come base militare sia commerciale, anche durante il periodo romano, dopo che Pompeo l'aveva conquistata nel [[63 a.C.]], distruggendone l'acropoli<ref>l'acropoli non sarà più utilizzata sino all'avvento degli Arabi.</ref>; all'apogeo del proprio sviluppo poteva contare fino 500.000 abitanti<ref>Questa cifra è dedotta dal fatto che, nel censimento del [[6 d.C.]] e del [[7 d.C.]] la popolazione era di 117.000 unità. La cifra di 500.000 può essere considerata attendibile se il censimento si riferiva ai soli maschi che erano elettori.</ref>, inclusi gli schiavi.
Apamea era sede dell'oracolo di ''[[Belus (divinità)|Zeus Belos]]'', che l'imperatore [[Settimio Severo]], all'inizio del III secolo, era solito interpellare.<br />Sempre all'inizio del III secolo, sino al [[231]], Apamea ospitò il quartier generale della [[Legio II Parthica]], impegnata nelle guerre contro i [[Sasanidi]], che [[campagne siriano-mesopotamiche di Sapore I|riescono a conquistare la città]], nel [[252]]/[[253]],<ref>''[[Res All'inizio del IV secolo, Apamea fu uno dei maggiori centri culturali dell'[[Medio Oriente|Oriente]], anche per merito di [[Giamblico]] che vi diresse la scuola [[neoplatonica]]. Tra il [[384]] e il [[388]] il [[Prefettura del pretorio d'Oriente|prefetto]] [[Materno Cinegio]] distrusse molti templi pagani tra cui anche la sede dell'oracolo di ''Zeus Belos''. Dopo la divisione dell'impero, Apamea divenne capoluogo della provincia ''[[Celesiria|Syria Secunda]]'' e conobbe nel corso del V secolo un notevole sviluppo, ma poi, come tutte le città della Siria del nord, dovette subire vari assalti da parte dei Persiani e, nel corso del VI secolo, fu colpita da due gravi terremoti e fu ricostruita da [[Giustiniano]]. Nel [[636]] fu conquistata praticamente senza colpo ferire dagli [[Arabi]] del generale [[Khalid ibn al-Walid]], che pian piano ripristinarono la cittadella fortificata sull'acropoli, che permise loro di resistere ai [[Bizantini]] che tentavano invano di riconquistare Apamea.
Durante le crociate, la città fu conquistata ([[1106]]) da [[Tancredi di Galilea]] e unita al [[principato di
Due altri terremoti la rasero al suolo nel [[1157]] e nel [[1170]], riducendo completamente l'importanza della città.
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=== Porta di Antiochia ===
[[File:Afamia Porta di Antiochia.jpg|miniatura|sinistra|Porta di Antiochia.]]
È l'unica rimasta delle sette porte della città, da cui partiva la strada diretta ad [[Antiochia di Siria|Antiochia]], verso nord, per cui era detta anche ''porta nord''. Nei pressi si possono ancora ammirare alcuni tratti delle mura cittadine, lunghe oltre 6 km, dal perimetro irregolare che un tempo includevano anche la cittadella.
All'interno delle mura, ma soprattutto in quest'area si vedono anche numerosi esempi di conduttore idriche in cotto. Oggi la porta risulta ostruita da cumuli di macerie causate dai terremoti. === Via Colonnata ===
[[File:Afamia - Via Colonnata.jpg|miniatura|Via Colonnata.]]
Asse centrale della città ricostruita da Traiano era il ''[[cardo maximus]]'', una splendida via colonnata che tagliava Apamea da nord a sud, dalla porta di Antiochia a quella di Hama, per una lunghezza di circa 2 km ed una larghezza di 37,5 m, maggiore delle vie di [[Palmira]] e di [[Antiochia di Siria|Antiochia]].
La sola carreggiata, i cui lastroni conservano ancora i segni del passaggio dei carri, misura oltre 22m; i portici laterali hanno una profondità di 7–8 m.
Il tratto settentrionale, costruito durante i regni di [[Traiano]] e di [[Marco Aurelio]], conserva ancora colonne con capitelli corinzi e fusti lisci, mentre il tratto meridionale ha colonne scanalate, una rarità per la Siria, che testimonia anche la ricchezza ed il benessere dei suoi abitanti durante il [[III secolo]].
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Poco prima di raggiungere il decumano massimo si arriva al ninfeo.
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Oggi il [[decumano massimo]] coincide con una strada asfaltata, lungo la quale si trovano i resti di una villa romana, ''La casa delle mensole'', con imponente ingresso ed un cortile colonnato.
Dall'altra parte del decumano sorge una ''cattedrale'' del [[V secolo]]. Si tratta di una chiesa a [[pianta centrale]] quadrilobata, prolungata da una cappella sul lato orientale. La pianta ha la forma tipica dei ''[[martyrion]]'' ed effettivamente nella chiesa era conservata una reliquia della Santa Croce. === Teatro ===
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