Impero timuride: differenze tra le versioni

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|linkLocalizzazione = Timurid Empire (greatest extent).svg
|linkMappa = Timurid Dynasty 821 - 873 (AH)-it.png
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|motto = {{fa}}راستى رستى<br>Rāstī rastī<br>{{it}}Nella rettitudine sta la salvezza<ref name="sub260"/>
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}}
 
L{{'}}'''impero timuride''' ({{farsi| تيموريان|Tīmūriyān}}) o '''Gurkani''' ({{farsi|وركانىگوركانى|Gurkānī}}) o '''Turan''' ({{farsi| توران|Tūrān}}) fu un dominio [[popoli turchi|turco]]-[[Impero mongolo|mongolo]]<ref>{{cita|Dale (1998)|p. 50}}.</ref><ref>{{cita|Kilic-Schubel (2016)|p. 1}}.</ref> che si estendeva negli odierni Stati dell'[[Uzbekistan]], [[Turkmenistan]], [[Tagikistan]], [[Kazakistan]], [[Iran]], la regione meridionale del [[Caucaso]], [[Iraq]], [[Kuwait]], [[Afghanistan]], gran parte dell'[[Asia centrale]], nonché parti di [[Russia]], [[India]], [[Pakistan]], [[Siria]] e [[Turchia]].<ref>{{cita|Subtelny (2007)|pp. 40-41|citazione=Tuttavia, nel complesso processo di transizione, i membri della dinastia timuride e i loro sostenitori turco-mongoli risentirono dell'ambiente persiano circostante, adottando modelli e gusti culturali persiani, agendo altresì come promotori della lingua persiana, della cultura, della pittura, dell'architettura e della musica. [...] Gli ultimi membri della dinastia, in particolare il sultano - Abu Sa'id e il sultano - Husain, furono infatti considerati come governanti persiani illuminati che dedicarono tanta attenzione allo sviluppo agricolo quanto alla promozione della cultura di corte persiana}}</ref><ref name="sch9"/>
 
L'impero fu fondato da [[Tamerlano]] (versione latinizzata di ''Timur-i leng''), un [[signore della guerra]] di stirpe turco-mongola che lo creò tra il 1370 e la sua morte nel 1405. Proponendosi come grande restauratore dell'[[Impero mongolo]] di [[Gengis Khan]], cavalcò il mito dell'antico imperatore per tutta la sua vita, esprimendo anche più volte la propria ammirazione per [[Borjigin]]. Tamerlano coltivò vigorose relazioni commerciali con la [[dinastia Ming|Cina dei Ming]] e l'[[Orda d'Oro]]. Durante il periodo timuride, il [[Turkestan]] e il [[Khorasan]] vissero il periodo più florido in termini di espressione dell'[[architettura islamica]] e, a partire dalla fine del [[XV secolo]], il vecchio [[Khanato Chagatai]] sperimentò una vivace stagione culturale e godette della supremazia militare dalla [[Corasmia]] al Caucaso.<ref>{{cita|Manz (2007)|pp. 95-96}}.</ref>
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== Origine ed evoluzione del nome ==
 
Lo storico timuride [[Sharaf al-Din Ali Yazdi]] afferma nella sua opera ''[[Zafar Nama|Zafarnama]]'' (Libro delle Vittorie) che il nome dell'Impero timuride fosse in origine Turan ({{farsi|توران}}).<ref>{{cita|Melville (2020)|p. 36}}.</ref> Tamerlano ordinò personalmente di scolpire il nome del suo dominio come ''Turan'' in un frammento della roccia sul fianco della montagna di Ulu Tagh (nell'attuale [[Kazakistan]]), nota oggi come iscrizione Karsakpay.<ref name="all215">{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=beCoAAAAQBAJ&pg=PA215|p=215|lingua=en|titolo=The Modern Uzbeks: From the Fourteenth Century to the Present: A Cultural History|autore=Edward A. Allworth|editore=Hoover Press|anno=2013|isbn=978-08-17-98733-6}}</ref> Il testo originale, in particolare, recita:<ref name="all215"/>
 
{{citazione|Sultano di Turan, Tamerlano marciò con trecentomila uomini per l'[[islam]] sul [[Proto-bulgari|Khan bulgaro]], [[Khanato dell'Orda d'Oro|Toktamish Khan]]}}
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[[File:Timur during attack on Balkh 1370.jpg|miniatura|sinistra|[[Tamerlano]] riceve degli inviati durante il suo attacco nella [[battaglia di Balkh]] (1370)]]
 
Tughluk Timur concesse l'amministrazione della Transoxiana a suo figlio [[Ilyas Khoja]], con Tamerlano a lui subordinato. La spietatezza con cui i Mongoli governavano la regione fece sì che molti si opponessero, tra cui Amir Hussain dei [[Qara'una]] e Tamerlano: i due affrontarono insieme un esercito di Mongoli e tribù locali fedeli a Ilyas Khoja, sconfiggendoli in una battaglia avvenuta nel 1364.<ref name="gro411412">{{cita|Grousset (1970)|pp. 411-412}}.</ref> Poco dopo, Tughlugh Timur morì e Ilyas Khoja partì per il Moghulistan con l'intento di assumere il potere.<ref name="gro411412"/> Nel 1365, Khoja tornò in Transoxiana. A maggio sconfisse Amir Hussain e Tamerlano nella [[battaglia di [[Tashkent]], ma quando arrivò alle porte di Samarcanda i suoi abitanti si rifiutarono di lasciarlo entrare, dando luogo a un assedio che vide trionfare i difensori.<ref name="gro411412"/> Una peste tra i cavalli privò i Mongoli della loro capacità di spostarsi rapidamente e il loro potere, tanto da costringerli a lasciare nuovamente la Transoxiana.
 
Nel 1368, Ilyas Khoja morì. Gran parte della famiglia del khan fu assassinata e sulla scena politica rimasero principalmente Tamerlano e suo cognato Amir Hussain, diventati affini per vincoli matrimoniali.<ref name="gro411412"/> Il rapporto tra i due diede origine a una sorta di duumvirato e fu in origine pacifico, divenendo poi teso quando entrambi si accorsero di anelare alle stesse terre.<ref name="mar3334">{{cita|Marozzi (2012)|pp. 33-34}}.</ref> La posizione di vantaggio appariva quella di Hussain: questi era rispettato per la sua maggiore anzianità ed era in possesso di varie porzioni dell'Afghanistan nord-occidentale, ma ciò non intimorì il giovane Tamerlano, che si fece portavoce di quei nobili che si sentivano vessati e, proclamando ufficialmente di sostenere i loro interessi, chiese al rivale di cedergli il possesso delle città che amministrava.<ref>{{cita|Grousset (1970)|pp. 412-413}}.</ref> Dal canto suo, Hussain Sufi rispose: «Questa regione l'ho presa con la spada della conquista e con la medesima bisognerà sottomettere me».<ref name="qay56">{{cita|Qayyum (2021)|p. 56}}.</ref> Tamerlano inviò allora delle truppe nella regione e catturò i luoghi che sperava di ottenere sotto il suo controllo, saccheggiando altresì l'area circostante.<ref name="qay56"/> Tuttavia, Hussain, almeno temporaneamente, resistette e giunse alla stipula di una pace con la controparte, malgrado le ostilità fossero tutt'altro che scomparse.<ref>{{cita|Grousset (1970)|p. 413}}.</ref>
 
Grazie ai suoi successi, Tamerlano si era guadagnato molti sostenitori a [[Balkh]], una città afghana composta da numerosi mercanti, tribù, personaggi di spicco del clero musulmano, aristocratici e agricoltori, grazie ai suoi modi cortesi e ai tanti doni offerti.<ref name="mar3334" /> Tale comportamento, che non circondò Tamerlano di sostenitori solo in Afghanistan ma anche altrove, era probabilmente finalizzato ad attirare simpatie contro Hussain, responsabile dell'allontanamento di molti oppositori politici e del sequestro dei loro beni, oltre che responsabile dell'emanazione di oppressive leggi fiscali e spese personali esorbitanti.<ref name="mar3334" /> Quando ormai divenne chiaro che i sudditi lo avrebbero abbandonato, intorno al 1370, Hussain si arrese a Tamerlano, intentoe admorì assediare ancora una volta le terre presso lnell'attuale sezione settentrionale del [[confineassedio tradi ilBalkh Turkmenistan(1370)|assedio edi l'UzbekistanBalkh]], e fu poi assassinato, circostanzaevento che permise a quest'ultimo di essere formalmente proclamato sovrano a Samarcanda.<ref name="man7">{{cita|Manz (2007)|p. 7}}.</ref>
 
Un pensiero che lo tormentò durante la sua ascesa, poiché non era discendente diretto di Genghis, riguardava l'impossibilità di fregiarsi del titolo di gran [[khan]], dovendosi accontentare di quello di [[emiro]] (un termine che in [[lingua araba|arabo]] sta per capo).<ref name="mer796" /> Nel 1370, proponendosi quale "erede" della legittimazione di Genghis Khan, assunse il titolo di gurkan: si tratta di una variante mongola della parola [[Lingua persiana|persiana]] ''kurugen'' o ''khurgen'' che significava "genero". Una simile scelta fu giustificata dal fatto che Tamerlano sposò la moglie di Hussain, [[Saray Malik Katun]] (nota altresì come Bibi Khanoum), la quale vantava tra i suoi avi la dinastia di Genghis.<ref name="dal23">{{cita|Dale (2018)|p. 23}}.</ref> È al 10 aprile 1370, quando aveva trentaquattro anni, che si ascrive l'anno d'istituzione dell'impero timuride in concomitanza della sua incoronazione.<ref name="man7"/><ref>{{cita|Grousset (1970)|p. 415}}.</ref><ref>{{cita|Marozzi (2012)|p. 36}}.</ref>
 
==== La lotta per la Corasmia ====
[[File:Waterfront of Shavat canal in Urganch.jpg|miniatura|[[Urgench]], sul fiume [[Amu Darya|Syr Darya]], subì l'assedio di Tamerlano nel 1379. Dopo averla sottomessa, l'emiro trucidò i suoi abitanti<ref name="gro421"/>]]
 
A Hussain era subentrato suo fratello Yusuf Sufi.<ref name="gro421"/> Cristallizzata ormai da tre anni la conquista della Transoxiana, Tamerlano attaccò la [[Corasmia]] nel 1373: a giustificare quest'aggressione fu la circostanza che Yusuf Sufi non mantenne la sua promessa di astenersi da qualsiasi ostilità, avendo inviato truppe nei dintorni di [[Khiva]] per imporre la sua autorità con la forza.<ref name="mar56"/> Dopo aver appreso che Tamerlano stava avanzando in direzione della Corasmia, Yusuf Sufi si allarmò e accettò di intavolare quanto prima delle trattative per giungere alla pace. Nel frattempo, cercò di assicurarsi che il suo primogenito, Pir Muhammad, potesse subentrare come successore del suo impero.<ref name="mar56">{{cita|Marozzi (2012)|p. 56}}.</ref>
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{{citazione|Dopo la cattura del Khorasan, i miei emiri mi suggerirono di inviare truppe in tre punti diversi.<ref group="nota">[[Sistan]], [[Kandahar]] e [[Afghanistan]].</ref> A quel punto mi sono chiesto: e se l'esercito non dovesse farcela da solo? Per questo motivo, mi dissi che sarebbe stato meglio se anch'io fossi stato presente. In effetti, c'erano molte cose che consideravo importanti e che andavano fatte. Il mio consiglio fu quello di inviare una lettera ai governanti delle terre in questione per attirarli dalla mia parte rivolgendogli il seguente messaggio: "Se vi unite a me, sarete risparmiati, se vi opponete, ne affronterete le conseguenze. [...]" Questa scelta decisionale mi favorì molto: non appena il mio dettame raggiunse i governanti, questi mi prestarono obbedienza.<ref name="ATV-59-60">{{cita|Osmanoğlu (2012)|pp. 59-60}}.</ref>}}
 
[[File:Timur East Persia campaign-it.jpgpng|miniatura|sinistra|upright=1.3|La marcia di Tamerlano in direzione del [[Khorasan]]]]
 
Tamerlano rivolse il suo sguardo verso il frammentato [[Iran]] solo dopo che la questione della Corasmia poté dirsi risolta. A quel tempo, diverse comunità vivevano a ovest del fiume [[Amu Darya]], mentre un po' più centralizzata era la situazione in [[Iraq]], dove dominavano i [[Jalayridi]].<ref name="sch4">{{cita|Kilic-Schubel (2016)|p. 4}}.</ref> Tamerlano avviò le operazioni di conquista per tutte queste regioni con l'intenzione di annetterle al suo impero.
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{{citazione|Quando catturai [[Esfahan]], con la volontà di rispettarne gli abitanti, lasciai loro il controllo della fortezza. Quando si ribellarono, essi uccisero il governatore che avevo assegnato e trucidarono tre dei miei soldati. A quel punto, ordinai di massacrare la gente di Esfahan.<ref name="ATV-62">{{cita|Osmanoğlu (2012)|p. 62}}.</ref>}}
 
[[File:Timur West Persia campaign-it.jpgpng|miniatura|upright=1.3|La triennale campagna di [[Tamerlano]] tra [[Iran]] e regioni confinanti]]
 
Dopo aver preso conoscenza delle fragilità interne dell'Iran durante la campagna nel Khorasan, Tamerlano decise di occupare completamente quanto ancora non possedeva nel 1386, anno in cui partì da Samarcanda. Con il pretesto di proteggere quelle carovane che erano state attaccate mentre si recavano in pellegrinaggio a [[La Mecca]], imprigionò ritenendoli responsabili il sovrano del [[Luristan|Lorestan]] e i suoi figli, relegandoli a Samarcanda.<ref name="sch4"/> Dopo una serie di tumulti, Tamerlano conquistò [[Baghdad]] e marciò verso [[Tabriz]], lasciar in quel momento sguarnita.<ref>{{cita|Grousset (1970)|p. 430}}.</ref> Felice per la riuscita dell'operazione, il signore della guerra attaccò i [[Regno di Georgia|georgiani]], prendendo possesso delle fortezze di [[Iğdır]] e [[Kars]]. Dopo aver sottomesso [[Naxçıvan (città)|Naxçıvan]], fece il suo ingresso a [[Tbilisi]] (''Tiflis'' nelle fonti coeve).<ref>{{cita|Marozzi (2012)|p. 115}}.</ref> Ad ogni modo, è possibile che fosse giunto in Georgia non per conquistarla stabilmente, ma per fornire una dimostrazione di forza e saccheggiare la regione.<ref>{{cita|Marozzi (2012)|pp. 115-116}}.</ref> Raggiunta [[Esfahan]] nel 1387, il signore della guerra la sottomise e incontrò gli esponenti della città offrendogli la pace: in seguito all'esplosione di alcuni tafferugli, ordinò il tradizionale sterminio di tutta la popolazione, cancellando di fatto la presenza di un florido centro dell'epoca.<ref>{{cita|Marozzi (2012)|p. 116}}.</ref>
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==== Battaglie contro i kipčaki ====
[[File:Timur Steppe campaign-it.jpgpng|miniatura|La campagna di [[Tamerlano]] in terra [[kipčaki|kipčaka]]]]
 
Una serie di tumulti coinvolse l'Impero timuride negli anni 1370: al di là di schermaglie su scala minore, Tamerlano affiancò il suo nemico di lunga data Toktamish e colpì la terra dei [[kipčaki]] (''Dasht-i Kipchak''), espandendosi ulteriormente verso nord tra 1377 e 1380.<ref name="mar64">{{cita|Marozzi (2012)|p. 64}}.</ref> L'ausilio fornito nelle lotte contro l'[[Orda d'Oro]] consentì a Tamerlano di comprendere come egli fosse maggiormente potente. Per questo, il suo impero non esitò a saccheggiare regioni dell'[[Iran]], dell'[[Azerbaigian]] e della [[Corasmia]] che mostravano simpatie verso Toktamish. Dopo una quinta campagna in Corasmia nel 1388, sottomise la grande città di [[Kunya-Urgench]] e ne trasferì la popolazione a [[Samarcanda]], ordinando la distruzione della città e imponendo, al posto delle vecchie fondamenta, di piantare colture di orzo.<ref name="mar64"/> Solo durante una nuova spedizione contro i kipčaki, nel 1391, l'insediamento tornò a esistere per scopi militari.<ref>{{cita|Marozzi (2012)|p. 65}}.</ref>
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Durante la campagna contro i kipčaki, i mongoli in Iran approfittarono dell'assenza del signore della guerra per scatenare una ribellione. L'emiro, all'inizio degli anni 1390, mandò lì i suoi uomini e chiese loro di radunare truppe e prepararsi per la battaglia.<ref name="aba70"/> Lui stesso giunse a Bukhara nel giugno del 1392. Da lì, attraversò il fiume [[Amu Darya]] e avanzò verso [[Mazandaran]], dove sottomise i governanti avversari: in seguito, avanzò verso l'Iran meridionale, nel [[provincia di Fars|Fars]], e attaccò i [[Muzaffaridi]]. Shah Mansur si ritirò a [[Shiraz]] senza riconoscere il governo di Tamerlano.<ref name="ATV-63">{{cita|Osmanoğlu (2012)|p. 63}}.</ref> Tamerlano lo attaccò nel marzo del 1393 e Shah Mansur fu duramente sconfitto, finendo catturato e ucciso insieme a tutti i membri della dinastia.<ref>{{cita|Fisher ''et al.'' (1968)|p. 68}}.</ref>
 
[[File:Timur Golden Horde campaign-it.jpgpng|miniatura|upright=1.3|sinistra|La campagna di cinque anni di Tamerlano]]
 
Dopo la conquista di Mazandaran e della provincia persiana, Tamerlano avanzò in direzione di [[Baghdad]] nell'agosto 1393. Nell'odierna capitale irachena, indirizzò doni preziosi al sultano Ahmad Jalayir, l'ultimo esponente dei Jalairi, e gli chiese di sottomettersi.<ref name="ATV-65">{{cita|Osmanoğlu (2012)|p. 65}}.</ref> Temendo Tamerlano, questi accettò, ma poiché sarebbe stato esautorato da ogni potere, preferì fuggire al [[Il Cairo|Cairo]], nel [[Sultanato mamelucco (Il Cairo)|Sultanato mamelucco]].<ref>{{cita|Marozzi (2012)|p. 215}}.</ref> Dopo aver catturato l'odierna capitale irachena, Tamerlano inviò emissari all'emiro di [[Erzincan]], ai [[Bey (carica)|bey]] di Garagoyunlu (Azerbaigian orientale) e dell'[[Ak Koyunlu]], in terra mamelucca e al cospetto del sovrano degli [[Eretnidi]] (regione di [[Sivas]] e [[Kayseri]]), [[Kadi Burhan al-Din]].<ref>{{cita|Fisher ''et al.'' (1968)|pp. 76-77}}.</ref> Stanco di attendere le risposte, attaccò a sorpresa e con successo [[Mosul]], [[Mardin]] e [[Diyarbakır]], raggiungendo infine [[Aladağ]], a nord del [[lago di Van]].<ref>{{cita|Grousset (1970)|p. 433}}.</ref> Mentre era lì, l'emiro di [[Erzincan]], Taharten, venne da lui e dichiarò la sua obbedienza. Il sultano mamelucco uccise l'emissario di Tamerlano, che decise quindi di avanzare in direzione della Siria, ma come risultato degli sforzi di Burhan al-Din, si formò un'alleanza tra vari governatori ostili all'emiro, incluso Toktamish.<ref>{{cita|Grousset (1970)|pp. 433-434}}.</ref> Avanzando verso [[Erzurum]], Tamerlano, pensando che sarebbe rimasto circondato dai mamelucchi a sud e da Toktamish a nord, attaccò quest'ultimo.
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==== Campagna indiana di Tamerlano ====
[[File:Timur India campaign-it.jpgpng|miniatura|sinistra|La campagna indiana di Tamerlano]]
 
Avendo completato l'acquisizione delle terre chagathai nell'Asia centrale e dell'[[Ilkhanato]] in [[Persia]], Tamerlano poteva ora affrontare le grandi potenze islamiche a sud-est e a occidente dei suoi domini: l'India; il sultanato mamelucco di Siria ed Egitto; e il sultanato dei Turchi ottomani.<ref name="mah225230">{{cita|Mahajan (2007)|pp. 225-230}}.</ref>
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Lo scontro con il sultano ottomano avvenne nella [[battaglia di Ancyra]] ([[Ankara]]), il 20 luglio 1402. Si trattò di uno scontro dalle vaste proporzioni, tanto che le fonti coevi stimano gli uomini fedeli a Tamerlano compresi tra 800.000 e 1.400.000 uomini: tuttavia, gli studiosi moderni considerano le cifre verosimilmente esagerate. Grazie all'ausilio di turco-mongoli della Transoxania, [[Impero corasmio|corasmi]] (persiani), turcomanni, oltre a un grande numero di elefanti da guerra indiani, gli ottomani, meno numerosi e affiancati da mercenari [[serbi]] e 10.000 [[giannizzeri]], riportarono una disastrosa sconfitta.<ref name="sch4"/><ref name="gro451">{{cita|Grousset (1970)|p. 451}}.</ref><ref name="mar252253">{{cita|Marozzi (2012)|pp. 252-253}}.</ref>
 
[[File:Timur Anatolia campaign-it.jpgpng|miniatura|upright=1.3|La campagna di Tamerlano in terra mamelucca in [[Anatolia]]]]
 
La grande esperienza militare degli uomini di Tamerlano fece la differenza èe il sultano Bayezid I, sebbene eroicamente difeso dal contingente alleato serbo destinato alla sua persona e ai suoi eredi, fu catturato e trascorse gli ultimi mesi della sua vita da prigioniero alla corte di Tamerlano (secondo alcune fonti, morì suicida in cattività).<ref name="mar252253"/> Soltanto il primogenito di Bayezid riuscì a fuggire dal massacro, preservando così la linea dinastica del Sultanato ottomano.
 
Alla battaglia assistettero anche numerosi ambasciatori inviati dai re cristiani presso Tamerlano per valutarne la potenza e la reale forza militare.<ref name="gro451452">{{cita|Grousset (1970)|pp. 451-452}}.</ref> La conduzione strategica della battaglia da parte di Tamerlano, secondo quanto venne riferito, era stata ancora una volta perfetta, nonostante l'enorme massa dei combattenti. La vittoria spinse l'emiro a pianificare presto incursioni verso tutte le direzioni dall'attuale capitale turca.<ref name="gro451452"/>
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[[File:Timur Empire.jpg|upright=1.5|miniatura|L'Impero timuride alla morte di [[Tamerlano]], 1405]]
 
Dopo la morte di Tamerlano, lo Stato timuride iniziò a indebolirsi: nel paese scoppiarono guerre civili e dispute per il trono, poiché figli e nipoti si contesero il potere nonostante il signore della guerra avesse nominato suo nipote Pir Muhammad come successore. Con i vari pretendenti situati rispettivamente a Samarcanda, in Iran, a [[Miranshah]], a [[Baghdad]], in Azerbaigian e a Herat, si può facilmente comprendere come non si poteva più immaginare la stessa stabilità di un impero unito. La dipartita di Tamerlano coincise dunque con il termine dell'apogeo della realtà timuride, che non tornò mai più a rivivere i fasti di una volta.<ref>{{cita|Marozzi (2012)|p. 346}}.</ref> Pir Muhammad sopravvisse per un solo anno al nonno e morì nel 1406, quando il trono fu occupato brevemente da [[Miran Shah]].<ref name="bau292"/>
 
Sebbene altri figli e nipoti del defunto signore della guerra non riuscirono a imporsi nel corso delle lotte civili avvenute in tutto il territorio posseduto da Tamerlano, [[Shah Rukh]], suo quarto figlio, riuscì a mantenere la sua posizione di governatore nel [[Khorasan]] e si affermò definitivamente a Samarcanda tra 1405 e 1409.<ref>{{cita|Fisher ''et al.'' (1968)|p. 83}}.</ref> Nello stesso periodo cedette l'amministrazione della città a suo figlio Uluğ Bek, trasferendo la capitale a Herat.<ref>{{cita|Qayyum (2021)|p. 63}}.</ref> Negli anni immediatamente antecedenti, fu in grado di riunire alcuni dei territori sotto il controllo di altri emiri e si impadronì di svariati insediamenti avanzando verso l'Iran meridionale e centrale. Tuttavia, parte di quanto conquistato durante il regno del suo predecessore ritornò sotto il controllo dei passati detentori. I [[Jalayridi]], sostenuti dagli ottomaniOttomani, combatterono strenuamente per riottenere quanto perduto a Baghdad, costringendo Shah RukRukh a dover rinunciare alla prospettiva di riaffermarsi in Azerbaigian (conteso più volte), [[Mesopotamia]] occidentale e Anatolia orientale.<ref name="man2122"/><ref>{{cita|Grousset (1970)|p. 459}}.</ref> Anche le terre in Siria, sottratte al Sultanato mamelucco, seguirono la medesima sorte.<ref name="aba73">{{cita|Abazov (2016)|p. 73}}.</ref> I mongoli Chagatai crebbero rapidamente come gruppo politico e il peso della loro autorità divenne significativo durante tutto il regno di Shah Rukh.<ref name="man2122">{{cita|Manz (2007)|pp. 21-22}}.</ref><ref name="gro456460">{{cita|Grousset (1970)|pp. 456-460}}.</ref>
 
[[File:Shahruch reconstruction.jpg|miniatura|Una ricostruzione del busto di [[Shah Rukh]] basata su uno studio del suo teschio]]
 
Durante gli anni 1420 e 1430, il sultano dovette preoccuparsi di sopprimere delle ribellioni nel [[Kara Koyunlu]], con la riconquista di alcuni importanti centri come [[Tabriz]] che si rivelò effimera.<ref name="aba73"/> Anche in campo religioso si verificarono delle difficoltà: il suo ostracismo verso gli [[Hurufismo|hurufiti]] portò un fedele, nel 1426, a tentare di assassinarlo all'uscita da una moschea.<ref name="man42">{{cita|Manz (2007)|p. 42}}.</ref> La serie di indagini che mise in atto per trovare il responsabile si rivelò indirettamente funzionale a rimuovere esponenti della sua corte a lui non graditi, ma ciò non gli garantì un maggior sostegno dei suoi sudditi.<ref name="man42"/> Ebbe maggiore fortuna in campo culturale, economico e amministrativo, rimpiazzando l'obsoleto impianto di suo padre, fortemente legato alle usanze mongole, con istituzioni più moderne. Inoltre, fece entrare in azione tribunali che applicassero la legge dellaLegge ([[Shari'a]]). La sua passione per l'arte lo portò a conoscere influenti artisti cinesi, persiani e arabi, contribuendo a una stagione di fioritura per la letteratura e l'architettura.<ref name="man30"/><ref name="gro456460"/>
 
Nel 1446, all'età di settant'anni, un importante conflitto lo impegnò con suo nipote [[Sultan Muhammad bin Baysonqor|Muhammad bin Baysonqor]], bramoso di espandere la sua influenza in Persia.<ref name="man48">{{cita|Manz (2007)|p. 48}}.</ref> Shah Rukh prevalse sugli insorti facendone prigionieri la maggior parte e stroncando quasi del tutto i focolai ribelli.<ref name="man48"/> La sua morte, avvenuta nel 1447, impedì che le operazioni si concludessero definitivamente, con il risultato che guerre civili e lotte intestine riemersero in diverse aree geografiche.<ref name="gro456460"/>
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[[File:1987 CPA 5876.jpg|miniatura|sinistra|[[Uluğ Bek]] ritratto in un francobollo sovietico del 1987]]
 
Dopo la morte di Shah Rukh nel 1447, gli successe suo figlio [[Uluğ Bek]]. Quest'ultimo dovette presto fronteggiare altri eredi che rivendicano il trono di Tamerlano.<ref name="aba73"/> Anche se senza aver riportato fortuna in questa lotta, le guerre del trono compromisero ulteriormente l'impero. A causa di conflitti interni, il governo subì un indebolimento. Durante il dominio di Uluğ Bek, i [[Kara Koyunlu]] iniziarono a rappresentare una minaccia per lo Stato timuride. Allo stesso tempo, i Chagatai cominciarono a organizzarono degli attacchi per stabilire il potere in Transoxiana. Uluğ Bek si distinse più per le sue conoscenze scientifiche che nel suo ruolo di governatore.<ref name="gro460">{{cita|Grousset (1970)|p. 460}}.</ref>

Sconfitto dalle truppe del suo bellicoso figlio ribelle AbdalʿAbd al-LatifLaṭīf MirzaMīrzā, il 24 ottobre 1449 Uluğ Bek si dimise in favore di Abdullatif e si dichiarò intenzionato a giungere in pellegrinaggio a [[la Mecca]] con Haji Khorasan.<ref name="fis109">{{cita|Fisher ''et al.'' (1968)|p. 109}}.</ref> AbdalʿAbd al-LatifLaṭīf liberò il padre dalla prigionia a cui era stato costretto, autorizzandolo tacitamente a partire dalla capitale.<ref name="gro460" /> Tuttavia, si assicurò che Ulugh Beg non raggiungesse mai la sua destinazione, facendolo assassinare, così come suo fratello AbdalʿAbd al-AzizʿAzīz, nel 1449.<ref name="gro460" /> Pare che Uluğ Bek fu condannato a morte con l'accusa di aver deviato dagli insegnamenti islamici a seguito di un [[Processo farsa|processo sommario]].<ref name="fis109" />
 
=== Il regno di Abu Sa'id (1451-1469) ===
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Durante il regno di [[Abu Sa'id Mirza|Abu Sa'id]], lo Stato timuride vide il suo percorso di declino aumentare e rallentare a momenti alterni. La perdita della supremazia nelle terre occidentali all'interno della sfera d'influenza timuride causò un duro colpo. Al contempo, si susseguirono delle migrazioni di massa di comunità uzbeke verso la Transoxiana.<ref name="fis113118">{{cita|Fisher ''et al.'' (1968)|pp. 113-118}}.</ref> L'intensificarsi di tali movimenti, iniziati invero già durante il regno di Tamerlano, ebbe un discreto impatto durante il mandato di Abu Sa'id. Infatti, la crescente influenza degli uzbeki nelle alte sfere della società e nell'esercito permise loro di aspirare col tempo a cariche di grande prestigio.<ref name="gro460"/> Con la campagna di riconquista verso ovest, cioè nel Khorasan e nell'Azerbaigian, Abu Sa'id voleva ripristinare l'autorità timuride, malgrado le operazioni non sortirono effetto duraturo e le acquisizioni andarono perse nel giro di qualche anno.<ref name="gro462">{{cita|Grousset (1970)|p. 462}}.</ref> Al contrario, sfruttando gli scontri in cui impegnati i Kara Koyunlu, egli riuscì a impossessarsi nuovamente della capitale Herat nel 1458.<ref>{{cita|Baumer (2018)|vol. 3, p. 321}}.</ref><ref>{{cita|Manz (2002)|p. 212}}.</ref>
 
Nel 1460, dovette confrontarsi con un'alleanza di tre principi del suo impero a lui ostili. Tra 1460 e 1463 risultò costretto a portare avanti delle lotte contro ulteriori oppositori, impegnandosi in prolungati e dispendiosi assedi (è il caso di alcuni scontri avvenuti sul Syr Darya uzbeko).<ref name="fis113118"/> Abu Sa'id fu l'ultimo timuride a cercare di restaurare l'impero di Tamerlano da [[Kashgar]] alla [[Transcaucasia]].<ref name="gro462"/> Per riuscire nello scopo, negli ultimi anni della sua vita volle impegnarsi in una campagna contro [[Uzun Hasan]], a capo degli Aq Qoyunlu. Sfruttando a titolo di pretesto la richiesta di aiuto di suo figlio nelle terre di Hasan, abbandonò le precedenti relazioni diplomatiche intessute con gli Aq Qoyunlu e si lanciò all'assalto nel febbraio del 1368.<ref>{{cita|Grousset (1970)|pp. 462-463}}.</ref> Le disavventure legate alla difficoltà di fornitura degli approvvigionamenti, le temperature invernali rigide e le imboscate subite dai Timuridi nella loro marcia verso ovest demoralizzarono l'esercito, pregiudicando il risultato della battaglia di Qarabagh del 4 febbraio 1469.<ref name="gro462"/> Alle numerose perdite si aggiunse anche la cattura di Abu Sa'id, che fu imprigionato e successivamente decapitato da Hasan.<ref name="fis113118"/>
 
La perdita definitiva dei territori occidentali anticipò la frammentazione dei successori di Abu Sa'id. Fu uno dei nipoti di Tamerlano, [[Husayn Bayqara]], che espugnò Herat il 24 marzo 1469 e poté in tal modo divenire il sovrano timuride del [[Grande Khorasan]].<ref name="aba73"/><ref name="fis113118"/><ref>{{cita|Subtelny (2007)|ppp. 43-44}}.</ref>
 
=== Il governo di Hussein Baygara (1469-1506) ===
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# ''Ministro di Stato e dei Cittadini'': teneva informato il sovrano degli eventi di spicco che avvenivano ogni giorno, del benessere della popolazione, delle importazioni di prodotti, delle operazioni degli esattori delle tasse e della loro distribuzione, delle entrate e delle spese;<ref name="ATV-145"/>
# ''Ministro della Difesa'': doveva pagare gli stipendi dei soldati per il servizio reso al trono, risollevare il morale e informare il sovrano della loro condizione.<ref name="mar80"/><ref name="ATV-145-146">{{cita|Osmanoğlu (2012)|pp. 145-146}}.</ref>
# ''Ministro della successione'': doveva occuparsi dell'assegnazione dei beni alle famiglie che pativano un lutto per via delle guerre, della gestione dei profughi, dello [[zakāt]], di supervisionare la condizione dei contadini e di controllare ulteriormente la riscossione delle tasse. Il principio dell'incameramento statale dei beni immobili costituiva l{{'}}''extrema ratio'', ragion per cui il ministro era tenuto a consegnare i beni immobili ai legittimi eredi;<ref name="ATV-146">{{cita|Osmanoğlu (2012)|p. 146}}.</ref>
# ''Ministro degli Affari'': doveva essere a conoscenza delle entrate e delle spese di tutti i dipartimenti del regno, delle spese del tesoro e pure delle spese per il mantenimento delle stalle equine e del palazzo.<ref name="ATV-146"/>
 
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[[File:Protective armour of Temur's epoch.jpg|upright=1.2|miniatura|Cotta di un soldato dell'epoca di Tamerlano (fine XIV secolo)]]
 
La forza d'attacco dell'esercito dello stato timuride consisteva in unità di cavalleria pesantemente e leggermente corazzate. La tattica degli elefanti, appresa durante la campagna indiana, affascinò Tamerlano, il quale ricorse all'impiego di questi grandi mammiferi negli scontri con mamelucchi e ottomani.<ref name="gro451"/><ref>{{cita|Fisher ''et al.'' (1968)|p. 78}}.</ref> Allo stesso tempo, man mano che procedeva l'espansione, gli ufficiali di Tamerlano ricorsero all'arruolamento dei popoli assoggettati tra le proprie filafile.<ref>{{cita|Mahajan (2007)|p. 222}}.</ref> Nella gerarchia dell'esercito, a mano a mano che si saliva verso la sommità, anche gli equipaggiamenti erano migliori.<ref>{{cita|Marozzi (2012)|p. 40}}.</ref>
 
A seconda del numero di forze nemiche, l'esercito era guidato dal sovrano stesso,<ref>{{cita|Osmanoğlu (2012)|p. 186|citazione=Se il numero dell'esercito nemico era superiore a 40.000 combattenti}}.</ref> dagli emiri<ref>{{cita|Osmanoğlu (2012)|p. 181|citazione=Se il numero dell'esercito nemico oscillava tra 12.000 e 40.000 combattenti}}.</ref> e dall{{'}}''umarāʾ al-muʾminīn''.<ref>{{cita|Osmanoğlu (2012)|p. 177|citazione=Se il numero dell'esercito nemico era inferiore a 12.000}}.</ref> Quest'ultimo, una sorta di generale supremo di epoca timuride, era il comandante dell'esercito. Il titolo di emiro, come si è detto assegnato per essersi resi responsabili di azioni meritorie, si suddivideva ulteriormente in dodici gradi.<ref>{{cita|Osmanoğlu (2012)|pp. 132-133}}.</ref> Dal primo al dodicesimo rango, l'emiro di ogni fascia era considerato il vice di quello immediatamente superiore.<ref name="osm132">{{cita|Osmanoğlu (2012)|p. 132}}.</ref> Il dodicesimo era il vice dell'emiro al-'Umara, mentre l'emiro al-'Umara era il vice governante.<ref name="osm132"/> Nell'esercito, l'unità base era composta da dieci persone (''onlik''), capeggiata da un ufficiale, mentre la divisione base era quella in [[tumen]] (corrispondente a 1.000 uomini).<ref name="mar80">{{cita|Marozzi (2012)|p. 80}}.</ref><ref>{{cita|Grousset (1970)|p. 222}}.</ref> L'equipaggiamento base di soldati di classe media prevedeva una tenda, due spade, una picca, una corda, della pelle, un'ascia e altre attrezzature.<ref name="mar80"/> Gli ''yasavul'' avevano il compito di fornire assistenza ulteriore o eseguire le disposizioni del sovrano in ambito militare.<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=1Nzh_9DZ5DYC&pg=PA174|p=174|lingua=en|titolo=The Rise and Rule of Tamerlane|autore=Beatrice Forbes Manz|editore=Cambridge University Press|anno=1999|isbn=978-05-21-63384-0}}</ref>
 
Mentre l'esercito marciava, gli veniva assegnato un comandante (''tovachi''), il quale sorvegliava le manovre.<ref name="mar80"/> Se qualcosa veniva sottratti all'esercito, i ''tovachi'' erano passibili di sanzioni più o meno gravi a seconda dell'entità.<ref name="mar80"/> La costruzione di fortificazioni difensive trovava vari sviluppi, preferendosi su tutte l'uso di palizzate in legno intorno ai siti da presidiare e l'edificazione di cittadelle.<ref>{{cita|Manz (2007)|p. 175}}.</ref>
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=== Architettura ===
{{vedi anche|Architettura timuride}}
[[File:Gur-I Amir - Tomb of the King.jpg|upright=1.2|miniatura|[[Mausoleo di Tamerlano]],
[[Samarcanda]]]]
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[[File:PeafowlBaburnama.jpg|upright=0.8|sinistra|miniatura|Una scena con pavoni e uccelli tratta dal [[Baburnama|Bāburnāma]]]]
 
I Timuridi giocarono anche un ruolo molto importante nella storia delledella letteratura turca. Sulla base della consolidata tradizione letteraria persiana, si sviluppò una letteratura nazionale turca in lingua chagatai.<ref name="fis109110">{{cita|Fisher ''et al.'' (1968)|pp. 109-110}}.</ref> Poeti come [[Ali-Shir Nava'i]], il sultano [[Husayn Bayqara]] e Bābur incoraggiarono altri autori di idioma turco a scrivere nel proprio vernacolo, oltre all'arabo e al persiano.<ref name="fis109110"/> Il ''[[Baburnama|Bāburnāma]]'', l'autobiografia di Bābur (pur essendo altamente persianizzata nella sua struttura lessicale, morfologica e per vocabolario), così come la poesia chagatai di Mīr Alī Sher Nawā'ī, sono tra le opere letterarie turche più note e hanno influenzato molte altre.<ref>{{cita|Dale (2004)|p. 150}}.</ref>
 
=== Scienza ===
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== Eredità ==
 
[[File:Mausoleum of Khoja Ahmed Yasawi in Hazrat-e Turkestan, Kazakhstan.jpg|miniatura|[[Mausoleo di Khoja Ahmed Yasawi]], [[Turkistan]], [[Kazakistan]]]]
 
L'impero timuride svolse un ruolo decisivo nella storia dei vasti territori che assorbì, con vari popoli che fecero a gara per rivendicare la loro eredità turco-mongola.<ref>{{cita|Melville (2020)|p. 32}}.</ref> L'epoca in cui esistette coincise con un grande sviluppo dell'Asia centrale e, forse, con l'apogeo più alto mai raggiunto da Samarcanda nella sua storia.<ref>{{cita|Baumer (2018)|vol. 3, p. 279}}.</ref> Le tradizioni architettoniche furono ulteriormente sviluppate durante il periodo timuride e molti di questi monumenti architettonici sono sopravvissuti fino ai giorni nostri. L'impatto del "Rinascimento timuride" ebbe effetti abbastanza duraturi. Babur, subentrato al vecchio impero, fu in grado di rendere assai potenti le terre che sottomise, raccogliendo anche il lascito timuride e facendolo suo.<ref name="sub41"/><ref name="gro465"/><ref name="dal4351"/>
 
Anche nella zona del Caucaso si raggiunsero importanti risultati: in epoca timuride, continuarono le migrazioni di turchi in Azerbaigian, che causarono conseguenze soprattutto per quanto riguardava la conversione religiosa all'islam.<ref>{{cita|Melville (2020)|p. 12}}.</ref> Decisamente meno forte fu invece l'impatto in Georgia. L'influenza non si limitò solo alla componente etnica in Azerbaigian, poiché incise anche sulla [[lingua azera]].<ref name="gas47"/> Si suole identificare l'origine della stessa come una commistione di elementi [[Lingue oghuz|oghuz]] (zona orientale e meridionale) e [[Lingue kipchak|kipčaki]] (zona occidentale e settentrionale).<ref name="gas47">{{cita libro|lingua=en|p=47|url=https://books.google.it/books?id=seE6DwAAQBAJ&pg=PA47|titolo=Historical Dictionary of Azerbaijan|autore=Zaur Gasimov|editore=Rowman & Littlefield|anno=2017|isbn=978-15-38-11042-3}}</ref> La distinzione non nasce tuttavia per via di differenze fonetiche e lessicali. Utilizzando il metodo della glottocronologia, il linguista Oleg Mudrak è giunto alla conclusione che la formazione della lingua azera, con tutti i suoi dialetti, ad eccezione di quello di [[Şəki]], risale agli anni 1360, ovvero al periodo timuride.<ref>{{cita libro|lingua=ru|autore=Oleg Mudrak|titolotradotto=Sul chiarimento della classificazione delle lingue turche con l'aiuto della linguistica morfologica|titolo=Сравнительно-историческая грамматика тюркских языков: Региональные реконструкции|editore=Наука|anno=1984|isbn=978-50-20-22638-8|pp=729-730, 735}}</ref>
 
[[File:Mausoleum of Khoja Ahmed Yasawi in Hazrat-e Turkestan, Kazakhstan.jpg|miniatura|[[Mausoleo di Khoja Ahmed Yasawi]], [[Turkistan]], [[Kazakistan]]]]
 
Molto appannato fu il lascito culturale in Iran. Ad ogni modo, anche se l'influenza timuride a lungo termine risultò lieve, ricevette molti apprezzamenti nel campo artistico e letterario.<ref name="dal5658">{{cita|Dale (1998)|pp. 56-58}}.</ref> Per quanto concerne l'Afghanistan, vari centri popolosi, inclusa [[Kabul]], vissero un felice periodo in maniera alterna nei due secoli circa di esistenza dell'impero e sperimentarono l'affermazione di un'identità persiano-araba.<ref name="dal5658"/> Ad ogni modo, il veloce passaggio dai Timuridi a Bābur offuscò il ricordo dei primi e gli eruditi dimenticarono presto, come emerge dalle fonti, il loro contributo.<ref name="dal5658"/>
 
[[File:Tamerlán, Tashkent 1.jpg|miniatura|sinistra|Statua dedicata a [[Tamerlano]] a [[Tashkent]]]]
 
A parte il [[Kazakistan]], il [[Kirghizistan]] e il [[Turkmenistan]], dove pure l'impero ebbe un suo impatto, oggi l'[[Uzbekistan]] ospita il lascito maggiore ereditato dal periodo timuride.<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=1jphXQRPnpgC&pg=PA9|lingua=en|p=9|titolo=The Legendary Biographies of Tamerlane: Islam and Heroic Apocrypha in Central Asia|autore=Ron Sela|editore=Cambridge University Press|anno=2011|isbn=978-11-39-49834-0}}</ref> I Chagatai, saliti al livello di una lingua culturale durante quella fase storica, svolse un ruolo importante nella formazione del moderno [[Lingua uzbeka|idioma uzbeko]].<ref name="dal5154" /> Occupandosi di ricostruire l'epopea di Tamerlano e gli anni immediatamente successivi, Castin Marozzi si è mostrato particolarmente attento nello studio degli scritti dell'ambasciatore Rui Gonzalez de Clavijo inerenti alle condizioni dello Stato timuride nel moderno Uzbekistan.<ref name="mar134135">{{cita|Marozzi (2012)|pp. 134-135}}.</ref> Dopo aver ottenuto la propria indipendenza dall'[[URSS]], l'interesse per Tamerlano è tornato sotto i riflettori in terra uzbeka e si è fatto assai palpabile. Il 1º settembre 1993, in occasione della giornata dell'indipendenza dell'Uzbekistan, il presidente [[Islam Karimov]] inaugurò un monumento dedicato a Tamerlano nella capitale [[Tashkent]].<ref name="mar134135"/> Nel 1996, in occasione del 660º anniversario della nascita del signore della guerra, è stato aperto a Tashkent un museo dedicato al conquistatore ed è stata istituita l'onorificenza dell'ordine di Tamerlano.<ref name="mar134135"/>
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== Collegamenti esterni ==
 
* {{cita web|lingua=en|accesso=8 dicembre 2021|url=http://www.art-arena.com/timurid.htm|titolo=Arte timuride|dataarchivio=13 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140413162027/http://www.art-arena.com/timurid.htm|urlmorto=sì}}
* {{cita web|lingua=en|accesso=8 dicembre 2021|url=http://empirehistory.weebly.com/timurid-empire.html|titolo=Timurid Empire (1370-1504)}}
* {{cita web|titolo=Timuridi|accesso=8 dicembre 2021|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/timuridi/}}
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{{Portale|Asia|impero mongolo|storia}}
 
[[Categoria:StatiImpero costituititimuride| negli anni 1370]]
[[Categoria:Stati dissolti negli anni 1500]]
[[Categoria:Azerbaigian medievale]]
[[Categoria:Storia dell'Iran]]
[[Categoria:Imperi|Timuride]]
[[Categoria:Timuridi| ]]