Conclave: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua}}[[File:Cappella Sistina - 2005.jpg|thumb|La [[Cappella Sistina]]: vi fu celebrato il primo conclave nel [[Conclave del 1492|1492]]; dal [[Conclave del 1878|1878]] è sede stabile di ogni conclave.]]
Il '''conclave''' è la riunione del [[collegio cardinalizio]] della [[Chiesa cattolica]] per l'elezione del nuovo [[papa]], nonché la sala dove avviene tale riunione.
'''Conclave''' è un termine che deriva dal [[lingua latina|latino]] ''cum clave'', cioè "(chiuso) con la chiave" o "sottochiave" che usualmente indica sia la sala in cui si riuniscono i [[Cardinale|cardinali]] della [[Chiesa cattolica]] per eleggere un nuovo [[papa]], sia la riunione vera e propria. Viene spesso riferito allegoricamente anche a riunioni generiche (es. conclave di medici, conclave di giuristi).
 
Il termine deriva dal [[lingua latina|latino]] ''cum clavis'', cioè "(chiuso) con chiavi", vale a dire "sottochiave".<ref>{{Treccani|conclave|Conclave|v=1|accesso=7 maggio 2025}}</ref> L'[[elezione papale del 1268-1271|evento storico]] che diede ilquesto nome di ''conclave'' all'elezione dei pontefici risale al [[1270]], quando gli abitanti di [[Viterbo]], allora sede papale, stanchi di due anni di indecisioniindecisione da parte dei [[Cardinale|cardinali]], li chiusero a chiave nella sala grande del [[Palazzo dei Papi (Viterbo)|palazzo papale]] e ne scoperchiarono parte del tetto, in modo da costringerliindurli a decidereeleggere al più presto chi eleggere comeil nuovo pontefice: alla fine, ruolola chescelta andòcadde asu [[Tebaldo Visconti]]. Divenuto [[papa Gregorio X]];, talefu fattoproprio èlui statoa ricordatoistituire nelufficialmente capoluogoil della Tusciaconclave, con lla [[costituzione apostolica]] 'inaugurazione'[[Ubi nelPericulum]]'' 2016del di[[1274]]: unil nuovoprimo allestimentoconclave cheufficiale ricordafu quellequello vicendesuccessivo [[Conclave del gennaio 1276|del 1276]].<ref>{{Cita web|url lingua=it|autore=Emanuela httpCastello|url=https://www.lafuneteleradiopace.eutv/quei2025/04/29/il-10067-giornimaggio-che-cambiarono-la-storia-dei-papi-eccoinizia-il-nuovo76esimo-allestimentoconclave-della-salastoria-deldella-conclavechiesa/|titolo =Il Quei7 1006maggio giorniinizia cheil cambiarono76esimo laConclave della storia deidella PapiChiesa|sito=TeleRadioPace TV|data=2025-04-29|accesso=2025-04-30}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2025-05/conclave-gregorio-x-ubi-periculum-archivio-vaticano-papa.html|titolo=Quel eccoConclave ildurato nuovoquasi allestimentotre dellaanni salache delelesse Conclave|accessoGregorio =X 24- febbraioVatican 2016News|sito =www.vaticannews.va|data=4 Lamaggio Fune2025|accesso=5 {{!}} il giornale dimaggio Funamboli2025}}</ref>.
 
La vicenda è stata ricordata nel capoluogo della Tuscia con l'inaugurazione nel [[2016]] di un nuovo allestimento che ricorda quegli eventi.<ref>{{Cita web|url = http://www.lafune.eu/quei-1006-giorni-che-cambiarono-la-storia-dei-papi-ecco-il-nuovo-allestimento-della-sala-del-conclave/|titolo = Quei 1006 giorni che cambiarono la storia dei Papi: ecco il nuovo allestimento della sala del Conclave|accesso = 24 febbraio 2016|sito = La Fune {{!}} il giornale di Funamboli}}</ref> Tuttavia, il primo Ponteficepontefice eletto ''cum claveclavis'' fu già [[papa Gelasio II]], eletto il 24 gennaio [[1118]] all'unanimità dei cardinali riuniti nel [[Chiesa di San Sebastiano al Palatino|Monasteromonastero di San Sebastiano sul Palatino]], luogo segreto e chiuso al pubblico scelto appositamente per evitare interferenze esterne sulla scelta del successore di Pietro (si era in piena [[lotta per le investiture]]).
 
== Storia ==
[[File:Viterbo-Inside Papal Palace.jpg|thumb|La sala del conclave del [[Palazzo dei Papi (Viterbo)|Palazzo dei Papi]] di [[Viterbo]]]]
Nei primi anni del cristianesimo, l'elezione del nuovo pontefice avveniva nell'assemblea dei cristiani di [[Roma]], a volte su indicazione stessa del predecessore: è il caso ad esempio di [[papa Lino]], successore di [[Pietro apostolo]]. Ci fu anche il caso di [[papa Fabiano]] che, secondo una tradizione tramandata, nel [[236]] venne eletto poiché durante l'assemblea una [[columbidae|colomba]] si sarebbe posata sul suo capo, fatto che venne interpretato come segno della [[Spirito Santo|volontà divina]].<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 25.</ref>
 
In seguito all'[[editto di Costantino]] ([[313]]) e al diffondersi della nuova religione nell'[[Impero romano]], dal [[336]], su decisione di [[papa Marco]] l'elezione fu riservata al clero dell'Urbe. In altre parole, così come succedeva per i vescovi di altre diocesi, il clero della [[diocesi di Roma]] era il corpo elettorale per eleggere il vescovo di Roma. Invece di essere votato, il vescovo veniva scelto per consenso generale o per [[acclamazione]]. Il candidato veniva poi presentato al ''populus'' (i capi delle grandi famiglie) per l'approvazione o disapprovazione generale. Questa incertezza nelle procedure elettorali di tanto in tanto ha dato luogo a papi rivali o [[antipapa|antipapi]], e sicuramente diede ampi spazi di manovra alle più potenti famiglie romane che controllavano le scelte e candidavano loro esponenti al [[soglio pontificio|soglio di Pietro]].
Nei primi anni del cristianesimo, l'elezione del nuovo pontefice avveniva nell'assemblea dei cristiani di [[Roma]], a volte su indicazione stessa del predecessore: è il caso ad esempio di [[papa Lino]], successore di [[Pietro apostolo]]. Ci fu anche il caso di [[papa Fabiano]] che, secondo una tradizione tramandata, nel [[236]] venne eletto poiché durante l'assemblea una [[columbidae|colomba]] si sarebbe posata sul suo capo, fatto che venne interpretato come segno della [[Spirito Santo|volontà divina]].<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 25</ref>
 
In seguito all'[[editto di Costantino]] ([[313]]) e al diffondersi della nuova religione nell'[[Impero romano]], dal [[336]], su decisione di [[papa Marco]] l'elezione fu riservata al clero dell'Urbe. In altre parole, così come succedeva per i vescovi di altre diocesi, il clero della [[diocesi di Roma]] era il corpo elettorale per eleggere il vescovo di Roma. Invece di essere votato, il vescovo veniva scelto per consenso generale o per acclamazione. Il candidato veniva poi presentato al ''populus'' (i capi delle grandi famiglie) per l'approvazione o disapprovazione generale. Questa incertezza nelle procedure elettorali di tanto in tanto ha dato luogo a papi rivali o [[antipapa|antipapi]], e sicuramente diede ampi spazi di manovra alle più potenti famiglie romane che controllavano le scelte e candidavano loro esponenti al [[soglio pontificio|soglio di Pietro]].
 
{{Approfondimento
|allineamento = destra
|titolo = Validità della consacrazione
|contenuto = Successivamente all'elezione papale si teneva la consacrazione. Solamente dopo questo rito (che comportava la discesa dello Spirito Santo sull'eletto) il pontefice entrava nella pienezza dei suoi poteri. La consacrazione poteva avvenire anche molto tempo dopo l'elezione. Per questo motivo molti pontificati - come quello di [[Papa Severino|Severino]] ([[640]]), [[Papa Leone II|Leone II]] ([[682]]-[[683]]) e [[Benedetto II]] ([[684]]-[[685]]) - risultano brevi (infatti nessuno storico loro contemporaneo si curò di registrare il giorno dell'elezione). Fino all'[[XI secolo]] il papa neoeletto sceglieva il [[nome pontificale]] solo al momento della consacrazione.
|contenuto =
Successivamente all'elezione papale si teneva la consacrazione. Solamente dopo questo rito (che comportava la discesa dello Spirito Santo sull'eletto) il pontefice entrava nella pienezza dei suoi poteri. La consacrazione poteva avvenire anche molto tempo dopo l'elezione. Per questo motivo molti pontificati - come quello di [[Papa Severino|Severino]] (640), [[Papa Leone II|Leone II]] (682-683) e [[Benedetto II]] (684-685) - risultano brevi (infatti nessuno storico loro contemporaneo si curò di registrare il giorno dell'elezione). Fino all'[[XI secolo]] il papa neoeletto sceglieva il [[nome pontificale]] solo al momento della consacrazione.
 
Nel [[XII secolo]], a partire dal [[Concilio Lateranense III]] indetto da [[Papa Alessandro III|Alessandro III]], si stabilì nel [[diritto canonico]] che fosse sufficiente la sola validità dell'elezione: infatti [[Adriano V]] ([[1276]]) e [[Urbano VII]] ([[1590]]) non fecero in tempo a essere né consacrati né incoronati, ma non si mette in dubbio che furono il 186º e il 228º papa.<ref>Adriano V non era neanche sacerdote.</ref>. Qualche storico sospetta che anche [[papa Giovanni XIV|Giovanni XIV]] ([[983]]-[[984]]), 138º papa, e [[Celestino IV]] ([[1241]]), il 179º papa, non siano stati consacrati.
 
Il [[Concilio di Trento]] ([[1545]]-[[1563]]), sotto [[Paolo III]], ribadì quanto già sostenuto da quattro secoli, che lo [[Spirito Santo]] scendeva sull'eletto a renderlo papa effettivo non più dal momento della consacrazione ufficiale (che acquisì il carattere di incoronazione formale) com'era stato fino all'XI secolo, ma subito, appena l'eletto accettava l'incarico (a condizione che l'elezione fosse valida).
Per questo, secondo molti teologi della Chiesa, [[Papa Stefano (eletto)|Stefano eletto]] ([[752]]) non può essere considerato papa, e invece Adriano V e Urbano VII sì: perché il Papatopapato si era nel frattempo trasformato da ordine sacerdotale distinto (come [[presbiterato]], [[diaconato]] ed [[episcopato]]) in un semplice prolungamento dell'episcopato, in quanto il papa è, essenzialmente, vescovo di Roma.
}}
 
Il diritto dei laici di rifiutare l'eletto venne abolito dal [[Concilio Lateranense (769)|sinodo lateranense]] del [[769]], ma restaurato a favore della nobiltà romana da [[papa Niccolò I]] durante un sinodo a Roma nell'[[862]]. Dall'[[824]], inoltre, il papa era sottoposto al giuramento di fedeltà al [[Sacro Romano Impero]] (''[[Constitutio romana]]''), il cui compito era quello di garantire la sicurezza e la pace pubblica a Roma nella sua veste di «avvocato e procuratore della Chiesa».
 
Con l'espressione ''[[saeculum obscurum]]''<ref>[[Cesare Baronio]], ''Annales Ecclesiastici.''</ref> si individua il cupo e disastroso periodo della [[storia del papato]] che va dall'[[888]] al [[1046]] (inizio della riforma gregoriana), durante il quale le elezioni papali furono caratterizzate da pesanti pressioni dalle famiglie romane (in particolare i [[Conti di Tuscolo]] e i [[Crescenzi]]) che portarono al soglio pontificio alcuni personaggi di basso spessore morale. Contemporaneamente gli imperatori [[Enrico II il Santo|Enrico II]] ed [[Enrico III il Nero|Enrico III]] entrarono prepotentemente nelle questioni inerenti alle elezioni pontificie, portando avanti loro candidati, creando [[Antipapa|pontefici alternativi]] e costringendo il papato stesso a intraprendere un percorso di [[Riforma Gregorianadella Chiesa dell'XI secolo|riformapercorso di riforme]]. Così, nel [[1059]] [[papa Niccolò II]] decise di [[In nomine Domini|affidare l'elezione ai soli cardinali vescovi ([[Bolla pontificia|bolla]] ''[[In nomine Domini]])''<ref name="Piazzoni117">Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 117.</ref> e nel [[1179]] [[papa Alessandro III]] stabilì con il [[Concilio Lateranense III]] che dovesse decidere l'intero [[collegio cardinalizio]].<ref name="Piazzoni130">Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 130.</ref> Era comunque sempre possibile l'elezione anche di semplici maschi battezzati.
 
Durante i secoli spesso si verificò anche l'ingerenza di re e imperatori che imponevano alcuni candidati o imponevano il [[Ius exclusivae|veto]] su altri. Uno dei primi esempi è quello di [[Ottone I di Sassonia|Ottone I]], che nel [[964]] si fece attribuire da [[papa Leone VIII]] il [[Privilegium Othonis|diritto di approvare o meno la scelta del papa]], che avrebbe dovuto poi giurare fedeltà all'imperatore.<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 102</ref>. Nel [[1903]], quando si trattò di eleggere il successore di [[papa Leone XIII]], l'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe pronunciò il suo veto contro il cardinale [[Mariano Rampolla del Tindaro]].<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 255</ref> Il collegio cardinalizio respinse il veto ma elesse comunque un diverso candidato, il [[patriarca di Venezia]] Giuseppe Sarto, che divenne [[papa Pio X|Pio X]]: fu proprio papa Sarto a stabilire che i futuri elettori non avrebbero dovuto accettare mai più alcun "veto".
 
Nel [[1198]] i cardinali si riunirono per la prima volta in volontaria [[Clausura religiosa|clausura]]<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 135.</ref> ma la decisione dell'isolamento della riunione cardinalizia fu stabilita solo nel [[1274]] dal [[Concilio di Lione II]], con la [[Costituzionecostituzione apostolica]] ''[[Ubi Periculum]]'' di [[papa Gregorio X]],<ref name="Piazzoni150">Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 150.</ref> per impedire i ritardi, i tentativi di influenza esterna e le corruzioni che in diversi casi si erano verificati. Tale costituzione apostolica era la conseguenza di un evento eclatante che si era avuto appunto dopo la morte di [[papa Clemente IV]] nel [[1268]], quando la città di [[Viterbo]] fu sede dell'[[elezione papale del 1268-1271]]. Dal momento che i 19 cardinali riuniti non riuscivano ada eleggere un papa, dopo 19 mesi di [[sede vacante]] la città rinchiuse letteralmente a chiave (''clausi cum clave'') i cardinali nel [[palazzoPalazzo dei Papi (Viterbo)|palazzoPalazzo papaledei Papi]],<ref>Il nome di ''palazzo papale'' fu dato a questo edificio da [[papa Clemente IV]] nel [[1262]]. Clemente IV vi trascorse gran parte del suo pontificato; cfr. Cesare Pinzi, ''Storia della Città di Viterbo'', Roma, 1889, vol. II.</ref>, li mise ''a pane e acqua'' e scoperchiò parte del tetto. Nonostante queste costrizioni, peraltro successivamente ridotte, i porporati impiegarono ben 1006 giorni per eleggere [[Papa Gregorio X|Gregorio X]].
Durante i secoli spesso si verificò anche l'ingerenza di re e imperatori che imponevano alcuni candidati o imponevano il [[veto]] su altri. Uno dei primi esempi è quello di [[Ottone I di Sassonia|Ottone I]], che nel [[964]] si fece attribuire da [[papa Leone VIII]] il [[Privilegium Othonis|diritto di approvare o meno la scelta del papa]], che avrebbe dovuto poi giurare fedeltà all'imperatore.<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 102</ref>. Nel [[1903]], quando si trattò di eleggere il successore di [[papa Leone XIII]], l'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe pronunciò il suo veto contro il cardinale [[Mariano Rampolla del Tindaro]].<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 255</ref> Il collegio cardinalizio respinse il veto ma elesse comunque un diverso candidato, il [[patriarca di Venezia]] Giuseppe Sarto, che divenne [[papa Pio X|Pio X]]: fu proprio papa Sarto a stabilire che i futuri elettori non avrebbero dovuto accettare mai più alcun "veto".
[[File:Fumo negro.jpg|thumb|La [[fumata nera]] che indica che non è stato eletto alcun pontefice.]]
 
Con la Costituzione apostolica ''[[Ubi Periculum]]'', promulgata proprio da Papa Gregorio X, i cardinali dovevano riunirsi in un'area chiusa e non avevano diritto a stanze singole. Nessun cardinale doveva farsi assistere da più di un servitore, a meno che non fosse infermo. Il cibo doveva essere somministrato attraverso una finestra e dopo tre giorni i cardinali avrebbero ricevuto una sola portata per pasto; dopo cinque giorni avrebbero avuto soltanto pane, vino e acqua. Durante il conclave inoltre nessun cardinale poteva ricevere alcuna rendita ecclesiastica. Tutte queste restrizioni erano volte ada un'elezione che fosse celere in modo da non lasciare un periodo di sede vacante troppo lungo.<ref name="Piazzoni151">Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', pp. 151-152.</ref>.
Nel [[1198]] i cardinali si riunirono per la prima volta in volontaria [[Clausura religiosa|clausura]]<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 135</ref> ma la decisione dell'isolamento della riunione cardinalizia fu stabilita solo nel [[1274]] dal [[Concilio di Lione II]], con la [[Costituzione apostolica]] ''[[Ubi Periculum]]'' di [[papa Gregorio X]],<ref name=Piazzoni150>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 150</ref> per impedire i ritardi, i tentativi di influenza esterna e le corruzioni che in diversi casi si erano verificati. Tale costituzione apostolica era la conseguenza di un evento eclatante che si era avuto appunto dopo la morte di [[papa Clemente IV]] nel [[1268]], quando la città di [[Viterbo]] fu sede dell'[[elezione papale del 1268-1271]]. Dal momento che i 19 cardinali riuniti non riuscivano ad eleggere un papa, dopo 19 mesi di [[sede vacante]] la città rinchiuse letteralmente a chiave (''clausi cum clave'') i cardinali nel [[palazzo dei Papi (Viterbo)|palazzo papale]]<ref>Il nome di ''palazzo papale'' fu dato a questo edificio da [[papa Clemente IV]] nel [[1262]]. Clemente IV vi trascorse gran parte del suo pontificato; cfr. Cesare Pinzi, ''Storia della Città di Viterbo'', Roma, 1889, vol. II</ref>, li mise ''a pane e acqua'' e scoperchiò parte del tetto. Nonostante queste costrizioni, peraltro successivamente ridotte, i porporati impiegarono ben 1006 giorni per eleggere [[Papa Gregorio X|Gregorio X]].
 
Il primo vero conclave secondo queste nuove regole si svolse ad [[Arezzo]] nel gennaio del [[1276]], dopo la morte del sessantacinquenne Papa Gregorio X. Egli era giunto nella città toscana pochi giorni prima del Natale 1275, di ritorno da Lione dove aveva presieduto un concilio ecumenico, ma già minato da febbri debilitanti. Ospitato nel nuovo palazzo vescovile costruito dal vescovo [[Guglielmino degli Ubertini]], morì nell'episcopio il 10 gennaio [[1276]]. Il [[Conclave del gennaio 1276]] si tenne quindi nella [[Chiesa di San Domenico (Arezzo)|chiesa di San Domenico]] di [[Arezzo]], segnando la prima applicazione storica della costituzione apostolica ''Ubi Periculum''.
Con la Costituzione apostolica ''Ubi Periculum'', promulgata proprio da Gregorio X, i cardinali dovevano riunirsi in un'area chiusa e non avevano diritto a stanze singole. Nessun cardinale doveva farsi assistere da più di un servitore, a meno che non fosse infermo. Il cibo doveva essere somministrato attraverso una finestra e dopo tre giorni i cardinali avrebbero ricevuto una sola portata per pasto; dopo cinque giorni avrebbero avuto soltanto pane, vino e acqua. Durante il conclave inoltre nessun cardinale poteva ricevere alcuna rendita ecclesiastica. Tutte queste restrizioni erano volte ad un'elezione che fosse celere in modo da non lasciare un periodo di sede vacante troppo lungo<ref name=Piazzoni151>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', pp. 151-152</ref>.
 
Le spoglie di papa Gregorio X furono poi traslate nella [[Cattedrale dei Santi Pietro e Donato]] di Arezzo, dove riposano ancora oggi. La costruzione della cattedrale fu resa possibile anche grazie al lascito del pontefice, sottolineando il forte legame tra papa Gregorio X e la città. Arezzo, quindi, non solo fu teatro del primo vero conclave della storia, ma ospita anche il sepolcro di colui che ne fu l’artefice, in un edificio simbolo della sua memoria e della sua riforma.
Le regole rigide di Gregorio X furono in seguito sospese nel [[1276]] da [[papa Adriano V]],<ref name="Piazzoni154">Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 152</ref> ma [[papa Celestino V]] le ripristinò nel [[1294]],<ref name="Piazzoni154"/> dal momento che per la sua elezione erano stati necessari ben due anni, e [[papa Bonifacio VIII]] le inserì nel ''[[Codice di diritto canonico]]'' nel [[1298]]. Nel [[1562]] [[papa Pio IV]] emise una [[bolla papale]] che introduceva nuovi regolamenti sulla segretezza del voto e altre norme procedurali. Quasi sempre tuttavia i conclavi si sono tenuti a Roma e, a partire dalla sua costruzione alla fine del [[XV secolo]], si sono svolti nella [[Cappella Sistina]] in [[Vaticano]].
 
Le regole rigide di papa Gregorio X furono in seguito sospese nel [[1276]] da [[papa Adriano V]],<ref name="Piazzoni154">Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 152.</ref> ma [[papa Celestino V]] le ripristinò nel [[1294]],<ref name="Piazzoni154" /> dal momento che per la sua elezione erano stati necessari ben due anni, e [[papa Bonifacio VIII]] le inserì nel ''[[Codice di diritto canonico]]'' nel [[1298]]. Nel [[1562]] [[papa Pio IV]] emise una [[bolla papale]] che introduceva nuovi regolamenti sulla segretezza del voto e altre norme procedurali. QuasiNonostante semprela tuttaviastoria abbia portato i conclavi siquasi sono tenutisempre a Roma e, anella partire[<nowiki/>[[Cappella dallaSistina]] suain costruzioneVaticano alla fine deldal [[XV secolo]] in poi, siè sonoad svoltiArezzo nellache [[Cappellaaffonda Sistina]]le inradici [[Vaticano]]il conclave moderno, con un evento che segnò per sempre la storia della Chiesa.
Papa Gregorio X aveva 65 anni quando arrivò ad [[Arezzo]], alcuni giorni prima del Natale [[1275]]. Ritornava a Roma da Lione, dove aveva convocato e presieduto un Concilio Ecumenico. Da alcuni mesi soffriva di improvvise febbri debilitanti. Arrivò col suo seguito papale e fu ricevuto e ospitato nel nuovo palazzo vescovile di Arezzo, costruito dal vescovo [[Guglielmo degli Ubertini]]. Il 10 gennaio 1276 Gregorio morì nell'episcopio. Quindi in Arezzo, esattamente nella [[Chiesa di San Domenico (Arezzo)|chiesa di San Domenico]], fu celebrato il primo Conclave secondo le regole della ''Ubi Periculum'' nel gennaio [[1276]].
 
Dal [[1621]] i cardinali potevano eleggere il papa per "ispirazione" o "acclamazione" (accordo unanime per ispirazione dello [[Spirito Santo]]), per "compromesso" (affidando il compito a un ristretto manipolo scelto tra loro), o con "votazioni a schede" (la maggioranza prevista era di due terzi). La bruciatura delle schede che vengono usate, effettuata per conservare il segreto sugli schieramenti formatisi, ha dato, dal conclave del 1914,<ref>{{Cita libro|cognome=Baumgartner, Frederic J.|titolo=Behind locked doors : a history of the Papal elections|url=https://www.worldcat.org/oclc/51613997|accesso=2020-02-18 febbraio 2020|edizione=1st ed|data=2003|editore=Palgrave Macmillan|OCLC=51613997|ISBN=0-312-29463-8}}</ref> la caratteristica [[fumata nera]] in caso di elezione mancata, mentre quando viene raggiunta la decisione sul nome del nuovo pontefice dà la famosa [[fumata bianca]] grazie all'aggiunta di sostanze chimiche.
 
[[File:Fumo negro.jpg|thumb|La [[fumata nera]] che indica che non è stato ancora eletto alcunil pontefice.]]
{{Approfondimento
|allineamento = destra
|titolo = Casi di elezioni irregolari
|contenuto = Nella storia del papato non sempre si è diventati papi in modo canonico e corretto.
|contenuto =
Nella storia del papato non sempre si è diventati papi in modo canonico e corretto.
A volte, in assenza di elezioni valide (come per [[papa Vigilio|Vigilio]], [[Papa Leone VIII|Leone VIII]] e [[Onorio II]]) vale il principio della ''electio de facto'' o quello del possesso, per cui si può dire che un candidato imposto irregolarmente abbia avuto comunque la grazia dello Spirito Santo per essere papa (alcuni casi sono più controversi di altri, come per Vigilio, Leone VIII, [[antipapa Bonifacio VII|Bonifacio VII]], [[Benedetto IX]], [[Silvestro III]], [[Gregorio VI]] e [[antipapa Benedetto X|Benedetto X]]).
Anticamente si parlava anche del principio del "male minore" per cui anche i sopradetti personaggi potevano essere considerati papi per grazia dello Spirito e volere di Dio, se il predecessore legittimo era morto o non più in grado di regnare e la Chiesa aveva urgente bisogno di dare continuità alla serie dei successori di Pietro, per essere governata ed evitare la sede vacante.
}}
Riassumendo:
 
Riassumendo:
* Primi secoli della storia ecclesiastica: il pontefice è eletto dal clero romano o indicato dal predecessore. I vescovi suburbicari ratificano la scelta ed il popolo, per acclamazione, approva o meno il candidato.
* Primi secoli della storia ecclesiastica: il pontefice è eletto dal clero romano o indicato dal predecessore. I vescovi suburbicari ratificano la scelta e il popolo, per acclamazione, approva o meno il candidato.
* Il canone XV del [[Concilio di Nicea I]] ([[325]] d.C.) introduce il divieto per i diaconi, i presbiteri ede i vescovi, di trasferirsi da una diocesi ada un'altra. Ciò viene interpretato in modo da vietare ai vescovi e al clero non romano l'accesso al soglio pontificio. Quest'interpretazione fu spesso disattesa (ad esempio, con [[papa Formoso]]) e poi rigettata. Il canone fu, poi, formalmente e sostanzialmente, abolito.
* [[Giustiniano I]], (527-565)imperatore romano d'Oriente, nel [[557]] (l'anno dopo l'elezione di [[papa Pelagio I]]) sottomettestabilisce l'elezioneche delil neo-eletto papa all'approvazionedebba imperiale, senza la qualericevere l'elettoapprovazione nonformale puòda essereparte consacratodell'imperatore. RimarràSolo indopo vigore,di ancheessa sepuò non confermata ufficialmente, fino al 731 (Gregorioessere III)consacrato<ref>{{treccani|papato_(Enciclopedia-Italiana)|Papato}}</ref>. Dopo l'approvazione di questa norma aumentano i casi di pontefici eletti ma non entrati nell'esercizio delle proprie funzioni a causa della lontananza della sede imperiale. La situazione si modificò nel [[Giustiniano685]] IIquando Rinotmeto|l'imperatore [[Giustiniano II Rinotmeto]] stabiliscestabilì che la richiesta di approvazione debbadoveva essere presenta all'[[Esarcato d'Italia|esarcaEsarca d'Italia]], il plenipotenziario dell'imperatore nella penisola, che aveva sede a [[Ravenna]]. L'Esarcato rimane in essere fino all'anno [[751]].
* In seguito il papa fu eletto dal clero e dal popolo romano (cioè dalle famiglie aristocratiche) sotto il controllo del potere civile. LaI re Franchi, i nuovi ''Patricii Romanorum'', ovvero protettori della Chiesa di Roma, dal 754 (anno dell'unzione di [[ConstitutioPipino romanail Breve]]) non si intromisero nell''elezione (papale. Ma nell'[[824)]] stabilì[[Lotario infattiI|Lotario]] stabilì che, dopo l'elezione, papaleal avvienemomento condella consacrazione, il consensonuovo dellpontefice dovesse prestare giuramento di fedeltà all'imperatore alla presenza di suoi rappresentanti giunti appositamente a Roma (''[[Constitutio romana]]''). L'Imperatore del Sacro Romano Impero]] esi allariservava presenzail diritto di suoiconfermare rappresentantio annullare l'elezione. LeLa prerogative''Costituzione imperialiRomana'' furonofu riconfermaterevocata dae [[Ottonerimessa Iin divigore Sassonia|Ottoneripetutamente I]]nei condecenni successivi, a seconda che al momento prevalesse il papa o l'imperatore<ref name="Piazzoni17">Ambrogio Piazzoni, '[[Privilegium'Le Othonis|Privilegium]]elezioni pontifice. Cenni storici e spunti di riflessione'', promulgatoUniversità adi RomaTorino, (962)2017.</ref>
* Con la fondazione della nuova [[dinastia Ottoniana]] l'imperatore [[Ottone I di Sassonia]] ribadì il primato dell'impero sulla Chiesa con il ''[[Privilegium Othonis]]'', promulgato a Roma nel [[962]]. Dopo di allora molti pontefici furono designati direttamente dall'imperatore, come ad esempio i quattro papi tedeschi che si succedettero dal 1046 al 1058. [[Papa Niccolò II]] (1058-1061) fu abbastanza forte da far decadere questo privilegio (bolla ''[[In Nomine Domini]]'', 1059). Dopo di lui l'elezione del papa fu riservata a un collegio di [[cardinale vescovo|cardinali vescovi]], che in quel periodo erano in numero di sette. Niccolò II stabilì inoltre che il papa entrava in carica subito dopo l'elezione<ref name=Piazzoni117/>. Nel corso del secolo successivo la mancata indicazione del ''quorum'' che faceva scattare l'elezione portò al verificarsi di doppie elezioni: due gruppi di cardinali eleggevano ciascuno un pontefice. In cento anni, accanto a quattordici pontefici legittimi, si contarono ben undici [[antipapa|antipapi]]<ref name="Piazzoni17"/>. La questione fu risolta nel [[1179]], quando [[papa Alessandro III|Alessandro III]], oltre ad estendere il diritto di voto a tutti i cardinali<ref name=Piazzoni130/> (Canone ''Licet de evitanda discordia'' del [[concilio Lateranense III]]) stabilì che l'eletto doveva raccogliere i 2/3 dei voti. Le regole della ''Licet de evitanda discordia'' diedero inizio a una stagione senza antipapi.
* [[Papa Nicola II|Nicola II]] (1058-1061) fu l'ultimo pontefice ad essere nominato con il beneplacito del sovrano regnante. Dopo di lui l'elezione del papa fu riservata a un collegio di [[cardinale vescovo|cardinali vescovi]], che in quel periodo erano in numero di sette.<ref name=Piazzoni117/>
* Nel [[1268]] si aprì a [[Viterbo]] il [[Elezione papale del 1268-1271|più lungo periodo di sede vacante]] della storia della Chiesa: i cardinali impiegarono 33 mesi a scegliere il nuovo pontefice. [[papa Gregorio X|Gregorio X]], di certo memore di quanto accaduto, promulgò la [[costituzione apostolica]] ''[[Ubi Periculum]]'' nel corso del [[Concilio di Lione II]] ([[1274]]).<ref name=Piazzoni150/> In sintesi, si stabiliva che alla morte del pontefice i cardinali elettori avevano dieci giorni di tempo per raggiungere il luogo dell'elezione, ciascuno con un solo accompagnatore. L'elezione si doveva svolgere nella stessa città dov'era spirato il pontefice.
* Nel 1179 Alessandro III estese l'elezione a tutti i cardinali;<ref name=Piazzoni130/> (Canone ''Licet de evitanda discordia'' del [[concilio Lateranense III]]) l'eletto doveva raccogliere i 2/3 dei voti.
*I Ilcardinali Conclaveelettori vennesi disarebbero fatto istituito da [[papa Gregorio X]] che, di certo memore di quanto accaduto a [[Viterbo]] durante la sua elezione, promulgò la [[Costituzione apostolica]] ''[[Ubi Periculum]]''riuniti nel corsopalazzo delove [[Conciliorisiedeva diil Lionepapa II]] ([[1274]])<ref name=Piazzoni150/>. In sintesidefunto, si stabiliva che i cardinali elettori, ciascuno conin un solo accompagnatore, dieci giorni dopo la morte del papa, silocale riunisserochiuso in unamodo grandeche salanessuno delpotesse palazzoentrarvi oveo risiedeva il papa defunto e fossero lì segregati;uscirvi. qualoraQualora dopo tre giorni non fosse avvenuta l'elezione, ai cardinali sarebbe stato ridotto il vitto ada una sola portata per pasto; dopo altri cinque giorni il vitto sarebbe stato ulteriormente ridotto a pane, vino ede acqua; inoltre, durante tutto il periodo della [[Sedesede vacante]] le rendite ecclesiastiche dei porporati eranosarebbero state trasferite nelle mani del cardinale [[Camerlengo (Chiesa cattolica)|Camerlengocamerlengo]], che le avrebbe poi messe a disposizione del nuovo papa.<ref name=Piazzoni151/><ref>Cesare Pinzi: ''Storia della Città di Viterbo'', Roma, Tip. Camera dei Deputati, 1889 - lib. VII, paggpp. 269 e segg.-. L'attento testo del Pinzi riporta moltissimi brani della ''Ubi Periculum'' ede indica anche il punto preciso dei ''Decretalia'' di [[papa Bonifacio VIII]] (lib. VI, tit. 4, cap. 3) ove si trova il testo manoscritto della Costituzione apostolica.</ref>
* Il primo conclave propriamente detto, svoltosi secondo queste nuove regole, si tenne ad [[Arezzo]] nel gennaio [[1276]], dopo la morte di papa Gregorio X, avvenuta il 10 gennaio nel palazzo vescovile della città. I cardinali si riunirono nella [[Chiesa di San Domenico (Arezzo)|chiesa di San Domenico]] di Arezzo per eleggere il suo successore, dando così concreta attuazione alla costituzione apostolica ''Ubi Periculum'', per la prima volta, nella storia della [[Chiesa cattolica]].
* La ''[[Ubi Periculum]]'' venne sospesa da [[papa Adriano V]] nel [[1276]]<ref name="Piazzoni154"/> su richiesta di alcuni cardinali e quindi addirittura revocata da [[papa Giovanni XXI]] nel settembre dello stesso anno, con la costituzione ''Licet felicis recordationis'',<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 153.</ref> salvo essere ripristinata, quasi completamente, da [[papa Celestino V]] con la [[bolla pontificia|bolla]] ''Quia in futurum'', del 28 settembre [[1294]]<ref name=Piazzoni154/> e successivamente inserita integralmente da [[papa Bonifacio VIII]] nel ''[[CodiceCorpus di Dirittoiuris Canonicocanonici]]'' nel [[1298]].<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 156.</ref> Le norme rimasero in vigore anche durante la [[cattività Avignonese]], ovvero la lunga permanenza dei papi ad [[Avignone]], nel sud della [[Francia]], nel XIV secolo.
*Nel [[1492]] viene celebrato il primo conclave nella [[Cappella Sistina]] (che porterà all'elezione di [[Papapapa Alessandro VI|Alessandro VI]]), che da lì in avanti diviene sede principale per i conclavi. Nel 1878 (anno dell'elezione di [[Papa Leonepapa XIII|Leone XIII]]) diviene sede fissa.
* Gregorio XV (1621-1623) diede due rinnovate Costituzioni per l'elezione pontificia, in balia dei tre grandi stati cattolici di allora, ''[[Aeterni Patris]]'' e ''Decet Romanorum Pontificem'', che ribadivano la clausura e la maggioranza dei due terzi; il voto doveva essere segreto.<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', pp. 209-211</ref>
* [[Papa Gregorio XV]] cercò di porre un argine alle ingerenze degli Stati cattolici nell'elezione pontificia, soprattutto [[Spagna]], [[Francia]] e [[Austria]]. A tal fine emanò il 15 novembre [[1621]] la costituzione apostolica ''Aeterni Patris Filius''. Inoltre avviò una riforma del conclave. Le nuove regole furono pubblicate nella [[Bolla pontificia|bolla]] ''Docet Romanum Pontificem'' (12 marzo [[1622]]), che ribadì la clausura, confermò la maggioranza dei due terzi ed introdusse per la prima volta il voto segreto.<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', pp. 209-211.</ref>
* Le potenze cattoliche continuarono a intromettersi con il diritto di veto, che venne abolito da [[papa Pio X]] con la Costituzione ''[[Commissum Nobis (costituzione)|Commissum Nobis]]'' del 20 gennaio 1904.<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', pp. 259-260</ref>
* Le potenze cattoliche continuarono a intromettersi con il [[Ius exclusivae|diritto di veto]]. Nel [[1903]], quando si trattò di eleggere il successore di [[papa Leone XIII]], l'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe pronunciò il suo veto contro il cardinale [[Mariano Rampolla del Tindaro]].<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 255.</ref> Il collegio cardinalizio respinse il veto ma elesse comunque un diverso candidato, il [[patriarca di Venezia]] Giuseppe Sarto, che divenne [[papa Pio X|Pio X]]: fu proprio papa Sarto a stabilire che i futuri elettori non avrebbero dovuto accettare mai più alcun "veto" con la costituzione apostolica ''[[Commissum Nobis (costituzione)|Commissum Nobis]] del 20 gennaio [[1904]].<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', pp. 259-260.</ref>''
* Dal [[1970]], con il compimento dell'ottantesimo anno di età, i cardinali perdono il diritto di eleggere il Romano Ponteficepapa e quindi anche il diritto di entrare in conclave (lettera''[[motu apostolicaproprio]]'' di [[papa Paolo VI]] ''[[Ingravescentem Aetatem]]'')
 
== Lo svolgimento del ''conclave'' ==
Le procedure da seguire per lo svolgimento del conclave sono cambiate nel corso dei secoli: dall'[[Conclave del 2005|assise del 2005]] in poi sono regolate dalla costituzione apostolica ''[[Universi Dominici Gregis]]'', promulgata da [[Papapapa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]] nel [[1996]] e parzialmente emendata dai suoi successori.
=== Arrivo dei cardinali elettori e loro sistemazione ===
[[File:Domus_Sanctae_Marthae_from_the_Dome_of_St._Peter's.jpg|thumb|La ''[[Domus Sanctae Marthae'']], dal [[2005]], residenza dei cardinali elettori in tempo di conclave]]
Nei giorni precedenti l'inizio del conclave si svolgono le ''congregazioni generali'', ovvero delle riunioni dei cardinali già presenti a Roma, in cui si iniziano a definire i preparativi per il conclave, nonché a decidere la data dell’inizio dello stesso.
 
Spetta al [[Decano del collegio cardinalizio|cardinale decano]] convocare i cardinali elettori e invitarli a raggiungere la [[Città del Vaticano]] per il conclave imminente. Quando tutti i cardinali elettori hanno raggiunto Roma si provvede al loro alloggio: fino aial conclavi[[conclave deldell'ottobre 1978]] venivano loro riservati dei dormitori posticci ricavati nei locali del [[Palazzo Apostolico]], sovente angusti, poco confortevoli e privi dei più basilari servizi alla persona, quali ventilazione, acqua corrente e gabinetti privati.
 
Per risolvere gli inconvenienti che questo aspetto comportava, dal [[2005]] è prevista la sistemazione degli elettori nella ''[[Domus Sanctae Marthae]]'', struttura costruita allo scopo, negli anni ‘90[[1992]]-[[1996]], sotto il pontificato di [[papa Giovanni Paolo II]]. La necessità di reperire ulteriori alloggi non è però stata del tutto eliminata, segnatamente in occasione del [[conclave del 2025]], allorché le stanze della Domus si sono rivelate insufficienti per gli oltre 130 cardinali aventi diritto al voto: alcuni di essi, pertanto, sono stati ospitati in altri edifici.<ref>[https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/casa-santa-marta-conclave-2025_97401770-202502k.shtml Casa Santa Marta: ecco come vivono i cardinali durante il Conclave] - ''tgcom24.mediaset.it'', 29 aprile 2025</ref>
 
=== La ''Missa pro eligendo Romano Pontifice'' e l’ingresso nella Cappella Sistina ===
Il giorno fissato per l'inizio dell'assemblea, tutti i cardinali si riuniscono nella [[Basilica di San Pietro in Vaticano|basilica di San Pietro]] e vi celebrano la ''Missa pro eligendo Romano Pontifice,'' presieduta dal [[cardinale decano]]. Il pomeriggio stesso i cardinali elettori, in [[abito corale]], si ritrovano presso la [[Cappella Paolina in Vaticano|Cappellacappella Paolina]] e, cantando le litanie dei santi e il ''[[Veni Creator Spiritus]]'', si avviano in processione verso la [[Cappella Sistina]], dove, nei giorni dell'interregno, si è proceduto a installare un pavimento di legno sopraelevato (di 70&nbsp;cm, in linea con il secondoi gradinogradini dell'altare) rispettoin alegno quellorivestito effettivoda moquette, cosìcon dauno scopo sia pratico (proteggere il pavimento [[cosmatesco]], facilitare la deambulazione e il posizionamento degli arredi del conclave) che simbolico (il pavimento infatti "distaccarelivella" fisicamentetutti i cardinali daelettori, ognievitando rapportoche conqualcuno ilsi posizioni più o meno in alto degli altri, e idealmente li "distacca" dal mondo esterno).<ref>[https://www.ilmessaggero.it/vaticano/conclave_cappella_sistina_come_cambia_stufe_fumata_piattaforma_tubi_elezione_nuovo_papa-8803039.html?refresh_ce Conclave, lavori alla Cappella Sistina (per creare 134 postazioni): la piattaforma di tubi, le stufe, la fumata. Cosa cambia] - ''ilmessaggero.it'', 28 aprile 2025</ref><ref>[https://www.fanpage.it/attualita/secondo-i-bookmaker-sara-un-conclave-lungo-ma-ce-un-cardinale-favorito-a-quota-35/ Secondo i bookmaker sarà un Conclave lungo: “Ma c’è un cardinale favorito a quota 3,5”] - ''fanpage.it'', 28 apr 2025</ref><ref>[https://www.youtube.com/watch?v=XZoOltkN7fM Verso il Conclave, l'allestimento della Cappella Sistina] - ''youtube.com/tv2000it'', 6 mar 2013</ref> Sopra di esso, nella zona corale, sono stati allestiti i banchi per la votazione: fino al [[conclave del 1963]] ciascun elettore disponeva di una seduta con scrittoio individuale sormontata da un baldacchino, che al momento dell'avvenuta elezione si sarebbe abbassato insieme a tutti gli altri, con la sola eccezione di quello sopra lo scranno del nuovo pontefice. Tale prassi fu dismessa a partire dal [[conclave dell'agosto 1978]], in quanto non vi era abbastanza spazio per allestire i baldacchini per tutti i 111 cardinali elettori; nondimeno, la calura estiva romana suggerì di adottare un arredo più funzionale, con dodici lunghi tavoli e semplici sedie.<ref>[https://www.lastampa.it/vatican-insider/it/2012/08/25/news/papa-luciani-umilta-e-semplicita-1.36387332/ Papa Luciani: umiltà e semplicità] - ''lastampa.it'', 25 ago 2012</ref> A rafforzare la dimensione di clausura, le finestre del tempio sono state sigillate e tutto l'ambiente è stato ripetutamente perquisito e bonificato da qualsiasi sistema di trasmissione sonora e visiva verso l'esterno.<ref>''Universi Dominici Gregis'' - III, 51.</ref>. Oltre la cancellata marmorea del presbiterio è stata montata la stufa nella quale verranno bruciati appunti e voti degli elettori per produrre i [[segnali di fumo]] previsti: una [[fumata nera]] per ogni avvenutasessione votazionedi votazioni in cui non verrà raggiunto il quorum previsto ede una [[fumata bianca]]<ref>[https://m.famigliacristiana.it/articolo/il-conclave-e-i-suoi-segreti.htm Il Conclave e i suoi segreti] - ''famigliacristiana.it'', 8 marzo 2013.</ref> per la votazione in cui invece verrà eletto il nuovo pontefice.
 
Nel [[conclave del 2013]], per garantire il "colore" delle fumate, alle carte e al combustibile (tipicamente paglia) sono stati addizionati dei fumogeni costituiti:
* per la fumata nera, da [[perclorato di potassio]], [[antracene]] e [[zolfo]];
* per la fumata bianca, da [[clorato di potassio]], [[lattosio]] e [[colofonia]].<ref>[http://video.corriere.it/conclave-padre-lombardi-ecco-come-si-colorano-fumate/6efacbae-8bde-11e2-8351-f1dc254821b1 Conclave, Padre Lombardi: «Ecco come si colorano le fumate»].</ref>.
 
=== Il giuramento e l{{'}}''extra omnes'' ===
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[[File:Chapelle sixtine2.jpg|thumb|Interno della [[Cappella Sistina]]]]
 
Questo ordine impone a tutti gli astanti che non siano lo stesso maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, l'ecclesiastico incaricato di tenere l'ultima meditazione e i cardinali elettori di uscire dalla Cappella Sistina. Usciti gli altri, il maestro chiude la porta di accesso a chiave. SubitoDopo dopoche l’ecclesiastico conduce la sua meditazione riguardo ai problemi della Chiesa ede alle qualità che il nuovo eletto dovrà possedere. Dopo la sua meditazione, anche questi lascia la cappella insieme al maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie. Seguono le preghiere, dopo le quali il cardinale decano chiede se vi sono ancora dubbi relativi alle procedure. Dopo la chiarificazione degli eventuali dubbi, le operazioni di voto possono cominciare.<ref>''Universi Dominici Gregis'' - III, 54.</ref>.
 
I cardinali arrivati dopo l'inizio del conclave sono comunque ammessi. Un cardinale che lascia il conclave può essere riammesso solo se si è assentato per malattia.
 
In passato i cardinali elettori potevano essere accompagnati da assistenti ("conclavisti"); le normative hanno successivamente disciplinato il punto, imponendo che gli unici accompagnatori presenti possono essere gli infermieri che seguono i cardinali che necessitano di assistenza per motivi di salute.<ref>''Universi Dominici Gregis'', 42.</ref>
 
Per assolvere alle incombenze dell'elezione, alcune figure esterne al conclave possono momentaneamente entrarvi: il segretario del collegio dei cardinali, il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, due cerimonieri, due religiosi addetti alla sacrestia pontificia e un ecclesiastico assistente del decano del collegio dei cardinali, tutti preventivamente approvati dal [[Camerlengo (Chiesa cattolica)|camerlengo di Santa Romana Chiesa]] e dai suoi tre cardinali assistenti ''pro tempore''.<ref>''Universi Dominici Gregis'', 46.</ref> Il camerlengo e i tre cardinali assistenti ''pro tempore'' sono obbligati a vigilare che non venga mai violata la riservatezza, sia prima sia durante sia dopo le operazioni di voto e di spoglio. Per tutta la durata del conclave è imposta la più assoluta segretezza: ai cardinali, ai conclavisti e a tutto il personale presente è fatto divieto di rivelare in qualsiasi modo qualsiasi informazione anche minima in merito all'elezione, di conversare con persone fuori dal conclave o di comunicare con qualsiasi mezzo; agli elettori non sono inoltre permessi l'uso della televisione e la lettura di giornali. La violazione anche minima del segreto da parte del personale ammesso ad assolvere alle incombenze del conclave è un gravissimo reato, punibile con la [[scomunica]] ''[[latae sententiae]]''. Ai cardinali inoltre è fatto ordine, ''graviter onerata ipsorum conscientia'', di tenere segreta per sempre qualunque informazione riguardante il conclave, anche dopo che esso si è concluso.
 
Prendendo atto del fatto che il progresso tecnologico nel campo delle telecomunicazioni esponeva la segretezza del conclave a nuove possibili violazioni, la ''Universi Dominici Gregis'' ha vietato espressamente le intromissioni di [[giornali]], radio e [[televisione]]. Il [[conclave del 2005]] ha visto inoltre, in fase preparatoria, l'introduzione di sofisticate tecnologie per rilevare la presenza di dispositivi di intercettazione nei locali soggetti a clausura.
Per assolvere alle incombenze dell'elezione, alcune figure esterne al conclave possono momentaneamente entrarvi: il segretario del collegio dei cardinali, il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, due cerimonieri, due religiosi addetti alla sacrestia pontificia e un ecclesiastico assistente del decano del collegio dei cardinali, tutti preventivamente approvati dal [[Camerlengo (Chiesa cattolica)|camerlengo di Santa Romana Chiesa]] e dai suoi tre cardinali assistenti ''pro tempore''.<ref>''Universi Dominici Gregis'', 46</ref> Il camerlengo e i tre cardinali assistenti ''pro tempore'' sono obbligati a vigilare che non venga violata la riservatezza, sia prima sia durante sia dopo le operazioni di voto e di spoglio. Per tutta la durata del conclave è imposta la più assoluta segretezza: ai cardinali, ai conclavisti e a tutto il personale presente è fatto divieto di rivelare qualsiasi informazione anche minima in merito all'elezione, di conversare con persone fuori dal conclave o di comunicare con qualsiasi mezzo; agli elettori non sono inoltre permessi l'uso della televisione e la lettura di giornali. La violazione del segreto da parte del personale ammesso ad assolvere alle incombenze del conclave è un gravissimo reato, punibile con la [[scomunica]] ''[[latae sententiae]]''. Ai cardinali inoltre è fatto ordine, ''graviter onerata ipsorum conscientia'', di tenere segreta per sempre qualunque informazione riguardante il conclave, anche dopo che esso si è concluso.
 
Sempre dal 2005, dovendo i cardinali essere trasferiti dalla ''Domus Sanctae Marthae'' alla [[Cappella Sistina]] per partecipare alle votazioni (e quindi essere riaccompagnati agli alloggi al termine delle sessioni), la costituzione gianpaolina ha introdotto provvedimenti volti a impedire qualsiasi tentativo di avvicinare gli elettori durante i tragitti. Anche gli autisti prestano giuramento di segretezza.
Prendendo atto del fatto che il progresso tecnologico nel campo delle telecomunicazioni esponeva la segretezza del conclave a nuove possibili violazioni, la ''Universi Dominici Gregis'' ha vietato espressamente le intromissioni di [[giornali]], radio e [[televisione]]. Il [[conclave del 2005]] ha visto inoltre, in fase preparatoria, l'introduzione di sofisticate tecnologie per rilevare la presenza di dispositivi di intercettazione nei locali soggetti a clausura.
 
I cardinali depositano i loro [[Telefono cellulare|telefoni cellulari]]<ref>[https://www.bbc.com/news/articles/cz63wgxe1vlo Hollie Cole, ''Cardinal reveals what it was like to be part of conclave'', BBC News, 10 maggio 2025].</ref> e, comunque, Santa Marta e la Cappella Sistina vengono isolati con potenti ''[[jammer]]'' che dovrebbero impedire l'uso dei dispositivi di comunicazione con il mondo esterno.<ref>{{cita web|url=https://www.ilpost.it/2025/05/05/isolamento-conclave-vaticano-cappella-sistina-santa-marta/|titolo=Come faranno a isolare il conclave dal resto del mondo|data=5 maggio 2025}}</ref> Inoltre, su richiesta del governatorato dalla Città del Vaticano, prima dell'ingresso dei cardinali nella Cappella Sistina e fino alla proclamazione del nuovo pontefice, gli operatori di telefonia mobile sono tenuti a spegnere gli impianti di radiotrasmissione installati nella Città del Vaticano, ad eccezione di piazza San Pietro.<ref>{{cita web |url=https://www.ilgiornale.it/news/vaticano/niente-cellulari-linee-telefoniche-staccate-cos-vaticano-si-2474679.html|titolo=Niente cellulari, linee telefoniche staccate: così il Vaticano si isolerà dal mondo per il Conclave|autore=Luca Sablone|data=5 maggio 2025}}</ref>
Sempre dal 2005, dovendo i cardinali essere trasferiti dalla ''Domus Sanctae Marthae'' alla Cappella Sistina per partecipare alle votazioni (e quindi essere riaccompagnati agli alloggi al termine delle sessioni), la costituzione gianpaolina ha introdotto provvedimenti volti a impedire qualsiasi tentativo di avvicinare gli elettori durante i tragitti.
 
=== Gli scrutini ===
Posto che la ''Universi Dominici Gregis'' abolisce le forme di elezione dette ''per acclamationem seu inspirationem'' (accordo unanime per ispirazione dello Spirito Santo) e ''per compromissum'' (i cardinali elettori affidano il compito dell'elezione del Papapapa a un comitato ristretto scelto fra gli stessi cardinali), precedentemente valide ma assai poco comuni, l'unica forma di elezione del Romanoromano Ponteficepontefice ammessa è ''per scrutinium'', cioè tramite il voto. Per la validità dell'elezione sono richiesti i due terzi dei suffragi, conteggiati sul numero degli elettori presenti. Nel caso in cui tale numero non sia divisibile per tre viene necessariamente immesso un voto in più.<ref>''Universi Dominici Gregis'', V, 62.</ref>.
 
Agli scrutini si accede subito dopo la chiarificazione degli ultimi eventuali dubbi di voto. Nel caso in cui le elezioni inizino il pomeriggio del primo giorno di conclave, vi sarà un solo scrutinio. I giorni seguenti vi saranno due scrutini al mattino e due al pomeriggio, fino all'elezione del nuovo papa. Ogni scrutinio si divide in tre fasi:
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==== Antescrutinium ====
Questa prima fase prevede che i cerimonieri preparino e distribuiscano due o tre schede a ciascun cardinale elettore; che l'ultimo [[cardinale diacono]] estragga a sorte, fra tutti i cardinali elettori, tre scrutatori, tre incaricati detti ''infirmarii'' che raccolgano i voti dei cardinali infermi presso la [[Domus Sanctae Marthae]] e tre revisori; che i cardinali elettori, durante le votazioni, rimangano soli. Subito dopo la distribuzione delle schede, prima che gli elettori scrivano sulla propria scheda, il segretario del collegio dei cardinali, il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie ede i cerimonieri escono. L'ultimo cardinale diacono chiude e apre la porta ogni volta si renda necessario (ad esempio quando gli ''infirmarii'' escono con una cassetta per raccogliere i voti dei cardinali infermi presso la Domus Sanctae Marthae, e poi ritornano).
 
A ciascun cardinale elettore viene consegnata una scheda di forma rettangolare con riportata la scritta ''Eligo in Summum Pontificem'' ("Eleggo a Sommo Pontefice"), sotto la quale ognuno deve scrivere con grafia non riconoscibile il nome deldi colui (tipicamente, ma non obbligatoriamente, un cardinale) aal cuiquale intende dare il suo consenso per l'elezione a Romanoromano Ponteficepontefice.
 
==== Scrutinium vere proprieque ====
Quindi un cardinale alla volta si reca, tenendo in mano la scheda piegata in due e ben visibile,<ref>''Universi Dominici Gregis'' - V, 66.</ref>, presso l'altare della Cappella Sistina dove sono presenti i tre scrutatori e un'urna con un piatto appoggiatovi sopra. Arrivato dinanzi all'affresco del [[Giudizio Universale]] di [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]], pronuncia il giuramento:
 
{{Citazione|Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto.|
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e, posta la scheda sul piatto, lo alza per lasciarla scivolare all'interno dell'urna; quindi tornerà al proprio posto.
 
Compiute le operazioni di voto, si procede alle operazioni di spoglio. Il primo scrutatore agita le schede nell'urna per mescolarle, mentre l'ultimo le conteggia una ada una ponendole in un'altra urna vuota, più piccola. Se il numero non corrispondesse al numero dei cardinali elettori le schede andrebbero bruciate subito, senza spoglio.
 
Il primo e il secondo scrutatore osservano e leggono in silenzio il nome scritto su ciascuna scheda, mentre l'ultimo lo pronuncia a voce alta, in modo che anche i cardinali elettori possano calcolare quanti voti ha ricevuto ciascun candidato. Ciascuno scrutatore riporta i voti in appositi fogli.<ref>''Universi Dominici Gregis'', V, 69.</ref> L'ultimo scrutatore legge le schede e contemporaneamente le fora dalla parte interna, dove si trova la parola "Eligo", per farvi passare un filo. Una volta finito lo spoglio, l'ultimo scrutatore fa un nodo ai due capi del filo e lo pone in un contenitore.
L'ultimo scrutatore legge le schede e contemporaneamente le fora dalla parte interna, dove si trova la parola "Eligo", per farvi passare un filo. Una volta finito lo spoglio, l'ultimo scrutatore fa un nodo ai due capi del filo e lo pone in un contenitore.
 
==== Post-scrutinium ====
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Quest'ultima fase comprende il conteggio dei voti e il bruciamento delle schede nella stufa dopo il secondo scrutinio, eccetto che per il pomeriggio del primo giorno o in caso di avvenuta elezione già al primo scrutinio.
 
Gli scrutatori assommano i voti che ciascuno ha riportato. Sia che il ''quorum'' sia stato raggiunto sia in caso di esito negativo i revisori devono controllare tutte le schede e le annotazioni degli scrutatori per vigilare sul loro operato. Se il quorum non è stato raggiunto si procede immediatamente ada una nuova votazione, eccetto che per il primo giorno di conclave. Nel secondo scrutinio i cardinali ripetono le stesse operazioni, ma senza pronunciare di nuovo il giuramento o fare altre ripetizioni. Al termine della seconda votazione, e prima che i cardinali abbandonino la Sistina, le schede del secondo e del primo scrutinio vengono bruciate nella stufa dagli scrutatori (nel caso in cui nessun candidato sia stato eletto a pontefice, occorre fare in modo che si generi la [[Fumata nera e fumata bianca|fumata nera]]), dal segretario del collegio e dai cerimonieri, richiamati dall'ultimo cardinale diacono. Ogni cardinale ha l'obbligo di consegnare i propri appunti al camerlengo o ai cardinali assistenti, affinché anch'essi siano bruciati. È inoltre previsto che il camerlengo e i cardinali assistenti stilino una relazione sull'esito di ciascuna sessione di voto, da consegnare al futuro nuovo pontefice in una busta sigillata ede oggetto anch'essa di assoluta segretezza.<ref>''Universi Dominici Gregis'', V, 71.</ref>
 
=== Elezione e proclamazione del nuovo pontefice ===
Se un candidato riceve un numero di voti pari o superiore aai due terzi del numero totale dei votanti, l'elezione di tale candidato a pontefice è canonicamente valida. L'ultimo dell'ordine dei [[Cardinale#Ordini cardinalizi|cardinali diaconi]] richiama il maestro delle celebrazioni liturgiche e il segretario del collegio cardinalizio. Il decano, il vice decano oppure il primo cardinale dei [[Cardinale#Ordini cardinalizi|cardinali vescovi]] si rivolge all'eletto dicendoglie gli domanda:
{{Citazione|Accetti la tua elezione, canonicacanonicamente avvenuta, a Sommo Pontefice?|
|Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?|lingua=la|lingua2=it}}
 
[[File:Fumo branco.jpg|upright=1.4|thumb|destra|La [[Fumatafumata bianca]] che indicaannunciò chel'elezione èdi stato[[Benedetto elettoXVI]] ilnel pontefice.2005]]
 
e, alla risposta affermativa (l'espressione di accettazione puònon essereè diformalizzata voltae inrimane voltaa adattata secondo i sentimentidiscrezione dell'eletto), aggiungechiede:
{{Citazione|ComeCon quale nome vuoi essere chiamato?|
|Quo nomine vis vocari?|lingua=la|lingua2=it}}
 
Il nuovo pontefice risponde:
Il candidato risponderà:
 
{{Citazione|Sarò chiamato [...] |
|Vocabor [...] |lingua=la|lingua2=it}}
 
seguito dal ''[[nome pontificale'']] e relativo numerale (che viene omesso nel caso il nome non abbia precedenti), entrambi al caso [[nominativo]]. Dopo l'accettazione si procede alla bruciatura delle schede, facendo in modo che dal comignolo visibile da piazza San Pietro esca la classica [[Fumata nera e fumata bianca|fumata bianca]].
 
L{{'}}''Ordo rituum conclavis'' prevede che, se il candidatol'eletto non è un [[vescovo]], venga subito consacrato; lo stesso ''Ordo'' regola le procedure da seguire nel caso in cui l'eletto risieda fuori dal Conclaveconclave.<ref>[[Universi Dominici Gregis]], [http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/apost_constitutions/documents/hf_jp-ii_apc_22021996_universi-dominici-gregis_it.html n. 90].</ref>
 
==== Stanza delle lacrime ====
DopoSubito dopo la sua proclamazioneelezione, il nuovo papa neoeletto si ritira nella "Stanza[[stanza delle lacrime]]", ovverola nella [[sacrestia]]sagrestia della [[Cappella Sistina]], perdove indossareindossa per la prima volta i paramenti papali (tipicamente l'[[abito corale]] e la [[Stola (paramento liturgico)|stola]]), con i quali si presenterà in pubblico dalla Loggia delle benedizioni della basilica di San Pietro. Il nome di"stanza taledelle luogolacrime" deriva dal fatto che, si presume, in tale stanza il neo-pontefice scoppi ina lacrimepiangere per l'emozione e per il peso della responsabilità del ruolo che è chiamato a svolgere.
 
TradizionalmenteAll’interno nelladella sacrestiastanza sono presentipredisposte paramentitre papalivesti di tre diverse misure (grande, chemedia possanoe approssimativamentepiccola), per adattarsi alla tagliacorporatura del nuovo elettopapa. Famosa in proposito è la vicenda di [[papa Giovanni XXIII]], pontefice dalla corporatura bassa e particolarmente robusta: per adattare alla sua persona gli abiti della taglia più ampia fu necessario tagliarli ampiamente e poi fermarli con spille da balia.<ref>{{Cita news |url=https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2025-05/la-stanza-delle-lacrime-dove-il-cardinale-diventa-papa.html |titolo=La Stanza delle lacrime, dove il cardinale diventa Papa |autore=Alessandro De Carolis |data=6 maggio 2025 |sito=Vatican News |lingua=it |accesso=8 maggio 2025}}</ref>
 
==== Preghiera per il nuovo Pontefice e ossequio dei cardinali ====
Dopo la vestizione con i paramenti papali, il neoeletto ritorna nella Cappella Sistina e siede alla cattedra. Il cardinale decano invita il nuovo papa, «eletto alla [[Cattedra di Pietro]]», a rileggere un passo del ''[[Vangelo secondo Matteo|vangelo di Matteo]]'',<ref>[[Vangelo secondo Matteo|Matteo]] {{Cita passo biblico|Mt|16,13-19}}</ref>, con il quale [[Cristo]] promise a [[San Pietro|Pietro]] e ai suoi successori il primato del ministero apostolico.
 
Dopo la lettura evangelica e la preghiera per il nuovo papa, i cardinali si accostano al nuovo Sommo Pontefice per prestargli l'atto di ossequio e di obbedienza. Viene infine intonato il canto del ''[[Te Deum]]''.<ref>{{Cita web|url=http://www.conclave.name/preghiere.php?id=proclamazione|titolo=La Proclamazione del Romano Pontefice Eletto - ''Ordo rituum Conclavis'', nn. 58-73|sito=Il Conclave|accesso=19 giugno 2021|urlarchivio=https://archive.todayis/20130413164623/http://www.conclave.name/preghiere.php?id=proclamazione|dataarchivio=13 aprile 2013}}</ref> A questo punto il conclave è ufficialmente terminato.
 
=== Annuncio dell'elezione ===
{{vedi anche|Habemus papam}}
Spetta al [[cardinale protodiacono]] dare l'annuncio della nuova elezione, affacciandosi dalla loggia centrale della [[Basilicabasilica di San Pietro]] e pronunciando l{{'}}''[[Habemus papam]]''; subito dopo, sulla stessa loggia, il nuovo pontefice, preceduto dalla [[croce astile]], fa la sua prima apparizione pubblica e impartisce la solenne benedizione ''[[Urbi et Orbi]]''.
 
Fino all'elezione di [[papa Giovanni Paolo II]] non era consuetudine che il nuovo pontefice parlasse alla folla riunita in [[piazza San Pietro]] prima della benedizione; già [[papa Giovanni Paolo I]] avrebbe voluto parlare alla piazza, ma il [[cerimoniere]] glielo negò, facendogli notare che ciò non era previsto dal cerimoniale e dalla tradizione.
 
===Presa di possesso della basilica di San Giovanni in Laterano===
Nei giorni successivi, una cerimonia – molto meno solenne delle precedenti – segna l’inizio del pontificato: entro un tempo conveniente, il successore di Pietro prende possesso dell’arcibasilica lateranense, "madre e capo di tutte le Chiese". Questo rito, radicato nella tradizione romana, consacra il legame indissolubile tra il papa e la città eterna.<ref>{{cita web |url=https://fsspx.news/it/news/il-momento-storico-cui-la-sede-cessa-di-essere-vacante-52288|titolo=Il momento storico in cui la Sede cessa di essere vacante|data=5 maggio 2025|sito=[[Fraternità sacerdotale San Pio X]]}}</ref>
 
== La normativa vigente ==
[[File:Folded conclave ballot.jpg|thumb|Scheda elettorale del Conclave.conclave]]
Le modifiche più consistenti nella normativa per il conclave sono state effettuate da [[papa Paolo VI]] (costituzioni apostoliche ''[[Ingravescentem aetatem]]'' del [[1970]] e ''[[Romano Pontifici Eligendo]]'' del [[1975]]), che ha escluso dal conclave i cardinali ultraottantenni e fissato in 120 il numero dei componenti del collegio elettorale. All'atto pratico, in occasione del [[conclave del 2025]], quest'ultimo punto è stato soggetto a deroga su dispensa della congregazione dei cardinali, in quanto i cardinali di età inferiore a 80 anni erano 135.<ref>[https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2025-04/congregazione-cardinali-conclave-numero-becciu.html Conclave, diritto di voto per i cardinali oltre il numero di 120] - ''vaticannews.va'', 30 apr 2025</ref> dal 1975 la soglia massima di 120 cardinali elettori è stata superata per 16 volte.<ref>{{Cita news|lingua=it|url=https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2025-04/limite-120-cardinali-elettori-superato-precedenti-pontificati.html|titolo=Il limite dei 120 cardinali elettori superato già nei precedenti pontificati - Vatican News|data=2025-04-30|accesso=8 maggio 2025}}</ref>
 
[[Papa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]], con la ''[[Universi Dominici Gregis]]'' del [[1996]], pur confermando le modalità essenziali in vigore, ha stabilito quale alloggio per i cardinali in clausura la ''[[Domus Sanctae Marthae]]'', sempre in Vaticano, laddove in precedenza venivano adattate allo scopo diverse sale dei palazzi apostolici, spesso poco funzionali e confortevoli. Il trasferimento degli elettori dall'alloggio alla Cappella Sistina e viceversa viene effettuato su automezzi, ma chi lo desidera può anche compiere il percorso a piedi, fermo restando il divieto di interagire con persone esterne al conclave. Lo stesso Wojtyła ha inoltre proibito l'elezione per acclamazione e per compromesso (forme ormai comunque in disuso da alcuni secoli), recuperando infine il ruolo dei cardinali che hanno già compiuto ottant'anni: la loro funzione, però, è semplicemente spirituale. Partecipano, infatti, solo alle fasi preliminari dell'elezione e guidano le preghiere della [[Chiesa (comunità)|Chiesa Universale]].
 
[[Papa Benedetto XVI|Benedetto XVI]], con il ''[[motu proprio]]'' ''[[De Aliquibus Mutationibus]]'' dell'11 giugno [[2007]] e con il ,''motu<ref>{{cita proprioweb|http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/motu_proprio/documents/hf_ben-xvi_motu-proprio_20070611_de-electione_lt.html|Testo Normasintegrale Nonnullas''della delDe 22aliquibus febbraiomutationibus|2 marzo [[2013]],}}</ref>'' ha apportato alcune modifiche alla costituzione del 1996: una di queste sancisce che la maggioranza dei voti per l'elezione del papa deve essere pari ai due terzi dei cardinali votanti per tutti gli scrutini. A partire dal 34º scrutinio (o 35º se si era votato anche il giorno di apertura del conclave) si deve procedere al [[ballottaggio]] tra i due nomi che nell'ultimo scrutinio hanno ottenuto la maggioranza dei voti: l'elezione avviene sempre con maggioranza di almeno i due terzi dei cardinali con voce attiva, dai quali vanno esclusi i due cardinali che sono al ballottaggio. Si è così rettificata la norma sancita da papa Giovanni Paolo II,<ref>Giovanni Paolo II, Costituzione apostolica ''Universi Dominici gregis'', n. 75.</ref>, ma già paventata da papa Paolo VI,<ref>Paolo VI, [[costituzione apostolica]] ''Romano Pontifici Eligendo'', n. 76, ultime righe.</ref>, che prevedeva una riduzione del quorum alla maggioranza assoluta a partire dal 34º o 35º scrutinio, previo esplicito consenso dei Cardinalicardinali elettori. Tale eventualità non si è comunque mai verificata, poiché il conclave del 2005 (l'unico celebrato secondo l'originaria costituzione gianpaolina) portò all'elezione del papa già al quarto scrutinio.
[[Papa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]], con la ''[[Universi Dominici Gregis]]'' del [[1996]], pur confermando le modalità essenziali in vigore, ha stabilito quale alloggio per i cardinali in clausura la ''[[Domus Sanctae Marthae]]'', sempre in Vaticano, laddove in precedenza venivano adattate allo scopo diverse sale dei palazzi apostolici, spesso poco funzionali e confortevoli. Il trasferimento degli elettori dall'alloggio alla Sistina e viceversa viene effettuato su automezzi, ma chi lo desidera può anche compiere il percorso a piedi, fermo restando il divieto di interagire con persone esterne al conclave. Lo stesso Wojtyła ha inoltre proibito l'elezione per acclamazione e per compromesso (forme ormai comunque in disuso da alcuni secoli), recuperando infine il ruolo dei cardinali che hanno già compiuto ottant'anni: la loro funzione, però, è semplicemente spirituale. Partecipano, infatti, solo alle fasi preliminari dell'elezione e guidano le preghiere della [[Chiesa (comunità)|Chiesa Universale]].
 
Sempre papa Benedetto XVI, con il ''motu proprio [[Normas Nonnullas]]'' del 22 febbraio 2013,<ref>{{cita web|http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/motu_proprio/documents/hf_ben-xvi_motu-proprio_20130222_normas-nonnullas_it.html|Testo integrale della Normas nonnullas|2 marzo 2013}}</ref> emanato pochi giorni dopo l'annuncio della sua [[Dimissioni di papa Benedetto XVI|rinuncia al ministero petrino]], ha modificato i criteri che stabiliscono la data d'inizio del conclave: la costituzione apostolica del 1996 prevedeva infatti che il conclave potesse iniziare non prima di 15 giorni dall'inizio della sede vacante, mentre le modifiche di papa Benedetto XVI hanno previsto che il conclave possa avere luogo anche prima del termine dei 15 giorni, qualora tutti i cardinali elettori siano già presenti a Roma.
[[Papa Benedetto XVI|Benedetto XVI]], con il ''[[motu proprio]]'' ''De Aliquibus Mutationibus'' dell'11 giugno [[2007]] e con il ''motu proprio Normas Nonnullas'' del 22 febbraio [[2013]], ha apportato alcune modifiche alla costituzione del 1996: una di queste sancisce che la maggioranza dei voti per l'elezione del papa deve essere pari ai due terzi dei cardinali votanti per tutti gli scrutini. A partire dal 34º scrutinio (o 35º se si era votato anche il giorno di apertura del conclave) si deve procedere al [[ballottaggio]] tra i due nomi che nell'ultimo scrutinio hanno ottenuto la maggioranza dei voti: l'elezione avviene sempre con maggioranza di almeno i due terzi dei cardinali con voce attiva, dai quali vanno esclusi i due cardinali che sono al ballottaggio. Si è così rettificata la norma sancita da Giovanni Paolo II<ref>Giovanni Paolo II, Costituzione apostolica ''Universi Dominici gregis'', n. 75</ref>, ma già paventata da papa Paolo VI<ref>Paolo VI, [[costituzione apostolica]] ''Romano Pontifici Eligendo'', n. 76, ultime righe</ref>, che prevedeva una riduzione del quorum alla maggioranza assoluta a partire dal 34º o 35º scrutinio, previo esplicito consenso dei Cardinali elettori. Tale eventualità non si è comunque mai verificata, poiché il conclave del 2005 (l'unico celebrato secondo l'originaria costituzione gianpaolina) portò all'elezione del papa già al quarto scrutinio.
 
== Elenco dei conclavi degli ultimi 150 anni ==
Riga 195 ⟶ 202:
 
{| class="wikitable" style="text-align: center;"
! rowspan="2" |Conclave
! rowspan="2" |Cardinali<br />elettori
! rowspan="2" |Cardinali<br />in conclave
! rowspan="2" |Inizio del conclave
! rowspan="2" |Habemus papam
! rowspan="2" |Scrutini
! colspan="4" |Eletto
|-
! Conclave
! Cardinali<br />elettori
! Cardinali<br />in conclave
! Inizio del conclave
! Habemus Papam
! Scrutini
! Ritratto
! Nome secolare dell'eletto
! Nome pontificale dell'eletto
! Stemma
|-
| align="left"| '''[[Conclave del 1878]]'''|| 64 || 61 ||19 febbraio 1878 || 20 febbraio 1878 || 3 || [[File:Papa Leone XIII.jpeg|50px]] || Vincenzo Gioacchino Pecci || [[Papa Leone XIII|Leone XIII]] || [[File:LeoXIII.svg|50px]]
|-
| align="left"| '''[[Conclave del 1903]]''' || 64 || 62 || 31 luglio 1903 || 4 agosto 1903 || 7 || [[File:Pius X, by Francesco De Federicis, 1903 (retouched).tif|50px]] || Giuseppe Melchiorre Sarto || [[Papa Pio X|Pio X]] || [[File:C o a Pius X.svg|50px]]
|-
| align="left"| '''[[Conclave del 1914]]''' || 65 || 57 || 31 agosto 1914 || 3 settembre 1914 || 10 || [[File:Benedictus XV.jpg|50px]] || Giacomo della Chiesa || [[Papa Benedetto XV|Benedetto XV]] || [[File:Benedetto XV.svg|50px]]
Riga 225 ⟶ 233:
| align="left"| '''[[Conclave dell'ottobre 1978]]''' || 111 || 111 || 14 ottobre 1978 || 16 ottobre 1978 || 8 || [[File:Gpii.jpg|50px]] || Karol Wojtyła || [[Papa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]] ||[[File:John paul 2 coa.svg|50px]]
|-
| align="left"| '''[[Conclave del 2005]]''' || 117 || 115 || 18 aprile 2005 || 19 aprile 2005 || 4 || [[File:BentoXVI-30-10052007.jpg|50px]] || Joseph Ratzinger || [[Papa Benedetto XVI|Benedetto XVI]] || [[File:Coat of Armsarms of Benedictus XVI.svg|50px]]
|-
| align="left"| '''[[Conclave del 2013]]''' || 117 || 115 || 12 marzo 2013 || 13 marzo 2013 || 5 || [[File:Pope Francis in March 2013.jpg|50px]] || Jorge Mario Bergoglio || [[Papa Francesco|Francesco]] || [[File:Insigne Francisci.svg|50px]]
|-
| align="left"| '''[[Conclave del 20132025]]''' || 117135 || 115133 || 127 marzomaggio 20132025 || 138 marzomaggio 20132025 || 5 4 || [[File:Pope FrancisLeo inXIV March3 2013(cropped).jpg|50px]] || JorgeRobert MarioFrancis BergoglioPrevost || [[Papa FrancescoLeone XIV|FrancescoLeone XIV]] || [[File:Insigne FrancisciLeonis XIV.svg|50pxsenza_cornice|69x69px]]
|}
 
== Statistiche ==
Da [[papa Pio IX]] ([[1846]]) a [[papa Giovanni Paolo I]] ([[1978]]), tutti i papi eletti erano al loro primo conclave, essendo stati elevati alla porpora cardinalizia dal loro immediato predecessore; questo è successo anche nel [[conclave del 2025]], dove l'eletto [[papa Leone XIV]] era stato creato cardinale dal suo predecessore [[papa Francesco]].
 
== Note ==
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* {{Cita libro|Cesare|Pinzi|Storia della Città di Viterbo|1887-89|Tipografia Camera dei Deputati|Roma}}
* [[Niccolò Del Re]], ''L'abolizione del modo "per acclamationem" nell'elezione papale ed i suoi precedenti'', in ''[[Strenna dei Romanisti]]'', Editrice Roma Amor, Roma, 1998, pp.&nbsp;117–134.
* Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', Casale Monferrato, Edizioni Piemme, 2003, ISBN 88-384-1060-7.
* Luciano Trinca, ''Conclave e potere politico. Il veto a Rampolla nel sistema delle potenze europee (1887-1904)'', Edizioni Sudium, Roma, 2004. ISBN 978-88-382-3949-6.
* Giovanni Faperdue, ''I Conclavi Viterbesi'', Grotte di Castro (Viterbo), 2004.
* Alberto Melloni, ''Il conclave. Storia dell'elezione del Papa'', Il Mulino, Bologna, 2005.
* {{cita libro | autore = Paolo Francia | titolo = Il conclave. Come si sono eletti e come si eleggono i Papi nella storia della Chiesa | anno = 2005 | editore = Geper | città = Bologna | isbn = 978-88-901783-4-4}}
* Rudj Gorian, ''Le gazzette sul conclave (1724-1779). Analisi di una tipologia di periodici veneziani'', Marcianum Press, Venezia, 2007. ISBN 978-88-89736-17-3.
* Agostino Paravicini Bagliani, ''Morte e elezione del papa. Norme, riti e conflitti. Il Medioevo'', Viella, Roma, 2013. ISBN 9788867280360.
* Calendario Pontificio.
 
== Voci correlate ==